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Messaggi - bobmax

#511
Ritengo anch'io, Eutidemo, che la tua soluzione sia altamente improbabile, sebbene avveduta.
Ho però letto che Israele sta provando a muoversi in questa direzione contattando Arabia Saudita e altri stati.

Che poi, non vedo la necessità di creare una vera e propria nuova nazione... Non basterebbe essere accolti e integrarsi?

Comunque mi domando, nuova nazione o meno, come farebbero poi a campare?
Potranno essere autosufficienti?
Perché non mi sembra che tutt'ora lo siano.
#512
Tematiche Filosofiche / Re: Autorità e Verità
03 Gennaio 2024, 13:31:41 PM
Citazione di: anthonyi il 03 Gennaio 2024, 12:13:53 PMSicuro bobmax che l'autorevolezza possa fondarsi sulla verità?
E verità in che senso?
Il potere é fondato su strutture simboliche e non ha supporti reali. Chi ha potere normalmente é più o meno uguale a chi subisce questo potere, cosa potrà trattenere quest'ultimo dal dire: "perché devi essere tu a comandare e non io?"
Certo c'é la questione della competenza ed intelligenza, ma se chi subisce il potere non é competente né intelligente come fa a capire che l'altro é competente ed intelligente.
In realtà alla base del potere c'é sempre l'accettazione dello stesso da parte di chi lo subisce, perché crede che l'altro debba avere potere per una presunta competenza, intelligenza, o per ragioni di sangue o di volontà divina..


Certamente, la verità è sempre una presunta verità. Non può essere altrimenti.

Perché noi non possediamo la Verità.
Ma affinché vi sia autorevolezza, lì vi deve pure essere "verità".
E finché rimane verità vi è autorevolezza.

Questo "vero" necessita di un mio convincimento. Un convincimento che potrà un domani rivelarsi fallace.
Ma pure mantenersi vero.
E finché è vero, e potrà esserlo per sempre, ecco l'autorità!

Il problema è che oramai il vero e il falso pari sono.
Non importa più il vero.
E così, non vi è neppure autorevolezza...
#513
Tematiche Filosofiche / Autorità e Verità
03 Gennaio 2024, 11:38:03 AM
L'autorità si fonda sulla verità.
L'autorevolezza deriva dalla verità che viene espressa.
Tant'è vero che una autorità messa in discussione non è più autorità.
L'autorità deve infatti necessariamente essere percepita come animata dalla verità.

Diverso è l'autoritarismo, che viceversa esprime una violenza sulla verità.

L'attuale momento è caratterizzato da una diffusa carenza di autorità. Pressoché nessuno pare ormai degno di essere considerato autorevole.

Secondo me soprattutto a causa del cinismo dilagante. Alimentato da un verso dalla diffusa scarsa capacità critica, e dall'altro dagli dei che sono fuggiti e ormai ben lontani.

Ma poiché l'uomo è animale sociale, difficilmente riesce a vivere senza una guida. Cade così nel desiderare un autoritarismo, nella speranza fallace che si tratti comunque di verità.
Finendo magari per apprezzare un Putin o persino Hamas!

Le pecore sonnambule, perso il pastore si affidano al lupo.
#514
Varie / Re: I fuggiaschi
31 Dicembre 2023, 15:25:05 PM
Ritengo che altri siano i principali motivi che inducono a lasciare il forum.

L'intervento del moderatore o l'acceso battibecco possono fornire lo stimolo per decidersi ad andarsene, ma le vere ragioni sono spesso da ricercarsi altrove.

Una di queste, che noto un po' dappertutto, anche all'estero, va ricercata nella diffusa apatia. Una qual depressione che rende faticoso e fa apparire inutile lo sforzo per distinguere il vero dal falso.
Vero o falso ormai pari sono.

Questo ritrarsi dall'impegno, che la ricerca della verità comporta, ha effetti nefasti.
Sia in chi rifiuta a prescindere di confrontarsi, ma pure in chi viceversa si espone.

Perché il "liberi tutti" non vincola più il parlante al suo dire.
Non essendovi pressoché più alcun rischio di essere sgamati. E se anche fosse, che importa?

In questa situazione, la scena viene presa soprattutto da chi brama esprimersi, ma senza tante remore...
E chi invece vorrebbe partecipare, ma poi se ne va?

Beh, vi sono senz'altro quelli che vorrebbero anche loro cazzeggiare, ma non vi riescono come vorrebbero, essendo in competizione con chi è più bravo di loro.
Ma vi è pure chi magari ha della sostanza da portare, ma subissato dal rumore che subito lo investe, decide di lasciar perdere.

Emblematico è il caso di Damiano Bergamaschi. Per come apertamente si è presentato e come poi è stato trattato.

Per chi vorrebbe cimentarsi a riflettere, per davvero, l'ambiente è perlopiù respingente.
E su questo poco può fare la moderazione, seppur di norma apprezzabile, nonostante le inevitabili sviste di valutazione.

Perché il forum è necessariamente aperto a tutti.
Mentre ormai il sonno della ragione imperversa.

Un possibile futuro risveglio potrà contare, forse, su quei pochi individui che in minuscole comunità riusciranno a tener accesa la fiamma della ragione.
#515
Penso che i femminicidi, e in generale le violenze sulle donne, abbiano una motivazione più profonda, che va oltre persino i rapporti tra i sessi.

Cioè non si tratta neppure di amor proprio ferito. Vi è ben di più.

Vi è un male, che erompe magari più esplicitamente quando sollecitato dalla gelosia, ma che può  pure manifestarsi in mille altri modi, seppur non così eclatanti, per ora.

Il femminicida reagisce alla angoscia esistenziale, che esplode in lui nel momento in cui il "rimedio" svanisce. Il rapporto sentimentale infatti non era che un rimedio, per tacitare l'angoscia dell'esistenza.
Svanisce il rimedio, scatta la violenza.

Il nichilista, quando messo di fronte al nulla, distruggerebbe il mondo intero.
Vi è chi, vigliaccamente, si sfoga su chi appare più debole.
#516
Eutidemo, il tuo ragionamento è corretto :) e pure... errato.  :(

Dipende da dove ti poni.

Che al quarto lancio esca ancora lo stesso colore, la probabilità del 6,25% è corretta se il primo lancio non è stato ancora effettuato.

Se invece sono stati già effettuati tre lanci, con risultato il medesimo colore, allora che esca ancora quel colore al quarto lancio è del 50%

Cioè l'anno prossimo non vi è alcuna probabilità più favorevole di azzeccare una vincita rispetto all'anno precedente.

Buon anno a te Eutidemo!
#517
La probabilità di vincere all'Enalotto non aumenta con il passare degli anni.
È infatti sempre la medesima.

Si è soliti pensare che non sia così, ma si tratta della fallacia dello scommettitore.
In cui si suppone, erroneamente, che gli eventi passati influenzino quelli successivi. Mentre in questo caso ogni evento è indipendente dall'altro.

Nel caso della morte, invece, il processo di invecchiamento determina nel tempo condizioni peggiori per la sopravvivenza. Per cui la probabilità di morire aumenta inesorabilmente.

E per fortuna che c'è la morte!
In caso contrario, saremmo perduti davvero.
#518
Citazione di: Koba II il 25 Dicembre 2023, 17:49:01 PMTu scrivi che la speranza è fede nella Verità. E questa Verità è il rovescio di ciò che pensiamo sia reale. Ne è la prova il fatto che tale presunta realtà sia inaccettabile.

Dovremmo pure approfondire quel "inaccettabile".
Donde nasce questo rifiuto della realtà? Perché così com'è non è accettabile?

Perché è male?
Tra l'altro, un male di cui magari prima non ero così consapevole, come lo sono invece ora.

E soprattutto, chi è che dice "No" al male?

Sì sono io, ma io chi?
Non sono io forse proprio questo rifiuto del male?

Difatti non sono forse sempre io a condannarmi all'inferno?
E mi ci condanno per la semplice ragione che così è giusto.
Ma perché è "giusto"?

Chi è che stabilisce cosa è giusto e cosa non lo è?
Non sono forse, in definitiva, sempre io?

Lo scopo di questa vita sembra consistere nel continuare a cibarci del frutto del bene e del male.
E che la crescente consapevolezza del male faccia emergere man mano chi davvero siamo.

Una metamorfosi, dal non essere all'essere.
#519
Citazione di: Koba II il 25 Dicembre 2023, 17:49:01 PMLa speranza che rifiuta ogni limite e che si abbandona all'impossibile: è per me, per esempio, ciò che si incontra a ogni pagina del "Libro della mia vita" di Teresa d'Avila, una specie di radicale reinterpretazione della propria vita interiore ponendo come origine delle cose che contano (emozioni e pensieri potenti) Dio. Un continuo e reale dialogo con Dio.
E certo viene da considerare questo racconto intimo come il risultato della fantasticheria religiosa di una donna mortalmente annoiata (quindi una versione teologica di Don Chisciotte), poi però ci si ricorda di Edith Stein, incredibilmente colta e intelligente, piena di talento filosofico, che proprio leggendo Teresa, nel periodo in cui era assistente di Husserl, si abbandona allo stesso realismo religioso, cosa che le darà poi la forza di vivere il viaggio infernale verso Auschwitz piena di amore verso le altre vittime.

Sembrerebbe cioè che nella religione cristiana non ci possa essere misura: o con Teresa ed Edith Stein, o con la teologia colta di un Ratzinger, la quale è dialogo su Dio, non dialogo con Dio, come nel realismo dei santi, e quindi in fondo cultura, poesia. Il fascino dei simboli. Ma nessuno slancio reale "suicida" alla Francesco d'Assisi. Cioè, non si tratta propriamente di religione.

Tu scrivi che la speranza è fede nella Verità. E questa Verità è il rovescio di ciò che pensiamo sia reale. Ne è la prova il fatto che tale presunta realtà sia inaccettabile. È corretto?

Appena rifiutiamo le piccole consolazioni private veniamo investiti dall'orrore. Non la meraviglia, non lo stupore per l'essere, per una pienezza gratuita. Ma l'orrore. Il male.
Dopodiché? Nell'impotenza di un superamento razionale, di un cambiamento, che cosa facciamo? Ci facciamo una dormita e torniamo l'indomani a giocare? Ma se un bel giorno non riuscissimo più ad anestetizzarci?


Sì, questa realtà dell'esistenza è inaccettabile.
E poiché è inaccettabile, non può essere Verità.
Infatti la Verità ha bisogno di me, Dio ha bisogno di me per esserci.

E se Dio non c'è, posso continuare a fuggire quanto mi riesce, ma prima o poi sarò comunque preda dell'orrore.

Ed è proprio il male, l'orrore a costringermi ad affrontare finalmente lo sguardo della Medusa.
Una strada che mi conduce  all'inferno. 
Non so se è l'unica possibile, ma comunque è la mia.
L'inferno non è in un ipotetico al di là, ma è qui, ora, vi posso accedere in ogni momento. È un luogo dell'anima.
È sufficiente per me soffermarmi, anche solo per un attimo, su una mia colpa e, in nome della Verità, mi ritrovo subito all'inferno!

Ho trovato conferma nel "Lo specchio delle anime semplici" di Margherita Porete. L'uomo è al sicuro solo in due luoghi. Uno è il paradiso, l'altro l'inferno. Solo lì infatti Dio è certo.

Non vi è possibilità di superare l'orrore tramite il pensiero razionale. Perché la razionalità, la logica, sono soltanto le condizioni necessarie per lo svolgimento del gioco della vita.
Ma il gioco, lo conduce l'Etica.

Il bene e il male non sono eventualità contingenti della realtà, ma la ragione stessa della realtà fisica!

Il mondo è il palcoscenico affinché si manifesti il bene e il male.
E il male, in fin dei conti, è la forza che, negandola, ti conduce man mano dal non essere all'essere.

Senza il male, senza la morte, non saremmo forse persi per sempre nel regno della dissomiglianza?
#520
Secondo me, occorrerebbe prima indagare il significato di "speranza".
In cosa spera chi spera?

La speranza è davvero rivolta ad un ipotetico futuro migliore, oppure va ben più in profondità, cioè vuole molto di più?
Davvero sarei soddisfatto se il mio futuro di felicità si avverasse? Se pure tutto il mondo fosse finalmente felice?

O non rimarrebbe sempre un'ombra, una tristezza per il male, la sofferenza che sono comunque stati nel mondo passato?

Questa mia speranza, non è rivolta in fin dei conti all'annullamento di ogni male passato, presente e futuro?
Non bramo forse l'impossibile, senza il quale ogni speranza sarebbe vana?

E allora dove può rivolgersi questa speranza, se non verso la Verità?

La speranza è fede, l'unica autentica fede, fede nella Verità.
Verità impossibile, ma per Dio tutto è possibile.
#521
Tematiche Filosofiche / Re: Sulla violenza
25 Dicembre 2023, 10:25:42 AM
Citazione di: Koba II il 24 Dicembre 2023, 08:16:31 AMLa grande duplice illusione della filosofia: scoprire l'origine del fenomeno in questione per modificarlo. Indagine sull'origine e cambiamento, prassi.
Scriveva Niko in altro topic: la filosofia dopo Marx non può prescindere dalla prassi.
Invece tutto rimane a livello di mondo interiore, di parole scritte o immaginate. In realtà stiamo rotolando, esausti, chi più chi meno, rotoliamo alla giornata. E ci illudiamo di avere un po' di controllo sulla vita affezionandoci a qualche teoria.
Sto leggendo il primo volume de "Il principio speranza" di Ernst Bloch. Per adesso mi sento di dire che al "principio speranza" preferisco il pentobarbital...

Ma non sono proprio questi brandelli d'illusione del controllo, l'origine della disperazione?

E cosa succede se pure questi rimasugli di illusione svaniscono?

Finita ogni illusione, di poter influire sugli eventi, è davvero lasciata ogni speranza?

Oppure, invece, la speranza trova finalmente la sua pace?
Perché svanita è ogni disperazione.

E se nulla puoi, chi sei allora tu?

Un puro nulla.

Ma, se sei davvero nulla...
Allora sei pure Tutto.
#522
Varie / Re: Rastislav e l'enigma delle otto cifre
21 Dicembre 2023, 12:29:18 PM
E pure...

23421314
#523
Varie / Re: Rastislav e l'enigma delle otto cifre
21 Dicembre 2023, 08:39:04 AM
41312432

Tra i due 3 vi può e deve essere solo un 1.
Perciò equidistante dai due 3 vi deve essere necessariamente il 2.
 
#524
Citazione di: Phil il 17 Dicembre 2023, 14:58:21 PMIl mio "bambino interiore", dopo aver usato una "calcolatrice esteriore", metterebbe quel chiodo all'interno del primo 0 del 100, facendolo diventare un 8.
Perfetto!

Non son più capace di fare le tabelline...😣

Beh, non tutto il male vien per nuocere.
Vedo spazi sconfinati davanti a me.
#525
Eutidemo, vorrei tanto essere quel bambino, ma non batto chiodo... :-[

Devo accettare allora la mia vecchiezza? :'(