Pio. Il passaggio maschio/femmina è un continuum. Esistono maschi più maschi di altri, che sono comunque maschi. Questa distinzione netta maschio/femmina è funzionale ad un mondo intollerante. Detto questo, la mia risposta alla tua domanda:
"Ne vale la pena?" è sì. Perché prima di arrivare a 60 anni ci sono tutti gli anni precedenti, che se non si vivono bene, sono comunque un inferno, fino al punto del rischio autolesionistico (comprensivo di tossicidipendenze e suicidario). Servirebbe una società meno integralista e meno falsamente bigotta, per il rispetto di tutti quei diritti che non intaccano la mia sfera di libertà. Se una persona abortisce, divorzia, cambia sesso, vuole morire perché è un malato terminale, crede nel Dio Spaghetto o dorme con gli stivali, posso farmi un idea su di lui, ma devo tutelare la sua libertà.
"Ne vale la pena?" è sì. Perché prima di arrivare a 60 anni ci sono tutti gli anni precedenti, che se non si vivono bene, sono comunque un inferno, fino al punto del rischio autolesionistico (comprensivo di tossicidipendenze e suicidario). Servirebbe una società meno integralista e meno falsamente bigotta, per il rispetto di tutti quei diritti che non intaccano la mia sfera di libertà. Se una persona abortisce, divorzia, cambia sesso, vuole morire perché è un malato terminale, crede nel Dio Spaghetto o dorme con gli stivali, posso farmi un idea su di lui, ma devo tutelare la sua libertà.