Prima di affrontare il tema, vorrei invitare chi mi legge a sottoporsi ad un piccolo "test"; al quale, a suo tempo, mi sono sottoposto anche io (con esiti alquanto umilianti), ed a cui, forse, vi ho già accennato in un altro mio "thread" di qualche anno fa.
Posate una stretta "flute" da Champagne sul tavolo, e metteteci dentro un nocciolina.

Fatto ciò, cercate di impossessarvi della nocciolina e di mangiarvela:
- senza toccare il bicchiere (per rovesciarlo o altro)
- senza toccare il tavolo (per far cadere il bicchiere o simili)
- senza usare strumenti di sorta (pinze, penne ecc.).
La cosa migliore, sarebbe farlo con le mani legate dietro la schiena!
Io, dopo un po', riflettendoci, ci sono riuscito; ma, cronometrando i tempi, ho dovuto prendere atto che uno scimpanzè era riuscito a risolvere lo stesso problema, con il mio stesso metodo, ma in tempi un po' più brevi dei miei (con una provetta fissa).
Ora io non so se lo scimpanzè fosse stato preventivamente addestrato a farlo, ma, leggendo il testo dell'esperimento, sembra che esso sia stato replicato -senza trucchi- con diversi animali ed in laboratori diversi da parte di diversi etologi; ed il risultato è stato sempre lo stesso, anche se alcune scimmie arrivavano prima alla soluzione, altre dopo.
Io ho fatto il test anche ad alcuni miei amici...e qualcuno di loro ha perfino dato "forfait.
Se volete, provateci anche voi (sempre che non conosciate già il test)!
Qui sotto vi riporto il LINK di uno dei video dei vari esperimenti, in cui, però, per abbreviare il filmato, è stata tagliata la parte iniziale; ed infatti, anche la scimmia ci ha messo un po' a capire come fare.
Meno tempo di me, però!
https://www.youtube.com/watch?v=Qw1WzCBZ9Kc
Per non parlare di questo Corvo, il quale, a quanto pare, conosce benissimo il "principio di Archimede", senza che nessuno glielo abbia insegnato!
https://www.youtube.com/watch?v=ZerUbHmuY04
***
Ho ritenuto utile la premessa di cui sopra, in quanto adeguata ad introdurre il tema, e, in particolare, la prima domanda: CHE COS'E' L'INTELLIGENZA, e, per inverso, la CHE COS'E' STUPIDITA'?
Bisognerebbe essere davvero "intelligenti", per rispondere ADEGUATAMENTE a una domanda del genere.
"O Muse, o alto ingegno, or m'aiutate; o mente che scrivesti ciò ch'io vidi, qui si parrà la tua nobilitate!"
Ma, visto che il mio "ingegno" è inferiore a quello di uno scimpanzè, la vedo un po' dura!
Ad ogni modo, mio "ingegno" a parte, la stessa comunità scientifica ancora non concorda universalmente su una definizione unica di cosa sia l'"INTELLIGENZA"; ed infatti, ne vengono fornite le definizioni più diverse.
A mio avviso Steven Pfeiffer ne dà la definizione più accettabile, almeno in senso generico, asserendo che INTELLIGENZA è data "dall'insieme della capacità di ragionamento, di risolvere problemi e di apprendere. E tutto ciò, a sua volta, include anche la capacità di attenzione, la memoria, l'uso e la comprensione del linguaggio, la percezione".
D'altronde, mentre secondo alcuni esiste un solo tipo di intelligenza (Freud), secondo altri ce ne sono di più "tipologie" (Aristotele); il che, secondo me, è senz'altro più condivisibile...ma allora resta da stabilire di "quali tipologie" si tratta.
Secondo le teorie più recenti, l'intelligenza è di due prevalenti "tipologie":
- una riguarda l'intelligenza cristallizzata (della verbalizzazione e della comunicazione);
- l'altra l'intelligenza fluida, che comprende il ragionamento, la memoria a breve e a lungo termine, i processi audio-visuali, la velocità nel processare le informazioni.
A loro volta, le due categorie si suddividono in numerosi sottoinsiemi più specifici.
Però ci sono anche diverse altre visioni, per esempio:
- la teoria dell'intelligenza multipla di Gardner;
- il modello trittico di Sternberg;
- ecc.
Insomma, ci sono molte correnti di pensiero e il leitmotiv che le attraversa tutte è che non esiste un modo univoco per identificarle.
Passando dalla TEORIA alla PRATICA, operativamente esistono molti test standard per la determinazione del Quoziente di Intelligenza; il più complesso ed equilibrato dei quali, secondo me, è quello per accedere al MENSA, che è un po' un MIX di tutti (Scala Wechsler, Cattell B, Culture Free e una dozzina di altri).
Poichè, nonostante il mio umiliante confronto con lo scimpanzè, il mio QI è sempre risultato abbastanza elevato, parecchi anni fa provai ad accedere al MENSA; e, in tale sede, si evidenziò un aspetto che mise in rilievo un altro aspetto problematico di tali test.
Ed infatti, ad un esame che comprendeva l'intelligenza, verbale, spaziale e matematica, essendo consentito l'uso di carta e matita, io cercai di supplire alla mia carente intelligenza matematica con la mia ben più elevata intelligenza spaziale; per fare ciò, laddove possibile, "traducevo" i quiz matematici in quiz spaziali attraverso gli assi cartesiani, e così la soluzione mi appariva "visivamente" molto più semplice.
Ad esempio, alla domanda "Quale è la coppia di numeri che completa la serie 22 33 24 35 26 37 28 ?", io, matematicamente, restavo in panne; ma traslando le coppie di numeri in ascisse ed ordinate, mi risultava subito evidente che il numero che completava la serie era dato dal 3 e dal 9, cioè, 39, che proseguiva il disegno di una sorta di "trincea a denti di drago".

(l'esempio è solo paradigmatico, per farmi capire).
Utilizzando tale espediente, superai la "soglia", ma, parte degli esaminatori erano contrari, in quanto sostenevano che io avessi "barato"!
Io, invece, poichè era consentito l'uso di carta e matita, insistevo nel sostenere che mi era del tutto lecito supplire alla mia carente intelligenza matematica con la mia più performante intelligenza spaziale; al che uno degli esaminatori rilevò che io avevo fatto uso di un quarto tipo di intelligenza, non prevista dal test, cioè quella "strategica".
Insomma, alla fine fui bocciato a quel test, ma ho riportato l'episodio per evidenziare QUANTO SIA COMPLESSO STABILIRE IL QUOZIENTE INTELLETTIVO DI UNA PERSONA, FACENDO RIFERIMENTO A DEI TEST STANDARDIZZATI!
Ciò, anche tenendo conto del caso degli "idiot savant", i quali eccellono in un un particolare ambito, ma sono "sotto traccia" in tutti gli altri (come, ad esempio, Mozart).
Ad ogni modo, almeno in linea "generale", secondo me i test di Q.I. mantengono una loro indubbia validità, soprattutto ai fini della valutazione di una "INTELLIGENZA MEDIA BEN EQUILIBRATA", sia in termini assoluti che in termini comparativi!
***
Ciò premesso, si pone una domanda cruciale: l'uomo sta diventando sempre più intelligente, oppure si sta progressivamente rimbecillendo, come la mia prestazione nel "test della nocciolina" lascerebbe supporre?
Il che implicherebbe, però, la risposta anche ad un'altra domanda: l'intelligenza è scritta nel Dna e quindi è innata, ovvero ha una genesi esclusivamente culturale?
Al riguardo, non c'è ancora una concordanza assoluta in ambito scientifico; ma sembra che, almeno tendenzialmente, il codice genetico individuale influisca in una percentuale variabile tra il 40 e il 60 per cento, mentre per il resto l'ambiente umano circostante svolge un ruolo fondamentale.
In ogni caso, secondo alcuni, nella società odierna non abbiamo più bisogno dell'intelligenza per sopravvivere, perciò questa si sta estinguendo; e, se ciò fosse vero, ciò spiegherebbe perchè la mia "intelligenza di sopravvivenza alimentare" sia inferiore a quella di una scimmia.
Ad affermare la cosa, è uno studio relativo al corredo genetico umano che è stato condotto dalla Stanford University e pubblicato sulla rivista scientifica Trends in Genetics; Gerald Crabtree, che ha condotto lo studio sulle modifiche avvenute, in centinaia di migliaia di anni, al patrimonio genetico e alle capacità intellettive del genere umano, è giunto alla conclusione che la stupidità, sul piano evolutivo, è il nostro inevitabile destino.
Il che mi ricorda il film "Idiocracy", in cui si preconizza una società basata sulla stupidità, in cui i geni migliori scompaiono per lasciare spazio a quelli più "imbecilli".
Secondo Crabtre, l'impoverimento delle capacità intellettive dell'"homo sapiens" sarebbe iniziato circa 3 mila anni fa: ma non per una questione storica o culturale, bensì semplicemente perchè, diventando la selezione naturale meno severa, la qualità del nostro cervello sarebbe progressivamente peggiorata (pur restando tutt'ora elevatissima rispetto agli altri animali).
Comunque, molti altri studiosi non sono affatto d'accordo con le conclusioni di Crabtree, anche perché lo stesso genetista non fornisce dati certi che attestino l'effettiva maggiore stupidità dell'uomo contemporaneo; e, personalmente, penso che, semmai, il decadimento potrebbe essersi verificato solo per determinate "tipologie intellettive", legate soprattutto alla sopravvivenza alimentare, ma non certo per tutte.
Ritengo invece molto più preoccupante quanto risulterebbe da un'altra ricerca, pubblicata sulla prestigiosa rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, secondo la quale la crescita costante del quoziente intellettivo, nota come "effetto Flynn", che si è registrata nel corso del precedente secolo nei paesi più sviluppati, si sarebbe fermata, e, anzi, avrebbe iniziato ad invertirsi; nello specifico, pare che gli individui nati tra il 1962 e il 1991 avrebbero perso ben 7 punti nei test d'intelligenza a partire dalla metà degli anni '70.
L'analisi statistica è stata condotta su 730mila test conservati dal Ragnar Frisch Centre for Economic Research: dai dati è emerso che l'effetto Flynn ha raggiunto il suo apice per le persone nate a metà degli anni '70, ma a partire da quel momento il quoziente intellettivo non ha fatto altro che diminuire.
Il che risulta "oggettivamente" anche dai test di Q.I. fatti per accedere a determinati servizi militari; ciò ha permesso di osservare il comportamento di ben tre generazioni di uomini, ovvero quelli nati tra il 1962 e il 1991, da cui è risultata inequivocabilmente la perdita di QI di ben 7 punti.
Ma perchè accade questo?
Non mancano numerosi imbecilli (appunto), secondo i quali i nostri cieli vengono quotidianamente inondati di sostanze chimiche; esse sarebbero diffuse nell'atmosfera da numerosi aerei con lo scopo di obnubilare le nostre menti, rendendoci così sempre più passivi e meno attenti a tutte le malefatte che i famigerati poteri forti compiono proprio sotto il nostro naso.
Ed allora, perchè non supporre che si tratti dei prodomi di una invasione extraterrestre?
Ed invece, ad influire negativamente sulle prestazioni del nostro cervello (o, quantomeno, a contribuire al degrado), sembra che sia l'inquinamento dell'aria che colpisce le grandi città di tutto il globo; lo dimostrerebbe uno studio condotto da Xi Chen della Yale School of Public Health, secondo cui i danni cerebrali causati dalle sostanze tossiche che respiriamo sono addirittura peggiori di quelli fisici.
Secondo tale studio, i danni che l'inquinamento provoca al cervello sono stati misurati conducendo test di aritmetica e di abilità linguistica, scoprendo che hanno un impatto paragonabile alla perdita di un anno di scuola.
I test sono stati condotti su circa 20.000 persone, correlando i risultati con i livelli di biossido di azoto e biossido di zolfo presenti nell'aria; ed è risultato che, più a lungo le persone interpellate sono state esposte a questi agenti chimici, maggiori sono stati i danni cerebrali riscontrati, i quali colpiscono più le facoltà linguistiche di quelle aritmetiche e danneggiano più gli uomini delle donne (a causa delle differenze nel funzionamento del cervello).
Lo studio mi sembra serio, ma, secondo me, non si può escludere a priori l'effetto del cosiddetto "falso positivo", nel senso che le cause potrebbero essere altre; Xi Chen, però, esclude questa possibilità, sottolineando come "...lo studio ha seguito le stesse persone nel corso di 4 anni, tenendo da conto anche le variazioni nei livelli di inquinamento; per questa ragione, tutti gli altri fattori, a partire da quello genetico, sono già stati presi in considerazione". L'inquinamento, inoltre, non influisce sulle nostre capacità solo sul lungo termine, ma anche nell'immediato: danneggiando gli studenti che, per esempio, devono sostenere un esame importante nei giorni in cui i livelli di inquinamento sono più elevati...come pure sembra sia stato oggettivamente rilevato.
Concludendo, da parte mia, risultando indubbio il relativo aumento dell'imbecillità che ci circonda (e, a volte, ci pervade), ritengo però che ad essa contribuiscano anche altri fattori, quali:
- l'adulterazione alimentare;
- l'abuso di alcool e droghe -sempre più diffuse e dannose, in quanto tagliate male-;
- i "media";
- molti "social network";
e molto altro.
Soprattutto, l'EFFETTO CONTAGIO, PERCHE', PURTROPPO, L'IMBECILLITA' E' PERICOLOSAMENTE CONTAGIOSA...ed OGGI SIAMO IN PIENA PANDEMIA!
Posate una stretta "flute" da Champagne sul tavolo, e metteteci dentro un nocciolina.

Fatto ciò, cercate di impossessarvi della nocciolina e di mangiarvela:
- senza toccare il bicchiere (per rovesciarlo o altro)
- senza toccare il tavolo (per far cadere il bicchiere o simili)
- senza usare strumenti di sorta (pinze, penne ecc.).
La cosa migliore, sarebbe farlo con le mani legate dietro la schiena!
Io, dopo un po', riflettendoci, ci sono riuscito; ma, cronometrando i tempi, ho dovuto prendere atto che uno scimpanzè era riuscito a risolvere lo stesso problema, con il mio stesso metodo, ma in tempi un po' più brevi dei miei (con una provetta fissa).
Ora io non so se lo scimpanzè fosse stato preventivamente addestrato a farlo, ma, leggendo il testo dell'esperimento, sembra che esso sia stato replicato -senza trucchi- con diversi animali ed in laboratori diversi da parte di diversi etologi; ed il risultato è stato sempre lo stesso, anche se alcune scimmie arrivavano prima alla soluzione, altre dopo.
Io ho fatto il test anche ad alcuni miei amici...e qualcuno di loro ha perfino dato "forfait.
Se volete, provateci anche voi (sempre che non conosciate già il test)!
Qui sotto vi riporto il LINK di uno dei video dei vari esperimenti, in cui, però, per abbreviare il filmato, è stata tagliata la parte iniziale; ed infatti, anche la scimmia ci ha messo un po' a capire come fare.
Meno tempo di me, però!
https://www.youtube.com/watch?v=Qw1WzCBZ9Kc
Per non parlare di questo Corvo, il quale, a quanto pare, conosce benissimo il "principio di Archimede", senza che nessuno glielo abbia insegnato!
https://www.youtube.com/watch?v=ZerUbHmuY04
***
Ho ritenuto utile la premessa di cui sopra, in quanto adeguata ad introdurre il tema, e, in particolare, la prima domanda: CHE COS'E' L'INTELLIGENZA, e, per inverso, la CHE COS'E' STUPIDITA'?
Bisognerebbe essere davvero "intelligenti", per rispondere ADEGUATAMENTE a una domanda del genere.
"O Muse, o alto ingegno, or m'aiutate; o mente che scrivesti ciò ch'io vidi, qui si parrà la tua nobilitate!"
Ma, visto che il mio "ingegno" è inferiore a quello di uno scimpanzè, la vedo un po' dura!
Ad ogni modo, mio "ingegno" a parte, la stessa comunità scientifica ancora non concorda universalmente su una definizione unica di cosa sia l'"INTELLIGENZA"; ed infatti, ne vengono fornite le definizioni più diverse.
A mio avviso Steven Pfeiffer ne dà la definizione più accettabile, almeno in senso generico, asserendo che INTELLIGENZA è data "dall'insieme della capacità di ragionamento, di risolvere problemi e di apprendere. E tutto ciò, a sua volta, include anche la capacità di attenzione, la memoria, l'uso e la comprensione del linguaggio, la percezione".
D'altronde, mentre secondo alcuni esiste un solo tipo di intelligenza (Freud), secondo altri ce ne sono di più "tipologie" (Aristotele); il che, secondo me, è senz'altro più condivisibile...ma allora resta da stabilire di "quali tipologie" si tratta.
Secondo le teorie più recenti, l'intelligenza è di due prevalenti "tipologie":
- una riguarda l'intelligenza cristallizzata (della verbalizzazione e della comunicazione);
- l'altra l'intelligenza fluida, che comprende il ragionamento, la memoria a breve e a lungo termine, i processi audio-visuali, la velocità nel processare le informazioni.
A loro volta, le due categorie si suddividono in numerosi sottoinsiemi più specifici.
Però ci sono anche diverse altre visioni, per esempio:
- la teoria dell'intelligenza multipla di Gardner;
- il modello trittico di Sternberg;
- ecc.
Insomma, ci sono molte correnti di pensiero e il leitmotiv che le attraversa tutte è che non esiste un modo univoco per identificarle.
Passando dalla TEORIA alla PRATICA, operativamente esistono molti test standard per la determinazione del Quoziente di Intelligenza; il più complesso ed equilibrato dei quali, secondo me, è quello per accedere al MENSA, che è un po' un MIX di tutti (Scala Wechsler, Cattell B, Culture Free e una dozzina di altri).
Poichè, nonostante il mio umiliante confronto con lo scimpanzè, il mio QI è sempre risultato abbastanza elevato, parecchi anni fa provai ad accedere al MENSA; e, in tale sede, si evidenziò un aspetto che mise in rilievo un altro aspetto problematico di tali test.
Ed infatti, ad un esame che comprendeva l'intelligenza, verbale, spaziale e matematica, essendo consentito l'uso di carta e matita, io cercai di supplire alla mia carente intelligenza matematica con la mia ben più elevata intelligenza spaziale; per fare ciò, laddove possibile, "traducevo" i quiz matematici in quiz spaziali attraverso gli assi cartesiani, e così la soluzione mi appariva "visivamente" molto più semplice.
Ad esempio, alla domanda "Quale è la coppia di numeri che completa la serie 22 33 24 35 26 37 28 ?", io, matematicamente, restavo in panne; ma traslando le coppie di numeri in ascisse ed ordinate, mi risultava subito evidente che il numero che completava la serie era dato dal 3 e dal 9, cioè, 39, che proseguiva il disegno di una sorta di "trincea a denti di drago".

(l'esempio è solo paradigmatico, per farmi capire).
Utilizzando tale espediente, superai la "soglia", ma, parte degli esaminatori erano contrari, in quanto sostenevano che io avessi "barato"!
Io, invece, poichè era consentito l'uso di carta e matita, insistevo nel sostenere che mi era del tutto lecito supplire alla mia carente intelligenza matematica con la mia più performante intelligenza spaziale; al che uno degli esaminatori rilevò che io avevo fatto uso di un quarto tipo di intelligenza, non prevista dal test, cioè quella "strategica".
Insomma, alla fine fui bocciato a quel test, ma ho riportato l'episodio per evidenziare QUANTO SIA COMPLESSO STABILIRE IL QUOZIENTE INTELLETTIVO DI UNA PERSONA, FACENDO RIFERIMENTO A DEI TEST STANDARDIZZATI!
Ciò, anche tenendo conto del caso degli "idiot savant", i quali eccellono in un un particolare ambito, ma sono "sotto traccia" in tutti gli altri (come, ad esempio, Mozart).
Ad ogni modo, almeno in linea "generale", secondo me i test di Q.I. mantengono una loro indubbia validità, soprattutto ai fini della valutazione di una "INTELLIGENZA MEDIA BEN EQUILIBRATA", sia in termini assoluti che in termini comparativi!
***
Ciò premesso, si pone una domanda cruciale: l'uomo sta diventando sempre più intelligente, oppure si sta progressivamente rimbecillendo, come la mia prestazione nel "test della nocciolina" lascerebbe supporre?
Il che implicherebbe, però, la risposta anche ad un'altra domanda: l'intelligenza è scritta nel Dna e quindi è innata, ovvero ha una genesi esclusivamente culturale?
Al riguardo, non c'è ancora una concordanza assoluta in ambito scientifico; ma sembra che, almeno tendenzialmente, il codice genetico individuale influisca in una percentuale variabile tra il 40 e il 60 per cento, mentre per il resto l'ambiente umano circostante svolge un ruolo fondamentale.
In ogni caso, secondo alcuni, nella società odierna non abbiamo più bisogno dell'intelligenza per sopravvivere, perciò questa si sta estinguendo; e, se ciò fosse vero, ciò spiegherebbe perchè la mia "intelligenza di sopravvivenza alimentare" sia inferiore a quella di una scimmia.
Ad affermare la cosa, è uno studio relativo al corredo genetico umano che è stato condotto dalla Stanford University e pubblicato sulla rivista scientifica Trends in Genetics; Gerald Crabtree, che ha condotto lo studio sulle modifiche avvenute, in centinaia di migliaia di anni, al patrimonio genetico e alle capacità intellettive del genere umano, è giunto alla conclusione che la stupidità, sul piano evolutivo, è il nostro inevitabile destino.
Il che mi ricorda il film "Idiocracy", in cui si preconizza una società basata sulla stupidità, in cui i geni migliori scompaiono per lasciare spazio a quelli più "imbecilli".
Secondo Crabtre, l'impoverimento delle capacità intellettive dell'"homo sapiens" sarebbe iniziato circa 3 mila anni fa: ma non per una questione storica o culturale, bensì semplicemente perchè, diventando la selezione naturale meno severa, la qualità del nostro cervello sarebbe progressivamente peggiorata (pur restando tutt'ora elevatissima rispetto agli altri animali).
Comunque, molti altri studiosi non sono affatto d'accordo con le conclusioni di Crabtree, anche perché lo stesso genetista non fornisce dati certi che attestino l'effettiva maggiore stupidità dell'uomo contemporaneo; e, personalmente, penso che, semmai, il decadimento potrebbe essersi verificato solo per determinate "tipologie intellettive", legate soprattutto alla sopravvivenza alimentare, ma non certo per tutte.
Ritengo invece molto più preoccupante quanto risulterebbe da un'altra ricerca, pubblicata sulla prestigiosa rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, secondo la quale la crescita costante del quoziente intellettivo, nota come "effetto Flynn", che si è registrata nel corso del precedente secolo nei paesi più sviluppati, si sarebbe fermata, e, anzi, avrebbe iniziato ad invertirsi; nello specifico, pare che gli individui nati tra il 1962 e il 1991 avrebbero perso ben 7 punti nei test d'intelligenza a partire dalla metà degli anni '70.
L'analisi statistica è stata condotta su 730mila test conservati dal Ragnar Frisch Centre for Economic Research: dai dati è emerso che l'effetto Flynn ha raggiunto il suo apice per le persone nate a metà degli anni '70, ma a partire da quel momento il quoziente intellettivo non ha fatto altro che diminuire.
Il che risulta "oggettivamente" anche dai test di Q.I. fatti per accedere a determinati servizi militari; ciò ha permesso di osservare il comportamento di ben tre generazioni di uomini, ovvero quelli nati tra il 1962 e il 1991, da cui è risultata inequivocabilmente la perdita di QI di ben 7 punti.
Ma perchè accade questo?
Non mancano numerosi imbecilli (appunto), secondo i quali i nostri cieli vengono quotidianamente inondati di sostanze chimiche; esse sarebbero diffuse nell'atmosfera da numerosi aerei con lo scopo di obnubilare le nostre menti, rendendoci così sempre più passivi e meno attenti a tutte le malefatte che i famigerati poteri forti compiono proprio sotto il nostro naso.
Ed allora, perchè non supporre che si tratti dei prodomi di una invasione extraterrestre?
Ed invece, ad influire negativamente sulle prestazioni del nostro cervello (o, quantomeno, a contribuire al degrado), sembra che sia l'inquinamento dell'aria che colpisce le grandi città di tutto il globo; lo dimostrerebbe uno studio condotto da Xi Chen della Yale School of Public Health, secondo cui i danni cerebrali causati dalle sostanze tossiche che respiriamo sono addirittura peggiori di quelli fisici.
Secondo tale studio, i danni che l'inquinamento provoca al cervello sono stati misurati conducendo test di aritmetica e di abilità linguistica, scoprendo che hanno un impatto paragonabile alla perdita di un anno di scuola.
I test sono stati condotti su circa 20.000 persone, correlando i risultati con i livelli di biossido di azoto e biossido di zolfo presenti nell'aria; ed è risultato che, più a lungo le persone interpellate sono state esposte a questi agenti chimici, maggiori sono stati i danni cerebrali riscontrati, i quali colpiscono più le facoltà linguistiche di quelle aritmetiche e danneggiano più gli uomini delle donne (a causa delle differenze nel funzionamento del cervello).
Lo studio mi sembra serio, ma, secondo me, non si può escludere a priori l'effetto del cosiddetto "falso positivo", nel senso che le cause potrebbero essere altre; Xi Chen, però, esclude questa possibilità, sottolineando come "...lo studio ha seguito le stesse persone nel corso di 4 anni, tenendo da conto anche le variazioni nei livelli di inquinamento; per questa ragione, tutti gli altri fattori, a partire da quello genetico, sono già stati presi in considerazione". L'inquinamento, inoltre, non influisce sulle nostre capacità solo sul lungo termine, ma anche nell'immediato: danneggiando gli studenti che, per esempio, devono sostenere un esame importante nei giorni in cui i livelli di inquinamento sono più elevati...come pure sembra sia stato oggettivamente rilevato.
Concludendo, da parte mia, risultando indubbio il relativo aumento dell'imbecillità che ci circonda (e, a volte, ci pervade), ritengo però che ad essa contribuiscano anche altri fattori, quali:
- l'adulterazione alimentare;
- l'abuso di alcool e droghe -sempre più diffuse e dannose, in quanto tagliate male-;
- i "media";
- molti "social network";
e molto altro.
Soprattutto, l'EFFETTO CONTAGIO, PERCHE', PURTROPPO, L'IMBECILLITA' E' PERICOLOSAMENTE CONTAGIOSA...ed OGGI SIAMO IN PIENA PANDEMIA!




