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Messaggi - iano

#5446
Tematiche Filosofiche / Re:Matematica e realta’.
26 Maggio 2018, 03:26:19 AM
Non è facile trovare la chiave Apeiron , come dici.
Io ho abbozzato nel precedente post , che , se non si riesce a dare alla matematica lo stesso livello di essere che ha la sedia , allora proviamo a dare alla sedia lo stesso livello di essere che ha la matematica.
Cioè proviamo a portare tutto allo stesso livello.
Io non voglio togliere alcun merito al tuo amato Platone ☺️ .
Ma il fatto che la nascita della scienza possa farsi risalire al "trucco" dei due livelli di esistenza inventati da Platone , non ci conferma l'esistemza di più livelli.
Voglio portare tutto allo stesso livello , perché io credo sia unico il livello cui noi abbiamo accesso.
Per me questo livello unico , dove la differenza sostanziale fra la sedia e l'idea della sedia è una illusione , somiglia però più a quello che diciamo mondo Platonico , piuttosto che a quello che diciamo reale.
Ciò perché noi non abbiamo accesso,diretto al mondo reale , ma solo al mondo Platonico , magari moltiplicato al quadrato.
Non sto negando che vi sia un livello del reale , dico solo che noi ci illudiamo di avervi accesso diretto , mentre questo è indiretto attraverso strumenti come la matematica.
Quindi io vedo il mondo attraverso occhiali colorati , quindi il mondo mi appare colorato , così il mondo appare "color matematica".
Così io vedo il mondo come una moltitudine di oggetti , ma forse il mondo reale non è una moltitudine di oggetti.
E' la matematica ad essere quantizzata, o , a scelta , continua e perciò io vedo il mondo quantizzato o continuo.
Io non so' è non posso sapere direttamente come è la realtà.
Posso solo fare congetture , ma dal fatto che il mondo appaia discontinuo ,diviso,in oggetti distinti ,non significa che lo sia.
Non è detto che quegli oggetti distinti esistano.
E se mi appare parimenti diviso nel mondo perfetto delle idee , e in quello imperfetto del divenire , non è detto che questi mondi esistano.
La chiave quindi  forse non è mettere da parte Platone , ma moltiplicarlo al quadrato.
Qual'e' il vantaggio di portare tutto ciò cui abbiamo accesso allo stesso livello?
Un vantaggio psicologico , ma non per questo di poco conto.
Continuerò a procedere per "trucchi" , ma non diro' più che sono trucchi , uscendo da tanti imbarazzanti imbarazzi.😀
Quindi , onore a Platone.😇
#5447
Attualità / Re:L'austerity per la crescita
24 Maggio 2018, 22:19:41 PM
Ma a me sembra che la lotta agli sprechi è quel che ci viene imposto.
Se pure sono inevitabili come dici si impone comunque una misura.
Mi sembra viviamo nel paradosso che gli italiani vogliono si faccia in Italia quel che non farebbero mai a casa loro.
#5448
In matematica si usano i termini vero e falso , ma non assoluto e relativo.
Oltre questo non vado e non so' cosa è il relativismo ontologico.
☺️
Se andiamo a veder cosa è la verità in matematica , a dirlo sembra cosa povera , se non fosse che poi meraviglia come un trucco di magia.
È vero che una cosa che dico in questo modo posso dirlo in quest'altro.
In effetti sembra povera cosa , ma rimane l'unica verità che conosca.
Il fatto che poi queste verità vengono usate per costruire teorie scientifiche , non significa che perciò queste sono vere.
La verità al di fuori di quest'ambito mi appare argomento ingenuo , non meritevole di studio e attenzione .Diciamo un buon alibi per la mia pigrizia ad approfondire certi argomenti.
Quando vedo quanti attributi si danno al relativismo già mi arrendo.😭
#5449
@Epicurus.
Si il mio intento era in parte ironico.
Sono abbastanza ignorante di filosofia e quindi soggetto ad ogni critica per quel che dico , e le subisco con piacere (siamo qui per questo).
Per me verità e falsità esistono solo nell'ambito matematico.
Fuori da quell'ambito , seppur so' cosa siano , non so' dirti cosa siano ( per dirla al modo di Sant'Agostino ).
In ambito scientifico parlare di verità è secondo me fuorviante.
Le teorie non sono vere , e anche solo dire che vi tendono per quanto possa sembrare ragionevole , è solo una illazione non dimostrabile , e potenzialmente dannosa alla scienza stessa.
Relativo per me non è sinonimo di falso , perché equivarrebbe a dire che nella scienza tutto è falso , mentre invece nella scienza tutto è falsificabile e non è la stessa cosa.
Se non riesco a falsificare qualcosa che è falsificabile , questo non dimostra che sia vero.
Il fatto che le teorie trovino utile applicazione non significa che siano vere, ne' tantomeno nuove teorie ancora più efficaci sono più vere.
Non è questione di sospendere il giudizio di verità sulle teorie scientifiche, ma è improprio parlarne.
Quindi non è che siccome non sono vere , in quanto relative , allora sono false.
Non sono ne vere ne false , sono solo relativamente utili.
#5450
Tematiche Filosofiche / Re:Matematica e realta’.
24 Maggio 2018, 20:43:05 PM
Ottima analisi e stimolante.
Non hai risposto però alla domanda finale.
Dove voglio andare a parare?
Se abbiamo superato il realismo ingenuo dei greci , siamo sicuri di non starci ricadendo?
Gli algebristi italiani per risolvere le loro equazioni si inventano dei numeri che non sono veri numeri ammessi , i numeri immaginari.
Sono un trucco per giungere alla soluzione , ma non appaiono nella soluzione all'inizio.
È solo un trucco per far quadrare i conti perché quei numeri non trovano un corrispondente nel reale .In particolare non si riesce a darne una rappresentazione visiva al momento.
Successivamente si trova una rappresentazione visiva per essi e questo aiuta a sdoganarli.
Trucchi simili si sono usati per trovare equazioni soddisfacenti per la MQ , introducendo i quanti, come enti non ammessi come reali inizialmente  , ma che facevano quadrare i conti.
Questo parallelo mi fa' pensare.
La natura dei quanti però non permette di creare per loro una rappresentazione visiva soddisfacente , così sono rimasti in una specie di limbo , mentre i numeri complessi sono stati ammessi nel paradiso matematico.
Avere una rappresentazione visiva è stato fondamentale anche per Einstein nel costruire la relatività.
Mi chiedo quanto in questa esigenza di avere una soddisfacente rappresentazione visiva per digerire le teorie fisiche e matematiche non si celi ancora una buona dose di realismo ingenuo.
Questo realismo ingenuo lo abbiamo superato gia'una volta.
Non è arrivato il momento di superarlo una volta per tutte?
Così ad esempio la particella/onda è solo un trucco che funziona , ma noi ci illudiamo solo di avere in genere cose che non sono trucchi che funzionano!
Qual'e' il trucco che voglio usare qui per far quadrare le cose ?
Se non riesco a immaginare la particella /onda come cosa reale , per dargli dignità, abbasso la quota di realtà di tutto il resto.
In sostanza non esiste un realismo al di fuori di quello ingenuo.
#5451
Attualità / Re:L'austerity per la crescita
24 Maggio 2018, 09:43:35 AM
Ovviamente l'austerity non si coniuga con la crescita , ma con la fine dello sperpero clientelare.
A che livello sarebbe oggi il nostro debito  , e quindi la nostra credibilità, senza l'austerity?
Prendere coscienza di ciò sarebbe la base di partenza per la crescita , ma stanti le recenti promesse elettorali non ci siamo ancora.
Temo non si possa evitare di prendere una facciata per rinsavire.
Teniamoci pronti, sembra un passaggio obbligato e ci siamo vicini.
#5452
Tematiche Filosofiche / Re:Fisica e Tempo
24 Maggio 2018, 07:00:17 AM
@Apeiron.
Grazie per la risposta.
Ok , allora non accetto il realismo e mi salvo 😅 se solo sapessi bene di cosa si tratta.
Comunque ti sei espresso con chiarezza esemplare.
Sicuramente rinuncio ad un realismo ingenuo , se , pur dandomi la sensazione di essere ben piantato coi piedi per terra ,fa' si che non riesca a spiamtarmi da lì.
Ma da cosa nasce il realismo ingenuo?
Ho aperto una discussione "matematica e realtà " dove ne potremmo parlare.
#5453
Tematiche Filosofiche / Matematica e realta’.
24 Maggio 2018, 06:10:33 AM
All'inizio di questa storia il rapporto fra matematica e realtà che sperimentiamo è di tipo utilitario ed è forte.
Non solo i numeri ammessi sono quelli che aiutano a descrivere la realtà, ma non si pensa nemmeno possano esisterne altri.
All'inizio di questa storia quindi nella testa dell'uomo matematica e realtà sono ben fusi , come uno l'immagine dell'altro.
Posso rappresentare un numero con un asta e viceversa , in un rapporto di precisa reciprocità.
Poi i greci scoprono che le cose non sono così perfettamente reciproche e nasce il concetto moderno di numero potenzialmente svincolato dalla realtà che sperimentiamo , e questo per chi mastica matematica è ormai un fatto acquisito,ma......
... da cosa era nata allora l'illusione di questa perfetta reciprocità , dove si poteva rappresentare un'asta con un numero e un numero con un asta ?
#5454
Tematiche Filosofiche / Re:Egualitari o uguali ?
24 Maggio 2018, 05:58:03 AM
Citazione di: green demetr il 24 Maggio 2018, 00:05:15 AM
Credo che al di là del problema morale (okkey l'intero nostro sistema culturale ne è coinvolto), ecco facendo finto che per un attimo non esista:

Non me ne frega niente di avere uno Yacht, ma un tetto sotto cui dormire e un pezzo di pane me lo volete dare?

Credo cioè che nell'epoca in cui giochiamo con i Collider, si possa a buon senso garantire la vivibilità degli esseri.

E' una questione di buon senso dunque l'ugualitarismo.

Poi se ci sono differenze, di lusso, per me ci possono tranquillamente stare.

Non vuol dire questo l'ugualitarismo. E il fatto che per la gente è un problema, l'erba del vicino è sempre più verde....torniamo al problema morale....

Ma sono due problemi differenti. Non so cosa ne pensate. Fatemi sapere.
Si , concordo.
Ma perché ti dobbiamo dare un pezzo di pane?
Che vantaggio ne ricavo io in cambio?
Ne ricavo , nella misura in cui tu appartieni alla stessa mia società, una stabilità per essa , che per me , in quanto essere sociale , è un vantaggio.
Questo vantaggio dunque ha un costo ,e naturalmente cerchero' di ottenerlo col minimo costo , così che le differenze resteranno e l'uguagliamza non si avra' mai , ma ci sara' un limite alla differenza.
Questa differenza sara' anche il motivo per cui tu continuerai ad essere un elemento attivo della società , nel tentativo di colmarla , e che tu sia attivo è un bene per la società e quindi per me.
La differenza di ricchezza , come il gradiente termico , da' energia alla società?
Si noti che in questo discorso non è necessario ipotizzare che esistano dei poveri , bastando dei diversamente ricchi , e tutti siamo UGUALMENTE diversamente ricchi.😅
L'idea che tutti devono essere messi nelle condizioni di esprimere le proprie potenzialita' rimane invece ambigua.
Come si stabiliscono queste condizioni?
Sarebbe banale dire che c'è un minimo sindacale, come alfabetizzazione etc...
Ma in generale sono convinto che il modo in cui ognuno può dare un contributo alla società debba essere indipendente da qualunque pregiudizio sui mezzi attraverso cui ciò debba realizzarsi.
Dentro ognuno di noi c'è un enorme potenziale inespresso e più che come veicolarlo occorrerebbe capire come liberarlo , lasciandolo per quanto possibile libero di esprimersi, a vantaggio di tutti.
Sara' quindi utile garantire una sussistenza a tutti per non sprecare tanta potenzialità .
#5455
Citazione di: viator il 23 Maggio 2018, 13:14:20 PM
Salve. Continuamente mi imbatto nella demonizzazione delle contraddizioni logiche. Occorre rispettare il principio di non-contraddizione.....mio caro, ma tu ti sei appena contraddetto.......ma non capisci che la cosa non funzione perché è contradditoria?.....il tuo modo di esprimersi è infarcito di contraddizioni.........

Ma quando mai? La contraddizione secondo me è l'anima stessa della logica !!

Il segreto sta nel non sfuggirla, nel non criticarla negativamente, nel non irriderla, bensì nell'ingegnarsi per cercare di giustificarla !!!

La realtà e la filosofia sono basate su tutta una serie di apparenti contraddizioni, quasi tutte giustificabili che una volta risolte, daranno la grande soddisfazione di scoprire la intrinseca armonia delle cose.

Non è forse contradditorio che io mi metta in cammino in punto in cui due cartelli con frecce opposte indicano a sinistra "OVEST" ed a destra "EST" , mi avvii verso EST e, dopo un lunghissimo cammino io riesca a raggiungere l'OVEST ??.

In seguito proverò forse ad affrontare concetti "contradditori" ben più sostanziosi. Saluti a tutti
Quando si dice chiudere il cerchio.😅
#5456
@Apeiron.
Mi sembra che hai fatto un quadro completo della questione nella sua complessità.
Una complessità tale per cui disperiamo di trovare una risposta.
In questi casi mi chiedo sempre se davvero non c'e' una risposta , oppure se la risposta è sotto i nostri occhi , ma preferiamo ignorarla per le implicazioni che comporta.
Io la risposta la intravedo e ho provato ad abbozzarla rispondendo a Viator.
La morale è qualcosa da riferire sempre ad una precisa società, che come ogni società nasce dal fatto che gli uomini in parte sono esseri sociali (non siamo come le formiche , ma in qualche modo le richiamiamo 😅 ).
Dunque , se questa risposta nella sua semplicità è corretta , da cosa nasce il nostro disquisire di una moralità universale?
Credo sempre dal nostro istinto sociale , per cui se è vero che le società sono necessariamente limitate e la loro morale evidentemente relativa , l'istinto continua a premere per un allargamento della società e la ricerca di una morale buona per tutti e per sempre sembra un buon modo di arrivarci.
Io sono d'accordo con te , ma temo solo perché io e te siamo parti ben integrate della stessa società.
Osservare la moralità dal punto di vista storico , e cioè dal punto di vista dei fatti , anche quando non servisse è inevitabile che si faccia.
Questa storia ci dice che ciò che è male verso i comunitari può essere bene verso  gli extracomunitari , o , forse ancor peggio , ciò che è bene per i comunitari deve esserlo anche per gli extra.
Se si è convinti che esista una etica sola , allora è la nostra ,e su questo non c'e individuo di qualunque società che non concordi.
Questo,è condiviso da tutti , ma non perciò è bene, sempre per rispondere a Viator.☺️
Quindi forse pensare che esista una etica assoluta non sembra molto etico, o no?😅
Temo che la società sia fondamentale rispetto all'etica, e noi non scegliamo l'etica come non scegliamo da chi nascere , ma ci limitiamo normalmente ad approvarla.
Quindi non si può parlare di una etica assoluta , di un bene che sia bene per tutti?
Se l'etica è relativa , ma relativa di fatto ad ogni società piuttosto che ad ogni individuo ,è BENE capire e rispettare le altrui etiche .
E' una fatica , ma a fin di bene.😅
Un altro fatto interessante da osservare , a supporto di quanto dico , è che sembra che le dinamiche della rete nel mondo globalizzato confermino che le società siano fondamentali rispetto ai credi su cui si fondano , come dire che le società nascono per partito preso.
Quando siamo riusciti a convincere i russi che il loro comunismo reale era un male la Russia 🇷🇺 è finita , e i russi hanno sentito ciò come un male.
Oggi che un dittatore ha ricostruito la,Russia i russi sentono ciò come un bene.
Ho semplificato , ma la sostanza è questa.
Come dire , comunismo o non comunismo , purché Russia sia.
La mia,risposta dunque è semplice , per non dire banale e anche un po' bruttarella , diciamolo.
Sara' per questo che non vogliamo vederla?

#5457
Citazione di: cvc il 23 Maggio 2018, 11:43:03 AM
Citazione di: iano il 23 Maggio 2018, 11:17:59 AMSe sostituisci a principi universali ben compresi , principi ancor più universali che però sembrano gratuiti , allora si capisce perché tutto appare relativo.
Ovviamente sono tutt'altro che gratuiti , ma nascono dalla ricerca fisica che non ha nulla a che spartire con l'esperienza quotidiana , perciò appaiono gratuiti , come se tutto dipendesse da quel che passa per la testa di un pugno di geni , e non da fatti verificabili , che però la gente non è in grado di verificare.
Ma noi non stiamo parlando di quella relatività.
In sostanza parliamo del senso di insicurezza che deriva dalla fine dell'illusione che un qualunque testo , sacro o scientifico , possa dirci la verità.
Si può uscire da questo stato ansioso solo riflettendo su cosa sia questa verità , alla quale certamente Einstein coltivava l'illusione di poter accedere , sia pure per gradi , e riscrivendo di continuò il libro della verità , sempre più conforme a quello , che evidentemente per lui non era ancora stato pubblicato , quello di Dio.
Il fatto è che per la maggioranza di noi un libro sempre più vero non è anche necessariamente  più credibile , così che appaia relativo nel senso negativo che si da' al termine.Appare gratuito cioè, anche quando ci fidiamo del fatto che non lo sia , così tutto in quel senso negativo appare relativo.
Questo ribaltamento delle idee di Einstein deriva dal fatto che la maggioranza di noi non ha più accesso ai libri di Einstein di quanto Einstein ne avesse ai libri di Dio , anche se tutti , noi ed Einstein , ci illudiamo di averlo.
Ma la lettura di un libro è veramente utile se lo si legge senza pregiudizi , come può essere ad esempio l'idea che , anche se non ho ancora letto il libro , so' però che in quel libro Dio non gioca a dadi.
E come faceva a saperlo?
Probabilmente grazie allo stesso meccanismo che ci porta noi a dire che Einstein  credesse che tutto è relativo.
Da questa analogia si evince che per comprendere là genialità di Einstein non si dovrebbe dimenticare la sua profonda umanità , che essendo uguale alla nostra , almeno quella dovremmo comprenderla.
Poi è ovvio che è impossibile non avere pregiudizi , perché il cumulo di ogni conoscenza di ogni tipo è esso stesso un pregiudizio .
Il problema nasce quando devi rimettere ordine in questo cumulo , perché fatti obiettivi ti costringono a farlo.
Tornado a quello che è l'argomento non detto di questa discussione ,quello del disagio che induce discussioni simili , una cura del disagio non è negare le cause che lo determinato.
In un cartone animato di Masha e Orso , dove giocano a nascondino , Masha si tappa gli occhi , convinta che non potendo vedere così Orso , allora Orso non possa vedere lei.
Ecco , questo mi sembra il modo in cui a volte cerchiamo di curare il nostro disagio.
Chiudiamo gli occhi su tutto ciò che ci provoca dolore così il dolore sparisce.
Questo sembra essere lo scopo di tante discussioni aperte sul forum , come questa.
Il relativismo esistenziale credo derivi dalla mancanza di ideali condivisi. Quando oggi senti parlare di condivisione pensi a dei file multimediali come foto, video, tracce musicali e altre amenità. Altro valore ha la condivisione quando si tratta di ideali. Fra i bisogni primari dell'uomo ci sono quelli di condividere e di appartenere. Ma se manca una matrice culturale condivisa la società è vuota. E perché manca? Credo sia questione di stile di vita. La rivoluzione tecnologica ha portato alla stereotipatizzazione dei comportamenti. Quello che negli anni 60 e 70 era considerato come un pericolo, ossia il conformismo, oramai è diventato parte del nostro dna. Chi si differenzia dal gregge non è più visto con curiosità o interesse, ma viene semplicemente isolato o perseguitato. Anche i comportamenti tipicamente trasgressivi non lo sono più. I tatuaggi, i tagli di capelli particolari, la disinibizione sessuale, tutto parte da un implicito endorsement a priori di una civiltà che è assuefatta a tali comportamenti. Ma in questa conformità apparente di comportamenti siamo poi divisi dalla mancanza di ideali profondi condivisi. Forse perché ciò implicherebbe un certo sforzo intellettuale che questa società rigetta, in quanto troppo impegnata alla ricerca di gratificazioni immediate del proprio ego.
Direi che è perfetto quello che dici , anche se i riferimenti alla recente,storia non sono necessariamente pregnanti , per quanto ci tocchino.
Se la moralità è deficitaria , se manca condivisione, la società si sfalda .
Questo forse vuol dire che per tutti la società è un bene , trovando questo bene origine nel nostro essere animali sociali.
Perché questo bene si realizzi bisogna condividere qualcosa , su cui fondare la società. Delle regole che non sono un bene in se' , ma che tendono a realizzarlo.Sono regole relative , che però vanno fissate e bisogna trovare il modo di farle rispettare , se vogliamo vivere in società.
Quindi se l'operazione va' a buon fine , queste regole saranno viste come il bene , e se vogliamo società non eterne e immobili , ma sufficientemente stabili per un tempo ragionevole , per quel tempo dovremo credere quelle regole buone .
Chiaro che noi siamo nel mezzo di un cambiamento di quelle regole , che poi è anche il momento migliore per capire davvero cosa è la morale ,perché è il momento in cui là si sta smontando per ricostruirla.
Nessuno voleva rompere il giocattolo , ma visto che ormai è rotto vediamo come è fatto.

#5458
Citazione di: cvc il 23 Maggio 2018, 10:34:56 AM
Non mi intendo di fisica ma la frase 'tutto è relativo' pare sia il segno che contraddistingue chi non ha compreso la relatività. La teoria di Eintein malgrado il nome è volta a dimostrare dei principi in maniera universale come la velocità della luce e il rapporto fra massa e energia. Relativi in base a questi universali principi diventano altri fattori quali il tempo o la prospettiva dell'osservatore. Quindi non tutto è relativo oppure tutto è relativo a parte alcuni principi universali.
Se sostituisci a principi universali ben compresi , principi ancor più universali che però sembrano gratuiti , allora si capisce perché tutto appare relativo.
Ovviamente sono tutt'altro che gratuiti , ma nascono dalla ricerca fisica che non ha nulla a che spartire con l'esperienza quotidiana , perciò appaiono gratuiti , come se tutto dipendesse da quel che passa per la testa di un pugno di geni , e non da fatti verificabili , che però la gente non è in grado di verificare.
Ma noi non stiamo parlando di quella relatività.
In sostanza parliamo del senso di insicurezza che deriva dalla fine dell'illusione che un qualunque testo , sacro o scientifico , possa dirci la verità.
Si può uscire da questo stato ansioso solo riflettendo su cosa sia questa verità , alla quale certamente Einstein coltivava l'illusione di poter accedere , sia pure per gradi , e riscrivendo di continuò il libro della verità , sempre più conforme a quello , che evidentemente per lui non era ancora stato pubblicato , quello di Dio.
Il fatto è che per la maggioranza di noi un libro sempre più vero non è anche necessariamente  più credibile , così che appaia relativo nel senso negativo che si da' al termine.Appare gratuito cioè, anche quando ci fidiamo del fatto che non lo sia , così tutto in quel senso negativo appare relativo.
Questo ribaltamento delle idee di Einstein deriva dal fatto che la maggioranza di noi non ha più accesso ai libri di Einstein di quanto Einstein ne avesse ai libri di Dio , anche se tutti , noi ed Einstein , ci illudiamo di averlo.
Ma la lettura di un libro è veramente utile se lo si legge senza pregiudizi , come può essere ad esempio l'idea che , anche se non ho ancora letto il libro , so' però che in quel libro Dio non gioca a dadi.
E come faceva a saperlo?
Probabilmente grazie allo stesso meccanismo che ci porta noi a dire che Einstein  credesse che tutto è relativo.
Da questa analogia si evince che per comprendere là genialità di Einstein non si dovrebbe dimenticare la sua profonda umanità , che essendo uguale alla nostra , almeno quella dovremmo comprenderla.
Poi è ovvio che è impossibile non avere pregiudizi , perché il cumulo di ogni conoscenza di ogni tipo è esso stesso un pregiudizio .
Il problema nasce quando devi rimettere ordine in questo cumulo , perché fatti obiettivi ti costringono a farlo.
Tornado a quello che è l'argomento non detto di questa discussione ,quello del disagio che induce discussioni simili , una cura del disagio non è negare le cause che lo determinato.
In un cartone animato di Masha e Orso , dove giocano a nascondino , Masha si tappa gli occhi , convinta che non potendo vedere così Orso , allora Orso non possa vedere lei.
Ecco , questo mi sembra il modo in cui a volte cerchiamo di curare il nostro disagio.
Chiudiamo gli occhi su tutto ciò che ci provoca dolore così il dolore sparisce.
Questo sembra essere lo scopo di tante discussioni aperte sul forum , come questa.

#5459
Citazione di: sgiombo il 22 Maggio 2018, 23:09:22 PM
X Iano

Effettivamente credo che io ed Epicurus siamo andati un po' fuori tema, considerando l' aspetto strettamente logico della questione posta in questa discussione.

Da parte mia sono convinto (e in questo, se ben ti intendo, concordiamo per lo meno "in larga misura"), contro il relativismo etico, che esista un' etica che in parte, seppur non dimostrabile (almeno secondo me), comunque é di fatto universalmente umana, avvertibile interiormente da ogni uomo (salvo forse casi decisamente patologici), fatto secondo me bene spiegato (e non: epistemologicamente fondato, che sarebbe ben altra cosa!) dalla scienza biologica, e in particolare dall' evoluzione dei viventi per mutazioni genetiche casuali e selezione naturale); e in altra in parte socialmente condizionata (in maniera variabile nel tempo e nello spazio).

Con tutta evidenza dissento da moltissime altre tue affermazioni, per esempio circa la verità, la fede, la scienza in generale e la meccanica quantistica in particolare ...ma ci vorrebbero decine di discussioni, ciascuna con decine di interventi e più per sviscerare tutti questi profondissimi motivi di dissenso.
Non ho detto che c'è un etica come dici , ma in effetti lo penso , quindi in qualche modo mi hai letto nel pensiero.
Un etica in tal senso muta perché muta l'uomo , e questo non è mai indolore e da questo disagio mi pare nasca questa discussione.
Però le cose vanno così da sempre quindi viviamo questo disagio come cosa normale.
#5460
Tematiche Filosofiche / Re:A pensarci "bene"
22 Maggio 2018, 20:34:07 PM
Io credo che tu abbia fatto centro Mariano.
Ciò che è bene o male lo si deduce a partire dalle regole alle quali bisogna aderire per far parte di una comunità , che è cosa relativa , ma della qual cosa prendiamo coscienza col tempo e con fatica.
Il timore di questa presa di coscienza è la perdita di moralità.
Perché rispettare qualcosa che è relativo?
In effetti non c'è miglior modo di indurre al rispetto di una regola del presentarla come assoluta.
Anche così però non tutti ci credono allo,stesso modo e questo tende a creare diversi livelli sociali nella comunità .