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Messaggi - Jean

#541
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Ècouter les femmes
02 Dicembre 2018, 12:15:03 PM
Ri-apro questa polverosa e negletta discussione perché, finalmente, le nuove circostanze permettono di replicare al post di Acquario69... particolarmente in merito alla citazione di Ida Magli...

Bene, il rapporto odierno degli iscritti è di (quasi) 2 uomini per 1 donna... direi un risultato sorprendente visto da dove siamo partiti.  

Riguardo la partecipazione attiva non sono disponibili statistiche né mi interesserebbero più di tanto... gli scritti di Ipazia, Lou, Everlost, Isfrael e altre oggi mi rendono partecipe di un cielo più equilibrato...
 

Un sentito ringraziamento alle donne che frequentano il forum
Jean
#542
Scienza e Tecnologia / Re:anima - genetica gemella ?
30 Novembre 2018, 17:31:02 PM
Ciao enrico 200,

anzitutto grazie per due motivi, aver scelto di confrontarti su un argomento in questa tana di vecchi e meno vecchi burloni... e così facendo aver causato lo spostamento di una posizione (ora non più nell'home page) per la discussione qui presente su Bob e Alice... il mio nick cominciava ad ammuffire e ben vengano i giovani qual sei a rinnovare l'aria.

Nel merito del collocamento della discussione mi parrebbe più idonea la sezione Percorsi ed esperienze, in quanto la conferma scientifica che proponi

...attinenza col pratico di più quindi con la scienza alla fine perché sarebbe comprovabile scientificamente con la ricerca, facendo domande inizialmente di comparazione delle somiglianze ecc

e che in ultima (dal titolo che hai dato alla discussione) dovrebbe condurre a una comparazione anche e soprattutto dei vostri corredi genetici (la vedo dura...), a mio avviso difetta dei requisiti del metodo scientifico (di cui non sono sostenitore a spada tratta  ma che rispetto per il suo rigore).

Ma li ha (i requisiti) per attrarre ed aggregare altre esperienze come la tua dove  eventualmente cercare di individuare dei pattern ricorrenti.

(pattern: una regolarità che si riscontra all'interno di un insieme di oggetti osservati - https://it.wikipedia.org/wiki/Pattern)


Un consiglio  :)  se desideri "dar maggior sostanza" a qualsivoglia argomentazione cerca di curarne esposizione e grammatica, ora fai parte (sin che vorrai) del Logos...
 

Benvenuto e buon viaggio
Jean
#543
Socrate78 - In fondo l'inconsistenza della bellezza esteriore si può comprendere vedendo un oggetto che può essere bellissimo esteriormente, ma non servire a nulla: la sua bellezza è un inganno, che nasconde l'inutilità. 

Lou - Ma tu Sari, però, nonostante questa consapevolezza di cui ci fai partecipi, non so quando esci e vai fino in posta ci vai con i bigodini in testa, vestaglia e pantofole o che ne so, una mini pettinata te la dai? E soprattutto, pure quando scrivi sul forum, una bellezza nello stile del corpo dei tuoi post appare neh? È un inganno? Appare bello, sto stile, ma non lo è?

CVC -  ... quindi la bellezza è spesso strumento d'inganno. Come quella della donna avvenente che se ne serve per ammaliare uomini deboli da usare per i propri scopi, o quella di astuti autori che attirano lettori con titoli intriganti, vendendogli testi deludenti.

 
Nei  tre post qui riportati ho evidenziato la parola "inganno" riferita alla bellezza, quale strumento, apparenza e possibilità. 
Naturalmente la bellezza in sé non esiste, quel che c'è "la fuori", veicolato dai sensi, sollecita la mente che produce una risposta, un output, del quale direi abbiamo fondati motivi per dubitare della sua intrinseca "verità". 

Se non son le "cose" ad ingannare, bensì lo strumento che le incontra...

La mente – un utensile per l'inganno
(Boris Ostanin)


... per qual motivo, scoperto il trucco, l'inganno continua? Forse perché

Tutto ciò che inganna sembra sprigionare un incantesimo.
(Platone)


... che ci tiene avvinti? Certo, ci son inganni ed inganni, forse di una gran parte ci si potrebbe accorgere e liberare... ma per la bellezza, per la forza che esercita su tutto il nostro essere e gli effetti che produce, converrete (forse) che  

Ci sono degli inganni così ben congegnati che sarebbe stupido non cascarvi.
(Charles Caleb Colton)


... tanto più che

Nulla è così difficile come non ingannare se stessi.
(Ludwig Wittgenstein)


Ma se (ad ogni costo) preferite la verità...

Quella ragazza mi ha detto: "Vieni a casa mia, non c'è nessuno". Sono andato a casa sua e non c'era nessuno.
(Anonimo)

 

Cordialement
Jean
#544
 
Quel che c'è "là fuori" lo esperiamo con i sensi e l'occhio in questo gioco rivendica la sua parte... che è la maggiore. 
Sin dall'alba dei tempi le aggregazioni umane, poi dette società, son state supportate dalle raffigurazioni (in senso esteso) visive di cui parliamo, sì che il nostro odierno "gusto" non appare dal nulla né a caso, essendo il risultato di un lungo percorso depositato nella memoria collettiva umana.

In tale percorso intervengono con forza anche fattori "di classe": il "bello" era prerogativa di quelle elevate che consapevoli del potere legato all'immagine l'hanno usato per rimarcare la distanza tra vita ideale e reale, alimentando in molti modi il desiderio dell'uomo verso la prima... della quale detenevano le chiavi (cioè il potere di produrla/conservarla/usarla).

Non poter prescindere (neppur in negativo, ché l'origine è la stessa) da quel "percorso" spiega perché le società che l'hanno avuto differente realizzarono "bellezze" ben lontane dalle nostre, che noi consideriamo orribili... ad esempio in Giappone dal 900 d.c. sin verso la metà del XX secolo veniva praticato il Loto d'oro che consisteva nel "modificare" le piante dei piedi femminili per ridurle alla minima lunghezza possibile...

«Quando avevo sette anni, mia madre mi lavò i piedi, li cosparse di allume e mi tagliò le unghie. Poi mi piegò le dita contro la pianta del piede, legandomele con una fascia lunga tre metri e larga cinque centimetri, cominciando dal piede destro e passando poi al sinistro. Mi ordinò di camminare, ma quando ci provai, il dolore fu insopportabile. Quella notte mi sentii i piedi in fiamme e non riuscii a dormire; mia madre mi picchiò perché piangevo. Nei giorni seguenti cercai di nascondermi, ma fui costretta a camminare sui miei piedi. Dopo alcuni mesi, tutte le dita, tranne l'alluce, erano schiacciate contro la superficie interna. Mia madre mi tolse le bende e lavò il sangue e il pus che mi colavano dai piedi. Mi disse che solo rimuovendo a poco a poco la carne, i miei piedi sarebbero diventati snelli. Ogni due settimane mi mettevo delle scarpe nuove: ogni nuovo paio era di qualche millimetro più piccolo del precedente. D'estate i piedi puzzavano tremendamente di pus e di sangue, d'inverno erano gelidi per la mancanza di circolazione. Le quattro dita arricciate all'indietro sembravano bruchi morti. Ci vollero tre anni perché potessi calzare le scarpe di otto centimetri, le mie caviglie erano sottili, i piedi erano diventati brutti e ricurvi.»

https://it.wikipedia.org/wiki/Loto_d%27oro

 
Questo accenno d'analisi riguarda appunto la bellezza percepita con gli occhi, parimenti si potrebbe discutere di quelle rispondenti agli altri sensi... musica, odori, sapori... ecc. sin a giungere alle bellezze intellettuali, concettuali e scientifiche (ricordo il libro di Brian Greene, "L'universo elegante" che a mio parere ebbe tal successo anche per la "bellezza" del titolo... per dirne un altro "La solitudine dei numeri primi", di Paolo Giordano).

Ognuno di noi ha sviluppato i propri canoni di bellezza, anche se quelli prevalenti son espressione della società d'appartenenza; le letture "individuali" ed "originali" del percorso culturale delle società son naturalmente rare e tuttavia importantissime (o il Loto d'oro sarebbe ancora imperante...) poiché  in quella originalità risiede la possibilità (per quanto rara) d'affrancarsi dal conformismo... che anela a "solidificare" un soffio di vento qual è la bellezza...

 
Cordialmente
Jean   
#545
Onibrag, caro amico...  :)

mi rivolgo a te per risolvere il dubbio che m'è sorto in merito a due differenti (e forse opposte) asserzioni in una discussione qui in filosofia: Cos'è la verità racchiuse nel post 209:

Cit Lou - E Nietzsche, essendo poliedrico allo stato brado, proprio lui, quando si scaglia contro il positivismo, da un primo avvertimento di ciò. Il nichilismo estremo si risolve in un appiattimento del soggetto sull'oggetto, per quanto di mio riesco intendere.

Cit. Ipazia - Il nichilismo estremo per FN è quello degli ideali ascetici incarnati nella figura del prete giudaico-cristiano (Genealogia della morale). Un soggettivista estremo come FN non poteva ricondurre il nichilismo all'oggettività, ma solo alla falsa coscienza soggettiva. L'oggettività in FN è lo stato di natura, ovvero l'esatto opposto del nichilismo ascetico.
 

Il motivo è presto detto, il tema della discussione si presta al tutto e di più, naturalmente spaziando da un campo (filosofico) all'altro e molto in quello scientifico; sì che a chi la segue come osservatore (parola divenuta assai sensibile...) qual sono, si presentano tutte queste "diramazioni" e per percorrerne una necessariamente si deve tralasciar l'altre.

Se (anche le congiunzioni si scaldano...) la verità le comprende tutte, non ha maggior significato (salvo quello di studio e approfondimento) il procedere per dieci metri o per cento (... numero di post) e se la verità fosse una sola... non ci sarebbe alcuna discussione...

Che rimane quindi di fattibile se non l'entrare nel merito d'una qualche asserzione, come quella che ti ho proposto, e cercar di dirimerla con l'aiuto (la guida) di uno studioso preparato qual hai avuto modo di dimostrare nella tua discussione su Nietzsche, vero fiore all'occhiello dell'intero forum (per numero di visualizzazioni = interesse)?

Non per stabilir un vincitore della (eterna) disputa oggettivo/soggettivo, ben sapendo che la verità d'oggi può cambiare domani, ma per aver un riferimento... gli allievi han discusso e poi si ascolta il professore (io ti ritengo tale, su Nietzsche).

Ma c'è un altro motivo, per me ben più importante, aver (mi auguro) l'occasione per rileggerti.
 

Un caro saluto
Jean
#546
Citazione di: Apeiron il 14 Novembre 2018, 21:18:44 PMCit. Apeiron - ... magari c'è la possibilità che diventino degli "zombie filosofici" - ovvero entità non coscienti che riescono ad emulare i comportamenti degli esseri coscienti - e in tal caso gli effetti sarebbero davvero imprevedibili. 

Ciao Apeiron,

... appunto si parlava di "animismo" o "panpsichismo" (WP):

Si tratta di una concezione tipica in particolare della filosofia rinascimentale, influenzata dal neoplatonismo, secondo cui le idee platoniche, oltre a trascendere il mondo, sono anche immanenti alla natura, diventando la ragione costitutiva dei singoli organismi e di tutto ciò che esiste. Il cosmo risulta così animato da un principio intelligente, veicolato in esso da una comune e universale Anima del mondo.
Leibniz prosegue nell'ottica neoplatonica, attribuendo capacità di pensiero alla materia....  
Leibniz si propone di correggere la concezione di Cartesio, che aveva postulato una rigida separazione tra res cogitans e res extensa, in base alla quale si avrebbe da una parte il pensiero (o la coscienza), e dall'altra la materia inerte, concepita in forma meccanica. Postulare due sostanze è per Leibniz una visione irrazionale, per rimediare alla quale si deve necessariamente supporre che pure la materia apparentemente inorganica abbia proprie percezioni.
Anche Giacomo Leopardi per certi versi ha fatto riferimento al panpsichismo, dichiarando: «Che la materia pensi, è un fatto».

 
Sarebbero dunque interessanti  degli esempi al riguardo e per iniziare ne riesumo uno di vecchiotto (per l'attuale sviluppo tecnologico) che è stato ben verificato (e credo falsificabile):
 
LE MACCHINE DELLA MEMORIA.

Verso il 1950 un neurofisiologo inglese Grey Walter, cercando di riprodurre i movimenti del cervello umano in modo meccanico, inventò delle piccole "tartarughe" semoventi a rotelle che eseguivano un movimento cibernetico. Si tratta di una serie di sistemi legati a catena in modo che la perturbazione in un elemento si ripercuote su tutta la serie: arrivata all'ultimo elemento, ritorna indietro fino al primo, seguendo la catena.

Si tratta dunque di una serie di retroazioni che si perpetuano fino a ritrovare l'equilibrio iniziale.
Ecco la descrizione della tartaruga o strumento cibernetico. 
Vi è un occhio elettronico ruotante e sensibile alla luce collegato a due accumulatori, a loro volta collegati, uno alle due ruote motrici, l'altro allo sterzo, che dà la direzione. 
L'equilibrio è raggiunto solo se i due accumulatori sono carichi. 
L'occhio cerca una sorgente luminosa e si fissa sulla direzione di questa appena la scorge. La corrente passa e le ruote si mettono in movimento. 
La tartaruga si dirige verso la lampada che è l'esca. 

Prima esperienza: si frappone un oggetto tra la luce e la tartaruga. L'oggetto fa ombra ed essa si ferma. 
Le ruote si dirigono poi a caso di qua e di là come in un valzer lento, finché per caso l'occhio ritrova la luce ed essa riprende il cammino.

Seconda esperienza: si rimette l'oggetto allo stesso posto tra la lampada e la tartaruga e ci si accorge che il tempo di esitazione per evitare l'oggetto è sempre più corto e deciso. 
Una sola conclusione: si ricorda. 
Senza silicio o tessuto nervoso.... ma solo elementi cibernetici capaci di reazioni e retroazioni nella ricerca di un equilibrio.

Terza esperienza: si aggiunge un altro senso alla tartaruga, l'udito. 
Si pone un microfono presso la lampada, collegato all'occhio elettronico. 
Si fischia. Nessuna reazione naturalmente. 
Si cerca di "educarla": si accende la luce e si fischia allo stesso tempo.
La tartaruga va verso la luce. Si ripete l'esperienza molte volte. 
Poi si fischia senza accendere la luce. 
La tartaruga rotola verso la luce... spenta! 
Essa ha dunque associato il suono alla luce e ha obbedito ad un vero riflesso condizionato. 
Detto altrimenti, ha acquistato due memorie diverse e le ha associate, realizzando una funzione psichica molto più complessa di una semplice memoria.
Sembra dunque fuori dubbio che la memoria esiste al di fuori del mondo vivente: si tratta di ritrovare un sistema retroattivo e un equilibrio da raggiungere."



(WP) - William Grey Walter (Kansas City19 febbraio 1910 – Bristol6 maggio 1977) è stato un neurofisiologo britannico e statunitense, uno dei pionieri dell'applicazione dell'elettroencefalografia alla clinica neurologica e psichiatrica
Tra i primi studiosi di cibernetica, realizzò delle macchine autonome semoventi ("tartarughe") per illustrare le modalità di funzionamento di alcuni meccanismi cerebrali.
Dal 1949 partecipò attivamente, come membro fondatore, alle attività del Ratio Club, un circolo che raccolse i precursori della cibernetica britannica[14]
Negli stessi anni, sviluppando idee nate dai primi contatti con Craik, iniziò a costruzione i primi esempi di robot semoventi, in grado di simulare un comportamento orientato al raggiungimento di uno scopo. 
Si trattava di semplici macchine a tre ruote, con due motori ed alcuni semplici circuiti elettronici, che egli chiamava "tartaruga" a causa della forma e della lentezza dei movimenti.
Tra il 1948 ed il 1949 Walter produsse due esemplari della prima serie, denominati Machina speculatrix, ai quali dette i nomignoli Elmer (ELectroMEchanical Robot) ed Elsie (per Electro Light Sensitive with Internal and External stability) a seconda della versione. 

Essi erano attratti dalla luce non troppo forte, mentre erano respinti dalla luce di intensità superiore ad un certo livello, e dall'incontro con ostacoli. 
Queste semplici regole producevano comportamenti imprevedibili ed apparentemente complessi, che avrebbero potuto dare l'impressione di una attività libera ed autonoma, e che Walter riteneva sarebbero stati accettati come segno di un certo grado di consapevolezza se osservati in un animale

Elsie aveva la capacità ulteriore di tornare ad un punto prestabilito per ricaricare le proprie batterie[15].
In una seconda serie, la Machina docilis[16], Walter aveva aggiunto due circuiti (indicati come Cora, per Conditioned Reflex Analogue) che permettevano alla macchina di apprendere dei comportament simulando il riflesso condizionato introdotto in psicologia da Ivan Pavlov[17]
Interrompendo i due circuiti aggiuntivi, la tartaruga tornava a comportarsi come Machina speculatrix.

Esemplari originali di macchine costruite da Walter sono conservati nel Museo della scienza a Londra, nella galleria "Making the Modern World", ed allo Smithsonian Institution.

https://www.youtube.com/watch?v=lLULRlmXkKo
 


Buona serata anche a te

Jean
#547
Ritornando alla settima arte, la cinematografia, al chiedersi qual siano le migliori opere troverete liste dei migliori 10, 20, 100... film e scorrendole non ce ne saranno due che concordano (ho provato con le prime 10). 
Del tutto lecito e prevedibile, la diversità d'opinioni in ogni campo corrisponde alla biodiversità culturale (se si può dir così).
In quelle liste ci son opere che a volte son nelle prime posizioni e altre ben più giù, ma raramente son escluse del tutto ed il film di cui m'interessa parlare è tra i più quotati.

2001 Odissea nello spazio

All'inizio del tempo, sulla Terra primordiale, un grande monolito, parallelepipedo perfetto levigato e nero come la grafite, appare ad alcuni scimmieschi antenati dell'uomo, sconfitti nella lotta per il possesso di una pozza d'acqua da un branco più numeroso e aggressivo di loro simili.
Il contatto non ha effetti visibili, eppure qualcosa è avvenuto: il primo barlume di pensiero si è acceso nel leader del gruppo, che scopre in un robusto osso l'utensile, e al tempo stesso l'arma, che gli consentirà di dominare il mondo che lo circonda.

Millenni dopo, un identico monolito viene alla luce nel cratere di Tycho, durante gli scavi che gli uomini, ormai conquistato lo spazio, stanno conducendo sulla Luna. Per scoprire a chi è destinato il segnale che l'incomprensibile oggetto ha improvvisamente emesso in direzione di Giove, parte la Discovery, con a bordo gli astronauti David Bowman (Dullea) e Frank Poole (Lockwood) oltre a tre scienziati in animazione sospesa.

Ma quando, dopo diciotto mesi di viaggio, l'astronave raggiunge il pianeta, soltanto Bowman è sopravvissuto all'attacco di Hal 9000, il super calcolatore a cui è affidato ogni controllo, che è andato in avaria ed ha cercato di eliminare l'intero equipaggio.

Disattivato il computer assassino, Bowman rimane solo di fronte all'universo ed all'inconoscibile presenza che lo attende sul pianeta gigante. Il film di Kubrick rappresenta una svolta epocale per il cinema di fantascienza e forse non solo per quello.

Mai prima era stato tanto potentemente evocato l'ignoto che attende l'uomo oltre gli ormai più o meno disvelati "vicini" planetari del sistema interno, a cominciare dai successivi e misteriosi giganti gassosi posti subito al di là del confine della cintura degli asteroidi.

Mai prima l'uomo era stato così esplicitamente riconosciuto vero protagonista, e posto con decisione al centro della scena, soggetto ed oggetto al tempo stesso di una filosofica e quasi metafisica ricerca del significato della vita, e del suo posto e del suo ruolo in un universo largamente incomprensibile nella sua infinità.

In lunga (cinque anni di lavorazione) e tormentata osmosi creativa con il famoso Arthur C. Clarke (che contemporaneamente rielaborava i suoi racconti ispiratori "La sentinella", "Encounter in the Dawn" e "Guardian Angel"), Kubrick realizza un'opera unica ed irripetibile, che si colloca subito e per sempre tra i capolavori immortali del cinema.

Senza paragoni ancora oggi gli effetti speciali, realizzati con perfezione maniacale ancor più stupefacente se si considera che sono stati realizzati in anni nei quali la tecnologia della manipolazione delle immagini era ancora assai rudimentale.

Originalissimo nella scelta delle musiche, il film è anzitutto geniale ed innovativo nelle tematiche, tra le quali già individua, con moderna visione anticipatoria, il problematico rapporto con l'intelligenza artificiale. 
 
https://www.mymovies.it/film/1968/2001odisseanellospazio/
 

Che dire, un'opera al di là dei tempi... e del tempo, sulla quale potremmo discutere a lungo per gli ambiti che tocca.
Almeno nella finzione cinematografica qualcuno ritorna da quel viaggio di sola andata che è l'esistenza...

A causa del mio interesse per l'A.I. (trattata sia in scienza e tecnologia che in filosofia ed oggi qui in riflessioni sull'arte)  vorrei discutere con voi il seguente punto, riportato nella recensione:

Hal 9000,  il super calcolatore a cui è affidato ogni controllo, che è andato in avaria ed ha cercato di eliminare l'intero equipaggio...

La domanda (spero abbiate visto il film nella sua interezza):

ritenete che davvero si tratti di "avaria"..?
 
Un cordiale saluto
Jean
#548
Ieri è morto all'età di 90 anni Douglas Rain, attore canadese diventato famoso per aver dato la voce al computer Hal 9000 nel celebre film di Stanley Kubrick 2001: Odissea nello Spazio

https://www.repubblica.it/spettacoli/cinema/2018/11/12/news/e_morto_douglas_rain_la_voce_di_hal_9000-211455144/?ref=RHPPBT-BH-I0-C4-P15-S1.4-T1

Nel film, la voce rassicurante di Rain è inizialmente di conforto al comandante David Bowman, intepretato da Keir Dullea, prima che le cose inizino a prendere una piega sinistra.
Sebbene Rain abbia parlato raramente del suo lavoro, Dullea ha definito il suo contributo nel classicone sci-fi come "perfetto".
"Per quanto mi riguarda, è il personaggio principale del film", ha detto Dullea in un'intervista del 2016. "È stato un casting geniale. Qualcosa nella sua voce, era perfetto, insolito".
  

E, coincidenza, proprio ieri nel mio ultimo post nella discussione in filosofia: 

A.I. - Come il progresso tecnico scientifico viene a mutare il significato del (nostro esistere), così dicevo a Phil:

... ma è quello che potrebbe derivare dal connubio umano-A.I. il vero punto nodale: l'umano vivrebbe (come è già possibile) una realtà "aumentata" ma dall'altra parte l'A.I. imparerebbe ben presto la risposta umana in ogni circostanza. 
Le due differenti realtà saranno unite in una simbiosi che col progredire dell'apprendimento si approfondirà sino a... che ne dici di una voce dentro di te che a mò di angelo custode ti orienta nelle decisioni? Ti ricorda qualcosa..?
 

Cit. Apeiron - Detto ciò, più che la distruzione delle "macchine", bisognerebbe si capisse che bisogna utilizzare bene la tecnologia. In pratica, la "chiave" sarebbe quella di "progredire" in modo che si riescano ad ottenere quasi esclusivamente gli "effetti positivi".

Nel film 2001-Odissea nello spazio la tecnologia pare sia stata ben utilizzata... rendendo possibile il viaggio interplanetario, certamente con le migliori intenzioni, ma... qualcosa ha preso un'altra piega e l'A.I.- Hal 9000 ad un punto manifesta un'autonomia inspiegabile, così che non resta che "spegnerlo"... accidenti, non ti ricorda un po' la vicenda dei nostri Bob e Alice?

Qui sorge una nuova questione:  

...non sappiamo come fanno gli esseri umani a comprendere eppure (gli esseri umani) affermano che le "macchine" non comprendono al modo degli esseri umani...

C'è qualcosa che non torna (a livello logico)... 

Mentre digitiamo sulla Keyboard del pc le nostre parole per condividerle in rete... possiamo dire di conoscere intimamente  questo strumento?

.
Animismo - concezione tipica dei popoli primitivi, secondo cui ogni fenomeno o cosa dell'universo sono dotati di anima e vivono di una loro vita, spesso creduta divina e degna di culto.
 
Talete – Tutte le cose sono piene di dei.
 
Talete – Conosci te stesso
 
 
 
Un cordiale saluto
 
Jean
#549
Varie / Re:Un pezzo d'un intero
11 Novembre 2018, 22:03:21 PM
Un pezzo d'un intero
Assieme ad altri pezzi
Anch'essi d'altri interi
Fanno ancor un intero?
A voi ch'avete vezzi
Di cose e verbi veri
Aprite tal mistero
 
Dare la risposta (che sarebbe  :) simpatico :)  conoscere) prima di visionare il link
https://www.ilpost.it/2013/09/20/ultime-scene-film/
 
Un cordiale saluto
Jean
#550
 
Cit. Inverno - Le cosidette IA sono migliorate in campo digitale, perché lì è necessaria solamente una maggiore potenza di calcolo per renderle efficienti, quello dove però sono rimaste al palo è nell'interazione con il mondo fisico. 
Pare che sia molto più difficile insegnare ad un IA cosa è una matita e come riconoscerla, rispetto che farle gestire milioni di contatti telefonici. Evidentemente la potenza di calcolo non è tutto quando si tratta di definire, comprendere, percepire. 
 

Ciao Inverno,

riguardo il punto evidenziato sembra che le difficoltà siano in via di completa risoluzione, ad esempio basti pensare ai progressi nel campo della guida autonoma:  

Per auto a guida autonoma o auto autonome si intendono quei veicoli in grado di svolgere autonomamente le stesse mansioni che il guidatore fa in un'auto tradizionale durante la fase di trasporto. L'auto autonoma è in grado di vedere l'ambiente circostante attraverso radar, lidar, GPS e sensori che interagiscono col software dedicato, il quale prenderà la decisione migliore senza l'intervento umano. 

Per questo si parla di "rivoluzione della guida autonoma", ed in quanto tale è graduale e non esente da difficoltà, dal punto di vista tecnico, amministrativo e culturale. Allo stato attuale possono circolare solo in alcuni Paesi previa autorizzazione, in piccole aeree urbane ben delimitate e semi chiuse al traffico, al netto di deroghe concesse caso per caso dalle autorità. Lo stato dell'arte è ancora molto lontano dall'affidabilità totale e l'assenza di una legislazione chiara ed uniforme che permetta di far diventare le auto aguida autonoma un mezzo di trasporto di massa, è al momento uno degli ostacoli principali alla diffusione in larga scala. 

La SAE, Society of Automotive Engineers, (ente internazionale di normazione nel campo dell'industria aerospaziale, automobilistica e veicolistica) ha stabilito sei livelli di guida autonoma che si basano sul maggiore o minore grado di automazione dell'auto, con relativo livello di partecipazione umano alla guida del veicolo. 

Nel 2017 il massimo livello raggiunto dai modelli in commercio è il livello 3. 

Livello 0 
Il livello zero di guida autonoma indica le auto dotate di sistemi di sicurezza che intervengono in alcune situazioni di guida, come l'avviso del cambio involontario di corsia, il sistema di rilevamento dell'angolo morto, etc. Ma in nessun caso prendono il controllo dell'auto. 


Livello 1 
In questo caso il sistema di mantenimento della corsia e il controllo della velocità adattivo, ove presenti, intervengono con piccole correzioni dello sterzo per mantenere l'auto in corsia e mantiene la distanza di sicurezza con il veicolo che precede. 


Livello 2 
Dal livello 2 si inizia a parlare di veicoli semi-autonomi. In questa situazione l'automobile gestisce accelerazione e frenate attraverso sistemi come il controllo della velocità adattivo, la frenata assistita e la frenata di emergenza anticollisione, ma direzionalità e controllo traffico restano esclusive del guidatore. 


Livello 3 
l livello tre è il primo livello di vera e propria automazione. L'auto è in grado di guidare da sola gestendo accelerazione, frenate e direzione, mentre il guidatore interviene in situazioni problematiche o laddove la guida autonoma non sia permessa. Chi guida di ha solo il compito di monitorare il traffico stradale e resta pronto ad intervenire su richiesta o in caso di condizioni avverse. 


Livello 4 
Il quarto livello prevede la gestione autonoma di accelerazione, frenata, direzione e controllo traffico. L'automobile gestisce e prende decisioni in base alle tipiche situazioni dovute al traffico o alla percorrenza di strade urbane o extraurbane. In questa situazione l'automobile è in grado di guidare in completa autonomia ma è possibile per il guidatore riprendere il pieno e totale controllo dell'auto in situazioni particolari. 


Livello 5 
Al momento il livello 5 è solo un obiettivo da raggiungere. In questo caso il veicolo non dipende in nessun caso dall'intervento umano e i passeggeri a bordo dell'auto possono disinteressarsi completamente della guida durante il percorso. L'auto è in grado di circolare in qualsiasi tipo di strada in qualunque condizione. Proprio questo è il livello di guida autonoma che necessita maggiormente di una regolamentazione e, soprattutto, di un aggiornamento delle infrastrutture
.

http://www.autoblog.it/categoria/guida-autonoma
 
Tutte le grandi aziende ci si dedicano:

https://www.alvolante.it/categoria/guida_autonoma

volendo pensar bene a causa della previsione di una riduzione del 90% degli incidenti stradali, ma ci sono anche delle implicazioni "militari"... tuttavia il maggior dibattito riguarda la "scelta" che si dovesse trovar a compiere l'A.I.-automobilizzata in caso di incidente non evitabile.

 
cit. Phil - L'uomo (parlo del genere umano, non di quello maschile), da bravo narcisista paranoico, ha antropomorfizzato gli dei, gli spaventapasseri, (gli alieni) e ora ci prova anche con i computer... altrimenti come spiegare tutte le ricerche volte a creare un robot antropomorfo, che quasi puntualmente cade o stenta con le sue due gambe robotiche, pur di non volerne creare uno (più facilmente realizzabile oltre che stabile) con quattro gambe, e potersi così dedicare ad ulteriori sviluppi tecnici? 
 

Ciao Phil,

beh, immagine e somiglianza pare un forte imprinting nell'uomo... la strada antropomorfica è una delle più battute ma almeno è visibile, al contrario di un micro dispositivo inserito (si spera non a nostra insaputa...) nel corpo.

Ma è quello che potrebbe derivare dal connubio umano-A.I. il vero punto nodale: l'umano vivrebbe (come è già possibile) una realtà "aumentata" ma dall'altra parte l'A.I. imparerebbe ben presto la risposta umana in ogni circostanza. 

Le due differenti realtà saranno unite in una simbiosi che col progredire dell'apprendimento si approfondirà sino a... che ne dici di una voce dentro di te che a mò di angelo custode ti orienta nelle decisioni? Ti ricorda qualcosa..?   ::)
 

Un cordiale saluto ad entrambi
Jean
#551
 Cit. Lou - ... chiarire le differenze tra verità/trasparenza/sincerità e arrivare a sottolineare i rischi di una assoluta trasparenza e l'importanza del "segreto" per lo sviluppo di noi stessi.

Cit. Ipazia - ... è sempre stato un po' così, dai luddisti in poi, e quindi la partita si sposta sul terreno della propaganda, che nel capitalismo si chiama pubblicità, su cui si investono ingenti capitali e se ne vede in trasparenza, come nel Giacomo della Marzano, inequivocabilmente il motivo: omologare, perché nessuno lasci, anche inavvertitamente, qualcosa fuori dal gioco.


Mi piacciono i nickname,  l'italiano "soprannome" non ha l'agilità del termine inglese... l'agilità è importanteper muoversi ed eventualmente sgusciar via da una situazione non più confacente.

Dietro ogni nick si cela il segreto della nostra identità quotidiana o, per quelli che l'han rivelato, la rinuncia a quel segreto, una rinuncia parziale... altri saranno i segreti (importanti) da conservare.

Non ritengo impossibile che "qualcuno" attraverso la tracciatura di tutti i nostri movimenti, online e offline:

ciò che leggiamo, scriviamo, paghiamo, compriamo, autostrade, viaggi, alberghi, B&B, telecamere fisse, telefonate, whatsup ecc. 

possa (volendolo) conoscerci abbastanza bene... così risulta difficile immaginare qualcosa da lasciar "fuori dal gioco" e se la individuate meglio non dirla o ci rientrerebbe.

Omologare, conformare, ben sappiamo essere l'imperativo di ogni società o gruppo di potere con risultati, la storia insegna, straordinariamente inquietanti. Ma con l'esplosione delle attuali tecnologie informatiche saranno ben pochi i pesci a (letteralmente) poter sfuggire dalla rete. 

Anche se non è detta l'ultima parola... Ipazia ha richiamato il Luddismo (WP):

Il luddismo è stato un movimento di protesta operaia, sviluppatosi all'inizio del XIX secolo in Inghilterra, caratterizzato dal sabotaggio della produzione industriale. Macchinari come il telaio meccanico, introdotti durante la rivoluzione industriale, erano infatti considerati una minaccia dai lavoratori salariati, perché causa dei bassi stipendi e della disoccupazione. La distruzione di macchine industriali come segno di protesta avvenne già alla fine del XVIII secolo, ma solo sotto l'influenza della Francia e dei giacobini inglesi la protesta prese i caratteri di un movimento insurrezionale.[1]
Il nome del movimento deriva da Ned Ludd, un giovane, forse mai esistito realmente, che nel 1779 avrebbe distrutto un telaio in segno di protesta. Ludd divenne simbolo della distruzione delle macchine industriali e si trasformò nell'immaginario collettivo in una figura mitica: il Generale Ludd, il protettore e vendicatore di tutti i lavoratori salariati oppressi dai padroni e sconvolti dalla rivoluzione industriale.
Oggi con il termine luddismo si indicano tutte le forme di lotta violenta contro l'introduzione di nuove macchine e, per estensione e con intento denigratorio, ogni resistenza operaia al mutamento tecnologico.

Un contributo importantissimo alla discussione, in quanto origine della resistenza (non solo a parole)  contro la visione del mondo che man mano si andrà affermando...  Bob e Alice sarebbero stai spenti ben prima se avessero incontrato il Generale Ludd...

Un contributo che potrebbe essere ancor meglio trattato in altre sezioni, es. Tematiche Culturali e Sociali, con ciò confermando l'alto grado di interdisciplinareità di questa discussione.

La resistenza al "nuovo", specie quando riduce fortemente le già difficili condizioni di vita è inevitabile e se in passato la si sopprimeva con la repressione fisica, oggi i mezzi di quella che Ipazia chiama "pubblicità" producono risultati (ben maggiori e con minor "spesa") che i frequentatori del forum sovente dibattono.

Tornando alle "macchine"...

Cit. Apeiron - Ed è proprio quello che dice il "Consigliere Hamann" nel dialogo che ho citato, ovvero che perfino le "nostre" macchine (ovvero, quelle che possiamo spegnere), che sono per certi versi sotto il nostro controllo, in realtà ci controllano. Non ci controllano "violentemente", ma siamo noi a farci controllare ed essere sempre più dipendenti da esse. Delegando sempre più cose alla tecnologia, potremmo sì vivere negli agi e nelle comodità ma, se ben vediamo le cose, è come se ci rinchiudiamo sempre di più in una sorta di "prigione d'oro". 
 
Anche volendolo non possiamo sottrarci dal "mangiare" – in tutti i sensi - i frutti del nostro tempo (prodotti o favoriti dalle tecnologie).  

Anche volendolo le macchine attuali, per "mangiare" i loro componenti e l'energia per azionarli dipendono dall'uomo (al momento insostituibile schiavo o demiurgo...).

Ci troviamo sulla linea d'equilibrio, avvenisse un disastro delle proporzioni indicate da Apeiron sia noi che le "macchine" rischieremmo l'estinzione. 
Per questo chi detiene il "vero potere" ha già da tempo fatto predisporre delle vie di salvezza  a beneficio degli "eletti" (o raccomandati, secondo altra visione).

Wow... come diceva Snoopy scrittore... la trama si infittisce!
 

Buona domenica
J4Y
#552
Tematiche Filosofiche / Re:Cos'è la verità
10 Novembre 2018, 17:52:40 PM
Citazione di: 0xdeadbeef il 10 Novembre 2018, 13:31:06 PM
Citazione di: Ipazia il 10 Novembre 2018, 08:23:30 AM
Citazione di: 0xdeadbeef il 09 Novembre 2018, 19:06:14 PM
Se chiamo questo oggetto "tastiera" dico il vero, mentre se lo chiamo "pianta" dico il falso.Questo vuol dire che la verità non risiede nell'oggetto con cui scrivo, ma nel termine linguistico (segno) che uso per designare tale oggetto. Perchè è esso, il segno linguistico, che pone il criteriodi verità (cioè è esso che dice che "tastiera" è il vero e "pianta" è il falso).

Anche se dico keyboard dico il vero. Il vero non sta nel significante (segno), ma nel significato (concetto) e qui si riaprono le danze. E si riducono anche le illusioni di una conoscenza tutta per via linguistica.

Ciao Ipazia
Ritengo capzioso distinguere fra la parola propriamente detta e il concetto, o immagine mentale. Perchè
con il termine "segno" (semioticamente inteso) li intendiamo entrambi.
Da questo punto di vista, se dico "keyboard" dico il vero adesso, cioè in una società nella quale la
terminologia è mutata nel tempo assumendo nuovi ed inediti significati. Ma non sarei stato nel vero ieri,
cioè in una società nella quale l'uso di termini informatici e della lingua inglese non aveva ancora avuto
luogo.
In altre parole oggi è mutato il "segno", per cui la validità della definizione di "verità" che ho dato ("la
corrispondenza dell'oggetto di conoscenza con la regola che un certo segno linguistico ha posto come
criterio di verità") ritengo resti immutata pure chiamando la tastiera "keyboard".
saluti

Buonasera Oxdeadbeaf,

se invece di "tastiera" o Keybord" la chiamassi "convertitore", parola di ieri e di oggi?

Ossia, quanto si può tollerare l'approssimazione nella definizione?

Se "abbastanza" allora tutti i contributi in questa discussione solo per il fatto d'esser presenti e di cercar di descriverla, in linguaggio o altrimenti, van nella direzione giusta, appunto la ricerca del significato reale.

Se non "abbastanza" allora quanto?
 

Un cordiale saluto
Jean
#553
Citazione di: Ipazia il 09 Novembre 2018, 08:45:31 AM
"Come il progresso tecnico scientifico viene a mutare il significato del"

Semplicemente cancellando il "nostro esistere". Come fa questa macchina in base all'algoritmo con cui è stata programmato il sw. Che sia un messaggio subliminale che essa ci vuole dare ?  :-\

Chapeau a te, stavolta... bella intuizione e umorismo elegante...

mi ero accorto dell'elisione dell'ultima parte del titolo ed avevo pensato al limite di battute, tanto da considerare la richiesta di una modifica ma... l'avessi fatto tu non avresti potuto avere l'intuizione e la "macchina" non avrebbe prodotto il suo messaggio subliminale... che ci sia una "comunicazione" a qualche livello (non diretto, ovviamente) tra la "macchina" e l'uomo..? (ipotesi che magari approfondiremo...  ??? ).

 
 
PS – son contento della partecipazione degli utenti e della qualità dei loro interventi. Coincidenza proprio in questi giorni se ne discute a Treviso:

https://www.repubblica.it/dossier/tecnologia/talks-on-tomorrow-2018/2018/11/09/news/dall_auto_alla_sanita_il_futuro_dell_intelligenza_artificiale_e_gia_presente-211200670/?ref=RHPPBT-VT-I0-C4-P25-S1.4-T1

e immagino il pubblico sia anche se non soprattutto di persone giovani... son certo che anche qui in Logos vi siano molti giovani che invito a partecipare, coraggio questi son gli argomenti del vostro tempo, dite a noi vecchiacci (io) come vedete la faccenda... a voi spaventa qualcosa del genere?  :o 

https://video.repubblica.it/mondo/cina-clonato-il-giornalista-il-tg-lo-conduce-un-anchor-man-virtuale/319208/319837?ref=RHPPBT-BS-I0-C4-P20-S1.4-T1
 
J4Y
#554
È antica la capacità dell'uomo di manipolare la materia, risalgono ad almeno 40.000 anni fa le costruzioni megalitiche (ma ci son interpretazioni più longeve). 
L'uomo ama la materia, direi... e si è sempre adornato con manufatti d'ogni sorta, gioielli in primis. 
Agghindare il proprio corpo con la materia "trasformata" - da grezza che era - gli ha conferito uno status e probabilmente agevolato l'identificazione con quello (per quanto a fine corsa come si vien nudi così si fuoriesce... nell'attesa son disponibili molti "giochi", anche di ruolo purtroppo).

Un altro modo d'impiegare su di sé la materia è per rimpiazzare parti organiche non più funzionali o perdute, probabilmente i dentisti detengono il primato quantitativo di tali interventi (Dio li protegga, quelli seri....). 
La lista dei "ricambi" si aggiorna e cresce continuamente e di questo passo in futuro, se si  allungherà significativamente la durata dell'esistenza, della nostra nave di Teseo potrebbero rimaner ben pochi pezzi "originali"...

Ma in questi tempi attuali – l'argomento della discussione – si profila un'eventualità del tutto nuova, intervenire non solo sulla nave, ma attraverso quella sullo stesso capitano (Teseo alias noi stessi). 
Che dire, il mito aggiornato, riveduto e corretto, magari con un bel color rosso sulle vele del ritorno...

... ritorno... ci sarà un ritorno una volta che una qualsiasi novità si sia affermata? 
Chi rinuncerebbe al telefonino (e il 5G "promette" limiti alle emissioni centuplicati, per chi ritenga significativi gli ultimi studi sulle correlazione con la salute)?

Una volta che l'interfaccia uomo-A.I. sarà realizzata e fornirà a chi se ne avvale un formidabile supporto alla sua volontà di potenza, ben superiore alla realtà aumentata poiché con qualche optional interverrà sulla realtà stessa, sarà ancora possibile un ritorno ad una misera realtà scolorata, riponendo senza rimpianti la sgargiante vela rossa per  indossar nuovamente quella bianca o nera..?
Non son solo le droghe a produrre assuefazione, anche le abitudini...

Queste nuove circostanze che ormai son dietro l'angolo... muteranno  il significato del nostro esistere o sarà ancora valida la filosofia, l'economia... la politica, la religione dei tempi attuali? 
Forse sbaglio ma mi par di rilevare poco interesse riguardo questi temi, probabilmente per la percezione (a mio avviso errata) che siano ancora  lontani dal realizzarsi.
Il ponte Morandi oscillava, vibrava e tutti (a posteriori) sapevano del pericolo ma...


 
Cit. Lou -  ...l'intelligenza artificiale non è forse l'ennesimo specchio che l'umano tenta di costruire per scoprire chi è e come è? Certo uno specchio talmente evoluto la cui immagine riflessa potrebbe avere, diciamo, come riflesso la stessa messa in discussione dell'umano con effetti dirompenti all'ennesima potenza per come lo conosciamo e comprendiamo.

Concordo, Lou e le tue parole al riguardo, qui e altrove, mi han dato la sensazione che tu intuisca dove stiamo andando...
 

Cit. Viator - In mancanza di ciò l'AI non potrà che produrre nuove mirabolanti ABILITA' e null'altro.
Il fatto è che l'AI non potrà mai affrontare situazioni che i suoi costruttori non abbiano precedentemente previsto e codificato direttamente od indirettamente.


Qui e altrove ho rilevato la sicurezza dei tuoi convincimenti che naturalmente rispetto. Ma ogni convincimento origina dalle informazioni disponibili oltreché dal ragionamento.

Se gli stessi addetti ai lavori affermano che "le macchine" :

"... non comprendono ancora le cose come fanno gli esseri umani..." (prof.Mitchell)

e che come ben dice Lou : Mi ha colpito assai questa frase, perché trovo assai paradossale questo dire, come se sapessimo bene, un dato per scontato,  "come fanno gli esseri umani", a comprendere. 

... ne consegue che le deduzioni degli umani riguardo alle macchine sono altrettanto indeterminate che l'opposto.
 

Cit. paul - Perché questo è il punto non siamo più noi a trasformare con la tecnica, è la tecnica che ci trasforma, e il nostro adattarci non è più verso ambienti naturali, ma alle tecniche artificiali: questo è ormai il nostro paesaggio.
Perché questo siamo diventati, ci adatteremo noi alle tecniche  e non le tecniche all'uomo.
Questo processo è inarrestabile, in quanto ,dicevo, la nostra cultura ha dissociato il soggetto, e l'oggetto, l'uomo e la natura,



caro paul,

non c'è più alcun ambiente che si può dire integralmente naturale, le microplastiche le han trovate anche dentro il nostro corpo, per dirne una. Mi pare che i sumeri posizionavano le attività "inquinanti" (es. fusioni, rifiuti) fuor del cerchio urbano e nell'epoca vittoriana (Londra) si teneva in gran conto l'igiene, mantenendo sempre pulite le migliaia di chilometri di fognature costruite nel sottosuolo.
Ma oggi (nov. 2017):

"Una palla enorme e mostruosa sta bloccando le fogne sotto  Una mostruosa palla che pesa più di 10 autobus a due piani sta bloccando una fogna sotto una strada londinese."

https://it.blastingnews.com/cronaca/2017/09/una-palla-enorme-e-mostruosa-sta-bloccando-le-fogne-sotto-londra-002006583.html


hai ragione, la tecnica ha modificato l'ambiente e non si torna indietro, come dici. Tuttavia le tecniche di cui qui parliamo si adatteranno sempre più all'uomo, sino ad integrarsi con esso... e dentro esso (al pari della collocazione delle protesi mediche). È una situazione del tutto diversa, impatterà sostanzialmente sulla mente (per semplificare). Una cosa enorme, come dar le chiavi di casa ad uno sconosciuto... e non potremo farci nulla, accadrà... la cultura che dici ha dissociato l'uomo dalla natura sta realizzandone l'associazione con la (cultura) tecnica... con se stessa quindi...  @Ipazia > natura permettendo, ovviamente... (ma è lenta nel rispondere...).

 
@CVC e Sariputra 

tra rassegnazione e (velato...) scetticismo riguardo l'incombente futuro spunta un pensiero:

questi son i nostri tempi, il mio tempo. 
Molti dicono che per come son messe le cose al mondo o si rifà tutto o meglio il diluvio (es. la natura che si ribella, come già da segno...) a toglier l'ingombro della nostra specie, il "peso" anche fisico di 7 miliardi di individui.

Ma c'è qualcosa di nuovo - ok, un po' spaventoso se vogliamo - all'orizzonte.

È davvero peggio delle due opzioni precedenti?
 

Un saluto
Jean
#555
Cit. Apeiron - Già, come dicevo, più che "viaggi interstellari" e "conquiste di mondi", probabilmente il nostro futuro sarà più simile a quello descritto da "Ghost in the Shell". Ovvero, ci saranno sempre più "cyborg": umani che modificheranno il loro corpo per aumentare le "facoltà". Forse si potrà comunicare con il pensiero, navigare su internet senza nemmeno aprire il computer o accendere lo smartphone...  




Ciao Apeiron,

son contento di ritrovarti... il link all'articolo di Repubblica inizia proprio con la scommessa di May Lou Jepsen (le cui qualità e imprese sono ben descritte, dicono un autentico genio...) di realizzare appunto un dispositivo che renda possibile la telepatia, addirittura in un arco di tempo di pochi anni... una persona  così fortemente motivata con un percorso  costellato di imprese (riuscite) ritenute impossibili va presa sul serio, non sta parlando di sogni ma di come usare le notevoli conoscenze e i mezzi di cui dispone per raggiungere l'obiettivo.

Accidenti, Apeiron, te lo immagini.. altro che macchina della verità con le due sole possibilità vero/falso... se e quando ci sarà la possibilità di rendere visibili/udibili (?) i pensieri che ne sarà dei segreti, della privacy? 

Una tale macchina ha un potenziale devastante (tanto che dubito non sulla sua realizzazione ma sulla possibilità di disporne...).

Se poi fosse interfacciata ad una  A.I. connessa a una banca dati.... servirà ancora studiare quando si potrà disporre di tutta l'informazione? 
Molti studenti del secondo anno delle superiori già non ricordano come si esegue una divisione (non parliamo di radici quadrate ecc.), tanto c'è la  calcolatrice, una primitiva (!) forma di A.I..

Il punto è che se qualcosa/qualcuno fa le cose meglio di noi, col tempo (oggi i tempi son brevi) ci subentrerà, la via è stata tracciata sin dall'inizio del metodo scientifico.    

Quel che immaginava il (direi quasi "profeta") biochimico  Isaac Asimov prende via via forma... qualcosa/qualcuno "guiderà" per noi e "lavorerà" per noi (beninteso, non per tutti i poveri diavoli... per chi avrà le caratteristiche ($) adeguate...) e man mano "suggerirà" (questo già accade) le nostre azioni e in ultima gestirà il nostro tempo... 
 
Mettiamo (la do 1:1000) che non accada... ma le possibilità, le probabilità crescono a vista d'occhio... quindi appar sensato cominciare a parlarne (perché chi se ne occupa ne parla eccome!).

Questi son i frutti (piacciano o meno) dei nostri tempi... se hai un telefonino o usi un PC (come tutti quelli che ora stan leggendo) li stai già mangiando... questa "mela" ti ha fatto uscire dall'età dell'oro, quando l'uomo era in equilibrio con la natura. 
Però, onestamente, di ciò ho solo informazioni... qualcuno ne ha esperienza diretta? O tutti noi manipoliamo e siamo manipolati dalle informazioni?

Informazioni, Apeiron (... senza pensare al futuro, io mi accorgo già della differenza che c'è tra il mondo del 2018 e quello di 10-15 anni fa... ormai gli anni 2000 sono già quasi una fiaba) un flusso di informazioni in costante aumento e scambiate a velocità sempre maggiori... non avremo alcuna chances contro AlphaGo... (un esempio).

Se non potrai sconfiggere chi domani ti sarà (per forza di cose, ma si può approfondire) contro... anticipa... lascia "qualcosa" fuori dal gioco e assecondalo per non farglielo scoprire... (eh, Asimov docet...).
 

Un caro saluto
Jean

(PS – sei giovane, tu ci sarai quando accadrà...)  ;)