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Messaggi - iano

#5221
Tematiche Filosofiche / Re:Se la realtà fosse indistinta
21 Settembre 2019, 17:02:24 PM
Il tempo deve essere una conseguenza del cambiamento: senza modifiche del mondo non può esservi tempo.
Lee Smolin-La rinascita del tempo.
Allegato a
Le Scienze di Giugno.

L'idea non è nuova e secondo Smolin risale al principio di ragion sufficiente di Leibniz.
Assumendo questo nuovo vecchio principio ,in alternativa al punto di vista Newtoniano , l'autore scommette si possa dare risposta ai nuovi quesiti cosmologici che diversamente restano inspiegabili.
In particolare si assume che le leggi fisiche non siano immutabili.
Ci si potrebbe chiedere allora se esistono leggi di mutamento delle leggi.
L'autore promette di dare una risposta alla fine del libro.
La lettura intanto sembra scorrevole ed estremamente stimolante.
Consigliato.
#5222
Tematiche Filosofiche / Se la realtà fosse indistinta
21 Settembre 2019, 14:17:06 PM
Se la realtà fosse indistinta , questa sarebbe la sua definizione completa , che nessuno però potrebbe dare.
Sarebbe completa perché in una realtà indistinta non vi è cambiamento e quindi non vi è altro da dire.
Al contrario , se vi è mutamento , la realtà è distinta in parti.
Dal punto di vista logico quindi non è l'interazione fra le parti a determinare il mutamento , ma dal mutamento possiamo dedurre le parti che interagiscono.
Questo capovolgimento del punto di vista classico da' conto del perché una perfetta definizione delle parti sia così sfuggente.
Possiamo immaginare una realtà indistinta oppure distinta in parti dove non sia dato mutamento.
Ma non possiamo immaginare una realtà mutante se indistinta. È da ciò che nascono le parti , almeno nella nostra immaginazione.
Le parti non sono la realtà,ma ciò che a noi appare a causa del mutamento.
Una parte è il tempo.
Il mutamento non avviene nel tempo ,perché non vi è tempo senza mutamento.
Gli orologi coi quali crediamo di misurare il tempo sono in effetti produttori di tempo.
Rimane da capire da dove salta fuori nella nostra percezione quella parte che chiamiamo spazio.
In un universo che muta possiamo immaginare una pausa e quella pausa ci da' l'immagine dello spazio.
Lo spazio è un caso limite del tempo.
E infine se la nostra immaginazione è parte della realtà allora anche il tempo , e quindi lo spazio , lo sono.
Rimane il cortocircuito di una parte che immagina le parti compresa se stessa.
Come dire che questa parte che noi siamo non è meno sfuggente delle altre.
#5223
Ciao Lou.
Mi sembra una storia intorcinata.
C'è una diversa sensibilità che fa' pendere l'uomo verso la razionalità piuttosto che no , rispetto alla donna.
Potrebbe trattarsi di una differenza funzionale alla divisione dei ruoli.
Una differenza che comporta una collaborazione fra diversi, la quale sappiamo essere tanto fruttuosa quanto preferibilmente evitata,ma a cui ,nella coppia uomo donna, almeno fino a un certo punto, è pero' impossibile sottrarsi.E in tale costrizione risiede il vantaggio credo che nasce da quella forza di attrazione degli opposti che è l'amore.
Quando si deve trovare in caso di necessità una decisione rapida , c'è da scommettere che poco si userà razionalità, la quale richiede il suo tempo.
Si potrebbe dire , estremizzando ,che la donna fa' sempre senza decidere , mentre l'uomo decide senza fare mai.
Fare senza decidere significa di fatto attenersi alla tradizione e alle usanze , delle quali in effetti la donna sembra più attenta cultrice e custode.
Oggi però  abbiamo prove del fatto che le differenze fra uomo e donne non sono tali da rendere i loro ruoli tradizionali non intercambiabili se le contingenze della vita lo consentono o lo richiedono.
Una di donna non è tanto irrazionale da non comprendere , se glielo si fa' notare , che il suo comportamento non è razionale. Ma è anche abbastanza "saggia" da non usare razionalità quando non serve.
Noi uomini invece razionalmente pensiamo che è sempre meglio usare razionalità, ma questo non è un pensiero razionale in se'.
Abbiamo le nostre differenze tendenziali di genere e c'è le teniamo e questa è cosa buona se è vero che è la
"differenza che fa' la somma".
Ma alla fine ne' il razionale ,  ne' la saggia donna , come ci dice la cronaca mondiale di questi giorni , sono abbastanza saggi e razionali da fare tesoro di questa virgolettata verità .
Una bella storia intorcinata , Lou ,come ti dicevo.😁

#5224
Nasci , conosci te stesso , realizzati per quel che sei , crepa senza rimpianti.
#5225
Tematiche Filosofiche / Re:Coscienza
21 Agosto 2019, 14:22:29 PM
Ciao Daniele.
Ma come fa' la coscienza a lavorare inconsciamente?
Naturalmente non escludo che collaborino,coscienza e inconscio ,anzi il contrario ,e forse volevi dire questo.
Ma secondo me sono due modalità diverse per svolgere lo tesso tipo di lavoro , e l'uso dell'un modo e dell'altro dipende dalle circostanze.
#5226
Tematiche Filosofiche / Re:indivisibile.
21 Agosto 2019, 10:23:17 AM
Citazione di: bobmax il 21 Agosto 2019, 07:07:59 AM
L'indivisibile nasce da una necessità logica.
La quale deriva a sua volta dalla nostra interpretazione della realtà composta da spazio vuoto e da spazio pieno. È pieno se occupato da materia, mentre è vuoto se non v'è n'è.

Da questa interpretazione della realtà fisica, deriva che la sua divisione materiale può avvenire solo perché si agisce allargando un vuoto preesistente.
Se questo vuoto non fosse già presente nessuna divisione sarebbe possibile.

Il concetto di atomo (l'indivisibile) nasce proprio dalla considerazione che se non esistesse l'indivisibile, potendo dividere all'infinito ci troveremmo con la materia fatta di vuoto!

Insomma, nasce dall'esigenza che che il mondo sia composto davvero da qualcosa...

Tuttavia non ci si è resi conto che l'indivisibile sarebbe allora un assoluto. Che con la sua assolutezza renderebbe impossibile il divenire.
E ciò vale pure per un assoluto vuoto...

La materia e il vuoto sono due fantasmi, che donano senso uno all'altro in un gioco senza fine. Sono due scogli dove non è possibile approdare, perché non esistono. Ma tra cui dobbiamo navigare per andare oltre.

Difatti le cosiddette particelle elementari sono ormai considerate delle pure formule matematiche. Che cercano di prescindere dalla nostra interpretazione dello spazio.
Sono d'accordo.
Tutto ciò che ci appare esiste solo nella nostra testa.
E tutto ciò che ci appare acquista peso e importanza in se' , una volta che si rinunci ad una conoscenza della realtà in se' , che non si sa' neanche bene cosa voglia dire.
Così capiamo che possiamo ridefinire e manipolare liberamente tutto ciò che ci appare o anche solo provare a vederlo sotto altra luce al fine di ottimizzare sempre meglio la nostra interazione con la realtà, per
la quale spazio tempo atomi sono solo mediatori, che definiscono meglio noi della realtà,perché sono i nostri strumenti che ci permettono di vivere nella realtà.
Siamo ovviamente liberi di continuare a rincorrere una conoscenza della realtà in se'.
Se però vi si rinuncia a malincuore non bisognerebbe trascurare i vantaggi che ciò comporta , e questa discussione invita a manipolare il concetto di particella indivisibile per allargarne l'utilita' , cercando di generalizzare il concetto.
In effetti non sto dicendo nulla di nuovo.
Questo noi abbiamo sempre fatto senza saperlo.
La novità è nel farlo sapendo di farlo.
Un plus di uso di coscienza con tutti i pro e i contro che ciò comporta.
Questa in breve la mia filosofia.
Noi abbiamo perfettamente chiaro cosa sia l'indivisibile nella nostra testa , perché solo lì esiste , e se non è la realtà al di fuori della nostra testa , non perciò la sua esistenza è gratuita , e nasce dall'interazione con la realtà.
Se il concetto di indivisibile sparisse dalla nostra testa ,o anche solo si evolvesse, la realtà resterebbe tale e quale ,ma solo nella misura in cui non ce ne consideriamo parte essenziale.
Noi non siamo parte essenziale della natura oppure lo siamo.
La scelta è libera , ma una volta fatta non si può non trarne le conseguenze, nel bene e nel male.
Spesso però sembra che questa scelta non venga fatta in modo netto.
Si cincischia.😊
#5227
Tematiche Filosofiche / Re:indivisibile.
21 Agosto 2019, 09:58:42 AM
Citazione di: Ipazia il 20 Agosto 2019, 22:21:24 PM


Per me che sono chimica la particella é l'atomo (di Bohr). Con quello ci faccio tutto: la peso, combino, dissocio, analizzo, ecc. Per un fisico la faccenda è assai più complessa ......
Ciao , sono onorato che hai seguito il mio consiglio di lettura.
Questa tua risposta mi piace.
Entro le condizioni in cui operiamo ci sarà sempre qualcosa da considerare agli effetti relativi ,atomico , che non sarà mai dimostrabile essere tale in assoluto.
Quindi il mio invito è di analizzare cosa ci fa' apparire l'atomo di turno come tale , ad esempio nella tua esperienza di chimica , e se il concetto si possa generalizzare, una volta accettateme i limiti.
Una volta che si è rinunciato a cercare l'indivisibile assoluto.
Io che non posso vantare alcuna esperienza operativa suggerivo una coerenza comportamentale che non si limiti a un confine spaziale , cioè a una coerenza spaziale.
Non voglio ovviamente cojona' nessuno.
È solo per il dono della mia ignoranza che non mi pongo limiti.
Al bar del dopolavoro filosofico tutti possono dire tutto.
Ne sappiamo più noi di Capello e Trapattoni , di Newton ed Einstein.😅
#5228
L'indefinibile?
#5229
Tematiche Filosofiche / indivisibile.
20 Agosto 2019, 16:43:49 PM
1.Ciò che non ha parti .
2.Cio' che ha parti inseparabili.
Queste due definizioni non sono equivalenti , e magari ce ne saranno altre che mi sfuggono.
Nel secondo caso ci potremmo chiedere come abbiamo fatto a sperimentare le parti se non siamo riusciti a separarle?
Nel primo caso non possiamo dimostrare che ciò che supponiamo indivisibile sia veramente tale , non avendone rilevato parti.
Ma allora come nasce il concetto di  indivisibilità?
La seconda definizione mi sembra più generale , e la si può utilizzare nella pratica quando una particella contiene parti , che , entro i limiti delle condizioni sperimentali non sono separabili.
Ciò che caratterizza queste parti è che hanno un comportamento coerente. Come fossero un tuttuno.
Un tutt'uno nella nostra esperienza quotidiana ha un confine spaziale in cui si concentra, e da ciò deriviamo il concetto di particella.
Tuttavia al comportamento coerente delle parti non è necessario un confine spaziale.
Nel caso dell'emtemglememt quantistico ad esempio ci troviamo di fronte a un comportamento coerente di parti che non sono racchiuse necessariamente in un confine spaziale, nel senso che possono occupare l'intero universo.
Possiamo quindi definire ancora l'insieme di queste parti come una particella in base al comportamento coerente delle sue parti?
Oppure esiste una migliore definizione di particella?
Perché questo è il vero punto della discussione.
Cosa intendiamo per particella?
Cosa abbiamo inteso finora e cosa sarebbe bene intendere invece alla luce delle nuove esperienze?
Qui si vuole analizzare e mettere in discussione il concetto di particella.

#5230
Non direi che ci sia una sostanziale differenza , come è posta a premessa di questa discussione , fra i casi 2 e 3 .
Il sistema infatti decide sempre di scegliere la soluzione che reputa più probabilmente corretta fra quelle prese in considerazione , ma non sempre quella reputata più probabile è unica , e questo ultimo è il caso 3 , dove si salta da una possibilità all'altra in continuazione senza mai fare una scelta definitiva.
È il caso classico ad esempio del disegno di una semisfera concava o convessa
Il punto 3 è quindi solo un caso particolare del punto 2.
#5231
Citazione di: InVerno il 13 Luglio 2019, 07:37:27 AM
Citazione di: Jacopus il 11 Luglio 2019, 20:45:47 PME' probabile che questo modo di pensare sia radicato nell'uomo, fin da quando era necessario distinguere il proprio in-group dall'out-group e in quel caso si trattava realmente di vita o di morte. Però, ora, che possiamo distaccarci da questo modello, poichè fortunatamente viviamo in un ambiente molto meno ostile, ci risulta difficile separarci da questo metodo di interpretazione del mondo e di raffigurazione di chi ci è vicino e di chi ci è lontano.
Ti sbagli.. internet è dialogativamente e relazionalmente il luogo più ostile che l'uomo abbia mai esperito, per questo le modalità del dialogo sono state esasperate verso la polarizzazione, anche poi fuori da internet. Il cannocchiale dell'internauta cerca nuova terra di conquista e si guarda bene dai nemici, è un predatore di likes in mezzo ad altri predatori di likes. Scrivere un commento di apertura verso il prossimo significa lasciare il proprio forziere incustodito, meglio non farlo nemmeno salire sulla nave e proseguire per la propria rotta... buzzurro! buonista! stronzo! io me ne vado...
I luoghi non sono ostili di per se' , ma fanno risaltare o meno la nostra naturale ostilità.
Dialogare con i diversi non è la nostra naturale tendenza , e la rete ci asseconda in ciò , permettendoci di rinchiuderci nei nostri recinti di elezione.
Cosa che altri luoghi come ad esempio le città non permettono con la stessa facilità  , e ancor di più se grandi, come le metropoli , dove è inevitabile convivere  in parte col diverso col quale bisognera' inevitabilmente quindi dialogare.
Un dialogo che come sappiamo porta ricchezza , seppure non cercato , e per questo i grandi agglomerati urbani conservano un plus rispetto alla rete, e per questo , nel bene e nel male , continueranno a mantenere la loro importanza .
Avrete notato che tutti quelli che parlano male dei diversi fanno sempre un eccezione per il diverso dirimpettaio?

Ovviamente per quei pochi che hanno la cultura del dialogo col diverso invece la rete è una opportunità .
Quei pochi che sanno che la fatica del dialogo sara' sempre ricompensata.
#5232
Attualità / Re:Russia connection
16 Luglio 2019, 19:08:35 PM
In un mondo oggi globalizzato mi pare si sia passati da un bipolarismo a un multipolarismo , dove contano le grandi nazioni e le multinazionali.
Ai piccoli stati non resta , nel migliore dei casi , che vendersi , se gli è rimasta la libertà di farlo , in base all'offerta e/o alla contiguità territoriale.
Urge un Europa vera e grande.
#5233
Tempo fa' ripercorrendo un facile e breve sentiero nella riviera ligure di levante mi sono trovato disorientato dentro una villa che prima non c'era.
Chiedo alla proprietaria della villa che ha inglobato il sentiero se pensa di aver fatto una bella cosa.
No , mi ha risposto.
Ho costruito la villa perché affascinata dal posto ,ma quel fascino non c'è più adesso .
Per fortuna non tutti i sentieri della Liguria sono di così facile accesso , quindi non riusciranno mai a rovinarla del tutto.
Mi sia consentito uno sfogo....abbasso le cinque terre.
Abbasso gli stabilimenti balneari che adesso hanno in programma di rovinare pure laghi e fiumi.
Viva la Liguria, per chi sa' cercarla e trovarla.
Ma vale per l'Italia intera.

#5234
I colori dell'arcobaleno sono infiniti , ma noi ne vediamo solo sei o sette.
Quindi abbiamo dei limiti che ci costringono a rinunciare ad ogni sfumatura della realtà .
Anche lo schema sociale viene semplificato eccessivamente ( es. uomo e donna) al punto che chi non rientra nello schema diventa un escluso , magari da curare , di modo che possa rientrare nella definizione corrente.
Siccome la nostra percezione c'è la fa' a contare fino sette , allora forse potremmo fare uno sforzo in più.
Semplificare va' bene, ma la semplificazione è una necessità, non un bene in se'.E la semplificazione serve a dominare la realtà nei limiti in cui ci è dato farlo, non a forzarla.
Ma se in una discussione ci fossero sette posizioni diverse riusciremmo a tenerle tutte a mente?
Abbiamo dei limiti , ma a non limitarsi al bianco e nero forse c'è la possiamo fare.
#5235
Secondo me la questione è più complessa di quel che sembra.
Fra un Lombardo e un Siciliano non ci sono molte differenze , oppure ci sono , perché come ho detto esistono due tipi di siciliani.
Ma non significa che alcuni siciliani si siano omologati ai lombardi o all'Italia in genere.
L'ospitalita' che trovi in Sicilia , dove ti si chiede di raccontare la tua storia , in cambio di vitto e alloggio,  non è diversa da quella che sperimenta Ulisse nell'odissea.
La cultura occidentale deriva nel bene e nel male da quella greca.Ma la differenza fra sud e nord d'Italia è che al sud i Greci ci sono ancora , con tutti i loro pregi e difetti , che nel tempo non sono cambiati molto , mentre la cultura occidentale è andata avanti.
Hai ragione sul fatto che la tribù, detta anche parentela , è più importante al sud , e questo può spiegare molte differenze.
Quando un Greco disperso per il mondo incontra un altro Greco , non pensa neanche per un attimo di dover chiedere accoglienza, perché è già a casa sua.
La questione è complessa, ma anche semplice.
Basta leggere l'Iliade e l'Odissea e considerarli ancora attuali.