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Messaggi - Kobayashi

#496
Percorsi ed Esperienze / Re:La mia voglia di libertà
02 Febbraio 2018, 15:34:02 PM
Caro MeStesso94, il mio consiglio è di trasferirti in qualche altra città (o all'estero, ancora meglio visto l'andazzo del nostro Paese...) senza indugiare oltre. Non lasciarti rovinare però dal rancore. Concentrati su te stesso, sulla costruzione della tua vita. Non sottovalutare l'importanza delle amicizie.
E se senti che per l'università è troppo tardi, io ti consiglio un lavoro artigianale: ami la musica, suoni il pianoforte, perché allora non proporti come apprendista liutaio o qualcosa del genere? Vuoi mettere la soddisfazione di sapere di essere capaci di costruire con le proprie mani qualcosa di complesso come uno strumento musicale?
In generale molti lavori artigianali estremamente tecnici stanno scomparendo mentre gli psicologi per esempio sono ormai quasi più numerosi dei pazienti...

Buona fortuna!
#497
Tematiche Spirituali / Re:L'enigma del cristianesimo.
02 Febbraio 2018, 07:38:17 AM
Citazione Angelo:
"Questo modo di presentare il Salmo 88 non rispetta il testo.
L'autore non si fa ritegno di esprimere in tutta la sua durezza la condizione in cui si sente posto da Dio, ma il suo non è un atto di accusa a Dio, non è un processo a Dio, tanto meno si può sostenere che egli trovi nelle tenebre delle compagne fidate [...]"



A me sembra che se è vero che il redattore del Salmo 88 non dice esplicitamente che la sua unica consolazione sono le tenebre, quando però nell'ultimo versetto conclude "mi fanno compagnia soltanto le tenebre", dopo aver elencato le violenze subite dal suo Dio (un Dio attivo nel perseguitarlo, non semplicemente indifferente alla sua rovina), sembra quasi suggerire che almeno nelle tenebre non sarà sottoposto ad attacchi violenti e il lettore insieme a lui potrà tirare un sospiro di sollievo pensando che in fondo tutto ha una fine...
#498
Citazione Sariputra: "... così magistralmente raccontato, per esempio, da Yasunari Kawabata ne "Il suono della montagna"..."

Sfrutto al volo il tuo riferimento per abbandonare senza grandi rimpianti il romanzo che ho per le mani da alcune settimane e buttarmi sul Kawabata (che conosco pochissimo)...
#499
A me sembra che la visione profonda, nobile, della sessualità sia tutto ciò che rimane della teoria romantica dell'amore, che ha avuto forse il suo punto più alto nella poesia di fine Medioevo.
Il dubbio è che al centro di quella teoria ci sia soltanto una meravigliosa illusione.
La diffusa attuale promiscuità sembra indicare che la sessualità sia soprattutto piacere erotico o gioco di seduzione.
Affinché si possa vivere la sessualità come esperienza profonda etc. sarebbe necessario infatti una conoscenza direi quasi spirituale dell'altra persona e la capacità di provare autentica devozione nei suoi confronti.
Cose appunto che raramente si verificano negli incontri occasionali o nelle brevi relazioni amorose.

Notavo come la pornografia abbia avuto un picco di diffusione nello stesso periodo del boom dell'arte culinaria (trasmissioni tv, blog, etc.).
E' un caso o il sintomo di una riduzione degli interessi delle persone alle cose più semplici e di sicuro effetto (cibo e sesso)?

Per rispondere alla domanda di Viator: non credo che la diffusione della pornografia sia causa di peggioramento esistenziale, è piuttosto il sintomo di un abbruttimento generale...
#500
Tematiche Spirituali / Re:L'enigma del cristianesimo.
31 Gennaio 2018, 11:33:07 AM
Citazione Apeiron: "Peccato che nessuno dei "diretti interessati" dica la sua in questa discussione, sarebbe un bel dibattito. Ma in fin dei conti c'est la vie..."

Non credo di essere uno dei diretti interessati (ti riferisci ai credenti, giusto?), ma penso che possano risponderti in questo modo:
"Caro Apeiron, il fatto che il mito centrale del cristianesimo porti ad aporie irrisolvibili con la ragione, che queste aporie non siano affrontabili nemmeno con l'apporto del giudaismo poiché questo mito è stato costruito per lo più da Paolo di Tarso, che quindi l'esegesi biblica non faccia che mostrare che i testi sacri sono pieni di elementi eterogenei a volte in contraddizione tra di loro, ... ebbene tutto questo non toglie che si possa decidere di legare il proprio cammino spirituale a Gesù, e che ogni uomo, al di là della cultura di appartenenza, lo possa fare, perché i temi della conversione (intesa come cambiamento radicale di rotta), della rinuncia a se' (il distacco), dell'apertura all'amore (condizione possibile solo dopo il superamento dell'amor proprio), del sentirsi figli di Dio (poiché se Dio è spirito e lo spirito è soffio, respiro, qualcosa che attraversa ogni creatura vivente, Dio è in me - e in effetti cos'è la beatitudine che si sperimenta quando ci si libera da ogni cosa e si sente solo il fluire della vita se non la conferma di una presenza in se' che non ha nomi ma dovendone utilizzare uno potrebbe essere "Dio")... tutti questi temi , dicevo, sono temi che non hanno nulla a che fare con l'elemento mitologico presente in ogni religione, e quindi rimangono vivi e disponibili per tutti anche dopo la demolizione della critica storico-filologica".

Così per esempio interpreto quello che dice SaraM in un altro topic parlando dell'universalità dell'insegnamento di Gesù.
#501
Tematiche Spirituali / Re:L'enigma del cristianesimo.
24 Gennaio 2018, 10:18:39 AM
Forse la teodicea mette in crisi solo un certo tipo di pensiero, un certo tipo di sistema metafisico-teologico.
Mettiamo che il credente proceda così: da un senso (più o meno oscuro) della presenza del divino inizia la ricerca; nella ricerca di Dio trova parziale appagamento in una religione positiva (per esempio quella cristiana); poi approfondendo la ricerca si imbatte in contraddizioni (per esempio la teodicea).
Il nostro amico devoto può allora concludere in due modi:
1. che è ora di mollare tutto e dichiarare la vittoria dell'ateismo (ma questo non vorrebbe dire che ciò che lo ha spinto a iniziare la ricerca era solo il bisogno di una spiegazione della realtà o dell'appartenenza ad una tradizione?)
2. che è giunto il momento di cambiare qualcosa e andare avanti nella ricerca (non necessariamente fuori da quella tradizione religiosa in cui si è concentrato).

ps.: mi viene in mente che nella regola benedettina sul tema dell'ammissione dei novizi viene raccomandato di capire bene se gli aspiranti monaci sono profondamente motivati dalla ricerca di Dio. Non se sono devoti, ubbidienti, se accettano il dogma etc.
Questo per dire che forse noi tendiamo a dimenticarci l'elemento della ricerca, e a concentrarci sulle risposte della tradizione e sulle sue contraddizioni.
#502
Purtroppo non posso dire di essere stato influenzato da insegnanti o educatori. Sono cresciuto nell'assenza totale di adulti capaci di aiutare un ragazzo a comprendersi.
Così mi sono rivolto ai libri con un miscuglio di bisogno, curiosità, disperazione.

In estrema sintesi, ecco i nomi:
Cesare Pavese
Dostoevskij
Thomas Bernhard

Platone
Meister Eckhart
Schopenhauer

Carlo Sini (purtroppo... ma solo per pochi anni)

Nietzsche (che amo ma a cui il mio inconscio spirituale rimane immune...)

Sarah Kane (una questione affettiva)
#503
Caro green demetr, non credo che il mio commento sarà molto originale...
Il brano (Mc 9,38-41) è chiaramente in contraddizione con ciò che si legge in Matteo: "Chi non è con me, è contro di me" (Mt 12,30). Questa contraddizione non mi turba più di quel tanto perché non dimentico mai che ogni Vangelo è il prodotto dell'interpretazione di una comunità specifica, con le sue dispute interne, le sue necessità particolari etc.
Mi sembra più interessante invece rilevare come fa S. Fausti che il brano in oggetto viene dopo quello in cui i discepoli litigano per decidere chi è il migliore: la faccenda è conclusa da Gesù con l'invito per chi vuole essere primo a diventare servitore di tutti.
Mentre la questione dell'esorcista esterno la comunità viene risolta con una specie di invito alla tolleranza.
Si tratta dunque di rispondere alle forze che spingono alla divisione (attività demoniaca per eccellenza in quanto "diavolo" corrisponde etimologicamente a "divisore"): egoismo individuale e chiusura comunitaria.
#504
No, nessun trabocchetto, per la verità volevo soltanto capire meglio le tue idee.
Se su questi temi hai già fatto nel forum un intervento più esaustivo, puoi indicarmelo, così vado a leggerlo e ti evito di riscrivere le stesse cose.
Mi è sembrato di aver colto una certa affinità con le idee di Marco Vannini, ma non vorrei dire delle sciocchezze...
#505
acquario69: credi nell'esistenza di un'unica visione spirituale, diciamo una dottrina "eterna" declinata nelle diverse lingue ma fondamentalmente identica?
#506
Il problema secondo me non sta tanto nella severità delle rinunce richieste, quanto in ciò che SaraM dice nella parte finale, ovvero l'idea che Cristo ci sostenga in questo sforzo.
L'esperienza ci dice che in questo sforzo siamo soli, che si creda o meno in Dio.
Enzo Bianchi in un'intervista scherzava sul fatto che tutti sembrano in continuo contatto con Dio tranne lui...
Ricordo di un colloquio personale che ho avuto qualche anno fa con un giovane frate domenicano: diceva, tra le altre cose, testualmente: "Eh sì, quando vuole, Lui si fa capire benissimo!".
Non è così purtroppo! E insistere su queste suggestioni produce l'effetto di cancellare la possibilità di leggere la tradizione da un punto di vista simbolico, che è l'unico punto di vista che riesce a tenere vivo un repertorio religioso (che alcuni di noi continuano ad amare).
Altrimenti che cosa rimane: il dogma, il moralismo, il prodigioso.
E chi cerca Dio, di qualsiasi cosa si tratti, è costretto a emigrare in Oriente...
#507
Angelo, posso chiederti perché questo interesse nei confronti di un approccio scientifico alla spiritualità?
Nei tuoi interventi, soprattutto quelli attinenti la critica alla metafisica, hai sempre evidenziato il valore di ciò che è particolare, locale, etc.
Ora, l'applicazione di metodi scientifici alla spiritualità non va proprio nella direzione opposta?
[non si tratta di domande polemiche, voglio solo capire].

Mi viene il dubbio che tu stia lavorando all'elaborazione di una guida spirituale virtuale...
Un'app capace di decifrare le domande spirituale-esistenziali dell'utente, di riconoscerne l'orientamento culturale e di fornire risposte appropriate.
Probabilmente avrebbe un grande successo commerciale...
#508
La spiritualità come esperienza interiore mi sembra una definizione troppo generale.
Io proporrei che ci siano tre condizioni per ammettere che un'esperienza possa essere ritenuta spirituale:
1. un cambiamento di se'
2. che questo cambiamento vada nella direzione di un distacco dal proprio Io, dalla propria individualità
3. che questo cambiamento sia vissuto come un movimento che sembra unirci a qualcosa che ci trascende, ad una forza che sentiamo essere qualcosa tipo una sorgente di vera vita etc.

 
#509
La spiritualità può essere scienza?
Direi proprio di no.
Naturalmente ciascuno si può costruire una definizione particolare che consenta ragionamenti di questo tipo, ma se lasciamo perdere le nostre filosofiche esigenze di costruire definizioni e distinzioni logiche e giochi dialettici vari, se cioè pensiamo a che cosa ci aspettiamo in modo istintivo da un'esperienza spirituale sappiamo che ciò non può non aver a che fare con un'intuizione più profonda della vita, la cui difficoltà sta proprio nel mettere da parte quella razionalità su cui si basa la scienza. 
#510
Tematiche Filosofiche / Re:Lati oscuri
12 Gennaio 2018, 07:44:36 AM
In riferimento a ciò che ha scritto Socrate78.
Questo però non spiega la crudeltà, la violenza commessa per il puro piacere e che non porta nessun beneficio a chi lo commette.
Per esempio quando in un gruppo viene preso di mira il più debole e sistematicamente perseguitato (magari sottoposto ad angherie non fisiche, ma "solo" psicologiche). Una cosa comunissima e a cui partecipano anche le persone genericamente considerate corrette.
In questi casi non c'è nessun beneficio per l'individuo. C'è solo il godimento per il crollo della vittima.

Ammettiamolo: l'essere umano ha una particolarissima predisposizione (unica rispetto a tutte le altre creature della natura) a compiere il male per puro diletto. 
Basta pensare alla storia dei supplizi. Quanto ingegno nell'elaborazione di forme sempre più efficaci di dare dolore, di straziare un corpo! Qualcosa che suscita orrore e ammirazione nello stesso tempo...