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Messaggi - green demetr

#541
Tematiche Spirituali / Re: La morte del corpo fisico
24 Maggio 2024, 00:14:09 AM
Citazione di: taurus il 23 Maggio 2024, 11:10:00 AMMolto strano _ un  dio (sedicente) compassionevole, onnisciente e onniveggente che "ordina" ai suoi zerbini di sterminare altri popoli !

Domanda: perchè mai "lui" _ eccelso Datore di vita _ li avrebbe  creati ?

Per fari si che i suoi "bambini"  potessero sfogare i loro capricci... quando distruggono un giocattolo ??

Quale altra risposta potrebbe mai essere convincente per spiegare le sublimi qualita'  del dioTribale dei Kabhiru ?

alleluia, alleluia

-----------------------------------------------


Molto semplicemente perchè erano popoli corrotti.
La dimensione allegorica è iper-evidente, ma evidentemente l'allegoria ha perso ogni singnficato in questa epoca, me ne sto accorgendo solo ora.

Mi si sta chiarendo sempre di più cosa voglia dire "vendere l'anima al diavolo".


#542
Tematiche Filosofiche / Re: Realtà.
21 Maggio 2024, 00:45:48 AM
Citazione di: Pensarbene il 20 Maggio 2024, 11:35:13 AM"Ciò che chiamiamo comunemente realtà, potrebbe non esserlo, senza che ciò debba equivalere a negarla.
Questa ipotesi non vuole essere una semplice masturbazione mentale, per quanto non ci sia niente di male a masturbarsi la mente, allenando così il pensiero."

cero,ma ogni tanto bisogna anche....VENIRE... :))
Certo ma per quello ci sono le tik tokker della cui esistenza non dubito affatto. :D
#543
Citazione di: Ipazia il 20 Maggio 2024, 23:24:44 PMImmaginario è quello che la tradizione marxista chiamava "robinsonate" , ovvero l'immaginaria isola deserta dove si confrontano, nel loro isolamento sociale, le figure meramente psicologiche di Robinson e Venerdì.  Marx, fin dalle tesi su Feuerbach, pone il conflitto servo-padrone oltre la dimensione psicologica, nel contesto sociale che riproduce entrambi come classe, oltre che come individui.

E qui veniamo all'alienazione, che fin dalla "critica alla filosofia del diritto di Hegel" viene posta nella sua dimensione umanistica di uno "spirito senza spirito", che troverà nel prosieguo della ricerca oltre l'ambito religioso, il corrispettivo economico nell'alienazione lavorativa, propria del modo di produzione capitalistico.

Non conosco altri testi di Hegel, però so che per motivi di tenersi la sedia universitaria, abbia scritto testi pensando alla committenza.
So che la FDS è considerata un testo anarchico.
A me non pare, probabilmente il potere chiama anarchia qualsiasi testo che si fa delle domande.

La dimensione sociale in Hegel però non è che non c'è.
Pensiamo di nuovo al problema dell'albero: se non vi fosse qualcuno che mi conferma che quell'albero è ancora lì, io non potrei averne certezza. Ossia la certezza è una questione universale.
Nell'inizio del Capitale oltre al problema della salute degli individui nelle miniere (cosa che visto le morti bianche "sembra" essere ancora attuale), vi è anche una meditazione sulla merceologia.
Marx si chiede come mai non esista una scienza che la riguardi.
La merceologia è qualcosa degna di entrare in una conoscenza universale, che però si ricordi del singolo.
Certo in Marx l'analisi parte subito dal concetto umano, di socialità.
Quando sento parlare di Marx sento invece parlare di lotta.
Si ma lotta non può dimenticarsi del suo contesto universale merceologico, ed umano.
Perciò io dubito che Marx possa mai essere superato. Perchè cambieranno le forme della lotta, andranno ripensate, ma alla base Marx ha dei valori.

Ecco sarà interessante fare un paragone fra Marx ed Hegel in questi termini, ossia nei termini PRIMA della "battaglia".
Altrimenti le battaglie rischiando di essere infinite rivolte a suon di ghigliottine, dove non c'è mai vera rivoluzione.
Rivoluzione umana.
Del soggetto che pensa però.

Ai posteri se riuscirà a pensare qualcosa rispetto ai contributi del novecento.
Al netto di quello che dice Adorno.
Sempre al netto cara Ipazia, nessuna concessione alla ignoranza.
Marx ha passato l'intera vita a pensare: entri all'università prima lezione di filosofia teoretica e sai che dicono ai giovani?
"Non si può fare sempre filosofia."

E bravi i nostri ingnavi eroi!!!
#544
Citazione di: Alberto Knox il 17 Maggio 2024, 12:59:09 PMsì, mi rendo conto che non è possibile parlare di Hegel senza parlare della storia umana, la filosofia di Hegel non ci insegna niente sulla natura più profonda dell esistenza , ci insegna a pensare in modo fecondo. Hegel sosteneva che la verità è soggettiva e con ciò negava l'impotesi che esistesse una qualche verità al di sopra o al di fuori della ragione umana. Ti ricordi invece che kant aveva parlato della cosa in sè? postulava l'esistenza di una sorta di verità irraggiungibile. Per Hegel tutta la conoscenza è conoscenza umana , non c'è una verità oltre .anche ciò che è razionale contiua a mutare nel corso della storia . prendiamo ad esempio la questione della parità dei sessi , 150 anni fa la questione era molto dibattuta , al giorno d'oggi non faticheremme a comprendere quali delle due argomentazioni (favorevole alla parità e quella contro) presentasse le argomentazioni più razionali.  tuttavia noi parliamo con il "senno di poi". Molti di noi si vergognerebbero leggendo le affermazioni del nonno in merito alla questione. Anche Hegel, come nostro nonno,  era figlio del suo tempo .

La posizione famosa di Hegel tutto ciò che è reale è anche razionale, e ciò che è razionale è anche reale.
Mi sa tanto di minestrone riscaldato.
Infatti manca completamente il punto di vista di chi dice questa frase.
Ovvero l'autocoscienza.
In questo modo di solito chi rimane alla prima figura ovvero quella del padrone, in cui hegel si legge in 10 minuti, si trova nella trappola di non pensare AFFATTO a quella frase.

E anzi dirò di più è proprio l'obiettivo della scuola di francoforte quella di avvisare che certi slogan vengono dritte dritte dalla pancia dell'università.

Infatti cosa succederebbe se chi pensa quella frase sia un soggetto (un servo)?
Che lo studente-servo pensa esattamente quello che il potere vuole, ossia che tu sei tu, ed è giusto che sia tu.
Lo studentello che non abbia letto i minima moralia è già esploso.
Non c'è più.

Hegel dice l'esatto opposto.

E di nuovo cosa deve fare lo studentello? deve lavorare? e cosa vuol dire lavorare?
vuol dire esentarsi da se stesso, dalle sue presunte certezze.

Oggi la società invece STRILLA di volere una identità. Ossia supplica di avere certezze. Ossia supplica di essere serva.
Ma nel supplicare vuol dire che è nella prima figura ossia quella del padrone.
Quella che gode del suo essere qualcosa.

Hegel ti dice: ragiona sei sicuro di esssere quel qualcosa?

Chi siamo noi? è da lì che nasce il tutto per una ricerca filosofica e spirituale.
#545
Citazione di: Koba II il 17 Maggio 2024, 08:54:01 AM[Mi riservo di tornare sulla questione una volta finito di studiare la Fenomenologia...
Per ora posso dirti, in base a quello che ho capito di Hegel, ciò che segue.]

Per Hegel la realtà è un processo. Ma in questo processo ogni soggetto (che sia un uomo o una qualsiasi cosa) lotta per dispiegare la propria essenza.
Un seme esprime la propria verità se "lottando" con le condizioni ambientali in cui è stato gettato riesce a realizzarsi come albero.
L'essenza dell'uomo è la libertà. La libertà cioè, per Hegel, è una categoria ontologica (quindi eterna), non è solo una condizione sociale preferibile. Nella libertà si esprime la verità dell'uomo.
E perché ciò avvenga è necessario negare (togliere, smontare) ciò che ostacola il dispiegamento della verità (l'importanza del pensiero negativo in Hegel sottolineata da Marcuse).
Quindi la storia è il luogo della lotta per il dispiegamento dello spirito, ma le due cose non coincidono mai.
In pratica lo spirito umano, la ragione, non vengono dedotti da quello che possiamo osservare nello sviluppo delle civiltà; lo spirito umano non cambia in base alle accidentalità della storia, ma al contrario, nelle tappe delle civiltà, nelle fasi della storia, possiamo riconoscere una maggiore o minore vicinanza rispetto alla verità dell'uomo.
Così nel passaggio dall'Ancien Régime alla Rivoluzione francese c'è un progresso ontologico, diciamo così, ma non coincidenza con lo spirito (come mostrato dal Terrore).
Il reale è razionale certamente in quanto nelle sue strutture (nella natura, nelle istituzioni) io ritrovo logica, senso, lo stesso logos che abita il soggetto umano, ma nello stesso tempo tale razionalità è sempre inadeguata e va quindi costruita infinitamente attraverso la potenza negativa della dialettica.
Così ciò che esiste è una determinata realtà, che può anche trovare la propria legittimazione nei processi storici, ma che comunque va negata se inadeguata rispetto la verità dell'uomo.
Ecco perché il passaggio dalle condizione della servitù e della signoria a quello dello stoicismo (che implica poi un altro superamento): perché seppure tale differenza di potere era stata determinata dalla vittoria per la propria libertà di uno dei due contendenti, nondimeno essa dà luogo a una condizione del tutto inadeguata e va superata. Cioè il fatto che sia stata determinata dalla lotta per la libertà (essere riconosciuto dall'altro come soggetto libero), non giustifica "ontologicamente" la realtà antropologica che ha prodotto, cioè uno stato di servitù. Non per ragioni etiche, appunto, ma per ragioni inerenti l'essenza dell'essere umano.

Infine, per quanto riguarda la condizione del nostro presente, penso sia un periodo particolarmente buio, non tanto per i pericoli presenti (guerre, disastri vari), ma perché si è, forse solo temporaneamente, smarrita la tendenza a pensare a nuove forme di esistenza. Sembriamo tutti schiacciati da un presente minaccioso e nello stesso tempo completamente idiota.

"Il progresso diviene quantitativo e tende a rimandare all'infinito il passaggio dalla quantità alla qualità, cioè l'affermazione di nuovi modi di esistenza con nuove forme di ragione e di libertà" (H. Marcuse, "Ragione e rivoluzione")


Sarebbe molto bello che Hegel avesse presente il concetto di libertà come verità morale.
Però stando ai testi il servo non viene liberato.
Per ora non vedo idea di libertà, e avanzo ipotesi che nemmeno vi sia, perchè se per lui Dio coincide con la totalità allora non esiste alcuna libertà, che non rimandi a quella totalità.
E dunque quale sarebbe questa partecipitività del singolo nell'universale?
Fino ad ora Hegel è alla ricerca di questo fantomatico sè.
Ecco per dare respiro maggiore alla riflessione: il sè è a mio avviso è sostibuile dalla libertà di cercare nella verità di un Dio che si mostra come dolore.
Perchè introdurlo? Non sarebbe meglio invece andare direttamente alla fonte, ossia al Dio?
O agli Dei.
Non sono forse loro questo sè, infinitamente multiforme e dispensatore del nostro conoscere morale?
Non è proprio dal dolore che l'essere umano conosce?
Curioso di vedere come Hegel procederà.

Comunque certo l'autocoscienza è questo pensiero che studia se stesso.
Ovvero che SI CONOSCE, e in questo non c'è nulla di astratto!
Infatti noi conosciamo sempre QUALCOSA.

E' per questo che mi sembra quasi che dovremo tornare spesso a queste 4 figure di Hegel.
Perchè l'autocoscienza è passibile di inciampare sempre in gradi inferiori della propria manifestazione, che in teoria avremmo dovuto interiorizzare.
Per questo le letture devono essere SEMPRE meditate.
Giorno dopo giorno.
#546
Citazione di: Koba II il 14 Maggio 2024, 08:37:51 AMRagione (cap. 5)

Nei primi tre capitoli, quelli dedicati ai tipi di relazioni che la coscienza cerca di costruire con il mondo, la certezza della coscienza era quella di avere a che fare con una realtà oggettiva, altra rispetto a sé, che si "offre" al soggetto come qualcosa di già formato che attende solo di essere conosciuta e compresa.
È questa la convinzione istintiva da cui parte la coscienza.
Poi, nel quarto capitolo, quello dedicato all'Autocoscienza, si mostra la coscienza concentrata su se stessa. La si vede fin dall'inizio come occupata ad agire, quando agisce, essenzialmente per avere un riscontro interiore della propria natura. Lo stesso desiderio, che sembra all'inizio desiderio di possedere l'altro, si rivela essere desiderio di riconoscimento. Cioè una prova non solo interiore ma riflessa in un'altra persona di essere un vero soggetto.

L'unilateralità di ciascuno dei due approcci, quello in cui è la realtà oggettiva ad essere certa e quello in cui invece è la soggettività a dominare su un mondo sentito come accidentale, l'unilateralità, dicevo, viene mostrata come insostenibile: è questo il fine della descrizione fenomenologica dello spirito umano. La descrizione di un cammino in cui ciascuna delle tappe mostra dei limiti che spingono verso un'altra posizione.

Alla fine la coscienza capisce di essere il mondo.
"La ragione è la certezza di essere ogni realtà" (p. 158)
Cioè la ragione corrisponde alla tesi dell'idealismo, l'identità di pensiero ed essere.
Ma questa posizione filosofica non viene semplicemente asserita.
L'originalità della Fenomenologia sta appunto nella ricostruzione di un cammino (che coinvolge insieme la coscienza singola e la storia delle civiltà) da cui dipende l'esito, la tesi dell'idealismo, la cui semplice esposizione risulterebbe incomprensibile.
Per me non c'è oscillazione.
Entrambe le posizione  (o meglio le 4 posizioni) sono scorrette.
Sia quella che si pensa soggetto, sia quella che si pensa mera autocoscienza, sia quella che si pensa mera nullità, sia quella che si considera mera identità.

Infatti Hegel sta cercando il sè.
Curioso di raggiungere anch'io il quinto capitolo, solo che ritengo il quarto semplicemente troppo importante per non stare attenti alle parole.

Vi sono cose nella versione einaudi che mi suonavano strane, e cosi ho consultato la versione della nuova italia.
Le due traduzioni mi sono sembrate diverse non tanto per via dei sinonimi, ma proprio perchè in un filosofo concettuale, non possono essere PENSATE in maniera "leggera"
E mi sta venendo paura che questi traduttori italiani non sono all'altezza.
comunque pazientate gente. sto cercando una edizione tedesca.
Se qualcuno ha per caso i link grazie.
#547
Citazione di: Alberto Knox il 16 Maggio 2024, 01:02:08 AMVorrei esprimere la mia riflessione riguardo a questo interessante studio sulla fenomelogia dello Spirito per poi finire con una domanda. Anzitutto vorrei dire che tutti i filosofi prima di Hegel avevano cercato di fissare dei criteri eterni su ciò che l'uomo può conoscere del mondo. E questo vale tanto per Cartesio e Spinoza quanto per Hume e kant. Ognuno di loro ha cercato di scoprire quale fosse il fondamento della conoscienza umana, ma tutti hanno parlato di presupposti atemporali fra Facoltà percettive innate, idee innate, come formula il ragionamento la mente umana e via dicendo.
In Hegel questo non è possibile poichè per lui ciò che rappresenta il fondamento della conoscenza umana muta di generazione in generazione e per questo motivo non esistono verità eterne ne una ragione atemporale. L'unico punto fisso a cui il filosofo farà riferimento è la storia stessa. Perciò non è dato sostenere che un determinato pensiero vale in eterno , anche se quello stesso pensiero può essere giusto nel momento storico in cui ti trovi.capisce di essere il mondo nel senso dello spirito del mondo nella storia? 
 tutta la conoscenza è conoscenza umana che nella storia evolve, si corregge , implementa vecchi e nuovi pensieri . Lo sviluppo storico, pur con tutte le sue stranezze, va avanti. Oggi, siamo il risultato di questo sviluppo (nel bene e nel male)  Questo sviluppo è indirizzato ad uno scopo. Quale è per te oggi lo scopo? per me si è ridotto a sviluppo teconologico ai fini del profitto. L'ideologia è qulla basata sul profitto ed è essenzialmente un ideologia materialista.
Ciao alberto.
E' difficile rendere conto in maniera così generalista, è l'errore di chi pensa sia possibile Hegel in 10 minuti.
Sei capitato nel capitolo quarto (koba è già al quinto) in cui l'opera di Hegel si snoda.
Infatti è considerata dal Negri la seconda parte della fenomenologia, snodo tra la prima dove più propriamente si parla della distinzione tra coscienza ed autocoscienza.
E la terza che dobbiamo ancora iniziare (dove dovrebbe esserci la parte storica).

Naturalmente la tua conclusione e analisi è completamente sbagliata.
Infatti l'autocoscienza non solo ora si è sdoppiata in vera autocoscienza (del sè) e falsa autoscienza (degli altri).
Ma si è data forma come progattato dalla introduzione "PER CONCETTI".
Quali sono i 2 concetti su cui ci stiamo soffermando e ci soffermeremo ancora e ancora.
La prima è la figura padrone-servo, e la seconda è stoico-scettico.
Tutte e 4 queste posizioni sono sbagliate: ed Hegel spiega il perchè.

Tu parli di un mondo che sarebbe rimasto alla prima figura: quella del padrone.
(naturalmente puoi chiedere delucidazioni la FDS è drammaticamente difficile per questi tempo BUJ, lieto di aiutare).
Però prima chiediti come mai, e solo dopo potrai tornare a rileggere la FDS, fino a quando la capisci.
Ti consiglio di ripartire dal capitolo 1.
Cosa che farò anch'io, la costruzione di Hegel è in fieri, e dunque necessità di più riletture.

Anzitutto per capire quale è la posizione di Hegel, e quale è invece quella che deduciamo noi (che poi è la parte piu interessante in un forum filosofico), o quale quella di autori che partono da Hegel ma poi vanno per la loro strada (qua stiamo parlando molto di marx per via di ipazia che ci martella  :) )


Oppure la tua posizione sarà ignorata. Salve.
#548
Citazione di: Ipazia il 11 Maggio 2024, 16:39:35 PMMarx risolve il tutto nella società di uguali e l'inessenzialità, che chiama alienazione, scompare fondendosi con l'essenzialità del corpo mistico sociale. Hegel risolve con la rivelazione dello Spirito, mantenendo la contraddizione reale insanabile.

Forse il superamento di Marx è un tantino utopistico, ma quello di Hegel è puramente immaginario, in linea con lo spirito dell'idealismo.
Ma vedi così non fai del bene allo studio, infatti per stare al "gioco" devi illustrare passo per passo cosa non ti torna.
Come al solito hai la fretta del principiante, che vuole hegel in 10 minuti.
Mi dispiace ma io su una pagina ci sto giorni interi.
Fra l'altro ho già spiegato che l'alienazione in marx non si intende di alcunchè di spirituale.
L'alienazione è semplicemente il processo di oggettivazione in forma merce del lavoro umano.
Mi pare strano che Marx consideri la merce inessenziale al suo progetto economico politico.
Semplicemente si sta rifacendo ad una FIGURA di Hegel, cioè ad un momento della ricerca dell'autocoscienza, che si rifà al lavoro del servo.
Il servo si vede riconosciuto, o meglio si riconosce per il fatto di aver prodotto qualcosa.
In Hegel la ricerca viene fatta secondo il principio secondo me morale (alla Platone) di riconoscere qualsi sono i veri scopi della vita.
Mentre il padrone non sa un cazzo, il servo comincia a capire che cazzo lui non è una merce anzitutto.
Questo valore del lavoro, come alienazione, verrà ripreso da Marx.
All'inizio del capitale sta scritto infatti che per lui il valore è anzitutto un valore SOCIALE, o di scambio.
Ovvero Marx porta avanti una intuizione di Hegel, ma per poi partire per la propria tangente.
Probabilmente chi dice che Marx è un hegeliano non ha capito niente nè di Hegel, nè di Marx. E rimando al contributo di phil, che ne fa un analisi precisa.

Ecco per dove siamo arrivati, dovresti cioà spiegare cosa c'è di immaginario nelle figure proposte da hegel (padrone-servo) e (stoico-scettico).

Altrimenti devo ignorare la tua posizione.
Ciao!  ;)
#549
Citazione di: Koba II il 10 Maggio 2024, 17:28:37 PMSul tema della morale nel seguito della Fenomenologia dovremo fare i conti con il problema dell'astrattezza della posizione di Platone (sì, il Bene, ok, ma cos'è il Bene), e di quella di Kant.
Già in queste pagine dedicate a stoicismo, scetticismo e coscienza infelice, si capisce quale sarà la critica di Hegel: appunto l'universalita' astratta che non riesce davvero a farsi carne, una dedizione lontana dallo spirito concreto dei popoli.
A quel punto ci toccherà fermarci, e studiare sia Platone (Repubblica), che Kant (le prime due Critiche).
Lo snodo Kant-Hegel è essenziale. Per me innanzitutto per la questione della conoscenza (la critica dell'idealismo al paradigma kantiano), per te per la questione di una fondazione realmente pensata della morale.
Ci divertiremo.
Oddio si fermandoci ai testi ci divertiremo.

Però avanzo anche alcune cose che mi frullavano nel pensiero quando dibattevo con un giovane universitario che sapeva Kant a memoria...
Perchè c'è bisogno della fondazione?

E' una cosa talmente distante dal mio pensiero che non riesco mai a capirla davvero.
Nel senso che la prendo sul serio, anche se dentro di me, so già che è una volonta di identità, con i suoi ordini interni "dettati" da strane voci interiori.
Sopratutto nei lavori sulla biologia per cui kant aveva una cattedra.
ordine biologico: a me sembra il solito problema della modernità, di vedere l'uomo come una macchina.
E' questa la fondazione?
Io temo di si.
Ma non mi sottrarrò dal pensare a qualcosa di diverso.
Magari appunto partendo dai testi.
#550
Tematiche Spirituali / Re: La morte del corpo fisico
20 Maggio 2024, 22:28:01 PM
Citazione di: taurus il 13 Maggio 2024, 18:08:57 PME perchè il "primo" monoteismo cosa è stato ???

E che dire della compassionevole religione dell' amore (sic).. nel fulgido periodo della chiesa Trionfante

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Tu scrivi:  l' islam che invece vede adepti alla guerra santa giorno dopo giorno... / E dunque quale è la morale? Quale è il piano divino?




Nessuna meraviglia... l' essenza intrinseca del mono-teismo è:

- l' ottusità, l' arroganza e, ovviamente, l' Intolleranza !!

Inoltre l' islam:
- è sorto circa 600 anni DOPO la religione della croce... e non ha avuto ancora un filone simile al ns. illuminismo.

Quanto al nostrano cristianesimo _ vale quanto riportato sopra...

Dovresti leggere la storia del papato _ verresti a conoscenza di terrificanti quanto Indicibili eventi.. altro che Dracula e/o Dario Argento !!!


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Tu scrivi: Non rimane che rileggere la Bibbia.


Appunto _ non ci rimane che "rileggere" la sacra.. bibbia (sic !)
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Che il  monoteismo sia in sè portatore di violenze non mi stupirebbe, infatti per me è sempre meglio parlare di dei.
Ma anche in quel caso non cambia niente: sempre a guerre ha portato.

Ti consiglio di dividere la parte sull'ente divino e la morale umana.
Nella morale giudaico-cristiana non vi è un richiamo alla guerra.
Nel corano si.
Non è una differenza da poco.
Gli ebrei dicono che la differenza delle guerre riportate dalla bibbia, sono guerre volute da dio, e non dagli uomini.
Deve essere dio stesso a chiedere la guerra, non una persona pregare il dio perchè faccia guerra.
Questo almeno quello che dicono gli ebrei, se mi indichi dove nella bibbia questo non avviene te ne sarei grato.
Anche a me sembra strano. 
Ma appunto la bibbia la devo ancora leggere.
Ho letto però che nel patto ebraico, il popolo è chiamato alla difesa, e mai alla guerra.
mentre nel corano nei versetti della spada, si dice chiaramente che bisogna uccidere tutti gli ebrei e i non credenrti.
l'islam moderato deve dare conto di questi passaggi difficili.
A mio avviso non mi sembra poi cosi difficile, perchè basterebbe riportare il tutto a cose storiche (che di devono fermare a quelle conquiste, se voglione preseravare il lato spirituale, ammesso che vi sia perchè il mio maestro dice che non c'è....boh forse esagera.)
purtroppo vi sono imam poco saggi. e i nostri servizi segreti sono sempre all'erta.
meno male.
#551
Citazione di: taurus il 13 Maggio 2024, 16:12:46 PMMa va ?

Ma sai almeno che INVENTO' questo "kathekon" ? Sempre...lui - o meglio lo pseudo-Tarso _ nella gia' citata 2 Tessalonicesi.

E' lui riporta di qualcuno che "trattiene/blocca" (to katechon) cosi' come  "CHI impedisce/trattiene" (ho katechon) il fantastico evento _ Dalle magiche nubi...

Questo (inconoscibile) umano avrebbe quindi la capacità (!) di poter arginare la devastante morale mirante al sorgere della famosa e fatidica... apostasia.
La predizione dello pseudo-Tarso (sempre illuminato ?) riporta comunque che si tratterebbe di una missione "a tempo", perché alla fine questo potere dovrà soccombere per lasciare campo aperto all'empietà !

E poi.. poi il divin-redentore e Unto _ nel discendere  dalla magiche nubi, emetterebbe dalla sua bocca un alito devastante che Incenerisce Tutto e Tutti (l' inconoscibile figlio della perdizione e i suoi seguaci).

Sono anche le solite storielle dei nostrani millenaristi _ che cercano di impaurire/terrorizzare il gregge e turbare loro il loro vivere ! 

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Sono sempre su Genesi.  ;)
Mi sarebbe piaciuto seguire seguire il percorso rituale magico degli ebrei, ma lo studio dell'annukà mi ha prosciugato, infatti oltre a salvare il loro immenso, e dico immenso bagaglio morale spirituale, mi tocca sempre espuntare il loro Dio.
Cosa che mi prosciuga, proprio a Gennaio ho avuto un ammanco, mi sono sentito all'improvviso stanco: è veramente stancante condividere insegnamenti che sono infarciti di millenarismo da questi ZUCCHE VUOTE che credono esista un DIO....

Comunque si figuriamoci sai quante volte ho sentito parlare di apocalisse? fino alla nausea.

Con marchio alludevo ai futuri plug-in che vogliono mettere nel corpo umano: una nuova era di vendita di cagate senza senso sta per iniziare, il capitalismo è salvo.

Alludo inoltre alla miriade di canali complottisti che si divertono a leggere di come questi fusi di testa al potere lasciano traccia della loro appartenenza al culto del diavolo.

Ma questi di cosa sia il diavolo non hanno la benchè minima idea. Infatti per capire il diavolo bisogno o avere fede (come le teste vuote della nostra epoca) O accendere il cervello.

Eh già bisogna accendere il cervello per avere una metafisica che spieghi cosa sia il diavolo.
Ho detto spiegare non credere.

Con te Taurus mi faccio sempre mille risate alle tua sferzante ironia sui babbei creduloni.

Ma vedi ci sono anche i filosofi che hanno parlato di cristianesimo e di giudaismo: non so per via di quelli temo che non ci capiremo MAI.
La tua è una visione troppo materialista: a te ti marcano in un batter d'occhio.
A me cazzo mi devono mettere in catene. Ora è chiara la differenza tra me e te?

Ah si la risposta alla domanda di cosa è il diavolo: è il doppio, il sinistro, il falso, ossia il diavolo è la MENZOGNA.
E cosa dice questa menzogna: e già che noi siamo solo materia!

Fatti due domande e risponditi caro amico agnostico, anche se a volte mi pari proprio ateo.
#552
Citazione di: Ipazia il 08 Maggio 2024, 14:32:56 PMQuanta fatica per autoprodurre una coscienza infelice che si giustifica attraverso un dato che non si sarebbe prodotto analizzando correttamente la realtà e gestendo razionalmente il sodalizio umano.
Si è su questa presunta razionalità che attenderei delle risposte teoretiche all'altezza del cambiamento della realtà di produzione, per questo pensavo a La Grassa, anche se nel suo canale di youtube di questa cambiamento non parla mai, e dice anzi di non saperne niente, lasciando il lavoro ai posteri.... :D
I quali posteri secondo La Grassa non riescono più nemmeno a leggere Marx.
Eh dovremo riprendere il capitale! è un pò lento per me  8)
Ma senza il capitale non posso leggere la dialettica di adorno  ???
Oddio che fretta mi sta venendo.
#553
Citazione di: Koba II il 08 Maggio 2024, 08:25:59 AMNon rimane così che la fuga in una libertà astratta, lontano dalle determinazioni della realtà, dalle dinamiche concrete del potere. La libertà della pura razionalità: lo stoicismo.

Si con la libertà di ricerca del sè.
No, lo stoicismo per Hegel è la risposta sbagliata.
Infatti una ricerca del sè che non pensi alla morale NON E' una ricerca del sè.
Per un attimo Hegel sembra Platone  :D .
#554
Tematiche Filosofiche / Re: METAFISICA DELL'ESSERE
08 Maggio 2024, 22:38:37 PM
Citazione di: PhyroSphera il 08 Maggio 2024, 09:23:39 AMCertamente negando la distinzione tra essere e ente accade di pensare gli enti come fossero l'essere, smarrendo il senso dei limiti umani. Questo errore è alla base del transumanesimo contemporaneo, che affermando la libertà dell'uomo non distingue più tra eros e tanatos, così comincia a fingere che un dente artificiale sia la stessa cosa di uno naturale... E quando, come Heidegger stesso mostrava, si pretende troppo dal principio di ragione, facendo della ontologia una organizzazione dittatoriale e dimenticando l'importanza del semplice elemento ontico... Ecco che qualcuno può mettere assieme i due errori... E così si incontra chi vuol mettersi un dente artificiale senza averne motivo.
Gli errori filosofici sono smentibili, il pensiero si può correggere; in tal senso si può dire che i mezzi filosofi sbadati non trovano il loro cattivo sèguito ma sono il sèguito di qualcun altro. Se il cosiddetto transumanesimo è entrato in filosofia, è perché ce lo hanno messo con l'inganno, profittando della sbadatezza di qualcuno.
La trovata di Cacciari sulla metafisica concreta procura solo un beneficio superficiale e momentaneo; al che sarebbe necessario tornare alle distinzioni heideggeriane. Meglio sarebbe stato che molti ci avessero riflettuto meglio dall'inizio.

Mauro Pastore

Il problema ontico nell'Heidegger di Essere e Tempo, fa tutta la differenza negativa in questo mondo.
In questo senso io la prima parte di Essere e Tempo l'ho dimenticata in fretta.
Come dice Phil Heidegger è anche il filosofo della differenza dell'Essere, in quanto essere indimostrabile, tanto che per distinguerlo dal veccho Essere teologico, lo scrive barrandolo (mitiche le urla di sdegno di Volpi, che ovviamente non aveva capito niente).

Chi pensa che l'ESSERE heideggeriano sia l'essente, non ha capito nulla.
Però capisco anche la difficoltà, andiamo ad enunciarla.

In Essere e Tempo, si dice che l'ente umano (ossia il puro essente del genere astratto umano) non è altro che la sua medianità.
E' stra-evidente che si riferisce ad HEGEL.
Ed esattamente come Hegel ritiene che lo spirito sia dunque all'apparenza ente.
Ma sono solo giochi di parole, poichè questa apparenza pensa.
E dunque evidente che in Heidegger non ci si sposti di una virgola dall'ente aristotelico.
Se l'apparenza pensa, allora il suo sostrato è l'ente.
Cacciari queste cose le capisce bene, sia chiaro.

Il punto di loop di Heidegger non è però tanto questo. Ma il fatto che in Heidegger questa apparenza che "aspetta" che l'ente si manifesti, si confronta con ciò che questa apparenza evidentemente NEGA (come in Hegel).
Ma cosa è che nega? Noi DOBBIAMO notare che in Heidegger la domanda "CHE COSA" permane.
Ebbene ciò che nega non è tanto l'autoscienza di hegeliana memoria e che stiamo trattando in questi giorni nella mia discussione, quanto IL TEMPO.
Io vorrei ricordare come mi sono arrestato a lungo nel proseguire la lettura della FDS di Hegel, perchè Hegel NON risponde alla domanda su che cosa è il tempo.
In heidegger il tempo NON è un ENTE.
(o meglio preciseremo poi la sua ambiguità su questa cosa IMPORTANTISSIMA).
Infatti Heidegger come Hegel ragiona sul DILEGUARE delle cose.
Ma ciò che dilegua, può dileguarsi solo perchè esiste il tempo.
Il fatto che noi possiamo dire che esista qualcosa è solo perchè noi siamo dentro al tempo.
O come direbbe kant, siamo PRECEDUTI dal tempo.
Ma Heidegger risolve in quel meraviglioso libretto "che è cosa è tempo?" che il tempo non è che ci precede, semplicemente NOI SIAMO IL TEMPO.
Certo questa intuizione è la famosa meteora che fa campo bruciato, non è rimasto più nessuno ad ascoltare per DAVVERO.

Se noi siamo pura temporalità A MIO AVVISO noi non siamo un ENTE.
Mi pare talmente auto-evidente che faccio fatica a spiegarlo diversamente.

Ma Heidegger LO DEVE SPIEGARE (da bravo aristotelico).
E così arriva l'incontro con Nietzche, il crollo nervoso, e poi finalmente LA SVOLTA.

E va bene a tempo debito ne parleremo.

Ma cosa abbiamo lasciato indietro?

La medietà dell'essente, che sta autocoscientemente tra la domanda su "che cosa è che sta dietro l'apparenza", e "cosa è l'ESSERE".

Heidegger se la porta dietro come una palla al piede.
Non la risolve in alcuna maniera (o almeno abbiate pietà, rispetto alle decine di conferenze che ho ascoltato...a che se era una vita fa...oggi so che quelle conferenze erano dentro l'indusria culturale, e quindi non erano interessate a rispondere a niente. Le domande dei prof, degli esperti etc...era mera fuffa. Persino Volpi è mera fuffa. Parlare di NIENTE).

La filosofia si fa attraverso la problematicità dei Temi rispondendo ad essi e non al loro semplice elenco a pappagallo...ma va bè vi consiglio Adorno che ha una penna magistrale e cattivissima, io non devo aggiungere niente rispetto ai Minima Moralia).

Sicuramente aprirà gdl su di lui, ma già vi dico, che non potendo citare i testi (credo sia ancora sotto diritto d'autore) ne uscirà qualcosa di molto più prosaico e nojoso.

Ecco secondo me l'ambiguità (l'ha capita molto bene Severino nelle conferenze dell'esprit, oggi purtroppo ritirate.) sta nel fatto che Heidegger per tutta la vita oscilli fra la verità dell'essere barrato e la verità dell'essente dell'essere barrato, ossia l'essente uomo.
Essente uomo in quanto STORIA.

Ovviamente è lì l'errore, talmente ridicolo come errore, che a volte non me ne capacito.
Il suo è un messianesimo d'accatto, aspettare che l'essere barrato (che si manifesta SOLO nel qui e ora, rispetto a quello che noi siamo, ossia pura TEMPORALITA' puro QUI E ORA) si manifesti INVECE nella storia.

Ma perchè Heidegger necessitava di questo passaggio successivo: perchè la storia?
Perchè proprio la Germania?

Ecco che di nuovo bisogna andare ad ascoltare Volpi, che sono d'accordo nel dire come il maggior heideggeriano italiano e forse chi sà anche di più).

L'Heidegger che pensa la medietà, come se questa esistesse! e' QUESTO CHE NON SOPPORTO DI MARTIN, che poi si passano anni e anni a disambiguare qualcosa che poi una volta fatto: A chi o a che giova?

Il suo pensiero più importante è invece quello che domanda della barratura dell'essere, è quello che ripensa la filosofia come quell'errore originario di non pensare più l'essere.
E' l'heidegger che nega persino la barrazione (perchè la barrazione sarebbe una volontà di potenza umana! e ora, pensiamo a come invece non ha pensato a come il credere che l'uomo sia medietà tra CIELO e TERRA, quale pazzesca MANIA si è rivelata da sempre nella storia.
Ma come ha fatto a pensare così tanto all'essere? e così poco all'essente?
Queste sono cose che richiedono calma.

Perchè come dicevo anche Heidegger conosceva Scmitt!


Quando si dice che Heidegger è uno gnostico, putroppo per chi lo studia e deve stare lì una vita a spiegare perchè nonostante questo, è ancora un grande autore....quanto tempo sprecato!
Ma fino ad oggi solo pappagalli!

Quindi Phil sì e no. In parte ha ragione Ipazia voglio dire.
C'è tutto questa premessa di heidegger, che va tenuta di conto!

Poi certo i grandi temi di heidegger non possono valere una somma bocciatura.

Sul fatto di leggere alla lettera un autore: si ok, ma è più un lavoro da filologi che da filosofi, almeno questo è quello che penso.
Poi certo che la filolofia ha un peso determinante.

Purtroppo non sono un tale erudito e mi soffermo sulla problematicità MIA che riguarda la lettura di Heidegger, ossia il suo pensiero.

Frattanto ho appena iniziato Kierkegaard giù il cappello!
E' veramente molto strano che ho di lui un ricordo terribile. BOH!
#555
Vedo l'AI come una sorta di calcolatrice, con qualche funzione in più.
Qualcosa che ci aiuta nei calcoli, una costruzione di saperi tecnici comuni.
Come ogni cosa umana, sarà l'uso a farne la differenza.
In un tempo dove ogni cosa è merce, persino l'arte, anche l'AI servirà a creare servizi con fini merceologici.
Non so perchè ma non mi spaventa così tanto (forse perchè per un pò ho fatto il programmatore, la NOJA delle previsioni merceologiche, ho mollato quasi subito: stavo impazendo  ;) ).