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Messaggi - Jacopus

#541
La libera volontà è neocorticale, ovvero è la conseguenza dello sviluppo abnorme del nostro cervello. In ogni caso, tutte gli organismi superiori, che connettono capacità cognitive ed emotive (ovvero uccelli e mammiferi) sono in grado di utilizzare un certo grado di libertà di agire che non è determinata. E' tra l'altro una scelta evolutiva importante, che aumenta le possibilità di adeguarsi agli ambienti e coesistere con essi. In questo senso la vita biologica è già di per sè non del tutto determinabile, perchè condizionata anche dalla volontà dei singoli, oltre che da condizionamenti e dal caso. A me sembra molto semplice.
#542
Il problema etimologico nasce dallo spostamento di significato di "arbitrio" dal rinascimento ad oggi. Ai tempi della disputa fra Erasmo e Lutero, arbitrio aveva lo stesso significato di volontá autonoma, tanto che parlare di libero arbitrio era pleonastico, l'arbitrio è inevitabilmente libero. Oggi l'arbitrio ha assunto un significato diverso, di capriccio, di atto vanitoso, inutile, prepotente e fuori dalle regole. Per questo si tende ad usare al posto di libero arbitrio, il termine "libera volontà" o "libertà di agire".
#543
Per Ipazia.
CitazioneI manicomi criminali sono già carceri camuffate da ospedali
I manicomi criminali non sono mai esistiti se non nei film americani. In Italia fino a una decina di anni fa c'erano gli Opg (ospedali psichiatrici giudiziari), a gestione mista ministero della giustizia e sanità. Oggi per l'applicazione delle MDS (misure di sicurezza) ci sono le Rems ad esclusiva gestione della sanità. Queste precisazioni proprio per sottolineare la superficialità di chi parla di cose che conosce un tanto al chilo.
CitazioneE non può essere che così visto l'impotenza della "scienza medica" di fronte alle più gravi patologie della psiche, e della società di fronte ai mostri, spesso ottimamente motivati dalla intrinseca mostruosità sociale, che partorisce. Patologie "comportamentali", il che la dice tutta su quanto siano più vicine all'ordine pubblico che alla salute.
L'impotenza della scienza medica è un'altra fandonia. Tra l'altro tutto la frase la dice lunga su uno pseudomarxismo che in realtà è solo una ideologia di "ordine e disciplina" sotto un'altra bandiera (la mia cara Arendt, vegli sempre su di me). La possibilità di curare i "matti", prima rinchiusi, è nata proprio dalle tue parti, grazie a Basaglia, che insieme a Laing, ha creato un movimento che si è diffuso in tutto il mondo. Che certe patologie e certi "mostri" non si possano curare è falso. Molto più difficile curare la mentalità paranoide strisciante di tanti benpensanti (anche marxisti).

Più in generale. Le eccezioni alle regole sono sempre un passaggio delicato del vivere associato. Chi gestisce quel potere lo deve fare in qualità di servitore della comunità, atteggiamento che purtroppo non è sempre presente. L'ideale sarebbe non far sorgere la malattia mentale che è quasi sempre originata dalle diseguaglianze di potere sociale ed economico, dai traumi sempre di origine sociale e dalla trasmissione epigenetica di quelle patologie ereditate prima culturalmente e poi geneticamente. Ma una volta che abbiamo il malato pericoloso, non possiamo trattarlo nè da mostro, nè da criminale, poiché nel primo caso si fa cronaca nera e nel secondo si incrinano molti fondamenti del diritto penale che ci portiamo dietro dal tempo del diritto romano.
Se vogliamo fare un'azione seria con l'obbligo vaccinale non serve cancellare un articolo della costituzione che si porterebbe appresso una ulteriore serie di problemi irrisolvibili. Facendo così è come se, per disinfestare un campo, ci buttassimo del sale, che non farà più crescere la gramigna ma neppure altri tipi di erba. Ripeto ancora una volta. Questa proposta di riforma è o il parto di una associazione di asini o di una associazione di manipolatori.
PS: sulla elezione diretta dei G. Costituzionali, sarei d'accordo solo se gli elettori prima dovessero superare anche un semplice esamino di diritto pubblico.
#544
Gyta. Non è il caso di arrabbiarsi ma di ragionare. Sull'obbligo vaccinale esprimo i tuoi stessi dubbi ma la strada della modifica costituzionale ha ulteriori effetti perversi che non sapremmo come gestire. Vogliamo che vada tutto a ramengo, anche più di ora? Benissimo, allora questa modifica fa al caso nostro.
In caso contrario aspetto possibili soluzioni al caso che ho avanzato, senza scorciatoie anacronistiche come quella del carcere per i pazzi, soluzione che ci porterebbe nuovamente in ancien regime, senza l'uso di una Delorean modificata.
#545
Ipazia. Non sai neppure lontanamente di cosa stai parlando. Ti richiamo alla più nota massima wittgesteiniana, anche se qui non si tratta di non poterne parlare quanto parlarne con cognizione di causa, qualità che "in questo caso" ti manca completamente.
#546
Lo spiego meglio.
1) La proposta di riforma esclude ogni trattamento sanitario non consensuale, senza più alcuna eccezione, come invece previsto nell'attuale Costituzione (Salvo i casi previsti dalla legge).
2) la Costituzione è la carta a cui si devono adeguare tutte le altre leggi.
3) di conseguenza con questa riforma, se io comincio a gridare dal balcone che gli ufo mi stanno minacciando, che ascolto delle voci che mi dicono di uccidere il calzolaio, e questo anche per svariati giorni e poi uccido davvero il calzolaio, con questa riforma a me non accade nulla, perché un CTU dirà al processo che sono incapace di intendere e volere e quindi non imputabile, ma in ragione della riforma non sarà possibile alcun trattamento sanitario obbligatorio nè tantomeno misure di sicurezza, ed io potrò sfogarmi uccidendo capillarmente tutti i calzolai della mia città.
4) il discorso sui suicidi è identico, ma  il suicidio, tranne che nei regimi teocratici del passato, non è reato e quindi non espone al dilemma che spero di aver descritto in modo esauriente.
5) tutto ciò non ha nulla a che vedere con i vaccini, rispetto ai quali ho già manifestato in passato i miei dubbi, ma con un grave problema di ordine pubblico, qualora questa proposta asinesca di riforma abbia successo.
#547
Citazione di: Gyta il 29 Febbraio 2024, 15:36:41 PMScusate se ripropongo, ma avrei voluto conoscere la vostra opinione in merito,
quindi procedo:

Progetto di legge costituzionale

"MODIFICHE AGLI ARTICOLI 32, 75 E 135 DELLA COSTITUZIONE E ALLA LEGGE COSTITUZIONALE 25 MAGGIO 1970 N.352"
G.U. SERIE GENERALE N. 111 DEL 13/05/2023


>>SPECCHIETTO DI RAFFRONTO VECCHIO / NUOVO TESTO<<


Qualcuno riesce a capire perché accorpano assieme proposte di ambiti differenti?
Se la prima proposta è fuori discussione (perlomeno per me) ho qualche (più di qualche) dubbio
su quella che riguarda l'elezione diretta dei giudici.
A tale proposito, cosa ne pensate di questa terza parte?

..grazie..  ::)


A proposito della parte relativa alle tutele sanitarie, ha già risposto Daniele. Con quella riforma non sarebbe possibile alcun TSO. Ciò significherebbe che chiunque, in un momento di scompenso, resterebbe libero di fare del male a sè stesso e agli altri. Rischierebbero di scomparire le stesse misure di sicurezza pensate per i non imputabili che sono però obbligati a curarsi, altrimenti rischiano di fare del male a sè stessi e agli altri (scusate la ripetizione, ma immaginatevi i titoli dei telegiornali in caso di persona che agisce i deliri per giorni, nessuno fa nulla e alla fine la persona delirante spacca qualche testa). La malattia mentale può diventare violenza e chi ha fatto quella proposta di modifica o è un asino o è uno che usa strumentalmente questo tema fidando sulla incompetenza media dell'opinione pubblica. Detto questo, non giustifico affatto l'obbligo vaccinale, ma una riforma del genere sarebbe una catastrofe (lo dico da addetto ai lavori). Sulla riforma della CC, posso solo dire che ci sono dei costi che probabilmente  non valgono la candela. La elezione a suffragio universale non cambierebbe di molto la competenza e l'autorevolezza della C.C. Anzi, il populismo insito in questa proposta, rischia di far eleggere un giudice in Vannacci-style. Purtroppo, il dilagare dell' ignoranza media unita ad una supposta competenza (da bar) sta creando queste proposte pericolose.
#548
Attualità / Re: Guerra in Ucraina III
26 Febbraio 2024, 21:06:44 PM
"Ad Hanna Arendt piace quel manifesto". Rimanendo in Arendt mood, direi che non esiste un impero del bene contro un impero del male. Una spiegazione valida per manipolare l'opinione pubblica di basso rango. Se vogliamo fare un discorso un po' più alto bisogna riconoscere che c'è un impero (quello americano) che è ancora egemonico e che usa tutte le armi disponibili per restare tale ( come è politicamente naturale). Dall'altro lato c'è un ex impero che ha perso il suo ruolo di alter-ego e concorrente ma può sempre essere una spina nel fianco agli interessi egemonici degli Usa. La differenza fra i due imperi, oltre alla diversa evoluzione egemonica (uno ancora in sella, l'altro retrocesso fra le potenze medie), è la diversa politica egemonica. Quella americana è molto più flessibile ed in grado di agire sulla cultura e sulla adesione di stati federati ( il grande insegnamento della Roma imperiale). Quella russa è una politica di egemonia territoriale, sic et simpliciter e di fatto destinata a perdere. Noi europei siamo solo pedine di questo gioco, finché non cercheremo di unirci di più, politicamente e militarmente. La più grande sconfitta subita dagli Usa nel
Dopoguerra non è stato il Vietnam ma l'Euro.
#549
Citazione di: Alberto Knox il 25 Febbraio 2024, 19:30:53 PMUn altra domanda; che differenza c'è fra il determinare il mondo (sulla luna ci sono montagne alte piu di 4000 metri) e la costruzione del mondo? con il ben inteso che questa costruzione sia fatta nella maniera il più possibile coerente con gli eventi reali e seguendone gli sviluppi, il modo in cui cambia, la sua evoluzione nel tempo con tutte le sue previsioni statistiche ben congeniate e corrispondeti con i fatti e con le sue previsioni deterministiche . Che , che differenza c'è?
Determinare il mondo: verità fisica. Costruire il mondo: verità antropologica. Nel momento in cui la seconda segue "correttamente" le istruzioni, Alberto sembra sugggerire che fra le due non c'è una grande differenza. Se questa interpretazione è giusta, credo che:
1) non esiste una costruzione corretta, esiste solo una propensione a vivere, ma nel mondo della tecnica questa propensione ha molteplici strategie adottabili, a differenza che nel mondo naturale (ed è per questo che esistono le discussioni morali ed etiche, molto meno importanti durante la vita dei primati che ci hanno preceduto.) Ed è questa la ragione per cui verità fisica e verità antropologica sono due concezioni diverse. La prima è relativamente "oggettiva", la seconda lo è molto meno ed è provato storicamente che quando si è imposta una verità antropologica oggettiva, le conseguenze sono state immancabilmente sangue e tirannia.
2) È vero però che oggi, per la prima volta, costruire il mondo ha assunto una potenza tale da diventare descrizione del mondo. Mai era accaduto che l'uomo potesse addirittura cambiare il clima o il patrimonio genetico del grano in pochi istanti, invece che in centinaia di anni. È questa accelerazione che forse rende possibile collegare descrizione e costruzione del mondo.
3) la scommessa è puntare sull'uomo in grado di sentirsi responsabile di questo potere e che lo attivi in modo armonico con il pianeta che abitiamo. Le notizie che riceviamo, purtroppo, non vanno in questa direzione.
4) proprio a partire dalle considerazioni 2 e 3, è evidente come costruzione e descrizione del mondo siano diverse. La descrizione è un cerchio, la costruzione una linea. Noi possiamo solo chiederci se quella linea è predeterminata ( da una Divinità o dalla Selezione naturale è la stessa cosa, ai fini di questo discorso) oppure se abbiamo possibilità di scelta (e quindi possiamo "risponderne").
#550
Citazione di: Duc in altum! il 25 Febbraio 2024, 09:15:38 AMMa il faraone non poteva impedire un bel niente, era rimbecillito e ridimensionato innanzi a quello che gli aveva fatto YHWH.
Per la prima volta nella storia, l'uomo si rendeva conto che chi comanda è Dio.
Bel modo di comandare. Esattamente come un tiranno dei nostri giorni. Ci trovo ben poco di divino in un comportamento del genere.
#551
Ripeto quello che ho detto altrove e che trova la sua origine nella visione duale della realtà. In campo fisico non credo sia possibile una adeguazione della materia all'intelletto. Può esserci solo una infinita ricerca di sempre maggiore precisione descrittiva ed esplicativa. In campo sociale, invece esiste sempre una azione duplice di reciproco influsso fra la "materia sociale" è la capacità di pensarla, sia a livello collettivo che individuale. La grande aspirazione della scienza è stato ed è ancora tuttora, quella di trovare, anche a livello "sociale", delle leggi simili a quelle fisiche, che possano in qualche modo permettere lo stesso straordinario mutamento, come quello avvenuto con la tecnologia. Peccato (o meno male) che l'umanità non sia così facilmente manipolabile. Tutto ciò al netto di ogni metafisica o ente superiore.
#552
CitazioneLa negazione della Verità si ripercuote direttamente sulla giustizia.
Perché la giustizia ha necessariamente come faro la Giustizia.
Cioè fa riferimento a ciò che è assolutamente Giusto.
E il Giusto è Vero.
Questa è una certa concezione della giustizia, non la concezione tout court. Fortunatamente il diritto,fin dai tempi degli antichi greci non si fonda solo sulla verità. L'immagine simbolica della giustizia, ad esempio, non fa riferimento alcuno alla verità: è una giovane donna con una spada ed una bilancia ed è bendata (non mi dilungo su di essi anche se sarebbe interessante). Lo stesso termine Giurisprudenza ha in sè la doppia natura della Giustizia, nel momento in cui viene applicata. Adesione alle leggi (iuris) e giudizio secondo una valutazione del caso concreto, che ha sempre un margine di non allineamento con la legge (Prudentia o in greco Phronesis, che deriva da Phrein, mente, ovvero necessità di riflettere sul caso). La verita Applicata alla giustizia è il genotipo, ma occorre anche valutare il fenotipo attraverso la Prudentia.
#553
La storia di Schopenhauer sugli istrici (la trovi su internet) è una specie di favola che indica un aspetto essenziale della vita umana, sempre in tensione fra soggettività e intersoggettività. Questa tensione ricade inevitabilmente su ciò che noi consideriamo Verità. Possiamo pensare ad una Verità univoca, come una Rivelazione, come una Fede, ma comunque come una descrizione valida e non equivocabile, oppure come una situazione instabile, temporanea e che deve confrontarsi e convivere con altre verità. Penso, anche da un punto di vista politico, che sia preferibile un mondo di tante piccole verità che polemizzano fra di loro, che un'unica grande Verità. Magari in quest'ultimo caso si vivrebbe in una società più armoniosa, ma al prezzo della libertà.
L'armonizzazione dovrebbe avvenire su un piano superiore, ovvero quello della connessione ed accettazione fra diverse verità.
Penso che sia inoltre inevitabile in un mondo come il nostro, attraversato da continue migrazioni di culture che si incontrano in territori diversi.
#554
Citazioneil filosofo deve saper formulare idee falsificabili sul piano logico, razionale.
Prova a falsificare la "storia degli istrici" di Schopenahauer.
#555
Sono in disaccordo. La filosofia può essere interpretata esattamente agli antipodi di questa visione, ovvero come accettazione delle contraddizioni e come accettazione della presenza di visioni del mondo contrastanti. Occorre riuscire, filosoficamente, a convivere con chi la pensa diversamente da noi. Il massimo del filosofo non è quello che cerca di persuaderti, ma colui che dice "hai ragione tu". Inoltre sono ulteriormente in disaccordo nella definizione del linguaggio come qualcosa di non filosofico. Noi siamo linguaggio e la filosofia è linguaggio. Ogni filosofia risente concettualmente del linguaggio in cui viene scritta o parlata oltre che della tradizione storica e culturale di quella società e di quel filosofo. Anche la filosofia è un percorso "impuro", colmo di passi falsi, di incoerenze. Creare una summa theologiae può essere una scelta filosofica, ma accanto ad essa ve ne sono altre equivalenti. Il concetto stesso di verità presuppone un mondo in cui esiste Una Verità e una non-Verità, ovvero un mondo in cui c'è chi vince e chi perde. Mi risulta più familiare un mondo in cui coesistono più visioni del mondo. Lo sforzo è quello di considerarle come specie di un ambiente culturale che si arricchisce vicendevolmente, come un ambiente ecologico che funziona. Considerare la Verità come Uno è,a mio sindacabilissimo parere, l'anticamera del pensiero Unico e della violenza. Ovvio che l'Uno permette un grande potere, il potere simbolico dell'unità (Symballein), mentre la molteplicità pone come problema la frammentazione (dyaballein - da cui dialettica ma anche diavolo). Lo sforzo è creare una sintesi, dove una integrazione è resa possibile pur alla presenza di verità molteplici.