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Messaggi - green demetr

#511
Tematiche Filosofiche / Re: Esiste la verità?
28 Settembre 2024, 16:36:03 PM
Citazione di: Phil il 28 Settembre 2024, 16:19:53 PMProbabilmente non ho ben capito: intendi che un'affermazione come «la penna è sul tavolo» non può essere verificata, non sia verificabile?

Penso che intendesse che fin quando c'è un oggetto ontologicamente tale, la frase "c'è una penna sul tavolo" sia vera.
E perciò tale frase non è verificabile in assoluta, ma falsificabile in assoluto.
Ossia che fin quando tale penna "c'è" è vera e quando "non c'è" è falsa.
Diciamo che Iano ha sorvolato sul fatto se esistano correlati tali che la frase universale sia sempre vera.
Per esempio l'amore  esiste è una frase universale, in quanto l'amore esiste sempre, essendo nell'iperuranio.
O anche tutti gli uomini sono mortali. E' una frase universale.
Quindi si esistono frasi universali.
La mia domanda è però: e quindi? cosa cambia?
Sono domande che non hanno alcun senso, come dire a=a, come anche Iano diceva sopra.
#512
Tematiche Filosofiche / Re: Esiste la verità?
28 Settembre 2024, 16:24:43 PM
Citazione di: iano il 28 Settembre 2024, 16:00:44 PMEsistono la verità matematica e quella metafisica.

A patto che la metafisica si costruita sulla morale alla Platone, e non sul linguaggio come per primo quel trombone di Aristotele cominciò a dire...
#513
Tematiche Filosofiche / Re: L'inferno!
28 Settembre 2024, 16:21:44 PM
Citazione di: Visechi il 27 Settembre 2024, 19:59:21 PMIl Male non è una creazione umana, o un qualcosa che si determini per effetto dell'agire dell'uomo, il quale lo rende solo manifesto, ma è presente sulla terra per precisa volontà del Creatore stesso.
Il male e il bene si sono generati per effetto di un misterioso ed inesplorabile complesso di eventi che hanno determinato la comparsa dell'uomo sulla terra. Il richiamo del male è ben presente nel profondo di ciascuno di noi; la sua voce è ben viva, udibile e ravvisabile nel concreto in tantissime manifestazioni della cultura e della storia dell'uomo.
Pur tuttavia, nonostante la vanità d'ogni nostro interrogare, val sempre la pena formulare il quesito del perché Dio si determinò a favore di una Creazione non perfetta. Su quest'argomento mancano elementi che possano dipanare e dissolvere i dubbi. La Bibbia non risponde, non fornisce le delucidazioni che l'uomo ha il diritto di richiedere. Però, in ogni caso, è possibile congetturare che Egli riversasse in essa la propria agonia ante origine (dissidio interiore – agon intradivino). L'atto creativo sarebbe il risultato della sua precisa volontà di riprodurre il dramma che dall'eternità dilania il Creatore: "Il dramma è Dio", così canta nella sua ultima opera spirituale Padre Turoldo. Componimento che è un interrogarsi circa il dramma della Sua infinita solitudine e che ripercorre e recupera l'atavica traccia del dolore primigenio. Esiste una scintilla di vita; quando scoccò ad essa si congiunse anche la scintilla omologa e contraria, quella del dolore, della morte e del disfacimento. Noi siamo creati ad immagine e somiglianza non della luce divina, ma del Suo tormento, della Sua agonia, della Sua pre-originaria lacerazione. Siamo perennemente sottoposti alle divergenti forze che la Natura esercita sul nostro intimo profondo; oscilliamo fra ansia e quiete, fra gioia e dolore, fra luce e tenebre. È la nostra anima ctonia che riluce di quest'essenza ineffabile, impregnata di senso e non sense. Questo riflettersi dal profondo di ciascuno di noi è reminiscenza della pre-storica lacerazione, del pre-storico dramma intra-divino. E la Creazione stessa si trascina appresso quest'ineluttabile ed irredimibile agon(ia), ad essa pre-esistente.
Se noi siamo creati ad immagine divina, la pre-storia di Dio deve essere caratterizzata da questo conflitto interiore – supporrei che sia anche perdurante... pre-esistente e coestensivo -. Noi, frutto della Sua (volontà?) creatrice, non possiamo esimerci, perché mai esentati fin dall'Origine, dall'avvertire e percepire come un'eco agghiacciante questo baluginare dell'ineffabile luce e dell'enigmatica e terrifica Ombra del Numinoso, perché entrambe, in un groviglio inestricabile, si espandono nella Creazione.
La Creazione stessa non è esentata da tutto ciò. Tale condizione è rilevabile nel fatto che questa si appalesa in un ansito di vita che, nel suo espandersi e contrarsi, è evocazione, annuncio e presagio di Morte, così come quest'ultima, nel perenne gioco dell'esistenza, è, a sua volta, incipit e genesi della Vita. Così pure il Male rispetto al Bene: ciascuno è testimonianza dell'alterità che lo compone, divenendone annuncio, e ciascuno dei due opposti poli è premessa e conseguenza, incipit ed epilogo del proprio omologo contrario.
Dio trasmise alla Creazione quest'agon(ia) ante Origine, cioè quel che caratterizzava la Sua pre-storia. Ve la infuse ab Origine, ed in ciò non è rilevabile alcun "peccato d'Origine" ascrivibile alla creatura, e non emergono neppure le ragioni della maledizione e degli strali divini nei confronti della Creatura e della terra che la ospita narrata nel Libro della Genesi. Il 'peccato d'Origine' è infuso nella Creazione proprio per effetto ed in conseguenza della Creazione stessa. In ciò, nel rilevare l'originaria presenza del Male nella Creazione, mi conformo all'amara constatazione di Nietzsche: <<a quel tempo, ebbene, com'è logico, resi l'onore a Dio e feci di lui il padre del male>> (Genealogia della morale).
La religione esorta all'abbandono di sé, all'oblio di sé, proprio perché in sé l'uomo reperisce quel vulnus decisorio che ammalia e tende alla separazione che innalza l'uomo a divinità che surroga Dio.
Dio pose l'uomo al vertice della Creazione, come se questa fosse cosa compiuta, nonché buona, voluta solo in funzione dell'uomo. Solo dopo aver asservito il Creato all'uomo espresse il concetto di "cosa molto buona". È ipotizzabile e verosimile pensare che Dio avesse generato la migliore Creazione che potesse fare. Un Creato che rispecchiasse la sua intima Natura, che prevedesse e contenesse in sé quegli elementi che del Suo essere erano e sono costitutivi. È altrettanto verosimile e conseguente immaginare che quell'elemento disgregante dovuto alla tentazione, ancorché non operante, ma silente, attivato per via della scelta dell'uomo, sia anch'esso costitutivo del creatore e non alieno al suo essere.
Noi avvertiamo quest'ansito divino che sussurra nelle e dalle profondità dell'animo, che conflige con la coscienza, ammonendola: coscienza che è il vero scandalo e baratro del nostro essere essenziale. Lo avvertiamo in foggia d'ansia, inquietudine, mal di vivere. L'Anima è ricettacolo di questa discrasia, e l'uomo avverte l'antinomia presente nella vita, nella creazione.
L'avverte in una visione tragica, che dilania, che accentua viepiù la lacerazione dell'Origine. E non vi è sutura che possa redimerla.
Chi soffre non è il corpo, è l'Anima.
L'uomo fu fatto a somiglianza di Dio, non del dolore.
Basterebbe fermarsi qui per capire che questa è una proiezioni dei problemi del suo autore, della reificazione del male.
Non esiste male, non esiste una creazione imperfetta: infatti viene detto in ouverture, e Dio vide che era cosa Giusta e Perfetta.
Basterebbe questa ulteriore idiosincrasia, per capire che non è il creato ad essere dialaniato, ma la proiezione di morte del suo miserrimo autore.
Una teologia di morte che nasconde chissà quali mostri della fantasia.






#514
Tematiche Filosofiche / Re: Esiste la verità?
28 Settembre 2024, 15:51:45 PM
La verità è una questiono filosofica, e non d'opinione, come i formalismi post-moderni si ostinano a ripetere.
A me non interessa se esista una frase universale, in quanto definita universale, sia vera, se poi non c'è nulla di ontologico che la dimostri tale.
Direi che non è più il tempo di seguire questi rompicapo ridicoli, quando gli Stati stanno cedendo il passo alle norme che di fatto permettono ai privati non eletti di decidere il brutto e cattivo tempo in base ai loro profitti e non in base alla Nostra (del popolo) Storia.
Mi paiono cose da azzeccagarbugli. Tante parole e poca sostanza.
#515
Attualità / Re: Libano
28 Settembre 2024, 15:32:24 PM
Citazione di: InVerno il 27 Settembre 2024, 19:31:43 PMll buon selvaggio arabo prefigurato dalla sinistra stava lavando i piatti e badando ai bambini nella sua bucolica pace di eunuco politico senza aspirazioni di conquista, quando un giorno sono arrivati i bianchi e lo hanno corrotto alla violenza, è Pocahontas con la kefiah. Detto ciò, augurarsi la devastazione di un paese ti assicuro non migliorerà la vita dei vicini, Israele compreso.
Non mi auguro proprio un bel niente.
La frase era chiaramente ironica.
La devastazione migliora, stai tranquillo, fa abbassare la testa ai galli.
Al massimo da intellettuali possiamo chiederci come si è potuti arrivare ad una roba del genere: tipo che l'intero nord di Israele è stato sfollato, per via dei soliti attacchi terroristi.
Ma fin quando le nostre elite parlano di resistenza degli arabi, vedi Limes, il Papa e accodazzo vario, è molto difficile farlo, se non impossibile, visto le leggi che proteggono le religioni anche quelle apertamente antisemite come quella islamica.
Se continuiamo a giocare a fare gli amici dei terroristi, la critica giacerà a lungo nelle cantine del pensiero, già invase da una marea di ciarpame pseudointellettuale, e sicuramente antistorico.
Rimane l'ironia forse.
Visto quello che stanno combiando i nostri giudici qui c'è da ripensare al libro di Charlie Hebdo.
L'ironia scambiata per augurio...andiamo bene!
#516
Attualità / Re: Libano
28 Settembre 2024, 15:23:50 PM
Citazione di: niko il 27 Settembre 2024, 19:45:45 PML'unica ideologia e' il suprematismo razziale e religioso sionista, finalizzato a fare un genocidio e una sostituzione etnica in casa d'altri con la benedizione ipocrita di usa e ue...

Invece di star qui a scrivere cazzate arruolati nei cecchini dell'idf, cosi' avrai licenza di sparargli direttamente in testa, a tutti quei giornalisti e inviati di guerra che vedi in lontananza e che non ti piacciono, perche' li ritieni "antisemiti"... e pure a tanti bambini, putativamente antisemiti... e ti pagherebbero pure... dovrebbe essere un bengodi, per te...


Perchè da Italiano sono pronto a servire il mio Paese.
Ma ti assicuro che se fosse per una questione morale,effettivamente potrei andare solo lì.
Ciò non toglie che se viene attaccatto il nostro paese, come sta avvenendo con la Palestina che da 600mila che erano sono diventati 2,5 milioni negli ultimi 10 anni (alla faccia del PRESUNTO GENOCIDIO), nessuno se ne accorgerebbe: troppo attenti alle teorie dei gruppi, all'identificazione in questo o quello senza nessuna critica o pensiero rispetto a questa identificazione stessa.
Ah cattivoni di destra...se l'uomo di sinistra si guardasse in faccia, si rivolterebbero i suoi avi patriotti. :D
#517
Citazione di: PhyroSphera il 27 Settembre 2024, 09:46:38 AMSi legga l'articolo scaricabile al link seguente:

https://www.caritas-ticino.ch/riviste/elenco%20riviste/riv_0903/semplicemente%20uomo.pdf

In che senso secondo voi l'autore parla di storicità della resurrezione? Lui vuole un riscontro fenomenologico, ma come fare a comprendere la differenza tra il racconto di Lazzaro e quello di Gesù, senza comprendere l'interiorità? E in che senso l'interiorità degli esseri umani è parte della storia? Chi ha studiato o vuole studiare la storia del pensiero cristiano del '900, ha trovato o troverà, tra coloro che propendono per la storicità della resurrezione, Pannenberg. A quanto pare lui solo o quasi, tra i grandi teologi protestanti. Cosa intendere per 'storia'? Come rapportarla alla affermazione del 'risorgere'? Evidentemente, la questione, posta come la pone Di Feo, assume una dimensione filosofica.
Si trova nel suo discorso, pur senza espressione specifica, il concetto heideggeriano di 'essere per la morte', ma senza un orizzonte chiuso. Heidegger fece disegnare sulla sua tomba il simbolo del paganesimo... Il pensiero cristiano non ha gli stessi limiti e dice del fine-vita diversamente. Nella Bibbia Lazzaro pare già finito e non è vero, così anche Gesù di Nazareth, ma il risuscitare di quest'ultimo era un risorgere, invece nel racconto di Lazzaro si descrive solo il potere di stare nel limitare della morte ma poi ritornare indietro. Risorgere è di più... E come allora questa dimensione interiore entra nella storia? E perché, nell'invitare a integrare la fede nel Risorto nel racconto storico dei fatti, si svaluta l'àmbito religioso?
È proprio la religione — dico io — a consentire questa integrazione, a rendere visibile la realtà della fede per lo storico; e non esiste solo la credenza separata e in contraddizione con la fede, esiste anche una religiosità che non cede alla crisi.
Dovremmo forse dimenticarci della vastità della cristianità e della pochezza e mancanza di indirizzo della critica atea, da Marx fino ai nostri giorni, e fare questo per disattenzione, seduzione o stanchezza?

MAURO PASTORE
Ciao Mauro, non ho capito se tu intendi dire che la dimensione chiusa dovrebbe essere combattura con l'apertura, ma verso cosa? ad una pletora di significati?
O la seconda, che il cristo è l'unico significato.

Io penso che non esiste chiusura peggiore dell'evasione dal qui e ora nella dimensione dello svago e del depensamento.

la critica atea è di solito quando grande (nice, leopardi) una critica sociale, che parte però dall'individuale.

a me non pare contrastare la nuovo visione cristiana che pesca nell'iperuranio platonico.

dammi il tempo di introiettare questo mondo al di là, ma non disdegno quello che ho fatto finora, ossia criticare la società e gli individui.
#518
Citazione di: PhyroSphera il 27 Settembre 2024, 09:46:38 AMSi legga l'articolo scaricabile al link seguente:
https://www.caritas-ticino.ch/riviste/elenco%20riviste/riv_0903/semplicemente%20uomo.pdf
In che senso secondo voi l'autore parla di storicità della resurrezione? Lui vuole un riscontro fenomenologico, ma come fare a comprendere la differenza tra il racconto di Lazzaro e quello di Gesù, senza comprendere l'interiorità? E in che senso l'interiorità degli esseri umani è parte della storia? Chi ha studiato o vuole studiare la storia del pensiero cristiano del '900, ha trovato o troverà, tra coloro che propendono per la storicità della resurrezione, Pannenberg. A quanto pare lui solo o quasi, tra i grandi teologi protestanti. Cosa intendere per 'storia'? Come rapportarla alla affermazione del 'risorgere'? Evidentemente, la questione, posta come la pone Di Feo, assume una dimensione filosofica.
Si trova nel suo discorso, pur senza espressione specifica, il concetto heideggeriano di 'essere per la morte', ma senza un orizzonte chiuso. Heidegger fece disegnare sulla sua tomba il simbolo del paganesimo... Il pensiero cristiano non ha gli stessi limiti e dice del fine-vita diversamente. Nella Bibbia Lazzaro pare già finito e non è vero, così anche Gesù di Nazareth, ma il risuscitare di quest'ultimo era un risorgere, invece nel racconto di Lazzaro si descrive solo il potere di stare nel limitare della morte ma poi ritornare indietro. Risorgere è di più... E come allora questa dimensione interiore entra nella storia? E perché, nell'invitare a integrare la fede nel Risorto nel racconto storico dei fatti, si svaluta l'àmbito religioso?
È proprio la religione — dico io — a consentire questa integrazione, a rendere visibile la realtà della fede per lo storico; e non esiste solo la credenza separata e in contraddizione con la fede, esiste anche una religiosità che non cede alla crisi.
Dovremmo forse dimenticarci della vastità della cristianità e della pochezza e mancanza di indirizzo della critica atea, da Marx fino ai nostri giorni, e fare questo per disattenzione, seduzione o stanchezza?
MAURO PASTORE
Marco di Feo ci ha regalato la lettura di una lettera del Bonhoffer.
Che riparte dalla grande lezione di Barthes.
Due nomi cardine e che sono in cima alla lista insieme ad Agostino per la riscoperta del cristianesimo, e della sua idea di persona giuridica naturale.
(almeno gli ultimi due citati su consiglio del maestro, che forse ha qualche obiezione sul barthes, ma me la sono dimenticata  :D , forse la sua ambiguità col nazismo, non saprei).

Anzitutto bisogna fare il solito lavoro di pulizia intellettuale: Il di Feo si preoccupa fin da subito a dire che si tratta solo della sua opinione.
Ossia si dice relativista, e infatti ce lo dimostrerà ribaltando completamente la lezione che pure lui stesso sta seguendo....potenza dell'industria culturale, il cane imperiale è dentro di loro...

Il messaggio di Bonhoffer è chiaro e cristallino, sopratutto se pensiamo all'iperuranio platonico.
o sull'idea dell'inferno ebraico (ossia che l'inferno sia questa stessa terra che abitiamo).

Ma come dice il mio maestro è anzitutto la sua stessa vita che porta la testimonianza di come il Cristo sia ancora tra noi.

Non è come dice il Di Meo che il Cristo è un evento storico, che ci permette di vivere SOLO nell'aldiquà.
Se si vivesse solo nell'aldiquà allora si saremmo con i grandi nemici del cristianesimo, nietzche e leopardi (apparenti come ho già spiegato mille volte, addirittura leopardi lo dice subito della necessità di una ultafilosofia).
ovvero il nice e il leopardi che i cani imperiali vogliono che noi conosciamo.

ma è il contrario bonhoffer sta dicendo che l'altrove si puà vivere nell'aldiqua.
ed è lo stesso che nice e leo hanno pensato.

essere cristiani significa il coraggio di vivere nella dimensione della paura se non proprio del terrore, ossia da crocefissi, in una parola da mortali.

per essere immortali bisogna vivere con coraggio il qui e ora.

solo allora potremo dirci cristiani.

Penso che sia un messaggio glorioso quello che ci hanno dato barthes e bonhoffer, e non vedo l'ora di conoscere la loro morale, ossia la verità che abita i cuori di ciascuno.
la verità è questa saper innalzarsi verso la complessità.
E la complessità si vince abbattendo le paure in nome della verità.
Non in nome dell'aletheia, del nascondimento, come vorrebbe il relativismo di heidegger, e dell'intera nostra società.

ps
eh si heidegger è stato un cattivo maestro...forse il peggiore di tutti.
contento di tornare al cristianesimo del cristo.
all'unico dogma che vuole il cristo umano.

in attesa di farmi illuminare dai due grandi pastori dell'epoca contemporanea.

ultima nota a margine: il cristo non è un evento confinato nel passato lontano dalla nostra quotidianità, ma è quell'evento che tutt'ora ci porta a combattere per la verità, financo nel dolore.

altra nota, si potrebbe dire contro il di feo, che il di qua si può vivere solo in virtù dell'aldilà.

#519
Tematiche Filosofiche / Re: Freud-Marx
27 Settembre 2024, 17:18:20 PM
Ho ascoltato dozzine di interventi sulla dialettica di Horkhmeier e Adorno.
Tenendo presente le istanze di pregiudizio con cui l'industria cultura fa parlare le persone, devo dire che ognuno ne ha tratto una lezione privata, quasi mai generale.
La teoria di Freud è quella su cui va ripensato Marx, e non il contrario.
Da ripensare più che Marx, è proprio Freud. (Adorno è molto chiaro su questo).
Per come lo leggo io mi pareva evidente che Freud lasciava intuire, più che esprimere apertamente, cosa davvero intendesse: ossia la distruzione della borghesia. Ovvero della sua "morale" (qui intesa come abitudine, moda, non nel senso iperuranico, scusate se ripeterò tante volte questa cosa, ma la ritengo fondamentale per un proseguio costruttivo del tema).
Ma sempre per cenni brevi Freud faceva vedere paesaggi completamente nuovi ben al di là della semplice terapia, diremmo oggi.
Uno su tutti fra quelli proposti, la lettura stessa della letteratura.
Ma rimaniamo pure a quanto appuntato da Jacopus, ossia dal fatto che Adorno ritenesse Freud un borghese, e dunque incapace di vedere la lotta di classe marxiana.
Dunque si tratterebbe di tenere il "meglio" da entrambi gli autori.
Eppure a me pare che già pensatori come Reich, avessero proseguito in totale accordanza con Freud, e non in sospetti ripensamenti.
Oggi la psicanalisi è totalmente il CONTRARIO di quanto diceva Freud.
Andare oggi dall'analista signifca consegnarsi totalmente alla perdizione del sè.
La pietra di paragone è la suggestione, per la psicanalisi contemporanea pensare di essere guariti equivale alla guarigione (fino alla prossima caduta).
Sono cose di mia recente acquisizione, e di cui ringrazio quello che ritengo mi abbia dato idealmente un mio secondo maestro.

Ma la suggestione a me ricorda troppo da vicino la propaganda.
Usano le stessia armi della psicopolizia.
Quello che dice il Partito va celebrato e consacrato e guai a chi dice il contrario, anche SE nessuno lo pensa davvero.

In una simile situazione la cosidetta coscienza di classe non può mai venire realmente svegliata.
La questione si sposta da un principio sociale-morale come nell'inizio del capitale che avevo già intrapreso (e che conto di continuare), ad uno di mero individualismo, al servizio del padrone per un pugno di monete.
Su cui ha lungamente ironizzato un Carmelo Bene, nella sua guerra allo Stato.
L'ambivalenza umana di cui parla Freud è il processo che viene generato dalla paura o peggio dal trauma, ossia da quel principio di morte, come lo stesso Freud identificò la fenomenologia per poi portarla dentro al suo sistema.

A tal proposito la questione pulsante è il transfert.

La cosa che si è persa dell'insegnamento freudiano è il fatto che possa esistere un transfert negativo.

Penso che il pessimismo di Freud sia dovuto al fatto che l'analisi non è sempre terminabile.
Ossia che la rimozione abbia la meglio, e costruisca una resistenza troppo forte, fino alla perdita della realtà.

Non vorrei fare l'uccello del malaugurio ma è quello che stiamo assistendo con il risveglio dell'antisemitismo in tutto il Mondo.

La negazioni dei fatti, e il loro completo ribaltamento ideologico.
Lo hanno fatto con la pandemenza, lo hanno fatto con l'ucraina, e ora lo stanno facendo con israele.
senza dimenticare il ronzio della fine del mondo climatica...che ci impedisce persino di vedere il reale cambiamento climatico e a come possiamo rispondere in termini di protezione della vita umana, e non come novelli dei.

La rivoluzione deve avvenire anzitutto nei cuori, nelle coscienze, bisogna proseguire nel crederci, nel pensare l'utopia, e non il suo contrario ossia la distopia.

Non è una questione sociale è semplicemente una questione individuale, quando saranno in numero sufficiente questi cambiamenti sociali avverranno come la cosa piu naturale, perchè morale, del mondo.

A mio parere la strada è stata già ampiamente cementata, si tratta ora di abitare questa strada.

Non di costruirne di nuove buttando all'aria secoli di lavoro intellettuale della filosofia.

Quindi diciamo che ci sono dei lavori di mantenimento da fare, certi concetti vanno oggi riscoperti, anche se oggi la situazione è infinitamente peggiore di quella di allora anni 60, e già allora Adorno si lamentava che gli studenti di filosofia non capivano il suo discorso, i suoi libri.

Oggi gli studenti sono studenti del già detto e già fatto, del so tutto io.
Questo esercizio narcisita non porterà da nessuna parte.

Il dialogo sociale è morto, ripartiamo da quello individuale.
A me pare ovvio.
#520
Citazione di: Koba II il 26 Settembre 2024, 08:17:15 AMCiao green, ben tornato.
La filosofia, o meglio lo studio della filosofia, per quanto mi riguarda, è già di per se' una terapia...
Il pulsionale mi è sempre apparso come cieca e ottusa brama, mentre il desiderio è desiderio di un altro mondo, di un'altra vita. Cioè desiderio dell'impossibile... Da qui, hai ragione, l'importanza delle immagini della grande letteratura: ma io penso alle scene in cui ci si sottrae dalla battaglia prendendo ristoro nella bellezza della natura, lontani dalla violenza, lontani quindi dal mondo, che si tratti di un guerriero dell'Orlando Furioso o di un eremita è lo stesso (la storia dei santi è da questo punto di vista grande letteratura).
Un erotismo quindi che più che possesso e piacere sembra una fuga dall'utile, dal produttivo, dal controllo. Cioè, dal lavoro così come viene normalmente concepito e condotto, cioè a immagine di ciò che farebbe una macchina.
Ho sulla scrivania il primo volume del "Principio speranza" di Bloch: proprio nella prima parte tratta di cose attinenti il desiderio, il "già e non-ancora" che c'è nei movimenti che anticipano la speranza etc.
Magari ne riprenderò la lettura.
Anch'io per ora ho accantonato Hegel.
Da settimana prossima avrò molto più tempo libero, potrò tornare agli amati studi. Non so ancora quale direzione prenderanno. Vedremo...

Il pulsionale è proprio la direzione verso la meta, o meglio il paesaggio.
Naturalmente il mondo contemporaneo che vive dell'iperproduzione, necessita di una umanità castrata e ahimè castrante, ossia senza pulsioni, rimosse a funzione dell'oggetto di consumo chiamato bisogno, e oggi nella età del catastrofismo, di bisogno essenziale ossia spacciato per naturale, l'era del marketing forzato.
La natura viene pervertita di nuovo, siamo sempre nei canovacci dei problemi portati dalla modernità, ossia della meccanicizzazione dei processi, della competenza nelle arti lavorative, nel lavorio a sistema chiuso circolare del terziario, non cambia niente rispetto alla risposta che ha nome post-modernismo, dove i fatti vengono NEGATI, dove la scienza è oggi un problema relativo alla necessità di inquinare sempre di più i luoghi, i posti naturali.
Persino le montagne sono solcate da aerei a tutt'andare, ma forse perchè sono sulla rotta di ciampino  :D nel mio caso.

ciao uomo!

#521
Attualità / Re: Libano
27 Settembre 2024, 16:32:23 PM
Citazione di: anthonyi il 26 Settembre 2024, 04:35:17 AMHezbollah spara missili verso il nord Israele dal 7 ottobre scorso e ha costretto circa 90 mila israeliani a sfollare da quei territori.
Cosa c'é di grottesco nel fatto che l'esercito israeliano vada a distruggere i suoi depositi di missili non so.

Parlavo naturalmente dell'antisemtismo, e più in generale della completa incapacità di rendersi conto da che parte vada la storia, da parte dei popoli.
(penso sopratutto alla seconda guerra mondiale, al caso dei popoli tedesco, italiano, spagnolo).

La vittoria di Israele sarà la distruzione degli Hezbollah e loro espulsione dal sud del Libano.

Entro due settimane dovrebbe essere tutto finito.
#522
Attualità / Re: Libano
27 Settembre 2024, 16:28:05 PM
Citazione di: niko il 26 Settembre 2024, 00:23:55 AML'unica follia qui è il cancro sionista. Che sempre fa metastasi laddove non è a casa sua. O Libano e Cisgiordania adesso fanno parte di Israele?

Come al solito la tua cecità ideologica e l'incapacità di vedere i fatti è allarmante da un punto di vista sociale.
Come dire che l'ideologia rende ciechi, da uomo di sinistra, oggi mi vergono fino all'imbarazzo di esserlo stato.
La cisgiordania e la palestina vennero dati agli arabi come territorio per la fondazione di uno stato arabo appunto.
Da che fu stabilito, gli arabi non hanno MAI sottoscritto al patto, perchè il loro libro il Corano dice che l'unico ebreo giusto è quello morto.
Dunque secondo l'ONU e i suoi interessi dettati dalle lobbi americane, russe, cinesi e quant'altro, ovvero dai signori della guerra, questi sono territori "contesi", ovvero adibiti appunto ad una guerra infinita.
Penso che dopo un ventennio in cui Bibi ha giocato al tavolo di questi signori, ora si sia scocciato: perchè deve pagare in termini di vite umane solo Israele?
La meta militare di Bibi è sempre stato l'esercito libanese. Un chiaro messaggio di vittoria segnerebbe un cambio di gioco militare a spostarlo su quei territori già massacrati dalla guerra come la Siria e l'Iraq.
E naturalmente politico. Avere al tavolo da gioco un Israele oggi maturo è altra cosa dall'averlo come umile cagnolino da riporto.
Naturalmente visto la follia umana questo avviene sempre e solo in via armata.
Deploro la follia, ma per curarsi da questa follia il primo passo è stare ALMENO ai fatti, prima di sottoporli a critica come fai tu.
Fatti militari politic, non umanitari che sono una conseguenza dei primi, e non il contrario come le orde sataniste (come amano chiamarle i repubblicani  :D ) comuniste.
Non può esistere umanitarismo in condizioni di guerra.
Richiamarsi al diritto internazionale è talmente ridicolo che solo chi non abbia mai letto di come avvengono le guerre, ossia in tacito silenziamento di quello, perchè sennò dovremmo stare qui a pagare i debiti morali a mezzo mondo...

Ma si sa quei cattivoni degli ebrei.... :))
#523
Tematiche Filosofiche / Re: L'inferno!
27 Settembre 2024, 16:11:54 PM
L'errore di umanizzare Dio come se avesse una volontà è da sempre l'errore basico degli uomini e del loro sè iper-narcisista ai confini con la paranoia.

Il male è ciò che nasce da un cattivo uso della libertà umana.
Il male naturale francamente non esiste, è una mera concausa naturale, non ha un valore morale.

Ma anche qui l'uomo fraintende completamente il discorso sulla natura, da quello razionale sulla natura, ovvero il vero discorso umano, e di cui la morale dovrebbe (ma non è) il presupposto "naturale" (ossia la libertà è il suo presupposto naturale, per la scelta se schierarsi a ragione con il bene (l'individuo) o con il male (la società).

In questo senso la politica è idealmente (oggi è corrotta fino alle unghie) il luogo della battaglia fra il bene e il male. Il luogo dove si decide la felicità umana. Là dove l'individuo si possa esprimere (maggior felicità) a quello dove si può meno esprimere (minor felicità), io non penso esista un posto dove non ci si possa esprimere per davvero. 
Perchè questo ci ha dato il buon Dio, di poter scegliere, persino da crocefissi persino da perseguitati. 
#524
Citazione di: PhyroSphera il 27 Settembre 2024, 10:22:15 AMNon bisogna mai dare giudizi basandosi sulle apparenze o lasciandosi ingannare da falsi rappresentanti. Io ti consiglierei di continuare i tuoi pensieri con una filosofia del disinganno. Il pensiero di Nietzsche è sprovvisto a riguardo ed egli non ne aveva tenuto nel dovuto conto.
Aggiungo pure: cerca di prendere le informazioni giuste sui dogmi cristiani. Anche tu, come Nietzsche, manchi proprio di un vero punto di partenza.
Sulla vostra acredine, non ne dico; mi limito a citarla; parla da sola. Non è buona cosa tanta veemenza nei giudizi. Dato che v'è in essi anche cecità, c'è da parte vostra qualcosa di criminoso nell'accomunare esempi veri con falsi e nel fraintendere i primi. Il rispetto per la religione è anche in Agenda ONU, da molti anni, e il cristianesimo è una religione.

Mauro Pastore
Poteva aver senso la questione del non dare giudizi affrettolati, naturalmente io so poco o meglio niente del dogma, ho appena sbirciato il Barthes.(ma già lì...come mai non è stato tradotto in italiano la sua opera intera?), posso anche capire che tu non capisca l'acredine, il "serfo" è abituato al suo sistema di riferimenti, di dogmi e pregiudizi familiari e sociali.
Naturalmente in un discorso pubblico sensato, l'acredine porta male.
Ma questo del forum è un discorso pubblico da bar, se no sarebbe già stato chiuso da tempo.
Questo non vuol dire che non si possa ragionare al bar dei presupposti amici, amici anzitutto della discussione pubblica.
E' anche vero in senso privato, l'errore di Nietzche su Platone è veramente non all'altezza delle sue critiche sociali e sopratutto personali ed è dovuto all'acredine qui posta in gioco.
Quando poi però mi citi l'ONU come punto di riferimento mi dimostri però che ti manca uno sguardo d'orizzonte più largo.
Il rispetto delle religioni è semplicemente parte del piano più ampio dell'Islam per farsi prima rispettare e poi una volta acquisito per negare questo stesso rispetto alle altre religioni.
Il Papa è stato colto in un discorso di clamoroso relativismo dal mio maestro in questo senso.
Direi quindi che un cristianesimo morale dovrebbe essere riscoperto al più presto.
Naturalmente in termini di status quo, non vedo come ciò possa avvenire.
E quindi ti rimando a tutte le critiche rivoluzionarie del Nietzche.
Manca in te quindi una chiara visione d'insieme politica per poter capire che questa acritudine non deriva tanto dalla religione in sè, quanto dai frutti che quella stessa aveva piantato nei secoli nel sistema di abitudini, che Nietzche chiama appunto morale.
La morale nicciana, analizzata e fatta a pezzi, è tutt'altro da quella sostenuta da Platone che abita l'iperuranio.
La cosa strana che è sfuggita a Nietzche è che Socrate è una maschera negativa, in Platone la difesa dell'individuo naturale contro lo stato, ossia contro il tiranno, infatti coincide con quella dello stesso Nietzche.
Due autori una stessa meta, ora mi rimane da verificare che anche in Agostino sia così, strano perchè io ne avevo una idea diversa, ma come al solito io stesso sono stato educato a non porre attenzione su autori chiave contro il capitalismo (alias gli effetti nocivi che la società stessa si è procurata di darsi).
salve!
#525
Attualità / Re: Libano
25 Settembre 2024, 23:43:59 PM
Mi fa ridere perchè gli antisemiti che parlano tranquillamente dalle tv nazionali, tipo Santoro si stanno ammalando al fegato.
Trovo eccezionale la follia umana, e a me viene da ridere.
La scioà solo un nome da dire per pulirsi la coscienza, ma poi arrivano le parole d'odio, i falsi storici, le visioni di parte.
L'occidente colonialista, come se l'oriente non lo fosse...
Quando la guerra verrà portata in Italia (quella dei coltelli è già iniziata) forse la gente si sveglierà.
Ho detto forse, ma poi penso a come sono messi e mi vien da ridere.
Che vuoi ognuno reagisce come può all'orrore del terrore.
D'altronde il colonialismo orientale è giusto e santo.
Permettimi di sorridere alla cosa: la storia nel suo ripetersi è grottesca.
Oltre che agghiacciante, forse così inquadriamo meglio il sarcasmo.