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Messaggi - anthonyi

#5356
Tematiche Spirituali / Re:coscienza: cos'è ?
30 Dicembre 2018, 10:33:40 AM
Ciao enrico 200, ti ringrazio di aver aperto il 3D(Io sono emotivamente restio a queste iniziative, questione di carattere), tu identifichi la coscienza con la vita(poi ci sarebbe da discutere cos'è la vita) ed è una tesi legittima. Partendo del Cogito ergo sum di Cartesio noi abbiamo una sola certezza, quella della nostra personale coscienza, neanche su quella del nostro amico più caro possiamo mettere la mano sul fuoco, perché la coscienza è un fatto interiore.
Di contrappunto la tendenza umana è sempre stata quella di dare una coscienza a tutte le cose, particolarmente a quelle grandi e potenti, e questo carattere può spiegare la nascita di tante divinità antiche (Il Dio del mare, La Dea madre terra, etc. ). L'uomo ha attribuito una coscienza anche ai concetti prodotti dalla sua mente, e li ha divinizzati (Dio della guerra, Dea della bellezza, etc.).
Ti saluto e ti faccio gli auguri di buona fine e buon principio.
#5357
Citazione di: everlost il 30 Dicembre 2018, 00:49:20 AM
dato che l'amore è tutto tranne che razionalità

Ciao everlost, permettimi di correggere questo errore concettuale che è frutto di radicati luoghi comuni. La razionalità è uno strumento mentre l'amore è un fine, esse chiaramente non coincidono, ma non sono neanche in contraddizione, anzi chi agisce con amore deve usare razionalità per essere efficace. Ti faccio l'esempio più usato, quello dell'educazione, il genitore educa il figlio perché è razionalmente cosciente che quello è il bene per lui, e lo fa a volte scontrandosi con il figlio che irrazionalmente non comprende l'importanza dell'educazione.
Un saluto
#5358
Citazione di: Ipazia il 29 Dicembre 2018, 17:48:58 PM
Citazione di: Freedom il 29 Dicembre 2018, 14:47:27 PM
Citazione di: Freedom il 29 Dicembre 2018, 12:23:12 PMSe dunque un ateo o un agnostico elevano l'amore a principio e valore cardine dell'esistenza cosa è per loro l'amore e, soprattutto, da dove viene?
Avete detto cose interessanti ma, prima che il thread viri verso lidi sconosciuti e non voluti ribadisco il quesito che ho posto e che mi interessa.

Viene dalla natura: dalla pulsione sessuale e, soprattutto, dalla procreazione, dal rapporto madre-cucciolo reso "sacro" dal sacri-ficio doloroso del parto. Seguono le cure parentali e la solidarietà cooperativa (amicizia) su cui si regge il successo evolutivo della nostra specie. Senza scomodare i numi, di amore ce n'è che basta e avanza anche per gli atei.

Ciao Ipazia, quello che tu descrivi è un amore biologico, sulla cui esistenza direi siamo tutti d'accordo, il problema si pone nel momento in cui l'amore diventa universale e si allarga anche nei confronti del nemico, cioè di colui che minaccia la sopravvivenza tua e dei tuoi.
C'era chi faceva notare che a volte, per difendere l'amore, bisogna usare la violenza, cioè bisogna rinunciare ad un pezzo di amore, per cui l'amore non può realizzare concretamente (almeno su questa terra) il suo ideale, ciononostante lo sostiene.
Un saluto
#5359
Ciao Freedom, ciao  socrate, entrambe trattate l'amore in una chiave spirituale, d'altronde questa è la sezione spirituale. Ma siamo proprio sicuri che questa domanda non possa essere propriamente trattata in chiave filosofica o addirittura scientifica. Gli esseri viventi sperimentano l'amore in termini di una pulsione verso l'altro, e l'origine di questa pulsione ha anche argomentazioni biologiche consistenti.
Se ci si riferisce all'amore in senso Cristiano allora d'accordo, è un amore spirituale, ma anche in tal caso possiamo vedere aspetti storico-culturali. A me risulta che nell'antico ebraico il concetto di amore non c'era, è Paolo ad introdurlo prendendolo dal pensiero filosofico greco.
Un saluto.
#5360
Tematiche Spirituali / Re:Ciò che Dio vuole da noi
29 Dicembre 2018, 08:45:54 AM
Ciao enrico 200, riflettendo sui tuoi post mi viene una domanda, ma se tutti gli esseri viventi ritorneranno al padre senza corpo fisico ma con una coscienza (Che sarà poi quella che definisce l'essere), allora tutti gli esseri viventi sono dotati di coscienza, anche i fili d'erba?
Non sarebbe più sensato affermare che solo gli esseri viventi dotati di coscienza torneranno al padre, e vi torneranno proprio in funzione delle caratteristiche di quella coscienza. Nel libro dei morti degli Antichi Egizi, l'anima (o spirito, o coscienza) veniva pesata e, in funzione di questo peso andava da una parte o dall'altra. In altri termini la coscienza è un elemento essenziale di definizione della spiritualità, per cui è importante capire chi ce l'ha e chi no, nella storia della cultura umana si è data una coscienza anche agli oggetti fisici, ma per me è un'esagerazione anche affermare che tutti gli esseri viventi, anche i virus?, hanno una coscienza.
Un saluto e un augurio di buona fine e buon principio d'anno.
#5361
Citazione di: sgiombo il 25 Dicembre 2018, 18:42:33 PM




Da allora la storia umana é iniziata come "ramo peculiare" della storia naturale ed é proseguita sostanzialmente come storia di lotte di classe.

Ciao sgiombo, capisco le tue pulsioni ideologiche ma non ti sembra di esagerare? Le società si strutturano in classi, ma ordinariamente le classi hanno funzioni specifiche che svolgono in equilibrio con le altre classi. A volte è vero che l'equilibrio si rompe, ma anche in questo caso certi rapporti funzionali vengono mantenuti. In particolare ogni società ha bisogno di classi dirigenti, per cui anche se il popolo vuol fare la rivoluzione, la farà guidato da coloro che poi diventeranno classe dirigente, e se non saranno in grado di esserlo allora povero quel popolo.
La gran parte dei conflitti che nascono nelle società non sono inquadrabili in una lotta di classe, ma sono legati a quello che accade all'interno delle stesse classi dirigenti, o al tentativo di chi tenta di diventare classe dirigente, e magari per diventarlo si inventa la lotta di classe.
#5362
Tematiche Spirituali / Re:La solitudine di Dio
25 Dicembre 2018, 18:43:34 PM
Citazione di: viator il 25 Dicembre 2018, 14:27:56 PM


Alla luce della ragione invece trovo il quesito suggestivo. Perchè mai Dio, che certamente già "si bastava", avrà mai voluto la crazione di altro da sè ?.



Ciao viator, la domanda, espressa nel giorno in cui Dio viene al mondo (A proposito spero tu abbia passato un BUON NATALE) è singolare. Secondo me però rivela il tipico antropocentrismo che ha caratterizzato la storia dell'Umanità, te lo ricordi, credevamo di essere al centro dell'universo, dopodiché credevamo di essere una specie vivente superiore alle altre, adesso tu pensi che Dio abbia bisogno di noi per fargli compagnia, chissà quante cose e quanti esseri troveremo in quel mondo quando ci andremo, non credo che la compagnia dell'uomo sarà rilevante.
Comunque Dio non può bastare a se stesso, Dio è amore, e l'amore ha bisogno di un altro da amare.
Un saluto.
#5363
Citazione di: Socrate78 il 24 Dicembre 2018, 22:25:11 PM
La natura ha dato di per sé tutto a tutti, non ha messo steccati per dividere le proprietà:

Ciao Socrate78, e BUON NATALE, in questi giorni è in atto un conflitto di possesso tra i miei gatti, a causa dell'immissione di una nuova arrivata, gestito anche con l'apposizione di residui liquidi in punti strategici. La natura non ha fatto steccati ma una buona percentuale di mammiferi marca il territorio, e lo difende. Possiamo essere d'accordo che la proprietà, intesa come stato di diritto imposto superiormente dallo stato è un artificio umano, ma l'istinto di possesso del territorio sul quale vivi quello no, e spesso le due cose entrano in conflitto, considera il caso della contestazione al TAP a Melendugno, e alla TAV in Val di Susa, entrambe fondate sul principio che "Sul NOSTRO territorio si fa quello che diciamo noi".
#5364
Tematiche Spirituali / Re:Ciò che Dio vuole da noi
24 Dicembre 2018, 07:59:06 AM
Citazione di: Phil il 24 Dicembre 2018, 00:49:28 AM
@Socrate78

Consentimi una precisazione: l'insieme degli atei si basa su un criterio negativo (non credenza in qualcosa), quindi dedurne denominatori comuni affermativi, è sempre molto rischioso e spesso fuorviante.
L'ateismo non ha comandamenti; per dirla altrimenti, il non praticare sport non è comunque una forma di sport; oppure, il non ascoltare musica classica non comporta sempre e necessariamente l'ascoltare rock... si tratta solo di rispondere «no» ad una domanda, tuttavia è a cosa si risponde «si» che delinea un'identità precisa (fermo restando che non tutti i «no», sono uguali).

Infatti, non tutti gli atei sono
Citazione di: Socrate78 il 24 Dicembre 2018, 00:02:14 AMconvintissimi che non ci sia assolutamente nulla dopo questo brevissimo (rispetto alla vita della Terra un nulla....) percorso terreno.
poiché alcuni atei scommettono (anti-pascalianamente) sul «no», sebbene non siano «convintissimi» che sia la risposta esatta, essendo non ancora verificabile (né falsificabile il contrario).
Parimenti non tutti gli atei considerano ovvio
Citazione di: Socrate78 il 24 Dicembre 2018, 00:02:14 AM
che la morte [...] sia uno sprofondare in quel nulla in cui eravamo prima di nascere,
perché per alcuni è una metafora metafisica che nel loro orizzonte non ha senso (quindi non è né vera né falsa, ma piuttosto insensata): prima di nascere non eravamo e dopo la morte plausibilmente non sprofonderemo nel Nulla, al massimo sotto terra, ma non saremo più "noi".
Alcuni atei concorderanno con te sul fatto che
Citazione di: Socrate78 il 24 Dicembre 2018, 00:02:14 AM
La nostra ragione è limitata e non è in grado di sondare una realtà trascendente.
E ci sono altre differenze interne all'insieme degli atei che lo rendono difficilmente riconducibile "ad un solo fascio" (ad eccezione di quel «no» in comune, seppur con differenti sfumature).

Hai ragione Phil, il mondo dell'ateismo è complesso. In particolare io farei una distinzione prioritaria tra un ateismo sociale, e un ateismo interiore. Per ateismo sociale intendo un ateismo fondato su una riflessione sulle istituzioni che propagano l'ideologia religiosa e su una non fiducia in queste.
Per ateismo interiore si intende il risultato di un approccio comunque di ricerca spirituale che si è concluso nella negazione della spiritualità stessa.
Vi è poi una situazione di simil-ateismo sociale, cioè una situazione nella quale l'individuo che ha magari una fede interiore evita di rivelarla e si dichiara ateo per evitare di essere associato alla fede nelle istituzioni religiose.
Un saluto
#5365
Tematiche Spirituali / Re:Ciò che Dio vuole da noi
23 Dicembre 2018, 17:31:34 PM
Citazione di: Ipazia il 23 Dicembre 2018, 15:55:44 PM


Credenti si nasce,

Ciao Ipazia, è indubbiamente vero che un bambino nasce con la predisposizione a credere, perché non sa nulla e deve imparare. Ma lui crede nella madre, nelle persone positive che vede intorno a se. La fede in Dio(o l'ateismo) deve essere costruito nella sua mente e si evolverà in funzione degli input che gli vengono appunto da quelle persone, per cui non vi è una consequenzialità fede/ateismo. E' vero che tanti atei hanno ricevuto un'educazione di fede, ma questo non vuol dire che fossero credenti, semplicemente erano indottrinati, ma non è la dottrina che fa la fede, la fede la fa il rapporto emotivo con chi ha fede.
#5366
Tematiche Spirituali / Re:Ciò che Dio vuole da noi
23 Dicembre 2018, 08:10:26 AM
Un saluto, e un augurio di BUON NATALE a tutti!

L'oggetto del 3D mi ha fatto venire in mente una questione più particolare, molte religioni valorizzano l'ascetismo, la fuga dal mondo. Le stesse religioni, poi, ci danno dei manuali operativi che spesso si rivelano utili allo stare nel mondo. Per cui io pongo questa domanda, cosa vuole realmente Dio? Che ci estraniamo dal mondo per pensare solo a lui, oppure che viviamo nel mondo per realizzare in esso il suo disegno?
#5367
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Riflessioni italiane
22 Dicembre 2018, 09:02:39 AM
Viator tu hai ragione, noi Italiani siamo esterofili (Io da buon Italiano sono addirittura nato all'estero). Io comunque dissento dalla tua ipotesi che alla base dell'"essere Italiano" ci sia il Machiavelli. Per me lo spirito Italiano si sintetizza in tre parole: Bellezza, decadenza e tolleranza.
La Bellazza ci viene dalla memoria di quel tempo bellissimo nel quale noi eravamo i dominatori del mondo ed avevamo sintetizzato la bellezza stessa nel nostro mondo appunto per sottolineare questo dominio, la decadenza ci viene dalla crisi di quel tempo bellissimo, crisi che fondamentalmente dura oltre mille anni, cioè fino a quando con il Rinascimento abbiamo la percezione di poter ritrovare la bellezza perduta. La tolleranza ci viene dalla stessa decadenza che ci ha fatto subire e accettare la presenza di individui incivili dal nostro punto di vista che ci dominavano ma rispetto ai quali ci sentivamo superiori, e in fondo questo è il nostro rapporto odierno con la politica, nella nostra concezione quelli che comandano sono esseri inferiori ed incivili, ma che dobbiamo accettare e subire perché siamo tolleranti.
Un saluto e BUON NATALE!
#5368
Tematiche Spirituali / Re:critica all'etica cristiana
21 Dicembre 2018, 08:00:56 AM
Ciao sileno, dovresti domandarti da dove proviene quella che tu definisci "etica cristiana". Dalle parole del Vangelo (O meglio dalla tua interpretazione delle parole del Vangelo), oppure da qualcuna delle interpretazioni che nella storia sono state fatte della parola di Dio. Anche oggi l'"etica cristiana" è discrezionale, ci sono le tesi di Mancuso, le tesi di Ratzinger, per dire due posizioni che hanno le loro singolarità.
Poi tu poni come posizione critica quello che è in fondo un limite di tutti i sistemi etico-normativi, che si basano su categorie generali. Il principio "non uccidere" è un principio proprio anche dei sistemi etici laici, e comunque esiste un'articolazione nel pensiero cristiano e cattolico che quantomeno riguarda il problema dell'Eutanasia.
Per quello che mi riguarda, l'interpretazione dei Vangeli non è assolutamente in contraddizione con un'etica a favore dell'Eutanasia, anzi, il principio dell'amore, che possiamo considerare la grande norma alla base del Vangelo stesso, sarebbe contraddetto nel caso in cui si costringesse una persona a rimanere viva tra la sofferenze per il semplice piacere di vederla soffrire.
Naturalmente ragionamenti analoghi potrebbero essere fatti per alcuni casi di aborti terapeutici, anche se, per onestà intellettuale, tu dovresti ammettere che il problema dell'aborto come caso generale è di tutt'altra natura, potendosi applicare e venendo legalmente applicato questo nella gran maggioranza dei casi nei confronti di feti sani o comunque curabili.
Un saluto.
Un saluto
#5369
Tematiche Filosofiche / Re:L'altruismo
20 Dicembre 2018, 09:56:49 AM
Citazione di: viator il 19 Dicembre 2018, 17:44:48 PM
Salve. Mi incuriosiva conoscere se secondo voi a questo mondo, dalla comparsa dell'uomo, qualcuno ha mai compiuto un atto od una scelta interiore che non rispondessero alla sua intenzione di procurarsi una utilità, un piacere, una tutela o una soddisfazione.
In altre parole, è mai esistito un altruismo deliberato e scevro da conseguenze positive (non importa se solo sperate) per chi lo ha espresso ?
Per chi vorrà intervenire, occorrerà ricordarsi che quello che pongo dovrebbe essere un quesito logico, non un dilemma etico. Saluti.
viator, chi compie un atto lo fa sempre perché a quest'atto corrisponde una soddisfazione interiore, e questo vale anche per gli atti altruistici. Sulla questione delle "conseguenze positive" temo si tratti di una definizione troppo soggettiva e priva di una concezione sociale, gli individui esprimono preferenze anche nei confronti del mondo esterno al loro, ad esempio io credo nel comunismo e do un'offerta al partito comunista, non perché penso mi avvantaggerà, ma perché penso che renderà il mondo migliore.
Un saluto.
#5370
Ipazia, il tuo limite è dato dall'avere una visione dell'economia classica (D'altronde è in quell'ambito che nasce il pensiero marxiano). La visione classica è statica, cerca dei fondamentali immutabili nel tempo, per questo tu parli di riproduzione del lavoro sottintendendo un mondo che è immutabile nel tempo.
Parli di unità di misura del lavoro, ma il lavoro non è una cosa omogenea, cambia rispetto alle persone, e soprattutto al rapporto di fiducia che l'imprenditore e il lavoratore hanno tra loro.
Il lavoro cambia con il tempo, con le tecnologie, con lo spazio, in tanti casi è discutibile addirittura che abbia un senso misurarlo in termini di tempo.
Tu cerchi l'assoluto laddove è sempre presente il relativo, sei tanto critica nei confronti della Teologia, ma questo tuo approccio nei confronti del lavoro e dell'economia ha molto di teologico.
Un saluto.