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Messaggi - iano

#511
Attualità / Re: Guerra in Ucraina III
03 Giugno 2025, 18:30:32 PM
Citazione di: InVerno il 03 Giugno 2025, 13:32:01 PMSalvo exploit del genere questo conflitto è diventato strategicamente subordinato a quel che accadrà nella grande polveriera Taiwanese di cui ambo le parti in contesa considerano l'accensione inevitabile.
Stante il maggior peso assunto dalla Cina è in atto una ridefinizione delle zone di influenza, e a parte i proclami e i ricatti incrociati, non è detto che non ci si arrivi pacificamente, perchè tutto ciò fa parte della trattativa in atto. Non essendoci più potenze a livello planetario, le zone di influenza si ridurranno probabilmente ai dintorni di ogni potenza, così la Cina si allargherà fino a Taiwan, e l'America fino in Groenlandia.
Questa ridefinizione può prevedere zone cuscinetto, e l'Ucraina penso che sarà una di queste, mentre non credo che lo sarà appunto Taiwan.
Se poi a questo accordo non ci arrivassero, e si arrivasse invece alla guerra, qualunque questione di principio, compresa Taiwan potrà essere l'alibi per giustificarla.
Ognuno dovrà rinunciare a qualcosa in cambio di altro, ma nessun territorio sarà difeso davvero per pure questioni di principio, Europa compresa.
Il buono di Trump è che non permette a nessuno di farsi illusioni.
Entro certi limiti risicati ognuno potrà scegliere da che parte stare, ma non chi ha le testate atomiche altrui alloggiate in casa propria.
L'ultimo che ha avuto il coraggio di farlo, Craxi, è finito male.
#512
Citazione di: niko il 02 Giugno 2025, 18:05:18 PMVomito... sei tu per primo un grande fanatico ideologizzato e moralista, e la tragedia e' che e non sai nemmeno di esserlo...
Ma come dobbiamo interpretare questo, che dall'abbracciare una ideologia sei passato ad aderirvi con tutta la persona, stomaco compreso?
Se questi sono i possibili effetti collaterali, allora alla larga da ogni ideologia, anche se a questa conclusione ci ero arrivato già da un pezzo.
Mi permetti allora, parafrasando, di farti notare che la tragedia è che sei diventato schiavo delle tue idee e non sai nemmeno di esserlo?

#513
Allargare l'identità di uomo e donna, allungando l'elenco, significa rendere più problematica la gestione sociale, senza risolvere il problema delle discriminazioni, perchè dall'elenco qualcuno resterà sempre fuori, e alla fine ogni identità sarà la lettera di un acronimo di cui non si acchiapperà mai il significato, e così lungo da richiedere alla fine i puntini di sospensione.
Io non so quale significato abbiano tutte le nuove lettere, oltre a U D  e  non-D non-U, e non solo, ma non lo voglio nemmeno sapere.
Questo è il mio modo di reagire alla cultura Woke, che è diventata un assist inaspettato per la cultura omofoba o creazionista che dir si voglia, perchè sono la stessa cosa.
Succede quando, pur con tutte le buone intenzioni, si prova a divetare più realisti del re.
#514
Insomma, il problema è, che se uomo e donna hanno una precisa funzione, cosa ne faremo di quelli che non sono in grado di svolgerla , qualunque sia il motivo?
Questa è una prospettiva sbagliata che produce discriminazione.
La prospettiva corretta è che esistono individui irriducibili uno all'altro, che grazie alla loro diversità svolgono una varietà di funzioni che determina il percorso evolutivo, e maggiore e questa varietà, maggiori sono le probabilità di sopravvivenza, che non si possono ridurre alla sola capacità riproduttiva, per quanto possa considerarsi essenziale, senza impoverirne le prospettive.
Infatti se questo diventa il solo scopo allora possiamo riprodurci per partenogenesi, senza bisogno della differenziazione sessuale, produttrice di quelle differenze che diventa poi problematico riuscire a classificare, grazie alla loro ricchezza di forme, e della quale quindi sarebbe contraddittorio lamentarsi.
Sarebbe come lamentarsi della propria ricchezza perchè essa è problematica da gestire.
#515
Citazione di: Jacopus il 01 Giugno 2025, 19:23:27 PMCapisco che possa venire l'ansia da "frociaggine" nel maschio mediterraneo medio, ma ripeto, premesso che uomo/donna sono biologicamente diversi (e non potrebbe essere altrimenti, pena l'estinzione della specie homo sapiens), esistono persone che per motivi sia biologici che socio-culturali o per entrambi, appartengono ad una classe intermedia. In realtà tutti apparteniamo a questa classe intermedia, ma se siamo "mediamente" normali, avremo una dominanza di caratteri genici e comportamentali sintonici con il nostro sesso. Nello stesso tempo però, esistono nel nostro organismo caratteri e comportamenti sintonici relativi all'altro sesso. I cinesi hanno categorizzato questa distinzione in Yin e Yang, due dimensioni presenti in ognuno di noi.
Questo discorso ha anche altre conseguenze, relative alla interconnessione maschio-femmina, alla non categorizzazione di questa distinzione e alla possibilità di superare quella forma di "dominio" originario che è dato dal rapporto di potere uomo-donna, ancora oggi estremamente potente ad ogni latitudine.
E' l'ansia di dover dimostrare agli altri quello che non possiamo dimostrare a noi stessi, perché non si può dimostrare neanche scientificamente.
Scientificamente si possono stabilire i limiti dei parametri misurabili, per cui chi sta sotto il parametro è una cosa, e chi sopra è altro.
Ma questo non può che derivare da una convenzione, che di solito non è del tutto arbitraria, ma è razionalmente funzionale, e una funzione può essere ad esempio la capacità di procreare, la più gettonata per dimostrare che maschio e femmina devono esistere necessariamente dentro un progetto evolutivo finalizzato.
Voglio dire, che anche chi abbraccia in pieno la teoria dell'evoluzione, non è immune dal fare intervenire fini che l'evoluzione non ha.
Alla fine nella testa di ognuno di noi vi è un insalata  di evoluzionismo e creazionismo indicibile senza cadere in contraddizione, a qualunque ipotesi ufficialmente dichiariamo di aderire.
Ciò si evince dai salti mortali logici che siamo disposti a fare per giustificare le nostre posizioni in proposito, senza badare quanto possano apparire ridicole nella loro artefatta complicazione, perchè questo è proprio il modo di tornare a galla delle convenzioni quando le neghiamo..

Qui sul forum si fanno lunghi post a volte, la cui lunghezza già ne compromette la comprensibilità, ma che potrebbero riassumersi ognuno in, sono un evoluzionista, oppure sono un creazionista.
Certo, non è facile ragionare lucidamente di dinamiche sociali dentro le quali siamo immersi, sentendoci coinvolti, intrisi di retaggi culturali dai quali non è facile prescindere per solo amore di ragione.

#516
Tematiche Filosofiche / Re: il velo di maya
01 Giugno 2025, 10:44:16 AM
Citazione di: green demetr il 28 Maggio 2025, 23:43:11 PMInfatti Iano, qua nelle discussioni ci costringiamo a dei riduzionismi, per amore del dialogo.
Nella realtà esistono diverse realtà, il compito della filosofia è infatti illustrare anzitutto questa complessità che in fin dei conti è l'uomo, e cercare di dare  una descrizione il più possibilmente utile all'armonizzazione dell'espressione delle nostre molteplicità.
Io metto l'accento sul dato dell'espressione.
Perciò questo tempo mi sembra bujo.
Per me è un piacere chiaccherare con te e chiunque altro si interessi anche da profano a questi temi.
Notte caro!

Il fatto , caro Green, è che son nato bastIANO contrario, e mi rifiuto perciò di fare il mio dovere di anziano, che è di vedere nero nel futuro.
Io non sono un riduzionista, perchè ciò presuppone che della verità si possa far riassunto.
Io cerco di dare alla realtà quella forma che di per se non possiede.
Ma in quanto costruttore di forme non ho la presunzione che le mie costruzioni siano la sostanza della realtà.
Io posso solo immaginare la realtà, ponendovi sopra un velo che mi consenta di intuire le forme che non ha.
Ma questo potervi porre sopra un velo non è poco, perchè se posso vestire la realtà vuol dire che con essa ho un rapporto.
L'estetica non è sostanza, ma questo è il nostro limite, che per noi lo diviene, per cui conviene far buon viso a cattiva sorte, e imparare l'arte della sartoria.
Il riduzionismo è a beneficio unico della discussione, concordo, per cui potremo dirci artisti, filosofi o scienziati, senza essere ne una cosa ne l'altre, restando solo ciò di cui si può dire, insieme al resto della realtà.
#517
Tematiche Filosofiche / Re: il velo di maya
01 Giugno 2025, 10:26:04 AM
Citazione di: PhyroSphera il 30 Maggio 2025, 06:14:03 AMNon facevo ironia. Mi riferivo alla intelligenza degli interlocutori e ai limiti che ogni intelligenza ha (compresa la mia!), assolutamente non era un'allusione a stupidaggine o altro di simile.
Sono dispiaciutissimo di un fraintendimento così. Se in certo discussioni c'è acredine è perché le intelligenze si possono scontrare e a questo potevo alludere, non a inesistenti inferiorità naturali.

MAURO PASTORE
Il rimprovero di Jacopus vale per tutti, e io non sono certo un santo.
L'importante è che dopo essere andati avanti di un passo nell'offesa, se ne facciano poi due indietro.
Il troppo storpia, in un senso o nell'altro, per cui di ciò che non va bene, troppa cultura, o troppa ignoranza, noi siamo rispettivamente l'esempio.
L'importante è essere se stessi in chiaro, senza fare della cultura o dell'ignoranza paravento.
#518
Una ''legera'', direbbero a Genova,
questa regina,
con più pesante significato. :)
#519
Citazione di: PhyroSphera il 01 Giugno 2025, 08:51:19 AME perché non una regina?
Ragiona, non è possibile una regina
E in che regione poi, in Amazzonia?
Qui  siamo nel regno dei romanzi
In Romanzonia.
Vestiamo la realtà perchè
si possa immaginarne le forme.
Non per nasconderla con giri di parole
Con cui  darsi importanza.

Ma si, va bene anche una regina,
perchè no?
Io però preferisco questa, un pò più POPolana
https://open.spotify.com/intl-it/track/6A9XKo1gAYkG52ZtsBmKwg?si=c6ea8786263a4aa1
Se la giudichi troppo leggera hai ragione,
troppo leggera
appena un velo,
una suggestione che fa presto a sparire
più adatta a questa epoca dei consumi,
ma che anche se per breve tempo
 può darci  piacere,
perchè in fondo la musica classica,
quella eterna,
quella che non stufa,
quella che non si ascolta mai abbastanza,
è solo quella che non si è ascoltata quanto basta
per farsela stufare.
#520
Citazione di: daniele22 il 30 Maggio 2025, 17:37:49 PMDevo ammettere una mia carenza di intelligenza.
Lascia che questo siano gli altri a dircelo, quando mancano di argomenti.
#521
Citazione di: green demetr il 30 Maggio 2025, 16:07:16 PMNormare una società e addirittura considerarlo necessario è la tipica modalitò del giudice che vuol farsi tiranno.
Una società che non rispondesse a norme, non potrebbe essere individuata come tale.
Voglio dire che, seppure esistesse, nessuno se ne accorgerebbe, perchè da cosa dovrei desumere che un assembramento di individui sia una società.
Gli individui infatti rimangono tali qualunque sia la distanza che li separi.
#522
Citazione di: daniele22 il 30 Maggio 2025, 15:16:15 PMVisto che a te è chiara la nozione di una realtà non locale, prova a dedurne un pensiero sull'incidenza che può avere questo non scorrere del tempo in modo uniforme nella realtà macroscopicamente uman
a
Se per realtà macroscopicamente umana intendi la nostra quotidianità, nessuna incidenza che al momento siamo in grado di rilevare.
Quel ''macrospociamente'' però è un pò tendenzioso, e siccome la domanda mantiene il suo significato anche se lo togliamo, io lo toglierei,  sottolineando invece umana.
Penso che località e tempo esistono, ma solo nella nostra testa, e che derivandoli dalla realtà in quella poi li proiettiamo, e credo che la realtà non abbia altro modo di apparirci.
Credo anche che ciò che traiamo dalla realtà non abbia carattere assoluto se noi non l'abbiamo.

La realtà può bene avere quel carattere, ma non saremo noi a poterlo trarre in quanto esseri relativi.

La realtà rimane uguale nel suo mutamento, in una dinamica che si ripete, la cui coerenza è direttamente  dimostrata dal fatto che possiamo travi qualcosa, perchè a differenza di Dio noi non siamo in grado di trarre un mondo dal caos.

 Noi no, per quanto ci proviamo a resistere al mutamento, per quanto cerchiamo di ingannarlo mettendo in atto  strategie da gattopardi, noi mutiamo. :)

La realtà può apparirci nella sua essenza solo nella misura in cui, per quanto lo neghiamo, crediamo di essere dei.

Per questo, avendo messo da parte l'ipotesi divina, i mondi propri della scienza, non possono apparirci.

#523
Citazione di: baylham il 30 Maggio 2025, 11:47:50 AMVorrei sapere dove trovo uno scritto di un autore o di un gruppo parte della cultura woke che affermi che maschio e femmina sono uguali.

Io conosco l'art. 3 della Costituzione italiana, mi sembra un esempio di cultura woke, ma non afferma che maschi e femmine sono uguali:

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Il testo è proprio quello che hai citato, e che io riscriverei nel seguente modo:
I cittadini sono tutti eguali davanti alla legge, al netto di qualunque possibile distinzione presente e futura, al fine di evitare ogni discriminazione potenzialmente insista in ogni definizione.

Mi piace immaginare che il testo sia, se non il punto di arrivo, una tappa importante della presa di coscienza di come  la distinzione possa trasformarsi in discriminazione, cercando di porvi rimedio per quanto una  norma lo possa fare.
Ma credo che più che la repressione giudiziaria, possa fare la presa di coscienza del problema, perchè a questo effettivamente  la norma ci invita, a portare avanti il processo di presa di coscienza di cui è espressione.
La norma nasce alla caduta della monarchia, ma dice qualcosa di più che non ci sono re per diritto di nascita, perchè dice che nessuna diversa nascita da diritto ad alcunché di speciale.




#524
Citazione di: Alexander il 29 Maggio 2025, 08:47:30 AMLa persona ha dignità indipendentemente dai suoi comportamenti. Non penso sia corretto definire una identità in base al comportamento. Per questo il definire un comportamento con una sigla crea separazione alla fine, non inclusione. Ele sigle aumentano continuamente ( LGBTQIAK-Plus ecc.). Il che è ovvio, visto che non esistono due esseri umani con lo stesso identico comportamento, le sigle per definirli in base ai comportamenti non fanno che aumentare. C'è qualcosa di ridicolo in questo. Ed è un problema interno alla cultura del benessere occidentale che dimentica la dignità intrinseca del singolo per assegnare dignità Ai comportamenti.
Si tratta solo dell'aberrazione di un utile, e comunque necessaria catalogazione, che nel caso specifico è necessaria alla normazione di una società.
L'aberrazione consiste nel credere che ciò cui abbiamo dato un nome, perciò esiste. Ma per quanto sia cogente una categorizzazione ad uso catalogativo, tanto efficace che  sembrerà venire da se, essa non sarà mai perfetta, e resterà sempre qualcuno fuori.
In qualche modo riusciamo a dare un verso a una realtà che però di versi non ne ha.
Il mondo può apparire al contrario solo a chi crede che la realtà abbia davvero un suo verso, per cui dal fatto che questo verso gli appaia al contrario, invece di dedurre da ciò che la realtà in effetti non ha verso suo non ha, cercherà di raddrizzarla.
#525
Diciamola in altro modo, affidarsi a un metodo, che sia scientifico o meno, applicandolo in modo rigoroso, è un modo di delegare la nostra umanità ad un meccanismo. Quindi perchè constatare con stupore a posteriori quanto il metodo possa risultare disumanizzante, se con un atto di fede ad esso ci siamo affidati?
Constatata semmai questa disumanizzazione , siccome la fede come la si è posta la si può ripudiare, perchè nessuno lo fa apertamente, come a me sembra di constatare?

Il metodo esclude professione di fede, con una eccezione, che si ponga fede in esso, non perchè  in mancanza di fede si fa peccato contro un Dio vecchio o nuovo che sia, ma perchè senza di essa la sua applicazione è invalidata.
Se abbiamo fede nel metodo scientifico, è una fede che sappiamo di avere, e così come la assumiamo la possiamo rigettare in qualsiasi momento.
Temo che le realtà suggerite dal metodo siano in conflitto con l'idea che abbiamo di realtà, perchè questa ultima nasce da un fede che non sappiamo di aver posto, e che perciò non siamo in grado di ripudiare.
Però nessuno ci impedisce di far convivere pacificamente i risultati delle fedi non dette con quelli delle fedi dichiarate, delle quali la scienza è solo un esempio, ma non l'unico.
Essa entra in conflitto con altre fedi, quelle propriamente dette religioni, perchè al pari di esse nasce da una fede.
La capacità di credere a me pare dunque che, pur nei naturali mutamenti nei quali l'umanità è coinvolta, resta al momento un punto fisso.
Potremmo dubitare che una realtà esista davvero, ma la nostra capacità di potervi credere mi sembra un dato di fatto indubitabile.

Credo ergo sum...o almeno, così credo. :)