Citazione di: paul11 il 02 Maggio 2016, 18:26:04 PMPer quel poco che ne posso dire nella filosofia orientale l'essere è un qualcosa di interiore da cui scaturiamo noi stessi, pensieri compresi. Il mondo esterno è l'ingannatore velo di Maya, ed anche per la filosofia greca il senso è ingannatore, quindi ciò che proviene da fuori. Perciò aveva senso la metafisica, perché solo della ragione ci si può fidare, si pensava. Da Aristotele in poi, credo, lo strumento (organon) della ragione è diventato più importante della ragione stessa. La ragione non è più un entità ma un criterio, meglio se esprimibile in modo formale, così da eliminare possibilità di equivoci. Questo è l'inganno della nostra cultura (almeno secondo il mio miserrimo punto di vista): i mezzi sono diventati più importanti del fine. Tutta questa scienza per cosa? Per vivere di più? Per vivere meglio? Purtroppo è già parecchio tempo che la nostra civiltà ha smesso di interrogarsi su ciò che è meglio. È meglio il benessere, su questo non abbiamo dubbi. Ma la filosofia del benessere porta all'egocentrismo e, in ultima analisi, all'indifferenza verso tutto ciò che non serve ad alimentare il piacere. E ancor peggio, l'egoismo o individualismo porta a smettere di interrogarsi su quell'essere inconoscibile e indefinibile da cui scaturiamo. Detto questo, se sto male vado dal medico e non dal santone.
Personalmente ritengo che storicamente l'orientale è legato più a come il pensiero ha pensato il reale, noi occidentali ci siamo invece approcciati alla realtà fisica mettendo in dubbio i nostri pensieri: per noi il focus è la realtà fisica poichè e descrivibile e logicamente falsa o vera e scientificamente dimostrabile nelle sue reiterazioni fenomeniche.
Quindi per noi il razionale e vero equivale al mondo là fuori, per l'orientale il vero equivale al suo pensiero ed è falsa la realtà.
E di nuovo ritorna la filosofia del reale metafisico greco contro il reale sperimentale della scienza moderna , il mondo del deduttivo contro l'induttivo.