Concordo con entrambe le puntualizzazioni dell'ultimo post di viator. C'è una sinistra contiguità tra questo delitto e la sessuofobia. In entrambi i casi è la felicità, inclusa quella subdolamente subliminale offerta da mamma natura, la vittima.
E trovo pure umiliante delegare il male (e il bene) ad entità sovrannaturali, sgravando il reietto, trattato come un minus habens, dalle sue colpe. Non riconoscendo, al contrario, al santo i suoi meriti. Il tutto va scalato nell'immanenza della condizione umana, con le sue medie, mediane e mediocrità. Ma pure coi suoi eccessi di benignità e malvagità il cui DNA non può essere ricercato che nel nostro ethos evolutivo con il quale quotidianamente, come in questo caso, ci troviamo a fare i conti.
E trovo pure umiliante delegare il male (e il bene) ad entità sovrannaturali, sgravando il reietto, trattato come un minus habens, dalle sue colpe. Non riconoscendo, al contrario, al santo i suoi meriti. Il tutto va scalato nell'immanenza della condizione umana, con le sue medie, mediane e mediocrità. Ma pure coi suoi eccessi di benignità e malvagità il cui DNA non può essere ricercato che nel nostro ethos evolutivo con il quale quotidianamente, come in questo caso, ci troviamo a fare i conti.

) per sottrarsi alle contraddizioni connesse all'entificazione (reificazione) del concetto di assoluto.