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Messaggi - Ipazia

#5056
Tematiche Filosofiche / Re:I postulanti dell'Assoluto
10 Dicembre 2020, 21:12:51 PM
Citazione di: Alexander il 10 Dicembre 2020, 13:47:14 PM

Buongiorno Ipazia

"Essere esattamente come non esistesse" è diverso da "non esistere". E' l'antinomia della hybris antropocentrica idealistica contro i fondamenti ontologici realistici, che vanno dalle tracce dei fossili alla legge di gravità. Pure universale.


Non c'è identità tra "come se non esistesse" e "non esiste". In mancanza del soggetto quell'esistere diventa come se non esistesse.Punto.
I fondamenti ontologici realistici li pone il soggetto. Chi altri?

La natura, l'universo, le partorienti,... Non si può confondere "ta onta" con "logos" e non si può subordinare la loro esistenza alla logica che la descrive. La Santa Trinità semantica è chiara in tal proposito: referente, significato e significante.
#5057
Tematiche Filosofiche / Re:Oltre Cartesio
10 Dicembre 2020, 20:53:42 PM
Citazione di: paul11 il 10 Dicembre 2020, 14:51:08 PM
Scusa se ho perturbato ;) E' solo un esercizio filosofico, senza maestri e allievi, e istituti collegiali giudicanti.
Lo scopo è riflettere sulle singole parole  termini, fino alle proposizioni articolate di argomenti e farsi una propria congettura, idea,  misurandosi cone pensieri diversi filosofici , con gli altri e con se stessi........per migliorare, capire (carpire ,com-prendere). Penso che che sia utile, anche se fosse  solo a noi stessi.

Volendo si può mettere tutto al suo posto. Con calma e metodo, ma sono almeno una decina di discussioni prima di arrivare ad una sintesi ragionata. Partendo dalla natura è anche più semplice che partendo dai numi. Simplex sigillum veri  :)

CitazioneL'IO, inaugurato da Cartesio, ha una tale problematicità che già ai suoi contemporanei ebbe chi ne fosse favorevole e chi ne mostrò critiche. Poi con Kant, Husserl e tutto il Novecento, passando per la psicologia e lo psicologismo filosofico, fino al cognitivismo attuale.
Quell' IO verrà analizzato, frammentato, ricostruito e rianalizzato, parecchie volte.
Molti, e penso anche tu, lo ragionano  come "processo", come relazione .
Sempre molti lo confondono con altri termini, ammesso che sia una confusione.

La psiche umana è una galassia di molteplici piani e funzioni che passano, usando una grammatica freudiana, dall'Es al Super Io, dal cuore emotivo al cervello razionale, dall'istinto all'ideologia. Tra questi antipodi, l'Io è la sintesi incarnata in un essere umano. In senso attivo e passivo: verbo, sostanza e attributo.

CitazioneAd esempio  un pensatore contemporaneo , Dennet scrive: «A che cosa serve la coscienza, se un'elaborazione dell'informazione perfettamente inconsapevole è capace, in linea di principio, di conseguire tutti i fini per i quali si supponeva che esistesse la mente cosciente?»
Ma cosa intende per coscienza Dennet? E' chiaro che il processo di conoscenza, che ci informa e informa qualcuno, è" freddo" in un calcolatore, ma è proprio quello che voleva Descartes.

Descartes aveva qualche giustificazione in più di Dennet. Viaggiando, l'utopia umanistica si è acidificata in distopia e le magnifiche e progressive sorti in un inferno capitalistico inumanizzato. Ma il bambino, l'umano, continua a rigenerarsi e passerà anche questa nottata

Citazione...Wittgenstein scriverà nel Tractaus: 5.63: «Io sono il mio
mondo»; 5.632: «Il soggetto non appartiene al mondo, ma è un limite del mondo».

Il soggetto è il margine metafisico di un mondo divenuto alfine autocosciente. E' il trascendentale che si ripiega misticamente su se stesso chiedendosi la ragione del suo, e dell'universale, esistere. Per cui:

CitazioneDescartes (Cartesio è il nome italianizzato) ha necessità di una meta-fisica in cui vi è un Dio per potere enunciare un IO e che i giudizi del metodo dell'evidenza per conoscere le cose del mondo (res extensa) in quanto ritine Dio il garante che non vi sia un'impostura, una falsità nel fondamento , affinchè noi possiamo davvero conoscere il vero e non un "allucinazione"

Cartesio mostra la necessità di una metafisica immanente, affinchè noi possiamo davvero conoscere il vero (γνῶθι σεαυτόν, gnōthi seautón) e non una "allucinazione" ultraterrena che rimanda la risposta altrove.

CitazioneFisico e meta-fisico sono due domini che non sono contrapposti, come spesso si pensa in questo forum, e come un certo scientismo di "bassa levatura" ha tentato di fare.
Scrive Descartes:" «La filosofia  è come un albero, le cui radici sono la metafisica, il tronco è la fisica e i rami che escono da questo tronco sono tutte le altre scienze».

Invertendo le parti l'albero filosofico, inclusa la "causa finale", risulta più verosimile. Le radici sono la terra (FN), la filosofia è il frutto. E lasciamo ai fisici l'incombenza di reggere il tronco.

CitazioneEssere- Esistenza Essendo grande la disquisizione se percorressimo la storia dell'intero percorso filosofico e rimanendo al solo Cartesio, già in lui l'Essere, secondo l'ontologia tradizionale, comincia a perdere "consistenza" a pro dell'esistenza.  Cartesio è ancora nel meta-fisico per due motivi.
Per dare consistenza al Cogitans, al pensiero e per dare consistenza all'oggetto della conoscenza (la res extensa). La storia dirà che la metafisca perderà consistenza già  nel pensiero empirista ,essendo anti metafisici anche manifestamente. Il punto è che l'ontologia, man mano diventa impraticabile ,mentre sale l'accento sui processi, sul "come" il pensiero conosce, sugli strumenti linguistici, concettuali , cresce insomma la gnoseologia.
Oggi è davvero confuso dire che cosa sono i "contenitori", cosa sono ontologicamente, e sono proliferizzati i termini simili aumentando questa confusione. Nel mentre si è analizzato parecchio, in filosofia e non solo, l'atto conoscitivo : fra me e il mondo  e/o il mondo e me ,come costruisco la conoscenza , problematizzando anche il concetto di Realtà.
L'esistenza diventa conseguente  nella storia del pensiero moderno. Si accentua l'arco temporale, in cui l'IO si determina nella propria esistenza.

La confusione nasce dal fatto che tanto il materialismo volgare (scientismo) che le fughe nella trascendenza (religione) vogliono ridurre la realtà ad un unico principio e fine, ad un monismo dogmatico in entrambi i fronti contrapposti.

Invece l'evoluzione si presenta come una serie di salti che alla fine hanno prodotto specie biologiche capaci di porsi come soggetti (relativamente) autonomi di fronte al mondo con gradi diversi di autocoscienza e coscienza, evolutesi infine in capacità di pensiero astratto, croce metafisica e delizia tecnologica della specie umana.

CitazionePer quanto riguarda il " cogito ergo sum" ridefinibile rovesciandolo nel mio esempio  in "sum,  ergo cogito", bisogna sapere che Descartes lo ha fatto  in un certo senso davvero.  In Meditazioni metafisiche  del 1641,  in luogo del cogito si ha : ego sum, ego existo.  «Questo che pronunzio: Io sono, Io esisto», scrive infatti Descartes, è vero «per tanto tempo per quanto è da me proferito o concepito nella mente». Nella II Meditazione, invece, alla domanda «che cosa, dunque, sono Io? Si risponde: una cosa che pensa.È solo in seguito, nella III Meditazione, che la res cogitans è interpretata come una sostanza, e distinta realmente dalla res extensa, cioè dai corpi materiali, compreso il corpo umano.

Il cogito risolve il dubbio ontologico, non la dialettica soggetto pensante-oggetto pensato, che rimane anche cartesianamente in tutta la sua biunivoca, reversibile, realtà. Cosa di cui il padre del cogito ontologico era intuitivamente consapevole e spiega l'ondeggiamento tra materia e pensiero, materialismo e idealismo. La dialettica metafisica, e una fisica sempre più relativistica fino all'indeterminismo, aggiungeranno altra carne, e legna, al fuoco.
#5058
Ringrazio Davintro per la "chiara e distinta" lezione in favore dell'Io puro husserliano. Rispetto al quale  colgo l'ingiusta acredine verso la fenomenologia accusata di materialismo, che egli invece inventò e indagò per andare oltre. Ad esempio, nella purezza di un io essenziale, sorretto da qualcosa che mi appare vacillante, al pari del noumeno che il fenomeno dovrebbe contenere, e al pari della "natura umana" che resta ancora troppo avvolta in un eccesso di idealistica indeterminatezza. Tutta questa purezza, dopo Auschwitz, si è un po' appannata, ma la nostalgia è grande e la memoria fallace, per cui si assiste ad un grande recupero, complice pure la pochezza dell'io empirico contemporaneo.

Dopo la dottrina cristiana, Kant e Husserl, tanta acqua è passata sotto i ponti della psicologia e la purezza, complice pure l'empiria tecnoscientifica inquinante, si è persa del tutto in un mondo dove anche le terre più remote hanno perso la verginità.
#5059
Tematiche Filosofiche / Re:I postulanti dell'Assoluto
10 Dicembre 2020, 11:42:01 AM
"Essere esattamente come non esistesse" è diverso da "non esistere". E' l'antinomia della hybris antropocentrica idealistica contro i fondamenti ontologici realistici, che vanno dalle tracce dei fossili alla legge di gravità. Pure universale.
#5060
L'evoluzione c'è, ma va per conto suo ed è indipendente dai desideri e fedi personali, ancora ad uno stadio troppo conflittuale per aggregarsi in progetti universali condivisi; tra i quali quelli religiosi hanno fallito così come l'unico progetto globale non religioso che avesse un'etica a supporto.

Ha vinto il modello (non-)etico che prescinde da ogni valore non finalizzato all'accumulazione capitalistica per la quale l'umano è solo uno dei fattori, sempre più scarso e facilmente sostituibile, della produzione e, in successione storica "evolutiva", della distribuzione e del consumo. Le foglie di fico ideologiche non mancano, cominciando dalla DUDU, ma i loro contenuti rimangono subalterni all'"etica" del Capitale e generalmente vengono applicati più per motivi di ordine pubblico globale che di fede nel loro valore antropologico.

Come tutte le cose umane anche questo modello ha aspetti positivi accanto all'inumanità di fondo. Il primo è il venir meno su vasta scala delle guerre ideologiche, con l'unico residuo degli integralismi religiosi che tendono a funzionare però più come un sanguinario tifo calcistico ad usum vili che come fattore di sovversione regressiva del sistema: agli alti livelli perfino Israele e molti paesi islamici sono pappa e ciccia. E chi sta fuori, l'Iran, non lo è certo per motivi religiosi.

Altro risvolto della medaglia è la presenza delle armi di distruzione di massa, possedute da tutti i principali contendenti al dominio planetario, parimenti consapevoli che il loro uso sarebbe la fine di tutti. Per cui anche la guerra tra grandi potenze viene gestita altrettanto in maniera mirata in stile neocoloniale a bassa e periferica intensità.

Panem et circenses sono aumentati rispetto ai secoli passati ed anche su questo la gestione capitalistica del pianeta ha i suoi meriti. Con un surpluss di welfare, sempre comprimibile quando il profitto nol consente, che garantisce un valore aggiunto di pace e vigore produttivo e consumistico, benefici per l'accumulazione.

Questa è l'evoluzione reale. Quella etica emerge dalle contraddizioni e dal loro superamento e nessuno ne possiede l'imprimatur. Se cominciamo a mettere insieme aborto e morti ammazzati non se ne viene fuori. Si resta sempre al di sotto di quello che il discorso etico del momento esigerebbe, anche solo per scardinare di un pelo lo strapotere ideologico non-etico del Capitale.
#5061
Tematiche Filosofiche / Re:I postulanti dell'Assoluto
10 Dicembre 2020, 10:05:52 AM
Citazione di: Donalduck il 09 Dicembre 2020, 11:48:27 AM
Citazione di: Ipazia il 08 Dicembre 2020, 19:13:14 PM
Indubbiamente la nostra percezione della realtà ha aspetti intersoggettivi caratteristici della specie. Un gatto o una civetta, di notte, "vedono la realtà" sicuramente meglio di noi allo stato naturale. Ma da qui a "insinuare" che il referente del concetto di realtà dipenda dal rapporto soggetto-oggetto ce ne vuole[/size]
Io non insinuo, affermo, che non c'è modo di definire nessun concetto di realtà se si prescinde da quelli di soggetto e oggetto. La realtà può essere tale solo per un soggetto che la percepisce, e solo in relazione a questo si può parlare di esistenza o non esistenza. Se la pensi diversamente, perché non provi a definire il concetto di "realtà" (contrapposto a "irrealtà") e in che modo si possa individuare la differenza tra qualcosa di reale e qualcosa di irreale, sempre senza far riferimento a un soggetto o a un insieme di soggetti, piuttosto che respingere semplicemente la mia affermazione?

Comunque credo che viaggiamo su binari talmente divergenti che non sia possibile individuare un terreno comune su questo tipo di questioni. Ogni affermazione che faccio su un certo piano, la interpreti su un piano differente. Ogni processo di comunicazione ha i suoi limiti, e mi pare che a questo giro li abbiamo raggiunti.

Auspicando di poter riprendere a girare, per me la questione è  molto semplice: l'universo esiste indipendentemente da un soggetto che lo osservi ? Il realismo risponde sì,  l'idealismo, no. Io sono realista e pertanto ritengo l'ontologia, in linea di principio, indipendente dal rapporto soggetto-oggetto.
#5062
Ancor peggio separarsi da una protesi cardiaca. Le protesi diventano parte extensa di noi e in certe situazioni la separazione non è possibile. Ma la sostituzione è sempre possibile. Come già dissi sopra, forse un giorno riusciremo a scindere totalmente l'unità psicosomatica, ma ciò avverrà in condizioni assai lontane dall'animismo sovrannaturale.
#5063
Citazione di: bobmax il 08 Dicembre 2020, 21:05:58 PM
Il suono, per esempio, c'è solo perché c'è il silenzio.
È il silenzio che permette l'esserci del suono.
Non viceversa.

Tutte le sfumature della causalità: il suono c'è perchè c'è qualcosa che vibra e un mezzo che trasporta queste vibrazioni. Mettiamoci pure, per completezza biofisica, un recettore passivo capace di vibrare "simpaticamente" ricevendo quella vibrazione, ed un conduttore che trasferisce la vibrazione ad un convertitore neurologico che inoltra il tutto alla coscienza dell'organismo recettore.

L'assenza di vibrazioni non ha alcun merito rispetto al suono. Così come l'assenza dei numi è insignificante per l'esistenza del mondo.

Tutto ciò senza negare l'importanza del rapporto suono/silenzio in ambito sensoriale ed artistico 8)
#5064
Tematiche Spirituali / Re:Spiritualità atea
08 Dicembre 2020, 21:01:45 PM
Il frammento di Epicuro riportato da Sapa pone l'accento sulla volontà.

La volontà è ciò che rimane dopo che la scienza ha dato tutte le sue risposte.

E' il resto non sussumibile nella casualità e causalità del determinismo naturale.

E', in ultima analisi, l'agente della spiritualità immanente, che da se stessa deve trarre la sua ratio, il suo senso. Non nella solitudine di un io autoreferenziale, ma nella dimensione sociale contenuta nell'ultramillenario, precristiano, testamento spirituale di Epicuro.
#5065
Tematiche Filosofiche / Re:Oltre Cartesio
08 Dicembre 2020, 20:40:57 PM
La postulazione di Cartesio è razionalistica: posso dubitare di tutto ma non del mio pensiero che dubita di tutto. Per dubitare mi serve almeno una cosa: il pensiero. Sulla cui esistenza non posso dubitare, perchè per dubitare del pensiero dovrei comunque pensare confutando il mio dubbio. Attestata la sua invalicabile tautologia il pensiero diventa l'unico fondamento gnoseologico certo di un contenuto ontologico - la vexata quaestio dell'essere - certo.

Sul Cartesio alchimista, non dubito che si sia interessato anche all'unica "scienza" della materia disponibile al suo tempo, date le sue caratteristiche di ricercatore polivalente. Che si sia reso conto ben presto dell'infondatezza dell'approccio magico, imparentato con l'astrologia, di quella ricerca, lo dimostra il fatto che se ne allontanò dedicando le sue attenzioni mature alla fisica e alla matematica.

Che il pensiero abbia bisogno di un linguaggio, ripeto, vorrei qualche fonte autorevole che ne sostenga la tesi. La mia impressione è che il pensiero sia antecedente al linguaggio e segua criteri propri, come la memoria nelle sue varie articolazioni sensoriali. Prelinguistiche per loro natura.
#5066
Tematiche Filosofiche / Re:I postulanti dell'Assoluto
08 Dicembre 2020, 19:13:14 PM
Citazione di: Donalduck il 08 Dicembre 2020, 17:32:18 PM
Citazione di: Ipazia il 05 Dicembre 2020, 18:34:45 PM
Allora siamo messi davvero male, considerato che tutte le nostre conoscenze di basano sullo studio di "impronte"
Certo, si tratta sempre di impronte, ossia di segni, ma i segni si organizzano, o li organizziamo (anche qui abbiamo la solita ambivalenza) secondo determinate gerarchie e relazioni. Quello che percepisco di un cane in carne e ossa è l'immagine visiva in movimento, i suoni, gli odori, tutti i dati sensoriali che sono sempre segni e sono tutto quello che costituisce la nostra sensazione di realtà (esterna), e di questo dobbiamo essere consapevoli, proprio per non peccare di eccesso di oggettivazione. Ma tra la percezione di un cane in carne ed ossa e quella di una rappresentazione immaginaria di un cane avvertiamo una grossissima differenza, stiamo parlando di quei piani ben distinti, anche se correlati, di realtà, di cui si è già parlato e di cui anche tu parli:

Nel caso in esame abbiamo due piani del reale di cui uno impresso sulla retina di un naturalista esperto e l'altro sensorialmente più completo alla portata di chiunque, ma entrambi convergono verso la rappresentazione psichica di un cane. Due piani molto contigui, nessuno dei quali necessita di acrobazie metafisiche.

Citazione
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Se mischiamo i piani arbitrariamente tutta l'episteme, e l'ontologia che la segue, annichiliscono e si precipita nell'insensatezza.
Appunto. Ma io non mischio nulla, anzi sottolineo la relativa indipendenza del mondo esterno e di quello interno. Chi mischia è casomai chi confonde la matematica con la realtà esperienziale e parla di "velocità del tempo" o di "espansione dello spazio" arrivando effettivamente a locuzioni insensate.

Sulle diavolerie dei fisici non mi esprimo, ma penso abbiano le loro buone ragioni che non possono essere banalizzate. Tutte le grandezze fisiche hanno le loro derivate che, anche se poco intuitive, all'atto pratico permettono di fare calcoli predittivi azzeccati. Non mi risulta che i fisici, cominciando da Galileo, intendano ridurre tutta la realtà esperenziale a formule matematiche. Se col relativismo fisico hanno avuto i loro ostici problemi matematici da risolvere, col relativismo umano sanno anche loro che l'impresa sarebbe impossibile.

Citazione
Citazione
Il referente è dato dal piano del discorso: reale, fantastico, mitologico,... Soggetto e oggetto funzionano solo in un ambito rigorosamente relativistico dopo aver delimitato con precisione la sezione di realtà "oggetto" del nostro discorso, all'interno del quale posso individuare soggetti e oggetti. Il chirurgo oggetto della mia contravvenzione potrebbe diventare (malauguratamente) il soggetto dell'operazione chirurgica che da soggetto multante mi trasforma in oggetto paziente.
No, no, quello di cui parlo è qualcosa di completamente diverso, non sto parlando di ruoli nelle relazioni in ambiti particolari, ma del fatto che qualunque tentativo di definizione di qualunque realtà non può in alcun modo prescindere da un soggetto percettore della realtà e di un qualcosa percepito da tale soggetto, ossia ciò che il soggetto riceve come oggetto della sua percezione. In altre parole della dipendenza intrinseca del concetto di realtà da quelli di soggetto e oggetto.

Indubbiamente la nostra percezione della realtà ha aspetti intersoggettivi caratteristici della specie. Un gatto o una civetta, di notte, "vedono la realtà" sicuramente meglio di noi allo stato naturale. Ma da qui a "insinuare" che il referente del concetto di realtà dipenda dal rapporto soggetto-oggetto ce ne vuole  ;D

Citazione
CitazioneRipeti il mio stesso concetto sui limiti del binomio soggetto-oggetto inserendo il cigno nero che mi pare ridondante rispetto al ragionamento. Se trovo nel salotto un elefante che sta seduto sul divano del salotto senza sfondarlo vedrò di studiare il fenomeno. Ma finché non mi capita, do per scontato che l'elefante si siede sulla poltrona sfondandola dopo aver sfondato pure un muro per entrare.
Ma dai, che c'entra? E' chiaro che la mia era solo una citazione della famosa metafora dell'elefante in salotto, di quel fenomeno che Douglas Adams (l'ho già citato in qualche altro intervento) descriveva magistralmente come la sindrome del "not my problem". Quando percepisci qualcosa che è troppo in contrasto con la tua concezione delle cose, del mondo, con le tue consolidate aspettative, fingi talmente bene di non vederla che finisci con l'inibirne la percezione stessa. E non sto parlando di qualcosa che potrebbe capitare, ma qualcosa che capita continuamente, ossia la rimozione del Grande Mistero (le maiuscole non hanno alcun carattere divinizzante) che incombe su ogni istante della nostra vita, del paradosso permanente nel quale viviamo, dell'irremovibile irriducibilità della nostra esperienza a una rappresentazione razionale, della sua indescrivibilità (in senso unitario, globale) e dell'intrinseca lacunosità e frammentarietà della nostra conoscenza, non eliminabile da qualunque progresso scientifico.
Rimozione che porta a illusioni e illazioni come quelle di Stephan Hawking:
"What would it mean if we actually did discover the ultimate theory of the universe? ... if we do discover a complete theory, it should in time be understandable in broad principle by everyone, not just a few scientists. Then we shall all be able to take part in the discussion of why the universe exists. If we find the answer to that, it would be the ultimate triumph of human reason. For then we would know the mind of God."

Stavamo meglio quando affidavamo il "Grande Mistero" ai teologi e al loro Libro Unico ?

Galileo ha preso in prestito dai greci un impolverato libro dell'Universo ed ha cominciato a narrarcelo. Hawking pensa che prima o poi qualcuno ci metterà la parola fine. Autostopisti galattici dell'universo, unitevi ! Fosse mai ... Ma resterebbe comunque in sospeso la proposizione 6.52 del Tractatus.

Citazione
CitazioneLa gerarchia è data dal fatto che la realtà non fa sconti a chi non la prende sul serio confondendo i suoi piani. La subordinazione è materia neuropsicoscientifica laddove, senza pretese di "ultime verità" scientistiche, si cercano di stabilire le relazioni causali.
Questo che dici si accorda benissimo con quanto ho affermato, ma non è pertinente al discorso che facevo, ossia al rilevare l'arbitrarietà e l'insostenibilità del far derivare la coscienza e la psiche dalla materia, dal considerare la materia e le leggi fisiche (che tra l'altro non sono di natura fisica ma psichica) come "causa" dei fenomeni psichici (e in generale della vita).

La scienza si occupa della causa efficiente, ed è innegabile che in assenza di supporto materiale l'attività psichica annichilisce. Se vogliamo completare il discorso con le altre tre causalità aristoteliche, la psiche dimostra altrettanto inequivocabilmente una certa sua autonomia funzionale. Ma da qui all'indimostrata, e probabilmente indimostrabile, anima dei sovrannaturalisti ci passa l'intero universo.
#5067
Tematiche Spirituali / Re:Spiritualità atea
07 Dicembre 2020, 19:05:03 PM
@Socrate78: Anche la spiritualità atea ha la sua grazia per gli eletti. Essa richiede un apprendistato ancora più impegnativo della grazia religiosa perchè, a differenza del teismo, insegna a vivere senza alcuna rete di protezione. Il cammino della grazia atea si conclude con: let it be. FN la chiamava: amor fati.
#5068
Tematiche Spirituali / Re:Marcione, un eresiarca ?
07 Dicembre 2020, 08:07:27 AM
Citazione di: Vangelo secondo Matteo 27,24-2524 Pilato, vedendo che non otteneva nulla, ma che si sollevava un tumulto, prese dell'acqua e si lavò le mani in presenza della folla, dicendo: «Io sono innocente del sangue di questo giusto; pensateci voi». 25 E tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli»

Questo passo evangelico pesa assai sulla nascita e sviluppo dell'antisemitismo che certamente assumerà caratteristiche diverse a partire dall'illuminismo ma che, con mascherature politico-economiche-razziali, attingerà qui le sue più profonde e persuasive ragioni per continuare a prosperare, rivendicando l'ottemperanza di quella satanica sfida al Messia cristiano che coinvolge non solo gli ebrei del tempo, ma pure la loro progenie. In questo passo si focalizza esclusivamente sugli ebrei la responsabilità del deicidio, sgravando teatralmente i pagani romani, detentori del potere politico, da ogni responsabilità.

Che questo seme/meme abbia germinato nel corso dei secoli lungo persecuzioni senza soluzione di continuità lo dice la storia, non io, e un ripasso mi pare, a questo punto, necessario.

Soltanto con la nascita d'Israele e la colonizzazione sionista della Palestina l'antiebraismo può rivendicare matrici diverse da quelle religiose cristiane, ma prima di allora nulla giustifica l'avversione feroce verso una comunità laboriosamente inserita nel tessuto sociale europeo se non si risale alle evidenze storiche, abbondantemente documentate, che l'hanno generata.

Tornando al quesito del topic ritengo che solo un vangelo molto diverso dall'attuale avrebbe potuto mitigare la furia cristiana contro il popolo deicida e le velleità evangelizzatrici con la spada e le cannoniere dei portatori della buona novella. Impossibile sapere se quello di Marcione, inclusa l'espulsione dal Libro dell'a.t., avrebbe potuto cambiare la storia del cristianesimo.
#5069
Citazione di: Alexander il 06 Dicembre 2020, 18:59:02 PM

Buonasera Ipazia

Mi sembra una posizione strettamente materialista riduzionista, che ha il fastidioso effetto di chiudere la discussione in merito. L'anima, nel senso tradizionale del termine, è distinta dalla psiche.

Buonasera Alexander

Non è un caso se l'episteme moderna ha attraversato due millenni abbondanti di religioni abramitiche per pescare la traduzione greca dell'anima: ψύχω, che corrisponde al respiro, sintomo inequivocabile della condizione vitale di un essere umano.

Per altre interpretazioni dell'anima il problema, al di là di ogni riduzionismo, é proprio l'assenza di un sintomo che ci permetta di farci sopra un discorso solidamente fondato, ma ci si imbatta sempre in argomentazioni mitologiche che chiudono il discorso da sole.
#5070
Tematiche Spirituali / Re:Marcione, un eresiarca ?
06 Dicembre 2020, 17:38:03 PM
La Shoah é il compimento storico di un antisemitismo millenario che ha visto, come da messaggio evangelico, il sangue di Cristo ricadere su ogni generazione degli ebrei deicidi.

Pur provvista di uncini, sempre di croce si tratta, benvista dai cristiani di ogni setta, nazione e opinione politica in Europa nel cui DNA ideologico l'antisemitismo datava fin dagli albori del cristianesimo.

Direi che non è il caso di impiccarsi ad un singolo evento storico negando tutto il pregresso di cui quell'evento rappresentò, non certo incidentalmente, la  soluzione finale.