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Messaggi - giona2068

#511
Citazione di: Marco Dolivo il 16 Maggio 2016, 13:59:44 PM
L'agnostico è una persona che non sa e quindi definendosi agnostico si pone davanti al problema in maniera aperta, pronta magari a cambiare idea. Non ha la Fede, che come giustamente accennato sopra, è di chi si Affida ad un sapere esterno. L'agnostico è una persona che preferisce non sapere nulla che non sia da lui vagliato e confutato.
Penso che questa sia la soluzione più onesta da prendere. L'Ateo invece da per scontato che nulla di trascendente possa esistere e quindi si pone davanti al problema con una chiusura "Non c'è nulla punto e basta".
Se ci fate caso le religioni in genere hanno dei fedeli e quindi si comportano come un genitore che ha dei figli troppo piccoli per capire. Si comporta come un genitore con un figlio preadolescente dove l'imposizione delle regole colma quella mancanza di esperienza che serve a prendere autonomamente delle decisioni e a farsi una propria idea.
Oggi, secondo me, la coscienza collettiva dentro il quale le singole coscienze fanno esperienza, è arrivata a far fare il salto ad un livello adolescenziale a molte coscienze. E come si comporta un adolescente? Comincia a mettere in dubbio gli insegnamenti dei genitori per far posto alle sue idee, si mette contro i vecchi insegnamenti a prescindere dal giusto o sbagliato. Allora ecco che molti cominciano ad allontanarsi dalla fede. Molte persone diventano agnostiche, perché la vecchia favoletta risalente agli antichi romani non gli basta più. In definitiva adesso molte più persone non si accontentano di credere per fede, ma cercano risposte che siano quantomeno plausibili. Che corrispondano e coincidano con la scienza, l'archeologia, la psicologia ecc.
Finalmente per molte persone questo periodo storico rappresenta un motivo di crescita, anche se devono necessariamente passare per l'agnosticismo o l'ateismo.

E sì, avviene, anzi è già avvenuto, esattamente quello che dice Marco Dolivo, solo che è una disgrazia non una fortuna. Infatti l'uomo che pensa di  essere sapiente allontanandosi dal Signore Dio e/o mettendo in dubbio il Suo insegnamento diventa stolto senza rendersene conto. A rigore di logica, si può essere sapienti abolendo la sapienza che è il Signore Dio in persona? No.
Guardiamoci intorno e osserviamo. Vediamo un  mondo tecnologico, moderno, evoluto, anche se non per tutti, ecc...., ma nell'altra faccia della medaglia ci sono: radioattività, ordigni nucleari capaci di distruggere il mondo intero, inquinamento, famiglie distrutte, genitori contro figli, figli contro genitori, indifferenza, alcool droga, giovani in larga percentuale alla deriva, assenza di principi morali, un gran da fare per pscicologi e psichiatri, matrimoni fra persone dello stesso sesso, omosessualità diffusa, ricorso ai psicofarmaci, ecc.. In America, paese altamente evoluto, da diversi anni è consentito prescrivere psicofarmaci ai bambini  che abbiano compiuto anni 7, in Europa da qualche anno è lecito prescriverli ai bambini che abbiano compiuto gli anni otto. Come mai in un mondo non evoluto questi medicamenti non erano necessari e in un mondo moderno sì? Non parliamo poi delle tecniche di fecondazione assistita.   Non sono questi un segni che la cosiddetta "evoluzione" ha fatto più male che bene.  Si potrebbe  obbiettare che sarebbe possibile far convivere l'evoluzione con il rispetto dei principi morali, ma non è così perché l'uomo tecnologico crede di sapere tutto e chi crede di sapere tutto mette tutto in discussione ed arriva all'ateismo e/o all'agnosticismo e l'agnostico, per dirla tutta, è un non credente perché non c'è una terra di nessuno. Chi non sa ha già perso la verità. Chi ha perso la verità ha perso il Signore Dio Spirito e Verità. Per questo è assimilabile ad un ateo. Chi non sa, non sa perché non sente e chi non sente non può credere. Se l'agnostico non è ateo sta correndo verso l'ateismo.  
In ogni caso in questo tempo la coscienza collettiva ha fatto un salto nel vuoto e non un salto da coscienza adolescenziale a coscienza matura, perché l'uomo ha perso il Signore Dio dal suo cuore.
Se osserviamo bene l'uomo di questo tempo, ci rendiamo conto che addirittura è senza coscienza, intendendo per coscienza la voce del Signore Dio nell'uomo. Questo equivale ad una macchina senza volante, ma  è un bene o un male?
#512
La fede è speranza. Esempio: In un'urna ci sono dieci palline di cui quattro bianche e sei rosse. La probabilità per me che aspetto che sia estratta una pallina rossa  è di sei su dieci. Questa probabilità di un evento a me favorevole è la mia speranza matematica. Chi ha fede spera che si realizzi l'evento sperato con una probabilità direttamente proporzionale alla sua fede. Quando la speranza diventa certezza la fede diventa credere, chi crede è come chi aspetta che venga fuori una pallina rossa da un'urna contenente solo palline rosse.
#513
Tematiche Spirituali / Re:Io chi sono?
16 Maggio 2016, 13:29:16 PM
La conoscenza di noi stessi alla quale ho fatto riferimento è sul piano psicospituale, quella sul piamo materiale è tutt'altra cosa.
Se l'uomo è quello che adora, perché dovrebbe essere impossibile scoprirlo? Forse la difficoltà è un'altra, cioè ammettere di adorare qualcosa di sbagliato. In ogni caso se troviamo il coraggio di affrontare gli idoli che vivono nel cuore e vi rinunciamo, scopriamo che siamo l'immagine e somiglianza del Signore Dio dell'Amore, della Pace, della Sapienza, della Potenza ecc...
La speranza di scoprire questo ci da la forza per meditare, non riflettere che è un'attività della mente, entrando in noi per scoprire ciò che non avremmo mai pensato.
#514
D'accordo il tomismo è l'incontro fra ragione e fede o/e fra sentimento e logica, ma la fede/sentimento sono di origine divina mentre la logica umana è umana! Agli umani è stato detto "Le mie vie non sono le vostre vie. Tanto il cielo sovrasta la terra tanto i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri". Da qui nascono lo scontro, l'agnosticismo, il rifiuto, l'ateismo ecc.... Quando non capiamo dovremmo fidarci, ma se ci fidiamo dobbiamo mettere da parte la logica umana. In ogni la logica è solo ed esclusivamente DIVINA, la logica umana è meglio chiamarla ratio.
Se vogliamo arrivare al credere in Spirito e Verità l'unica via è scoprire la nostra vera verità, cioè chi siamo e, visto che gli umani sono quello che amano, cosa abbiamo messo al posto del Signore DIO nel nostro cuore. Rinunciando a questi idoli, ci purifichiamo. La purezza e la verità sono già il Signore Dio in persona che racchiude in se  logica (la Sua) e sentimento.
La teologia può essere pericolosa perché a volte fa entrare in contrasto il sentimento con la ratio e gli dioli umani come sopra detto.
Se non l'hai già fatto ti consiglio di leggere su questo Forum il mio Topic: IO chi sono?
#515
Il problema non sono le teorie tomistiche che in verità non conosco. Il problema è che le loro opere, da secoli secolarum, con corrispondono all'insegnamento del Signore Gesù.
Esempio: Il cristianesimo prescrive che quelli che sono cristiani lo si riconoscono dall'amore per il prossimo. Allora non si può essere cristiani e benedire le armi dei crociati che partivano per la guerra? Non si può indossare una divisa raffigurante la croce e uccidere altri esseri umani. Il mio regno non è di questo mondo, dice il Signore Gesù. Come mai il Suo vicario è capo di stato? Gli uccelli hanno un nido, le volpi hanno le tane ma il Figlio dell'uomo non ha un sasso per appoggiare la testa. Come mai il vaticano, senza che nessuno abbia mai prodotto qualcosa , è lo stato più ricco del mondo? Pietro era un pescatore, come mai il suo successore abita in palazzi di lusso? I cardinali hanno appartamenti di ampissima metratura ristrutturati con i soldi destinati ai bambini. Qualcosa è stato restituito (150.000), ma come mai hanno così tanti soldi? Non hanno fatto voto di povertà, umiltà e obbedienza e castità? Insomma vedo più Costantino che cristiani. Come mai i santi quando erano in vita sono da loro stati perseguitati o bruciati e dopo morti sono stati messi su falsi altari?
Se venisse Pietro, gli lascerebbero il trono? Eccc..
Per questo non vedo cristianesimo, ma vedo un divenire dell'impero romano che a tutt'oggi resiste   
#516
C'è una errore alla base della tua impostazione e cioè: Cristianesimo e cattolicesimo non sempre sono la stessa cosa. Esempio: Il fondamento del cristianesimo è la purezza di Maria,  del Suo figlio il Signore Gesù e degli Apostoli e Profeti, mentre la guida spirituale della chiesa cattolica proclama che il sesso è un dono di "dio" che serve per abbellire il matrimonio quando non è finalizzato alla procreazione. "Chiunque (marito compreso) guarda una donna per desiderarla ha già commesso adulterio"
Le scritture dicono che l'omosessualità è un abominio (schifezza) e qualcuno che conta dice che non ha il diritto di giudicare dimenticando che ha il dovere di ammonire per non  arrivare  dove siamo arrivati. Lo stesso dice che sulla nuova legge che regola le unioni omosex non si intromette, ma si intromette eccome su tutte le altre questioni  
Comunque, al di là della corrispondenza dell'insegnamento, la fede in Cristo Gesù è via verità e vita che non si presta a disquisizioni perché appartiene al sentimento/sentire e non alla cultura, anche quando trattasi cultura teologica.
Se vuoi saperne di più abbi fede ed ogni risposta ti sarà data.
#517
Tematiche Spirituali / Io chi sono?
14 Maggio 2016, 18:22:26 PM
Se l'uomo sa chi è, allora scoprirà chi è il Signore Dio. Finché non sa chi è, come può sapere chi è il Signore Dio? Se non sa chi è il Signore Dio non può sapere chi è il suo fratello e, finché non sa chi è il suo fratello, non cercherà mai la Pace perché non sa cosa vuol dire Pace. L'uomo e il suo prossimo sono l'immagine del Signore Dio vivente, cioè l'immagine dell'Amore e della Pace.
Se l'uomo non ha scoperto  chi è perderà questa immagine facilmente e la distruggerà nel suo fratello, senza accorgersi. Per questo la ricerca religioso serve a rispondere alla domanda: IO chi sono?
Se l'uomo  sa chi è, saprà subito chi è il Signore Dio e chi è lui per il Signore Dio.
Come mai c'è chi dopo lunghi anni di ricerca non ha scoperto chi è Cristo Gesù?
Vuol dire che quest'uomo non ha scoperto chi è lui!
Una volta che avrà scoperto chi è Lui saprà, senza pensarci,  chi è il Signore Gesù e chi è lui per il Signore Gesù. Scoprirà anche chi è lui per il prossimo e chi è il prossimo per lui.
Il popolo d'Israele  sapeva chi fosse il Signore Gesù? Quelli che gridavano: Crocifiggilo, sapevano chi fosse il Signore Gesù?
Non potevano saperlo anche se conoscevano la Sua storia umana biblica e umana.
Non sapevano chi fosse perché non sapevano chi erano loro. Idem in questo tempo.
IL più  grave degli errori umani è pensare di poter scoprire chi è il Signore Dio, senza aver conosciuto se stessi.
L'uomo giudica il suo simile perché vede in lui se stesso, si specchia perché il prossimo diventa il suo specchio. Chi giudica sa accusare il suo prossimo, lo sa giudicare, sa uccidere moralmente il suo simile, ma non sa che sta condannando/giudicando se stesso.
Il comandamento dice: No fare bugie, perché il bugiardo non sa chi è e non sa chi è il Signore Dio.
Non giudicare e non fare falsa testimonianza perché chi testimonia il falso sta testimoniando se stesso, anche se non si accorge.
L'uomo  conoscerà il Signore  - lo Spirito della verità - solo quando avrà scoperto chi è e ciò che è diventato. Questo avverrà quando nel cuore non ci sarà più né  odio né rancore e quando non ci sarà più spazio per il peccato. Solo in quel momento, quando il cuore sarà puro e perfetto,  si può ricevere nuovamente lo Spirito del Signore Dio, cioè l'immagine dell'Amore e della Pace.
Solo in quel momento, nell'Amore e nella Pace, l'uomo può sapere chi è il Signore Dio, chi è il Signore Gesù e chi è il suo prossimo. Il nostro prossimo siamo noi.
Se vogliamo conoscere chi siamo dobbiamo avvicinarci alla Specchio Celeste per guardare il nostro Spirito, la nostra anima e il nostro corpo.
Più ci avviciniamo allo Specchio Celeste, più vediamo i nostri difetti, ma dobbiamo ammettere che questo Specchio è pulito e perfetto, altrimenti lo condanniamo e dicendo  che lo specchio è sporco e che la nostra immagine non è quella. Basta vedere cosa hanno detto dei profeti, del Signore Gesù e dei Santi.
L'uomo che accusa lo specchio non saprà mai chi è.
Chi non sa chi è vive da morto e si accorge.
Il Signore è la nostra salvezza, se crederemo nella nostra verità.
#518
Alla cortese attenzione di HollyFabius

Mi dispiace che tu abbia intesso che fossero riferite a te le affermazioni contenute nel mio precedente post, quando in verità erano solo la mia partecipazione al dialogo senza intenzione e risultanza di rivolgermi a qualcuno. Infatti tu stesso mi segnali di non essermi rivolto a te personalmente, ma visto che ci siamo approfitto per precisare che  la fede non può essere  diagnosticata scientificamente come il tumore perché appartiene al sentire nell'invisibile. E' un po' come spiegare il gusto del miele a chi conosce solo l'acqua zuccherata. Resta il fatto che nessuno, tu compreso, può essere obbligato a credere, ma chi crede perché ha esperito testimonia la propria conoscenza perché ne ha il dovere/gioia di farlo.
Se ci sono cose che non piacciono, non vuol dire che non siano vere.     



Quanto all'affermazione di Sariputra, vorrei fargli notare di non aver detto che fare sesso, mangiare e camminare sono l'inferno, ma di aver detto che si può essere morti pur facendo queste cose.
#519
Fede e fiducia non sono sinonimi da usarsi alternativamente, almeno nell'accezione comune. Fede vuol dire speranza nel Signore Dio e fiducia vuol dire certezza o quasi  nelle cose del mondo. Esempio: La sedia o le gambe che ci sostengono.
Quello che non capisco è perché chi non ha fede vuol spigare a chi ne ha cosa essa sia. Fino a quando l'uomo vive senza fede non sa cosa essa sia e non conosce gli effetti vitali di essa su di lui. Oltretutto non sa cosa vuol dire vita e vivere e quando, chi non ha fede,  afferma che l'uomo può vivere senza fede, lo afferma con convinzione perché non sa che sta vivendo da morto e che quella che chiama vita, altro non è che il "vegetare. Non solo non sa cosa  voglia dire vita, ma non sa neanche cosa voglia dire morte. Manca cioè di esperito. Esempio: Quando parla Vladimiro, alias Luxuria, che penso ormai tutti conosciamo per averlo visto(a) in TV, sembra che parli la sapienza in persona, ma la sua ratio è 100% la ratio di questo mondo! Se le/gli chiedessimo se crede o non, potrebbe rispondere anche sì, ma sarebbe una risposta di circostanza per da valore alle sue affermazioni.
Questa è la conseguenza del vivere senza fede che porta alla conclusione che si può vivere senza di essa. La stessa mancanza di fede non consente che la persona si accorga  di essere senza vita perché satana semina morte e fonda il suo potere su questa inconsapevolezza . Se si sapesse distinguere la vita dalla morte, la conclusione sarebbe che senza fede si vive da morti, cioè si vegeta solo, anche se si fa sesso, si mangia, si cammina ecc....
#520
Senza scomodare Maslow, la scienza e/o la sociologia, il bisogno di credere altro non è che  la presenza nell'uomo dello Spirito Santo/Vita che desidera essere in comunione totale con il cuore dello Spirito dal quale procede. I desideri dell'anima, anch'essa di natura divina, vengono suscitati dallo Spirito che dimora in essa e questi desideri sono confacenti alla sua natura divina. Situazioni di questo genere riguardano solo le persone che hanno conservato lo Spirito Santo che le rende vive. Chi ha perso completamente lo Spirito Santo non sente questo desiderio perché è morto e il morto sente solo i desideri della morte: Rifiuto di credere nel Signore Dio, desideri di questi mondo, quelli carnali in particolari, superbia, orgoglio, odio, denaro, potere ecc.. La morte è satana e questi desideri e modi di pensare sono i suoi, anche se la persona crede che siano suoi. Infatti chi li soddisfa non vive in pace. Non dimentichiamo che chiunque rifiuta il Signore Dio e il credere in Lui non è arrivato a questo passando per una terra di nessuno, cioè  essere senza il Signore Dio e senza lo spirito del peccato/satana,  perché ha perso lo Spirito Santo proprio in contemporanea con il peccare. Per questo è scritto: Chi non è con me è contro di me. 
Chi è con Lui crede e ne sente il desiderio perché lo Spirito gli fan sentire questo e guida i suoi passi per amare, costruire la pace, rispettare tutti ecc..., il altre parole gli conferisce un buon comportamento che lo rende quantomeno umano.
Stando le cose in questo modo, è totalmente inutile tentare di convincere un ateo a credere. Sarebbe come convincere satana che dopo mille anni nello stagno di zolfo/inferno (Ap. 12)  non ha cambiato idea perché ha ripreso a sedurre gli uomini.
#521
Tematiche Spirituali / Re:il perdono: quanto costa?
28 Aprile 2016, 00:27:26 AM
Citazione di: Mariano il 27 Aprile 2016, 22:33:16 PM
Citazione di: giona2068 il 27 Aprile 2016, 21:58:06 PM
"Se chi fa un torto non è consapevole non si può parlare di perdono, fondamento del perdono è il pentimento, se non c'è consapevolezza non ci sarà ovviamente pentimento"
«Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno»

Quale lettura bisogna dare a questa frase tramandataci da Luca? ( Luca 23,33-46)
Noi stiamo parlando  del perdono fra noi umani che non abbiamo il potere di assolvere o condannare, non di quello fra il Signore Gesù e noi umani. In ogni caso non ho detto che bisogna vendicarsi, ma di aiutare la persona a riconoscere lo sbaglio per un pentimento che sarà la base del perdono. Possiamo anche chiamare perdono il non vendicarsi, ma in verità non è perdono bensì pietà. Infatti la pietà è l'aiuto a chi non sa quello che fa o a chi non ha scampo.
Non è che per caso vuoi fare l'esaminatore?
Speriamo di no!
#522
Tematiche Spirituali / Re:il perdono: quanto costa?
27 Aprile 2016, 21:58:06 PM
Dice Mariano:


C'è qualcosa che mi sfugge nel tuo ragionamento che in buona parte condivido e cerco di esprimere il mio pensiero:
per ricevere il perdono per un torto che ho commesso è necessaria la mia disponibilità a riconoscere di aver sbagliato ( tu la chiami umiliazione, ma io ritengo che il riconoscere un errore debba chiamarsi onestà morale);

L'onesta morale è un modo di essere teorico, mentre parlando di perdono siamo difronte ad male fatto che ha danneggiato qualcuno e si si è venuti meno ad uno dei comandamenti.
Non basta riconoscere l'errore occorre esserne pentiti, quindi umiliazione è il giusto termine.

•quindi per perdonare un torto ricevuto dovrei assicurarmi che chi ha sbagliato nei miei confronti lo riconosca, ma questo potrebbe essere un nutrimento alla mia superbia.

Il perdono è amore, dove c'è l'amore non c'è spazio per la superbia perché l'amore è il Signore Dio e la superbia è satana.


•il perdonare ritenendo che chi mi fa un torto non è consapevole della propria azione e quindi senza il riconoscimento dell'errore è sempre da considerarsi superbia?: ritengo di no, ma ritengo anche che nel perdonare è necessario (senza rancore) cercare di spiegare perché riteniamo di aver ricevuto un torto.

Se chi fa un torto non è consapevole non si può parlare di perdono, fondamento del perdono è il pentimento, se non c'è consapevolezza non ci sarà ovviamente pentimento. In questo caso occorre aiutare chi sbaglia inconsapevolmente. Se ho l'amore lo aiuto perché gli voglio bene, se non ho l'amore  faccio notare lo sbaglio per esaltare me stesso. Nel profondo di ogni persona c'è la consapevolezza del perché di quello che fa.
Secondo te, un genitore corregge un figlio per superbia o per amore?
Purtroppo quando parlo di queste cose trovo sempre persone disposte a parlare se perdonare o no, ma non trova mai persone disposte a parlare della necessità di chiedere perdono. Questa è la superbia vera, tutti sbagliano e devono chiedermi il perdono,  io no!!

#523
Tematiche Spirituali / Re:il perdono: quanto costa?
24 Aprile 2016, 10:08:58 AM
Il perdono non costa niente (a nessuno). Il perdono è l'amore chi ama perdona senza fatica, e, dirò ancora di più, chi ama non ha bisogno di perdonare, cioè rinunciare alla vendetta, al rancore ecc.., perché nel cuore di chi ama non entrano queste porcherie. Chi non ha l'amore non può perdonare e quando dice di aver perdonato in verità lo dice perché chi gli ha chiesto il perdono ha nutrito la sua superbia dal momento che gli ha dimostrato  che lui ha ragione. Il torto ricevuto rompe l'unita fra due persone. Chi offende rompe il dialogo/unità e chi riceve l'offesa, se ha l'amore, non rompe l'unità ma non la vive più. Chi non ha l'amore rompe l'unità a vantaggio del rancore. A questo punto l'unico modo per tornare all'unità è il perdono, ma il suo fondamento è il pentimento sincero e qui le cose si complicano perché occorre la disponibilità all'umiliazione che è difficile da trovare. Il perdono senza umiliazione è un perdono che possiamo definire "tecnico" o di convenienza ma non porta nessun vantaggio, in particolare non ricostituisce l'unità.
Parlando di perdono quasi sempre il nostro pensiero va verso il perdono che dobbiamo dare ad altri, ma a nessuno piace di ammettere che dobbiamo essere noi a chiedere il perdono. Questo succede a causa della ns superbia ed il ns orgoglio che sono satana in persona.
In ogni caso se vogliamo essere perdonati dobbiamo chiedere il perdono ai ns fratelli, se abbiamo offeso loro, e dobbiamo chiedere il perdono al Signore Dio se abbiamo offeso Lui preferendo i ns idoli al Suo Santo Spirito. Chi dice di aver ricevuto il perdono dopo aver confessato la colpa a qualche sacerdote, magari sordo, inganna se stesso se non chiede il perdono alla persona offesa. Chi non perdona non è meno colpevole di chi lo ha offeso. Il perdona giova tanto a chi perdona perché libera il cuore dal rancore che è come un acido che ci corrode.
#524


Ripropongo questo thread fiducioso che possa essere oggetto di ulteriori sviluppi.
L'incipit iniziale era questo:
La tesi di questo thread è che i credenti e i non credenti sono sullo stesso piano per quello che riguarda la probabilità che essi abbiano ragione.
Più che tesi a me sembra di tutta evidenza, tuttavia, ci sono molte persone che contraddicono questa affermazione. Queste ultime sostengono, pur non avendone l'assoluta certezza, che Dio non si percepisce dunque non c'è. E questa posizione è maggiormente veritiera di coloro i quali sostengono che (Dio c'è/Dio non c'è) stanno alla pari.

Qual è la vostra opinione?




E' il mio primo post e non ho letto tutto lo svolgimento del thread nel vecchio forum, spero quindi di non dire cose già osservate da altri.
Io credo sia fuorviante parlare di probabilità in merito alla fede. La probabilità è un concetto preciso che ha senso in un ambito di misurazione scientifica. Qui mancano i presupposti di una qualunque forma di misurazione.
Parlare di piani razionali, di ragione, di probabilità implica il considerare la posizione del credere o meno al pari di una teoria, in questo caso occorre ricordare che una teoria scientifica non si può dimostrare ma soltanto falsificare (Popper).


condivido.
Anche questo puo essere un esempio dove la "quantita" si e' sostituita alla "qualita" Che nel caso sarebbe il suo presupposto fondamentale

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Restando su piano probabilistico,  vediamo, dopo non so quanti secoli, cosa è successo nel mondo. I credenti veri sono i santi, se andiamo a contarli in questo tempo, sono molto ma molto ma molto meno dei non santi! Ergo la legge delle pari probabilità non ha trovato applicazione e ancora di più non ha trovato applicazione in un universo dei grandi numeri.
E' vero che l'uomo quando viene al mondo, diventando adulto, ha due vie: Credere o non credere, ma la maggior parte di loro alla fine non crede. Questo però non vuol dire che il Signore Dio non esiste, vuol dire solo che il mondo è seduttivo. Noi umani viviamo il visibile e l'invisibile e finiamo per scegliere il visibile perché satana riesce ad ingannare quelli che si lasciano sedurre dal visibile. A riguardo del percepire, tutti nasciamo con la capacità di percepirLo, ma questa facoltà sparisce nel momento che scopriamo il primo "mi piace".  Chi non Lo percepisce ha manomesso il dispositivo per percepirLo. Beati coloro che lo percepiscono perché vivranno da vivi per l'eternità. 

#525
La nostra volontà diventa debole quando il peccato s'incarna nella persona. Ti faccio un esempio: Io una volta fumavo e non potevo stare senza sigarette, ma prima di cominciare a fumare non c'era niente che poteva costringermi a farlo. Quando ho deciso di provare ho fumato la prima sigaretta, che fra l'altro  non mi era piaciuto, e successivamente un'altra e poi un'altra fino a quando lo spirito del fumo è entrato in me arrivando al punto da obbligarmi a fumare anche quando  avrei preferito smettere. (L'aspetto fisiologico della nicotina incide al 10% max). Questo vale anche l'alcool, la droga, il cibo, il sesso, la pigrizia, l'orgoglio, la superbia, la violenza, il dominio e per quant'altro crea nella persona quella falsa sensazione di piacere. In altri termini voglio dire che fino a quando rimaniamo puri da questo mondo abbiamo ogni potere sul nostro volere. L'importante ora  è scoprire quale desiderio carnale ha preso il sopravvento sulla nostra volontà incarnandosi in noi. Se non lo scopriamo non potremo combattere l'incarnazione e oltretutto nella nostra preghiera non possiamo chiederne la liberazione. La speranza c'è se crediamo che il Signore Gesù è la potenza divina di fronte alla quale si piega ogni ginocchia ed è  nascosta in noi per ridarci il potere sul nostro volere.