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Messaggi - iano

#5401
Tematiche Filosofiche / indivisibile.
20 Agosto 2019, 16:43:49 PM
1.Ciò che non ha parti .
2.Cio' che ha parti inseparabili.
Queste due definizioni non sono equivalenti , e magari ce ne saranno altre che mi sfuggono.
Nel secondo caso ci potremmo chiedere come abbiamo fatto a sperimentare le parti se non siamo riusciti a separarle?
Nel primo caso non possiamo dimostrare che ciò che supponiamo indivisibile sia veramente tale , non avendone rilevato parti.
Ma allora come nasce il concetto di  indivisibilità?
La seconda definizione mi sembra più generale , e la si può utilizzare nella pratica quando una particella contiene parti , che , entro i limiti delle condizioni sperimentali non sono separabili.
Ciò che caratterizza queste parti è che hanno un comportamento coerente. Come fossero un tuttuno.
Un tutt'uno nella nostra esperienza quotidiana ha un confine spaziale in cui si concentra, e da ciò deriviamo il concetto di particella.
Tuttavia al comportamento coerente delle parti non è necessario un confine spaziale.
Nel caso dell'emtemglememt quantistico ad esempio ci troviamo di fronte a un comportamento coerente di parti che non sono racchiuse necessariamente in un confine spaziale, nel senso che possono occupare l'intero universo.
Possiamo quindi definire ancora l'insieme di queste parti come una particella in base al comportamento coerente delle sue parti?
Oppure esiste una migliore definizione di particella?
Perché questo è il vero punto della discussione.
Cosa intendiamo per particella?
Cosa abbiamo inteso finora e cosa sarebbe bene intendere invece alla luce delle nuove esperienze?
Qui si vuole analizzare e mettere in discussione il concetto di particella.

#5402
Non direi che ci sia una sostanziale differenza , come è posta a premessa di questa discussione , fra i casi 2 e 3 .
Il sistema infatti decide sempre di scegliere la soluzione che reputa più probabilmente corretta fra quelle prese in considerazione , ma non sempre quella reputata più probabile è unica , e questo ultimo è il caso 3 , dove si salta da una possibilità all'altra in continuazione senza mai fare una scelta definitiva.
È il caso classico ad esempio del disegno di una semisfera concava o convessa
Il punto 3 è quindi solo un caso particolare del punto 2.
#5403
Citazione di: InVerno il 13 Luglio 2019, 07:37:27 AM
Citazione di: Jacopus il 11 Luglio 2019, 20:45:47 PME' probabile che questo modo di pensare sia radicato nell'uomo, fin da quando era necessario distinguere il proprio in-group dall'out-group e in quel caso si trattava realmente di vita o di morte. Però, ora, che possiamo distaccarci da questo modello, poichè fortunatamente viviamo in un ambiente molto meno ostile, ci risulta difficile separarci da questo metodo di interpretazione del mondo e di raffigurazione di chi ci è vicino e di chi ci è lontano.
Ti sbagli.. internet è dialogativamente e relazionalmente il luogo più ostile che l'uomo abbia mai esperito, per questo le modalità del dialogo sono state esasperate verso la polarizzazione, anche poi fuori da internet. Il cannocchiale dell'internauta cerca nuova terra di conquista e si guarda bene dai nemici, è un predatore di likes in mezzo ad altri predatori di likes. Scrivere un commento di apertura verso il prossimo significa lasciare il proprio forziere incustodito, meglio non farlo nemmeno salire sulla nave e proseguire per la propria rotta... buzzurro! buonista! stronzo! io me ne vado...
I luoghi non sono ostili di per se' , ma fanno risaltare o meno la nostra naturale ostilità.
Dialogare con i diversi non è la nostra naturale tendenza , e la rete ci asseconda in ciò , permettendoci di rinchiuderci nei nostri recinti di elezione.
Cosa che altri luoghi come ad esempio le città non permettono con la stessa facilità  , e ancor di più se grandi, come le metropoli , dove è inevitabile convivere  in parte col diverso col quale bisognera' inevitabilmente quindi dialogare.
Un dialogo che come sappiamo porta ricchezza , seppure non cercato , e per questo i grandi agglomerati urbani conservano un plus rispetto alla rete, e per questo , nel bene e nel male , continueranno a mantenere la loro importanza .
Avrete notato che tutti quelli che parlano male dei diversi fanno sempre un eccezione per il diverso dirimpettaio?

Ovviamente per quei pochi che hanno la cultura del dialogo col diverso invece la rete è una opportunità .
Quei pochi che sanno che la fatica del dialogo sara' sempre ricompensata.
#5404
Attualità / Re:Russia connection
16 Luglio 2019, 19:08:35 PM
In un mondo oggi globalizzato mi pare si sia passati da un bipolarismo a un multipolarismo , dove contano le grandi nazioni e le multinazionali.
Ai piccoli stati non resta , nel migliore dei casi , che vendersi , se gli è rimasta la libertà di farlo , in base all'offerta e/o alla contiguità territoriale.
Urge un Europa vera e grande.
#5405
Tempo fa' ripercorrendo un facile e breve sentiero nella riviera ligure di levante mi sono trovato disorientato dentro una villa che prima non c'era.
Chiedo alla proprietaria della villa che ha inglobato il sentiero se pensa di aver fatto una bella cosa.
No , mi ha risposto.
Ho costruito la villa perché affascinata dal posto ,ma quel fascino non c'è più adesso .
Per fortuna non tutti i sentieri della Liguria sono di così facile accesso , quindi non riusciranno mai a rovinarla del tutto.
Mi sia consentito uno sfogo....abbasso le cinque terre.
Abbasso gli stabilimenti balneari che adesso hanno in programma di rovinare pure laghi e fiumi.
Viva la Liguria, per chi sa' cercarla e trovarla.
Ma vale per l'Italia intera.

#5406
I colori dell'arcobaleno sono infiniti , ma noi ne vediamo solo sei o sette.
Quindi abbiamo dei limiti che ci costringono a rinunciare ad ogni sfumatura della realtà .
Anche lo schema sociale viene semplificato eccessivamente ( es. uomo e donna) al punto che chi non rientra nello schema diventa un escluso , magari da curare , di modo che possa rientrare nella definizione corrente.
Siccome la nostra percezione c'è la fa' a contare fino sette , allora forse potremmo fare uno sforzo in più.
Semplificare va' bene, ma la semplificazione è una necessità, non un bene in se'.E la semplificazione serve a dominare la realtà nei limiti in cui ci è dato farlo, non a forzarla.
Ma se in una discussione ci fossero sette posizioni diverse riusciremmo a tenerle tutte a mente?
Abbiamo dei limiti , ma a non limitarsi al bianco e nero forse c'è la possiamo fare.
#5407
Secondo me la questione è più complessa di quel che sembra.
Fra un Lombardo e un Siciliano non ci sono molte differenze , oppure ci sono , perché come ho detto esistono due tipi di siciliani.
Ma non significa che alcuni siciliani si siano omologati ai lombardi o all'Italia in genere.
L'ospitalita' che trovi in Sicilia , dove ti si chiede di raccontare la tua storia , in cambio di vitto e alloggio,  non è diversa da quella che sperimenta Ulisse nell'odissea.
La cultura occidentale deriva nel bene e nel male da quella greca.Ma la differenza fra sud e nord d'Italia è che al sud i Greci ci sono ancora , con tutti i loro pregi e difetti , che nel tempo non sono cambiati molto , mentre la cultura occidentale è andata avanti.
Hai ragione sul fatto che la tribù, detta anche parentela , è più importante al sud , e questo può spiegare molte differenze.
Quando un Greco disperso per il mondo incontra un altro Greco , non pensa neanche per un attimo di dover chiedere accoglienza, perché è già a casa sua.
La questione è complessa, ma anche semplice.
Basta leggere l'Iliade e l'Odissea e considerarli ancora attuali.
#5408
Se l'Italia è terra di mezzo la sua regione più rappresentativa è la Sicilia e qualcuno mi ha fatto notare che esistono due tipi di siciliani completamente diversi fra loro , pur parlando lo stesso dialetto.
Da Siciliano ci ho pensato un po', e poi ho dovuto ammettere che è vero.
Se si capisce come ciò sia potuto avvenire si potranno fare previsioni per il futuro , ma a naso non vedo profilarsi alcuna omologazione.
La globalizzazione ha effetti potenti, ma forse diversi da quelli previsti .
Diciamo un villaggio globale tipo Italia , dove tutti saranno diversi , pur parlando la stessa lingua.
Siamo noi il modello a cui il mondo si conformerà.
#5409
Tematiche Filosofiche / Re:ANTIGONE
03 Luglio 2019, 19:06:56 PM
Ciao Eutidemo.

Il mio problema oggi è che vengo invitato continuamente al non rispetto delle leggi nell'ambiente di lavoro , dove si crea un sistema , chiamiamolo andazzo , che gli altri colleghi stessi ti invitano a seguire .
Infatti non seguire l'andazzo non solo mette in forse il tuo quieto vivere , ma anche il loro ,  e sono loro i tuoi primi censori.
Mi chiedo se gli antichi Greci vivessero anche questa tragedia fra le tante.
Se dovessi scrivere io questa nuova tragedia la intitolerei SCHETTINO.
O forse è stata già scritta?
#5410
Adelphi 2019.
Sono a un terzo del libro.
Seppur promette di farsi leggere velocemente , nonostante l'argomento ostico ( o almeno così sembrava potenzialmente) , non posso aspettare nel consigliarvi questa meraviglia di saggio sulla località e non località in fisica.
È così scorrevole e chiaro per me , oltre che di piacevole lettura , che mi chiedo quanto ciò sia dovuto all'autore e quanto all'aver partecipato io a diverse discussioni in merito sul forum.
Libri e discussioni sui forum , e internet in genere , sono cose lontane mille miglia , sebbene molti si ostinino a giudicarli con lo stesso metro , ma la piacevole sorpresa di questo libro mostra per me quanto siano complementari.
L'aver potuto riflettere e scrivere sul forum a ruota libera in libero confronto, soprassedendo sulla coerenza (da parte mia ) e riportando così  i pensieri così come venivano deve avermi ben predisposto evidentemente a digerire questo libro.
Sia come sia , questo mi appare come il miglior libro di divulgazione scientifica mai letto.
Ma forse il maggior pregio del libro non è il farti capire tutto con uno schiocco di penna , ma quello di farti capire perché finora non lo avevi capito.
Quasi vi consiglierei di iniziare da secondo capitolo , perché quello che viene prima potrebbe scoraggiare un po'.
Ma solo un poco.
E sarebbe un peccato abbandonare questa lettura.
Inoltre la filosofia qui ha il giusto posto.
Se filosofia e scienza fossero due oggetti distinti separati da uno spazio , al modo della località,qui si mette in dubbio questa località perché, almeno in parte ,in questo libro sembrano occupare lo stesso spazio , o fanno parte se preferite della stessa storia , dove si dice che si passano la palla vicenda e nessuno dei due può giocare da solo , che poi non sarebbe neanche bello giocare col muro.
Magnifico.
#5411
Una deviazione del corrente flusso dei pensieri , se non la strada maestra verso la spiritualità, mi sembra il minimo comun denominatore della spiritualità su cui tutti possono convergere.
Poi c'è chi entra in quella dimensione del pensiero spinto da pulsioni non controllabili , e che non c'è nessun buon motivo di censurare comunque , facendovi tanta strada quanta basta e chi va' oltre.
Rifiutare la propria dimensione spirituale , quale che sia la sua dimensione, significa rifiutare se stessi , e ridurre questa dimensione al minimo comun denominatore , come mi pare si faccia qui , aiuta certamente a non rifiutarla e quindi è cosa buona e giusta , perché aiuta ad essere se' stessi.
Avere paura di noi stessi è la cosa peggiore che possa capitarci e il rifiuto preconcetto della dimensione spirituale è parte di questo danno.
Visto che oggi viviamo in un mondo in cui tutti fanno leva sulle nostre paure , deviare il flusso perverso di queste paure correnti entrando in una dimensione spirituale mi sembra quanto di più utile oggi possiamo fare.
Chiamiamola pure preghiera.
#5412
Citazione di: Freedom il 24 Giugno 2019, 09:38:14 AM
La preghiera ha tanti vantaggi ed uno di quelli, a mio avviso, più importanti, è purificare i pensieri.

E' bene tuttavia intendersi su cosa intendo per "purificazione" dei pensieri. Se una persona osserva il flusso dei propri pensieri rileva che esso scorre ininterrotto da mane a sera. Si dipana in una miriade di associazioni che scaturisce da fatti esterni ed interni. Questo flusso, tranne quando siamo chiamati a soddisfare bisogni e/o risolvere problemi (troviamo qui una parziale pausa) ci porta a spasso per le strade della vita. L'intensità emotiva di questi fatti gioca un ruolo fondamentale ma, tuttavia, non propriamente decisivo. Si può tentare un governo di questa dinamica e dunque dare un minimo di direzione ai propri pensieri.

https://it.wikipedia.org/wiki/Preghiera
Non riesco a rinunciare del tutto alla preghiera , perché evidentemente come ben dici al minimo svolge la funzione di proporre un diversivo al flusso dei pensieri ,quando ciò si sente il bisogno di fare, ne' ad eliminarne del tutto là ritualità in tali frangenti ,  così devo giungere le mani , pur non credendo.
Se si sente il bisogno di accedere a una altra possibile dimensione bisogna almeno mimare l'apertura di una porta e perciò le mani servono.
Si accede a un altra dimensione del pensiero che possiamo chiamare anche pura , perché no ?
Bella comunque la riflessione che apre questa discussione.
Ma la preghiera non è l'unico modo per distrarre il flusso dei pensieri e anche leggere un libro lo è, e le mani giunte mi pare simulino proprio un libro.
#5413
Ci sono cose che riusciamo a simulare bene , come ad esempio la nostra memoria attraverso la memoria di un computer , e questo ci consente di darle il giusto valore.
Altre invece , come la coscienza ,no , per cui c'e sempre il rischio di sopravvalutarle o sottovalutarle , entrando in questa valutazione inevitabilmente fattori estranei.
La coscienza per noi è un fattore tendenzialmente con funzione distintiva nell'ambito del regno animale e perciò credo la sopravalutiamo.
Non sappiamo se esistono una o più sostanze irriducibili ,
ma la nostra capacità di ridurre tutto in pezzi e di ricomporre diversamente, non si ferma neanche di fronte alle presunte irrudicibilita' . L'io e il me sono alcune di queste costruzioni certamente non gratuite , ma senza che ciò garantisca una loro sostanziale esistenza.
Sarebbe utile esercizio attribuire a tutti questi termini valori vari per vedere l'effetto che fa'.
Sospetto che l'abbassare il valore che diamo alla coscienza ci restituirebbe un quadro meno inutilmente artefatto della situazione.
La distinzione fra azioni coscienti e istintive ha certamente un senso operativo e a quello dovremmo limitare le nostre considerazioni credo.
Le riduzioni della realtà in termini di io e di me , nella misura in cui sfumano l'uno nell'altro mostrano la loro natura artificiosa , alla quale comunque non possiamo in genere rinunciare dal punto di vista funzionale.
Il saper comunque che ci si possa astrarre da essi , almeno in linea teorica , mi pare fonte di saggezza e armonia fra gli esseri viventi , perché mi sembra ovvio che la loro divisione è utile quanto artificiosa , mentre una sopravvalutazione della coscienza mi sembra fonte solo di artificiose inutili distinzioni.
#5414
Tematiche Filosofiche / Re:...ciò che vediamo.
14 Giugno 2019, 14:15:42 PM
@Sciombro.
Lo spazio è nella coscienza e non viceversa.
Mi piace.Ok.
#5415
Tematiche Filosofiche / Re:...ciò che vediamo.
12 Giugno 2019, 23:22:07 PM
Citazione di: sgiombo il 12 Giugno 2019, 12:15:18 PM
X Iano

Poiché mi sembri molto affascinato de ciò che di controintuitivo la scienza ci fa scoprire (di quanto la realtà -fenomenica materiale - naturale scientificamente conoscibile- sia "diversa da come appare" immediatamente al senso comune, vorrei invitarti a considerare quanto sia ben più antiintuitivo e contrario alle "apparenze immediate del senso comune" il fatto (di cui a mio parere bisognerebbe rendersi conto filosoficamente) che non é che le coscienze siano (e dunque non sono da cercarsi) nello spazio (dei fenomeni material), ma invece lo spazio (dei fenomeni materiali) é nelle coscienze.
Mi sembra qualcosa di ben più controintuitivo che la rotondità della terra, l' eliocentrismo, la relatività del tempo ai sistemi di riferimento, l' indeterminismo e la non-località quantistica!
Sono d'accordo.E' ciò che ho scritto.
Se non possiamo per nostra natura fare a meno di divedere il mondo in parti , tipo noi e il resto del mondo , a questi occorre aggiungere un parte di interfaccia ,quella che contiene lo spazio , il tempo  etc...
Per alcuni studiosi spazio e tempo hanno i giorni contati.
Intendono con ciò che qualcosa di più fondamentale e/o reale li sostituirà.
Questo gioco di bocciature e promozioni non sembra avere fine, e anche se non porta in nessun posto è difficile pensare che non vada da qualche parte.
È possibile che sia così, ma non giova al raggiungimento di questa possibile metà il sapere che stiamo andando da qualche parte , ma non sappiamo dove.
Mi sembra sia più utile vedere dove mettiamo i piedi perché a guardare troppo in la' si rischia di finire dentro un disastro ambientale.
Non è pensabile che noi si possa giungere al senso e all'essenza del mondo .
È vero, le nuove scoperte scientifiche ci sorprendono e possono appassionare con la loro controintuita' i bastian contrari come me , ma come si dice , e vale anche per la natura , uno scherzo è bello se dura poco e forse è arrivato il momento di smetterla di giocare al gioco dell'eterna sorpresa.
Stiamo distruggendo il distributore di noccioline.