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Messaggi - iano

#5101
Tematiche Spirituali / Re:Meditazione
10 Febbraio 2020, 20:48:40 PM
Citazione di: daniele75 il 05 Novembre 2019, 11:49:32 AM
Un corretto modo di meditare è quello di concentrarsi sul respiro. Un modo di respirare di pancia, gonfiando bene i polmoni. Durante la respirazione bisogna lasciar scorrere i pensieri che a poco a poco diminuiranno e concentrarci solo sul respiro. Tale pratica rilascia ormoni del benessere nella mente e nel corpo. All'inizio la meditazione risulta noiosa, ma quando diventa una abitudine, il risultato appaga e si ricerca l'esperienza. Si può meditare anche mentre si cammina stando nel presente, osservando passivamente tutto ciò che ci circonda, sentendo il nostro passo. Ascoltare la propria mente essendo il testimone è prezioso. Può farci intuire il suo meccanismo, l'irrazionalita di certi pensieri e intuire le nostre convinzioni profonde. Insomma si può meditare in molti modi, anche ascoltando il proprio corpo, concentrarci sul cibo che si sta ingerendo. Il segreto è rimanere coscienti, presenti, vigili. La meditazione dovrebbe far parte delle nostre abitudini. Costatando che il 95% della nostra mente è automatica, meglio rafforzare quel 5% che ci rimane per non essere impulsivi, schiavi delle proprie emozioni o carica di rabbia. Aiuta a pensare positivo, eliminare i conflitti con gli altri, avendo un buon controllo emotivo e scaricare tensione con il respiro consapevole. Buona meditazione a tutti.
Ciao Daniele.
Io penso che gli automatismi abbiano la loro funzione, e in fondo so' bene di cosa parli per il motivo che mi è capitato di provare il benessere che dici in modalità involontaria .
Quindi , avendo preso coscienza di ciò , a volte mi capita di riuscire ad 'agevolare' questo meccanismo , ma solo quando serve.Ma non ho mai meditato per il gusto di meditare .

Ciao Myfriend.
Per quanto riguarda il consiglio di Jung , mi sembra un po' di parte.
Credo che fra conscio e inconscio ci sia un gioco delle parti dove i due giocatori a volte si scambiano il ruolo.
Poi si può fare il tifo per la coscienza ,  come capita a me , ma non credo ci sia una buona ragione per farlo.
Metti che i motivi della mia preferenza siano inconsci .😊
Inoltre la permeabilità fra conscio e inconscio fa' si che seguire l'inconscio non sia un destino ineludibile , ne' cosa da temere in genere.
#5102
Tematiche Filosofiche / Re:La sedia in sè
10 Febbraio 2020, 20:19:39 PM
Citazione di: Ipazia il 10 Febbraio 2020, 08:31:42 AM
Esiste la sedia, non la sedia in sè. Il luogo delle cose in sè è il dizionario: un mero artificio semantico da prendere cum grano salis. Nulla di metafisico, ad eccezione del fumus cui la filosofia ama, dalla notte dei tempi, avvolgersi.
Ma non mi pare che ci sia nulla di metafisico nella sedia in se'.
Io sono certo solo della mia percezione ,la sedia, e innocuamente suppongo che vi sia una causa , che chiamò sedia in se'.
Do' nomi diversi perché non si tratta della stessa cosa.
Non mi pare ci sia nulla di fumoso in ciò.
#5103
Tematiche Filosofiche / Re:La sedia in sè
10 Febbraio 2020, 20:13:10 PM
Ciao Viator.
Intendevo dire che non trovo senso in quello che hai scritto.
L'esposizione in se' è chiara e semplice , e non mi pare neanche metaforica.
#5104
Citazione di: Ipazia il 09 Febbraio 2020, 18:48:14 PM
penso che l'autocoscienza sapiens abbia una eccezionale potenza evolutiva mirata alla sopravvivenza in quanto, promuovendo forme di cooperazione razionali, ci ha permesso di scalare la piramide alimentare, malgrado la nostra individuale miseria predatoria specista.
Sicuramente ha avuto questa potenza e speriamo continui ad averla , visto che ci caratterizza talmente , che le nostre sorti , nel bene e nel male che l'evoluzione decide , sono legate ad essa e tendiamo quindi ad attribuirgli , senza un vero buon motivo , un valore in se'.
O meglio , il motivo è quello di autoesaltarci in modo esclusivo , con il comtroeffetto di sentirci poi soli nell'universo.
Fermi infatti pone l'accento sulla comunicazione che richiede coscienza , più che sulla vita in se'.
Più che  un paradosso sembra essere materia per lettino da analista.
Il suo successo sembra più legato all'autorita' di Fermi. , che altro.
#5105
Tematiche Filosofiche / Re:La sedia in sè
09 Febbraio 2020, 23:31:09 PM
Non mi ritrovo in ciò che dici.
L'effetto è la percezione della sedia , della quale percezione ipotizzo una causa che chiamò la sedia in se'.
#5106
Citazione di: Eutidemo il 09 Febbraio 2020, 06:57:35 AM
Ciao Iano. :)
Una volta che, nata la vita, sia solo questione di tempo prima che essa diventi intelligente, è sicuramente possibile ma è pure molto opinabile, in quanto:
a)
Delle sette diverse forme di vita esistenti sulla terra, in quasi quattro miliardi di anni soltanto quella animale è riuscita, infine, ad esprimere una specie di vita intelligente (per un periodo molto breve, sinora).
b)
Ci è riuscita per puro miracolo, perchè più volte in quattro miliardi di anni, l'intera vita è stata ad un passo dall'estinzione "totale" (come nel Permiano, 251,4 milioni di anni fa).

***
Quanto al fatto che la vita sulla terra sia nata una sola volta, così sembra inequivocabilmente risultare dai reperti paleontologici.
In ogni caso, è certo che, almeno da qualche miliardo di anni, ciò non si è più verificato, perchè le condizioni ambientali non avrebbero più consentito che ciò si verificasse; ed infatti, sebbene si sappia solo con molta approssimazione come la vita, 3,9 miliardi di anni fa, sia scaturita dalla materia inerte, si sa invece con molta maggior certezza quali erano le condizioni ambientali che (allora) lo hanno consentito.
Le quali, oggi come oggi, e da miliardi di anni in qua, non si sono più ripresentate!

***
Ed invero un tempo si riteneva che gli esseri viventi più semplici, potessero tutt'ora nascere spontaneamente dal fango o da carcasse in putrefazione;  ma ormai, nessuno mette più in discussione la "biogenesi", e, cioè, che la vita può generarsi solo a partire da altri esseri viventi (a cominciare dagli inequivocabili esperimenti di Francesco Redi e di Lazzaro Spallanzani).

***
Hai invece ragione nel dire che, se siamo invasi dagli alieni come facciamo a dare per scontato di poterli percepire?
Ed infatti, allo stesso modo, se i nostri boschi fossero affollati di elfi e di gnomi, come facciamo a dare per scontato di poterli percepire?
Però, il fatto di non poter dimostrare che una cosa "non c'è", non dimostra affatto che quella cosa "ci sia" sul serio!
Vedi il mio TOPIC "La mano e la moneta".
https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-filosofiche-5/la-mano-e-la-moneta/
Ma non era mia intenzione discuterne anche in questo TOPIC, il cui oggetto era ben diverso.

***
Quanto al concetto di intelligenza, in effetti, esso è molto opinabile; come io stesso, dopo essere stato battuto "intellettivamente" da uno scimpanzè nel "test" della nocciolina, ho argomentato nel mio TOPIC "L'intelligenza e la stupidità".
https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-filosofiche-5/l'intelligenza-e-la-stupidita'/
Ma non era mia intenzione discuterne anche in questo TOPIC, il cui oggetto era ben diverso.

***
Quanto al fatto che noi diamo per scontato che se avessimo avuto un contatto con gli alieni ne avremmo sicuramente consapevolezza, in effetti, io la penso proprio così; così come i pellerossa hanno a loro volta avuto (purtroppo) perfetta consapevolezza del loro contato con i coloni inglesi...nè poteva essere altrimenti.
A meno che i i coloni inglesi fossero impercepibili, ovvero grandi come formiche.
Ma questo è un modo di ragionare assolutamente:
- non dimostrativo;
-  fallace;
- paralogistico;
come da me argomentato nel mio TOPIC "La mano e la moneta".
Si tratta solo di un "sofisma"!
https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-filosofiche-5/la-mano-e-la-moneta/
Ma non era mia intenzione discuterne anche in questo TOPIC, il cui oggetto era ben diverso.

***
Cosa voglia dire, poi,  che si tratta di "una questione di pratica umiltà più che di intelligenza", mi sfugge completamente il senso di una tale affermazione!

***
Un saluto :)
Hai demolito tutte le mie critiche 😊
Però non intendevo sostenere la generazione spontanea .
Ogni scarrafone ha la sua mamma.
Intendevo dire che ciò che noi immaginiamo come evento discontinuo , la nascita della vita ,non è detto che sia tale , e che questo penso cambi la probabilità dell'evento , che in effetti resterebbe tale solo convenzionalmente.
Inoltre per dimostrare che la vita non sia nata sulla terra più volte non è sufficiente constatare la mancanza di reperti.
Siccome perché ciò accada devono presentarsi le condizioni favorevoli , alla nascita e alla sopravvivenza ,una condizione sfavorevole a ciò potrebbe essere una vita già esistente.
Per quel che ne sappiamo , se anche si trattasse di un evento discontinuo ,la vita potrebbe generarsi  e annichilirsi in continuazione come succede alle particelle materiali.
Del fatto poi che noi abbiamo coscienza che vi sia una distinzione netta fra materia inanimata e materia vivente credo che alla realtà delle cose interessi ben poco.
Credo sia più difficile sostenere ,la vita, compresa quella intelligente , come evento unico , che non il contrario , visto che non sappiamo bene cosa sia la materia , cosa sia la vita, e se ci sia fra essi la netta distinzione che a noi appare.
#5107
Una volta che nasce la vita è solo questione di tempo che diventi intelligente , anche se a , onor del vero , non vedo tale evento come una stretta necessità.
Quindi la questione può ridursi a se c'è vita.
Come si fa' poi a dire che la vita sulla terra sia nata una sola volta?
È dimostrabile?
Come si fa' a dire che la probabilità che nasca la vita sia altissimamente improbabile , se non sappiamo come nasce?
Diamo comunque per scontato che la nascita della vita sia un evento discontinuo , da cui l'improbabilta' dell'evemto.
Come facciamo ad esserne certi che sia un evento discontinuo?
Inoltre , se siamo invasi dagli alieni come facciamo a dare per scontato di poterli percepire?
Ma poi , se rinunciamo al requisito dell'intelligenza, le vostre previsioni cambiano?
Sono comunque d'accordo con Viator che la richiesta di tale requisito è fuorviante .
Anche le formiche nel loro piccolo...sono intelligenti... ma non sono certo di che tipo di percezione hanno di noi ne' se c'è l'hanno.
Magari è così anche per noi.
Ma questo non significa che siamo stupidi.
Quindi per rispondere a Fermi.
Magari non sono mai venuti a trovarci gli alieni perché sono stati sempre qui.🙏
Se facciamo tesoro della nostra esperienza , quindi se è vero che siamo "intelligenti" , sappiamo che la risposta a certe domande è semplice quando ci spostiamo dalle centralità in cui senza saperlo ci annidiamo.
Qual'e' il centro in cui ci annidiamo oggi?
È la coscienza.
Diamo quindi per scontato che se avessimo avuto un contatto con alieni ne avremmo coscienza.
È non intendo con ciò che ci abbiamo rapiti e ci abbiamo fatto il lavaggio del cervello.
La questione potrebbe essere più semplice di qualsivoglia improbabile equazione .... una questione di pratica umiltà più che di intelligenza.
#5108
@ Sariputra.
Ci sarà sempre qualcosa che sfugge alla nostra coscienza/conoscenza.
Sfugge , ma non perché l'insondabilita' sia un suo attributo , così come la coscienza non è una necessità ineludibile e men che meno una meta.
Come vogliamo chiamarlo questo qualcosa?
Assoluto?
Il suo contenuto però non è fisso e determinato.
Dal punto di vista utilitario poche cose sembrano così utili del non credere all'utilitarismo.
Nulla si mostra più utile della cieca fede.
Qui sta il paradosso che mi fa' ben comprendere l'ansia di chi aspira all'assoluto.
Non si tratta di trovare una via di mezzo fra apparenti opposti , ma come tu ben sai si tratta di riconoscerne il carattere unitario.
Mi pare sia questo l'intento di Vito.
L'assoluto , se c'è, è immutabile ? Se si....
Perché?
#5109
@Phil
Per quel che riesco a capire sono del tutto d'accordo con tutti i tuoi post.
Cioè, nel mio piccolo condivido le tue posizioni.
La rinuncia della ricerca di un fondamento assoluto credo sia la preoccupazione di molti , ma dubito che si possa fare retromarcia su ciò.
La questione per me è semplice.
Nell'eterno alternarsi fra conservazione e progresso siamo nel pieno della seconda fase , ma non so' quanti se ne rendano ben conto .
Non voglio qui intendere progresso in senso positivo , ma semplicemente come quella fase che si alterna alla conservazione.
Caratterizzare questo progresso con la nuova scienza è po' fuorviante.
Per necessità di descrizione si individuano date , fatti e punti di svolta, che però sono solo convenzionalmente tali.
Siccome poi tendiamo a porre fede alle storie che ci raccontiamo , la suddetta necessità descrittiva , tende a nascondere il carattere continuo della storia del fare umano.
Non è la scienza ad aver introdotto il relativismo , ma è l'esatto contrario.
Ma da cosa nasce questa tendenza al relativismo?
Dal fatto che abbiamo incentivato l'uso della coscienza.
La prossima tappa , la prossima fermata , il prossimo inevitabile punto di conservazione , quando arriverà, e come sarà ?
Non lo so' , ma immagino sarà completamente diverso da quelli che lo hanno preceduto.
Provare a rispondere a ciò sarebbe un buon esercizio filosofico.
Comprensibilmente c'è che teme che un tale nuovo punto di stabilità non verrà trovato e tende perciò a tornare al vecchio , magari provando a riformarlo.
Comprensibile , ma tempo perso temo.
Non sono mai state le nostre filosofie a determinare il corso degli eventi , ma il contrario.
Se anche ognuno di noi fosse dotato di libero arbitrio , non sembra che l'umanità nel suo complesso ne abbia uno.
I grandi sistemi filosofici non si diffondono in quanto grandi  , magari perché supportati da logiche inoppugnabili , ma perché trovano terreni fertili.
Resi fertili da cosa?
Questo bisognerebbe chiederlo all'umanita' , e lei ce lo direbbe , se avesse una coscienza , e non parliamo poi dell'intelletto , dell'intuito e altro.
Ciò detto , non è questo un invito ad essere irresponsabili.
Tutt'altro.
E aggiungo invece un invito ad avere fiducia e coraggio ,dato che non costa nulla.'
C'è sicuramente un rapporto ambiguo fra noi e la realtà, visto che se le parti esistono , noi ne siamo parte.
Questo è un limite per noi , scienza compresa , e la conseguenza è che ,per quanto si incrementi l'uso della coscienza , l'esito della qual cosa non do' per scontato , tutto non sarà mai coscienza , che non è comunque un bene in se'.
Noi , in quanto filosofi , non facciamo altro che esercizio di coscienza , allenandoci per qualcosa che verrà.

#5110
Storia / Re:Dal di fuori o dal di dentro.
05 Febbraio 2020, 23:55:15 PM
Per fare una nazione , oltre alla lingua, ci vuole senso civico ,che richiede condizioni giuste e tempo a crearsi ,ma che poi sembra resistere anche quando le condizioni cadono.
In Italia è distribuito a chiazze , di tipo autoctono o importato da zone confinanti , come quello dei Savoia.
Purtroppo il senso civico non è veicolato da virus culturali e nasce solo da accidentale esercizio in condizioni che temo non si ripresenteranno.
Comunque , se la globalizzazione toglie importanza alle nazioni , noi ci siamo portati avanti col lavoro.
Potrebbe essere un vantaggio?😇

#5111
Cioè, mi correggo , con la ragione il mio giudizio resta sospeso.
#5112
@Vito.
Il post di Ipazia mi ha dato una visione schematica della tua posizione filosofica , quindi riprovo a mettermi in pista.
Ma.....
La ragione in se' delle cose...non riesco a figurarmi cosa sia.
Mi pare di capire invece che soggetto e oggetto sono legati da una "ragionevole simpatia" in modo indissolubile.
Una specie di matrimonio mai celebrato che non può essere quindi annullato ?
Perdona i miei pochi mezzi per cui faccio appello all'intuito.

Intuito che credo anch'io essere "intelligenza " ,ma che vive alle soglie della coscienza , e nn credo misurabile di fatto.
Ci saranno sempre cose che faremo senza sapere come , se è vero come credo che la coscienza sia solo un nostro strumento.

Dunque...
Soggetto e oggetto sono legati da un filo di ragione con carattere di continuità?
Soggetto e oggetto possono avere allora un confine sfumato , ma ciò non osta alla loro unità.
Quindi sono separati e uniti insieme?
Ma da cosa nasce la separazione , per quanto labile?
Il mio intuito mi presenta una immagine molto sfumata , dove vedo cose che potrebbero essere entità separate , ma non ne sono certo.
Questo è quello che vedo strizzando gli occhi e l'intuito.
Con l'intuito io sono d'accordo con te , ma con la ragione meglio.
Perdona se ho fatto domande inopportune.
#5113
Citazione di: Sariputra il 04 Febbraio 2020, 12:58:57 PM
Mi sembra non corretto usare il termine 'finzione'. Per finzione s'intende qualcosa creato dalla mente con l'immaginazione ( diz.Treccani), non con la ragione. Mi sembra più consono dire: ipotesi razionali.
Finzione non si riferiva alle ipotesi, ma al quadro generale che sta per , o è  ( per chi lo crede ) la realtà.
Non so' invece se è consono "razionali" riferito alle ipotesi.
Le ipotesi nel loro insieme immagino debbano essere non contraddittorie , preferibilmente non ridondanti , etc...
Ciò che mi pare interessante è che il quadro che abbiamo scambiato per realtà, senza sapere come lo abbiamo costruito , si è dimostrato a posteriori coerente ( Vedi geometria Euclidea ) tanto da poterne trarre le ipotesi sottostanti , senza che nessuno le avesse immaginate.
Ciò ha rafforzato l'idea che la realtà fosse proprio Euclidea.
Oggi sappiamo che non è così, e che si trattava di realismo ingenuo.
Tuttavia quel quadro sottende ancora magnificamente alla nostra percezione , e non c'è nessun buon motivo per rinunciare ad essa.
Non va' considerata però come la nostra bussola esclusiva , e per motivi simili non è da considerare tale neanche la scienza .
Esse si affiancano. Si prendono e si ripongono nello scaffale dei nostri attrezzi , la cui forma e funzione non è predeterminata.
Imparare a maneggiare questi attrezzi e costruirne di nuovi liberamente immaginabili è roba nostra.
Noi siamo anche quegli attrezzi.
Questa relatività può non piacere ad alcuni , ma non si possono non riconoscere le potenzialità, che una rastrellliera di attrezzi assoluti e immutabili non può dare.
Ma il punto non è che noi dobbiamo perseguire ciò.
Il punto è che noi siamo ciò , almeno finché stiamo a questo mondo.
E poi anche altro , certo.
#5114
Citazione di: iano il 03 Febbraio 2020, 10:25:49 AM
Se può essere utile vivere in una finzione , non è utile ricordare sempre a noi stessi che si tratti di una finzione .
«finzione» rispetto a cosa? Rispetto ad una fondante Verità assoluta? No, rispetto a nulla (che non è «rispetto al Nulla»); questo è per me nichilismo "performativo", l'uomo come ente (pensante) fra gli enti, senza idealismo e senza solipsismo.


[/quote]
@Phil
Forse l'uso che ho fatto del termine finzione non è stato felice.
La finzione richiama la pura arbitrarietà, ma i prodotti dell'interazione con la realtà non sono arbitrari , ma neanche univoci.
Ma perché la "finzione" possa essere scambiata per realtà occorre che sia condivisa , di modo che si rafforzi per reciproca conferma .
La condivisione infatti si presta come argomento contro la "finzione" , ma le cose non stanno così.
Semplicemente l'utilita' andrebbe a cadere senza condivisione.
Comunque si giunga a questa condivisione , che sembra miracolosa , non conoscendone appieno le dinamiche , stiamo un po' parlando di una vecchia storia.
Le finzioni adesso sono le ipotesi su cui si basano le teorie scientifiche.
Per queste i meccanismi di condivisione non sono misteriosi , o comunque possono essere analizzati , e questa analisi può gettare luce sul suddetto mistero.
Naturalmente ciò che è condiviso non è perciò vero , ma questo non è un problema se non siamo alla ricerca della verità.
Ma la non ricerca della verità non significa aprire la strada all'arbitrio , perché siamo comunque condizionati dalla realtà, e lo siamo tutti insieme, essendo sostanzialmente simili.
Il soggetto più interessante non sembra essere l'uomo quindi , ma l'umanita' , che poi è solo una parte degli esseri viventi.
L'umanita' stessa è una "finzione " in quanto arbitrari , ma comunque funzionali , sono i criteri che la distinguono dal resto dei viventi.
Non dovremmo perciò cercare il vantaggio dell'umanita' , come non è da cercare il vantaggio dei maschi piuttosto che delle femmine , perché andremmo a cercare il vantaggio di "definizioni di comodo" , come se il definirli desse loro vera sostanza di soggetto.
Gli effetti del cercare il "nostro" vantaggio su questa terra sono cronaca quotidiana.
Le discriminazioni sessuali e razziste pure , e purtroppo nascono dal nostro senso di realtà che anima le nostre arbitrarie ma condivise definizioni.
Questo senso crea la realtà dandole la consistenza di uno spigolo contro il quale è meglio non sbattere.
Se hai dei dubbi prova, e così la nostra realtà è dimostrata.
Ma rimane sempre nostra e non può essere spacciata per verità, perché noi stessi non siamo assoluti.
Non siamo centrali , anche se così ci percepiamo perché noi siamo il nostro punto di vista.
Ma il mio non è un invito all'umilta' , ma anzi un invito all'orgoglio di essere se stessi , per quel che siamo .
La strada di fatto che abbiamo intrapreso credo sia appunto quella di prendere coscienza dei nostri mezzi.
Ma è una strada di fatto , dove la coscienza in se' non è da esaltare , perché di fatto equivale al vizio di esaltare noi stessi in forma dissimulata.
È uno dei nostri strumenti , da conoscere , da maneggiare sempre meglio , per il nostro bene, che non è mai solo il nostro bene , almeno di non credere fino in fondo a ciò che ci inventiamo e che definiamo.
Vecchio , ma umanissimo vizio.
Personalmente sono convinto che non c'è sostanzialmente molto di nuovo sotto il sole , ma tutto appare tale sotto l'uso della coscienza sempre più usata.
Ciò che facciamo in coscienza abbiamo sostanzialmente sempre fatto anche senza , ovviamente non sapendo come.
#5115
@Vito.
Grazie per le tue risposte e la tua pazienza.
Ho letto i tuoi link ,ma non ho capito.
Ho apprezzato i tuoi post laddove li ho definiti "fulminati" , e quindi comunque qualcosa porto a casa.😊