Citazione di: Phil il 29 Agosto 2020, 11:21:13 AM
Da queste citazioni si può intuire anche l'origine del male morale, almeno secondo me: non un male ontologico o incarnato o trascendete, ma mero contenuto (senso) di un giudizio di valore che attribuisce la "qualità" «male» a fatti o attitudini di cui si parla. Sono i paradigmi etici ad originare sia il male che il bene (senza voler tornare ad interrogare fallimentarmente sul loro fondamento), con tutti i valori che ne derivano, necessari alla strutturazione di una società, ma non necessariamente da ipostatizzare fittiziamente in assoluti incontrovertibili solo per l'essere assolutamente (o a maggioranza) condivisibili.
Il fondamento fallimentare ontologicamente (ma non logicamente) è la morte, il fondamento ontologico ed etico opposto è la vita. Su questa coppia dialettica si fonda tutto l'universo antropologico, etica in primis. Fossimo immortali il nostro orizzonte etico, sul fondamento dell'immortalità esistenziale, sarebbe totalmente diverso. Più o meno come quello immaginato dai nostri antichi maestri per gli dei olimpici, indaffarati a trovare passatempi (ovvero noi mortali) per la loro forse anche noiosa immortalità.
Tale fondamento etico è presente in tutte le tavole della legge divina ed umana fin dalla notte dei tempi. E tale vale anche oggi, con la centralità tecnoscientifica del prolungamento della vita umana. Che definii (mica solo viator ha il monopolio delle definizioni): il bene assoluto incontrovertibile dell'universo antropologico. Ovviamente il corrispettivo male è la morte.
Inclusa quella dell'anima per i credenti o nell'anima per esistenzialisti, nichilisti e metafisici vari.
