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Messaggi - PhyroSphera

#526
Citazione di: Ipazia il 18 Dicembre 2023, 09:19:35 AMSemmai il capro espiatorio è il lavoratore che, malgrado tutti i proclami borghesi sui diritti umani e la felicità, schiavo è rimasto. Ripeto che separare borghesia da capitalismo è una stupidaggine. La borghesia è diventata classe dominante scalzando i proprietari terrieri aristocratici grazie al capitale e all'economia capitalistica. Borghesia e capitalismo sono due facce della stessa medaglia.

Medaglia classista che si incardina nell'istituto della proprietà, che non ha eguali in natura, ma è un costrutto sociale umano alla base della società schiavista, sessista e classista. In natura non si dà che un debosciato possa comandare grazie ad eredità, gorilla umani e leggi. Non esistono paletti di confine della proprietà e ognuno se li deve creare con le sue forze, intelligenza e capacità.

Il marxismo insiste in particolare sulla proprietà dei mezzi di produzione: suolo e tecnologia, non sui valori d'uso personali. Discorso lungo che a questo livello spannometrico di analisi e perorazione non vale la pena affrontare.

Riguardo alla spiritualità, un'occhiata alle tesi su Feuerbach è sufficiente per capire la superiorità di una spiritualità fondata sull'immanenza, rispetto a quella fondata sui numi. Se non altro perchè riconosce all'umano la facoltà di fare il bene e rifiutare il male in assenza di caramelle celesti e fiamme infernali.

Era rimasta ai tempi di Lenin una classe borghese anche nel comunismo sovietico. Il capitalismo dovette affrontare problemi più gravi di quelli che la realtà russa, slava e orientale presentava e sotto il regime comunista permasero gravi aberrazioni, non è vero che tutto era risolto.
Ai diritti dei lavoratori ci pensano con correttezza i laburisti, ed è una storia diversa dalla vostra. Quel che di buono accadde in Urss fu per l'ingegno di Lenin non per i talenti di Marx ed Engels.
La borghesia dovette il suo potere grazie alla laboriosità ma voi non considerate tutte le fatiche tali.
In un certo senso la proprietà esiste anche in natura: gli uccelli hanno un proprio nido, i predatori il proprio pasto; e anche in natura esistono i rischi della perdita del possesso... Ma poiché l'uomo non è lupo, assicurare la proprietà è un compito della politica. Non bisogna restare al solo àmbito naturale e le questioni sulla legittimità o non leggittimità dei possessi non sono una invenzione marxista. I mezzi di produzione frutto di ingegni privati è giusto che siano gestiti dai privati se si vuol consentire la libertà privata, che ha una sua necessità.
Le vostre concessioni alla sfera privata sono apparenti: Stalin non sequestrò i vestiti ai contadini in Ucraina (tra i quali, mi risulta, c'erano anche tanti russi) ma tolse il cibo; e in Cina i vestiti furono per un periodo distribuiti dallo Stato, divise tutte uguali, dopo aver sequestrato tutti quelli in possesso di ciascuna persona... La vostra è sempre stata una rigida abolizione della proprietà privata e quel che non volete togliere non resta veramente un possesso, perché è sempre sequestrabile secondo il vostro diktat...

Riguardo al tuo discorso sulla spiritualità, esso è una deliberata e ignorante presa di posizione che non tiene conto della natura umana, portata spontaneamente verso la trascendenza, non fatta per restare solo al trascendentale. Conferma questa affermazione tanta parte della scienza, psicologi e antropologi nonché sociologi (in un certo senso la stessa società umana, non solo la mente umana o l'umanità in generale, pratica apertura verso il Mistero).
Voi pensate all'unità trascendentale ma poi attribuite ad essa qualità dell'Uno trascendente, costruendo un falso concetto di unità cui omologare tutto distruggendo le religioni, che invece restano utili all'umanità.

C'è una cosa che diceva Marx che vale la pena ricordare: faceva l'ipotesi che la sua attività fosse stata inficiata da una situazione negativa; peccato che se la prendesse anche con gli innocenti. Di fatto il marxismo è subculturale, esso stesso alienato, ma diversamente da come esso pensa l'alienazione.


Mauro Pastore
#527
Citazione di: Pensarbene il 17 Dicembre 2023, 21:08:18 PML' Uno e il Molteplice sono due punti di vista e non due realtà concrete.
Questo vale per tutti i concetti che muovono il pensiero umano, filosofico o meno.
Dando per scontata la realtà,
essa appare agli uomini in un  modo coerente con la mente umana e viene quindi rappresentata come tale.
Non sono concrete ma sono realtà.

Mauro Pastore 
#528
Citazione di: Jacopus il 17 Dicembre 2023, 20:43:41 PMSei sicuro di quello che dici? Fra  800 AC e 200 DC si sviluppó la cultura greco-ellenistica, quella stessa cultura che probabilmente influenzò la nascita del cristianesimo. Vi sono ovviamente delle assonanze, ma anche delle differenze fondamentali ed una è proprio il diverso approccio alla natura.
Ho già scritto nel precedente post la differenza, che tra l'altro è il presupposto della scienza moderna. Senza cristianesimo non vi sarebbe scienza moderna, nonostante il processo a Galileo Galilei.
In ogni caso non si tratta di dramma ma di direzioni del pensiero che attraversano i secoli.
Se vi sono interpretazioni varie di Dio più recenti fino a renderlo evanescente (Heidegger), non so, ma in ogni caso mi sembra un ulteriore prova della attuale crisi della via filosofica dell'Uno.
Le differenze fra le due correnti principali del pensiero occidentale sono importanti, perché nella physis esiste lo spazio del tragico, espresso in modo magistrale dai drammaturghi classici (Sofocle). La Physis si svolge su un piano unitario e senza finalismi. È una trama di collegamenti e connessioni fra sacro e profano. L'uomo si metamorfizza facilmente come gli Dei, in piante ed animali. Non esiste una gerarchia. Sopra ogni vivente ed ogni Dio, impera esclusivamente la Physis e la sua legge universale, l'Ananke. Ogni essere vivente deve adattarsi alla Physis.
 Il cristianesimo si volge con un altro occhio alla Natura, che diventa spazio da consumare, perché dominio dell'uomo, fatta da Dio per l'uomo, che è quindi legittimato ad usarla e consumarla. La Natura si piega all'uomo, diventato per lei, divinità. Una bella differenza. E si perde inoltre, il senso dell'ambivalenza e del tragico. L'opera letteraria più importante del Cristianesimo è infatti una Commedia, non una tragedia. In questo modo però il Cristianesimo acquisisce un rischio, quello del pensiero paranoico, che attraversa tutta la storia del pensiero filosofico occidentale, almeno fino al romanticismo.
Io ti facevo notare del cristianesimo greco: non sai che tra i greci antichi vi furono anche cristiani? Inutile presentare il dissidio paganesimo/cristianesimo come se fosse esistita solo la grecità pagana. Le concezioni ellenistiche in antagonismo al cristianesimo non rappresentavano tutta la grecità, tu individui un elemento storico e lo assolutizzi.
Quanto alla concezione tragica, non è ignorata dal pensiero cristiano, che anzi la contiene assai vividamente (si pensi al Crocifisso, ma anche al Libro dell'Apocalisse). Schopenhauer annoverava giustamente il cristianesimo tra le religioni "pessimistiche", cioè non dimentiche del lato negativo della vita. Nel paganesimo il dramma dell'esistenza trova a volte espressione sconsolata parendo talvolta in esso la eventualità estrema della tragedia tutto ciò che resta, giacché a considerare solo Divinità e molteplicità non si trova senso negli eventi più negativi... Non è un caso che l'ultima fase della tragedia greca classica, che presenta una certa impostazione relativistica, si può mettere in relazione con il futuro cristiano, che fu anche dei greci. Relativizzare la tragedia non significa negarla e costitutivo dell'esistenza è il dramma, non sempre accade anche l'evento tragico.

Mauro Pastore
#529
Citazione di: Ipazia il 17 Dicembre 2023, 19:39:25 PMCroce aveva ragione. Il marxismo è una visione del mondo basata su un'analisi storica accurata di come le relazioni uomo-natura e sociali abbiano determinato le ideologie e le scale di valori. Tali analisi sono lungi dall'essere falsificate e entrano a pieno titolo nel dibattito filosofico che vede anche oggi, fin nei dettagli microcefalici della pubblicità, come il potere economico determini comportamenti, aspettative e fedi.

È una filosofia che ha messo l'Essere coi piedi per terra evolvendo in filosofia della prassi conservando, malgrado alcune iniziali ingenuità positivistiche, netta la distinzione tra materialismo volgare (scientismo) e materialismo storico con le sue specificità sovrastrutturali (coscienza di classe) capaci di interagire e modificare la struttura economica attraverso un processo rivoluzionario materiale e ideale.

Essendo imperniata sull'etica, la filosofia marxista non rischia i suoi fondamenti in confronti ontologici disperati con l'episteme scientifica, che sa tenere a bada ogni volta esca dal suo seminato come scienza del padrone e pensiero unico omologato.
Ha avuto una ragion d'essere quel marxismo che era un ismo perché in realtà criticava il dogma marxiano. Una parentesi. Ma gli studi che tu menzioni evidenziano nessi dando una interpretazione alienata, illudendo che tutto della attività dello spirito abbia origine nella materia; e invece non è così. Secondo le premesse di Marx è impossibile capire il ruolo dell'inventiva nell'economia, il ruolo di Dio e la religione nella politica... Ed è inutile evitare di fare i conti con questi vuoti ripetendo indefinitamente la critica all'idealismo hegeliano. Non c'è solo quello. Sognare di realizzare il paradiso in terra abolendo la proprietà privata e rendendo lo Stato socialista, solo perché secondo la materia bruta così si dovrebbe agire: si tratta di un inganno che crea soltanto un mostro, perché per trovare rimedi ultimi bisogna fare appello allo spirito, quello vero.

Mauro Pastore
#530
Citazione di: Jacopus il 17 Dicembre 2023, 17:59:32 PMTornando al mio primo intervento che suddivideva la filosofia con filosofia dell'Uno e filosofia del Molteplice, oggi dopo alcune suggestioni e pensieri vari, connetto quella prima distinzione ad un'altra, parzialmente sovrapponibile. Ovvero quella fra il concetto greco di Physis e il concetto Cristiano di Natura. La Physis per i greci è una cornice superiore, a cui devono sottostare uomini, animali, piante e persino gli dei. La Physis è correlata al Molteplice, all'umiltà dell'uomo di riconoscere i suoi limiti tragici. È l'accettazione del ciclo della vita e della morte. La Physis non può pertanto essere dominata. Il pensiero Cristiano invece parte dal concetto di Natura come creazione divina, del Dio che la consegna all'uomo come suo gestore. Scompare così l'equilibrio del molteplice. Il cerchio diventa freccia e l'Uno diventa il mondo attuale, anche se desacralizzato. Solo dal Cristianesimo poteva nascere la scienza moderna e la sua pretesa di dominio sulla Natura. Ciò che mi continuo a domandare è se sia possibile una visione del mondo in grado di conciliare l'Uno e il Molteplice, il nostro Ego (Io-Dio) e il Deus Sive Natura di Spinoza. Da Agostino a Schopenhauer, pur alla presenza di sinistri scriccholii, l'Uno ha dominato, sia nella sua dimensione fattuale dell'homo laborator, sia nella dimensione culturale, dell'homo orator. Dopo Schopenhauer il mondo ha perso la sua unità culturale. È riapparso il Molteplice e la sua vestale "il Tragico". Ma il mondo continua, come per inerzia, ad agire secondo la filosofia dell'Uno. L'homo laborator compie l'Uno, senza più esserne legittimato dall'homo orator,  e vedendo sempre di più le conseguenze che la Natura gli mostra. Per superare il dissidio, subentra il concetto dì nichilismo, che serve per raschiare il barile, in assenza di nuovi assetti. In mancanza di nuovi profeti, possiamo solo attendere il medioevo prossimo venturo.
La vicenda che hai descritto non riguarda propriamente la Grecia ma un'idea di essa attraverso i secoli. Propriamente anche la Grecia fu cristiana. Non esiste un dissidio tra una concezione greca della natura e una cristiana, se non legato al permanere di un contrasto tra paganesimo greco e cristianesimo non greco... Ma, appunto, il cristianesimo greco esistette dai primi se non primissimi tempi della cristianità e la possibile controversia è soltanto relativa, limitata. Nella cultura italiana i termini 'naturale' e 'fisico' non significano lo stesso; ma non bisogna proiettare nel passato elleno ed ellenico questa non identità. Il fatto che i filosofi greci classici nominassero Dio anonimamente (l'Essere di Parmenide, il Motore di Aristotele...) non significa che fossero in contrasto con la concezione, prima ebraica poi anche cristiana, del Dio Creatore. Lo dimostra il caso di Filone e dei neoplatonici cristiani. Tutto sta a capire che per "creazione divina" non si intende una produzione degli enti — quella accade già dal mondo. Proprio i neoplatonici cristiani mostrarono che di Dio possiamo solo negare categoricamente o affermare allusivamente... Quindi non c'è dramma nel pensiero greco tra la cultura non cristiana e precristiana e quella cristiana, né si prospetta alcun dramma di pensiero per chi non greco si avvicina nel modo giusto al mondo greco (cui l'Italia non è tutta estranea). La filosofia contemporanea ha fornito nuovi modi di concepire Dio che avallano questa tesi. Si pensi al concetto heideggeriano di "lasciar essere" e all'utilizzo che ne fece Jonas per descrivere la sua nuova prospettiva creazionista.
Dominio della natura e Signoria di Dio stanno perfettamente insieme, adesso come allora.

Mauro Pastore
#531
Attualità / Re: Natale o Festa dell'Inverno?
17 Dicembre 2023, 17:40:23 PM
Citazione di: anthonyi il 17 Dicembre 2023, 14:32:17 PMLa mentalità collettiva si forma nel processo di comunicazione, per sintesi di tante interiorità che si esprimono, ma ciascuna di queste espressioni parla, e può parlare, solo di sé stessa.
Non è vero. Lo dimostra la Teoria degli Archetipi che esiste di più dei risultati della comunicazione. Ma basta anche un può di buon senso. 
Non siamo solo individui.

Mauro Pastore 
#532
Citazione di: Ipazia il 30 Settembre 2023, 22:28:05 PMLa filosofia è morta in occidente perché non compatibile con il modello capitalistico dominante: dogmatico, non-etico, inumano ("cosa sia l'Uomo non so, conosco solo il suo prezzo").

La rivoluzione, materiale e culturale, passa pure per la rianimazione della filosofia.




La filosofia non è ancora morta in Occidente. Rischia di morire e una delle cause è l'intrusione marxista. Croce diceva che il marxismo è proprio una filosofia, ma (aggiungo io) si trattava e si tratta solo di una pericolosa comparsa.
Continuare a oltranza col marxismo sfocia nell'antifilosofia e ormai stiamo già entrando in questa fase.
Bisogna guardarsi dal marxismo.

Mauro Pastore
#533
Attualità / Re: Natale o Festa dell'Inverno?
17 Dicembre 2023, 13:02:50 PM
Citazione di: anthonyi il 17 Dicembre 2023, 10:28:12 AMLa cosa forte dell'interiorita é che appunto é interiorità, cioè un qualcosa nella quale nessun altro può vedere. Per questo qualsiasi affermazione generale sulle interiorità umane é priva di senso generale, ma ha senso individuale. Se per pio il Natale é solo un fatto consumistico e non spirituale, questo vuol dire che per lui é proprio così, che lui non sente dentro lo spirito del natale
Un senso generale l'interiorità deve averlo per forza. Se non altro, perché esiste la mente e la mentalità collettiva.

Mauro Pastore 
#534
Citazione di: Ipazia il 17 Dicembre 2023, 10:49:44 AMIl vitello d'oro ha una storia antica che il Capitale ha pienamente realizzato.
 

Anche i clerices vagantes medioevali avevano capito qual'è l'unguento del potere. Lutero ci ha fatto una Riforma. Solo gli idealisti non ci sono ancora arrivati. E il potere se li coccola. Falsa coscienza ? Per giunta infelice ?
 

Quanti danni questo Heisenberg. Il gatto borghese quando diventa proletario è un gatto morto.

Guardiamo l'idolo della materia bruta perché è lì il nodo da recidere verso un trascendentale umano. A conti fatti, siamo più idealisti di voi che cercate, come Hegel, il compromesso, squisitamente borghese nell'ideologia, con lo stato di cose presenti, per quanto orrendo esso sia.

Adesso tu citi la Bibbia e Lutero, ma sia l'una che l'altro si possono intendere con una considerazione dello Spirito, che voi negate. Senza, hanno ragione quelli del vitello d'oro e hanno senso le vendite delle indulgenze. Il vostro approccio è anche controproducente.
...
Heisenberg era uno scienziato. Messe da parte le interpretazioni positiviste, non avete dove fuggire per farvi ragione con le vostre elucubrazioni sulle cause.
...
Sull'idolo, vorreste fingere di negarlo, ma il vostro idealismo è falso, siete dei fatalisti per non praticare vere attività spirituali, non potete veramente cambiare il mondo senza ricorrere seriamente allo spirito e provate orrore anche per il bene.


Mauro Pastore
#535
Citazione di: green demetr il 12 Dicembre 2023, 01:51:55 AMLo gnosticismo e l'ebraismo non si basano sulla fede.
E' il cristianesimo che lo fa.
E lo fa perchè non vuole che i suoi adepti vedano il male.
Per questo i cristiani sono i piu ipocriti i piu malvagi i piu senza fede di tutti.
Poichè non lo vedono essi lo diventano.
Semplice semplice.
Tutti i monoteismi, ebraismo compreso, si basano sulla fede.

Mauro Pastore 
#536
Citazione di: niko il 10 Dicembre 2023, 13:57:18 PMNel cristianesimo, il tempo e' lineare perche' e' escatologico, perche' ha un senso e perche' procede verso il bene.

Dio crea il tempo, e il tempo e' un bene, quindi e' un tempo direzionalmente "orientato": va dal male (bene minore), verso il bene (bene sommo).

Ora, la mia riflessione, personalmente, e' che mentre creare un futuro infinito e' un atto necessario, da parte di Dio, per accogliere l'immortalita' delle anime e degli esseri spirituali (se il premio per i giusti e' una perennita' di gioia questo presuppone un futuro infinito, e pure la punizione dei dannati, che' una perennita' di sofferenza) creare un passato infinito e' inutile (sovrabbondante in senso negativo) e anzi controproducente: la caduta e' un evento, e, se c'e' infinito tempo prima della caduta, allora la redenzione, la ripresa dalla caduta e il ritorno in stato di grazia dell'uomo, non puo' eguagliare e superare lo stato edenico, di pre-caduta, in valore (etico, gnoseologico ed eudaimonistico) e quindi non puo' avvalorare il significato provvidenziale e progressivo del tempo.

Se c'è un infinito tempo prima della Caduta, questo non è dominato dal male perché la Caduta non è ancora avvenuta.

Mauro Pastore 
#537
Citazione di: anthonyi il 09 Dicembre 2023, 21:50:57 PME di grazia, in cosa consisterebbe la differenza?
La fede é credere in qualcosa su cui non possiamo avere conferme nel mondo fisico, l'effetto nel mondo fisico é dello stesso tipo che avrebbe una ordinaria credenza su aspetti del mondo fisico, cioè condizionare il comportamento umano.

Se la fede fosse quello che tu dici, basterebbe al suo posto una metafisica. In realtà la fede è un assenso, una fiducia, non un credere al posto di capire. Si ha fede in qualcosa di misterioso che si rivela degno di fiducia, con uno scopo vitale, perché ciò conviene alla vita, non esistendo solo il mondo ed essendo necessario per stare al mondo rivolgersi a qualcos'altro dal mondo. In tal senso, la fede non ha gli stessi effetti di una credenza su aspetti del mondo fisico... Ma anche le semplici credenze di tipo metafisico hanno effetti diversi da quelle sul mondo fisico. Ripeto però che la fede non si basa sulla contemplazione metafisica, perché questa dipende dal nostro intelletto, la fede è un fatto emotivo... Che la metafisica possa illustrare la fede, ciò è vero ma è un altro conto.

Mauro Pastore
#538
Storia / Re: IN CHE SENSO UNA STORIA CRISTIANA?
17 Dicembre 2023, 10:39:08 AM
Citazione di: Pensarbene il 30 Luglio 2023, 16:22:12 PMLa storia del cristianesimo è prevalentemente descrittiva
Io posso sapere le vicende di Cristo come spettatore e senza interagire,verificare,chiedere,chiarire...
Questo non mi piace  ma riguarda tutta la storia umana.
Proporre una visione non descrittiva della storia è pericoloso e fuorviante anche se potrebbe essere interessante come applicazione del metodo ipotetico deduttivo alla storia stessa.
Il problema però sarebbe poi quello di verificare le ipotesi un base ai fatti e ai dati,falsificarle e poi trarne una verità relativa.
Secondo me il metodo descrittivo basato su fatti e dati è ancora il migliore,galileiano in senso classico,con qualche deduzione  culturale.
Leggere la  Bibbia  in questo senso è interessante anche per gli atei.


Restando ai fatti e dati, non appare più veramente Cristo, solo "Yeshua"... un ebreo che aveva fatto da segno religioso — ma non oggettivamente! Appunto il Cristo viene riconosciuto tale soggettivamente, attribuendo un significato, certo non arbitrariamente, non con una proiezione...
La storia di Yeshua non è interessante se non si capisce ciò che lui aveva rappresentato, ma non sono fatti e dati a farcelo capire, trattandosi di una cosa soggettiva... Resta però che si può raccontare una storia della fede, con fatti e dati... l'inizio del cristianesimo. Restando però su questo piano, non si può intendere il senso degli eventi.
Se si resta sul piano della pura storiografia, la storia del cristianesimo appare come un nonsenso. Se si pensa anche ai significati soggettivi, si va oltre la semplice valutazione dei dati e descrizione dei fatti... Ma questo una certa mentalità positivista lo rifiuta... Ed è una grande perdita, il racconto storico così perde il suo significato, la storia diventa inesplicabile, comincia a non essere capita, a non essere più tramandata...
Ma c'è anche il problema della sopravvalutazione di un significato storico che non è assolutamente unico ma viene scambiato per tale. È un altro positivismo, non scientifico ma filosofico... Con esso si intuisce il significato del Cristo ma lo si lega a un solo evento, una sola esistenza... Ma fosse il Cristo tutto quello di Yeshua, ovvero Gesù di Nazareth, il suo potere sarebbe già terminato con la pubblicazione dell'Anticristo di Nietzsche! D'altronde neppure si deve pensare che la tradizione nota e comunemente accettata non abbia nessuna prerogativa.

Mauro Pastore
#539
Attualità / Re: Natale o Festa dell'Inverno?
17 Dicembre 2023, 10:11:34 AM
Citazione di: Pio il 16 Dicembre 2023, 20:09:08 PMCerto, ma il Natale vissuto come momento per celebrare un evento che ha cambiato la storia, oppure per riflettere un po' più del solito sul senso della propria vita, interessa purtroppo una stretta minoranza di persone. Forse è sempre stato così. Il consumismo non ha fatto altro che renderlo evidente.
Non è stato sempre così e non è sempre così. Bisogna contemplare l'interiorità per capirlo, senza distrarsi dalla esteriorità.

Mauro Pastore 
#540
Citazione di: Ipazia il 17 Dicembre 2023, 07:48:17 AMLa borghesia non può essere alternativa al capitale perché il capitalismo nasce con essa e perirà con essa. Dalla rivolta dei ciompi ai tempi nostri il borghese che perde il capitale diventa prolet. Rimane un borghese solo nel mondo delle idee da tosare. A differenza del più illuminato Olivetti o Musk.

Il doppio binario della filosofia occidentale è lo scontro dialettico tra materialismo e idealismo, immanenza e trascendenza. La sintesi c'è già ed è il trascendentale che emerge dall'immanenza. Oggi si può giocare filosoficamente solo sulla natura del trascendentale: classista o egualitario ? Per provvisorie misture intermedie che "rilanciano il discorso" sia in pratica che nei teoremi. Con la storia reale a fare da giudice di ultima istanza.

L'Uno è il Capitale. Il molteplice sono i corpi reali dei soggetti assoggettati. (Dio è morto e gli restano solo le telenovele sui seggi impediti e le 99 vergini nell'aldilà. )
Per gli ingenui il tuo sembra un pensiero sviluppato con coerenza, in realtà vi rifugiate nel trascendentale per non considerare la vita in tutti i suoi aspetti: negate che l'apertura alla trascendenza abbia effetti sulla vita — anche economica — perché siete concentrati sulla sola materia, che voi non pensate veramente molteplice: avete imitato l'Uno trascendente con una falsa unità materiale, pensate di essere passati a grandi libertà e consapevolezze, in realtà vi intontite con la materialità e invece di darvi una svegliata andate pensando alle coincidenze, contemplate ricchi e poveri e assetti materiali senza introspettare gli eventi, senza capirne le reali motivazioni e i reali poteri e non poteri; il possesso materiale per voi è segno di un certo potere, ma a volte si cerca e si mantiene la ricchezza proprio perché non si ha potere; invece voi giudicate la ricchezza borghese segno indubitabile di prepotenza... Ma lo stesso schema da voi usato, borghesia/proletariato, è da voi anche abusato: non avete capito mai chi possono essere veramente i borghesi e i proletari, non immaginate neppure che possono esistere i borghesi-proletari... Guardate al mondo attraverso l'idolo della materia bruta, partite da presupposti insufficienti per una onesta politica e siete degli intrusi nella filosofia, che iniziate ma poi incorrendo nell'errore non continuate, fingendo il contrario.

Mauro Pastore