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Messaggi - Ipazia

#4996
La mia citazione riguarda ispiratori da cui Nietzsche prese le distanze. Il suo vitalismo di ispiratori palesi ed occulti, non ripudiati, ne ha molti e probabilmente anche Emerson. Ma più a fondo hanno agito i frammenti eraclitei e la koinè darwinista che conquistò l'intelligencija del secondo ottocento da sinistra a destra, ciascuno declinandola socialmente pro domo sua. Anche Spinoza, ma qui i fili sono più tenui e di natura psicologico-filosofica. FN amava, per quanto lontano da lui fosse nel pensiero, chi ha la schiena dritta e non bacia pantofole.
#4997
Tematiche Filosofiche / Credete nel libero arbitrio?
06 Gennaio 2021, 12:38:54 PM
Passi per chi crede nei numi e negli enti eterni, ma mi stupisce che un relativista come Phil non voglia cogliere il contenuto relativistico della libertà che è una condizione, uno stato, assolutamente relativi (rispetto ad un determinante di riferimento), e non un ente metafisico.

Ha perfettamente ragione Alexander: si è "liberi da" e "liberi di" ed è insensato parlare di libertà senza referente alcuno.

Lo stato di libertà è sempre esistito, molto prima che i metafisici ci mettessero il cappello. Esiste in natura e basta osservare il comportamento di un animale in gabbia per rendersi conto della sua non opinabilità. Esiste nello stato antropologico, con tutte le complicazioni che i processi evolutivi specifici della condizione umana - detti sommariamente civilizzazione - hanno aggiunto alla condizione naturale e se dovesse avere un antico nume protettore si chiamerebbe sicuramente Spartaco.
#4998
Tematiche Filosofiche / Ordine e Disordine
05 Gennaio 2021, 22:30:44 PM
Ma anche no. Il massimo di ordine, ovvero un organismo biologico, è  stato generato da una disordinatissima nube primordiale di particelle del tutto incoscienti del loro destino.

Detto in sublime poesia: "Bisogna avere un caos dentro di sé per partorire una stella danzante"
#4999
Tematiche Filosofiche / Credete nel libero arbitrio?
05 Gennaio 2021, 22:08:52 PM
Libertà  è un concetto storicamente determinato come giustizia, uguaglianza, ricchezza, ... Che i metafisici, per quanto relativisti, legati come sono alle definizioni assolute, non ci si raccapezzino non deve stupire,  perché la libertà ha un ambito semantico troppo esteso per i loro sillogismi.

Alexander lo ha spiegato in lungo e in largo, ma i metafisici vogliono la formuletta che si incastri logicamente nel loro catechismo.

Non so Spartaco a cosa mirava, ma suppongo avesse a che fare con la libertà. Del tutto indifferente al fatto che questa parola, allora come ora, fosse incomprensibile per qualcuno, al punto da cercare di convincerlo che la libertà è una fallacia logica. Del resto anche con Zenone bastò portare il celebre  paradosso dalla sofistica alla realtà empirica perché il paradosso annichilisse. Continuando a vincere la tartaruga solo nel magico mondo della metafisica. Per pochi eletti.
#5000


Posto questa immagine per evidenziare quanto deliranti siano le affermazioni di donquixote sul comunismo. Quella sopra è relativa ad una dittatura comunista e quella sotto ad una dittatura religiosa. Nello stesso paese con esito infausto a distanza di pochi anni. Lascio a chi non ha i neuroni foderati di bias decidere quale delle due sia più contro l'uomo e, soprattutto, la donna.

Anche una superficiale conoscenza della parabola intellettuale di Marx permette di cogliere la natura umanistica e solidaristica della sua visione del mondo. Visione solidaristica che ha caratterizzato tutte le società comuniste reali relativamente al diritto al lavoro, abitazione, salute e istruzione. Rimando a doverose letture per evitare commenti sprovvisti di qualsiasi fondamento.

Sulla artificiosa dicotomia egoismo/altruismo concordo con davintro ed altri. Si tratta di coppie dicotomiche infarcite di un insopportabile moralismo, che non aiutano a capire l'umano e la sua evoluzione. E' il contesto sociale a determinare se prevarranno gli aspetti solidaristici o quelli di rapina. Di innato c'è molto poco a tal riguardo e si limita, per l'egoismo, all'istinto di conservazione. Ben controbilanciato dal legame altruistico a tutela della prole e del branco.
#5001
La dittatura del partito che ha preso il posto della repubblica dei consigli (soviet) ha poco da spartire con lo spirito ideale del comunismo e non può essere presa a dimostrazione. Così come non è dimostrato che il comunismo debba essere necessariamente meno intraprendente del capitalismo nel generare valori d'uso e servizi efficienti. Mentre è dimostrato che il saccheggio del pianeta e il consumismo attivati dalla religione del profitto per sommergerci di feticci che lo contengono non siano belle cose. E ancor peggio, quella specifica tutta capitalistica che è il superfeticcio equivalente generale di tutti i feticci che risponde al nome di capitale finanziario: la vera arma attuale di distruzione di massa. Di anime e corpi.
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#5002
Il primo manipolatore della filosofia di Nietzsche fu Nietzsche medesimo, nell'attraversare fasi di pensiero che ne respingeranno di precedenti. Tra cui i suoi ispiratori Schopenauer e Wagner. Non risparmiando frecciatine polemiche all'antisemitismo (non antisionismo  :o ) del musicista.

L'antigiudaismo di Nietzsche è meno furente del suo anticristianesimo e non risparmierà neppure Socrate e la filosofia orientale. La sua eugenetica è sempre sospesa tra aristocrazia di pensiero e di sangue. Ma è un sangue che deve molto al pensiero e varia al variare del pensiero nicciano nel corso degli anni.

La potenza e intrusività del quale riesce ad alimentare qualsiasi visione del mondo proprio per l'indeterminatezza dei suoi fondamenti correlata ad una grande sensibilità antropologica. Non credo che il caporale austriaco l'avrebbe entusiasmato. Troppo plebeo e nazionalsocialista.

Ciò che disturba Nietzsche sopra ogni altra cosa è la falsa coscienza, la menzogna. Come un segugio la fiuta ovunque, da sinistra a destra, dalla religione agli affari, senza fare sconti a nessuno e offrendo una lezione a tutti. Lui che scriveva per tutti e per nessuno.
#5003
Citazione di: Phil il 04 Gennaio 2021, 16:48:04 PM
Capisco il tuo "pragmatismo", tuttavia se non (ci) poniamo domande logico-epistemiche rivolgendoci alla fattualità, nella sezione «tematiche filosofiche», dove potremmo porle? A ben vedere, le stesse domande che poni, «Sono libero di andare a passeggio?»(cit.), etc. usano già il concetto di "libertà", quindi lo presuppongono come un "a priori" delle domande stesse (o come "tesi", stando ad Ipazia).
Se «libertà» non è un concetto magico, dovremmo poterne argomentare il funzionamento, senza presupporlo (senza il circolo vizioso di usarlo per "dimostrare" se stesso, come accade nelle domande che poni). Per constatare la libertà chiamandola per nome, devo prima averla già definita, magari con un'idea vaga (e se la definizione è troppo vaga, la filosofia può essere un invito ad approfondire la questione; certo: «un invito», non un obbligo).

Opportunamente Alexander è tornato all'origine metafisica del "libero arbitrio" nel contesto etico-religioso della responsabilità delle proprie azioni innanzi alla divinità. Fin dall'inizio il l.a. ha un carattere giuridico e tale rimane nella giurisprudenza quando definisce la "capacità di intendere e volere" quale condizione di punibilità penale.

Il carattere sociale e non metafisico del concetto di libertà, antropologicamente declinato, è trasparente in tutta la sua storia e il suo carattere non è certo magico e nemmeno del tutto illusionale. La "tesi" di Ipazia non è un apriori metafisico bensì un'istanza dialettica presente pure nell'antitesi che contrappone libertà a libertà, posto che la libertà dell'uno è negazione della libertà dell'altro e viceversa. La sintesi determina una ancora diversa declinazione della libertà.

Restando nella sillogistica mi pare pure evidente l'esempio di Alexander sui gradi di libertà del carcerato dalla gabbia, alla condizionale, alla libertà vigilata, alla libertà piena. Con la metafisica che se ne sta al palo, chiedendo inutilmente ragguagli su una dimensione che non le è propria. Mentre riguarda la filosofia nella sua prassi etica e nel relativistico mondo dei valori.

Mi stupisce sempre, per il contrasto stridente, l'accanimento metafisico dei relativisti dichiarati. Ma anche questa è libertà (di pensiero).
#5004
In una società comunista "ideale" non c'è la libertà di sfruttare il prossimo, di saccheggiare beni comuni, privatizzandoli. Questo rispetto di base per il prossimo e per i beni comuni influenza senz'altro i tratti psicologici individuali inducendo ad atteggiamenti sociali di tipo solidaristico e tabuizzando la brama di possesso che è un tratto naturale dell'animale umano. Il che non deve far gridare allo scandalo di lesa libertà, perchè in ogni società umana il concetto di libertà è ad assetto variabile e quello che permette di valutare non è tanto la libertà individuale, ma la sommatoria delle libertà individuali: se un tizio  in uno stato a regime giuridico capitalista si appropria legalmente di un pezzo di spiaggia, molti restano esclusi dalla fruizione di quel bene comune.
#5005
Tematiche Filosofiche / Credete nel libero arbitrio?
04 Gennaio 2021, 17:12:39 PM
Per Gaber-Luporini la libertà è partecipazione. Forse è uno di quegli oggetti che la metafisica sillogistica non comprenderà mai perchè appartiene alla filosofia popolare della prassi. Una filosofia che suoi teoremi li scrive con la carne e col sangue oltre che con la mente.
#5006
La bibbia dei comunisti del 1848 si fonda sul superamento delle società classiste, tra cui anche il capitalismo. Le classi sociali derivano dall'appropriazione indebita e violenta dei beni comuni (accumulazione originaria) e dall'espropriazione di quelli privati: lavoro totale o in parte di schiavi, servi della glaba, operai salariati e ...

Quindi ha ragione Freedom a vedere l'essenza del comunismo nell'uguaglianza sociale. Che la ricetta capitalistica produca disuguaglianza sociale lo dice pure Bergoglio, mica solo Marx.
#5007
Finchè si resta sul piano della metafisica sillogistica (sì/no, vero/falso) non si caverà una libertà dal buco. La realtà non è sillogistica, bensì dialettica. Lo è la natura, con i suoi cicli di retroazione. Lo è l'universo antropologico coi meccanismi di feedback. Dopo la siberia pare ci si stia ricordando pure di Engels che, depurato da qualche fisicalismo ottocentesco, sta vivendo una rinascenza da parte di chi ha scoperto la relazione dialettica contenuta nelle retroazioni e nel feedback.

Abbandonando la logica veterometafisica sì/no e recuperando la impostazione dialettica, la libertà "arbitraria" si pone come tesi, ciò che le si contrappone, come antitesi, e il risultato finale come sintesi. La sintesi è il luogo in cui le ragioni della libertà (tetica e antitetica) finiscono con l'affermarsi in un intreccio di nuove possibilità di vivere/agire e nuovi vincoli. Come giustamente osservato da Jacopo, vedere solo l'ingorgo e ignorare i fattori positivi della viabilità meccanica è un bias inaccettabile.

Ciò vale anche in termini di dialettica naturale nelle specie sociali. Che tali non sarebbero se gli svantaggi superassero i vantaggi. La "libertà complessiva" è il risultato finale della partita doppia tra libertà individuale e vincoli sociali.

Vale la pena a questo punto calare il concetto di libertà non solo dall'asfittico e inconcludente empireo metafisico delle categorie assolute, ma pure dalle visioni romantiche che ignorano la dimensione sociale della categoria "libertà". In teoria, perchè in pratica ci stanno immersi e ne godono i benefici quanto coloro che non la ignorano.

Riportata la libertà nel terreno sociale della polis, si può cominciare a dire qualcosa di sensato individuando i paletti di confine tra "libero arbitrio" (gelato, granita o acqua minerale ?) e limitazioni sociali. Variabili in ragione del carattere autoritario/libertario di una società. Carattere definibile per comparazione, mai in assoluto, tenuto conto delle condizioni storiche, ambientali e politiche delle varie formazioni sociali. Le quali tendono ad unificarsi in un unico contesto antropologico con le sue contraddizioni retroattive. Interne però, in quanto globali. Come lo è l'economia che "muove il sole e l'altre stelle". Come lo sono le discipline esoteriche, le visioni del mondo, che da oriente ad occidente si sono globalizzate pure loro.
#5008
Ingenuamente caratteristico della falsificazione mediatica sul covid è l'enfasi che si dà a deceduti sotto i 60 anni che, pare, erano perfettamente sani. Trattasi sicuramente di una notizia, vista la rarità dei casi. Quella persona aveva molte più probabilità di morire, da sana, in un incidente stradale o sul lavoro. Ma i media fanno il loro mestiere e l'uomo che morde il cane è sicuramente una notizia.

Più grave è la mistificazione da vera dittatura sanitaria che nasconde sotto il tappeto o, peggio, disperde, la ricerca epidemiologica sui cofattori che causano il degenerare dell'infezione virale. Tale incuria non è casuale, ma funzionale all'imposizione di strategie di prevenzione dettate più da una politica autoritaria che da basi scientifiche solide. La fonte della "bugia" è la scala di valori che si privilegia, che in realtà è più economica che sanitaria. #bergamoisrunning docet. Ma anche i mezzi pubblici stipati di pendolari e studenti.

A pagare le spese di una epidemia che viaggia con lavori e servizi "necessari", sono le attività ludiche/fisiche ed in particolare quelle open air la cui persecuzione grida vendetta al cospetto della scienza. Di quella vera.
#5009
Tutto è opinabile: anche la necessità di assembramenti al chiuso. Non è invece opinabile la demonizzazione degli assembramenti occasionali e fugaci all'aperto che funziona come arma di distrazione di massa di un regime incapace di controllare i focolai virali. Generalmente al chiuso.
#5010
Tematiche Culturali e Sociali / Tempus fugit
03 Gennaio 2021, 20:01:53 PM
Tempi ce ne sono tanti e ciascuno ha la sua unità di misura. Il tempo antropologico si misura con la durata della vita umana. Ed è quello cui allude Orazio nel "carpe diem". Invito sempre ottimo, che Epicuro argomentò magistralmente.