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Messaggi - Phil

#511
Varie / Re: Il test dello Jedi
28 Marzo 2023, 11:47:36 AM
Per il 7, credo sia molto plausibile che ci sia l'impulso inconscio a completare il calcolo 12-_=5, dopo aver letto «numero tra 12 a 5», con quel «tra» che sa di "riempimento". Per quanto riguarda la carota, azzardando molto, potrebbe essere suggerita subliminalmente e per assonanza nella parola «ortaggio» dove «orta» è l'anagramma del finale di «carota»; quindi è essenziale rispondere velocemente per non perdere l'"eco" della parola appena letta. Sarebbe interessante fare la stessa domanda (tradotta) a chi parla un'altra lingua, per verificare se sia solo una questione di assonanza.
#512
Varie / Re: Il test dello Jedi
27 Marzo 2023, 23:40:56 PM
Questo me lo sono spoilerato involontariamente leggendo la sezione "messaggi recenti", quindi non posso darti l'esito.
#513
Varie / Re: Il test dello Jedi
27 Marzo 2023, 22:00:53 PM
Ebbene si; eppure giurerei che non ho pensato 12 meno 5, ma al primo numero "casuale" maggiore di 5.
#514
Secondo me sia il senso di colpa che il senso di vergogna sono sensi indotti ed eteronomi, aventi una loro semantica che si basa anzitutto sull'ascolto e apprendimento di quanto "si dice" nella comunità d'appartenenza. A differenza dell'accusa e della censura, che si ricevono "passivamente" dall'esterno e possono non essere condivise dal soggetto, la colpa (in cui si accusa se stessi) e la vergogna (in cui si censura se stessi) sono il germoglio interiore di ciò che altri (la famiglia, la comunità, etc.) hanno (im)piantato nella nostra visione del mondo. Riconoscere che il senso di colpa o della vergogna originano da fuori, pur sentendoli da dentro, è il primo passo per farne un'analisi critica e scoprire che possiamo esserne "giardinieri attivi" e non solo sconsolati e spesso involontari "concimatori".
La colpa e la vergogna hanno indubbiamente un ruolo sociale, tanto quanto la religione (con la sua tremenda e geniale idea di "peccato originale"), perché sono segnali che indicano quale strada è socialmente accettata e quale meno, restando comunque un abbondante passo aldiquà della legalità, che è ciò che invece definisce perentoriamente il fuori-strada. Nondimeno, come sempre, il "dosaggio" ha un ruolo fondamentale: essere troppo ricettivi a colpevolizzazioni e vergogne rende vulnerabili e soggiogabili o, nei casi peggiori, autolesionisti (seppur non fisicamente). Viceversa, un eccesso di auto-assolvimento e narcisismo, rende disfunzionali e superficiali.
Altrettanto fondamentale è riflettere sull'origine eterodiretta del senso di colpa o di vergogna: dicono che devo sentirmi in colpa e devo vergognarmi, ma prima di dargli ciecamente retta vale forse la pena indagare le radici di tale «dovere» e da quale pulpito venga il monito; ascoltare troppo gli altri, senza adeguati filtri critici, può comportare il mortificare le proprie potenzialità, oltre all'amor proprio.
Spesso si critica il supposto individualismo della società attuale, ma in fondo l'unico antidoto alle votazioni di massa, a base di like e visualizzazioni, che scandiscono influenze, influencer e altri fenomeni demoscopici affini (come la già ricordata cancel colture e i vari "social-washing"), può essere solo la (in)formazione individuale, magari anche tramite percorsi collettivi, ma se non vogliamo restare accecati da alcuni fenomeni, non c'è nessuno che possa indossare gli occhiali da sole al posto nostro.
#515
L'uomo non nasce "tabula rasa" e lo è sempre meno man mano che si struttura una forma mentis con cui decifrare il mondo. Si tratta di una forma mentis potenzialmente malleabile, plasmabile dall'esterno, a seconda degli input che riceve e delle "esperienze semantiche" (nel senso più ampio del termine) che il soggetto vive, ma anche plasmabile dall'interno, quando il soggetto riflette su fatti o strutture di senso senza che esternamente accadano eventi particolari (il filosofare di ciascuno secondo i propri strumenti).
Ci sono cambiamenti più facili da affrontare, perché meno distanti dalla forma mentis di partenza, quasi dei corollari di quanto è già strutturato, ed altri invece che possono persino avere natura traumatica, innescando fenomeni di rimozione, dissociazione, alienazione, etc. reazioni protettive del benessere psico-fisico del soggetto. Alla fine, il punto di vista sul mondo non è comunque mai assolutamente neutro, proprio a causa del fatto che la mente che lo guarda non è mai assolutamente neutra, ma conformata al suo stesso processo di formazione (la convenzionalità formale della scienza ne è esempio principale). Per questo alcune correnti orientali cercano di ritagliare momenti di sospensione della concettualizzazione razionale, di "liquefazione" della forma mentis, senza tuttavia deviarsi verso un misticismo astruso, nella convinzione che tale sospensione, saldamente ancorata all'immanenza (ad esempio in alcune pratiche meditative), consenta uno sguardo più "oggettivo" di ogni analisi logico-matematica (secondo l'ideale di uno sguardo che non è più contenitore, ma si vede come contenuto del mondo).
#516
Citazione di: Ipazia il 26 Marzo 2023, 10:56:23 AMMi rendo conto che convincere uno scientista dell'inesistenza della Scienza è difficile
Probabilmente ti riferisci ad altri, comunque, personalmente, non mi pare di aver scritto «Scienza», bensì «scienza», mettendo in guardia dall'idolatrarla e dal farne una divinità come nell'Illuminismo, sottolineandone costantemente la fallibilità, i tempi lunghi, la possibile presenza di mele marce e ora ricordando anche l'ovvio, ossia che chi ha colpe, verificate dai chi di dovere (non da byoblu, senza offesa) è giusto venga tenuto a pagarne le conseguenze. Questo è l'identikit dello scientista dormiente che adula la Scienza e che i complottisti vorrebbero svegliare? Chiunque non sia complottista allora è automaticamente scientista ingenuo? Va bene polarizzare e semplificare per miope amor di opposizione, ma mi era parso di aver pur scritto qualcosa di più bilanciato in merito. Sul resto (che conferma i soliti limiti esegetici del complottismo, nel suo voler impazientemente cristallizzare processi dinamici), visto l'insuccesso comunicativo della mia prosa, ritengo sia inutile dilungarmi oltre.
#517
Citazione di: Ipazia il 25 Marzo 2023, 21:53:36 PMDinamica in corso  ???
Esatto; «dinamica in corso», fuori dalle svilenti polarizzazioni da tifoseria, non significa affatto che sia tutto rose e fiori, che non ci siano stati reati, che non siano state fatte scelte politiche sbagliate, che persone di potere non siano state corrotte, etc. «Dinamica in corso» significa che oggi sappiamo più di quanto sapevamo ieri finché ci basiamo su osservazione dei dati, analisi, etc. sul metodo scientifico, per dirlo in breve. Ben vengano gli apporti di necroscopi, medici in pensione e ausiliari del traffico, l'importante è che siano pertinenti e, soprattutto, scientificamente validi. Il giochino «se fossi re avrei già saputo salvare il mondo» lo lascerei fuori dai discorsi seri, sia politici che, soprattutto, scientifici (il problema non è la pioggia, ma capirne le cause, come prevenirle e intanto decidere come ripararsi; non la farei troppo semplice, sminuendo tutto con «piove, ve l'avevo detto», come se qualcuno abbia mai pensato che non dovesse mai più piovere fino alla fine dei tempi).
Per quanto riguarda gli effetti collaterali: se qualcuno sapeva già tutto ciò (non «temeva» tutto ciò), pur non essendo stato di fatto ancora verificato nulla (sempre macchina del tempo permettendo), è proprio come se Laocoonte avesse detto «per me finisce male» senza scagliare la lancia e sentirne l'effetto: certo, avrebbe avuto ragione lo stesso, ma non sarebbe stato altrettanto credibile al momento del suo verdetto (prima che venga frainteso: ciò non significa che qualunque intruglio vada testato su larga scala, ma una volta che la politica decide di farlo, la scienza, per restare davvero tale, ha i suoi metodi e i suoi tempi; per inciso, i dirigenti di una casa farmaceutica non fanno scienza, sono manager, imprenditori o altro).
Come insegna Hegel, la nottola prende il volo solo alla fine del giorno, piaccia o meno; aggiungerei che quelli che strillano all'inizio del giorno sono solitamente i galli del pollaio, proprio quelli che ronfavano di notte mentre la nottola già svolazzava (detto diversamente: in ogni faccenda i conti più importanti si fanno alla fine, e sono conti, non chiasso).
Se si vuol "mettere al rogo" (non letteralmente, spero) chi ha sbagliato con dolo, per proprio tornaconto o corruzione, credo ciò sia già previsto esplicitamente dalla legge e dubito se lo augurino caldamente solo i complottisti (che magari il vaccino non l'hanno nemmeno assunto); l'importante è farlo basandosi su prove chiare e, manco a dirlo, scientifiche.
#518
Concordo con Jacopus quando parla del complottismo come «risposta patologica» a un monopolio, ma più che a quello del denaro o della tecnica, direi che è anzitutto risposta sfiduciata all'informazione promossa dalle autorità ufficiali (che gestiscono denaro, tecnica, scienza o altro). Non c'è quindi da stupirsi se tale risposta antagonista e ostinata fa molto rumore nell'epoca cacofonica dei social e dei megafoni mediatici, soprattutto nei canali in cui non c'è filtro fra bozza e pubblicazione, ma quasi ogni flusso di (in)coscienza si guadagna il suo posto in vetrina (almeno nella nostra fetta del globo). Con "patologica" intendo che è paragonabile ad un vaccino a dna che (correggetemi se sbaglio), se mantenuto a piccole dosi, fortifica il sistema immunitario (spirito critico) suscitando una reazione difensiva utile a lungo termine; mentre se inoculato in dosi eccessive, produce esattamente il malanno dal quale ci si sarebbe voluti vaccinare: il dogmatismo acritico; per cui poi si "avvelena il pozzo" del fact-checking, si diffida a priori di dati presentati dalle autorità, ci si sente in dovere di diffondere la "verità" svegliando gli allocchi dal torpore della propaganda (che come indole, a dispetto della frequente pochezza dei contenuti, non sarebbe nemmeno malvagia), etc. In fondo i complottisti sono reazionari (romanticamente "miopi" come Don Quichotte) che scelgono di avere come autorità di informazione non gli organi ufficiali, ma altre fonti "alternative" che vengono investite di autorevolezza e fiducia perché promettono di rivelare, seppur con tutte le inevitabili carenze argomentative e lacune logiche (dovute allo sforzo del far trapelare informazioni segretate), una "scomoda verità nascosta" (e, socio-psicologicamente, questa istanza di "fuga dalla realtà", questo fascino per l'occulto/occultato, questa dissociazione, in tutti i sensi, in favore di un'avventurosa "spy story" per pochi iniziati, fra informatori minacciati dalla censura e piani per il dominio del mondo, meriterebbe approfondimenti; ad esempio partendo dalla difficoltà ad accettare che, talvolta, una voce fuori da coro è solo una voce stonata, non necessariamente l'inascoltata voce della autentica verità).
Doverosa almeno una macro-distinzione fra i vari complottismi: ci sono quelli che si riferiscono ad un evento concluso la cui verità di fatto viene supposta come celata (il classico caso della "congiura a palazzo", o, per chi non ci crede, lo sbarco sulla luna o la forma della Terra): il piano occulto c'è e viene tenuto nascosto, ma è almeno possibile falsificare alcune tesi in merito; ci sono poi i complottismi che considerano per verità assodata e realizzata quella che è invece palesemente una dinamica in corso (sia essa manipolata o meno), interpretando l'impilarsi di nuovi dati e nuove scoperte come l'affiorare di una verità che era definitiva e già presente, ma occultata (in breve è la differenza fra l'analisi dei risultati odierni del rapporto costi/benefici di un vaccino e il sostenere che tali attendibili risultati erano noti al complottista sin dall'inizio, macchina del tempo permettendo, ma venivano dolosamente taciuti dei piani alti per secondi fini; oppure, ancor peggio, banalizzare il valore epistemico del processo che ha portato a tali dati, paragonandolo all'evidenza della pioggia e, perché no a questo punto, anche del "governo ladro").
Il "patrono" dei complottisti potrebbe (dovrebbe?) essere Laocoonte: prima di mettere in guardia i suoi concittadini verso le insidie del cavallo di Troia, lo colpì con una lancia e sentì provenire suoni molto sospetti dal suo interno; certo, non è esattamente un buon case-study di fact-checking con double-blind in peer-review su dati open-source e user-friendly (do I speak Italian?), ma è comunque sempre più "scientifico" del denigrare il dono dei greci solo perché i "poteri forti" troiani non sono mai stati stinchi di santo o perché il legno del cavallo è infiammabile e potrebbe incendiarsi.
#519
Idee per migliorare il forum / Re: Forum parlato
25 Marzo 2023, 09:53:55 AM
Se può interessare, Windows 10 ha già integrata la funzione "narratore":
https://allinfo.space/2018/10/29/come-utilizzare-windows-narratore/
e Chrome (forse anche altri browser) ha applicazioni con funzioni simili:
https://www.navigaweb.net/2011/10/chrome-legge-con-voce-italiana-i-siti.html
#520
Citazione di: Ipazia il 24 Marzo 2023, 16:46:40 PMUn ente federale USA si è interessato pure a me. Non credo per vendere saponette.
Pur ignorando gli elementi concreti di tale "interesse" (magari è solo spam), ti segnalo comunque (probabilmente già lo sai) che spesso alcuni malware si camuffano da messaggio di qualche agenzia federale americana e compromettono la sicurezza del browser o dell'intero sistema operativo. Con ciò non voglio minimamente dissuaderti dal cercare fonti di verità occultate, fosse anche nel dark web, ma solo metterti in guardia (semmai servisse) che, nella Babele cibernetica, c'è anche chi approfitta della intraprendenza dei cercatori di "verità alternative" per diffondere virus (non influenzali) che possono causare scocciature e danni di varia entità. Con le giuste precauzioni, non si corrono rischi e anche in caso di malware si riesce a farla franca.
Mi scuso per l'off topic, da intendere come incoraggiamento alla sicurezza nella tua ricerca e non come terrorismo psicologico o sarcasmo.
#521
Sostenere che un popolo non sia in grado di gestirsi da solo in tempo di crisi, comporta automaticamente ritenere che i gestori siano addirittura «illuminati»? Non sequitur eloquente sull'obiettività degli occhi che leggono. Ribadisco (da autore del post, per quel che vale): non è affatto quello che ho detto, né che intendevo dire.
Non credo vada commentata (o comunque non mi interessa insisterci), parlando di epistemologia e scienza, la differenza fra il pubblico da casa e i competenti, fra l'accademia e Babele, fra il fact-checking e il «so io già tutta la "vera verità"».
#522
Citazione di: Ipazia il 24 Marzo 2023, 14:58:07 PMMa no, è igiene politica, come sostiene phil. Nascondono le cose per il bene della plebe che altrimenti tumultuerebbe.
A scanso di ulteriori equivoci, dovuti in parte anche alla mia scarsa chiarezza espositiva, approfitto per chiarire: non ho mai parlato di "igiene politica", ma anzi ho osservato come la scienza, secondo me, non sia tenuta ad occuparsi della "salute" della politica, ma viceversa (essendo la scienza, volente o nolente, oggetto di scelte politiche); né ho mai sostenuto che le scelte politiche «Nascondono le cose per il bene della plebe che altrimenti tumultuerebbe»(cit.), mai parlato di cosa è bene per il popolo, né previsto tumulti in caso di diffusione pubblica della verità. Per eventuale fact-checking in merito, controllare il post numero 41.
#523
Citazione di: Ipazia il 23 Marzo 2023, 15:17:17 PMLicenza poetica ?
Non so se ho capito la domanda, ma essendo rivolta a me, provo comunque a rispondere: sì, la licenza poetica del «diffidare di tutti»(cit.) è l'"anima della sagra" nei bassifondi della Babele, dove i disillusi del culto della Scienza, in ritardo di almeno un secolo, scoprono che la scienza non si presta ad essere nemmeno il vitello d'oro, perché è lenta e fallibile, e allora fanno baccano con i loro coperchi senza avere niente che bolle in pentola, secondo il primordiale motto «meglio il tumulto»(cit.) potenziato dalla trance agonistica (dell'arroganza) del «lo so già, non mi servono le fonti». Se poi la scienza, con i suoi tempi, prosegue nel suo lavoro, le tocca anche sentirsi chiedere dov'era quando la politica faceva la politica, come se la scienza dovesse occuparsi anche (della "salute") della politica, e non viceversa.
Ricordo che c'è stato un oscurantismo che bruciava gli scienziati perché "corrotti dal Diavolo", ora si rischia di "bruciarli" (socialmente) perché corrotti dal capitalismo; mala tempora. La scienza, pur con le sue innegabili mele marce, come fa dai suoi albori, è cauta ma comunque disposta a criticare le proprie prassi, tuttavia ora rischia di essere declassata a secchione concorrente di un reality, con il pubblico da casa che vorrebbe decidere (per fortuna non è così), dall'alto della sua "competenza", chi lasciare in gioco e chi eliminare (ovviamente, con il senno di poi siamo tutti premi Nobel mancati e criticare gaiamente il «factchecking del passato» ha la stessa valenza epistemica di rimproverare a Newton di non aver intuito la quantistica). Questo significa contaminare la scienza con una sua lettura esclusivamente politica e al contempo imbronciarsi quando la politica non gioca a carte scoperte con il popolo quando parla di scienza (come se il popolo, quello della democrazia rappresentativa sotto il segno dell'astensione, quello che non riesce ad elaborare il lutto della sua stessa ingenua fiducia tardo-illuministica per la scienza, fosse abbastanza maturo da saper gestire il proprio comportamento in tempo di crisi).
A volte pare quasi non conti ciò che la scienza (quella della ricerca) fa, ma solo se ci dice o meno quello che noi già crediamo (e qui l'importanza delle fonti e del fact-checking, per chi non è assordato dai suddetti coperchi, si spiega da sé); questo sì che è ridurre la scienza a fede (ideologica). Si ringrazia giustamente una squadra di pompieri quando, venendo comunque pagati per farlo, spengono un incendio, acclamati senza imputargli la responsabilità di vittime e dei danni, tuttavia quando un'equipe di scienziati produce un vaccino, ecco che sono burattini di Big Pharma, a libro paga della $cienza, i nuovi "preti", etc. ammenoché, ovviamente, non ci dicano ciò che conferma la nostra ideologia, allora sì che, finalmente, fanno scienza e i loro dati sono limpidi e attendibili.
Anche stavolta, non c'è tertium e se pensiamo davvero che sia «meglio la Babele»(cit.) senza fact-checking ("Eco perdonali perché non sanno quello che fanno"), non ha nemmeno senso sperare di scovarci una qualche verità; senza controllare (check) i fatti (facts), non la riconosceremmo nemmeno.

P.s.
Effettivamente (@InVerno) ti dirò di più, secondo me c'è una lobby segreta della biancheria intima (specialmente quella venduta da ambulanti ucraini filo-Nato, più che filo di Scozia), in malcelata combutta con Big Pharma: ho un amico che ha avuto un'allergia cutanea alla biancheria intima, è andato dal medico e questo gli ha subito prescritto una crema, di quelle costose, ma lui, che è uno sveglio, ha capito subito che quelle mutande gliele avevano vendute apposta per poi mandarlo in Farmacia ad ingrassare i capitalisti; prima gli fanno pagare le mutande, poi le medicine per i danni causati dalle mutande, così possono pagarsi il viaggio in prima classe per fare i loro riti in quella foresta americana. Inoltre, per controllare, ha letto anche il bugiardino online e quando ha visto che quella crema poteva a sua volta provocare reazioni allergiche, avere effetti collaterali importanti, e in tal caso bisognava contattare, indovina un po', ancora un medico, così da fargli spendere altri soldi in farmaci imperfetti, lui non c'è cascato, non fa mica la cavia di mestiere. Così ha aspettato un paio di settimane e l'allergia gli è passata da sola, gratis e senza rischiare mutazioni genetiche. $cienza, pensiero unico dell'intimo acrilico e factchecking epidermico, beccatevi questo.
#524
Citazione di: Ipazia il 23 Marzo 2023, 07:53:44 AMil marcio presente nella specie mediatica emergente del factchecking. L'avvitarsi caotico di complottismo e anticomplottismo in una medesima rappresentazione falsa della realtà.
Credo infatti che il fact-checking non vada confuso, né ridotto, con il mero citare fonti (e si sa che ogni ideologia ha le sue). Fare fact-checking significa controllare la veridicità di un dato o di un'informazione, non pervenire ad una verità assoluta e incontaminata da pregiudizi o precomprensioni. Il fact-checking è l'antidoto alle fake news, ma non è affatto né garante di esaustività, né di "giusta" interpretazione dei dati. Il fact-checking controlla (check) se il fatto citato è realmente accaduto, ma non lo interpreta (come spesso si crede), limitandosi a falsificare informazioni infondate, ancorando il discorso ad una realtà tutta ancora da interpretare (secondo valori, ideologie, etc.).
Spesso l'unico modo per sostenere la veridicità di un dato o fatto è citare una fonte, che a sua volta va però controllata e verificata (non è il citare fonti in sé a fare fact-checking), innescando un regresso se non infinito, sicuramente impegnativo; ciò chiaramente non risolve la difficoltà dell'incrociare adeguatamente i dati, interpretarli onestamente, etc. 
In ambito scientifico il fact-checking è così scontato da essere "banale" (v. sperimentazione, reportistica, relazioni, etc.), mentre in ambito informativo e social è sicuramente più impervio, fermo restando che l'alternativa al fact-checking è la Babele disinformativa in cui la realtà sprofonda nelle sabbie mobili di tumulti ideologici e licenze poetiche.
#525
"Rilancio" con un articolo per avere uno "sguardo laterale" sul complottismo:
https://www.indiscreto.org/il-complottismo-e-unideologia/