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Messaggi - Sariputra

#541
Tematiche Spirituali / Re:Ipotizzando, ho un problema
23 Novembre 2018, 11:56:29 AM
@Anthony
Sì, la Gehenna era il luogo della discarica d'immondizie della citta di Gerusalemme, dove pare venisse alimentato un fuoco continuo che le bruciava. Questa similitudine (con il fuoco  continuo..) venne usata da Yeoshwa per indicare il luogo della punizione, quindi l'Ade, il mondo degli inferi.  Adesso sembra sia uno dei quartieri più poveri della città (curiosa questa coincidenza . ::)  )...Infatti la Gehhenna è più propriamente il nome di una piccola valle scavata dal torrente Hinnom.
Nel NT assume il significato di "inferno". In alcune traduzioni si usa questo termine e in altre si lascia quello di Gehenna (fonte Wikipedia).
Concordo che si tratta di allegorie.  D'altronde, a parte la suocera  :o , cosa può spaventare più di un fuoco che ti brucia senza consumarti?...
#542
Tematiche Spirituali / Re:Ipotizzando, ho un problema
23 Novembre 2018, 09:40:35 AM
La filosofia Scolastica dà questa definizione dell'inferno come luogo della 'separazione" ( e , alla luce della santità come 'comunione' ha indubbiamente la sua logica...se non fosse  che, a mio modesto parere di non-teologo  la 'spinta' della comunione è verso l'inclusione e non la separazione...):

Per i teologi della filosofia Scolastica, l'Inferno è semplicemente la lontananza da Dio, la privazione della Sua luce divina, e proprio in questo consiste in realtà la pena infernale, al di là dell'immaginario poetico. Infatti, l'anima ha naturale e ardente desiderio di Dio, cioè dell'Infinito, della Verità, della Bellezza e dell'Amore Assoluto; dunque, la privazione "in aeternuum" di tale supremo obiettivo del desiderio umano, condanna l'anima alla propria perenne sofferenza. La vicinanza, essere in Dio, da Dio e per Dio, è per l'anima, sul piano oggettivo, la realizzazione della propria essenza originaria, e, su quello soggettivo, la propria felicità; in realtà, questi due "piani", in Dio si sovrappongono, diventando un unico, sommo "piano". Non è Dio a dannare l'anima, dunque, ma è l'anima che si condanna durante la vita, rifiutando stoltamente la Via della salvezza costruita e fondata sul sangue di Cristo. Nella dimensione metafisica dell'eterno, oltre il tempo, non è possibile alcun cambiamento/movimento, e quindi Dio non può salvare le anime dannate, per le quali comunque soffre, in quanto Padre di tutti gli uomini.

Se, come viene qui sostenuto, nella dimensione metafisica dell'eterno "non è possibile alcun cambiamento/movimento", donde viene la "ribellione" satanica che determina la creazione dello Sheol/inferno ? Da dove viene il mutamento in Dio stesso che lo porta alla creazione dell'universo materiale? Mi sembra una palese contraddizione...

Il grande maestro buddhista theravada Achaan Chah soleva dire: "Prima pratica e poi leggi i testi sulla pratica"...forse anche i teologi medioevali leggevano molto ma praticavano poco (la carità...)?... :(
#543
Tematiche Spirituali / Re:Ipotizzando, ho un problema
23 Novembre 2018, 08:54:09 AM
Queste, più o meno, sono le definizioni dell'"inferno" che si trovano nei vangeli. Sono espressioni attribuite a Yeoshwa stesso:

1-«Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per gli angeli suoi» (Mt.25,41).
2-«Serpenti, razza di vipere, come potrete scampare dalla condanna della Geenna?» (Mt. 23,33).
3-«Se la tua mano ti scandalizza, tagliala: è meglio per te entrare nella vita monco, che con due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile. Se il tuo piede ti scandalizza, taglialo: è meglio per te entrare nella vita zoppo, che essere gettato con due piedi nella Geenna. Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, che essere gettato con due occhi nella Geenna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue» (Mc. 9,43-48).
4-«Egli ha in mano il ventilabro, pulirà la sua aia e raccoglierà il suo grano nel granaio, ma brucerà la pula con un fuoco inestinguibile» (Mt. 3,12).
5-«Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridor di denti» (Mt. 13, 41-42).
6-«Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridor di denti»(Mt. 13,49-50).
7-«Ma egli risponderà: 'In verità vi dico: Ogni volta che non avete fatto queste cose ad uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me'. E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna» (Mt. 25,45-46).
8-«... mentre i figli del regno saranno cacciati fuori nelle tenebre, ove sarà pianto e stridor di denti» (Mt. 8, 12).
9-«Allora il re ordinò ai servi: 'legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridor di denti» (Mt. 22,13).
10-«E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridor di denti» (Mt. 25,30).
11-«... lo punirà con rigore e gli infliggerà la sorte che gli ipocriti si meritano: e là sarà pianto e stridor di denti» (Mt. 24,51).
12-«Allontanatevi da me voi tutti operatori di iniquità! Là sarà pianto e stridor di denti...» (Lc. 13,27-28).

La mia opinione al riguardo e che Cristo parla sostanzialmente di un "fuoco eterno" ma non di una pena eterna per coloro che vi  vengono gettati. Il carcere c'è (altrimenti se ne andrebbe il concetto della 'giustizia' di Dio...)ma non c'è l'ergastolo. Almeno è quello che si evince da queste citazioni, a parte la n° 7 che appare dubbia, ma che , alla luce di tutte le altre, potrebbe benissimo, a parer mio, essere anch'essa intesa così...
La n.1 mi sembra interessante perché parla dell'inferno come di un luogo preparato per il diavolo e gli angeli suoi, ma non per le anime umane... :-\
#544
Tematiche Spirituali / Re:Ipotizzando, ho un problema
23 Novembre 2018, 08:39:07 AM
Citazione di: Socrate78 il 23 Novembre 2018, 06:25:11 AMIn realtà però Sariputra nel cristianesimo ci sono anche i monaci eremiti che in effetti potrebbero essersi salvati da soli e anche loro appartengono alla religione cristiana, considerati quasi come dei santi. Dio se è onnipotente potrebbe salvarmi soltanto per la mia fede, indipendentemente dal legame che instauro con la comunità.


Certo, esiste una grande tradizione di eremitaggio e di clausura nel Cristianesimo, ma questa solitudine non viene (veniva..) mai intesa come 'separazione'. La monaca di clausura, per esempio, prega per l'unità della chiesa/e, per  la pace nel mondo, per la conversione dei cuori, per le sofferenze , ecc. E' parte integrante di quel che viene chiamato 'corpo mistico' della chiesa. Spesso viene portato l'esempio di Marta e Maria: una si dà da fare e l'altra 'ascolta'...e si dice che ogni credente tende ad essere più Marta e meno Maria , o viceversa, in base ai 'doni' ricevuti, all'indole o al temperamento. In battaglia ci sono quelli in prima linea e quelli che si occupano di 'sfamare' i combattenti al fronte...ma tutti si sentono parte di un unico esercito. Ovviamente è solo un paragone un pò 'ardito' trattandosi di un esercito della "carità" ( o almeno che dovrebbe esserlo; sappiamo che, storicamente, questa vocazione è stata molto disattesa, anche per l'incoerenza tipica dell'essere umano... :( ). La chiesa infatti si definisce come la sposa di Cristo (sposa molto infedele e quasi prostituta direi  :-\  :-[ ...)
Credo di intuire che, nel Cristianesimo, la persona che cerca la 'salvezza' per se stesso, incurante del bisogno d'amore e d'aiuto , anche fosse dato solo con l'intenzione di una preghiera (preghiera che viene sempre intesa come un atto d'amore verso il 'fratello', cioè come qualcosa che è realmente utile e proficua per l'altro 'davanti a Dio...) non sia esattamente nello 'spirito' di questa forma di religiosità...

Namaste
#545
Tematiche Spirituali / Re:Ipotizzando, ho un problema
22 Novembre 2018, 22:01:02 PM
Nella visione cristiana l'essere umano non si 'salva' (salvezza dalla morte..."Dove andremo Signore? Solo tu hai parole di vita eterna.." Pietro) da solo ma sempre in comunione con gli altri. E infatti i 'santi' che già sono giunti alla presenza di Dio mantengono con noi dei legami d'amore e di comunione. Quindi anche la ricerca della salvezza non può mai essere un peso che posso portare da solo. Sono i 'santi' (cioè tutti coloro che sono giunti alla presenza di Dio...) che  portano e sostengono il credente. Nella Lumen gentium il Concilio evoca e chiarisce questa concetto di chiamata alla santità e all'amore come 'popolo': " Dio volle santificare e salvare gli uomini non individualmente e senza alcun legame tra loro, ma volle costituire di loro un popolo, che lo riconoscesse secondo la verità e lo servisse nella santità".
Possiamo, su queste basi, immaginare che l'esistenza 'intermedia' (chiamiamola così...), cioè quella prima della ricostituzione e trasfigurazione del creato, sia un'esperienza di vicinanza a Dio come comunità, come popolo adorante di esseri che hanno vissuto e portato nel mondo questa santità. Santità che , contrariamente ai luoghi comuni sul Cristianesimo, non necessita di alcuna perfezione. L'attuale vescovo di Roma parla dell'"ordinarietà della santità del cristiano":  quella del genitore che si fa il mazzo per i figli e che li cresce con amore; quella dei lavoratori che portano a casa il pane quotidiano, quella di coloro che portano avanti con costanza, giorno dopo giorno, la santità dell' Ecclesiam (che non è certo rappresentata solo dalla gerarchia  :-[  , per fortuna del Cristianesimo...) soprattutto con una vita di fede e carità... Ultimamente si usa spesso, in ambiente cristiano, l'immagine del "popolo in cammino" proprio per evidenziare questo movimento collettivo nella storia, seppur oggigiorno come minoranza nei paesi sviluppati...
E' evidente che l'amore parentale in questa ottica non può essere posto in rilevanza ma sempre compreso in un amore più ampio, più completo,in un luogo (definito come Paradiso...ma l'immagine che ne traiamo di questo è spesso fuorviante, a parer mio, per il nostro condizionamento immaginifico...)in cui nulla dell'amore condiviso va perduto.
Il concetto di 'condivisione' dell'amore è centrale nella Trinità stessa, in cui Dio, tre in uno, rivela proprio questa natura intima di se stesso: cioè la condivisione e non la 'solitudine' nell'amore...
#546
Tematiche Spirituali / Re:Ipotizzando, ho un problema
22 Novembre 2018, 12:39:57 PM
I Sadducei, una corrente conservatrice del giudaismo del tempo di Cristo, propongono a  Yeoshwa ben Youssef un quesito per metterlo in imbarazzo:  sette fratelli subentrano in matrimoni successivi, morendo però tutti prima di aver assicurato una discendenza alla vedova e, quindi, al loro primo fratello defunto. Vogliono costringere Gesù a schierarsi con loro contro i farisei, l'altra corrente giudaica avversaria, negando la risurrezione che questi ultimi sostenevano come dottrina di fede. Infatti, sogghignando, alla fine gli domandano: «Alla risurrezione, di quale dei sette la donna sarà moglie? ».  
Cristo, nella sua risposta, però non cade nel tranello e replica volando alto: «Alla risurrezione non si prende né marito né moglie, ma si è come  ( ma non uguali...)gli angeli del cielo» . Yeoshwa nega, così, una lettura "materialistica" della risurrezione. E aggiunge una motivazione teologica ulteriore, citando un passo dell'incontro di Mosè con il Signore al roveto ardente del Sinai: «Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe. Non è il Dio dei morti ma dei viventi! ».
Dio non si lega perciò a dei cadaveri, ma a esseri viventi ai quali apre un orizzonte di vita oltre la morte secondo categorie differenti rispetto a quelle puramente "carnali", basate sulla nostra storia, che si muove secondo le coordinate dello spazio e del tempo e dell'ego mutevole. Si tratta di un nuovo ordine di rapporti, di una nuova creazione, di un orizzonte nel quale i vincoli parentali e sociali sono trasfigurati.
Sembra che queste parole di Yeoshwa abbiano conquistato anche Blaise Pascal. A partire dal 1654 fino alla morte (1662) egli portò sempre con sé un foglio, cucito nella fodera del farsetto, intitolato "Fuoco", e scoperto alla morte del pensatore da un domestico.
Questo è il testo (trovato sul web...):
«Dio d'Abramo, Dio d'Isacco, Dio di Giacobbe, non dei filosofi e dei dotti. Certezza, certezza. Sentimento. Gioia. Pace. Dio di Gesù Cristo. Dio mio e Dio vostro. Il tuo Dio sarà il mio Dio. Oblio del mondo e di tutto fuorché di Dio. Egli non si trova se non per le vie indicate dal Vangelo».

P.S. Credo che sia ormai ampiamente superato il concetto di Dio-giudice. Infatti il giudizio non è altro, per il Dio cristiano, che un'"elevazione" all'amore. In quest'ottica, basata sull'amore e non sul pesare la maggiore o minore adesione a dei precetti, può trovare la "redenzione" chiunque, anche il pluriomicida,  purché vi sia la conversione a questa chiamata all'amore. Dostoevskij ne trae un'immagine, per me veramente notevole, nella figura di Raskolnikov in "Delitto e Castigo"...
C'è stato un tempo in cui forse questo concetto di Dio-giudice è stato necessario, ma bisogna vedere l'ecclesiam come un 'popolo' in cammino, che avanza verso una sempre maggiore consapevolezza e conoscenza de l messaggio evangelico...

Concilio di Trento:
«Quanti vogliono conseguire la salute eterna devono aderire alla Chiesa, non diversamente da coloro che, per non perire nel diluvio, entrarono nell'arca»

Catechismo di Pio X:
«No, fuori della Chiesa Cattolica, Apostolica, Romana nessuno può salvarsi, come niuno poté salvarsi dal diluvio fuori dell'Arca di Noè, che era figura di questa Chiesa»

Conc.Vat.II:
«Il santo Concilio basandosi sulla sacra Scrittura e sulla Tradizione, insegna che questa Chiesa peregrinante è necessaria alla salvezza» (Lumen gentium, 14).

Come si vede la sensibilità continua ad evolvere...
#547
Tematiche Filosofiche / Re:Cos'è la verità
20 Novembre 2018, 09:37:15 AM
cit.Ipazia:
In effetti, se pensiamo ai nostri cuccioli, prima che a leggere e scrivere imparano a mentire con bravura impastando il più possibile di verità a copertura della menzogna.

Eh...la 'mente' mente...è proprio il suo lavoro. Forse ci sta pure molta necessità in questo mentire, proprio per sopravvivere ( e per soffrire un pò meno...) :(.
Namaste
#548
Citazione di: anthonyi il 19 Novembre 2018, 22:43:51 PMSari, il tuo non credere riguarda il tuo essere conscio, a quanto pare, invece, il tuo essere inconscio crede tanto in Dio al punto da parlare con lui. Se poi ti è capitato di avere delle visioni in stato di coscienza, sarei curioso di conoscerne il contenuto, magari il tuo essere conscio e razionale ed ateo qualche domanda se la fa!


@Anthony

Per trarmi d'impaccio dalla tua domanda potrei rispondere, come fece qualcuno, che non sono né credente né non credente: sono buddhista! Ma non voglio sembrare evasivo e dirò invece che la mia ragione spesso si acquieta silenziosa alle ragioni del cuore, forse perchè troppo stanca e sfiduciata e sempre più consapevole dei suoi limiti, mentre avverte un mare poderoso che spinge per 'uscire'...( hai presente la forma dell'imbuto? Ecco mi sembra che la ragione sia il collo dell'imbuto/mente...mentre tutto il resto cerca di 'passare', spingendo...)

Qualche volta ho scritto dell'avvertire la necessità del Totalmente Altro... (C'è questa necessità, non si sa da dove viene, forse da quella profondità insondabile della mente, profondità che risale dalla notte dei tempi...questa necessità di cercare l'Altro. Son sempre più convinto che abbiamo un disperato bisogno dell'Altro. Ma perché lo cerco? Lo posso cercare se, in qualche modo che non riesco ad afferrare, ma che c'è, là in fondo da qualche parte, non l'ho già conosciuto? autocit.), ma non trovo facilmente le parole per descrivere questa necessità che non ha casa nelle parole...forse potrei raccontare qualcosa se fossimo soli, sperduti in una foresta d'abeti semiabbattuti dal vento, fradici sotto una pioggia battente...o forse cerco solo di fare della poesia da quattro soldi... :(

Ciao
#549
Citazione di: Colin il 19 Novembre 2018, 07:00:12 AMSalve a tutti, scrivo il mio primo post... Tempo fa mi è capitato di fare un brutto sogno, che mi ha scosso parecchio. Ricordo che subito sveglio, continuavo a rivedere certe immagini anche ad occhi aperti. La cosa strana è che mi sono rivolto a Dio per farmi capire cosa stesse accadendo, io che non sono credente(lo sono stato da piccolo, ho avuto una formazione cattolica, ma poi tanti tanti dubbi). A risentirci!


Forse non sei così non-credente come credi (scusa l'ignobile gioco di parole... :( ). E' difficile trovare in noi la forza di affrontare certi avvenimenti e situazioni, a volte. Ho visto spesso, nel corso della mia vita, gente che si dichiarava non credente rivolgersi a Dio, ai sacerdoti o ai sacramenti. Soprattutto in punto di morte...e molti 'uomini coraggiosi' cercare il conforto di una mano amica. L'è dura ragazzi, l'è dura la vita... :(  nessuna meraviglia da parte mia al riguardo. Ci sono cose che ci scuotono più di quello che siamo disposti ad ammettere con la ragione...
#550
Possiamo immaginare la vita come una partita a carte. La 'mano' che ti viene servita rappresenta il determinismo, ma il modo in cui giochi con le carte in tuo possesso rappresenta il libero arbitrio. E non c'è nessuna 'rottura' di causa/effetto  perché solo con quelle carte puoi giocare e solo con quelle regole del gioco.
#551
Tematiche Filosofiche / Re:Cos'è la verità
13 Novembre 2018, 09:57:43 AM
Verità è anche trovare risposte a domande che richiedono una scelta tra vero e falso.
E' vero che sto cercando il vero? Spesso non si risponde onestamente a questa domanda che dovremmo porci; perché non è vero che stiamo cercando il vero, ma qualcos'altro. Forse cerchiamo conferme alle nostre rappresentazioni del vero? Così da dare 'solidità' al nostro evanescente io?
E' vero che sto cercando il bene? Spessissimo non si risponde con sincerità a questa domanda che dovremmo porci; in quanto non è vero che stiamo cercando il bene, ma qualcos'altro. Forse cerchiamo la nostra soddisfazione mentale e sensoriale? Così  da dare 'cibo' al nostro evanescente io?
E' vero che rigetto ciò che è falso? Spesso non diamo una risposta rigorosa a questa domanda che dovremmo porci; infatti non è vero che rigettiamo il falso, ma qualcos'altro (il vero...). Forse perché il falso a tratti ci rincuora così che non dobbiamo far la fatica di metterci in discussione? Così da poter chiudere la coscienza sulla falsità del nostro vivere basato sull'appagamento dell'evanescente io?
E' vero che parlo (e scrivo...) rettamente? Spessissimo non si risponde con coerenza a questa domanda che dovremmo porci; perché non è vero che parliamo ( e scriviamo...) sempre rettamente, ma spesso imbrogliamo. Forse perché 'imbrogliare' è una maschera deliziosa da poter sfoggiare all'ultimo carnevale? Così che nessuno possa intuire il dolore e il vuoto che vi si nasconde sotto, creato dalla necessità di soddisfare continuamente il nostro evanescente io?
E' vero che agisco rettamente? Spesso non si risponde con onestà a questa domanda che dovremmo porci; perché non è vero che agiamo sempre rettamente ( e quando mai?...), ma spesso invece distogliamo lo sguardo. Forse perché distogliere lo sguardo (dalla sofferenza nostra e altrui...) permette al nostro evanescente io di non mettere in discussione il proprio incessante desiderio ( di soddisfazione mentale e sensoriale...)?
Forse che la verità non sia altro che darsi delle giuste risposte a delle domande che tendiamo di solito ad evitare?
Le domande hanno in sé un potere, quasi come un fuoco purificatore, che riesce a bruciare ( o almeno a mettere in discussione...) la falsità che costituisce il 'mondo'. Spesso il vero è già contenuto nella domanda stessa...
#552
Tematiche Filosofiche / Re:Cos'è la verità
07 Novembre 2018, 20:27:38 PM
Citazione di: Lou il 07 Novembre 2018, 19:41:25 PM
Citazione di: Sariputra il 07 Novembre 2018, 15:19:40 PMLa verità è ciò che è vero indipendentemente da un soggetto che lo pensa.
Ma questo è o non è un "pensato"?

Questo è un pensato, ma la verità è indipendente da questo pensato..
#553
Tematiche Filosofiche / Re:Cos'è la verità
07 Novembre 2018, 17:20:57 PM
Citazione di: 0xdeadbeef il 07 Novembre 2018, 16:15:28 PM
Citazione di: Sariputra il 07 Novembre 2018, 15:19:40 PMLa verità è ciò che è vero indipendentemente da un soggetto che lo pensa. Esempio terra terra: Se Dio esiste è vero sia per me che per un pinguino del Polo Sud: se non-esiste è vero sia per me che per un pinguino del Polo Sud.
Ciao Sariputra Con il termine "segno" (linguistico o meno) io intendo un "contesto". Nell'esempio che ho fatto, all'interno di un certo contesto l'azione di Mimmo Lucano è stata illegittima (non lo è stata all'interno di un altro contesto). Mi sembra tu dica: "se Dio esiste, esiste sia per me che per un pinguino del polo sud" (e viceversa). Ma con questo tu non stai affermando un qualcosa di vero o di falso, ma stai facendo soltanto una implicazione logica del tipo: "se... allora". Nel momento che passassi ad una proposizione (ad esempio: "Dio esiste, dunque esiste sia per me che per un pinguino del polo sud"), automaticamente rientreresti in un contesto, o segno linguistico che dir si voglia (il contesto di coloro che ritengono vera l'esistenza di Dio). saluti

Esatto. Un pinguino del polo Sud direbbe infatti: "Scheccheo! Scheccheo! Kio kio cooo! kakiaoo-aoo! ( Grande Pingu esiste, dunque esiste  sia per me che per un'otaria)
#554
Tematiche Filosofiche / Re:Cos'è la verità
07 Novembre 2018, 15:19:40 PM
La verità è ciò che è vero indipendentemente da un soggetto che lo pensa. Esempio terra terra: Se Dio esiste è vero sia per me che per un pinguino del Polo Sud: se non-esiste  è  vero sia per me che per un pinguino del Polo Sud.
#555
Citazione di: Ipazia il 07 Novembre 2018, 15:05:41 PM
Citazione di: Sariputra il 07 Novembre 2018, 11:39:14 AM...Probabilmente l'omologazione dei comportamenti e dei desideri potrebbe portare ad una diminuzione del conflitto e dell'attrito tra gli esseri umani...L'IA ci somministrerà del soma molto buono, caldo e apparentemente vario presumo...potremo sfogare virtualmente tutta la nostra rabbia, già abbiamo iniziato a farlo; così non avremo giustamente bisogno di sfogarla su coloro che controlleranno l'IA. Sarà un mondo così bello che ci conquisterà un pò tutti, anche i più riottosi all'omologazione.
Non è che il mondo medioevale, tra clero e aristocrazia, fosse meno omologante per un servo della gleba o un membro di qualche corporazione. Limitato era pure lo spazio di manovra per le elite. Sarà un mondo sempre più tecnico, ma con un corrispettivo potenziale, in tempo libero e stili di vita, decisamente più ampio del passato. Sta a ciascuno riempirlo con contenuti originali.

Ma il mondo medievale era molto vario: c'era quello europeo, quello indiano e cinese , profondamente diverso, quello aborigeno e quello sudameicano, quello della foresta impenetrabile del Borneo, degli eschimesi, quello degli stati africani con la loro cultura, quello dei nativi americani con la loro, ecc.
Il prossimo sarà un' unico modo bellissimo, uguale per tutti, ancorchè virtuale...che sapremo sicuramente riempire di un centinaio di parole...e, ci scommetterei, con stili di vita che progressivamente andranno ad uniformarsi alle esigenze dell'IA...già oggi, basta viaggiare per le città di ogni dove ( le città si adeguano prima delle campagne...), e vedi gente fare le stesse cose...ma sarà bellissimo lo stesso, non ne dubito minimamente... ;D