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Messaggi - Ipazia

#5266
Non può essere certo accusata di feticismo del dato una filosofia che rifiuta le postulazione dell'assoluto e non ha bisogno nemmeno dei maestri con la matita rossa e blu. Una visione del mondo relativista conosce bene la relatività del dato e le interferenze della mediazione tra osservatore e osservato.

I puntini sulle i, e la ricerca di fondamenti più solidi, sono derivati dalla contingenza di chi confonde un assassino con una aggregazione di quark, generando quella famosa notte in cui tutte le vacche sono nere.

Anche i mandriani notturni di vacche nere alla fine necessitano di punti di gravità (semi)permanenti e li vanno a cercare nella cultura antropocentrica al netto di tutte le raffinatezze filosofiche pre e post qualcosa.

Lo spazio dei dati di fatto non ha bisogno di maestrini scettici che segnano il passo sul post(o) rimasticando se stessi e la loro assolutistica scepsi, ma di critica epistemologica che cessa laddove il dato impone euristicamente se stesso e può riprendere ad operare solo dopo che un altro dato ha falsificato il primo. La realtà epistemica opera così a prescindere da tutti i metadiscorsi che ci si possano fare sopra. I quali pure dipendono dal dato, pur nel travestimento di principi, paradigmi, metodi, ecc. che si guadagnano la pagnotta solo nella loro quotidiana dimostrazione di funzionare, fosse pure per tirare la carretta sgangherata di una superstizione fuori corso.

Tornando al significato del fare filosofia, rimando alla considerazione finale del pensatore che, all'inizio della sua riflessione, ha chiamato mondo lo spazio dei dati fatto:

Citazione6.52 Noi sentiamo che anche qualora tutte le possibili domande scientifiche avessero avuto risposta, i problemi della vita non sarebbero stati ancora neppure toccati. Certo, allora non resta più domanda alcuna, e questa appunto è la risposta.

Se non resta più alcuna domanda, in cosa consiste la risposta ?
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#5267
Citazione di: Aumkaara il 08 Ottobre 2020, 20:01:52 PM
A te pare poco? È anche troppo. L'ideale sarebbe non aver bisogno neanche della filosofia, che è un metodo lungo, complesso e rischioso, molto più di quello scientifico, per non parlare di quello fideista. Ma prima di rinunciarvi, va considerato che ci muoviamo in quello che ci viene spontaneo interpretare come un mare di dati senza fine, portandoci dietro anche l'innata tendenza a dogmatizzarli, anche solo inconsciamente.

Sì, é poco. E prima di rinunciarvi dobbiamo tenere conto che non ci muoviamo solo in un mare di dati, ma pure di domande senza fine, alle quali se non risponde la filosofia rispondono le bandiere nere dell'ISIS. Com'è avvenuto per millenni dalla condanna a morte di Socrate, Ipazia, Bruno,... in poi.
#5268
Mi pare poco. Niente sintesi, Bildung, etica ?
Tizio uccide Caio al di là di ogni dubbio fattuale e la filosofia se ne sta muta perchè non ha nulla da dire ? Riduzione della filosofia alla pars destruens critica (peraltro cosa indubbiamente meritevole) ?
#5269
Ripeto la domanda:

Su cos'altro che sui dati (episteme) di fatto (ta onta) può essere fondata una conoscenza non teologica, non fideistica, epistemologicamente fondata ?

La filosofia è conoscenza ? Se sì, che tipo di conoscenza è ?
#5270
Tu puoi appiccicare le etichette che vuoi, ma su cos'altro che sui fatti può essere fondata una conoscenza non teologica ?

Evita il giochetto spiritista della realtà apparente, perchè qui stiamo parlando di fatti che sono stati analizzati e accreditati, per giunta fino a falsificazione e non aprioristicamente, allo stadio epistemico storicamente dato. Ed hanno funzionato persino, con complicati calcoli, anche su presupposti teoretici che poi si sono rivelati sbagliati, come insegna la storia della teoria geocentrica.
#5271
I fatti bruti sono in ogni caso la base fondativa del nostro sapere. Vanno "abbelliti" attraverso l'analisi che li liberi dagli aspetti ingannevoli, i quali sono comunque dati di fatto nella loro virtualità. L'approfondimento della conoscenza e lo scarto dei "falsi positivi" genera una datità epistemica variabile che dovrebbe mettere in guardia chiunque si avventuri nella postulazione dell'Assoluto.
#5272
I "fatti bruti" sono lo spazio dei dati di fatto (Tatsachenraum *) che costituiscono il mondo a partire dai quali soltanto si può produrre un sapere, di qualsivoglia genere, fondato e dicibile.

*(1.13 I fatti nello spazio logico sono il mondo. Tractatus log.phil. L.Wittg.)
#5273
All'interno della sua sistematicità il mistero è stato sondato alla grande, senza postulare verità assolute che si lasciano alla patametafisica. I miei presupposti filosofici sono sufficientemente consistenti da cogliere le aporie scientifiche e filosofiche della non dualità a gradi diversi di definizione di ammassi indifferenziati di quark.
#5274
Il motivo ontologico della regolarità di certi processi è: perchè è così. Il motivo epistemico di tale regolarità è che un ente razionale le ha scoperte e misurate. Ipazia enuncia proposizioni filosofiche perchè si occupa anche di filosofia e coi ta onta (plurali anche in greco) ci vive quotidianamente. Non risponde a domande sulla struttura delle particelle subatomiche perchè è una questione specialistica di cui ha solo una idea generale, ma non molto lontana dal vero ed infatti ho accennato ad una risposta anche in quel caso. Per maggiori ragguagli chiedi ad un fisico.

L'ignoranza è epistemica, non la singolarità (fisica) che è ontologica mentre la singolarità dell'universo ha entrambi i caratteri. E' postulata e insieme definisce un ente particolare nella sua unitarietà. Tutte le esperienze scientifiche sono in progress, con gradi diversi di maturità e certezza. Un enunciato scientifico non postula l'Assoluto e se postula l'Assoluto non è scientifico. E, a mio vedere, neppure filo-sophico, col senno di ora.
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#5275
Citazione di: Aumkaara il 08 Ottobre 2020, 14:59:55 PM
Citazione di: Ipaziadue limiti a questa caricatura. Il primo è la nostra limitata conoscenza dei processi deterministici che obbliga ad un costante perfezionamento delle conoscenze e il secondo è che aumentando i gradi di libertà degli enti nel passaggio dal fisico-chimico al biologico al biologico autocosciente aumenta anche il grado di indeterminazione del sistema e la sua resistenza a calcoli e previsioni.
Quindi è la nostra ignoranza a portarci alla conclusione che c'è un passaggio da un ambito-sezione con certe regole ad un altro ambito-sezione con regole diverse?

No, è la nostra conoscenza della specificità dei processi. L'angolo buio riguarda semmai il momento del passaggio, ad esempio tra la materia inanimata e quella animata, ma la differenza "sistematica", una volta avvenuto il salto, è chiara&distinta.

Citazione
CitazioneQui il discorso è abbastanza confuso. I "mattoni ultimi senza struttura" restano mattoni in assenza di una struttura. Un ente si costituisce con le materie prime (i mattoni) + la struttura + i processi funzionali che permettono l'esistenza e sopravvivenza dell'ente.
A me risulta che i mattoni abbiano una struttura: parallelepipeda, più o meno solida, ecc. Quelli della materia, quelli più fondamentali, hanno struttura?

Chiedilo ai fisici. Io sono chimica. Gli atomi hanno una struttura formata dal nucleo (protoni, neutroni) e dagli elettroni negli orbitali di valenza. Le particelle subatomiche non sembrano strutturate, anche se l'entanglement evidenzia una correlazione tra particelle subatomiche fino alla magnitudo fotonica, la cui episteme è in progress.
#5276
Citazione di: Aumkaara il 08 Ottobre 2020, 11:57:55 AM
Citazione di: IpaziaLe condizioni di stato del sistema. Ovvero i parametri fisico-chimico-biologico-psichici
Spiegata così, è la risposta di un informatico. Invece che col nome di "programmi" o "softwares", i parametri vengono chiamati "fisica", "biologia", ecc., ma messa così si interrompe la ricerca ponendo delle influenze "a priori" che ordinano il modo in cui sono fatti gli enti. Il che non solo rende superfluo che gli enti siano essenzialmente plurali o meno, ma pone l'intervento di principi ordinatori: un software, quindi un programmatore. È una parafrasi del concetto di divinità. Non va bene.

Certo che non va bene perchè è una caricatura del mio pensiero, spinto lungo un piano inclinato arbitrario a partire da una risposta improntata alla sintesi. Vi sono due limiti a questa caricatura. Il primo è la nostra limitata conoscenza dei processi deterministici che obbliga ad un costante perfezionamento delle conoscenze e il secondo è che aumentando i gradi di libertà degli enti nel passaggio dal fisico-chimico al biologico al biologico autocosciente aumenta anche il grado di indeterminazione del sistema e la sua resistenza a calcoli e previsioni.

CitazioneForse potremmo togliere l'impressione che l'argomento sia andato ad ipotizzare "programmi pre-impostati", spiegando più approfonditamente (un po' come avevi fatto nel messaggio precedente, ma senza introdurre il concetto di ambiti, o di "sezioni" di esistenza), ipotizzando cioè che questi fattori dipendano comunque dalla forma degli enti, e non viceversa: le interazioni trasformano gli enti in un certo modo, che è quella forma che da quel momento in poi gli farà avere interazioni di tipo nuovo (a cui noi diamo nomi diversi: interazione fisica, biologica, ecc.).
Avremmo risolto la prima domanda (come fanno le interazioni ad essere regolari: grazie alla struttura specifica degli enti interagenti), e avremmo risolto anche la seconda domanda emersa: come è la struttura degli enti interagenti? La struttura degli enti interagenti è complessa, quindi modificabile. C'è però così un problema di fatto bruto anche in questo caso: cosa fornisce una struttura complessa agli enti? Sono "così e basta"? Non potrebbero essere ulteriormente dei costrutti di "mattoni ultimi senza struttura"? (Molteplici, ovviamente, visto che siamo partiti dalle tue premesse.)

Qui il discorso è abbastanza confuso. I "mattoni ultimi senza struttura" restano mattoni in assenza di una struttura. Un ente si costituisce con le materie prime (i mattoni) + la struttura + i processi funzionali che permettono l'esistenza e sopravvivenza dell'ente.
#5277
Citazione di: Aumkaara il 08 Ottobre 2020, 10:21:52 AM
... ci sono enti con caratteristiche diverse. Perché? Cosa li rende diversi? (Non importa in che modo specifico sono diversi, le modalità interessano ai metodi scientifici.)

Le condizioni di stato del sistema. Ovvero i parametri fisico-chimico-biologico-psichici che rendono possibile l'esistenza del sistema. Non basta mettere in un barattolo C,H,O,N,P,... per produrre un sistema biologico, così come non bastano tutti i quark di Ginevra per produrre un assassino.
#5278
Per rispondere a queste domande bisogna fare un viaggio ermenautico a ritroso nella storia evolutiva dell'universo utilizzando la nave migliore di cui disponiamo: la (cono)scienza.

La nube originaria di particelle subatomiche si è consolidata in strutture inedite, "singolari" in senso fisico, governate da forze e tenute insieme da legami che hanno caratteristiche diverse da quelle che riscontriamo nei quark. La prima singolarità evolutiva capace di (s)fondare il muro della realtà è l'atomo che diviene perno di un sistema plurale basato su 92 elementi che si sposano e bisticciano tra loro rimanendo sempre "all'interno del sistema" molecolare che diventa pertanto il luogo di una specifica episteme: la chimica.

Il secondo grande salto che facit Natura, (s)fondando nuovamente il muro della realtà, è l'aggregazione di atomi e molecole in macromolecole particolari, denominate proteine, la cui ulteriore aggregazione secondo modalità ignote a quark e atomi genera la cellula che si aggrega in organismi biologici dotati di una singolarità a sua volta inedita: la vita. Pure tale salto richieda una, o meglio più, epistemi specifiche perchè...

... il terzo grande salto è la presa di autocoscienza degli organismi biologici, la psiche che genererà il quarto, denominato recentemente antropocene, in cui una specifica forma di vita influenza in maniera significativa l'evoluzione del microuniverso laddove riesce ad interagire coi suoi arte-fatti.

Questi salti "quantistici" dell'evoluzione naturale, che una metafisica un po' demodè definì: "conversione della quantità in qualità", non sono convenzioni epistemiche sorrette da metafisiche numerologiche ma eventi reali che hanno inciso profondamente i ta onta generando isole di significato ontologico con proprie peculiari forze e materie agenti, cui razionalmente si accoppiano epistemi specifiche che vanno dalla fisica alla chimica, biologia e psico-logia che possiamo sussumere al complesso delle scienze umane tra le quali spicca anche la filosofia che nell'evoluzione epistemica generale ha dovuto evolversi, con alterne fortune, pure lei.

Come noi tutti, inclusi i vedici, non andiamo da un fisico delle particelle per curarci i denti, altrettanto non possiamo pretendere che una episteme monistica dia ragione di questa complessità plurale del reale il cui sezionamento ha un carattere incontrovertibilmente ontologico.
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#5279
Per correttezza di citazione:

Citazione di: Ipazia il 04 Ottobre 2020, 16:49:54 PM
Citazione di: Aumkaaral'ignoranza sarebbe lo sfondo da cui emerge tutto, ma lo sfondo sarebbe anche la pluralità.

L'ignoranza è lo sfondo epistemico, la pluralità è lo sfondo ontologico, già diviso di suo senza alcuna postulazione o feticismo.

Citazione di: Aumkaara il 08 Ottobre 2020, 00:06:52 AM
Citazione di: Ipazia
La realtà oggettiva è, esemplificando, singolare (universo), duale (dimorfismo sessuale), plurale (7 miliardi di umani). A ciascuna di queste sezioni del reale corrispondono sistemi con le loro ciclicità (e  retroazioni che si diffondono nell'universo) sufficientemente coerenti, con al loro interno processi causali con le caratteristiche elencate da phil, per poterli definire e studiare in quanto sistemi isolati. Sistemi fisici, biologici, sociali,... Questo è quanto.
Quindi, se seguiamo questa suddivisione, la sezione 1, quella ad esempio "dell'universo", di per sé è intrinsecamente singolare, continua, ontologicamente "uno", e non ha pluralità intrinseca, al massimo epistemica, perché questa appartiene ontologicamente solo alla sezione 3, quella dei sette miliardi di persone, o dei fantastilioni di fotoni, ecc., che è intrinsecamente plurale, discreta, ontologicamente "molti", e che non ha unità intrinseca, ma solo epistemica.
Cosa permette alla sezione 1 di avere una "retroazione" regolare con gli eventi della sezione 3, e cosa permette che ci siano "retroazioni" regolari tra gli elementi intrinsecamente plurali della sezione 3? (Senza parlare di forze: questa parola, che viene da epoche meno illuminate, si è rivelata essere il nome dato ad ulteriori enti interagenti: ad esempio la "forza" elettromagnetica altro non è che un'interazione tra i sopracitati fotoni con altri enti discreti, entrambi appartenenti a questa ipotetica "sezione 3".)

L'universo è singolare perchè è il sistema che contiene tutti gli altri sottosistemi. Poichè le forze e particelle elementari in gioco interessano tutti i sistemi vi è tra essi correlazione e retroazione. Ma se un tizio ne uccide altri due perchè sono troppo felici, andare a cercare nei quark (e nelle loro interazioni) di cui essi sono composti la catena causale di tale fatto dovrebbe apparire ridicolo anche al cultore più integralista della realtà non duale. O no ?
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#5280
La realtà oggettiva è, esemplificando, singolare (universo), duale (dimorfismo sessuale), plurale (7 miliardi di umani). A ciascuna di queste sezioni del reale corrispondono sistemi con le loro ciclicità (e  retroazioni che si diffondono nell'universo) sufficientemente coerenti, con al loro interno processi causali con le caratteristiche elencate da phil, per poterli definire e studiare in quanto sistemi isolati. Sistemi fisici, biologici, sociali,... Questo è quanto.