Menu principale
Menu

Mostra messaggi

Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i messaggi inviati da questo utente. Nota: puoi vedere solo i messaggi inviati nelle aree dove hai l'accesso.

Mostra messaggi Menu

Messaggi - iano

#5461
@bobmax
Non credo che il relativismo sia lo stato necessario di chi cerca la verità.
Può darsi che ognuno cerchi la verità a modo suo ,qualunque sia il suo stato,  e con una sua idea di verità , comunque mai ben definita.
Sicuramente la ricerca della verità è un ottima motivazione, ma , almeno in teoria non sembra essere necessaria.
Anzi , a volte sembra un impedimento.
Relativo ed assoluto non sono in contraddizione.Semlicememte non si incontrano.Cosi' si possono praticare entrambi , ma senza confonderli.
Secondo me vi fate problemi che non esistono.
#5462
Nessuna astuzia.
Io capisco bene le tue preoccupazioni, ma pensò che nessuno possa dare una risposta al problema morale che poni.
Magari sei tu che bari simpaticamente quando pensi si possa risolvere la questione per alzata di mano.☺️
La notizia cattiva è che la morale cambia nel tempo , quella buona è continua ad esserci.
Però non tutto il male viene per nuocere ,perché una morale che cambia nel tempo ha su di me , e penso su altri , un effetto di responsabilizzazione.
Sono io che devo decidere e se sbaglio , sbaglio io.
Anche se la mia morale è di fatto , immagino, ben allineata alla tua , preferisco non aderire ufficialmente a nessun dogma che condizionerebbe la mia libertà di scelta ,e ,temo, alleggerirebbe il mio senso di responsabilità.
Spesso vedo che l'adesione ad un dogma si riduce a formalità,e diventa un alibi per,far quel che ci pare.
Secondo la mia personale morale una vita non andrebbe sprecata cosi'.
Ovviamente nessun riferimento personale , neanche lontanamente.
Certamente ogni punto di vista ha i suoi pro e i suoi contro e anche il mio ne ha.
#5463
Tutto è relativo , ad eccezione di questa frase.
#5464
Citazione di: Jacopus il 19 Maggio 2018, 18:10:44 PM
Sottolineo due aspetti. La discussione si intitola "l'evoluzionismo darwiniano è scientificamente attendibile?". Di questo si tratta. A proposito di un disegno intelligente oppure no, direi che la questione esula dalla discussione qui avviata. Ad ogni buon conto ripeto che la teoria evoluzionista nulla dice e nulla può dire a proposito di un Ente superiore che ha progettato tutto. Teorizza soltanto come si sono sviluppati gli esseri viventi nel corso del tempo. Resta però abbastanza insoluta una domanda fondamentale: come ha fatto la materia inorganica a diventare organica, ma Darwin non si è mai sognato di rispondere a questa domanda.
Concordo sostanzialmente, ma provo a dire in altro modo quel che con più poesia ha già detto Viator nel risponderti.
In fondo la teoria nella sua essenza è un modo utile di classificare e quindi di trattare una materia che potenzialmente è di estrema complessità.
Se facciamo il percorso mentale inverso rispetto a quello cui ci invita la teoria , dovremo dire che chiamare due esseri diversi con lo stesso nome , ad esempio uomo , è una forzatura.
Ogni classificazione è solo un utile espediente e solo in tal senso esiste la mucca , ad esempio.
Da cio' deriva che la domanda "perché esiste la mucca?" è quantomeno mal posta.
Una domanda corretta sarebbe "perché esistono tanti esseri ognuno diverso dall'altro?" e potrei aggiungere per fare buon peso , viventi e non viventi.
Perché se la teoria è sostanzialmente una classificazione non è però l'unica.
Classifichiamo le cose con pari utilita' in viventi e non viventi.
Solo perché facciamo questa classificazione utile , sembra poi avere un senso chiedersi come faccia il vivente a derivare dal non vivente , ma forse questa domanda vale quanto vale chiedersi perché esiste la mucca.
La domanda giusta è perché esistono le cose, ma anche qui la risposta non c'e'.
Insomma prima ci inventiamo le cose , poi ci crediamo , e poi ci facciamo domande sopra.
Ma più che di un inventare qui si tratta di un inventario.
Una lezione che sembra insegnarci il nostro tempo è che le teorie funzionano indipendentemente dalle domande che ci cuciamo sopra , scientifiche o meno che siano , e se funzionano non significa che sono vere , ma solo che funzionano e a seconda di come funzionano ci sembra utile classificarle in scientifiche , non scientifiche , e quanto altro possa venirci bene, per dominare la complessità delle cose.
#5465
Coloro che ci libereranno da noi.😇
#5466
Tematiche Filosofiche / Re:Fisica e Tempo
20 Maggio 2018, 01:12:43 AM
@Apeiron.
Grazie per le tue pazienti risposte , nonostante io continui a parlare di località e localizzazione come fossero la stessa cosa , e perché continuò di fatto ad andare a ruota libera.☺️
Di Penrose ho un mattone che temo dovro' sbloccare dalla mia libreria , se è vero che il mio post precedente te ne ha richiamato le idee.
Personalmente  non mi permetterei mai di affossare la relatività , ma suggerivo che quando ciò sembra accadere , una nuova definizione di particella ad hoc potrebbe mantenere la relatività in pista.
Una definizione del tipo "una particella è quella cosa all'imterno della quale non si ha trasmissione di informazione" oppure , il che è lo stesso , si trasmette a velocità infinita , preferendo per ovvie ragioni la prima.
Se faccio una qualunque misura sulla particella tutte le funzioni d'onda associate ad essa collassano in contemporanea , perché questa è la natura di una particella.
E,giu anche questa, fra le tante che ho buttato li'.☺️
Se una funzione collassa quando effettuo una misura , chi mi dice che non lo faccia anche senza che io effettui una specifica misura , o una misura in genere.
Quando faccio una misura specifica io non posso sapere se la funzione è collassata a seguito di ciò, o per altra causa.
Quello che so' è che quando faccio una misura mi trovo con una funzione collassata.
In questo modo il concetto di correlazione sarebbe suscettibile di essere esteso ad altri casi.
In effetti nell'esperimento delle due fenditure è come se le particelle avessero una correlazione , che noi rileviamo a posteriori, ma che non sappiamo come è quando si è innescata.
Chi vieta che il collasso di una funzione d'onda inneschi il collasso di altre funzioni d'onda ?
Se questo collasso a catena avviene in un tempo finito , c' trasmissione di informazione  e siamo in presenza di particelle distinte , se avviene in un tempo nullo , siamo di fronte a una singola particella , le cui funzioni associate collassano sempre insieme , senza trasmissione di informazione.
Ovviamente non ho una idea precisa di quanto le stia sparando grosse , ma immagino che se il discorso fila si potrebbe imbastire anche una prova sperimentale.
La correlazione fra misura e collassamento forse ha maglie più larghe di quanto ci è parso bastasse finora.
Più in generale si può ipotizzare che il collassamento di una funzione d'onda associata ad una particella modifichi le funzioni d'onda di altre particelle.
Personalmente non ho difficoltà ad accettare la funzione d'onda come cosa reale , o forse è più corretto dire che se la funzione d'onda non sembra reale, parimenti la MQ mi induce a vedere una particella o un onda come cose non reali , ma astrazioni di cui ci serviamo e che possiamo quindi manipolare alla bisogna ,per far quadrare meglio i risultati sperimentali.
Naturalmente non sono astrazioni gratuite , ma nemmeno intoccabili , e se nascono dalla relazione con la realtà, si dovranno evolvere con l'evoluzione di questa interazione.
In fondo il vero ostacolo a cio ' è la sacralità di certi concetti che in se' non sembra necessaria.
A volte non ci si toglie un abito solo perché poi ci sente nudi , e non perché fa' freddo.
In fondo cosa è la scienza se non la presa di coscienza che fra noi è la realtà c'e' un media?
E da quel poco che ho leggiucchiato di Penrose mi pare egli suggerisca che una critica consapevole a questo media , che però può essere utile solo se praticata dall'interno , valga più di una esaltazione o rigetto che si può ricavare da una osservazione dall'esterno.
Però sono anche convinto che il potere osservare dall'esterno sia solo una illusione , in quanto di fatto noi ci siamo dentro , sia che ne abbiamo coscienza oppure no , ed è quando non ne abbiamo coscienza che ci illudiamo di potercene tirare fuori.
In effetti ci siamo sempre dentro , anche se con approcci diversi e non sempre consapevoli .
Per venire incontro ai detrattori della scienza direi che questa presa di coscienza non si sa' se ci porterà fortuna , ma di fatto è quello che stiamo facendo , e che non ci si può tirare fuori , perché non si tratta di un eventualità che ha avuto un inizio , ma di cosa che di fatto ci accompagna da sempre.
Creiamo teorie fisiche, ma abbiamo creato anche le particelle e il tempo , senza sapere che si trattasse di teorie. Per questo sappiamo cosa siano senza saper dire cosa siano , come gia' aveva osservato S.Agostino.
#5467
Citazione di: Donalduck il 17 Maggio 2018, 18:50:42 PM
Citazione di: Jacopus il 13 Maggio 2018, 22:38:22 PMLe prove sulla scientificità della teoria si trovano in una serie sterminata di studi di biologia, di genetica, di paleontologia.
Curioso che io ancora non sia riuscito a trovare nessuno che ne citi soltanto una, ovviamente dimostrandone la fondatezza. Quello che fanno tutti è citarle in massa, confidando nell'effetto di aggettivi come "sterminato" "innumerevole"...
Ciò è dovuto credo alle conoscenze superficiali della maggioranza di noi.
Comunque fisserei due punti fermi , per quel poco che ne so'.
1.Darwin era uno scienziato.
2. La teoria dal punto di vista scientifico si presta a critiche , in quanto Darwin stesso cerco' di individuarne tutti i suoi punti deboli.Questo significa che le risposte alla maggior parte delle critiche le si dovrebbero trovare negli scritti di Darwin stesso.

Con cio' voglio dire , che se anche si riuscisse ad affossare la teoria , che è lo scopo di chi ha aperto la discussione , non si può affossare Darwin.

Se le cose stanno  così , se la teoria non è scientifica , perché c'è lo suggerisce Darwin stesso , non rimane da chiederci se nonostante cio' si possa dare ad essa un valore , e se in generale teorie non del tutto scientifiche possano avere un qualche valore.
La risposta è sì , a condizione e nella misura in cui altre teorie scientifiche non le smentiscano, e non mi risulta cio' si verifichi nello specifico della teoria dell'evoluzione.
La risposta è sì perché il confine fra scienza e non scienza non è così definito come ci piace credere , ne' tantomeno definitivo.
La risposta è sì perché una teoria scientifica non nasce dall'oggi al domani gia' bella e fatta.
La risposta è sì perché la teoria non è nata  per essere scientifica, ma per suggerire un criterio di catalogazione di piante ed animali più efficace rispetto ai precedenti riuscendovi con successo.
Ovviamente sarebbe stato impossibile , e infatti temuto, che questi criteri restassero confinati dentro allo scopo iniziale , ma non divenissero oggetto di congetture più o meno verificabili sul campo della ricerca scientifica e no , come in effetti è avvenuto.
In conseguenza di ciò ci ritroviamo in presenza non solo di testi di botanica e zoologia più fruibili , ma anche di una storia della vita sulla terra meglio leggibile.
Quindi gli evoluzionisti lavorando con paleotologi ,botanici , zoolologi , storici , tutti insiemi hanno tratto giovamento ognuno per il suo campo di studi.
Certo , si può dire che ad esempio la storia non è una teoria scientifica.E allora?
Potremmo chiudere con un domandone finale.
Un bestiario organizzato in modo più razionale , e quindi più fruibile , è più vero? Ovviamente no.
Una teoria che riesca a organizzare le conoscenze in modo più razionale che sia scientifica o meno , mantiene intatto il suo valore.
Ci si fissa troppo sul valore scientifico di una teoria, rischiando di perdere di vista il suo vero valore , il quale a volte appare evidente anche ai meno ferrati in materia , e in tal senso credo tutti siamo autorizzati a dire la nostra.
Le critiche in se' sono poi sempre le benvenute , anche quando inquinate da interessi che esulano dalla teoria in se' e dalla sua utilità, che sono poi la quasi totalità di quelle rivolte alla teoria dell'evoluzione , compresa questa discussione.
Non ci vuole uno scienziato , come era Darwin , per capire che mettere uomini e scimmie nello stesso capitolo del bestiario avrebbe dato fastidio ai più, e ancora lo da'.
Le cose però nel frattempo sono cambiate , ma non tanto da non far comprendere ad ognuno di noi il perché di quel fastidio , compresi quelli cresciuti nel frattempo in numero , che quel fastidio non lo sentono, godendosi così appieno il piacere delle nuove conoscenze acquisite , come succede a me.
Non sentirsi parte di alcuna parrocchia ha molti svantaggi , ma anche qualche piccolo vantaggio.
#5468
Percorsi ed Esperienze / Re:Avere ragione
16 Maggio 2018, 09:10:21 AM
Citazione di: sileno il 26 Aprile 2018, 09:29:53 AM
Avere ragione

Per avere ragione non basta esibire prove inconfutabili,affermazioni ragionevoli e condivise dalla maggioranza, da fonti autorevoli citate.

Se tentiamo di far loro cambiare idea,le persone si irrigidiscono
Più mettiamo in dubbio le loro idee e più se ne convincono.
Far cambiare idea anche a persone concilianti è difficile; l'uomo è un conservatore cognitivo: tende a mantenere le proprie idee anche di fronte a prove che dimostrano il contrario: bisogna capire come e dove le sue idee hanno le radici.

Conta anche un' appartenenza a una comunità,la mentalità,visioni di vita, riferimenti, formazione di altro tipo,ecc.

Illusione della conoscenza profonda: si è convinti di sapere e non si va a fondo di un problema.

Uno dei luoghi meno adatti per dialogare sono i social network. La rete pullula di partecipanti che criticano gli altri senza convincenti, plausibili affermazioni.
Manca online il linguaggio corporeo per sintonizzarsi e correggere il discorso che prende una piega sbagliata.
Chi si espresso, scrivendo, in un senso e in pubblico, non ritorna più sulle proprie idee.
Mostriamo comprensione, senza sposare tesi altrui che a verifiche affidabili non hanno fondamento, sulla base di fatti perché
insistere sulla infondatezza di una convinzione ottiene solo di rinforzarla.
Una previsione che sembrava molto ragionevole , ma che è stata smentita dai fatti , era quella che l'avvento della rete avrebbe reso inattuali i grandi agglomerati urbani con tutte le loro problematicità.
Non solo le metropoli continuano a crescere , ma confermano anche i loro lati positivi , oltre ovviamente ai negativi , di cui la rete non riesce a prendersi carico.
Il punto centrale per spiegare ciò non sembra avere a che fare con la presenza o assenza di un contatto diretto che permette anche il linguaggio corporeo , ma ha a che fare con la scelta dei nostri interlocutori.
Sulla rete puoi scegliere i tuoi interlocutori, evitando quelli a te sgraditi , mentre nelle grandi metropoli contatti anche solo occasionali con questi ultimi non si possono evitare e ciò sembra avere risvolti positivi nella crescita e progresso della metropoli.Perche'?
Seppure  il desiderio di ognuno sarebbe quello di chiudersi in quartieri e vivere fra una cerchia di persone di nostro gradimento , ciò' nelle metropoli non è del tutto attuabile , e più l'agglomerato urbano è grande maggiore è la probabilità di contatti non desiderati.
Tale desiderio invece trova piena soddisfazione in rete , dove riesci ad avere contatti solo con chi vuoi .
Il risultato è la,radicalizzazione e la chiusura entro cerchie impenetrabili e impermeabili ad ogni "argomento ragionevole e no " che potrebbe minare l'esistenza della cerchia stessa, e anzi si ottiene l'effetto contrario.
Trovate questi argomenti ampiamente trattati sul numero di Aprile delle "Scienze".
Sembra quindi che il contatto accidentale , non cercato , con n chi è portatore di idee molto diverse , come avviene nelle metropoli , sia fonte di creatività e di ricchezza.
Ciò si verifica sistematicamente ed in un breve arco di tempo quando si verificano le condizioni adatte.
È successo ad Atene nell'arco di mezzo secolo ed ha dato sviluppo all' intera civiltà occidentale.
È successo nellInghilterra Elisabbettiana e recentemente nella Silicon Walley.
Questi fenomeni vengono studiati anche per capire come fare ad organizzare aziende che siano produttive , dove si cerca di riprodurre le condizioni favorevoli ad un rapido sviluppo.
Il genio è diffuso in ogni epoca e in ogni luogo ma non tutte le epoche e tutti i luoghi sono riusciti a promuoverlo in modo adeguato e la rete non sembra il posto migliore per farlo.
Le metropoli oltre ad essere fonte di diffusione di virus sembrano esserlo anche delle idee.
I virus siamo riusciti a controllarli , ma le idee no , per quanto ci si provi.
Chi l'avrebbe mai detto che avremmo dovuto tessere le lodo delle metropoli?
Ecco alcune linee guida virtuose che sembrano essere state individuate.
Riformare la scuola e approfittare dei lati positivi della immigrazione che dovrebbero essere evidenti da quanto sopra detto , quanto è parimenti evidente che si tratta di un evento non gradito quanto accidentale , quanto inevitabile.
#5469
Tematiche Filosofiche / Re:Fisica e Tempo
15 Maggio 2018, 11:12:04 AM
@Apeiron
Si , le particelle possiamo dire per comodità che occupano l' intero spazio , ma si comportano come occupassero un insieme finito di punti.
Mi pare manchi una definizione esplicita di particelle , mentre ve ne sono diverse di fatto , cioè di tipo operativo ,quindi in potenziale contraddizione fra loro.
Se devo dire qual'e' il confine di una particella in assoluto ho difficoltà a dirlo.
In tal senso dico che la particella occupa tutto lo spazio , perché mi sembra la cosa più sensata da dire.
Poi in relazione al l'esperimento in cui la particella è coinvolta posso convenientemente considerare uno spazio ridotto per essa , che può ridursi fino a un punto.
Mi pare si tratti del percorso mentale inverso a quello a cui l'emtenglement ci ha costretti.
Forse non è neanche niente di nuovo.
Un campo non ha limiti spaziali , tuttavia credo si possano individuare dei punti che ci permettano di descriverlo e di trattarlo.
Non so' come si faccia a creare nuovi concetti, perché non so' come si sono creati i vecchi .
Così non resta che provare a scindere e ricomporre , unificandoli , vecchi concetti.
Questo è sempre possibile farlo , in quanto i concetti , pur nascendo d all'interazione con la realtà, ne sono indipendenti.
Questa può sembrare una operazione dissacrante ed in effetti lo è .
Non si tratta di un dissacrare per il gusto di farlo però , né' per il gusto di stupire.
Si tratta di mettere su una fabbrica di concetti nuovi che però non avranno più nulla di sacro.
Perché se la sacralità fosse l'abitudine ad una convenzione, non sembra che la dinamica recente delle scoperte scientifiche ci darà abbastanza tregua per ricrearla.
Credere a ciò che di fatto è una convenzione è un confort a cui dovremo rinunciare.
Credere tutti insieme alle stesse cose è possibile se si ha il tempo di accordarsi , e anche il tempo di dimenticarsi che si tratta di un accordo.
Sacro è ciò della cui costruzione non si ha coscienza , o di cui si è persa memoria.
Non è tanto che conserviamo memoria dei processi che ci coinvolgono.
Forse non ci riflettiamo abbastanza.
Forse ci saranno anche cose che appaiono dal nulla , ma non sono quelle che appaiono a noi.
Ciò che appare a noi ha sempre una costruzione anche quando ci sembra come apparire dal nulla.
In che modo abbiamo costruito le particelle?
L'unico modo indiretto per saperlo è provare a decostruirle, e l'entenglememt mi pare ci inviti a fare ciò.
Il concetto di particella sembra fondamentale rispetto allo spazio , quindi ciò che è da mettere in discussione è la particella non la località , e quindi semmai  indirettamente la località'
#5470
Citazione di: Socrate78 il 13 Maggio 2018, 17:11:20 PM
In realtà è FALSO che i dinosauri si siano evoluti in uccelli, poiché è stato osservato che per produrre le piume degli uccelli sarebbero state necessarie moltissime mutazioni in sincronia perfetta tra loro! Quei dinosauri che falsamente sono visti come progenitori degli uccelli hanno in realtà quella che viene definita DINOPELURIA, cioè un tipo di pelo che si confonde con le piume degli uccelli, ma non è la stessa cosa.
Si parla di aggeggi ,peli o piume , che hanno la funzione di isolare termicamemte.
Ma da un punto di vista logico non esistono aggeggi che abbiano una funzione in modo esclusivo.
Se gli aggeggi hanno la forma di penne , piuttosto che peli , si rivelano utili a planare etc...
Non capisco cosa centri la sincronia , cioè mutazioni che si verifichino in contemporanea.
Da dove nasce questa necessità logica?
Se si verificano e in successione dov'è il problema?
In effetti le mutazioni possono verificarsi anche in contemporanea, ma col rischio che non basti l'età dell'universo a realizzare tale probabilità , senza poterlo tuttavia escludere.
Quindi comunque non si potrebbe dimostrare che non si sia realizzato.
È semplicemente altamente improbabile che si realizzi e quindi è FALSO affermare che si possa dimostrare l'irrealizzabilità della cosa.
Ma da dove nasce la necessità logica di dover ipotizzare una contemporaneità nelle mutazioni , piuttosto che una sequenza , cosa relativamente comunque più probabile ?
Come esercizio  ti invito a calcolare , anche solo grossolanamente , quale sia la probabilità che tu nascessi.
È una probabilità irrisoria , eppure tu esisti.
Non solo ,questo miracolo si realizza ogni giorno miliardi di volte , valendo per ogni essere che viene alla vita.
Qual'e' la pobabibilita' che proprio quegli esseri , e non altri nascano oggi ? Diciamo pure zero .Eppure si realizza.
Quello che sembra un miracolo da un punto di vista statistico  si dimostra così essere invece la normalità.
È un esercizio che propongo sempre anche a quelli che giocano alla lotteria , per fargli capire che la lotteria l'hanno già vinta senza averla mai giocata e che non è il caso di rigiocarsi la vita che hanno gia' vinto.
#5471
Citazione di: anthonyi il 13 Maggio 2018, 07:23:19 AM
Citazione di: iano il 11 Maggio 2018, 07:05:37 AM
Ragazzi , perdonatemi , ma non c'è la caviamo dando la colpa a Charles o a Cristoforo.

Iano, guarda che io ironizzavo polemicamente, dal mio punto di vista è più facile che evolva il razzismo in una cultura creazionista. In tale cultura, affermare che i neri sono stati creati inferiori, e quindi che Dio ha voluto questa inferiorità, non è un concetto così insensato.
In una cultura evoluzionista, invece, i neri sono differenti in quanto specializzati per una differente realtà ambientale che magari richiede maggiore forza fisica, da ciò il loro maggiore atletismo rispetto all'uomo bianco.
Un saluto
Perdonami , non avevo colto la provocazione.👍
#5472
Tematiche Filosofiche / Re:Fisica e Tempo
13 Maggio 2018, 19:41:01 PM
@Apeoron


Proviamo con questa definizione.
Una particella è un ente all'interno del quale l'informazione si trasmette in modo istantaneo.
Questa unica deroga ammessa alla relatività è la definizione stessa di particella.
Essa si comporta a tutti gli effetti come se fosse concentrata in un punto.
Quello che pur confusamente sto suggerendo è che non bisogna rivedere il concetto di località, ma di particella , alla luce del fenomeno dell'entenglement.
Quali possono essere le conseguenze di questa , suppongo nuova , definizione?
Cosa ci guadagniamo e cosa ci perdiamo?🙂
#5473
Ragazzi , perdonatemi , ma non c'è la caviamo dando la colpa a Charles o a Cristoforo.
Il,razzismo ci coinvolge tutti.
Se dobbiamo parlare in termini di razze , il razzismo è un tratto che paradossalmente accomuna tutte le razze.
Se dunque c'è una sincera volontà di superarlo da parte nostra , nella teoria dell'evoluzione troviamo buone motivazioni aggiuntive per farlo , e non il contrario.
La teoria ci insegna anche umiltà.
Essa non parla specificamente dell'uomo , ma degli esseri viventi.
Essa mostra lo stesso interesse per l'uomo di quanto ne dimostra per una patella , e se ne interessa parimenti in quanto esseri viventi , e scommetto che se le patelle potessero comunicare con noi ci esprimerebbero lo stesso disappunto per la teoria.
La teoria si occupa delle dinamiche della vita sulla terra nel corso della storia.
Se il,razzismo è un problema i motivi dobbiamo cercarli umilmente dentro di noi , a qualunque razza apparteniamo , perché dentro la teoria non ce ne sono.
Se vogliamo capire cos'è la teoria è sufficiente leggere un buon libro divulgativo.
Se vogliamo capire cosa è il razzismo è sufficiente leggere dentro ognuno di noi.
Se questo razzismo non ci piace e vogliamo sinceramente superarlo in Darwin troviamo un buon maestro , uno fra tanti.
Se invece neghiamo il razzismo che è in noi ,possiamo dare la colpa a chi ci pare , Darwin compreso.
Ma non è così a buon mercato che c'è la possiamo cavare.
Superare il razzismo , anche solo quello verso il mio vicino di casa , è una fatica.
Una fatica che però ha un premio.
Se ci riesco alla fine non sono più me stesso , ma qualcosa di più di quel che ero e di solito si tratta di una bella sensazione.
Certo si fa' meno fatica a dare la colpa a Darwin o a Cristoforo , ma in questo non c'è nessuna soddisfazione.
Le razze , ma più in generale i diversi popoli con le loro diverse culture , non si mischiano mai per loro scelta , ma per accidentali necessità.
Cio' è fonte di non pochi problemi , ma quando alla fine si ottiene una integrazione si verifica sistematicamente che la somma è superiore al semplice risultato dell'addizione delle parti.
Questo è sotto gli occhi di tutti.Abbiamo bisogno di una teoria scientifica che c'è lo dimostri?
#5474
Citazione di: Il_Dubbio il 10 Maggio 2018, 23:39:46 PM
Citazione di: iano il 10 Maggio 2018, 23:20:22 PM

Ovviamente poi si può distorcere qualunque teoria scientifica o meno a propri fini , ma questa è un'altra storia.
Ma stai tranquillo che il successo della teoria non deve nulla ai razzisti.

non ci sono state distorsioni. Era proprio la tesi "scientifica" a distorcere la realtà.
Se poi mi vuoi dire che hanno creato una teoria pseudo scientifica per secondi fini...allora cancelliamo la parola scientifico alla parola evoluzionismo darwinano.
Il mondo non è in bianco e nero.
Non esiste la scienza e la non scienza , e basta.
Esiste un processo di conoscenza che si articola in diversi modi.
Questa conoscenza quando si accumula si sente il bisogno di sitemizzarla e così nascono le teorie , che possono essere scientifiche oppure no.
Non conviene censurare certi processi di conoscenza perché non scientifici , in quanto significa bloccare il loro sviluppo che può sfociare nella scientificità.
Fra la magia ,l' alchimia e la scienza non esiste un punto netto di discontinuità storica e si è passati in modo continuo dalle una all'altra.
Anche i processi di conoscenza si evolvono , nonostante l'opposizione sempre presente ad essi.
Non c'è bisogno di essere scienziati per capire la storia della scienza.
A me non risulta che questa storia ci racconti che la teoria dell'evoluzione distorca la realtà.
Vero è che la storia della scienza stessa può essere distorta. Pochi raccontano ad esempio che Newton ha scritto più di alchimia che di scienza.
#5475
Citazione di: Il_Dubbio il 10 Maggio 2018, 23:23:06 PM
Citazione di: iano il 10 Maggio 2018, 23:12:14 PM
C'è un malinteso di fondo sulla scienza molto diffuso.
La scienza non viene prodotta dai geni ma dagli uomini.

Bhe non direi. C'è una certa differenza fra un uomo scienziato  e un un uomo e  basta. Gli uomini scienziati non devono per forza essere dei geni, ma devono produrre tesi sostenibili altrimenti si fa solo danni;  oggi gli stessi scienziati nemmeno ti prendono in considerazione ma potresti avere successo come mago otelma.
Mentre io e te possiamo andare al bar e discutere di tutto quello che vogliamo senza fare danni e fregandocene di cosa diciamo perche nessuno ci sente. Essere scienziati, se vuoi, è una responsabilità. E le tesi di Darwin hanno una responsabilità storica...
Intendo dire che gli scienziati sono sempre figli del loro tempo e della cultura di quel tempo , e che le,teorie maturano dentro una precisa cultura cui tutti partecipano , ognuno per quel che può.
Il clima culturale in cui è maturata la teoria dell'evoluzione ha comportato nello specifico una partecipazione orizzontale di tutti gli strati sociali dell'Inghileterra.Darwin era un benestante, ma Wallace era poveraccio , ma uniti dalla stessa sete di conoscenza.
Per soddisfare questa ansia di partecipazione fu allora che nacquero gli zoo e i musei di storia naturale.
Se c'è una colpa non è di Darwin ma di quella inarrestabile voglia diffusa di conoscenza.
Come avrebbe potuto l'intera Inghilterra tenersi nel cassetto quella voglia.?
Vogliamo colpevolizzare l'umanità per la sua sete di conoscenza?
A me quello inglese sembra un meraviglioso esempio di consapevole partecipazione al processo di conoscenza,,temo irripetibile.Oggi ne siamo ben lontani.