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Messaggi - anthonyi

#5191
Attualità / Re:Rischio default
03 Giugno 2019, 13:10:04 PM
Freedom ha scritto:
"Per quanto riguarda un default controllato penso che invece potrebbe rappresentare una saggia via d'uscita: ci togliamo la zavorra del debito pubblico e, poiché abbiamo un avanzo primario positivo, possiamo fare a meno di reperire prestiti sul mercato. Visto che dopo il default, ovviamente, nessuno presterebbe più soldi all'Italia per un bel pezzo.

Quando parlo di default controllato intendo, in buona sostanza, una sorta di ristrutturazione del debito pubblico con un piccolo hair cut (10/15%), uno slittamento dei rimborsi della quota capitale e un congelamento della quota interessi per 12/18 mesi. E' doloroso, ci sarebbe il rischio di un momento recessivo, ma, molti studiosi stanno esaminando progetti di questo genere e non li ritengono poi così inappropriati."



Ciao Freedom, il concetto di default finanziario è un pò come il concetto di fascismo, è talmente abusato che ormai non se ne percepisce più la pesantezza.
Quando lo stato dice: "non posso pagare e quindi non pago", si apre un'enorme incertezza su tutte le attività economico finanziarie che sono nello stato, soprattutto le banche hanno enormi difficoltà, e per questo solitamente le attività bancarie vengono contingentate o bloccate, l'enorme fuoriuscita di capitali verso l'estero costringe lo stato a bloccare i trasferimenti all'estero ma questo danneggia soprattutto le attività import-export che sono quelle che hanno più difficoltà.
Personalmente credo che un "default controllato" per avere uno sconto del 10-15 % sul debito (Più o meno i Titoli in pancia alla BCE) non valga neanche la pena, perché i danni di un default sono maggiori di questo valore, oltretutto, l'ipotesi di uno sconto sul debito a un paese i cui cittadini hanno una ricchezza finanziaria di 4300 miliardi di Euro più un patrimonio immobiliare che vale oltre 6000 miliardi di Euro non ce la accetterebbe nessuno.
Un saluto.
#5192
Attualità / Re:Rischio default
03 Giugno 2019, 12:49:11 PM
Citazione di: InVerno il 03 Giugno 2019, 12:21:12 PM
A mio avviso dipenderà dalla solidità del prossimo governo (di cui non ritengo scontato conoscere la composizione)  l'atteggiamento Europeo a riguardo (che non ritengo scontato a sua volta) e anche chi sarà il prossimo presidente della BCE (bazooka?).

Ciao Inverno, sul prossimo presidente BCE i giochi sono fatti, sarà quello Tedesco, oltretutto con il sostegno anche dell'Italia, comunque non credo sarà drammatico, perché il segno della gestione Draghi resterà a lungo.
Riguardo poi al prossimo governo, e chi è che si prende in carico la responsabilità di gestire una situazione fallimentare come la presente? Perché questo governo cada bisogna che qualcuno abbia interesse e si prenda la responsabilità di farlo cadere, serve o una mozione di sfiducia o le dimissioni di Conte, e secondo me nessuno compirà un atto del genere per cui il cerino in mano resterà a quelli che ci sono che, all'ultimo momento, faranno finta di niente e lasceranno che siano Conte e Tria a sottoscrivere i patti infami in Europa.
Un saluto
#5193
Storia / Re:E se Churchill avesse avuto ragione?
02 Giugno 2019, 06:45:36 AM
Citazione di: InVerno il 01 Giugno 2019, 15:33:43 PM
Il punto problematico è che come dice Jacopus passare a est avrebbe avuto il vantaggio di tagliare i rifornimenti petroliferi rumeni, di cui i nazisti avevano assoluto bisogno perchè erano in crisi di carburante dal 43. E' probabile che se stessimo parlando di un altro nemico, un colpo così importante avrebbe indotto alla resa, ma stiamo parlando dei nazisti, che nella realtà resisterono fino al bunker di Hitler, con o senza carburante. I tedeschi avevano capito di aver perso la guerra da parecchio tempo, e come regalo di addio si adoperavano a sterminare persone il più velocemente possibile. Anche solo un mese o due di ritardo (ottimisticamente) scegliendo di passare ad est anzichè in Francia, sarebbe probabilmente costato milioni di vite, in particolare quelle dei superstiti dei campi di concentramento, e non avrebbe significato la resa tedesca. Per il bene di chiunque avesse una pistola nazista puntata addosso, è stato bene raggiungere Berlino il prima possibile.

Inverno sei proprio sicuro che passare per il Danubio avrebbe comportato una perdita di tempo? A settembre 43 gli alleati avevano occupato stabilmente la Puglia, mentre lo sbarco in Normandia si realizza nel giugno 44, e dalla Normandia il tragitto per Berlino a me sembra anche più lungo. Nell'itinerario fino a Vienna l'unico tratto realmente problematico sarebbe stato l'area del Carso tra Italia e Jugoslavia, e conquistare Vienna avrebbe rappresentato la conquista della prima grande città tedesca (Con il conseguente impatto emotivo sul Reich), in anticipo.
Poi da li c'erano certamente itinerari difficili, sia verso la Polonia, sia verso Francoforte (Cioè l'area industriale più importante della Germania), ma tenuto conto della superiorità aerea degli alleati non credo che il vantaggio dei Tedeschi di potersi arroccare sulle montagne potesse creare difficoltà insormontabili.
Un saluto
#5194
Storia / Re:E se Churchill avesse avuto ragione?
31 Maggio 2019, 17:44:12 PM
Per Socrate e Jacopus, su questo siamo d'accordo, riflettendoci, però, non si è trattato anche di una posizione debole da parte degli alleati di parte Occidentale. In fondo allora la Russia da paese invaso era impegnata a liberare se stessa ed aveva anche bisogno di aiuti da parte degli altri. La sua posizione non era poi così distante da quella italiana, era un paese non democratico, aveva fatto il patto infame con Hitler per spartirsi la Polonia (E sappiamo quanto l'Inghilterra si sentisse impegnata con la Polonia), poi era stata invasa da Hitler trovandosi costretta a stare con gli alleati.
Un saluto
#5195
Storia / Re:E se Churchill avesse avuto ragione?
30 Maggio 2019, 06:17:39 AM
Citazione di: Jacopus il 29 Maggio 2019, 19:27:12 PM
Ma oggi volete farmi felice. :)  Io dico che sarebbe stato un fronte secondario che avrebbe allungato la guerra e dissanguato ulteriormente Germania e Urss. Infatti la morfologia dei Balcani è piuttosto tormentata e i tedeschi avrebbero potuto difenderla meglio, come stava accadendo in Italia. Inoltre in Francia la logistica era migliore. Le basi in Inghilterra erano vicine e anche gli Usa, vero magazzino degli alleati. L'italia era più lontana e meno attrezzata logisticamente. Inoltre le strade e ferrovie francesi avrebbero aiutato l'avanzata. Compiere sbarchi in Italia non era così indolore come sperimentarono gli alleati a Salerno e ad Anzio. A Salerno furono ad un passo dal doversi reimbarcare.
Una volta fatto lo sbarco sui Balcani, inoltre le unità in Francia, molto potenti, potevano essere redislocate, poiché era impensabile progettare un secondo sbarco. Vi erano, insomma, buone possibilità di una seconda Gallipoli. A favore di questa ipotesi in realtà vi era solo la possibilità di raggiungere i pozzi di petrolio rumeni e bloccare così la wehrmacht. Ma qui entravano in gioco altre questioni politiche. I Balcani erano considerati una sfera d'influenza russa e se fosse stata liberata dagli alleati la questione si complicava. Stalin era sanguinario ma non era scemo.

Jacopus i Balcani non c'entrano, perché con la strategia di Churchill si sarebbe passati di sopra. Tutti i ragionamenti sulla logistica della Francia, poi, sono controfattuali perché la Francia era nelle mani di Hitler il quale, se non avesse compiuto errori fondamentali dopo lo sbarco, avrebbe potuto ricacciare gli alleati in mare. Poi non è solo questione di Francia, per vincere la guerra bisognava arrivare a Berlino e la via utilizzata dagli alleati era una via che per gli alti livelli di umidità e per i fiumi da attraversare faceva gioco a chi si difende da un nemico che avanza.
Riguardo poi alla Campagna d'Italia non a caso io parlo di una strategia che passa per l'Adriatico bypassando l'Italia appenninica e tirrenica, perché strategicamente era importante occupare la Padania con le sue attività industriali, e non c'erano ragioni strategiche per occupare Roma.
Naturalmente io lo so che fu una scelta politica, ma è proprio quello che tendo a rimarcare, cioè il contrasto tra una pura logica militare, e le esigenze politiche che rendevano necessario liberare il più urgentemente possibile Parigi nello sbarco in Normandia, e Roma nella campagna d'Italia.
Un saluto. 
#5196
Storia / E se Churchill avesse avuto ragione?
29 Maggio 2019, 18:48:22 PM
Vorrei arricchire la nuova sezione con una questione che mi ha spesso interessato.
Durante la Seconda Guerra Mondiale poco dopo lo sbarco e l'avanzata degli alleati in Italia, si pose la questione di un'eventuale strategia di avanzamento in Italia indirizzata a una successiva invasione, passando dal Carso, dell'area Mitteleuropea (Ungheria, Austria). Churchill era convinto della validità di questa strategia, mentre Stalin, che aveva le sue mire su quei territori, era nettamente contrario. Anche De Gaulle si trovava sulle posizioni di Stalin perché puntava allo sbarco in Francia per cui la posizione di Churchill passò in minoranza, la campagna d'Italia viene sostanzialmente fermata per deviare le risorse sullo sbarco in Normandia.
E se Churchill avesse avuto ragione? Dalle posizioni raggiunte dagli alleati in Puglia sarebbe stato possibile organizzare sbarchi nella parte superiore dell'adriatico evitando quindi tutta l'area dell'appennino e conquistare la Pianura Padana, con le adeguate risorse sarebbero bastati pochi mesi e da li lo sfondamento oltre il Carso fino al Danubio, tagliando così la più importante linea di rifornimenti del Reich.
Da li poi si sarebbe potuta provare la strada dell'avanzamento verso la Germania passando per il Danubio, e quindi evitare i costi, e i rischi che hanno comportato lo sbarco in Normandia. Nell'area tra Nord Francia, Benelux e Germania Occidentale erano posizionate le migliori forze del Reich, nell'attesa appunto di quello sbarco, queste forze sarebbero rimaste poco operative e, tenuto conto che la produzione di combustibile, vero punto critico della struttura del Reich, era quasi tutta ad Oriente, con il taglio delle linee di rifornimenti sarebbero state bloccate senza neanche combattere.
Voi che ne dite?
#5197
Storia / Re:Poteva il III reich vincere la guerra?
29 Maggio 2019, 07:26:32 AM
Citazione di: InVerno il 28 Maggio 2019, 23:35:22 PM

Gli inglesi avevano gli spitfire.. e i tedeschi gli stuka, gli unici aerei in grado di bombardare in picchiata verticale muniti di quelle maledette sirene che incutevano il terrore negli avversari.

Ciao Inverno, se fai un confronto Spitfire-Stuka devi dirla tutta. Lo Spitfire era il desiderio nascosto di tutti gli aviatori della Luftwaffe per quella caratteristica dell'ala bassa che lo rendeva più facilmente sottraibile al rischio di essere colpito quando entrava nel mirino di un altro aereo. Questa caratteristica, insieme al radar, è consderata la ragione principale della vittoria della battaglia sui cieli da parte dell'Inghilterra.
Un saluto
#5198
Storia / Re:Poteva il III reich vincere la guerra?
27 Maggio 2019, 18:49:27 PM
Citazione di: InVerno il 27 Maggio 2019, 15:14:41 PM


. E' vero che probabilmente non erano completamente coscienti di svegliare "il gigante che dorme".... ma questo non avrebbe prevenuto l'ingresso degli USA nella seconda guerra mondiale.


Ciao Inverno, considera che la dichiarazione di guerra degli USA la doveva votare il Congresso, e al riguardo non era proprio propenso. Figurati che ci sono complottisti che affermano che i servizi segreti avevano subodorato l'attacco a Pearl Harbor ma Roosvelt non volle prendere precauzioni perché voleva un impatto forte proprio per convincere il congresso a votare la dichiarazione di guerra ai paesi dell'asse.
Un saluto
#5199
Storia / Re:Poteva il III reich vincere la guerra?
27 Maggio 2019, 14:33:20 PM
Citazione di: viator il 27 Maggio 2019, 12:49:34 PM
Salve. Il problema è consistito nella rinuncia al pragmatismo in favore del fanatismo.
Se il Giappone fosse stato più astuto e paziente, invece di pestare i calli ad un'America che - si è visto - i giapponesi non conoscevamo affatto nelle sue potenzialità.
E' stata quella la condanna per l'Asse (al cui interno, naturalemte, l'talia svolse ovviamente il ruolo del vaso di coccio stretto tra quelli di ferro).

Ad est, Hitler avrebbe potuto tranquillamente "congelare" l'Inghilterra isolandola dal suo Impero, dedicandosi al'URSS dopo aver convinto anche i giapponesi a dedicarvisi, rimandando i loro sogni espansionistici pacifici (ovvero nel Pacifico !!).

E' probabile che gli USA non sarebbero entrati in guerra per l'Europa. Avrebbero atteso la liquidazione dell'URSS.

Naturalmente i nuovi scenari che si sarebbero aperti avrebbero solo rimandato il confronto finale Asse-USA, con il primo però immensamente rafforzato rispetto a quanto accadde con la vera entrata in guerra degli USA generata, come ho detto, dalla fanatica stoltezza del Sol Levante. Saluti.

Ciao Viator, è una tesi interessante la tua, c'è però il fatto che gli interessi strategici del Giappone erano nell'oceano pacifico, non certo in Russia. Il Giappone poteva intelligentemente evitare di attaccare gli USA(E in tal caso avrebbe tolto il pretesto usato da Roosvelt per farli entrare in guerra), ma dare una mano alla Germania invadendo le steppe siberiane era privo di ogni senso, la Russia semplicemente non può essere invasa perché troppo grande e troppo fredda, e la storia ce lo insegna.
Un saluto
#5200
Citazione di: InVerno il 26 Maggio 2019, 11:49:31 AM
Citazione di: anthonyi il 26 Maggio 2019, 07:33:38 AM
Ciao Inverno, il periodo più importante per la cultura Occidentale è per me il secolo oscuro, quel tempo nel quale è fortissima la nostalgia per un passato di gloria che non c'è più e c'è una realtà nella quale i barbari hanno preso il potere politico, solo che i barbari non hanno cultura, o ne hanno pochissima, per cui abbiamo la situazione singolare di un potere politico decentrato, perché i barbari sono tante tribù differenti, e una cultura comune che si rifugia in quel passato di grandezza.
Soprattutto abbiamo la scissione tra cultura e potere politico, che ha comportato il forte ruolo della religione nella cultura. La cultura si è in un certo senso trovata liberata dal peso opprimente del potere politico ed è stata più libera di esprimere le sue potenzialità. E' vero che a volte la Chiesa ha bloccato queste potenzialità, ma questo è accaduto solo perché la Chiesa ragionava come un potere politico, quindi non realizzava la sua funzione naturale.
Per rispondere alla tua domanda, quindi, le radici comuni dell'Occidente sono in quella decadenza.
Un saluto.
E' un peccato che questo forum non ha una sezione di storia, sarebbe interessante, mentre qui mi pare stiamo andando offtopic (per colpa mia tralaltro) quindi cerco di tagliare corto e rimando ad altro ipotetico topic. Io onestamente non ravviso la tensione che tu descrivi per esempio nella stesura della magna charta, dove almeno esplicitamente non mi pare che il cristianesimo ne le nostalgie imperiali abbiano giocato un ruolo..anzi il diritto romano ha seguito un altra storia, assolutistica e centralistica. In ogni caso ci troviamo di fronte al solito problema logico di attribuizione.. teoricamente, si può dare il merito di ogni cosa accaduta nell'europa medievale al cristianesimo, dall'invenzione del telescopio alla creazione delle banche, essendo che tutti erano (in qualche modo, ma non unitamente) cristiani. Ma da li a dimostrare che queste successero proprio perchè erano cristiani? L'unico termine di paragone sono i territori dove il cristianesimo è attechito fuori dall'europa, perchè in tal caso dovremmo aspettarci risultati perlomeno paragonabili.. dovremmo aspettarceli ma io non li vedo, perciò continuo a credere che la formula europea non possa essere riassunta così facilmente.

Hai ragione, siamo offtopic. Comunque nel mio ultimo post non c'è mica scritto che tutto è dipeso dal fatto che erano Cristiani.
Un saluto.
#5201
Citazione di: Jacopus il 25 Maggio 2019, 21:57:56 PM
Le radici culturali dell'Europa stanno, a mio giudizio, nel sincretismo espresso dal cristianesimo, fusione di ellenismo ed ebraismo. Semplificando ( e molto), nell'ebraismo nasce il senso dell'unità, che al di là dei rischi autoritari, è un moltiplicatore di forza (centralizzazione), nell'ellenismo, la tutela della differenza. Per questo l'Europa è molteplice ed unica allo stesso stesso tempo, mentre l'altro grande ceppo delle civiltà, quello orientale, conosce molto meno l'aspetto della diversità ma possiede altre preziose peculiarità.
Alla fusione ellenico-ebraica va inoltre aggiunta un'ulteriore radice che spesso si dimentica: la civiltà latina. Basti pensare che il latino è stata la lingua universale degli europei almeno per 1600 anni.

Ciao Jacopus, condivido il tuo punto di partenza, quando si parla di cultura Giudaico-Cristiana si presuppone una consequenzialità esclusiva discutibile. La Cristianità ha, da una parte, elementi di innovatività non presenti prima, da un'altra parte presenta uno spirito di adattamento, e di valorizzazione, delle strutture culturali preesistenti. Vi sono i culti misterici-iniziatici, provenienti dalla cultura greca, che hanno un ruolo, vi sono i culti solari, provenienti dall'Oriente, che fanno da tramite dal politeismo verso il monoteismo cristiano. Vi è poi l'utilizzo della cultura pedagogica propria dei latini e della quale si vedono chiari segni nella costruzione del Nuovo Testamento.
Un saluto
#5202
Citazione di: InVerno il 25 Maggio 2019, 23:53:24 PM

Non voglio rispondere al posto di Odradek, ma sono curioso.. perchè pensi che l'europa avesse una cultura comune? A quale periodo ti riferisci? E mi chiedo anche come definisci una "cultura comune"..

Ciao Inverno, il periodo più importante per la cultura Occidentale è per me il secolo oscuro, quel tempo nel quale è fortissima la nostalgia per un passato di gloria che non c'è più e c'è una realtà nella quale i barbari hanno preso il potere politico, solo che i barbari non hanno cultura, o ne hanno pochissima, per cui abbiamo la situazione singolare di un potere politico decentrato, perché i barbari sono tante tribù differenti, e una cultura comune che si rifugia in quel passato di grandezza.
Soprattutto abbiamo la scissione tra cultura e potere politico, che ha comportato il forte ruolo della religione nella cultura. La cultura si è in un certo senso trovata liberata dal peso opprimente del potere politico ed è stata più libera di esprimere le sue potenzialità. E' vero che a volte la Chiesa ha bloccato queste potenzialità, ma questo è accaduto solo perché la Chiesa ragionava come un potere politico, quindi non realizzava la sua funzione naturale.
Per rispondere alla tua domanda, quindi, le radici comuni dell'Occidente sono in quella decadenza.
Un saluto.
#5203
Citazione di: odradek il 25 Maggio 2019, 18:27:29 PM

Bella domanda.
La risposta che do io è che la differenze stanno in un potere interamente  centralizzato ......., mentre in Europa la situazione era completamente diversa, non c'era solo ripetizione in Europa, c'era anche differenza.

.



Ciao odradek, hai colto nel segno, ma il punto è come mai l'Europa non era centralizzata pur avendo una cultura comune? La centralizzazione del potere è elemento di stabilità dei sistemi politici, il più forte conquista tutto il potere possibile, diventa imperatore, e poi si dedica a mantenere il potere. La centralizzazione, poi, annulla i conflitti interni e rende, almeno nell'immediato, il sistema più forte. Il mio parere è che in realtà anche l'Europa aveva il suo imperatore  ideale nella religione Cristiana, infatti i regnanti si sentivano subalterni   rispetto a questa, e la presenza di questo imperatore ideale faceva si che la spinta a costituire questo potere centralizzato fosse fortemente ridotta.
Un saluto
#5204
Inverno, tu hai detto:
Non so dove prendi l'idea che la stampa non sia servita a nulla in Cina, la Cina è stata vastamente più avanzata (e qui dovremmo discutere dei termini) dell'Europa fino almeno al 1600 (alcuni storici dicono fino al 1800 inoltrato).

E' proprio questo il punto, la superiorità tecnologica Cinese rispetto all'Occidente dura dall'antichità fino a un certo punto, prima e dopo l'invenzione della stampa, diversamente dall'Occidente nel quale la diffusione della cultura permessa dalla stampa produce un processo esponenziale di crescita di sempre maggiori tecnologie e conoscenze, poi naturalmente le spiegazioni possono essere differenti, per me comunque quella delle radici cristiane è la più forte.
Un saluto
#5205
Citazione di: InVerno il 25 Maggio 2019, 15:53:29 PM

Non mi risulta che l'impero romano abbia qualcosa a che fare con i cristiani, se non poco prima della sua caduta dopo mille anni di storia, e certamente non per quanto concerne direttamente noi (come il diritto romano). Ne mi risulta che il merito della conservazione delle opere greche vada primariamente ai cristiani, quanto semmai agli islamici, da cui le abbiamo trafugate in seguito ad un genocidio comandato da Dio (la prima copia della repubblica di Platone è datata circa anno 1000).
.
Se non il fatto che il Cristianesimo nasce e cresce nell'impero Romano, ne prende alcune istituzioni e la lingua, e le rende parte della sua missione. Riguardo poi alla conservazione delle opere certo alcune sono venute dalla conquista di Toledo, ma il problema non è neanche questo, non basta avere i testi, ci vuole l'educazione allo studio costante, un'educazione che è stata necessaria anche per capire le opere trafugate a Toledo.
Tu dici:
  Non è meglio lasciarle da parte, con un bel muro bianco, e rimandare la conoscenza ai libri?
La conoscenza non viene dai libri, ma dalla capacità umana di saperli sia scrivere, sia interpretare. Credo che possiamo essere d'accordo sul fatto che la stampa sia un'invenzione fondamentale per la conoscenza. I Cinesi fanno questa invenzione in anticipo di qualche secolo rispetto al mondo Occidentale, eppure non sembra che dalle loro parti quell'invenzione abbia prodotto quella rivoluzione che invece ha prodotto da noi. Qual'è la differenza più importante tra la cultura Cinese e quella Occidentale, noi avevamo il Cristianesimo, loro no. Il mio parere è che ci sono nel Cristianesimo meccanismi di apertura mentale che hanno creato i presupposti per lo sviluppo della società moderna, anche di quel pensiero laico che nega l'importanza dello stesso, è per questo che sono convinto che quel crocifisso serve a dare coscienza a ciascuno di questo.
Un saluto