Citazione di: Socrate78 il 18 Febbraio 2023, 20:51:10 PMContinuo a ritenere che il concetto di "vita degna di essere vissuta" sia fondamentalmente erroneo, perché non esiste un valore assoluto e veramente oggettivo affinché una vita sia più degna di essere vissuta di un'altra. Il concetto di dignità è soggettivo e molto relativo ed ideologico, ad esempio per i nazisti si aveva dignità solo se si era di pura razza ariana e se si era ebrei si era ad un livello infimo di umanità, per gli antichi Romani se si era schiavi non si aveva quasi nessuna dignità. Nel contesto ideologico di questo thread la vita che è degna di essere vissuta sembra essere la vita con meno dolore possibile, ma chi l'ha detto che è così? Chi l'ha detto che morire sedato, imbottito di farmaci come curaro, morfina, oppiacei, sia più dignitoso che morire soffrendo come si è sempre del resto morti da millenni, quando non esisteva nessun palliativo? Il presupposto che sta dietro tutti questi ragionamenti è quello secondo cui la sofferenza non abbia senso e sia inutile, ma secondo me non è affatto vero, per la mia visione religiosa Dio permette la sofferenza e la morte dolorosa per motivi imperscrutabili legati all'evoluzione spirituale di quella persona e quindi l'eutanasia volontaria rimane sempre e comunque un atto con cui l'individuo si mette contro Dio nel dichiarare che quella condizione è senza senso e non è dignitosa.Premetto di non aver letto tutti gli interventi e me ne scuso.
Ma questo mi ha colpita per il fatto di riferirsi al Dio cattolico, laddove i sofferenti estremi...non è affatto detto che siano credenti o credenti nel Dio cattolico.
In secundis : moltissime situazioni estreme di mantenimento in vita sono frutto di un accanimento terapeutico che solo qualche decennio fa non sarebbe stato possibile. Per cui...trattasi di artificio umano che "natura" avrebbe già interrotto secondo il suo corso.
Nel più sentito rispetto verso l'argomento...non posso che ammutolire.
Penso soltanto che nessuno Stato possa arrogarsi il diritto di vietare il fine vita consapevole, e che qualunque Stato avrebbe il dovere etico di mettere a disposizione di chi lo medita il meglio della Psicologia seria, che VAGLI i perchè della scelta esiziale e irreversibile, e sappia evocare le ragioni del ripensamento, anche a prescindere da ogni fede, se percorribili.
Ma ogni volta che penso a DJ Fabo...onestamente non so quale Titano della Psicologia avrebbe mai potuto accompagnarlo al ripensamento.