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Messaggi - iano

#5251
Tematiche Filosofiche / Re:...ciò che vediamo.
08 Giugno 2019, 13:06:30 PM
@Sciombro.
Le immagini che associamo a una teoria scientifica non sono essenziali ad essa , ma relative a una loro sommaria comprensione , anche quando non ne approfondiamo i particolari.
Tali immagini sono postulatili come  intersoggettive , ma non hanno un corrispondente materiale.
Sono immagini di comodo , nel senso che funzionano, e tale caratteristica si può associare , senza fare scandalo oggi , alle immagini che ci regala la vista.
L'unica differenza è che la vista lavora fuori dalla nostra coscienza , mentre la scienza no.
Entrambi però alla fine creano immagini o visioni utili.
Esse non sembrano però in se' necessarie.
Possiamo rinunciare alla vista , come in caso di menomazione accidentale , reindirizzando e riottimizzamdo l'uso degli altri sensi.
Oggi la MQ ci chiede parimenti di rinunciare ad una visione da associare ad essa.
Quantomeno ad associare ad essa una visione che abbia il valore che ha avuto finora per noi.
Associare immagini ad essa continua a restare esercizio utile , ed anzi   meglio maneggiabile con disinvoltura  , non dovendo per tali immagini ricercare valenze aggiuntive al loro essere utili strumenti ,( anche se diventano sempre più strumenti di lavoro e sempre meno strumenti di "comprensione" e divulgazione per non addetti ai lavori al fine di tentare di innescare un processo che porti a una visione imtersoggettiva, come fino a un certo punto è stato possibile).
A causa della nostra natura non possiamo rinunciare alle immagini , meglio se imtersoggetive ,ma siamo chiamati dai fatti a rimettere in discussione la loro valenza.
Non mancheranno parti criticabili nel mio scritto , per mie lacune , ma spero arrivi comunque il concetto nella sua essenza , e su questo sopratutto attendo critiche e "visioni" alternative eventuali.
#5252
Tematiche Filosofiche / Re:...ciò che vediamo.
08 Giugno 2019, 00:31:44 AM
Continua a sfuggirmi la connessione fra visione e morale.
Vi propongo e ripropongo invece la connessione visione / comprensione.
#5253
Ciao Federico.
Vediamo se ho capito.
Dare libera espressione a se stessi , senza farsi influenzare  dalla socialità , come via verso la spiritualità .
Un po' come un programma che si svolge da se' dando risultati esatti se nessuno introduce virus sociali.
Però il fatto che gli uomini sono in parte esseri sociali è scritto nel loro programma.
Proponi un debugging ( si dice così?) culturale?
Essere se stessi uscendo dalla cultura che il caso ci ha assegnato?
Sicuramente non è un esercizio sterile , anzi.
Ma di solito questo esercizio si svolge partendo dalla convinzione che la nostra cultura è perfetta per giungere alla conclusione che nessuna è perfetta.
Si può uscire forse da una cultura , ma non dalla cultura.
Le culture sono diverse , ma non prive di convergenze e una può essere la famiglia come indichi tu , mentre sui ruoli che i diversi sessi assumono in essa mi pare tale convergenza non vi sia storicamente , come tu invece proponi , quindi almeno su quest'ultimo punto dissento.
La suddivisione dei ruoli fra sessi può avere un senso economico contingente , ma non predeterminato a prescindere.
Esistono sicuramente differenze biologiche e psichiche , ma non è scritto da nessuna parte come queste di volta in volta verrano a "coniugarsi"  perché tutto cambia.
E a proposito come si coniuga il cambiamento con la perfezione,partendo dal perfetto nulla dove nulla cambia?
Se perfetto è il programma nel suo svolgersi senza errori esente da intrusioni , quindi non in rete ,andrà così avanti all'infinito
Ma in un programma di computer ciò non è garantito in effetti.
Perché nel programma umano dovrebbe esserlo ?
Non possiamo scommettere su un computer, che è cosa che ben conosciamo perché da noi costruito.
Come facciamo a scommettere su qualcosa che non sappiamo chi e come ha costruito?
#5254
Tematiche Filosofiche / Re:...ciò che vediamo.
06 Giugno 2019, 00:33:49 AM
Sulla morale non ho capito.
Ma vi lancio una provocazione.
Non è che il vetusto"non credo se non vedo" di San Tommaso si è spostato oggi verso un " non vedo se non credo" ?
Sappiamo che non occorre la mediazione diretta dei sensi per vedere come nei sogni , o che vediamo cose improbabili ad occhi aperti , o di cui non siamo certi, come angeli , madonne e apparizioni e visioni in genere.
Allo stesso tempo sappiamo che la mediazione dei sensi non ci rende immuni dal vedere sistematicamente cose che siamo certi non esistono.
Mi riferisco al classico caso del punto cieco per cui dovremmo vedere un cerchietto nero al centro di ogni visione ,mentre al suo posto vediamo una probabile ,ma finta ricostruzione fatta dal cervello.
Quindi in un certo senso , almeno in parte ,vediamo quel che crediamo di vedere.
Questo è quello che la scienza , che tanto deve storicamente alla vista , ci svela paradossalmente della vista.
Come dire che la scienza è qualcosa di più della vista ,ma allo stesso tempo la vista è un mezzo del quale essa non potrà mai fare a meno.
E la spiritualità può fare a meno dell'input dato dai sensi?
Direi che è ciò che discrimina la spiritualità occidentale da quella orientale , dove questa ultima ha intuito la relatività dei sensi , senza attendere dimostrazioni scientifiche .
È la scienza occidentale che ha fatto storia , ma molte delle conclusioni a cui è giunta hanno confermato la "vista lunga" degli orientali.
Vista lunga dovuta se non ricordo male a un terzo occhio , come dire che neanche loro possono rinunciare alle metafore visive.
Ma come la mettiamo infine con la MQ che ci propone improbabili visoni , che non sono angeli e madonne , ma che se servisse userebbe pure quelle?
Basterà crederci per vederle?
Siamo riusciti a vedere lo spazio e il tempo disegnato da Newton e perfino lo spazio-tempo disegnato da Einstein.
Riusciremo a vedere più in la' , oltre un orizzonte che non è più quello astronomico , ma umano ?
#5255
Tematiche Filosofiche / Re:...ciò che vediamo.
04 Giugno 2019, 20:42:09 PM
Citazione di: Ipazia il 04 Giugno 2019, 18:33:11 PM
Citazione di: iano il 04 Giugno 2019, 18:19:12 PM
Possiamo immaginare nel campo spirituale un percorso parallelo?

Finora i percorsi paralleli spirituali non è che abbiano dato gran prova di sè e quanto sia devastante non potersi servire dei sensi creati dalla natura lo racconta bene "Cecità" di Saramago.
Mi sono sforzato di tirarci dentro anche la spiritualità essendo ancora sotto l'effetto delle tirate di orecchie di Carlo.
Per quanto riguarda Saramago mi pare che la cecità visiva sia una metafora della cecità umana , come dire che non possiamo fare proprio a meno delle metafore visive.
Il vero problema  dei ciechi in effetti è un mondo costruito a misura dei non ciechi , il che dimostra che la vista non è in se' essenziale , posto che senza di essa non saremmo quel che siamo.
Cosa si prova ad essere pipistrelli , per rispondere anche a Lou?
In effetti lo siamo più di quanto crediamo , ma non avendone coscienza non sappiamo cosa si prova.
Però sembra che bendandosi per un tempo opportuno non si tardi a prendere coscienza di ciò .
Io che iniziò a diventare sordo mi sorprendo a leggere il labiale, quindi  faccio cosciamemte ciò che ho sempre fatto non consciamente, perché normalmente ci sentiamo anche con gli occhi .
Quindi per leggere il labiale non devo acquisire alcuna abilità che gia' non avessi.
Ma ciò che faccio cosciamente è solo porre maggiore attenzione al labiale.
Non è che io deduco consciamente ciò che si dice dal movimento delle labbra.
Io ascolto letteralmente il movimento delle labbra che vedo.
Ascolto con gli occhi.
Mentre i ciechi vedono con le orecchie , il tatto etc...
Se vogliamo procedere nel buio più fitto in piena sicurezza , magari per attraversare la strada , basta dare la mano a un cieco.
#5256
Tematiche Filosofiche / Re:...ciò che vediamo.
04 Giugno 2019, 18:19:12 PM
Oggi ignoreremmo volentieri la meccanica quantistica che ci da' visioni aberrate ancor più di quelle che Galileo vide col suo microscopio , tanto che forse è arrivato il momento di rinunciare alle "visioni scientifiche".
Possiamo immaginare nel campo spirituale un percorso parallelo?
P.S. Il libro citato è attualmente in edicola allegato alle "Scienze".
#5257
Tematiche Filosofiche / ...ciò che vediamo.
04 Giugno 2019, 17:32:13 PM
...la storia della scienza è anche la storia delle invenzioni che modificano la nostra percezione delle cose.Tuttavia , paradossalmente , l'invenzione di nuovi strumenti è vincolata a ciò che vediamo.

Tratto da -I motori della vita - di Paul G. Falkowski.

Questa e numerose altre riflessioni fulminanti sono contenute nel libro citato.
L'argomento del libro in effetti sono i microbi e l'autore è un biologo , il quale nota come ciò che non vediamo , specie a occhio nudo , diventi oggetto distratto del nostro interesse, ciò che ha determinato uno sviluppo ritardato della biologia rispetto ad esempio all'astronomia.
Si dice nel libro che non è stato Galilei ad inventare il telescopio , ma è l'uso che lui ne ha fatto a innescare la rivoluzione scientifica.
Questo lo sapevo.
Quello che non sapevo invece è che Galilei ha usato il telescopio anche al contrario, come microscopio , individuando perfino , e riportando in un disegno , l'agente patogeno della peste , ma disinteressandosi poi del tutto alla cosa , senza darne diffusione , come se un pregiudizio visivo avesse deciso la direzione delle sue future ricerche scientifiche.
Mi sembra significativo infatti considerare quanto la vista , il nostro senso più sviluppato , o almeno considerato tale comunemente , abbia influenzato il nostro progresso , nel bene e nel male , orientando le nostre indagini naturali in modo preferenziale ,trattandosi tutto sommato di un fattore accidentale.
Forse non è neanche vero che il senso della vista è il nostro senso più sviluppato , ma ciò che conta è il fatto che a noi appare come tale con tutte le conseguenze che ciò ha avuto e continuerà ad avere nell'orientare le nostre ricerche , e non solo in campo scientifico , se è vero che le visioni sono anche al centro del mondo spirituale.

In effetti si dice , il senso dell'udito potrebbe essere il nostro senso più sviluppato , anche se a noi non appare , lavorando mell'ombra.
Poi non avrebbe neanche senso fare una classifica fra i sensi , perché essi sembra lavorino sempre in combutta , per cui ad esempio la creazione di una immagine non è mai solo farina del sacco della vista , e questo vale per tutte le sensazioni in genere.
Il modo in cui i sensi poi lavorano insieme non è fissato per sempre , ma cambia anche nel breve periodo , grazie alla estrema plasticità del cervello.
Il senso della frase estratta dal libro quindi andrebbe allargata all'insieme dei sensi e al loro agire in comune.
La vista rimane però privilegiata perché fra tutti i sensi è forse quella che più coinvolge la nostra coscienza.
Quindi invero l'artefice vero dei pregiudizi che orientano la ricerca scientifica è proprio la coscienza .
Questa potrebbe apparire perfino una affermazione banale , se non fosse che il nostro orientarci nel mondo attraverso i sensi non sempre la richiede.
Il senso dell'udito forse è il più sviluppato , ma ciò non arriva alla nostra coscienza.
Così nell'ordine , anche in campo spirituale , vengono le visioni , poi le voci , etc...
#5258
Ok Maria.
Le mie esperienze spirituali faccio presto a dirle .
1.Davanti alla tomba di San Francesco .
2. Di fronte alla bellezza naturale del paesaggio di Castelluccio di Norcia.
Ciao.

#5259
Citazione di: maria55 il 01 Giugno 2019, 14:11:26 PM
A Iano e a tutti.

In merito alla risposta #9 non mi sembra di averti frainteso, ma forse mi sbaglio. Dalle mie esperienze non mi risulta che la maggior parte della gente "creda come te e me", che esista e sia reale qualcosa che non vede, se così fosse ci sarebbero molte più persone in grado di accedere a esperienze transpersonali.
Le credenze, specialmente quelle inconsce, a mio parere sono il fondamento della possibilità o meno di ampliare i propri orizzonti, per questo ritengo sia importante affrontare questi temi.
Certamente, anche per me lo Spirito non ha nulla a che fare con gli stati non ordinari (termine che preferisco a stati alterati) di coscienza, essendo Lui nella conoscenza. Ma noi come possiamo misurare la nostra evoluzione che ci dimostra che siamo passati dalla dualità soggetto/oggetto alla pura non-dualità? Io ritengo che le esperienze transpersonali vissute in stati non ordinari di coscienza possano forse essere un modo per le Entità della dimensione spirituale di comunicare con noi e farci da Guida oltre che, grazie all'esperienza  in prima persona, per scuotere nel profondo le nostre credenze ataviche.
C'è un gioco di parole che mi piace molto, giochiamo giusto per sorridere: conoscenza=no coscienza.


Per Viator

Salve Maria. Scusa se ti sembrerò piuttosto cinico. Ma è possibile che ci sia gente che tiene in piedi corsi in miracoli e non ci sia un solo "pistola" che apra un corso in disgrazie? Quali meccanismi sfrutta chi alimenta certe speranze?

Non c'è problema ma non so esattamente a cosa ti riferisci con chi tiene in piedi corsi in miracoli. Se ti riferisci a Un Corso In Miracoli allora probabilmente non hai letto le indicazioni che ti ho mandato dopo che hai chiesto di saperne di più, risposta #2.  Come detto sopra Un Corso In Miracoli è un testo (un libro in quattro parti, il Testo, il libro degli Esercizi, il Manuale per gli Insegnanti, l'Estensione dei Principi) che descrive un percorso spirituale, un programma di studi, da fare da soli (autodidatti) che ha lo scopo di far raggiungere e mantenere lo stato di Pace. Se ti incuriosisse ancora puoi informarti ai due link nella risposta #2.

Saluti

La tua è una posizione molto interessante, ma non coincide con la mia.
È il concetto di "vedere" che è cambiato nel tempo.
Credo che pochi credano ormai ad un vedere immediato (evidenza).
La maggior parte delle cose a cui la scienza da' credito e che fanno parte del nostro patrimonio di conoscenze sono "invisibili ".
Una conoscenza immediata oggi quindi appare come una conoscenza mediata da fattori inconsci.
Io vedo , ma non so' esattamente come , anche se in parte conosco i meccanismi della visione.
Noi "vediamo" i campi magnetici,perfettamente consci dei mediatori che portano a questa visione.
Il denominatore comune è che ci sono delle cose che tutti condividiamo sia quando usiamo coscienza che no.
Possiamo quindi pensare che i meccanismi inconsci non siano del tutto diversi da quelli consci, anche se non li conosciamo.
Ciò dimostra anche che la coscienza non sia qualcosa di indispensabile per giungere a conoscenze condivise , ma è solo uno dei mezzi utili allo scopo.
La coscienza non sembra quindi un fine , ma un mezzo relativo.
A noi tutti la coscienza sembra un bene prezioso , compreso me , che non traggo quindi  queste conclusioni con entusiasmo, ma non posso fare a meno di trarle.
In genere la sempre maggiore comprensione dei meccanismi che sottostanno agli stati ordinari di coscienza fanno si che quelli non ordinari appaiono sempre meno straordinari , ciò che comprensibilmente può deluderci , se su di essi avevamo riposto le nostre speranze in una conoscenza di tipo superiore .
Il problema credo risieda che noi sopravalutiamo sia la conoscenza che la coscienza , che sono solo utili strumenti.
Se alla conoscenza è legata la dualità allora io la dualità me la terrei stretta , perché il superamento della dualità non porta ad una conoscenza superiore , ma alla fine della conoscenza.
Credo che sia possibile immaginare là spiritualità come cosa immediata , o , il che è lo stesso, mediata da imconoscibili enti superiori , solo perché abbiamo esempi di conoscenze (classicamente la vista ) di cui non conosciamo i mediatori , come se non c'è ne fossero , o , il che è lo stesso , come se ci fossero  , ma inconoscibili.
La forza di gravitazione universale non è visibile , ma tutti ci hanno creduto, finché Einstein non si è inventato uno spazio tempo parimenti invisibile , a cui tutti ora credono.
Il fatto che della realtà si possano fare diversi racconti che non coincidano , perché almeno gli attori invisibili cambiano ,ma tutti bravi attori perché tutti credibili , ci fa' capire che ciò che vediamo , non importa se etichettato come visibile o come invisibile , è il frutto di "utili credenze".
Ciò che sfugge ai più, e su cui credo io e te possiamo convergere , è il fatto che puoi portare tutte le dimostrazioni e tutti gli argomenti che vuoi a sostegno di un racconto o di un altro , ma tutto ciò non serve se poi alla base non c'è una fondamentale "capacità di credere".
Ciò che da un punto di vista scientifico ortodosso potrebbe essere considerato come una debolezza umana , la capacità di credere , è invece il fondamento della scienza , che perciò si connota essa stessa come cosa umanissima.
Scienza e conoscenza sono e restano ciò che sono , nonostante attraverso la scienza si voglia nobilitare la conoscenza è attraverso la coscienza l'uomo.
Tutti antropocentrismi che la storia ci insegna prima o poi vanno a finire nel cestino.

La storia della conoscenza è la storia del superamento dell'uomo , che però rimane sempre quell'amabile credulone uomo , che gioca all'eterno gioco del "facciamo che io ero" .

#5260
Maria
Non si può verificare. E a me personalmente non interessa nemmeno farlo. Comunque, io credo, ma per il momento questa è solo un'ipotesi confermata da poche persone, che solo quando si ha accesso in contemporanea allo stesso livello di coscienza si possa essere consapevoli della stesa "realtà".
Iano
Su questo concordo, e anche se i casi più interessanti sono quelli in cui tutti accedono alla stessa realtà non farei della verità una questione di democrazia.
Diciamo che quando si sono fatte le stesse esperienze non occorrono molte parole per intendersi, ma non ci sono invece parole , ne' poche ne' tante ,che bastino  per condividere l'esperienza con chi non l'ha fatta.
In fondo la scienza, dispensatrice presunta di verità, si basa anche  su cose che tutti condividono e sanno cosa siano mediante ordinaria coscienza , ma nessuno sa' dire cosa siano.
Quindi  il discrimine fra ordinaria e non ordinaria coscienza è un banale rapporto fra pochi e molti che però non discrimina sostanzialmente l'oggetto della coscenza.


#5261
Citazione di: Carlo Pierini il 30 Maggio 2019, 22:58:18 PM
Citazione di: viator il 30 Maggio 2019, 21:20:14 PM
Salve Carlo : Citandoti : ".........vinceremmo la fame e la povertà (...altro che Di Maio!), fermeremmo lo scempio della distruzione delle foreste e l'inquinamento.......".

Scusa, ma se vinciamo fame e povertà assisteremo all'esplosione demografica, inoltre gli ex-poveri acquisiranno il potere (il diritto già ce l'avrebbero) di adottare costumi iperinquinanti tra cui quello di fare scempio delle foreste e di portare a scuola i figli (250 metri di distanza) a bordo di SUV da (minimo) 130 CV..


Forse perchè ("ecologico" significa conforme ai principi della natura), e conforme ai principi della natura significa "contrastante con gli egoismi e la stupidità umana". Saluti.
CARLO
Dici che è meglio non cambiar nulla e continuare nel cammino di devastazione del nostro Pianeta?
Bisognerebbe cambiare il nostro attuale atteggiamento nei riguardi della natura di cui siamo parte e che si può sintetizzare con terminologia alla moda con un "prima noi".
Una volta cambiato atteggiamento con la stessa tecnologia con cui distruggiamo possiamo ricostruire.
Con la tecnologia giusta non necessariamente poi occorre grande dispendio di energia.
Il grafene ad esempio sembra prestarsi alla desalinizzazione con poca spesa , e questa si che e' una bella profezia per un mondo sempre più assetato.
Il concetto di ecologia mi pare per fortuna  stia mutando sotto i nostri occhi ,prendendo il verso giusto, perché se fino a ieri sembrava escludere l'invadente uomo, oggi si tende a considerare un paesaggio "modificato" dall'uomo come naturale.
Questo significa che stiamo prendendo coscienza di essere parte della natura , senza  esserne la gran parte ne' la meno parte.
Forse è arrivato il momento che la smettiamo di sopravalutarci o  in alternativa disprezzarci.
Un atteggiamento schizofrenico che è arrivato il momento di archiviare come storia passata.
#5262
Citazione di: Ipazia il 30 Maggio 2019, 22:47:07 PM
Per ora ad attingere alla immensa riserva di energia della materia ci hanno provato due tecnologie: la bomba atomica e la centrale nucleare. Ma non è stato un grande affare perchè hanno impestato il pianeta di radiazioni altamente nocive per la materia di cui è fatto il corpo umano. Forse è meglio, anche se acceca, guardare il sole.
Ma , questo principio esoterico mistico profetico di salvezza evocato da Carlo assomiglia più terra terra alla fusione nucleare.O no?
#5263
@odradek
Sbaglio o hai il dente avvelenato col mondo accademico?
Se si ti capisco.In effetti non siamo a Princeton , ma in Italia , dove avrà studiato pure Carlo , non so' cosa.
E adesso scusa se ti lascio. Ma ho da fare gli esercizi assegnatemi dal maestro.😅
#5264
Citazione di: viator il 30 Maggio 2019, 21:05:57 PM
Salve Maria. Scusa se ti sembrerò piuttosto cinico. Ma è possibile che ci sia gente che tiene in piedi corsi in miracoli e non ci sia un solo "pistola" che apra un corso in disgrazie ? Quali meccanismi sfrutta chi alimenta certe speranze ?.
Come mai la gente frequenta e magari paga chi legge nel futuro prevedendo miracoli e soddisfazione, mentre scappa a gambe levate (imprecando e dandogli del "menagramo") da chi legga nel futuro diagrazie e dolori ? Eppure soddisfazioni più o meno "miracolose" e disgrazie sempre rigorosamente immeritate costellano con la medesima frequenza le vite di ciascuno.
Non ti sfiora il sospetto che noi si sia portati a credere solo ciò che ci piace e speriamo possa giovarci ? Saluti.
Condivido le tue considerazioni , ma allo stesso tempo penso che semplifichiamo troppo la questione.
Prendiamo ad esempio Newton , inteso come sinonimo di scienza è in effetti il perfetto anello di congiunzione fra alchimia e scienza.
Ma siamo sicuri che la scienza di oggi sia immune da questa commistione ?
Forse le cose non stanno proprio così.
Mi piace citare anche l'esempio dell'acerrimo nemico di Newton , Leibnitz.
Avendo dei dubbi sulla validità di quanto scrivevano maghi , esoteristi e alchimisti decise di approfondire lo studio delle loro materie.
Alla fine divenne egli stesso padrone di queste materie da scrivere un testo in proposito.
Quindi mando' il testo a una associazione di alchimisti maghi esoteristi, che furono così entusiasti del testo da proporgli l'ammissione alla loro associazione con stipendio fisso.
Questa fu la prova definitiva per Leibnitz che si trattattava solo di fuffa perché di fufffa trattava deliberatamente il suo libro.
Quindi ringraziò rifiutando.
Il fatto è che i geni della scienza non possono dirsi tutti di nuovo conio.
Forse si può fare scienza senza capire cosa è, ma se si vuole capire cosa è bisogna conoscerne la storia ed è una storia lunga nn esente di strascichi e polvere sotto i tappeti .
Scrivo ciò mentre sto leggendo un libro che consiglio vivamente a tal proposito.
Philips Ball.
l'invisibile.
Il fascino pericoloso di quel che non si vede.
Mi piace trarre esempio dal non dogmatismo di Leibnitz.
In fondo la scienza è fatta anche da intuizioni della cui origine poco sappiamo , se non che sono il frutto di una cultura umana complessa e variegata .
#5265
@Maria.
In effetti non so' se siamo d'accordo .Forse mi hai frainteso.
Anche se gli stati non ordinari di coscienza sono legati storicamente alla spiritualità, non ho motivo di credere che ci sia alcun legame fra le due cose.
Anche se non ho esperienze nel campo della spiritualità, mi piace pensare che là spiritualità sia qualcosa di più dell'approdo di un viaggio che parte dagli stati della coscienza alterati o meno. ( In generale poi penso che l'uomo sopravvaluti l'importanza della coscienza per vizio antropocentrico ).
Sicuramente provocare questi stati non ordinari con le cautele del caso
ci aiutera' a conoscerci meglio , e credo lo si stia gia' facendo con mezzi scientifici ,quindi perché no?
Mi pare infatti di aver sentito su TG Leonardo della RAI che si riesca a innescare praticamente tutti questi stati non ordinari anche attraverso campi magnetici , ciò che rendera' immagino più facile l'applicazione del metodo scientifico e quindi l'indagine  delle cause che li innescano.
Se andiamo a vedere cosa è capace di fare di incredibile il cervello nel campo della percezione sensitiva ,laddove non c'è certamente alcun legame con là spiritualità, allora dubito che ci sia ancora qualcosa che possa sorprendermi fino a farmi gridare al miracolo , cosa che comunque per cultura mi riesce difficile.
Ripeto , non so' se mai avrò esperienze spirituali , che non rifiuterei comunque , anzi, ma sarei molto deluso se là spiritualità fosse legata solo agli ordinari o straordinari, seppur mirabili ,giochi di prestigio che il nostro cervello fa' coadiuvato dai nostri sensi , l'esplorazione delle cui potenzialità è solo all'inizio.
Ben venga quindi qualunque nuovo promettente strumento di indagine che aumenti la conoscenza di noi stessi.
Giungere a uno stato di pace non è neanche cosa che mi interessi in se' , a meno che non abbia scopi curativi.
Posto che gli stati di pace , quando giungono in condizioni naturali e non straordinarie , me li godo anch'io con piacere.
Diciamo che mi piace lasciarmi sorprendere dalla vita, forse per equilibrare  la mia cultura sbilanciata sul razionale.