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Messaggi - Alexander

#541

Un vaccino normale ha bisogno quasi di dieci anni di tempo per essere sviluppato e testato a sufficienza (nel lungo periodo) prima di essere autorizzato.Quello contro il covid-19 nemmeno un anno. E' naturale che molte persone, anche favorevoli a vaccinarsi, nutrano perplessità. La Pfizer intanto  ha preteso uno scudo legale per proteggersi da eventuali cause legate alla somministrazione del suo vaccino anti-Covid. In GB, che ha già iniziato a vaccinare in massa con pfizer, non c'è ancora l'obbligatorietà  ed è previsto un indennizzo una tantum a chi subisce un danno da vaccino , causante un'invalidità almeno del 60%, pari a 120.000 starline.
Questo è un vaccino diverso da tutti i precedenti, detto a mRNA. Non c'è alcuna certezza sull'immunità che può dare nel tempo. Alcuni parlano di sei mesi, altri di un paio d'anni al massimo.
Come accade per qualsiasi altro farmaco, c'è bisogno di tempo e soprattutto di esperti indipendenti per valutare la reale sicurezza di un vaccino e la sua efficacia nel tempo.
Ciò non significa che il vaccino avrà sicuramente effetti collaterali importanti. Probabilmente non li avrà. Però, visto il rischio che si prende nel somministrarlo, ritengo che un'eventuale obbligatorietà sia un atto piuttosto forte e , caso mai, da valutare più in là, quando si avranno maggiori certezze su efficacia e sicurezza. In questa fase iniziale, penso che vaccinare gli ultra65enni , le persone fragili e il personale sanitario sia sufficiente. Lasciare circolare il virus tra le fasce d'età non a rischio (o a rischio bassissimo) permetterebbe di raggiungere l'immunità di gregge in modo naturale (modello svedese).
#542

Credo che bisognerebbe fare dei distinguo. Che però so che non si ha intenzione di fare a livello istituzionale:
-E' opportuno vaccinarsi contro il Sars-cov2 se sei una categoria a rischio complicanze (over 55- malati cronici- immunodopressi, ecc.)?  Sicuramente.
-E' opportuno vaccinarsi se sei un bambino o un giovane sano? Direi di no, almeno se la tua paura non ti fa vivere male e, facendo il vaccino, ti senti meglio. Ossia se sei ipocondriaco.
Ad oggi l'incidenza di ricoveri per covid-19 nei giovani è un terzo di quella per influenza (mentre negli anziani è il triplo). Alcuni giovani sono morti ma erano soggetti estremamente fragili, e quindi sicuramente adatti alla vaccinazione.
Personalmente ho fatto il covid-19. Ho più di 50anni. Ho avuto la febbre per una nottata. qualche linea il giorno dopo e poi una certa stanchezza per una quindicina di giorni. Sono iperteso (prendo betabloccanti) e leggermente iperglicemico. So che è una malattia che può dare una sintomatologia estremamente varia, ma nel mio caso non è stato nulla di che (a confronto con altre malattie avute nella vita). Non penso che farò il vaccino, proprio perchè ho già anticorpi naturali al virus. Lo avrei fatto se non fossi guarito dal covid? Penso di sì, vista l'età e i fattori di rischio.
Il dramma sarebbe dover continuare a vivere , anche dopo la vaccinazione di massa, con maschere, gel e distanziamento sociale per anni. Quello sarebbe un dramma peggiore del covid, secondo me. Meglio la morte che continuare a vivere per sempre così.
#543
Perché il più profondo e disperato desiderio dell'uomo è quello di sopravvivere, come scrive la poetessa premio Nobel 2020 Louise Gluck:


Ho fatto un'arpa nel disastro
per perpetuare la bellezza del mio ultimo amore.
Eppure nella mia angoscia, così com'è,
rimane la lotta per la forma

e i miei sogni, se parlo apertamente,
hanno meno il desiderio di essere ricordati
che il desiderio di sopravvivere,
che è, io credo, il più profondo desiderio umano.

da "Nuovi poeti americani"
#544
Tematiche Filosofiche / Re:Ordine e Disordine
19 Dicembre 2020, 21:23:44 PM
Mi sembra che ti stai dimenticando anche di qualcos'altro: gioia, condivisione, fraternità, solidarietà, rispetto, dignità della persona, compassione, altruismo, speranza, perdono, ecc. Insomma, è un pò più complesso dell'immagine stereotipata che ne fai.
#545
C'è una bellissima scena in un film sull'Inferno, con il compianto Robin Williams, dove il protagonista scende nel più profondo dell'inferno per cercare la moglie, morta suicida dopo aver perso lui e anche i figli. Ed è un luogo come tu lo descrivi: freddo, grigio, inospitale, silenzioso...Penso che si sia immaginato l'inferno come un luogo fiammeggiante perché all'inizio era definito come  la Gheenna cioè la piccola valle adibita a discarica, dove si bruciavano i rifiuti di Gerusalemme. Già con Dante ne abbiamo però una descrizione letteraria e poetica più articolata . E' una luogo che ha stimolato per secoli l'immaginario. L'inferno è il luogo principe della solitudine, come dice bene bobmax, e si comincia a viverlo fin da piccoli.
#546
Tematiche Filosofiche / Re:Ordine e Disordine
19 Dicembre 2020, 20:50:04 PM
Buona sera Jacopus


E per fortuna che il noumeno non si può vedere. Pensa se si potesse vedere. La prima cosa che ne farebbe l'uomo sarebbe quella, probabilmente, di cercare di metterlo in vendita.
#547
Buongiorno Socrate 78


Penso che bisogna considerare che Dio, secondo la visione delle tre religioni del Libro, è sì misericordioso, ma anche giusto. E giustizia presuppone che non possa trattare il giusto, ai suoi "occhi", come l'ingiusto. Per fare un esempio: se un assassino venisse nella tua casa e sterminasse la tua famiglia, non penso che troveresti giusto che venga invitato allo stesso banchetto dove anche tu sei stato invitato. Riterresti la cosa profondamente ingiusta. Quindi, se nell'anima c'è questo profondo bisogno di giustizia, che viene instillato da Dio stesso, secondo i credenti, viene logico pensare che anche Dio tenga in conto la giustizia.La giustizia di Dio è però fondata sulla misericordia e sul perdono e non sulla vendetta. L'assassino pertanto ha tutte le possibilità di riavvicinarsi a Dio, rendendosi consapevole dei torti e delle ingiustizie commesse. La sua condotta ingiusta non gli ha fatto perdere la figliolanza, ma lo ha separato da Dio, che rimane , per il cristianesimo, padre del giusto come dell'ingiusto ( che fa piovere sul giusto come sull'ingiusto). Il "peccato" è la maschera grottesca che l'uomo si mette sul viso per non essere visto da Dio ( per credere di non essere visto). Sta all'uomo togliersi la maschera davanti a Dio, che potrà così "riabbracciarlo". Nessuno viene condannato perché Dio perdona "70 volte 7". Se però pervieni alla morte con ancora una o addirittura una moltitudine di maschere grottesche addosso, solo Dio potrà valutare se si possono ancora togliere, o se è svanito per sempre il tuo vero volto.
#548
Tematiche Spirituali / Re:Natività
18 Dicembre 2020, 14:01:04 PM
Per Bobmax


Adesso ho capito meglio, grazie.
Direi che sei molto vicino al pensiero dell'Advaita-Vedanta, il sistema monistico indiano.
Nel Vedanta però c'è anche una definizione di quello che è l'Uno: esistenza/verità-coscienza-beatitudine (Satchitananda). C'è "pienezza", non "Nulla". Però ho capito che qui intendi "nulla di definibile-nessuna cosa".
#549
Non so se il pargolo è morto. Io me lo sento ben vivo!
Penso che il concetto di purezza o impurità non possa essere applicato all'io, in quanto struttura complessa, che ha la sua base sulle sensazioni.
#550
Tematiche Spirituali / Re:Natività
18 Dicembre 2020, 09:46:11 AM
Nella fattispecie, una corretta analisi dovrebbe valutare il significato di esistenza e di paternità.Dopo di che, potrebbe coerentemente concludere che sì io sono figlio unigenito di Dio, proprio in quanto Dio non esiste.


Potresti spiegare cosa intendi quando affermi che sei il figlio unigenito di qualcosa che NON esiste? Mi è del tutto oscuro questo passaggio. Se intendi che l'esistenza di Dio non è paragonabile a quella di qualsiasi altra cosa che esiste ( e pertanto , in questo caso, non si potrebbe attribuirgli il carattere di esistenza comunemente inteso)non è possibile nemmeno esserne figlio.
#551
Posso dubitare anche di COME vedo l'oggetto.Una persona miope e rimasta senza occhiali dubiterà che l'ombra in lontananza sia una persona oppure qualcosa d'altro. Allo stesso modo il pensiero può dubitare della natura di  ciò che vede sfuocato (l'io). Potrebbe essere qualcosa d'altro alla fine, oppure avere caratteristiche diverse da quelle che suppone il pensiero.
#552
Tematiche Filosofiche / Re:I postulanti dell'Assoluto
11 Dicembre 2020, 15:07:55 PM
La coscienza è data immediatamente [/size]in potenza[/size], ma appena comincia a muoversi in qualche [/size]atto[/size] i contenuti che la "inquinano" o "fecondano", secondo il punto (ideologico) di vista, provengono dall'esterno fin dal primo imprinting parentale. L'integralismo autoreferenziale idealistico è caratteristico di una visione ottocentesca borghese che, idealisticamente, doveva inventarsi un uomo [/size]stirneriano[/size] per sopravvivere alla frustrazione del fallimento dell'illusione liberal-liberista.[/size]


Niente è più lontano dal mio modo di sentire dell'Unico stirneriano.
Osservando il mondo attuale non mi sembra, tuttavia, che l'illusione liberal-liberista se la passi male..ci sono altri pensieri ottocenteschi che se la passano peggio (come il marxismo per esempio).
#553
Credo che l'abuso di immagini o filmati pornografici, oltre a creare una dipendenza difficile da superare nel tempo, sia un motivo forte di chiusura verso l'altro da sè; rischiando spesso di isolarci.  di renderci anche aridi affettivamente. C'è poi tutto il falso problema di crederci magari non all'altezza (in senso sessuale) dell'eventuale partner, prendendo un pò troppo sul serio le "performance" degli attori porno. Anche questo va indagato. Non so se sia questo il problema di socrate78, naturalmente.
#554
Tematiche Filosofiche / Re:I postulanti dell'Assoluto
10 Dicembre 2020, 23:26:06 PM
Buonasera Donalduck



Penso che non riusciamo a comprenderci bene.Forse perché diamo significati diversi ai termini. Allora: per me "realtà" è  ciò che esiste, che è in atto. Comprende l'agente conoscente e l'oggetto conosciuto. L'agente conoscente crea la realtà ( agisce)e ne viene a sua volta creato (re-agisce).
Faccio mio questo celeberrimo passo:


«La vera filosofia deve in ogni caso essere idealista: anzi deve esserlo, se vuole semplicemente essere onesta. Perché niente è più certo, che nessuno può mai uscire da se stesso, per identificarsi immediatamente con le cose distinte da lui: bensì tutto ciò che egli conosce con sicurezza, cioè immediatamente, si trova dentro la sua coscienza. [...] Solo la coscienza è data immediatamente, perciò il fondamento della filosofia è limitato ai fatti della coscienza: ossia essa è essenzialmente idealistica.» Schopenhauer
#555
Tematiche Filosofiche / Re:I postulanti dell'Assoluto
10 Dicembre 2020, 21:22:43 PM

Buona sera Donalduck

Bisognerebbe specificare cosa significa "anche se esistesse in maniera indipendente dal soggetto". Il punto è sempre la definizione di esistenza o realtà (io non faccio distinzioni tra i due termini e li uso come sinonimi). Ritengo che sia impossibile definire l'"esistenza in sé" indipendentemente da qualunque soggetto, tutt'al più si può fare appello a una precaria (e a mio avviso fallace) concezione intuitiva non razionalmente esprimibile. In particolare mi sembra impossibile spiegare, sempre senza ricorrere al concetto di soggetto percipiente in cosa consista la differenza tra esistere e non esistere, in cosa consista questo attributo di "esistente". Senza questa definizione anche la frase citata non può avere un senso, basandosi su un concetto indefinito.



Esistere come essere in atto, presente nella realtà.
Quindi se l'universo fosse in atto anche in mancanza di alcun soggetto conoscente, quindi in mancanza di un soggetto che esiste,in atto, sarebbe COME SE non esistesse ( come se non fosse in atto).
Il soggetto è naturalmente quello che dice:"Esisto!".
Uso il termine "soggetto" per indicare l'ente che percepisce o pensa, in opposizione all'"oggetto"  che viene percepito ( o più correttamente che pensa di percepire).