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Messaggi - Jacopus

#526
Non si tratta di dogmi ma di classificazioni che permettono di rendere la scienza, tecnologia. Si può riflettere sulla vita secondo un sapere filosofico teso a scoprire le affinità fra essenze molto diverse ( come un ragno ed una pietra) ed è una modalità di pensiero valida ed importante. Ma altrettanto valida è la modalità che distingue vita da non-vita perché solo in questo modo si sono scoperti i meccanismi universali della vita, che la pietra per quanto composta dagli stessi atomi del ragno, non possiede. Senza questa classificazione non esisterebbe la farmacologia moderna, la medicina moderna, la bioingegneria. Quindi ben vengano lo sguardo ampio e lo sguardo ristretto. La patologia si instaura quando uno di questi due sguardi diventa dominante.
#527
Caro Mauro pastore, tu invece utilizzi un meccanismo di difesa noto che si chiama proiezione, ovvero proietti sugli altri i tuoi stessi modi di essere. Oltre ad usare ad libidum un modo di pensare che più antiscientifico non si può, ovvero l'argomento ad hominem.
#528
L'articolo linkato non dice nulla di nuovo. Non so per chi mi hai preso, ma ti assicuro che "probabilisticamente" è quasi certo che vi siano, nell'immensità dello spazio altre forme di vita, perlomeno quelle più semplici che hanno prosperato sulla terra per un paio di miliardi di anni senza altri concorrenti. È anche noto come forme di vita molto semplici possono mantenersi in vita anche in ambienti molto ostili come l'esterno delle navicelle spaziali, bloccando il loro metabolismo (esattamente come i batteri che stanno riprendendo vita, dopo lo scioglimento del permafrost siberiano). Ma si tratta comunque di biologia terrestre che si sposta con noi. Al momento non ci sono prove di vita aliena, anche rudimentale, così come non ci sono stati esperimenti coronati dal successo di replicabilitá della vita. Al momento si è riusciti solo a farne qualche film o libro di successo. Anche qui, sei pregato di documentare questi esperimenti (visto che sarei io il millantatore - ma robe da pazzi).
Infine: non difendo certo una supposta superiorità nè della biologia terrestre nè di homo sapiens, ma difendo il metodo scientifico.
#529
Rispondo solo per rispetto degli altri partecipanti al forum. Mi indicheresti il link che dice che si sono trovati virus nei pianeti del sistema solare?
Se la notizia fosse vera sarebbe una di quelle scoperte epocali, come la scoperta dell'America.
Che la vita inizia prima della replicazione del dna è un modo piuttosto creativo per indicare la vita. Possono esserci dei dubbi sulla classificazione linneana della vita (che infatti è cambiata molte volte nel corso del tempo), ma che la vita sia indipendente dalla sua replicazione a dna è un fatto che può avere valore nell'ambito di teorie astrologiche o mitologiche o religiose ma che non ha attinenza con le attuali evidenze scientifiche. Detto questo non replicherò più a questa discussione, il cui inserimento nella sezione scientifica è, come minimo, discutibile (a meno che non mi linki esattamente i siti dove si parla di virus extraterrestri e sperando che siano siti attendibili, perché se è "Calogeroscienziatotassista.com", qualche dubbio mi rimane.)
#530
CitazioneFino a poco tempo fa' nella maggior parte delle scuole si insegnava a pensare lo spazio extraterrestre privo di vita.
No. Semplicemente si diceva che non c'erano prove di vita extraterrestre. La scienza, a differenza della religione, deve provare e dimostrare quello che afferma.
Però la vulgata scientifica diceva (e continua a dire) anche che, a partire dalle enormi dimensioni dell'universo, era molto probabile la presenza di vita.



CitazioneOggi la scienza ha negato questa concezione ed è stata registrata nello spazio la presenza della vita minima.
No. La presenza di acidi base come metano, formaldeide o anidride solforosa sono stati individuati anche nel sistema solare, ma questo non significa che sia "vita". La vita biologica, per essere tale, deve essere in grado di autoriprodurre i suoi tessuti ed organi e l'unico mezzo oggi conosciuto per questo processo è il DNA, metodo usato da tutte le forme viventi terrestri senza alcuna eccezione. Il dna però non discende dalle basi minerali citate e nessuno studio sperimentale è riuscito a fare un esperimento di laboratorio ( in fondo semplice) dal quale, partendo dalle basi minerali si sia giunti alla creazione di vita "in vitro". Anzi c'è un esperimento famoso, degli anni '50 dello Scorso secolo, che però non ha condotto a nulla. https://it.wikipedia.org/wiki/Brodo_primordiale

La conclusione è quindi errata perché errate sono le premesse. Inoltre se la filosofia dovesse essere estranea alla scienza, come suppongo tu auspichi, allora la filosofia non dovrebbe chiamarsi così.
#531
Al netto di ogni pro e contro, a giudicare dalla "democrazia dei piedi", qualche merito in più rispetto al pensiero orientale direi che l'Occidente ce l'ha.
#532
Citazione di: Ipazia il 20 Marzo 2024, 09:43:35 AMLa "fattoria degli animali occidentali" teoretica è iniziata già con Menenio Agrippa e assomiglia molto al corrispettivo orientale, salvo che l'oriente non si è fatto le pippe ipocrite e contraddittorie dell'uguaglianza in salsa classista. Cui si aggiunge una superiorità metafisica nel rapporto con la natura, esente da ribalderie titaniste. Il che ha molto da insegnare anche nell'indagare il campo di esistenza della libertà umana.
certo. Non hai tutti i torti. Ma se avesse avuto la leadership ideologica l'Oriente, ora probabilmente avremmo un mondo più ecologico ma saremmo chini con le cosce bagnate sulle risaie. Bambino e acqua sporca vanno sempre distinti, altrimenti si rischia di dividere e manicheizzare.
#533
Citazione di: Ipazia il 18 Marzo 2024, 16:45:55 PM@Jacopus

La libertà occidentale assomiglia molto al mors tua vita mea. Gli europei si sentivano liberi di chiamare vergini terre che erano già abitate, operando un genocidio metafisico come preludio a quello fisico.

La libertà è un quantitativo dato e l'arbitrio consiste nell'aumentare la propria sottraendola agli altri branchi.

Su questo aspetto la cultura orientale è assai più attenta e meno ipocrita, sia nel rispetto che nella violenza consapevole.

La stessa libertà ottenuta per via "tecno-umanistica" sta dimostrando di operare su un patrimonio limitato, che resiste all'arbitrio presentando il conto, come aveva già intuito Anassimandro.u
Quando si parla di opposizione Occidente/Oriente inevitabilmente si adopera un modo di pensiero generalizzante e semplificato enorme e anche probabilmente stupido. Ma nello stesso tempo può risultare un gioco intellettuale interessante. Ad esempio "l'habeas corpus", inserito nella prima costituzione moderna, quella inglese, poteva essere concepito in un altro luogo che non fosse l'Europa? Io non credo. Poiché l'Occidente è la cultura dell'individuo, con tutto ciò che questo comporta. La cultura occidentale non è una cultura organicista e collettivista, ma una cultura fondata sull'individuo prometeico, che non accetta alcun patto con la natura, perché ha fatto un patto con Mefistofele. Goethe, Nietzsche, Freud potevano solo essere occidentali. E il dominio culturale dell'Occidente nasce proprio da questo superamento dell'eterno ritorno (l'eterno ritorno di Nietzsche è esattamente il superamento al quadrato del tempo ciclico orientale. "All'inshallah fatalistico si è sostituito Edipo, che vuole conoscere anche a suo discapito o Achab che vuole uccidere la Balena". Piuttosto il sogno occidentale si è interrotto quando ha iniziato a interpretare l'individualismo in modo elitario, riassumibile nel passo proverbiale "tutti gli animali sono uguali, ma ci sono animali più uguali degli altri". Il pensiero orientale, forse in modo più realistico non ha mai neppure immaginato di pensare che tutti gli animali sono uguali. In questa ambivalenza sta il pensiero occidentale e in tutto quello che ne consegue, in positivo e in negativo.
#534
Sono parzialmente d'accordo Ipazia. A tuo favore vi è ad esempio il significato di umano, che oltre a quello strettamente biologico, significa , in moltissime lingue indoeuropee, empatia, solidarietà, abbandono di ogni pensiero egoistico e narcisista. Ma è anche possibile deumanizzare una categoria e trattarla in modo "inumano", come accade in modo ricorrente.
Un aspetto che spesso viene misconosciuto è la connessione del libero arbitrio con la libertà e la visione del mondo della società in cui io, agente, della libera volontà, mi trovo. Il L.A., in altre parole, è anche esso un processo che si apprende e che non è presente allo stesso modo in ognuno di noi, così come è presente in modo diverso nelle più diverse società. Ad esempio, molto a braccio, le società occidentali sono molto più dotate di libero arbitrio delle società orientali. In Occidente, per la prima volta la storia è stata immaginata come freccia (a partire da Omero ma proseguendo poi con il Cristianesimo e l'illuminismo, tutti identici in questo senso) a differenza dell'immagine dell'eterno ritorno buddista. In quella freccia c'è il senso della decisione. Ma è, inoltre possibile pensare al L.A. scindendolo dal linguaggio e dalla tecnica dell'uomo? Io non credo.
#535
L'ultimo libro di B. Larsson,
Essere o non essere umani si apre con questa citazione:
" sa Fielding, non si può mai giudicare una persona; non c'è una verità valida per tutti gli uomini, non esiste una regola alla quale confrontare ciascuno di noi. Noi siamo dei camaleonti". (Se interessa la citazione è tratta dal romanzo di Le Carrè: un delitto di classe).
#536
Il capitalismo non è un monolite. Anzi proprio grazie alla sua capacità di adattamento è riuscito a sopravvivere come sistema ideologico dal 600 ad oggi, sconfiggendo sistemi alternativi non da poco, come l'assolutismo, il pensiero religioso, il nazifascismo e il comunismo. La mia posizione è simile a quella di Inverno. Non demonizzo nè la proprietà privata nè il giusto compenso al merito, visto che non siamo e non possiamo essere tutti uguali. Ma oggi il problema è la troppa differenza non la troppa uguaglianza. Se un manager guadagna 100.000 euro al giorno e un operaio li vede (forse) in tutta la sua vita lavorativa, non parliamo più di merito ma di profonda ingiustizia. Inoltre, il passo successivo per il manager è la necessità di giustificare quella enorme disparità fino a considerare l'operaio come assolutamente diverso, come una non-persona, tornando a Trump. Se l'operaio è una non-persona tutto torna (su questi meccanismi di deumanizzazione sono sempre fioriti i regimi fortemente diseguali). Ripeto fino alla noia: il capitalismo ha dato il meglio di sè (perché non è tutto da buttare, il libero commercio ad esempio è intimamente connesso con il libero pensiero), quando era in competizione con altri sistemi. Quando la competizione è venuta a mancare è avvenuto un grande disastro, ovvero la prima guerra mondiale. Oggi è la seconda volta nella storia, che il Capitalismo è privo di concorrenti e i risultati sono evidenti.
#537
Un'altra conseguenza della fatica dei sistemi capitalistico/liberali a reggere le dinamiche sociali è la ricerca di "uscite di sicurezza" ed una, un sempreverde, è quella della guerra, attraverso la quale il nemico "invece di essere il banchiere" è lo straniero (o con un tocco di creatività di altri tempi: "il banchiere ebreo").  Alla stessa identica funzione, servono le ideologie di deumanizzazione dei migranti e dei "diversi". È proprio di oggi la notizia che in un convegno Trump ha definito i migranti non-persone, riecheggiando il titolo di un libro di Alessandro dal Lago con quel titolo, ma dubito che Trump abbia mai letto quel libro.
#538
Condivido Patrizio. Ma perché chi ha dei privilegi dovrebbe cederli? A livello singolo ciò talvolta accade con lasciti e creazione di fondazioni, ma a livello generale quello che si osserva è la polarizzazione della ricchezza, sia all'interno dei singoli stati sia fra nord e sud del mondo. Una polarizzazione che si autoalimenta, poiché chi inizia a differenziarsi per ricchezza, tenderà ad incrementare la differenza con il passare delle generazioni. Detto questo peró, occorre anche essere onesti con sè stessi. Nei paesi ricchi, fra cui l'Italia, siamo tutti coinvolti, perché tutti noi, in proporzioni diverse, ci avvantaggiamo di rapporti economici, della presenza di infrastrutture, di istituzioni e di forme di pensiero che dominano il mondo. Non a caso non siamo noi ad andare in Senegal. Bisognerebbe davvero raggiungere un mutamento di pensiero profondo, e purtroppo l'unica ideologia che ci ha provato, il marxismo, nella sua attuazione pratica, ha dimostrato di non essere in grado di ottenere quel mutamento. Siamo orfani di "visioni del mondo" che possano dare un senso a quello che dici. Restiamo impigliati nel modello capitalistico che è un modello di morte e di ingiustizia sempre più evidente, e sempre più senza quei "freni", di cui il capitalismo si era dotato, ai tempi della concorrenza con il socialismo reale.
Sullo sfondo riaffiorano con forza le visioni dell'homo homini lupus e della carità, entrambe alleate nel immobilizzare il mondo nella sua attuale struttura. Ma non ho ricette.
#539
È un paradosso solo se lo elaboriamo digitalmente, ovvero presupponendo, come nel mondo fisico, che, a date condizioni, conseguono determinati fatti e solo quelli. Bisogna inoltre premettere che il "cuore in pace" è linguaggio figurato per rappresentare uno stato emotivo equilibrato e sereno, grazie al quale la mente ( o il cervello?) può ragionare bene.
Occorre pertanto fare alcune correzioni. Mondo emotivo e cognitivo procedono parallelamente e si rinforzano a vicenda. Non esiste cognizione vera senza "passione" verso ciò di cui si sta ragionando (bene). L'organismo umano in sostanza, apprende in forma emotiva (alla faccia del povero Cartesio e dell'uomo occidentale dagli occhi di ghiaccio) e cognizione/emozione procedono di pari passo. Vi possono essere individui che ragionano bene in assenza di emozioni, ma di solito quel buon ragionamento è tale solo in modo parziale. Ad esempio si può essere dei grandi matematici ma non essere in grado di sostenere una conversazione con una donna, se si hanno lacune "del cuore".
Seconda correzione, l'apprendimento/razionalità/mente non si fonda solo sull'emozione (cuore) ma anche sul corpo (è ormai provato che camminare o fare sport aiuta a pensare meglio), ma anche sulla relazionalità poiché la nostra mente è una mente collettiva.
Terza correzione, lo sviluppo filogenetico di ognuno di noi, pur rispondendo a leggi comuni, è estremamente plastico e pertanto le diverse interpretazioni dei termini di cuore e ragione si possono bilanciare fra di loro nelle più diverse proporzioni.
Genericamente il noto detto romano, aveva già compreso in modo pragmatico quello che ci dice ora la neuroscienza e che è stato contrastato dalla terribile combo: Platone + Cristianesimo.
#540
CitazioneChe poi la libertà venga dalla neocorteccia o dal pancreas, che riguardi tutti i mammiferi o anche i ragni, tutte queste cose non riguardano per nulla la questione filosofica del libero arbitrio.

la via lunga