Si può definire, come a suo modo è di fatto già "definito" nei testi che ne parlano, ma il taoismo non ama troppo le etichette e gli assiomi per la loro rigidità concettuale, per questo i taoisti lo sconsigliano. In fondo è come se ti dicessero di non perder tempo a cercare di dare una definizione della gioia (o di altro), ma dedicarti piuttosto a comprendere come essa "funzioni" e come ottenerla.
Se stai cercando delle parole definitive, allora non stai cercando (di comprendere) il Tao. Se provi gioia, cercare al contempo di definirla è una distrazione dall'esperienza della gioia stessa; se non la provi, tentare di definirla non ti aiuterà a provarla.
Si potrebbe concludere che più provi a definire il Tao, più te ne allontani o, per dirla in modo più "moderno": l'esattezza della sua definizione è inversamente proporzionale alla sua accuratezza (la definizione più esatta è allora quella che implode nella identità tautologica: «il Tao è il tao»; per nulla accurata o esplicativa, ma di certo molto esatta).
Se stai cercando delle parole definitive, allora non stai cercando (di comprendere) il Tao. Se provi gioia, cercare al contempo di definirla è una distrazione dall'esperienza della gioia stessa; se non la provi, tentare di definirla non ti aiuterà a provarla.
Si potrebbe concludere che più provi a definire il Tao, più te ne allontani o, per dirla in modo più "moderno": l'esattezza della sua definizione è inversamente proporzionale alla sua accuratezza (la definizione più esatta è allora quella che implode nella identità tautologica: «il Tao è il tao»; per nulla accurata o esplicativa, ma di certo molto esatta).
