Citazione di: Socrate78 il 21 Novembre 2018, 06:28:52 AM
L'inconscio? Ormai è un concetto logoro, da buttare, gli stessi psicologi in maniera sempre più massiva iniziano a dire che esso in pratica non esiste. Parlare di inconscio è assolutamente da evitare per un discorso di limiti della ragione, infatti se l'inconscio è per definizione quella parte di noi di cui non abbiamo consapevolezza, allora non possiamo nemmeno descriverlo e dire che cosa vi è contenuto, proprio perché non lo sappiamo. Diceva Wittgenstein che di ciò di cui non si può sapere occorre solo tacere.
Socrate, io differenzierei tra le teorie Freudiane sull'inconscio e il concetto stesso di inconscio che è assolutamente necessario perché la nostra attività mentale si esprime in pensieri logici, dei quali noi siamo consci, ed altre cose, che possiamo definire inconscie e che producono effetti nei nostri comportamenti. Studiando questi comportamenti si può conoscere l'inconscio come fecero quelli che introdussero immagini coi popcorn nelle pellicole dei film. Gli spettatori non erano coscienti di averli visti però il loro inconscio li aveva visti e gli faceva comprare più popcorn.
Riguardo poi al pessimismo cognitivo di Wittgenstein, mi domando come si possa affermare che non si può saper nulla di qualcosa. Ammettiamo pure che esista qualcosa di cui non si può saper nulla. Intanto io so che questo qualcosa esiste e che di esso non si può saper nulla, per cui qualcosa so.
Inoltre come faccio a scoprire che non posso saper nulla se non indago su questo qualcosa, e indagare vuol dire comunicare con altri esseri, cioè parlare di questo qualcosa.
Per il negazionismo, poi, io non potrò mai concludere che non si può saper nulla, io posso concludere che oggi non so nulla, ma come faccio a dimostrare che un domani non potrà esserci nessuno che sia in grado di sapere qualcosa?