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Messaggi - doxa

#511
Ultimo libro letto / Capro espiatorio
18 Marzo 2023, 18:46:27 PM
L'antropologo e filosofo franco-statunitense René Girard (1923 – 2015) alcuni anni fa pubblicò il saggio titolato "Il capro espiatorio" (edit. Adelphi). Il libro è ancora in commercio.

L'autore, per "illuminare" il meccanismo psicologico della persecuzione e del sacrificio, esamina e interpreta come antropologo anche alcune parabole di Gesù ed episodi dei Vangeli, come Salomé, il rinnegamento di Pietro, i demoni di Gerasa.

La sua è un'ipotesi sul funzionamento sociale e culturale umano. Dice che uomini e donne usano anche le credenze religiose per le relazioni sociali.

Questa teoria tratta il livello emotivo e antropologico: gli individui riescono a gestire i conflitti emotivi incanalandoli in cerimonie e riti religiosi e culturali, oppure trasformandoli in racconti e narrazioni mitologiche.

Quando la rivalità diviene eccessiva, o insorgono paura e insicurezza, un sentimento di odio si diffonde tra le persone e tende a convergere minacciosamente su una sola vittima: è questa che Girard chiama capro espiatorio (un individuo o un animale) che deve pagare al posto di altri, non perché sia colpevole, ma perché la comunità non può trovare accordo se non unendosi contro qualcuno o qualcosa.

Il capro espiatorio svia la violenza del gruppo sociale canalizzandola su di esso: bersaglio non pericoloso, il suo assassinio non sarà vendicato, perché è reietto e nel contempo salvatore, con il suo sacrificio "lava" la comunità dalle sue colpe.

Girard trova l'origine del legame sociale nella menzogna del capro espiatorio e nella violenza della sua uccisione, cioè nella condivisione da parte del gruppo dell'assassinio di un innocente, capace di cementare il patto di convivenza tra i suoi membri.

Lo studioso evidenzia come il sacro, la religione ed i miti nascano dal processo vittimario che si scatena in momenti di grave crisi socio-economica di una comunità e che minano la solidità del gruppo umano.

Nei periodi in cui è messa a repentaglio la sua stessa sopravvivenza, come nella caso di una carestia o di una pestilenza, la tranquilla esistenza della collettività è sconvolta e gli individui, incapaci di fronteggiarla, vanno alla ricerca di uno strumento di ricomposizione della crisi, capace di rassicurare e riconciliare gli animi.

In questi casi, emerge sempre la stessa soluzione con le singole rivalità tra gli individui che degenerano velocemente dando vita ad un desiderio unanime e indifferenziato di vendetta.

Il "contagio" si diffonde nella comunità interessando anche le persone meno coinvolte.

La folla contagiata è pronta a seguire la prima indicazione di un colpevole additato da un leader per concentrare contro questo bersaglio tutto l'odio di cui è carica. La persecuzione può assumere tragiche dimensioni, come le guerre.

Ma cosa spinge la folla a scegliere questa o quella vittima? E perché non prova compassione per la sua sorte?

Analizzando singoli miti e una quantità di casi storici, Girard giunge alla conclusione che la folla in preda a frenesia sceglie le proprie vittime non in base a indizi di colpevolezza, ma di caratteristiche fisiche o situazionali che associa alla sacrificabilità del soggetto.

Nella dinamica del capro espiatorio non si ricorre al normale procedimento di incriminazione tipico del processo penale, ma si individua sommariamente qualcuno come portatore delle caratteristiche di un potenziale responsabile dei mali sofferti dalla collettività.

I capri espiatori hanno segni evidenti di diversità fisica o morale dal resto del gruppo. Possono avere un difetto fisico o psichico, oppure appartenenti a una diversa religione, com'è successo agli ebrei o agli eretici nel Medioevo e nel Rinascimento.

Il secondo elemento è la loro non necessità alla sopravvivenza del gruppo.

Scegliendo un soggetto con queste caratteristiche, la società cerca di sviare in direzione di una vittima relativamente indifferente, una vittima sacrificabile, una violenza che rischia di colpire i suoi stessi membri che invece intende proteggere.

Se gli individui riescono a convincersi che uno solo di loro è responsabile della crisi che scuote la collettività, se riescono a vedervi la macchia che li contamina tutti, distruggendo la vittima sacrificale crederanno di sbarazzarsi del loro male.

segue
#512
Riflessioni sull'Arte / Re: Arte e capro espiatorio
18 Marzo 2023, 18:35:19 PM

Renato Guttuso, Crocifissione, olio su tela, (200×200 cm), 1941, Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna
In questo dipinto l'artista volle rappresentare non solo l'episodio evangelico della crocifissione di Gesù ma anche il dramma della seconda guerra mondiale, l'universalità e l'attualità del dolore.

L'intento di Guttuso non fu quello di raffigurare Cristo che muore per i peccati quotidiani, ma di simboleggiare l'umanità dolente.

Il quadro fu esposto nel 1942 al "Premio Bergamo" suscitando le ire del clero, perché considerato blasfemo e indecente.

Critiche arrivarono anche dal regime fascista , perché la scena allude alla guerra.

Questa provocatoria Crocifissione è significativa nella produzione dell'artista poiché riassume in sé sia la drammaticità del momento storico, sia l'anticipazione della componente ideologica che caratterizzerà la sua pittura, e più in generale il Realismo Sociale, negli anni seguenti.

In merito il pittore siciliano scrisse:

"La nudità dei personaggi non voleva avere intenzione di scandalo. Era così perché non riuscivo a vederli, a fissarli in un tempo: né antichi né moderni, un conflitto di tutta una storia che arrivava fino a noi. Mi pareva banale vestirli come ogni tentativo di recitare Shakespeare in frac, frutto di una visione decadente. Ma, d'altra parte, non volevo soldati vestiti da romani: doveva essere un quadro non un melodramma. Li dipinsi nudi per sottrarli a una collocazione temporale: questa, mi veniva da dire, è una tragedia di oggi, il giusto perseguitato è cosa che soprattutto oggi ci riguarda. Nel fondo del quadro c'è il paesaggio di una città bombardata: il cataclisma che seguì la morte di Cristo era trasposto in città distrutta dalle bombe".

Ed aggiunse: "La crocifissione deve essere il dramma di tutti gli esseri umani e in questo senso una scena comune. Questo è tempo di guerra e di massacri: gas, forche, decapitazioni, voglio dipingere questo supplizio del Cristo come una scena di oggi. Non certo nel senso che Cristo muore ogni giorno sulla croce per i nostri peccati ma come simbolo di tutti coloro che subiscono oltraggio, carcere, supplizio per le loro idee".

La scena è ambientata in un paesaggio collinare, le case sono accennate, squadrate secondo lo stile cubista. L'abitato è vicino ad un fiume.

I vivaci colori danno una forte carica espressiva ai corpi dei personaggi e all'opera stessa.

La tela raffigura più persone.

Le tre croci con Gesù e i due ladroni non sono una di fianco all'altra e frontali come da secolare tradizione, ma disposte in diagonale, una dietro l'altra, simile allo schema seguito da Rembrandt nel disegno "Cristo in croce tra i due ladroni".

Il volto di Gesù non è visibile, perché coperto dalla croce antistante, ma è riconoscibile dal drappo bianco nel girovita e dalla corona di spine sul capo.

Un particolare interessante riguarda la figura di Cristo e di uno dei due ladroni: hanno i pugni chiusi, simbolo dei comunisti (Guttuso era iscritto al partito comunista), fu un espediente per manifestare il suo dissenso politico e culturale al regime fascista.

Ai piedi della croce di Gesù c'è la madre, nuda, con le mani alzate, mentre tenta di asciugare il sangue che esce dalla ferita nel costato del Figlio.

Dietro Maria c'è la Maddalena, nuda nella parte superiore del corpo: è inginocchiata davanti la croce con le braccia spalancate.

Vicino la madre di Gesù, un'altra pia donna con vestito celeste, con le mani si copre il volto piangente.

In primo piano, sulla sinistra, dietro il cavallo bianco con il collo torto e la copertina sottosella di colore rosso sulla schiena, c'è un uomo a petto nudo che con la mano sinistra sorregge l'asta con in cima la spugna bagnata con la polsca (bevanda dal basso costo in uso nell'antica Roma dalla plebe e dai legionari) per raggiungere di Gesù agonizzante in croce, nell'altra mano ha due dadi.

Il cavallo bianco con il collo torto rimanda a quello presente nel "Guernica" che Picasso realizzò nel 1937.

#513
Riflessioni sull'Arte / Re: Arte e capro espiatorio
18 Marzo 2023, 17:52:16 PM
Grazie Ipazia !

Adesso ti offro Masaccio  ;)


Masaccio, Crocifissione, tempera su tavola a fondo oro, 1426. Museo Nazionale di Capodimonte, Napoli.

Questa tavola è una parte del "Polittico di Pisa" (Polittico dei Carmelitani) del quale era il comparto centrale superiore.
Fu dipinto da Masaccio (1401 – 1428) per la chiesa del Carmine a Pisa.

Scena della Crocifissione con tre "dolenti": Maria (la madre di Gesù), l'apostolo Giovanni e Maria di Magdala, rappresentata in ginocchio di spalle al centro (riconoscibile dal vestito rosso e dai capelli biondi), mentre è piegata in avanti ed allarga le braccia, disperata.

Sulla parte alta della croce è dipinto l'albero della vita, simbolo della risurrezione.

La testa di Cristo è incassata nel collo, il volto brunito è colto nel momento del trapasso, dopo il dialogo tra lui, sua madre e Giovanni: il Nazareno dice a Maria: "Ecco tuo Figlio", e a Giovanni: "Ecco tua madre". E l'ultima disposizione di Gesù come uomo: è un atto d'amore verso la madre che l'affida al giovane Giovanni perché sia sicura.

Maria, avvolta dall'ampio mantello blu, è davanti la croce, con le mani giunte.

Sull'altro lato c'è Giovanni, con il capo reclinato, il volto afflitto, anche lui con le mani giunte; il movimento delle braccia è evidenziato dal blu di una manica che contrasta con il rosso del manto.
#514
Riflessioni sull'Arte / Re: Arte e capro espiatorio
18 Marzo 2023, 17:38:20 PM
Sappiamo che Dio si è "incarnato" per "salvare" l'umanità dal peccato originale.
 
 Giovanni il battezzatore (considerato dalla religione cristiana l'ultimo profeta dell'Antico Testamento e il primo apostolo di Gesù Nazaret) mentre era a Betania sulla riva del fiume Giordano per somministrare il battesimo, vedendo Gesù venire verso di lui per farsi battezzare, disse: "Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo!" (Gv 1, 29). Questa frase evangelica allude a Cristo vittima sacrificale per redimere l'umanità dal peccato.
 
 Nella simbologia dell'arte cristiana l'agnello che porta una croce rappresenta Cristo, l'Agnus Dei.



Matthias Grünewald, dettaglio dalla Crocifissione di Isenheim (1516). Musée d'Unterlinden, Colmar (Francia)



Il polittico fu realizzato fra 1512 e 1516.



Gesù Cristo affisso sulla croce: il suo corpo è segnato dalle ferite della flagellazione, ha il capo cinto da una corona di spine, le mani attraversate da chiodi, i piedi sono sovrapposti e tenuti insieme da un grosso chiodo;

guardando il dipinto, sul lato sinistro ci sono tre figure:

il discepolo Giovanni (evangelista) in abito rosso, i capelli biondi, è rivolto verso la madre di Gesù: con il braccio destro la sorregge dietro la schiena, invece, la mano sinistra stringe la mano destra di Maria, che indossa una bianca veste ed ha il capo coperto con il velo bianco; ha le mani giunte, imploranti verso il Figlio; la donna in ginocchio è Maria di Magdala indossa un ampio mantello rosaceo, anche lei ha le mani giunte rivolte verso Cristo;

sull'altro lato della croce, sulla destra, c'è Giovanni Battista, che indossa una rozza veste realizzata con peli di cammello, nella mano sinistra tiene il libro aperto delle sacre scritture, con l'indice della mano destra indica Gesù come Agnus Dei, simbolicamente raffigurato dall'agnello mistico vicino la gamba destra del battezzatore; l'animale, che con la zampetta destra sorregge la croce lignea addossata al corpo, ha il petto ferito e versa il sangue in un calice.

Sopra il braccio destro piegato del battista si vede una scritta: "Illum oportet crescere, me autem minui" (= Lui deve crescere; io, invece, diminuire), la frase è tratta dal Vangelo di Giovanni (3, 30).


#515
Riflessioni sull'Arte / Re: Arte e capro espiatorio
18 Marzo 2023, 16:49:30 PM
L'argomento "capro espiatorio" coinvolge la storia religiosa, la teologia, ma anche la letteratura.

Ma cosa s'intende per "capro espiatorio" ?

In modo puerile mi rispondo !

Capro: è il maschio della capra domestica.

Espiatorio: questo aggettivo allude alle preghiere o al rito sacrificale per ottenere da una divinità la liberazione dalla propria colpa.

Ergo,  la frase "capro espiatorio" (in inglese "scapegoat")  indica un oggetto, un totem, un animale, ma anche  un individuo. A questi  vengono attribuiti i mali e le colpe di altri.

"Giorno dell'espiazione" (in ebraico Yom kippur).

Il sostantivo  "espiazione" deriva dal latino "expiare", parola composta dalla particella intensiva "ex" (= fuori) e dal verbo "piare" (= rendere pio, puro). 

Espiazione di una colpa commessa e liberazione  da questa mediante l'accettazione e la sopportazione della pena inflitta a tale scopo.

L'espiazione tramite il sacrificio espiatorio:  è il modo con il quale un individuo o una comunità  cerca di ingraziarsi una divinità per  farsi perdonare da questa le colpe.

In tempi remoti oltre gli animali venivano sacrificate persone: (neonati, bambini o adulti)  per avere il favore o il perdono divino.

Col passar del tempo i sacrifici umani  non furono più praticati  e sostituiti da gesti simbolici.

Per la religione ebraica l'espiazione è collegata al peccato commesso.

Dall'infrazione anche involontaria contro le prescrizioni stabilite dal patto che lega Israele a Dio, nasce una colpa oggettiva (1 Samuele 14, 2)  con effetti sanzionatori, punitivi, sul colpevole o su una comunità. 

Il capro espiatorio: con il sacrificio della vittima sacrificale  il peccato dell'offerente passava all'animale sacrificato e il perdono ottenuto passava all'offerente.

Nell'antica tradizione religiosa ebraica nel giorno dedicato allo Yom Kippur (= Giorno dell'espiazione), la comunità di Gerusalemme offriva due capri da sacrificare nel Tempio per l'espiazione dei propri peccati.

Il sommo sacerdote estraeva a sorte tra due "capri" (=arieti):

il primo veniva immolato nei pressi dell'altare dei sacrifici, collocato all'ingresso del Tempio.
Il sangue dell'animale veniva utilizzato in modo simbolico per purificare il tempio e l'altare profanati dai peccati degli Israeliti (vedi Levitico 16, 5 – 10).

Il secondo capro subiva una sorte diversa. Il sommo sacerdote poneva le sue mani sulla testa dell'animale e simbolicamente gli attribuiva i peccati del popolo di Israele. Poi il capro veniva portato in una zona desertica a circa 12 chilometri da Gerusalemme, dove, secondo la tradizione rabbinica, veniva precipitato da una rupe (Levitico 16, 20 – 22). Questo rituale permetteva alla comunità di essere "liberata" dai peccati.

La bestia non veniva offerta a YHWH perché i peccati che le erano stati attribuiti la rendevano impura, come tale inadatta ad essere vittima sacrificale.

Secondo molti esegeti questo rito è un esorcismo derivato da arcaici riti agresti preesistenti l'ebraismo.

Il rito è descritto nel capitolo 16 del Levitico, nella Mishnah (cap. 6) e nel Talmud, fogli 66 e 67).

In senso figurato con "capro espiatorio" s'intende la persona sulla quale si fanno cadere colpe non sue: "essere il capro espiatorio", "fare da capro espiatorio".
#516
Riflessioni sull'Arte / Arte e capro espiatorio
18 Marzo 2023, 16:40:02 PM
La "Celebratio passionis Dominis": celebrazione della Passione del Signore  il venerdì che precede la Pasqua cristiana,  i fedeli commemorano la condanna, la tortura e la crocifissione di Gesù Cristo, il  "capro espiatorio".

Caravaggio realizzò questo dipinto riguardante la fase della flagellazione di Gesù.


Michelangelo Merisi, detto "il Caravaggio", "Flagellazione di Cristo", 1608 circa, olio su tela, cm 286 x 213, Museo Nazionale di Capodimonte, Napoli
 
Il contrasto fra luce e ombra caratterizza numerosi dipinti di Caravaggio. Anche in questo lo sfondo scuro domina la scena, centrata intorno alla colonna dove è poggiato il Nazareno. Il suo corpo è illuminato da un fascio di luce.
 
Gesù, nudo, tranne che per il bianco perizoma che gli cinge i fianchi, ha la corona di spine sul capo chinato in segno di accettazione della volontà di Dio.
 
Intorno a lui ci sono due dei suoi torturatori. Quello di sinistra tira i capelli a Gesù, quello di destra gli lega le mani dietro la schiena facendosi forza con la gamba.
 
Un terzo uomo è in primo piano in posizione chinata mentre prepara il flagello (strumento di tortura), vicino la gamba sinistra del Nazareno.
 

Particolare dell'aguzzino in primo piano
 
Indagini ai raggi X hanno consentito di vedere che la tela è formata da tre distinti pezzi di stoffa, due con le stesse dimensioni sono uniti all'altezza dell'ombelico di Cristo, un altro, largo 17 cm, è aggiunto sul margine destro per completare il piede dell'aguzzino, con la realizzazione del suo tallone, che in origine era tagliato.
#517
Tematiche Spirituali / Tempo pasquale
13 Marzo 2023, 21:44:37 PM

Tempo di Pasqua, tempo di solidarietà. Tempo della fiducia e dell'impegno.

Gesù esorta a distinguere i segni dei tempi.

Cogliere questo tempo pasquale come un tempo di scelta: che cosa conta e che cosa passa, di separare ciò che è necessario da ciò che non lo è.  

Ve la ricordate Mafalda, quella immaginaria bambina di 6 anni, ribelle, che odia la minestra ed è protagonista dell'omonima striscia a fumetti ? S'interessa degli avvenimenti quotidiani nel mondo, come la fame, l'emigrazione, il razzismo, la guerra. Quando chiede spiegazioni agli adulti, le sue domande spesso suscitano crisi di nervi, curate con "Nervoclam".



In una striscia a fumetti l'impertinente Mafalda chiede: "Mamma, che cos'è la beneficenza ? E' forse quella cosa per cui i ricchi si riuniscono per mangiare molte cose deliziose, così da raccogliere fondi per dare da mangiare ai poveri poche cose cattive ?"
 
 E' prassi diffusa il rito collettivo pomposamente definito "pranzo o cena di beneficenza" per mettere in pace le coscienze dei benestanti.
 
 Quell'obolo viene esaltato come gesto di grande generosità, in realtà è una "carezza" del proprio ego, una giustificazione per "sentirsi a posto con la coscienza".


 Lo scrittore e drammaturgo francese Pierre Corneille (1606 – 1684) in un suo aforisma scrisse:
 
"Un beneficio perde la grazia a dargli troppa pubblicità; chi vuole che sia ricordato, deve dimenticarlo per primo".
 
 Altro che cartoncini d'invito, erogazioni pubbliche, ringraziamenti, ecc., si devono sempre tener presenti le parole di Gesù nel Vangelo di Matteo: "Quando fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti per essere lodati dalla gente. Invece, quando fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà" (6, 2 – 4).
 
 
#518
Riflessioni sull'Arte / Re: Amedeo Modigliani
11 Marzo 2023, 22:18:25 PM

Amedeo Modigliani, ritratto di Jeanne Hébuterne, 1919, olio su tela, collezione privata.

Bene ! Sono giunto alla conclusione di questo thread.

I ritratti di Modigliani non da tutti sono graditi.

Voglio dirvi che ho cominciato questa discussione perché  nei giorni  scorsi avevo letto che messer Niccolò Machiavelli nel "Principe" scrisse: "ognun vede quel che tu pari, pochi sentono quel che tu sei".

Invece il filosofo e gesuita spagnolo Baltasar Gracián y Morales (1601 – 1658) in una delle sue  "sentenze" o detti popolari nel  suo libro titolato "Oráculo manual y arte de prudencia", pubblicato nel 1647, afferma che: "Le cose non si percepiscono per quello che sono, ma per come appaiono. Pochi sono coloro che guardano in profondità, molti quelli che si appagano delle apparenze".

Mentre l'artista Amedeo Modigliani alla sua amata Jeanne quando  gli chiese perché non dipingeva l'iride negli occhi,  Modì rispose: "Dipingerò i tuoi occhi, soltanto quando avrò conosciuto la tua anima".

Infatti si dice che gli occhi siano lo specchio dell'anima.

Comunque con questo thread ho cercato di saperne un po' di più su Amedeo Modigliani e su Jeanne Hèbuterne. La mia ricerca ho voluto condividerla con voi. Spero sia stata di vostro gradimento.

Il tragico finale  di quella coppia fa meditare sulla forza dell'amore. A questo, e a Jeanne idealmente dedico un fiore


Jeanne Hébuterne

the end
#519
Riflessioni sull'Arte / Re: Amedeo Modigliani
11 Marzo 2023, 17:25:11 PM
Nel 2004 fu realizzato il film "I colori dell'anima". Nelle sale cinematografiche italiane giunse nel 2005. Narra la storia della rivalità tra due geni dell'arte contemporanea, Amedeo Modigliani e Pablo Picasso, e del loro amore per due donne, rispettivamente Jeanne Hebuterne e Olga Khoklova.

Il film comincia con questa domanda di Jeanne: "Sapete che cos'è l'amore, quello vero ? Avete mai amato così profondamente da condannare voi stessi all'inferno per l'eternità? Io l'ho fatto...".

Con questo incipit ci invita a riflettere sui tragici amori.

Jeanne, cresciuta in un ambiente della media borghesia, era attratta dalla pittura, la poesia, la musica . Quando a Parigi conobbe Modì ad un corso di disegno all'Accadèmie Colarossi, aveva 19 anni.

La giovane francese aveva  gli occhi azzurri e lunghi capelli castani. Era riservata, tranquilla, un po' malinconica. Affascinò subito Modigliani per la bellezza e il carattere docile.

Fu reciproco innamoramento. Lei andò a convivere con l'artista, nonostante le proteste dei genitori della ragazza.

Erano due anime inquiete alla ricerca di un significato  della vita: lo trovavano l'uno nell'altra nel loro amore passionale.

Jeanne fu la modella prediletta e  Modì le dedicò circa venti tele, in diverse posture.

Inizialmente la dipinse con gli occhi celati, simbolo di astrazione del volto nella ricerca dell'anima racchiusa nel corpo.

Quando lei gli chiese il perché, Amedeo le rispose: "Devo prima conoscere la tua anima".

Successivamente le dipinse gli occhi con l'iride azzurra, alcune volte marrone,.


Amedeo Modigliani, Jeune fille rousse (Jeanne Hébuterne, 1918, olio su tela,  Parigi, collezione Jonas Netter.
La ragazza ha il volto orientato di  tre quarti come se fosse stata fotografata all'improvviso: il corpo è girato verso destra mentre lo sguardo è rivolto a sinistra.
L'abito nero valorizza il volto allungato e il collo slanciato. La fisionomia descrive una giovane elegante, con le labbra sottili colorate dal rossetto.

#520
Riflessioni sull'Arte / Re: Amedeo Modigliani
11 Marzo 2023, 15:23:56 PM
Un altro famoso nudo di Modì è questo: 


Amedeo Modigliani, "Nudo seduto su un divano", olio su tela, 1917,  collezione privata, Paris.

La firma dell'artista è visibile  in basso a destra guardando il dipinto.
#521
Riflessioni sull'Arte / Re: Amedeo Modigliani
10 Marzo 2023, 19:42:17 PM

Amedeo Modigliani, Nudo sdraiato con le mani giunte, olio su tela, 1917, Pinacoteca Agnelli: è un museo d'arte con sede a Torino.
Inaugurata nel 2002 all'ultimo piano del Lingotto, la pinacoteca raccoglie una selezione di opere provenienti dalla collezione privata di Gianni e Marella Agnelli.

In questo  dipinto la giovane donna  è sdraiata di fianco su un sofà; ha le mani giunte e il corpo  in atteggiamento di naturale rilassatezza.

Una sinuosa linea scura separa il corpo dalle campiture di colore quasi astratte dello spazio circostante.

Anche questo dipinto fa parte della serie di quadri realizzati dal pittore nell'appartamento parigino di rue Joseph Bara 3, che il suo mercante  d'arte, Zborowski,  aveva preso in locazione nel 1916 per consentire all'artista di concentrarsi sulla produzione.
#522
Riflessioni sull'Arte / Re: Amedeo Modigliani
10 Marzo 2023, 18:31:41 PM
Grazie Ipazia per la tua nota. 

Adesso ti dedico questi altri due dipinti di Modigliani


Amedeo Modigliani, Nu accroupi (Nudo seduto), 1917, Museo reale di belle arti (in fiammingo: Koninklijk Museum voor Schone Kunsten) Anversa, Belgio

Il tema è ricorrente nei dipinti di Modigliani. Un  esempio è questo suo dipinto del 1916


Amedeo Modigliani, Nudo  (femminile) seduto, olio su tela, 1916, Courtauld Gellery, Londra.

Si presume che la modella sia Beatrice Hastings, che all'epoca era la compagna di Modigliani.
#523
Riflessioni sull'Arte / Re: Amedeo Modigliani
10 Marzo 2023, 17:04:30 PM
Nel precedente post ho erroneamente scritto che il dipinto fu venduto all'asta "per oltre 170 mila dollari", invece il prezzo fu di 170,4 milioni di dollari.

Ed ora vi faccio vedere quest'altro bel quadro di Modigliani.


Amedeo Modigliani, Nudo sdraiato (sul fianco sinistro) (Nu couché sur le côté  gauche), olio su tela, 1917, collezione privata.
 
figura femminile nuda sul letto, coricata sul fianco sinistro, mentre volge il suo sguardo verso l'osservatore.
 
Il dipinto fu venduto nel 2018  da Sotheby's, a New York,  per 157,2 milioni  di dollari (circa 130 milioni di euro).
#524
Riflessioni sull'Arte / Re: Amedeo Modigliani
09 Marzo 2023, 23:22:55 PM
Amedeo Modigliani dipinse i primi nudi femminili nel 1908, circa. Poi riprese questo ciclo nel 1916. Realizzò nudi femminili in posizione sdraiata, a mezzo busto, seduta o accovacciata.

Il 3 dicembre 1917 per la prima volta a Parigi espose i suoi dipinti alla Galerie Berthe Weil. Nel corso dell'inaugurazione, la mostra venne chiusa per l'accusa di oscenità.


Amedeo Modigliani, Nudo sdraiato ("Nu couché in lingua francese"), 1917 -1918, olio su tela, collezione privata, Cina.

Questo dipinto, esposto alla prima personale parigina di Modigliani, fu ritirato dall'artista per offesa alla pubblica decenza.

Fece da modella la sua compagna Jeanne Hébuterne. La donna raffigurata in posizione supina  ha gli occhi e i capelli neri. Le braccia aperte permettono di vedere la leggera peluria nelle  ascelle, anche il pube è in vista.
 
Le braccia e le gambe tagliate dal bordo del quadro, permettono al corpo di dominare lo spazio, lo riempiono, come se la tela non potesse contenerlo.

Anche in questo dipinto i contorni sono allungati.
 
I colori sono pochi: le tonalità presenti sono terre rosse e ocra, azzurri e neri, poco bianco. L'ambiente è appena accennato, quasi un abbozzo, perché ancor più risalti il corpo della donna.

Il 9 novembre 2015, il  ricco cinese Liu Yiqian lo  acquistò  per oltre 170 mila dollari dopo 9 minuti e mezzo di gara in un'asta Christie's, a New York.

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#525
Riflessioni sull'Arte / Re: Amedeo Modigliani
09 Marzo 2023, 21:51:41 PM

Jeanne Modigliani

La figlia di Amedeo Modigliani si chiamava Jeanne, come la madre.

Nacque a Nizza nel 1918 e morì a Parigi nel 1984 a causa di una caduta accidentale, tre giorni dopo il ritrovamento a Livorno delle tre false teste petrose erroneamente attribuite ad Amedeo Modigliani.

Fu storica dell'arte e scrisse vari saggi.

Quando i suoi genitori morirono nel 1920 la bambina aveva due anni. Crebbe a Livorno con la nonna paterna, Eugénie Garsin, imprenditrice e scrittrice francese, ma discendente da famiglia ebraica portoghese. 

Jeanne Modigliani si laureò a Pisa in storia dell'arte con la tesi su Vincent van Gogh.

Perseguitata dal fascismo in quanto ebrea, si rifugiò a Parigi.

Jeanne sposò  in prime nozze l'economista e giornalista Mario Levi, fratello di Natalia Ginzburg, come si legge nel libro titolato "Lessico familiare".

Durante la seconda guerra mondiale partecipò alla Resistenza francese, durante la quale  incontrò Valdemar "Valdi" Nechtschein, anche lui sposato, e tra loro cominciò una relazione amorosa. Nel  maggio 1946 Jeanne diede alla luce la loro figlia, Anne. Alla fine, entrambi divorziarono dai loro coniugi e si sposarono.  La loro seconda figlia, Laure, nacque nel 1951.

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