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Messaggi - iano

#5506
Citazione di: viator il 16 Aprile 2018, 13:06:01 PM
D'altra parte, scusate, se le nuove conoscenze fornissero solo granitiche certezze....una volta che avessimo accumulato un sufficiente numero di certezze soddisfacenti non avremmo più bisogno di cercare altre conoscenze-certezze ed il mondo umano si fermerebbe, cioè morirebbe.
Se giungessimo alla verità avremmo perso quel potente motore che ci ha spinto ad essa.
Ma questa non sarebbe la fine della storia.
Infatti potremmo tornare sui nostri passi per rifare meglio quel che fin qui abbiamo fatto fra mille dubbi e incertezze , anche se questo far meglio non era il nostro scopo dichiarato , a meno che quella verità in qualche modo non ci renda impossibile il ritorno , avendoci reso diversi da quel che siamo o crediamo di essere.
Sicuramente il raggiungimento della verità è la fine di una storia , ma non della storia.
#5507
@Sciombro.
Non puoi confondere patate con ravanelli , a meno che non siano ridotti a purè, perché al tatto sono diversi e la lingua è anche un organo di tatto.
Quel tatto contribuisce in modo determinante alla sensazione del gusto , e non è un errore , funziona così.
Se anche ti tappi gli occhi la lingua non ne risente e non si è ancora trovato il modo di escludere la lingua dal processo.
Tutti i riferimenti li trovi nel libro citato nel post di apertura , che ti consiglio vivamente.
L'ho visto ieri da Feltrinelli a Milano Centrale in edizione economica.
#5508
Tematiche Filosofiche / Re:Esistenza dell'eternità
15 Aprile 2018, 14:15:23 PM
Citazione di: viator il 14 Aprile 2018, 23:23:02 PM
Salve. Chiedo scusa. Ho appena modificato il quesito iniziale perché risultava indebitamente confuso.

L'eternità sarebbe lo scorrere del tempo privo di un inizio e di un termine.

Il tempo sarebbe il flusso degli eventi.

Gli eventi consistono nella concatenazione (continua) delle cause e degli effetti.

Quindi il quesito diventerebbe : cause ed effetti sono sempre esistiti in passato ed esisteranno sempre in futuro ?

La provocazione sta nel fatto che si danno due ipotesi:

A) Non esiste una causa prima e (quindi) non esiste un effetto-scopo ultimo. Perciò l'eternità esiste ma non esiste Dio (che per i teologi sarebbe la Causa Prima).

B) Esiste una causa prima (con o senza maiuscole) e (quindi) un effetto-scopo ultimo. Perciò Dio potrebbe esistere ma non esisterebbe l'eternità (la cui esistenza però è data per certa da credenti e teologi).

Come la mettiamo ?
Quindi cause ed effetti , eventi , loro concatenazione , tempo.
Quindi un eventuale mondo caotico non contempla il tempo , che perciò sarebbe una proprietà emergente dalla concatenazione continua di cause ed effetti.
Naturalmente cause ed effetti sono riferiti ad oggetti che stanno alla base di tutto il discorso.
Dunque esiste un limite inferiore al numero di oggetti che esistono.
Un oggetto non vale , perché sarebbe causa di se stesso , caso banale.
Proviamo con due.
Uno è causa dell'altro.Ma quale dei due?
Direi che è indecidibile.
Quindi uno sarebbe causa dell'altro e viceversa e non si avrebbe nessun flusso di eventi.
E con tre? Continuate voi 😐
È solo una riflessione vemuta lì per lì a partire dal tuo post.
Ma così a naso concluderei che , a meno che non vi sia un numero necessario di oggetti per determinare un mondo, allora anche il determinismo è una proprietà emergente in un mondo in dipendenza della sua forma.
Quindi per poter parlare di una causa  prima del mondo  mi sembra necessario ipotizzare l'esistenza di più mondi.
Facciamo tre?
Uno è il nostro mondo, l'altro lo chiamiamo Dio , e l'altro ancora?
Se ci limitiamo a due mondi , posto che siano distinguibili , perché diversamente innominabili , diremo uno causa o Dio e l'altro effetto , ma in questo caso il carattere convenzionale del determinismo sarebbe lampante.
Mi piace questo discorso che mi sono inventato, ma deve esserci qualche falla sicuramente.
Ditemi voi.
Vai Sciombro.😎

P.S.Fuor da ragionamento, gli stessi oggetti non mi sembrano ciò che costituisca un mondo ma ciò che emerge dal nostro rapporto con quel mondo , e se emergono gli oggetti emerge parimenti tutto ciò che ad essi fa' riferimento.
#5509
Alcuni soggetti comuni sono stati invitati all'assaggio di acqua colorata di arancione, e hanno affermato trattarsi di aranciata.
Avvertiti del vero contenuto del bicchiere hanno ripetuto il test.
Hanno detto che sapeva ancora di aranciata, ma un po' meno di prima.
Altro test.
Consumatori abituali di vino e ristoratori che ne offrono ampia scelta sono stati invitati a indovinare bendati fra un bianco e un rosso.
Non ne sono stati capaci.
In un ambiente totalmente buio sono stati serviti da camerieri non vedenti dodici portate diverse di piatti a base di verdure.Chi è stato sottoposto al test non ha sentito differenze di gusto.
Tutti questi risultati potrebbero essere presi a testimoni della pochezza dei nostri sensi.
In un certo senso è vero , specie per il senso del gusto.
Ma quello che di interessante ci dicono questi risultati , se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno , è che gustiamo anche con gli occhi.
Ma la saggezza popolare questo già' lo sapeva , l'occhio vuole la sua parte.
Più in generale nessuno senso di fatto è escluso da qualunque tipo di sensazione.
Non è impossibile superare comunque i test di cui sopra.
Quello del sommeliere è però un mestiere , prima che un dono naturale.
Il gusto può essere educato , o sarebbe più giusto dire rieducato , visto che gustare con gli occhi è la condizione normale.
Nel caso del gusto anche il tatto attraverso la lingua ha il suo peso.
Diciamo pure che le papille gustative sono sopravvalutate , mentre altri sensi , come l'udito , ampiamente sottovalutati.
#5510
Tematiche Filosofiche / Re:Esistenza dell'eternità
14 Aprile 2018, 17:15:21 PM
Se vale ammettere che il tempo possa avere interruzioni e riprese , allora esiste l'eternita'.
#5511
Tematiche Filosofiche / Re:Fisica e Tempo
14 Aprile 2018, 17:08:45 PM
E allora diciamolo Apeiron, hai il dono della chiarezza.
#5512
Citazione di: Eutidemo il 08 Aprile 2018, 16:00:47 PM
Citazione di: green demetr il 08 Aprile 2018, 12:37:43 PM
Ennesima sciocchezza, approfitto di questa domenica, per rispondere a queste provocazioni ridicole.  ::)

Quando io dico "sono" non mi riferisco agli oggetti reali, ma piuttosto alla relazione che ho io con essi.

L'uomo non è un oggetto, non posso considerarmi un oggetto fra gli oggetti, in quanto l'oggetto non pensa.
In compenso l'oggetto viene pensato.

Assistere a simile parate di scemenza, come se Cartesio o Kant non fossero mai esistiti, mi fa dubitare della serietà scomposta di questi automi, forse BOT di qualche hacker burlone.


Mai sentito parlare del problema della COSA kantiana?

Del limite? della trascendenza? della fenomenologia? Almenso suvvia delle categoerie!! (cosa che aborro sia chiaro, ma sarebbe qualcosa di filosofico almeno!)  >:(
Molto chiaro e molto ben argomentato ;D
Chapeau!!! ;D  ;D  ;D
Per quanto ci capisco , a causa della mia ignoranza filosofica , sono relativamente d'accordo, ma non ho capito a chi è rivolta la tua critica e forse perciò mi sembri fuori tema.
Direi però che l'uomo è un oggetto , almeno in parte ,che pensa.
Infatti se a questo oggetto , che è l'uomo, tolgo alcune sue parti , questo continua a pensare , a dimostrazione del fatto che è quantomeno anche un oggetto.
Non so' cos'è però  la cosa kantiana e tante altre cose.
Restando invece in tema , il mio intento con questa discussione era di riabilitare i nostri sensi , anche alla luce delle nuove recenti conoscemze accumulate dai neurosciemziati , che possono ormai considerarsi abbastanza solide.
Riabilitarli a fronte di una loro denigrazione che nasce da una malintesa funzione che attribuiamo alla scienza , quella di dirci la verità.
Certamente la funzione dei sensi non è quella di dirci la verità , quindi non ha senso una loro denigrazione in questi termini , e personalmente non credo questa sia neanche la funzionde della scienza.
A me sembra  che perceziione e scienza remino dalla stessa parte , fatte salve differenze di metodo che comunque non possiamo dare  neanche per scontate.
Anzi , ipotizzare che non ci sia una sostanziale differenza , né' di metodo , né' di scopo mi sembra spieghi tante cose.
La differenza più grossa che rilevo  infatti è nell'uso differente della coscienza nei due processi , che in se' non mi appare sostanziale.
Infatti nella misura in cui grazie alla neuro scienza, è possibile portare a livello di coscienza i due processi mi sembra che questi scorrano in parallelo.
Credo che la funzione sostanziale della scienza sia quella di essere un processo condivisibile , e che da ciò derivi il suo potere e che il suo potere sia tale da averci stupito fino al punto da farcene fraintendere la sostanza piegandola ai nostri desideranda.
È un processo condivisibile e sappiamo come fare a condividerlo.
Anche la percezione lo è, ma non sappiamo come facciamo a condividerla.
Certamente la percezione è anche soggettiva , ma non mi appare questa come la caratteristica che dovrebbe saltare per prima all'occhio , per quanto fondamentale essa stessa  nel senso che dirò' più in là'.
Non è il caso dunque , come facciamo , di sottolineare la soggettività per denigrare la percezione.
Semmai la soggettività è proprio il fondamento da cui deriva il potere della scienza.
Dalla somma di individui diversi , ma non tanto diversi da non poter condividere un processo , deriva il potere della scienza.
Se gli individui fossero identici la loro somma farebbe uno e cio potrebbe fare il gioco di chi cerca la verità,perché se si può dimostrare che tutti vedono le cose nello stesso identico modo allora si potrebbe millantare che ciò che vedono è vero.
Ma la sola scoperta della estrema plasticità del cervello direi che scongiuri del tutto e da sola tale infausto evento.
Una somma di soggettività non è un risultato oggettivo , ma non per questo mancherà di stupirci.
#5513
Tematiche Filosofiche / Re:Fisica e Tempo
13 Aprile 2018, 19:00:54 PM
Ognuno a suo modo , e per suoi motivi , tende alla verità, cioè a qualcosa di oggettivo , di indipendente da noi , e questa tensione soggettiva , male che vada è un potente motore che ci muove tutti insieme , verificandosi là possibilità, come spiega chiaramente Apeiron , di poter usare strumenti intersoggettivi.
Questi strumenti ci permettono anche di immaginare esperimenti mentali , coi quali possiamo fare un viaggio tutti insieme , ad esempio un viaggio di ritorno dalla verità, immaginando di esservi approdati.
Una volta approdati ad essa infatti , semmai il nostro viaggio continui, non può andare oltre .
Può tornare solo indietro , ma non necessariamente sui nostri passi.
Quindi partiamo da adesso , approdiamo alla verità, e torniamo indietro per andare a parare dove?
In che forma ci si presenterà la verità?
In una forma che abbiamo già sperimentato?
Supponiamo di sì.
In che senso avremmo motivo di continuare il viaggio?
L'unico che mi viene in mente è nel senso di sfruttare la verità acquisita . Infatti seppur questa conoscenza sia stata una soddisfazione in se' , come da nostre aspettative , nulla ci vieta di voler far fruttare questa conoscenza , allo stesso modo in cui oggi sfruttiamo le nostre conoscenze relative.
Il risultato è che faremmo al meglio ciò che già facciamo.
Ci muniremmo allo scopo di strumenti derivati a partire dalla nota realtà immagino.
Strumenti più efficaci degli attuali quindi , ma possiamo immaginarli sostanzialmente diversi?
Certamente lo scopo a cui questi diversi strumenti saranno indirizzati non richiede necessariamente che siano coerenti far loro , e fin qui nulla di diverso dallo stato attuale.
Questi strumenti conterranno al loro interno , o saranno affiancati da concetti nuovi in genere , senza escludere , se servissero , quelli classici ?
In questo viaggio a ritroso scopriremmo qual'e' la vera natura del colore rosso , non essendo questa compresa nella natura della verità, non essendo ad essa essenziale?
Ci ritroveremmo alla fine a fare quel che già facciamo , ma molto meglio , essendo al minimo liberati dai dubbi che ci destabilizzano ?
Tornati da questo viaggio fantastico ciò che abbiamo imparato è che non dobbiamo farci bloccare dai dubbi , e ad usare ogni energia che ci spinga ,seppure fosse virtuale, se serve ad andare avanti.
Al minimo la verità è una perfetta carota.
#5514
Mi verrebbe da dire che la percezione è una sintesi funzionale dei dati in ingresso, uno dei quali è l'essere grigio.
Così se leggiamo la percezione nei termini di uno solo di quei dati l'esito può apparire paradossale , laddove il dato sembra essere ribaltato .
Di sicuro dovremmo rivedere certe espressioni del tipo "essere evidente in se'" conplice la nuova consapevolezza che se a tutti appare una certa cosa , allora c"è un meccanismo comune che agisce  a produrre quella apparenza, togliendo così carattere di obiettività a ciò che appare , a meno che la democrazia non abbia a che fare con l'obiettivia'.Diremo meglio allora "essere evidente in noi".
Rimane il sospetto che comunque il possedere apparenze comuni abbia un valore , e che ciò sempre ricerchiamo.Se anche la nostra percezione dovesse essere molto distante dall'obiettività, sembra abbia un valore "sbagliare" tutti insieme , magari per poi correggerci tutti insieme.
Siamo o non siamo esseri sociali?
Dovremmo anche rivedere il valore negativo che diamo ai preconcetti, in quanto comuni a tutti noi , nel senso sopra detto.
È un errore pensare che la scienza serva ad eliminare i nostri preconcetti.
Essa semmai ci da' la possibilità  di poterli cambiare se serve , non di eliminarli.
Mi chiedo quanto le descrizioni soddisfacenti che cerchiamo per teorie ostiche come la MQ abbia a che fare con tutto ciò.
Perché se una descrizione non è essenziale per una teoria , in quanto indipendente , è essenziale però come veicolo di condivisione.
Creare una descrizione condivisa significa creare un preconcetto?
Adesso verrà qualcuno a dire che i preconcetti sono anche soggettivi , è vero.
Ma sono molto più interessanti quelli comuni , che hanno avuto il,tempo di diventare parte di noi , cosa rilevabile anche a livello fisiologico.
Quelli che possediamo senza sapere di possedere.
Quelli che ci danno l'illusione dell'essere in se' , quando invece sono in noi.
#5515
Tematiche Filosofiche / Re:Fisica e Tempo
06 Aprile 2018, 15:57:40 PM
Dunque mi confermi che usare il principio di autorità con moderazione non è peccato , tuttavia da ciò non può derivare l'oggettività di cui dici .
Da cosa deriva dunque?
Un martello è oggettivo , la sua descrizione è soggettiva e può essere soggettivamente insoddisfacente.
Se ciò è riferito all'uso che devo fare del martello tutto mi appare chiaro e logico.
Se la descrizione mi appare insoddisfacente so' dire il perché.
Se ci riferiamo alla conprensiome del martello in se ' attraverso la sua descrizione tutto mi appare vago.
Se la descrizione mi appare insoddisfacente non so' dire il perché.
Per un neuroscienziato una soddisfacente descrizione dell'autismo e' ciò che può servire a curare l'autismo , non ad una conoscenza dell'autismo in se'.
Se anche acquisissimo una conoscenza del mondo in se' , senza poterne fare uso , non avremmo fatto spreco di energie vitali compromettendo le probabilità della nostra sopravvivenza?
L'anelito alla conoscenza in se' è qualcosa cui partecipo con entusiasmo in effetti , ma ciò che io credo non necessariamente è.
Questo anelito alla conoscenza in se' in effetti è il benvenuto perché non produce altro che risultati molto pratici , i quali determinano la promozione o la dimenticanza di una teoria , indipendentemente dall'anelito investito.
Il riferimento che ho fatto all'autismo non è casuale.
Infatti un soggetto autistico si può descrivere come un soggetto che possieda una descrizione insoddisfacente della realtà, non distinguendo oggetti inanimati da oggetti animati.
Noi sappiamo quanto sia utile questa distinzione , e perciò ci sembra vera , non il contrario.
La distinzione fra oggetti animati e inanimati però non è necessaria in se'.
Si può vivere anche senza.
Ma è' la qualità della vita a dipendere dalla descrizione che ne facciamo.
E può essere più o meno soddisfacente.
#5516
Tematiche Filosofiche / Re:Fisica e Tempo
06 Aprile 2018, 14:40:33 PM
@Sciombro.
Certamente , ma ho precisato che la mia non è necessariamente una convinzione, ma una assunzione.
Si tratta anzi di un punto di vista per il quale non parteggio con entusiasmo.
Lo assumo,solo nella speranza che le sue conseguenze siano al contrario molto soddisfacenti , specie ai fini di questa discussione , e in effetti mi pare che sia così.
Se ciò dovesse verificarsi allora   ciò che ho assunto si potrebbe candidare a diventare una mia convinzione.
Ciò in cui crediamo ha sempre una origine in qualcosa e si può configurare come il risultato di un processo a partire da quella origine , anche quando questo non è del tutto presente a noi.
Quindi se provi a immedesimarti in questo quadro , la descrizione di una teoria si configura come qualcosa di utile per noi, ma non necessaria alla teoria.
Il fatto di non possedere una descrizione soddisfacente  ci fa'apparire la teoria come incompleta.
In effetti pero' alla teoria non manca niente ,è a noi che manca una sua descrizione , siamo noi che siamo orfani di quella descrizione , non la teoria.
A noi ,  che siamo stati viziati dal fatto che teorie precedenti posseggano descrizioni soddisfacenti , creandoci così  la falsa aspettativa che ogni teoria debba averne una.
Soddisfacenti in base all'utilizzo che possiamo farne , ma che sono indipendenti dalla teoria , così come la descrizione di un martello è indipendente dal martello , ma non dall'uso che farò del martello.
Ma se è indipendente allora può esserci come non esserci.
Giunti a questo punto possiamo spostare il focus della discussione sul come e perché e da cosa nascono certe descrizioni o non nascano.
Non è un caso che l'assunzione che ho fatto l'abbia derivata da un neuro scienziato , Lawrence D. Rosenblomm.
#5517
Tematiche Filosofiche / Re:Fisica e Tempo
06 Aprile 2018, 10:01:00 AM
Citazione di: sgiombo il 06 Aprile 2018, 07:10:49 AM
Citazione di: iano il 06 Aprile 2018, 04:31:28 AM

Per la teoria di Newton è stato sufficiente cambiare punto di vista all'interno di quel mondo che ci siamo creati attraverso descrizioni relative , restando dentro quel mondo.
Per la MQ dovremmo creare un mondo ex novo attraverso una descrizione totalmente nuova , e poi entrarci dentro .

CitazioneNon sono per niente d' accordo.
La fisica di Newton non ha affatto cambiato punto di vista all'interno di un mondo (quello fisico materiale; il quale non esaurisce la realtà in toto) che ci siamo creati attraverso descrizioni relative ad libitum (come quelle di un romanzo di fantasia), ma ha invece cambiato precedenti descrizioni di quel mondo, quale é indipendentemente da noi e dalle nostre descrizioni, precedenti descrizioni limitate e in parte erronee e false, sostituendole con una descrizione più completa ed esaustiva, più esatta e vera, come empiricamente dimostrato dall' osservazione del mondo fisico materiale stesso, più adeguate ad esso quale é indipendentemente dalle nostre osservazioni.

E così secondo me deve fare qualsiasi progresso scientifico se vuole essere realmente tale.
Che nel fare questo deve ammettere con onestà intellettuale i suoi limiti, e non pretendere che quegli aspetti della realtà che non conosciamo* e che magari ci si dimostrano essere  inconoscibili non esistano realmente.


__________
* Per lo meno quelli che sono conoscibilissimi con ottima precisione singolarmente in reciproca alternativa (e per essere tali devono necessariamente esistere-accadere realmente) ma non sono conoscibili insieme, contemporaneamente.

Ma più entrò in questi discorsi più ho conferma dell'importanza della filosofia.
CitazioneGiustissimo.
L'uomo percepisce il mondo in base all'utilizzo che può farne.
Nel leggere i miei post tieni presente questo assunto.
Non è necessario che tu lo condivida.
Non è perfino necessario che lo condivida anch'io.
Io lo assumo per cercare di verificare se questa assunzione serva a dare una risposta al quesito di cui discutiamo , o in alternativa svuoti di senso il quesito , che equivale comunque a una soluzione del quesito , negandolo.
Questo punto di vista non comporta che la conoscenza sia un bene in se' , né' che il progresso consista in una avanzata continua verso una conoscenza della realtà che, seppur non porteremo mai a compimento per nostri limiti , riusciremo tuttavia sempre meglio ad approssimare.
Per assumere un punto di vista non è necessario crederci , ma non è neanche necessario che tu lo assuma.
Quindi in un certo senso non è corretto dire che non sei d'accordo.
Puoi decidere di criticarne le conseguenze se vuoi.
Oppure puoi dire di non essere interessato perché non ritieni sia un lavoro promettente.
L'assunzione in se' potrebbe non piacere , ma lo si assume perché si sospetta le sue conseguenze possano essere molto soddisfacenti, aiutando a risolvere problemi all'apparenza irrisolvibili.
Questo è appunto lo,spirito con cui lo faccio io.
L'importanza della filosofia per me sta nel fatto che ognuno di noi ne ha una , e questa influenza le nostre scelte , le nostre azioni , sia che sappiamo di averla, sia che non lo sappiamo , sia che lo neghiamo.
Ammettere la sua influenza , avendone coscenza è il caso migliore , perché ciò ti permette di cambiare punto di vista , per vedere l'effetto che ottieni , specie nei casi che appaiono particolarmente ostici.
Si può assumere un nuovo punto di vista solo se si sa di averne uno e lo si conosce.
Ecco , su questo procedimento puoi anche dire di non essere d'accordo , se vuoi.
Questo sì.😊
#5518
Tematiche Filosofiche / Re:Fisica e Tempo
06 Aprile 2018, 05:06:11 AM
Quindi , seppur mi convince fino a un certo punto , vi propongo la seguente sintesi.
Newton ci invita a vedere il mondo con occhi nuovi.
La MQ ci invita a vedere il mondo con sensi nuovi , dove si usa in modo scorretto il verbo vedere.
Vedere è proprio della vista , non di nuovi strumenti.
Dunque , nessuna nuova descrizione in vista.
Si , è anche un gioco di parole......
Ciao.
#5519
Tematiche Filosofiche / Re:Fisica e Tempo
06 Aprile 2018, 04:31:28 AM
Citazione di: Il_Dubbio il 06 Aprile 2018, 00:12:19 AM
Citazione di: Apeiron il 05 Aprile 2018, 19:40:49 PM


  • The interpretation of a physical theory has to rely on an experimental practice.

L'interpretazione di una teoria fisica deve fare affidamento sulla pratica sperimentale.

Io non sono daccordo con Bhor.
Una teoria fisica deve descrivere la realtà e l'esperimento deve attestare che quella teoria è valida e non è falsificata da un esperimento.

Con la meccanica quantistica abbiamo un stravolgimento. Ora non abbiamo piu una teoria che descrive il mondo, ma un esperimento che tiene in piedi un modello matematico.

Se prima avevamo un modello matematico che descriveva la realtà, e l'esperimento poteva falsificarlo, ora abbiamo solo un modello matematico senza una descrizione del mondo. Secondo me è un arretramento rispetto al significato ontologico di teoria fisica. Una teoria fisica deve descrivere la realtà e siamo d'accordo che questa realtà debba essere supportata da un modello matematico. Qui abbiamo invece solo il modello matematico ma nessuna idea fisica, per cui senza alcuna teoria.  
La questione dell'interpretazione è proprio questa: la teoria dove sta? Bhor direbbe che dobbiamo accontentarci del modello matematico. Ma questa non mi sembra la risposta alla domanda. Anzi attesta che non abbiamo una teoria fisica. Ma io non credo che la fisica possa perdere le speranze di fare il suo mestiere.
Prendiamo il caso della teoria di Newton.
Di questa avevamo già una descrizione , avendo esperienza diretta di ciò di cui tratta.
Newton ha ridefinito , precisato , corretto , esteso, etc......  e noi abbiamo approvato e abbiamo revisionato le nostre idee.
Ciò è stato possibile perché osservare la,realtà con gli occhi o col cannocchiale non comporta una differenza sostanziale nei termini di una descrizione della realtà.
Nel caso della MQ non abbiamo nulla da revisionare , non abbiamo concetti da rivedere ed adattare alle nuove evidenze sperimentali.
Una teoria , nella sua forma necessariamente matematica , che deriva dall'interazione con la realtà attraverso strumenti di misura sostanzialmente diversi dai nostri sensi si può prevedere comporti cambiamenti di paradigma , credo.
Su di essa non abbiamo sviluppato alcun preconcetto , come ce lo avevamo su ciò che tratta la teoria di Newton.
In fondo ciò che impropriamente chiamiamo descrizione della realtà relativa alla teoria di Newton altro non è che l'utile revisione di precedenti concetti.
Con la meccanica quantistica non abbiamo nulla da revisionare se restiamo nel giusto contesto.
Come facciamo ad ottenere l'equivalente di una revisione.Una nuova descrizione ?
I miei sono solo elementi di riflessione nati lì per lì, perché ovviamente capisco,e condivido in parte le tue perplessità.
Diciamo che alla MQ manca qualcosa di desiderabile , ma non di necessario : ciò ' che noi chiamiamo descrizione della realtà, che non può essere in questo caso una revisione di una revisione di concetti comuni sviluppati attraverso l'esperienza sensoriale.
Per la teoria di Newton è stato sufficiente cambiare punto di vista all'interno di quel mondo che ci siamo creati attraverso descrizioni relative , restando dentro quel mondo.
Per la MQ dovremmo creare un mondo ex novo attraverso una descrizione totalmente nuova , e poi entrarci dentro .
Il fatto è che , anche se riuscissimo a creare questo nuovo mondo, non so' quanti vorrebbero entrarci dentro.
La nostra aspettativa è che si tratti di una ristrutturazione , magari pesante del vecchio mondo , ma non è così.
Non resta che chiedersi da cosa nasca questa indebita aspettativa.
Probabilmente da qualche concezione filosofica ben radicata in noi.
Forse dal pensare che il progresso scientifico sia appunto ... un progresso , che in quanto tale deve presentare carattere di continuità.
Progrediscono le teorie e in parallelo le descrizioni della realtà a corredo.
Le descrizioni non sono la realtà, ma la approssimano sempre più .
Il,fatto,è che ne' le teorie , né' tantomeno le descrizioni a corredo sono la,realtà, è il,progresso non consiste nell'avvicinarsi alla realtà in un processo al limite.
Noi vediamo il mondo nel modo in cui serve vederlo.
Se questa visione è una teoria , una descrizione, o l'insieme delle due , la sostanza non cambia.
Forse, boh....😊
Ma più entrò in questi discorsi più ho conferma dell'importanza della filosofia.
#5520
Tematiche Filosofiche / Re:Fisica e Tempo
05 Aprile 2018, 18:26:12 PM
@Sciombro.
Perdonami se non ti rispondo punto per punto.
In generale non siamo d'accordo su nulla.
In particolare vorrei respingere l'accusa che abbia abusato del principio di autorità.
Davvero mi piacerebbe capire da cosa nasce il tuo abbaglio.Così...per curiosità.😳
Ammesso e non concesso avrei potuto soggiagere all'autorita' che riconosco ad Apeiron , visto che è stato lui a mettermi a parte del pensiero di Tizio , ma anche di Caio e Sempronio , tutti rispettabili, e liberamente , seppur nei limiti che ci ho capito, ho scelto Tizio , e se la mia scelta ha un difetto è in quei limiti.
Riconoscere l'autorità di qualcuno poi non è un peccato grave , a meno che tutto non si riduca a ciò , come succedeva prima di Galileo.

Pace.