Citazione di: Ipazia il 18 Dicembre 2023, 09:19:35 AMSemmai il capro espiatorio è il lavoratore che, malgrado tutti i proclami borghesi sui diritti umani e la felicità, schiavo è rimasto. Ripeto che separare borghesia da capitalismo è una stupidaggine. La borghesia è diventata classe dominante scalzando i proprietari terrieri aristocratici grazie al capitale e all'economia capitalistica. Borghesia e capitalismo sono due facce della stessa medaglia.Era rimasta ai tempi di Lenin una classe borghese anche nel comunismo sovietico. Il capitalismo dovette affrontare problemi più gravi di quelli che la realtà russa, slava e orientale presentava e sotto il regime comunista permasero gravi aberrazioni, non è vero che tutto era risolto.
Medaglia classista che si incardina nell'istituto della proprietà, che non ha eguali in natura, ma è un costrutto sociale umano alla base della società schiavista, sessista e classista. In natura non si dà che un debosciato possa comandare grazie ad eredità, gorilla umani e leggi. Non esistono paletti di confine della proprietà e ognuno se li deve creare con le sue forze, intelligenza e capacità.
Il marxismo insiste in particolare sulla proprietà dei mezzi di produzione: suolo e tecnologia, non sui valori d'uso personali. Discorso lungo che a questo livello spannometrico di analisi e perorazione non vale la pena affrontare.
Riguardo alla spiritualità, un'occhiata alle tesi su Feuerbach è sufficiente per capire la superiorità di una spiritualità fondata sull'immanenza, rispetto a quella fondata sui numi. Se non altro perchè riconosce all'umano la facoltà di fare il bene e rifiutare il male in assenza di caramelle celesti e fiamme infernali.
Ai diritti dei lavoratori ci pensano con correttezza i laburisti, ed è una storia diversa dalla vostra. Quel che di buono accadde in Urss fu per l'ingegno di Lenin non per i talenti di Marx ed Engels.
La borghesia dovette il suo potere grazie alla laboriosità ma voi non considerate tutte le fatiche tali.
In un certo senso la proprietà esiste anche in natura: gli uccelli hanno un proprio nido, i predatori il proprio pasto; e anche in natura esistono i rischi della perdita del possesso... Ma poiché l'uomo non è lupo, assicurare la proprietà è un compito della politica. Non bisogna restare al solo àmbito naturale e le questioni sulla legittimità o non leggittimità dei possessi non sono una invenzione marxista. I mezzi di produzione frutto di ingegni privati è giusto che siano gestiti dai privati se si vuol consentire la libertà privata, che ha una sua necessità.
Le vostre concessioni alla sfera privata sono apparenti: Stalin non sequestrò i vestiti ai contadini in Ucraina (tra i quali, mi risulta, c'erano anche tanti russi) ma tolse il cibo; e in Cina i vestiti furono per un periodo distribuiti dallo Stato, divise tutte uguali, dopo aver sequestrato tutti quelli in possesso di ciascuna persona... La vostra è sempre stata una rigida abolizione della proprietà privata e quel che non volete togliere non resta veramente un possesso, perché è sempre sequestrabile secondo il vostro diktat...
Riguardo al tuo discorso sulla spiritualità, esso è una deliberata e ignorante presa di posizione che non tiene conto della natura umana, portata spontaneamente verso la trascendenza, non fatta per restare solo al trascendentale. Conferma questa affermazione tanta parte della scienza, psicologi e antropologi nonché sociologi (in un certo senso la stessa società umana, non solo la mente umana o l'umanità in generale, pratica apertura verso il Mistero).
Voi pensate all'unità trascendentale ma poi attribuite ad essa qualità dell'Uno trascendente, costruendo un falso concetto di unità cui omologare tutto distruggendo le religioni, che invece restano utili all'umanità.
C'è una cosa che diceva Marx che vale la pena ricordare: faceva l'ipotesi che la sua attività fosse stata inficiata da una situazione negativa; peccato che se la prendesse anche con gli innocenti. Di fatto il marxismo è subculturale, esso stesso alienato, ma diversamente da come esso pensa l'alienazione.
Mauro Pastore