Sono arrivato a mi hai stufato e non vado a leggere oltre.
Senza malevolenza.
Ciao.
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Mostra messaggi MenuCitazione di: Phil il 02 Novembre 2019, 12:32:42 PMPosso solo ipotizzare , avendone indizi , che esistono le palle.Quindi costruisco un misuratore di palle e quando ottengo una misura so' che lì c'è una palla.Citazione di: iano il 02 Novembre 2019, 01:38:30 AMAggiungerei, per aumentare la "scomodità", che non esiste misura senza strumento/tecnica di misura, e che l'osservatore influenza (l'uso del)lo strumento/tecnica che influenza la misura.
Non esiste misura senza osservatore.
L'osservatore potrebbe influenzare la misura.Citazione di: iano il 02 Novembre 2019, 01:38:30 AMEppure l'influenza di quel presupposto di esistenza è imprescindibile: se non suppongo che esista una palla e che sia situata nell'area a cui rivolgo la misurazione, la misurazione stessa non può letteralmente avere luogo. Più che «eliminata» in quanto «superflua», forse la supposizione di esistenza va considerata come necessaria ipotesi-guida della misurazione (almeno fino a prova contraria).
Sapere che la palla esiste e che ha una posizione è propedeutico alla misura , ma non è parte della misura.
Questa consapevolezza dell'osservatore , in quanto espressione dell'osservatore , può essere considerata superflua , quindi eliminata , in quanto potrebbe influenzare la misura.
Quindi , ai fini di una buona misura , noi non sappiamo che la palla esiste e che ha una posizione.Citazione di: iano il 02 Novembre 2019, 01:38:30 AMTuttavia, la misurazione e i suoi risultati, non rientrano essi stessi nelle percezioni dell'osservatore? Il ruolo dello strumento è esentato dal dubbio percettivo, ma in fondo lo strumento, proprio come l'osservatore, non è mai irrilevante nei confronti dei suoi stessi risultati (talvolta persino "indeterministici").
Lo sappiamo solo quando misuriamo la sua posizione, ed essa esiste e ha una posizione solo nel momento in cui misuriamo.
Non possiamo da ciò dedurre che essa esiste ed ha una posizione prima e dopo della misura anche se noi lo abbiamo percepito , perché la percezione dell'osservatore non è un dato scientifico.
Citazione di: baylham il 28 Ottobre 2019, 01:23:35 AMConcordo.
Non condivido la svalutazione della tecnica, che è un fatto naturale: qualunque sistema ecologico è anche un sistema tecnico.
Citazione di: viator il 25 Ottobre 2019, 22:48:29 PMCiao Viator.
Salve Iano. Osservo : "Ma il fenomeno succitato ci dice che non crediamo agli angeli , anche se li vediamo , restando nell'ambito percettivo".
C'è chi crede agli angeli senza averne mai visti, chi non vi crede pur vivendo in loro compagnia psichica o mentale....................
Come SEMPRE ovvio ma MAI sottolineato, il problema sta nel manico, cioè nel volere (moltissimi non lo VOGLIONO) o nel saper definire (moltissimi non SANNO farlo) ciò che vedono ed cui credono o dubitano.
Io posso avere una visione ma - non credendo in via pregiudiziale agli angeli così come descritti da una qualche fede o letteratura - potrei tranquillamente e sinceramente affermare di aver visto tutt'altro personaggio (da un artista circense alla donna dei miei sogni). Altri invece, davanti alla identica visione, in base ai loro propri canoni e persino desideri e bisogni psichici potrebbero mettersi a strillare di aver visto la Madonna.
La meccanica della percezione è (quasi) uguale per tutti (vedere appunto sua descrizione scientifica) ma ciò che conta è l'interpretazione prima PSICHICA poi MENTALE (eh sì, conta moltissimo anche il fatto culturale).
Ovvio quindi che alla base del tutto stia l'atto di fede, il CREDER VERO, non importa su quali basi. Come già più volte ho affermato, VERITA' e REALTA' sono concetti esclusivamente umani, relativi e soggettivi e consistono semplicemente in ciò che noi crediamo (in alcuni casi persino in ciò che noi SPERIAMO) essere vero.
Conosci forse qualcuno che non consideri vero ciò in cui crede ??. Saluti.
Citazione di: Ipazia il 14 Ottobre 2019, 21:55:58 PMProprio il divertimento , il gioco per il gioco , mi auguro sia un valido succedaneo motivazionale alla più pomposa pretesa della conoscenza in se'.
Se la realtà fosse indistinta si cadrebbe inevitabilmente nella contraddizione che il conoscitore é incluso in ció che cerca di conoscere. Ma, per nostra fortuna, caso o intelligenza, abbiamo sezionato la realtà in sottorealtà che possiamo conoscere e determinare da fuori e questo ci salva dal nichilismo e dal caos.
Entro certi umanissimi limiti, ma al cui interno ci si può divertire assai, sperimentando e inventando.