Buona sera, a me i libri piacciono, ma non è sempre stato così.
Ricordo che quando arrivai all'esame orale di maturità, ero magro, anzi uno stecchino! Avevo impiegato tutto me stesso perché mi serviva un diploma di scuola media superiore, per "poter ambire ad un posto di lavoro decente": così mi dicevano. Quindi, come credo capiti a chiunque arrivi alla fine di un percorso scolastico, ebbi la classica crisi di rigetto: non volevo più saperne di leggere, soprattutto non volevo più leggere libri. Quindi mi dedicai ad altri hobby, fino a quando, un po' per curiosità, un po' anche perché avevo a che fare con amici e conoscenti cui piaceva leggere, decisi di riprendere in mano i libri, evitando per qualche anno i romanzi, ma preferendo al loro posto libri su temi specifici: psicologia e sociologia innanzitutto. Mi iscrissi ad una biblioteca comunale e iniziai a prendere in prestito i libri. Li divoravo, un po' perché non volevo dover tornare in biblioteca col libro non ancora terminato; non volevo tornare in biblioteca per chiedere il rinnovo del prestito: non mi pareva carino, ma preferivo darci dentro, come feci col "Ramo d'oro" di Frazer: due libri per un totale di (se non ricordo male) 800 pagine!
Insomma avevo scoperto un mondo! Se è vero che l'appetito vien mangiando, la voglia di leggere vien... leggendo.
Di recente mi è capitato di leggere qualcosa del tipo: chi non legge vive esclusivamente una vita: la propria, chi legge libri, vive oltre alla propria, una vita per ogni libro letto.
La memoria non è mai stata il mio forte, per cui, spesso mi trovo in difficoltà nel ricordare quel passo preciso del tal libro; di chi sia la paternità di un concetto o di un altro, ecc... però spesso, quando scrivo o parlo, mi vengono alla mente concetti, frasi e quant'altro che credevo di aver dimenticato, ma che, evidentemente erano rimasti nascosti in qualche parte della mente e sono usciti allo scoperto, al momento giusto.
Ultimamente mi è capitato di leggere una storiella zen, che in un certo qual modo mi consola, perché mi fa capire che forse non è importante "trattenere" ciò che si legge. L'importante è saper usare ciò che leggiamo, al momento opportuno. Ecco il link dove si trova la storiella: https://www.sicp.it/informazione/news/2020/10/una-storiella-zen/
Ricordo che quando arrivai all'esame orale di maturità, ero magro, anzi uno stecchino! Avevo impiegato tutto me stesso perché mi serviva un diploma di scuola media superiore, per "poter ambire ad un posto di lavoro decente": così mi dicevano. Quindi, come credo capiti a chiunque arrivi alla fine di un percorso scolastico, ebbi la classica crisi di rigetto: non volevo più saperne di leggere, soprattutto non volevo più leggere libri. Quindi mi dedicai ad altri hobby, fino a quando, un po' per curiosità, un po' anche perché avevo a che fare con amici e conoscenti cui piaceva leggere, decisi di riprendere in mano i libri, evitando per qualche anno i romanzi, ma preferendo al loro posto libri su temi specifici: psicologia e sociologia innanzitutto. Mi iscrissi ad una biblioteca comunale e iniziai a prendere in prestito i libri. Li divoravo, un po' perché non volevo dover tornare in biblioteca col libro non ancora terminato; non volevo tornare in biblioteca per chiedere il rinnovo del prestito: non mi pareva carino, ma preferivo darci dentro, come feci col "Ramo d'oro" di Frazer: due libri per un totale di (se non ricordo male) 800 pagine!
Insomma avevo scoperto un mondo! Se è vero che l'appetito vien mangiando, la voglia di leggere vien... leggendo.
Di recente mi è capitato di leggere qualcosa del tipo: chi non legge vive esclusivamente una vita: la propria, chi legge libri, vive oltre alla propria, una vita per ogni libro letto.
La memoria non è mai stata il mio forte, per cui, spesso mi trovo in difficoltà nel ricordare quel passo preciso del tal libro; di chi sia la paternità di un concetto o di un altro, ecc... però spesso, quando scrivo o parlo, mi vengono alla mente concetti, frasi e quant'altro che credevo di aver dimenticato, ma che, evidentemente erano rimasti nascosti in qualche parte della mente e sono usciti allo scoperto, al momento giusto.
Ultimamente mi è capitato di leggere una storiella zen, che in un certo qual modo mi consola, perché mi fa capire che forse non è importante "trattenere" ciò che si legge. L'importante è saper usare ciò che leggiamo, al momento opportuno. Ecco il link dove si trova la storiella: https://www.sicp.it/informazione/news/2020/10/una-storiella-zen/

