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Messaggi - PhyroSphera

#511
Citazione di: Pensarbene il 24 Febbraio 2024, 06:47:36 AMIl monoteismo ebraico ha origini nel culto solare di Akhenaton.
I seguaci di Akhenaton, dopo la restaurazione degli Dei, contattarono il popolo dei "re pastori",una etnia agricola emigrata nella loro regione.
I due gruppi si unirono a poco a poco  come piccolo popolo agricolo e allevatore.
Durante le piaghe d'Egitto, per evitare la fame e i problemi di quel paese,partirono in direzione ignota alla ricerca di una nuova terra.
Questa, in sintesi, la storia.
Tutto qui, il resto è coreografia, idealizzazione e immaginazione.
Il decalogo ebraico è molto simile al decalogo di Akhenaton, il salmo di Davide è la versione ebraica dell'Inno al Sole di Akhenaton .
Perchè gli ebrei sono....ebrei?
Perchè sono convinti di esserlo ma in realtà,essi sono una fusione di due etnie e di un monoteismo primario fondato sulla natura.
Io non ho niente contro queste cose, ne prendo atto e le considero tranquillamente nei loro aspetti positivi e negativi.
Il monoteismo ha spazzato via gli Dei ma non l'idea di un Dio Supremo.
L' idea di un Dio Supremo non è monoteistica ma politeistica,
come pure l'idea di gerarchie spirituali e di rituali sacrificali o meno e così via.
Gli ebrei non sono mai usciti da un politeismo monodimensionato e non  l'hanno mai capito.
Il Dio cristiano ha corretto,in parte, l'errore ma il problema rimane anche nel cristianesimo.
L'Islam, un tentativo per ridefinire il monoteismo in termini radicali e, nel contempo, secolarizzarlo in termini di massa.
Tornando agli ebrei, l'idea di popolo eletto sembra dare ad esseri umani valenze speciali e patenti divineggianti.
Uno sbaglio cruciale perchè non è stata mai tradotta in termini di SERVIZIO ma idealizzata in termini di "noi siamo i migliori"
Se gli ebrei avessero scelto di essere i migliori nel SERVIRE gli altri popoli la storia sarebbe stata molto migliore.
SERVIRE E NON ASSERVIRE sè stessi e gli altri in un monoteismo  che privilegia alcuni e definendo  gli altri di conseguenza.
Quindi, il popolo ebraico resta tale quale nei secoli dei secoli,confondendo SERVIRE con ASSERVIRE(naturalmente in modi diversi  e distribuiti nei vari ambiti della vita dal finanziario al militare e così via)
Io non sono anti nessuno ,neppure anti diavolo o anti Dio,quindi scrivo quello che penso  senza pretendere di avere ragione.
Mi baso sulla storia e l'attualità, i dati sono quelli che sono.
Gli ebrei non sono mai stati perseguitati in Egitto, non sono mai stati schiavi di niente e di nessuno.Nel corso della storia si sono definiti e comportati in un modo tale da avere risposte amichevoli,indifferenti o ostili.
Quindi, una cosa che io non ho mai fatto, è quella di PARTEGGIARE: per me non esistono popoli  Persecutori,Salvatori o Vittimistici  ma solo POPOLI E BASTA.
Ogni popolo recita un copione psicologico e culturale che ha aspetti persecutori,salvatori e vittimistici più o meno marcati e evidenti.
I POPOLI SI CONFRONTANO,SI INCONTRANO E SI SCONTRANO A CAUSA DEI LORO COPIONI SOCIOPSICOCULTURALI IN CUI GIOCANO ANCHE LE TRE CARATTERISTICHE SUCCITATE. 
Gli accordi sono più facili se i copioni sono compatibili o poco in compatibili,se le caratteristiche persecutorie,salvatorie e vittimistiche si combinano funzionalmente e non conflittualmente.




L'elezione del popolo d'Israele ha dei significati differenti da quel che comunemente si ritiene. Non viene affermata alcuna superiorità bensì anche compartecipazione a un mal comune, sicché Dio limita la faida con la vendetta. Nel mezzo anche il decalogo che astrae da tale misera condizione... Sempre nell'Antico Testamento si raccomanda agli ebrei un rispetto assoluto per gli ospiti, il che è chiaro indice che non si afferma alcuna superiorità (d'altronde si dice pure che in Sion tutte le nazioni verranno benedette).

La Bibbia non è una fonte storica primaria. Lo scopo immediato dei suoi racconti non è storico. Ciononostante a grandi linee la storia biblica ha già avuto delle conferme. Non dico che tutta la vicenda è stata appurata ma, appunto, lo scopo primario dei racconti biblici non è storico. Quindi, entro questa prospettiva che è anche quella scientifica, per sapere cosa sia l'ebraismo e chi fossero e siano storicamente gli ebrei non è opportuno basarsi sulla Bibbia. Ugualmente per la storia cristiana.

È la stessa Bibbia che avverte di un emergere solo progressivo della idea monoteista ebraica all'interno di una realtà politeista e idolatrica. Tuttavia ci sono anche affermazioni nette e sarebbe ingiusto negare che gli ebrei da un certo momento in poi praticassero il culto dell'unico Dio. Per ciò che riguarda la organizzazione religiosa di massa, l'ebraismo è stato il primo monoteismo della storia, invece in Egitto non vi fu vero e proprio sèguito. Queste le memorie in nostro possesso.


Mauro Pastore 
#512
Tematiche Filosofiche / Re: Metafisica in senso pieno.
03 Febbraio 2024, 10:16:10 AM
Citazione di: iano il 30 Gennaio 2024, 18:33:53 PMMetafisica concreta sembra una contraddizione in termini, se la concretezza è un attributo fisico.
''Che cosa è metafisica?'' è una domanda chiara che non tradurrei nella meno chiara ''In che senso una cosa è metafisica?''.
Anche perché la metafisica và oltre la fisica e quindi oltre le ''cose'' comunemente intese come suo campo di indagine.
La mia non era una traduzione, indicavo un senso.

Mauro Pastore 
#513
Tematiche Filosofiche / Re: Positivismo vs Idealismo
30 Gennaio 2024, 15:42:06 PM
Citazione di: niko il 30 Gennaio 2024, 15:32:42 PMPossiamo "andare oltre" solo con la fantasia, e un sacco di gente ce ne ha fin troppa, te compreso.

E comunque, quello che pensiamo e' una parte del mondo; quello che immaginiamo, una parte gia' un po' piu' grande di quello che pensiamo; e il mondo in se' come realta', e' immensamente piu' grande, sia di quello che immagginiamo, che di quello che pensiamo.

Come una casa, che contiene una scatola, che contiene una perla.

La forma del "pensare a", del pensare oggettivo e oggettuale, che meglio incarna la riflessione, e' la perla. Preziosa, ma poca cosa in confronto alla casa. E di fatto piccina, pure in confronto alla scatola.

Il mondo che conosciamo e' gia' piccolo rispetto al mondo che immagginiamo e possiamo immagginare, figuriamoci quanto e' piccolo, super piccolo, rispetto al mondo reale in cui siamo, e che non conosciamo, nelle estensioni in cui non lo conosciamo.

L'uomo e' un essere microfisico, non microcosmico. Ha in se' la scintilla della natura, non quella della totalita'.

La riflessione, nel rapporto mente/mondo, se e', e parziale, quindi prospettica. Col mondo che la supera, e la contiene, abbondantemente, e potenzialmente, a distanza la ripropone, e la riproduce.

Non esistono esseri unici, cosi' come non esistono esseri omniscienti, omniriflessivi rispetto alla realta' che li circonda.

Sono gli idealisti, che vogliono conoscere tutto, che vogliono una riflessione totale. Che non attraversano l'infinito, ma, staticamente e noiosamente, lo sono. Non sono paghi della riflessione fisica locale di un pezzetto di mondo che pure sono, vogliono essere microcosmici. Hegel, ed epigoni.



Tu non conosci bene l'idealismo, che è molteplice tra l'altro, inoltre non ti misuri realmente con le affermazioni che ti vengono fatte. Sei un disastro.

Mauro Pastore 
#514
Tematiche Filosofiche / Re: Positivismo vs Idealismo
30 Gennaio 2024, 14:20:14 PM
Citazione di: niko il 30 Gennaio 2024, 12:58:05 PMLe leggi della natura non sono in nessun senso un'idea, ne' secondo la maggior parte dei positivisti, ne' secondo me.

Se ti butti dalla finestra, cadi a prescindere da quali idee tu abbia.

E' un'idea, semmai, che conoscendo sempre meglio le leggi della natura, si possa vivere meglio (il progresso, quello si' che e' un'idea), e che le leggi della natura esprimano l'essenza ultima della realta', che la realta' sia ad essa riducibile (il riduzionismo fisico o naturalistico, e' un'idea).

L'idealismo migliore, quello di Hegel, e in parte anche di Platone, non postula affatto che le idee siano solo soggettive, ma che vi sia corrispondenza tra idea e realta', il che e' proprio il contrario, dell'affermare che le idee siano solo soggettive.

Io non saro' mai idealista, proprio perche' non penso ci sia corrispondenza, tra idea e realta', ma che la realta' generi l'idea (il pensiero) come una parte di se' a certe circostanze. Il pensiero e' una estensione, della realta', estensione nata evolutivamente.  Non ci puo' essere corrispondenza tra idea e realta', perche' l'idea, anche dopo la sua genesi reale e dalla realta', e', e resta, la parte; la realta' il tutto; e non ci puo' essere corrispobdenza tra la parte e il tutto.

Sono gli idealisti, che talmente oggettivizzano le idee da vedere le leggi di natura come una de/cisione, cioe' una parte, destinata a tornare al tutto, dell'idea (assoluta). Il sistema hegeliano e': logica, natura, spirito. In questa specifica sequenza, che e' significativa. La natura si distacca dall'idea, (e' l'intermedio nella terna, il Figlio in una analogica trinita') e grazie allo spirito, vi fa ritorno.

E' proprio il contrario della realta: nella realta', dalla natura, evolutivamente, si distaccano esseri in grado di vivere e pensare, che. con la morte, vi fanno ritorno, per altro senza mai averla compresa del tutto, la natura in quanto totalita'; perche' quello che realmente in vita essi "pensano", e' la loro condizione di parte, la loro prospettiva limitata, non mai la loro unione col tutto. Il pensiero e' un "entro", e non un'oltre, dell'evento stesso che lo produce. Ed e' un volere se stesso anche in quanto pensiero, un qualcosa il cui nucleo e' corpo, ed e' volonta'.


Ma così tu confondi le idee coi semplici concetti e ti scordi che pensare può essere anche pensare a, non solo dunque entro ma oltre. Filosofia è apertura di orizzonti e tu invece tenti di usare il linguaggio filosofico per chiuderli. È un disastro quello che tu fai, non un filosofare.

Mauro Pastore 
#515
Tematiche Filosofiche / Re: Positivismo vs Idealismo
30 Gennaio 2024, 14:09:44 PM
Citazione di: bobmax il 29 Gennaio 2024, 15:32:44 PMMa l'Idealismo non è forse altrettanto ingenuo?
Non fonda se stesso sul "positivismo" delle idee?

Difatti il "corretto" idealismo non può che non essere idealismo.
Perché dovrebbe abbandonare le Idee. Essendo le Idee nient'altro che una costruzione positivistica.
Dipende da quale idealismo si prende in considerazione. Non tutti gli idealismi hanno una concezione positivistica delle idee, anzi gli autentici idealismi sono in antitesi ai positivismi.

Mauro Pastore 
#516
Tematiche Filosofiche / Re: Positivismo vs Idealismo
29 Gennaio 2024, 15:12:00 PM
Citazione di: bobmax il 28 Gennaio 2024, 11:53:44 AMPositivismo e Idealismo esprimono  le due vie in cui inevitabilmente si incammina il ricercatore.
Nessuna delle due può essere trascurata del tutto, nella ricerca della Verità.

Perché il Positivismo, seppur inconsapevolmente, non ha un proprio fondamento se non nell'Idea. Cioè le leggi della natura.

Mentre l'Idealismo necessita di considerare implicitamente oggettive, cioè dati su fatto, quelle idee che invece pretende siano esclusivamente soggettive.

Positivismo e Idealismo hanno in se stessi il loro opposto, la propria debolezza.
Epperò sono percorsi necessari.
Da percorrere tuttavia fino in fondo, per vederne la "effettiva" fondatezza.

Che non hanno, né potranno mai avere.
Ed è in questo smacco, nel ritrovarsi di fronte il limite insuperabile, che l'esistenza si palesa a se stessa.
Il positivismo è una posizione ingenua giustamente smentita da un corretto idealismo.

Mauro Pastore 
#517
Tematiche Filosofiche / Metafisica in senso pieno.
26 Gennaio 2024, 16:30:46 PM
Metafisica concreta, ma in che senso, entro quale limite?
Un libro di Heidegger reca in versione italiana una domanda: "Che cos'è metafisica?", nel significato principale di: 'in che senso una cosa è metafisica?'. Massimo Cacciari col suo ultimo libro si è mosso in questo àmbito... Ma con quale prepotenza! Ha pensato di cancellare tutto il resto. Eppure lo stesso Heidegger pare dare anche altro avvio e (in un certo senso) non medesimo argomento, con un altro titolo di un altro libro (sempre in versione italiana), "Introduzione alla metafisica"... 
E davvero è giusto da parte di Cacciari porre in causa il pensiero di Florensky, a parte le apparenze dovute allo stesso appello alla concretezza, tanto diverso dal suo?
Insomma la metafisica può essere un oltre, ma anche un aldilà e il (professor) Cacciari non ci vuol proprio badare.

Mauro Pastore
#518
Citazione di: Pio il 23 Gennaio 2024, 12:35:13 PMInfatti nelle religioni abramitiche il tempo non è ciclico. I cieli e terra nuovi parlano di un futuro diverso nella qualità da tutto ciò che c'è stato, che non è nemmeno un ritorno all'Eden. È una visione di fede s'intende. Il tempo è una retta che va dal caos primigenio, attraversa la caduta,  fino a questa visione di un cosmo rinnovato, dove "leone e agnello pascolano insieme" che intendo simbolicamente come un tempo dove cessa ogni conflitto.
In realtà anche le religioni abramitiche attribuiscono alla natura i cicli. Solo che il loro messaggio originale si riferisce all'àmbito del soprannaturale.

Mauro Pastore 
#519
Citazione di: Pio il 23 Gennaio 2024, 10:05:26 AMLo stato escatologico è inteso in senso umano, riguarda l'uomo e non il tempo naturale del divenire. L'uomo nuovo nell'escatologia cristiana vive nel rinnovamento, non nella cristallizzazione. Infatti vengono profetizzati " cieli nuovi e terra nuova". È  quindi un tempo rinnovato non un tempo cristallizzato, immobile. Credo sia anche la visione ebraica del tempo.
Beh, però cielo e terra ritornano anche per la dottrina cristiana.

Mauro Pastore 
#520
Citazione di: green demetr il 18 Gennaio 2024, 20:04:55 PMCitando il pessimo Cacciari intendevo dire solo che almeno lui fa notare che non è il viandante che parla dell'eterno ritorno, ma la scimmia.
E quindi le interpetazioni idiote della contemporaneità, figlie dell'industria culturale, forse ma forse vanno rilette con sdegno.
(Non che Cacciari poi disegni un Nietzche credibile, il suo appiattimento al pensiero americano va ben oltre un discorso di semplice ignoranza, come nel caso di tanti altri, ma di una sua sottile diabolicità)
L'eterno ritorno è in Nietzsche un pensiero che non esclude la libertà e non è un'illusione, è un richiamo alla realtà, oltre gli inganni del progresso, non qualcosa che esiste per gli stupidi. Nietzsche lo coniugava alla possibilità della creatività ma non pensava che si potesse andare oltre di esso.

Mauro Pastore 
#521

Direi che dire ritorno è sufficiente senza specificare 'ritorno dell'uguale', perché se qualcosa di diverso accade non è un ritorno. Il fatto che intellettuali di grido come il Cacciari se ne siano scordati è sintomatico dell'assurdità e incapacità del tentativo di sinistra di accattivarsi l'opera di Nietzsche. Sanno di aver ricevuto una opposizione cui non possono reagire e si rifugiano in tattiche di aggiramento che obiettivamente raggiungono solo il ridicolo.

Mauro Pastore 
#522
Citazione di: green demetr il 13 Gennaio 2024, 19:10:30 PMNon so cosa dirti, ascolta su youtube i video che parlano del sole nero, oppure i revival pagani, secondo te perchè la croce uncinata?
Per quanto riguarda il cristianesimo ascolta Barth e la sua polemica contro la chiesa che fece nel suo "lettere ai romani".
Vogliamo parlare dei patti lateranensi?
I cristiani chi odiano: gli ebrei, è dura a morire il concetto di deicidi...cose ridicole. ;)
PS
Scusa Mauro, Maurizio era un capetto che conoscevo...
PPS
Nietzche non è mai stato un pensatore politico, rifiutò anche il tentativo della sorella di farlo diventare tesserato.
Nietzche è un pensatore metafisico, per l'esattezza un anti-metafisico.
Egli anzi criticò aspramente la piccola politica borghese dei suoi anni, e di quella dei sottoprolet.


La croce uncinata è un simbolo diverso dalla croce cristiana.
Il movimento cristiano non va considerato come se tutto fosse evidente. La fede è un fatto interiore e se si resta alla esteriorità si possono scambiare i falsi cristiani per veri. Inutile citare Barth.

Mauro Pastore 
#523
Citazione di: Eutidemo il 10 Gennaio 2024, 17:13:18 PM
Affronto qui il tema esclusivamente in linea di "diritto", in quanto, a livello "politico", io sono del tutto contrario a tale tipo di "gesto"; ed infatti lo considero una manifestazione esteriore tipicamente "fascista" (ideologia che, personalmente, aborrisco).
***
Restando, quindi, sul piano meramente giuridico, circa il fatto che il saluto romano, effettuato nel corso di una manifestazione pubblica, configuri o meno il reato di "apologia del fascismo", secondo la legge 645/52, che proibisce la ricostruzione del partito fascista, in passato le "Singole Sezioni Penali della Cassazione" si sono pronunciate in modo difforme.
Per cui il prossimo 18 gennaio 2024 saranno le "Sezioni Unite Penali della Cassazione" a decidere definitivamente se il saluto romano, effettuato nel corso di una manifestazione pubblica, costituisca o meno il "reato di cui sopra"; ovvero, come io ritengo, se configuri o meno quantomeno il "reato di affine natura di cui mi accingo ora a trattare".
***
Ed infatti, almeno a mio parere, "giuridicamente" parlando (a prescindere dal prossimo parere delle SS.UU), il "saluto romano", anche a voler ritenere che non costituisca un tentativo di ricostituzione del PNF,  costituisce però senza dubbio una manifestazione gestuale che rimanda all'ideologia fascista; e, pertanto, a parte la la legge 645/52, rinvia implicitamente anche  ai "disvalori" della "discriminazione razziale", del "totalitarismo dittatoriale" e della "intolleranza ideologica" sanzionati dall'art.2 del D.L. n. 122 del 1993.
Ed infatti, tale fattispecie, non richiede che le manifestazioni siano caratterizzate da elementi di violenza, svolgendo una funzione di "tutela preventiva", che è quella propria dei reati di "pericolo astratto" (Vedi, in tal senso, Sez. 1, n. 11038 del 02/03/2016, Goglio, Rv. 269753; Sez. 1, n. 25184 del 04/03/2009, Saccardi, Rv. 243792).
***
In particolare, la Cass. 21409/19 ricorda che, sempre riguardo al "saluto romano", esternato in occasione di una seduta pubblica, deve tenersi presente la "giurisprudenza consolidata di questa Corte, secondo cui il "saluto fascista" accompagnato dalla parola "presente" integra la fattispecie del D.L. n. 122 del 1993, art. 2, per la connotazione di pubblicità che qualifica tale espressione gestuale, evocativa del disciolto partito fascista, che appare pregiudizievole dell'ordinamento democratico e dei valori che vi sono sottesi.".
***
Peraltro il  "saluto romano"  è una evidente manifestazione esteriore tipica e caratteristica proprio di quelle  organizzazioni indicate nel D.L. 26 aprile 1993, n. 122, convertito, con modificazioni, nella L. 25 giugno 1993, n. 205: cioè si tratta  di manifestazioni inequivocabilmente dirette a favorire la diffusione di idee fondate sulla superiorità o sull'odio razziale o etnico.
Ne consegue che il relativo gesto dovrebbe integrare quantomeno il reato previsto dall'art. 2 del citato decreto-legge (Sez. 1, n.25184 del 04/03/2009, Saccardi, Rv. 243792; e, in senso sostanzialmente conforme, anche Sez. 3, n. 37390 del 10/07/2007, Sposato, Rv. 237311).
***
Le sentenze difformi, riferentisi precipuamente alla legge 645/52 che proibisce la "ricostituzione del partito fascista", almeno a quanto mi risulta, sono inferiori di numero; e, in genere, sono quasi tutte "antecedenti" la citata normativa degli anni '90, emanata contro l'odio e le discriminazioni razziali (connaturate al nazifascismo).
Della cui normativa, quindi, non potevano tenere conto.
***
Mi auguro, pertanto, che il giudizio delle SS.UU. della Cassazione sia in tal senso; però, ovviamente, mi astengo dal fare previsioni in proposito, riservandomi di esprimere un mio eventuale parere al riguardo, solo dopo che esso sarà stato formalmente espresso e motivato.
***
                                  AVVERTENZA
Si prega cortesemente di limitare i commenti all'"aspetto giuridico", e, cioè, se il "saluto romano", effettuato nel corso di una manifestazione pubblica, configuri o meno un qualche tipo di "reato"; lasciando da parte le considerazioni politiche al riguardo, da eventualmente esporre e discutere in un topic ad esse appositamente dedicato.
Grazie! :)
***

È fondamentale ai fini della legge distinguere il saluto romano dal saluto fascista. Se i fascisti usavano per i loro scopi il saluto romano, non bisogna penalizzare la romanità ma solo difendere la vita della democrazia dalla violenza fascista (quando ve n'è).
Quindi l'utilizzo della legge in un caso così può esser semplice e non controverso.
Ma se si inizia a fare confusione e per esempio a usare virgolette quando si scrive del saluto romano, senza far capire cosa si sta indicando, allora tutto diventa difficile o problematico.

Mauro Pastore
#524
Il nazismo tutt'uno col cristianesimo? I nazisti amavano i pagani e il fanatismo di Hitler era altra cosa dal fondamentalismo cristiano. Il fatto poi che c'erano falsi cristiani, questo è altro conto.

Che Nietzsche non fosse un pensatore politico, è assurdo sostenerlo.

(Non mi chiamo Maurizio, comunque.)


Mauro Pastore