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Messaggi - anthonyi

#5206
Citazione di: Ipazia il 25 Maggio 2019, 14:46:35 PM
Citazione di: anthonyi il 25 Maggio 2019, 13:41:55 PM
Scusa Inverno, ma chi è che ci ha trasmesso il pensiero Greco se non i nostri monaci, e poi Dante come la faceva la Divina Commedia senza quel crocifisso, ed SPQR? La Roma dei cesari grazie alla religione Cristiana è diventata eterna.
Al di là degli aspetti di fede, quel crocifisso è la migliore sintesi della nostra storia.
Un saluto.

Ipazia, quella vera, è convinta che se non c'erano i monaci cristiani il pensiero greco-latino, le vere radici da cui è nato, oltre all'Europa, anche il cristianesimo (neoplatonismo in salsa ebraica millenaristica), ci sarebbe arrivato più integro e meno di parte. Il suo certamente.

E come sarebbe arrivato, Ipazia, con la forza del pensiero?
#5207
Citazione di: InVerno il 25 Maggio 2019, 11:04:43 AM
Mettiamo un busto di Platone a destra, uno di Aristotele a sinistra, uno di Dante al centro, e una bella targa S.P.Q.R.  in alto (anche se forse non sta bene vicino al crocifisso) e via discorrendo.

Scusa Inverno, ma chi è che ci ha trasmesso il pensiero Greco se non i nostri monaci, e poi Dante come la faceva la Divina Commedia senza quel crocifisso, ed SPQR? La Roma dei cesari grazie alla religione Cristiana è diventata eterna.
Al di là degli aspetti di fede, quel crocifisso è la migliore sintesi della nostra storia.
Un saluto.
#5208
Citazione di: viator il 24 Maggio 2019, 22:23:56 PM
Salve Anthonyi. Grazie per il tuo intervento, con il quale concordo parzialmente. Cito:
"L'espressione del pensiero è un fatto pubblico, per cui è naturale che questa possa essere concretizzata anche in spazi pubblici"
Apporre dei simboli non è tanto espressione di un pensiero (ci sino anche i simboli del tutto oscuri) bensì di una convinzione e del desiderio di comunicarla e possibilmente condividerla.
Nel mio esordio non ho precisato cosa intendevo per spazi od ambienti pubblici perchè non volevo appensantire il quesito che ponevo. Lo faccio ora.
Lo spazio pubblico è quell'area, quella sede nella quale i cittadini vengono convocati o possono accedere per adempiere un dovere o fruire di un diritto o di una facoltà prevista dalle Leggi. Quindi Uffici Pubblici, strutture scolastiche, carcerarie ospedaliere, di ricovero, seggi elettorali, strutture sportive pubbliche etc. Sono esclusi gli ambienti di proprietà privata o societaria.

Circa poi "Al riguardo, io sono dell'opinione che sia da ridiscutere il concetto di stato laico, perché la religione non può essere concepita come un fatto meramente privato.",
io ho parlato di fede, non di religione. La pratica della religiosità dovrebbe venir considerata come la facoltà lecita di aggregarsi in comunione di intenti e di simboli in luoghi NON pubblici (anche se APERTI AL PUBBLICO) per tutti coloro che accettano intenti e simboli di quella tal religione.

Infine, sfiorando il surreale ma non certo sfidando la logica : "Tutta la nostra cultura è legata alla tradizione cristiana, per cui l'esposizione della croce non rappresenta una scelta individuale o di parte, ma un elemento di identificazione comunitaria delle nostre radici storiche. Questa scelta espositiva, che chiaramente deve avere il consenso della maggioranza dei cittadini, io la condivido e non credo sia in contraddizione con la libera professione della fede."
"Tutta la nostra cultura, e prima di quella la nostra stessa esistenza, è legata alla "tradizione" riproduttiva e sessuale, per cui l'esposizione di simboli sessuali o fertilistici non finirebbe per rappresenta una scelta individuale o di parte, ma un elemento di identificazione comunitaria delle nostre radici biologiche, esistenziali, storiche e solo marginalmente fideistiche. Questa scelta espositiva, che chiaramente dovrebbe avere il consenso della maggioranza dei cittadini, io Viator la condividerei e non credo sia in contraddizione con la libera professione di una qualsiasi altra fede.". Naturalmente una simile tesi è scandalosa ! Saluti.

Ciao Viator, se la maggioranza dei cittadini italiani volessero mettere simboli sessuali in tutte le strutture pubbliche, così come era nei lupanare dell'antica Roma. Non credo che la cosa potrebbe essere un'oppressione di altre minoranze, e poi non potrebbe essere scandaloso, visto che la maggioranza dei cittadini lo considerano desiderabile. Il punto è che questa maggioranza non c'è.
Al di là di questo punto politico, poi c'è la storia e la tradizione culturale che è Cristiana, anche se tu dici che questo è surreale. La storia ha residui inerziali che comunque si mantengono, hai fatto caso a quanti simboli fascisti ci sono in giro per l'Italia, apposti sulle architetture delle opere del ventennio, nonostante la nostra Costituzione vieti l'esposizione pubblica di simboli fascisti, questo divieto si impone sui cittadini, ma non si impone sulla storia che quegli stessi edifici rappresentano, perché quegli edifici spiegano anche la nostra identità di oggi.
Comunque il tuo esempio sulla sessualità credo sia improprio in relazione alla parola cultura. La cultura riporta quei contenuti che nel tempo gli uomini hanno ritenuto importante trasmettere, non la loro quotidianità.
Tutti gli uomini fanno l'amore, mangiano, si liberano degli escrementi, competono con altri uomini per varie cose, ma tutto questo conta poco nella cultura che, nella storia umana, si è occupata di cose un po' più astratte.
Non comprendo la precisazione che fai tra fede e religione, i simboli sono tutti religiosi perché la fede, quella si, è veramente un fatto privato essendo un fatto interiore alla persona.
Non comprendo neanche quale sia la differenza che poni nella:
Apporre dei simboli non è tanto espressione di un pensiero (ci sino anche i simboli del tutto oscuri) bensì di una convinzione e del desiderio di comunicarla e possibilmente condividerla.
E' chiaro che nella comunicazione c'è differenza tra quello che si vuol dire e quello che gli altri capiscono, e questo è il problema dell'Ermeneutica, un simbolo può essere più o meno compreso, anche in funzione dell'educazione, della cultura, ma dietro c'è sempre un bisogno di comunicazione.
Un saluto
#5209
Ciao viator, esporre simboli relazionati alle proprie ideologie è una forma di comunicazione. Fa parte cioè di quella che viene definita libera espressione del pensiero. L'espressione del pensiero è un fatto pubblico, per cui è naturale che questa possa essere concretizzata anche in spazi pubblici. In se questo non implica prevaricazione se si creano regole atte a fare in modo che lo stesso diritto espositivo sia esercitato da tutti.
Nelle tue opzioni tu poni il caso di una imposizione di autorità che permetta solo a specifici simboli di essere esposti e questo è il caso dell'esposizione della croce in tanti spazi pubblici del nostro mondo. Questa viene da tradizioni culturali che appaiono in contraddizione con la nostra idea di stato laico. Al riguardo, io sono dell'opinione che sia da ridiscutere il concetto di stato laico, perché la religione non può essere concepita come un fatto meramente privato.
Tutta la nostra cultura è legata alla tradizione cristiana, per cui l'esposizione della croce non rappresenta una scelta individuale o di parte, ma un elemento di identificazione comunitaria delle nostre radici storiche. Questa scelta espositiva, che chiaramente deve avere il consenso della maggioranza dei cittadini, io la condivido e non credo sia in contraddizione con la libera professione della fede.
Un saluto
#5210
Citazione di: Socrate78 il 22 Maggio 2019, 12:04:40 PM
Come mai nella specie umana il legame di attaccamento tra genitore/figlio si prolunga così tanto? A mio avviso è troppo. Negli animali normalmente dopo la fase di accudimento il genitore lascia completamente libero il figlio di sperimentare la vita, di apprendere liberamente, mentre nell'uomo spesso questo legame diventa oppressivo, impedisce tante volte alla persona di maturare tenendola legata al nido famigliare, genera anche in alcuni casi patologie a livello mentale (complessi edipici, ecc.). Un poeta inglese diceva pressappoco così: "Scappa via prima che puoi dalla famiglia "Get out as early as you can" e  tu stesso non avere figli" "Dont'have any child yourself", proprio per evitare i rischi di un attaccamento eccessivo e potenzialmente malsano.  Sarebbe auspicabile per me che ci fosse un'evoluzione della stessa specie umana che veda un minore attaccamento del figlio al genitore, anche perché tanto più ci si lega emotivamente alla famiglia d'origine tanto più si soffrirà quando i genitori moriranno, quindi tanto vale considerare proprio questo legame come il meno importante in assoluto. Sarebbe bellissimo anzi nascere già adulti e formati, senza dipendere sin dall'inizio da nessuno. Ci avete mai riflettuto?

No Socrate, quello che scrivi non lo condivido. La vita è esperienza di vita, si viene al mondo con la possibilità di imparare, ed imparando si cresce, questo vale sia per il singolo, sia per tutta la comunità umana che accresce la sua conoscenza, generazione dopo generazione. In quest'ultimo caso il forte legame genitore-figlio è necessario, è necessario quell'amore che lega, anche se quell'amore produce sofferenza quando si perde.
Il tuo ragionamento somiglia a quello di chi dice: "Se la vita è sofferenza, allora che senso ha vivere, meglio la morte." Si tratta di un ragionamento errato nei presupposti, la sofferenza, o perdita dell'amore è definita come differenza rispetto a un tempo preesistente nel quale c'era felicità, o amore, per cui la vita è sia felicità, sia sofferenza, e in questo la sofferenza ha una funzione di protezione, serve a non farci fare azioni sbagliate.
La morte invece, anche quella morte dello spirito che si realizza con la negazione di ogni legame affettivo, è la negazione di tutto.
Un saluto.
#5211
Parlando di fede è difficile dare definizioni univoche, spesso la fede viene descritta come un itinerario di ricerca, di scoperta di qualcosa soprattutto di interiore. In tal senso possiamo parlare di una epistemologia, di un itinerario di ricerca della verità che può entrare in concorrenza con la razionalità che è, almeno a mio parere, puramente epistemologica.
C'è però un'altra versione della fede, di tipo ontologico, che vuole entrare nel merito di questa verità e rispondere a domande del tipo: Esiste Dio? Esiste l'Aldilà? ....
Quest'ultima versione non è in concorrenza con la razionalità ma può essere indagata dalla stessa sulla veridicità delle sue verità, a mio parere, anche quando fa affermazioni di tipo metafisico. Questo è d'altronde il principio dal quale sono partiti tutti coloro che hanno cercato di dimostrare l'esistenza o l'assenza di una certa proprietà spirituale. Se si usa una dimostrazione si accetta il principio che la razionalità possa indagare la fede ontologica e definirla vera o falsa.
Se invece si considera la fede come epistemologia allora ci si pone in una posizione più forte che può negare alla razionalità qualsiasi diritto di affermare alcunché sulla fede.
(Un ringraziamento a 0xdeadbeef che, con il suo ultimo 3d, ha favorito lo sviluppo di questa riflessione).
Un saluto
#5212
Tematiche Spirituali / Re:Religione e ragione
19 Maggio 2019, 20:01:16 PM
Ciao 0xdeadbeef, interpretando il tuo post mi sembra sarebbe più preciso parlare di fede che di religione. La religione (Intendendo con essa un insieme di attributi rituali e sociali) considerata da sola non necessita di speranza perché ha punti di riferimento certi (Il luogo di culto, gli altri che esercitano lo stesso culto e che generano una comunità ...). La fede invece punti di riferimento non ne può avere, è qualcosa di puramente ideale.
Però guarda un po', anche la razionalità è ideale (Non a caso Hegel pone il rapporto tra razionalità e realtà come espressione del rapporto tra idealismo e materialismo).
Per questo io non escludo che la razionalità possa essere al servizio della fede, o meglio possa servire a rendere più forte quella speranza.
Un saluto
#5213
Tematiche Spirituali / Re:Accadde a Gerusalemme...
11 Maggio 2019, 18:15:22 PM
Citazione di: Sariputra il 11 Maggio 2019, 15:41:25 PM
Citazione di: anthonyi il 09 Maggio 2019, 20:42:20 PMCiao altamarea, anch'io non credo che Dio sia religioso, lui usa la religione ma quello che gli interessa è la Fede. Non a caso nella tua storiella c'è questo scivolamento dalla Fede alla religione che non sono la stessa cosa. La fede è un fatto interiore, difficile da capire, da spiegare e da dimostrare. E' per questo che tanti si rifugiano nella religione, o nell'antireligione, e a volte causano quelle cose brutte delle quali tu parli. Un saluto.


E' ovvio che Dio non è religioso, come è altrettanto ovvio che Buddha non era buddhista... ;D
Sarebbe come dire che Dio ha fede in Dio o che Buddha ha fede nel Buddha...
Nel Buddhismo, per esempio, l'arahant (il "degno" o il "nobile") , cioè la persona che ha realizzato/raggiunto il Nirvana, è in tutto e per tutto simile al Buddha. C'è solo un particolare , non di poco conto, che fa la differenza: il Buddha ci è arrivato da solo, gli altri hanno avuto bisogno di un maestro e di un insegnamento.
E' la differenza che corre , con un esempio, tra l'alpinista che, in solitaria, scala una vetta perigliosa e apre una nuova via e quelli invece che usano, per salire, le sue indicazioni e i chiodi lasciati sul percorso da seguire.. E.non è una differenza da poco!  :o


Magari lo sarà per te, Sari, ma a me non sembra così ovvio, con l'essere "religioso", riferito a Dio, si intende l'importanza che lo stesso dà alla ritualità religiosa. Miliardi di praticanti delle svariate ritualità religiose credono che saranno premiati o puniti anche in funzione della perseveranza nel partecipare ai vari riti, probabilmente è così anche per il Buddismo perché questi meccanismi premiali sono necessari per stabilizzare un sistema religioso e se il Buddismo si è tanto sviluppato nei millenni è stato anche grazie a questi.
Un saluto.
#5214
Tematiche Spirituali / Re:Accadde a Gerusalemme...
09 Maggio 2019, 20:42:20 PM
Ciao altamarea, anch'io non credo che Dio sia religioso, lui usa la religione ma quello che gli interessa è la Fede. Non a caso nella tua storiella c'è questo scivolamento dalla Fede alla religione che non sono la stessa cosa. La fede è un fatto interiore, difficile da  capire, da spiegare e da dimostrare.
E' per questo che tanti si rifugiano nella religione, o nell'antireligione, e a volte causano quelle cose brutte delle quali tu parli.
Un saluto.
#5215
Ciao Eutidemo, mi sa che la causa per plagio tu la perderesti perché non c'è ragione di sospettare che Siri mentre dichiarava 25000 Euro ne guadagnava un milione.
Lui il milione di bonaventuriana memoria probabilmente ce l'ha a San Marino (Chiaramente sotto falso nome), e probabilmente non l'ha guadagnato ma l'ha rubato ai creditori della società che ha fatto fallire.
Quello che comunque mi sconcerta non è quello che ha fatto Siri ma tanti ragionamenti che si sentono fare sul Web che tendono a minimizzare questa storia, come se fosse normale per un fallito avere un mutuo senza garanzie da parte di una banca estera sita in un paradiso fiscale.
Un errore certo Siri lo ha fatto, ha scelto il notaio sbagliato, uno che era stato messo sotto inchiesta dall'ordine dei notai perché rompeva il loro cartello facendo prezzi troppo bassi per i suoi servizi, servizi nei quali, a quanto pare, c'è anche quella correttezza deontologica che lo ha spinto a segnalare un'operazione che puzzava.
Un saluto.
#5216
Ciao Socrate, anche a me è capitato spesso che certe canzoni si fissino nella mia mente e che nello stesso tempo mi si sviluppi uno stato depressivo (Che per me comunque è frequente). Io comunque tendo a pensare che il problema non sia nel passato, ma nel presente, la psiche vive una sofferenza attuale e cerca di rimuoverla, di non pensarci, occupando la mente con una canzone.
Forse la scelta che è stata fatta dalla tua psiche ha valore simbolico, a me quello che dici mi da un'idea di solitudine nell'abbondanza, di vuoto spirituale, emotivo, in un eccesso di contenuti materiali.
Naturalmente sono solo miei pensieri, comunque fammi sapere se ci hai trovato qualcosa di sensato.
Un saluto.
#5217
Tematiche Spirituali / Re:E se Eva...
05 Maggio 2019, 19:55:26 PM
Citazione di: Sariputra il 05 Maggio 2019, 19:10:56 PM
Credo che la risposta alla tua domanda sia da ricercare nella disposizione d'animo verso le mogli degli anonimi rabbì ebraici autori del libro di Genesi. Tutti gli uomini sposati sanno perfettamente che non devi mai dire alla tua donna di non fare una certa cosa...perché la farà sicuramente! L'errore di Dio fu quello di non prevedere che Adamo avrebbe invitato Eva a non mangiare dell'albero. Sarebbe bastato che Adam se ne fosse stato zitto (in fin dei conti che bisogno c'è di raccontar tutto alla propria donna?... Però, a sua discolpa... bisogna anche dire che non aveva ancora una grossa esperienza di donne ...visto che non aveva una suocera!!! ).
Credo che Dio fosse un pò distratto a quell'epoca per via della rivolta degli angeli. Era impegnato in una dura repressione e nel progetto delle Geenna, dove avrebbe spedito a calci in c..o l' ha-satan e i suoi accoliti, tutti angeli di notevole levatura celestiale e intellettuale e pertanto, ovviamente, di pari orgoglio...
C'era poi tutta l'organizzazione dell'incarnazione su K-472 che procedeva a rilento, per via della difficoltà di reperire un'aliena ovipara vergine...e il problema sorto su Beta-328 dove l'ecclesia locale si era convertita in massa al relativismo etico e si era pertanto data alla pederastia, approffittandosi di giovani chierici extraterrestri rimasti fedeli a Dio...
Insomma ,era un periodaccio...Spesso era costretto a fare le cose in fretta, nella realizzazione di nuovi mondi, proprio a causa di tutte queste faccende da sbrigare. Arrivava al settimo giorno veramente esausto...
Quando fece la Terra era particolarmente stanco infatti...Il risultato purtroppo...beh!...Lo possiamo vedere...non occorre aggiungere altro.
In realtà, all'epoca, Dio proibì ad Adamo di mangiare dell'albero perché le mele...costavano l'ira di dio!  :o

Adamo disse che era stata Eva, Eva che era stato il serpente. L'umanità era fatta da due sole persone e già non era colpa di nessuno.
(Natalino Balasso)

Scherzo Altamarea, naturalmente...per rompere un pò quest'aria pesante... :(

Ciao Sari, anche tu convinto che il frutto del peccato fosse la mela, io mi presi una ramanzina quando lo scrissi in un compito di religione.
Che poi sarebbe un tema interessante, ma perché tutti sono convinti fosse una mela? A me il paradiso terrestre mi fa pensare a un paradiso tropicale per cui Cocco oppure ananas, al limite banana.
Un saluto.
#5218
Inverno, secondo me poni su un piano economico ciò che invece è soprattutto culturale e sociale, è normale che la democrazia costi di più e comporti decisioni più difficili e lente, ma ha il valore aggiunto della democrazia appunto.
Se però culturalmente la democrazia non è apprezzata come valore allora quello che dici si concretizza, ma si concretizza per effetto della caduta del valore della democrazia, e con essa di tutte le istituzioni democratiche, al quale purtroppo stiamo assistendo, da qualche tempo in qua.
Un saluto
#5219
Citazione di: Eutidemo il 29 Aprile 2019, 06:16:45 AM
A parte tale aspetto, per così dire, "logico", secondo me la TUTELA degli interessi della collettività, sia pure in forma cautelativa, deve prevalere -non oltre certi limiti- sulla TUTELA degli interessi del singolo individuo;

Ciao Eutidemo, riprendo questa tua frase perché anche il problema di inquinamenti della giustizia è un interesse pubblico. In Brasile oggi c'è al governo un leader di destra abbastanza estrema anche perché il leader storico della sinistra è stato condannato per corruzione, una condanna che è il risultato di un grande impegno profuso da un giudice abbastanza importante, il quale oltretutto sembra sia stato premiato dall'attuale capo di stato.
Negli Stati Uniti, per quanto ne so, se un politico è segnato da un'inchiesta viene fatto un processo speciale, viene data massima visibilità all'evento, in maniera tale che in ogni caso, cioè sia nel caso sia evidente la responsabilità del politico, sia nel caso sia evidente la strumentalità dell'inchiesta, l'opinione pubblica sia in grado di valutare.
In Italia invece si mette tutto nel tritacarne dei meccanismi , per i quali il giudice è inamovibile e quindi la presenza di vizi di base continua. E qui richiamo il caso Consip perché è stato proprio grazie al trasferimento degli incartamenti da Napoli a Roma che qualcuno s'è accorto di errori fondamentali nell'inchiesta, se l'inchiesta fosse rimasta a Napoli non se ne sarebbe accorto nessuno.
Un saluto.
#5220
Citazione di: Eutidemo il 28 Aprile 2019, 11:48:18 AM

Premesso dal punto di vista giuridico quanto sopra, però, sotto il profilo della OPPORTUNITA' POLITICA, solitamente si eccepisce che, in tal modo, con false denunce di reato, potrebbe essere messo temporaneamente fuori giuoco chiunque rivesta cariche amministrative e politiche di qualsiasi genere; e, questo,  nell'interesse della parte avversa, che potrebbe avvalersene per i propri scopi.



In effetti, Eutidemo, è questo il centro del problema, anche perché chiama in causa il rapporto tra Magistratura e altri poteri dello stato, e non solo nel caso di false denunce, che sarebbe il più banale. Gli interessi che sono in gioco nella lotta politica sono di dimensione tale che gli estremi di una responsabilità giudiziaria, con le opportune complicità e magari solleticando le propensioni degli inquirenti, possono essere prodotti da una manina occulta senza bisogno di fare denuncie. Credo che il caso studio più interessante al riguardo sia lo scandalo Consip, nel quale un'inchiesta su supposte corruzioni diventa uno strumento per infangare un leader politico, oltretutto senza chiamarlo direttamente in causa nell'inchiesta.
Tu giustamente dici che quest'uso strumentale della giustizia è reato penale, peccato però che la giustizia non abbia gli stessi tempi della politica, e quindi, anche in caso di buona fede dei magistrati (Perché il magistrato deve comunque interpretare il contesto che gli si presenta, e quindi può aver modo di capire se si trova di fronte a comportamenti criminosi, oppure ad intelligenti simulazioni finalizzate a colpire politicamente qualcuno) il danno politico  è comunque consumato e irrecuperabile.
Un saluto