Menu principale
Menu

Mostra messaggi

Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i messaggi inviati da questo utente. Nota: puoi vedere solo i messaggi inviati nelle aree dove hai l'accesso.

Mostra messaggi Menu

Messaggi - iano

#5506
Il punto che mi preme sottolineare è che la consapevolezza/ conoscenza diffusa , e possibilmente equamente distribuita , non è una questione di lana caprina.
Il potere della scienza è infatti quello di essere un opera collettiva , resa possibile grazie appunto alla consapevolezza diffusa , e non nel discoprire verità in alternativa agli inganni percettivi.
Essa crea apparenze non meno del sistema percettivo , solo diversamente utili.
Un grazie ad Ipazia e a tutti voi per avermi aiutato a chiarirmi le idee.
Sono idee che nascono infatti dalla nostra interazione, anche se a volte tendiamo a presentarle come lezioni da impartire , pronte e confezionate .😅
#5507
Citazione di: Ipazia il 19 Febbraio 2019, 20:36:20 PM
La questione si affronta benissimo contestualizzato la verità nei sistemi in cui essa funziona come verità. Il moto apparente del sole funziona benissimo per scandire il giorno e la notte, mentre sarebbe più complicato basarsi sul tempo di rotazione della terra. Il nostro sistema sensoriale dice la verità pure lui nella gamma di frequenze e stimoli che è in grado di percepire.

Quanto più ci si allontana dalle misure/sensorialità antropiche tanto più il tasso di veri(ficabili)tà diminuisce. È questo dato a rendere "misteriosa" la mq ed esoterici i tentativi di implementarla in un sistema scientifico che dica la verità. Altrettanto accade coi fenomeni a noi più lontani nello spaziotempo. Ma il cumulo di conoscenze si dà sempre e il metodo mantiene la sua coerenza e fecondità.

Il problema "verità" mi pare più che altro semantico: basta toglierle di dosso l'eccesso di sacralità metafisica e diventa utilizzabile come qualsiasi altro concetto astratto.
È " più vero " che la terra gira attorno al sole , e non il viceversa " , o è solo più semplice descrivere il sistema con il sole al centro, e quindi questa descrizione è più utile ai fini della comprensione ?
Ai fini applicativi possono invece essere contestualmente utili altre descrizioni , come ben dici , descrivendo ad esempio il sistema col sole che gira intorno alla terra.
Dire che è il sole a girare piuttosto che la terra non è ne' falso ne' vero.
Una descrizione o l'altra si dimostrano contestualmente relativamente più o meno utili.
Continuare a parlare di verità , almeno in questo esempio sarebbe ingenuo , a causa della migliore conoscenza acquisita sul sistema .
Parliamo di descrizioni alternative del sistema nessuna delle quali è vera ne' falsa.
La differenza sostanziale fra sensi e strumenti di misura è che i sensi , o meglio ciò che percepiamo , contiene già in se' una descrizione sottesa , non esplicita, preferenziale, che si dimostra essere anche la più utile , non a caso, nel contesto limitato in cui lavorano i sensi.
Questa scelta non consapevole ,di fatto , di una particolare descrizione, in mancanza di alternative coscienti, ci porta a dire ingenuamente che ciò che percepiamo è vero.
Quindi è qualcosa di più di una questione semantica , anche se , acquisita maggiore consapevolezza sul sistema , possiamo degradarla a tale , ma col rischio di perpetuare il fraintendimento , se questa consapevolezza non è equamente diffusa.
È evidente dunque che il sistema percettivo nella sua dinamica  "non usa il concetto di verità " , ma il concetto di "funziona/non funziona a ciò che serve nel contesto ".
Ciò che appare , "sole che gira intorno alla terra" è utile nella vita di tutti i giorni , oggi come ieri .
Ma quando la scienza ci suggerisce una diversa descrizione, "terra che gira attorno alla terra " , utile in diversi altri contesti , non ci sta proponendo una verità di grado superiore , ma una diversa apparenza, diversamente utile.
In ciò che fa' il sistema percettivo o la scienza non c'è sostanzialmente nulla di gratuito ne' di diverso , e la differenza sta nell'uso di maggiore o minore consapevolezza ad hoc , dove la consapevolezza è uno strumento , ma non un bene in se'.
Il concetto di verità nasce in un contesto di minore consapevolezza.
Non sappiamo perché è " vero ciò che ci appare vero" e quando cerchiamo , avendo acquisito maggiore consapevolezza, di dimostrare che ciò che ci appare vero è vero , allora iniziamo a girare a vuoto.
#5508
Citazione di: Ipazia il 13 Febbraio 2019, 20:40:59 PM
La verità esiste, come la falsità. Non è assoluta ma contestuale al proprio ambito semantico: cronachistico, processuale, scientifico, quotidiano. La verità scientifica esiste e lo dimostra la sua natura cumulativa piuttosto che abrogativa. Le scienze mature sono manuali di verità naturale. La leva di Archimede non è mai stata falsificata. Anche la chimica, dagli atomi ai tecnopolimeri e superleghe, dice la verità. Quando non lo dice, ovvero si sbagliano le ricette, la verità non perdona.

La filosofia, che la verità l'ha declinata in tutte le lingue, ha invece più difficoltà ad arrivare a risultati stabili e ciò dipende dall'ontologia di cui si occupa, decisamente più condizionata dal punto di vista (che non dichiara) rispetto alla scienza, che il punto di vista lo dichiara nel contesto stesso del suo studio. Anche la filosofia può arrivare alla verità, se rinuncia all'assoluto e si concentra sulla natura circoscritta degli oggetti ontologici di sua pertinenza.
Sono d'accordo.
Ma propongo , banalmente , di dire le stesse cose senza usare il concetto di verità.
Un esercizio non sterile , perché  da un lato ci può aiutare a comprendere da dove nasce il concetto di verità, cercandone possibili succedanei , e dall'altro , seppur col rischio di complicare il discorso scientifico, verificare se appare meno problematica la sua dinamica.
Aver compreso che la realtà non è come ci appare non è una scoperta da poco.
In se' sarebbe pure banale la cosa se non fosse che , chissà per quale motivo , noi lo credevamo.
E questo è il domandone. Perché lo credevamo?
Dire che ci siamo sbagliati è un modo per non affrontare la questione.
Fino a un certo punto , seppur con difficoltà varie, siamo riusciti a configurare la scienza come un accumulo coerente di teorie , una progressione che tendeva a qualcosa , qualcosa che chiamiamo verità.
Con la MQ la difficoltà di inserirla in questo quadro aumenta.
Bisogna cambiare il quadro è mettere altro al posto di verità.
Potremmo mettere un funziona meglio.
È più onesto di un vero , si , ma fino a un certo punto , con vari gradi di distinzione.
È vero che c'è un mistero che sembra deporre a favore della verità, quello per cui le teorie scientifiche sono predittive , e anzi non funzionerebbero se non lo fossero.
Ma appunto , siccome sono predittive , funzionano.
Tutto ciò sembra suggerirci che esiste una realtà ed ha una sua coerenza, ciò che fa si che , pur con limitatezza di mezzi , riusciamo a comprendere più realtà.di quanto potessimo mai sperare.E questa forse è l'unica verità cui possiamo accedere.
È possibile trovare regolarità anche in disposizioni casuali , ma queste regolarità non ci direbbero nulla su come prosegue quella disposizione , se veramente casuale.
È evidente dunque che la realtà non è  un accumulo , e tantomeno casuale , di oggetti .
Essa ci appare come un insieme di oggetti , senza esserlo , ma la coerenza con cui questi oggetti ci appaiono forse ci fa' intravedere qualcosa di più di un ombra della realtà , qualcosa di più dell'ombra proiettata da oggetti ideali , fittizi non meno dei cosiddetti reali.
Senza quella coerenza  forse non ci apparirebbe proprio nulla , ne' in forma di oggetti ne' altro.
Se questi oggetti ,queste apparenze, sono utili , lo saranno ancor più se meglio lì padroneggiamo , e la verità non sembra più uno strumento utile a ciò.
La realtà non è come ci appare , ma il fatto stesso che ci appare significa che.........
ognuno può mettere qualcosa al posto dei puntini, come ho provato a fare io.
#5509
Citazione di: sgiombo il 13 Febbraio 2019, 10:44:41 AM
Lo trovo significare un concetto non banale, necessitante attenta meditazione e critica razionale (filosofica: la scienza non basta, cara Ipazia!), ma assolutamente necessario per stabilire che cosa si può conoscere e che cosa si conosce (o meno) della realtà.
Poniamo di connotare i dati sperimentali come veri.
Sono veri , ma inutilizzabili in forma di elenco.
Per poterli utilizzare dobbiamo diminuirne il grado di verità.
Dobbiamo introdurre metodi non univoci di elaborazione dei dati.
Ne trarremo una teoria che porremo e giudicheremo alla prova dei fatti soddisfacente o meno.
Questo giudizio , anche quando ampiamente condiviso , è arbitrario.
Il fatto che possiamo estrapolare dei criteri di condivisione non cambia la sostanza.
In questo processo la verità mi sembra una chimera mentre la condivisione mi appare come la sostanza , e le due cose , facili da assimilarsi sommariamente ad una , non sono da confondere.
Ciò che la ragione ci porge , quando spogliato del superfluo metafisico , non è difficile da comprendere, anche se perde di fascino.
Ammesso che la verità sia un catalizzatore del processo essa non appare nel composto finale.
La teoria non equivale ai dati sui quali è stata costruita.
Non per questo , priva di veli , perde importanza, anzi.
Perde fascino , mostrandosi per quel che è.
#5510
Errata corrige a un mio precedente post , #217 :
Chiunque affronti la meccanica quantistica , a qualunque livello , se persona ragionevole , NON può non condividerla.
#5511
Citazione di: sgiombo il 13 Febbraio 2019, 10:14:16 AM
Nella storia della scienza le successive falsificazioni della "apparenze" (rectius: credenze, teorie) precedenti sono ottenimenti di credenze più vere (poste alcune premesse indimostrabili ma necessarie come conditiones sine qua non, se ne fosse -filosoficamente- consapevoli o meno, anche delle più primitive e da gran tempo falsificate credenze prescientifiche o "naturalistiche di senso comune".
Comprendo benissimo il tuo pensiero , ma l'uso del termine verità è problematico e non necessario.
#5512
Citazione di: sgiombo il 13 Febbraio 2019, 10:06:35 AM

I problemi metafisici (rectius: ontologici) e la ricerca della verità (della conoscenza vera della realtà) mi interessano tantissimo!

Nel corso della storia delle scienze gli strumenti via via migliori hanno consentito (in maniera discontinua, non "progressivamente lineare, come forte tendenza ostacolata da controtendenze)  l' acquisizione di conoscenze via via nuove e la falsificazione (per lo meno relativa, parziale) di teorie scientifiche precedenti.

Dunque gli strumenti via via nuovi che tendono ad essere prodotti e usati non solo sono (in maniera banalissimamente tautologica) "più attuali", ma anche tendono ad essere via via "più veritieri" (= "a dirci", o meglio a consentirci di ottenere,  via via più verità e mano falsità).
Non sono alieno al tuo pensiero , tanto che l'ho condiviso e mi piacerebbe continuare a farlo.
Ma è proprio l'evoluzione della ricerca scientifica a frustrare questo desiderio , e non posso fare a meno di prenderne atto.
Non ho la soluzione in tasca e la goffaggine dei miei post lo testimonia,
È un processo in atto nella mia testa che ha valore solo nella misura in cui posso condividerlo con voi.
Il mio ultimo post mi piacerebbe vederlo come un buon approdo , che mette un po' di ordine in questo mio caos ,seppur sempre momentaneamente.
Ridefinire il valore della condivisione è un po' il succo di questo discorso.
Il mondo non è come ci appare , ma perché ci appare a tutti allo stesso modo?
#5513
Citazione di: acquario69 il 13 Febbraio 2019, 03:45:47 AM
La realta non e' come ci appare e a questo punto bisogna essere ostinatamente ottusi per non arrivare a capirlo.
La stessa materia (unico illusorio punto di riferimento per menti limitate) non e' come ci appare attraverso i nostri sensi..dopodiche si cerca pure di giustificarlo mentalmente..con tutte le fantasie, le mere opinioni personali e vari sofismi del caso

Eppure anche la fisica quantistica lo ha dimostrato, arrivando a cogliere quello che i premoderni avevano gia intuito da sempre.
Piu si indaga sulla materia e piu dovrebbe essere ormai chiaro che non esiste nessuna "solidità" e che non vi e' reale separazione tra le cose.

La materia non può essere di per se qualcosa di autonomo e a se stante (e peggio che mai avere l'allucinazione di considerarla come l'unica realtà)  "prima" di questa e' il vuoto che in un certo senso la rende manifesta.
Quel "vuoto" lo si può chiamare anche Dio o Spirito o Tao...

Ma per voi materialisti risulta troppo difficile e per alcuni impossibile arrivare a capire che quel "vuoto" e' in realtà Tutto

—————————

Trenta raggi si uniscono al mozzo e nel suo non-essere si ha l'utilità del carro.
S'impasta l'argilla per fare un vaso e nel suo non-essere si ha l'utilità del vaso.
S'aprono porte e finestre per fare una casa e nel suo non-essere si ha l'utilità della casa.
Perciò l'essere costituisce l'oggetto e il non-essere costituisce l'utilita
Tao te ching (XI)

O Sariputra, la forma è vacuità e la vacuità è forma.
La vacuità non differisce dalla forma, la forma non differisce dalla vacuità. Qualunque cosa sia forma, quella è vacuità; qualunque cosa sia vacuità, quella è forma.             
Prajnaparamita Hrdaya (Sutra del Cuore)
Il vuoto è apparenza non meno del pieno , quindi non mi farei partigiano dell'uno a scapito dell'altro.
Mi farei partigiano delle apparenze in toto perché  sono ciò che ci permettono di rapportarci con la presunta realtà, ma nessuna apparenza è da privilegiare sulle altre , ne' quelle attuali , in essere , ne' quelle in potenza, che eventualmente saranno.
Di fatto si può dire che siamo coscientemente oggi alla ricerca di nuove apparenze , come quando tentiamo interpretazioni condivisibili della MQ.
Sappiamo che ciò è possibile , perché se sono oggi in essere le apparenze del pieno e del vuoto , della materia e della non materia , del tempo e del non tempo , in qualche modo queste sono state costruite , ma non sappiamo esattamente come.
Stiamo tentando di riprodurre in modo cosciente un processo che non ha avuto bisogno della coscienza per prodursi , o del quale processo non abbiamo comunque memoria.
Nella misura in cui comprensibilmente abbiamo confuso , e continuiamo a confondere , le apparenze con la realtà stessa , tale possibilità risulta destabilizzante.
Non è certo quindi il piacere di sentirci mancare la solida materia sotto i piedi che ci guida , ma la necessità di interiorizzare in modo soddisfacente le nostre nuove esperienze fatte grazie ai nostri nuovi sensi tecnologici.
E sopratutto di farlo tutti insieme , in modo di condividere le nuove apparenze , non meno di quanto condividiamo quelle gia' in essere , come il tempo , la materia .
Si possono avere legittimi dubbi sulla loro esistenza , ma , seppur non sia possibile provarlo , tutti giureremmo di condividere le stesse idee di spazio , tempo e materia.
Questa condivisione è ciò che ci ha tratti in inganno , portandoci a confondere le apparenze con la realtà, ma questa condivisione rimane un punto fondamentale che in qualche modo , non sappiamo quale , dobbiamo riprodurre.
Il termine stesso condivisione non rende pero' completamente ciò che voglio esprimere.
Chiunque affronti la meccanica quantistica , a qualunque livello alla fine non può, se persona ragionevole , condividerla , fosse anche di malavoglia.
Su questo non può esserci dubbio.
Può star tranquillo Ipazia che non mi butto giù da una finestra pensando di levitare , ne' tantomeno mettere in dubbio i risultati provati della scienza.
Voglio solo sottolineare l'importamza di un processo di condivisione che , se affrontato solo sul versante della ragione, resta un processo a meta' , e noi non sappiamo bene quale sia l'altra metà del processo , quella che porta all'ovvieta'.
Quella che ci fa' dire L insieme a Santo Agostino : So' cosa è il tempo, ma se mi chiedono di dire cos'è, allora non so' più cos'è.
Qual'e' quel processo che porta una apparenza all'ovvieta' ?
Quel processo che ha costruito il nostro senso di realtà , senza il quale oggi non parleremmo neanche di realtà, anche solo per presumerla.

#5514
Citazione di: Ipazia il 12 Febbraio 2019, 23:52:37 PM
Certamente. Ultimamente, grazie anche alla webdemocrazia, l'evoluzione umana tende superluminalmente alla supercazzola, ente che nessuna ragione, e scienza con essa,  può discernere.
In effetti l'elemento umano , quando i nuovi media lo mostrano per quel che è, molto al di sotto delle aspettative , è molto deludente.
Sarebbe interessante capire da dove nascessero quelle aspettative.
I nuovi media c'è lo mostrano diverso da come ci appariva.
Direi che siamo ancora in tema.
#5515
😄
Accumuliamo sempre nuove apparenze, e non perché cambia l'osservato , ma evolve l'osservatore nel suo rapporto con l'osservato.
Che questo accumulo di apparenze tenda a qualcosa è una ipotesi non necessaria,accettabile finché  non crea problemi, da scartare altrimenti.
L'evoluzione  stessa dell'uomo non tende a nulla che la ragione possa discernere , e la sua scienza con esso.
#5516
Citazione di: Ipazia il 12 Febbraio 2019, 20:53:47 PM
Il fatto che finora questo cigno nero non è mai apparso: la leva di Archimede continua a sollevare il mondo e la scienza continua ad essere cumulativa. La Verità la lascio ai metafisici duri e puri. Mi bastano le piccole verità del vivere quotidiano e le piccole metafisiche che cercano di spiegarlo. Delle quali la scienza è la più affidabile.
E noi continuiamo a farci ingannare utilmente dalla percezione sensoriale.
Abbiamo creduto fino a un certo punto che ciò che ci appariva fosse realtà.
Continuiamo a credere che le teorie che appaiono sulle pubblicazioni scientifiche siano realtà, come se le teorie servissero a qualcosa di diverso da ciò a cui serve la percezione.
Cerchiamo soluzioni semplici , non andiamo a inventarci improbabili gradi di realtà che lasciano il tempo che trovano.
Non cerchiamo discontinuità dove non ve ne è, solo per poter dire che l'uomo di oggi , cioè noi , è tutta un altra storia , che i suoi nuovi sensi (strumenti scientifici) sono tutta un altra cosa , e noi con essi.
Usciamo fuori da questa centralità ( perché ve ne sara' sempre una in cui ci annidiamo ) e sarà un nuovo progresso , come sempre , che fara' impallidire la scienza di oggi , come quella di oggi ha fatto impallidire quella di ieri , grazie a sempre nuovi decentramenti.
Un continuo sfratto , dove non è la casa che cambia , ma l'uomo che la abita.
La pur caotica e mutevole "realtà " appare una statua di marmo rispetto al suo scultore , e nessun grande artista hai mai riprodotto il vero , ma lo ha solo fatto apparire come tale.
Mell'arte verità in se' non ha alcun fascino.

#5517
Citazione di: Ipazia il 12 Febbraio 2019, 16:19:40 PM
No, mi spiace per sgiombo e il suo Berkeley, ma non si possono ingannare una macchina fotografica o la legge di gravità.
Una volta si diceva che non si poteva ingannare lo sguardo.
In cosa differisce la tua posizione da quella degli antichi?
Il termine ingannare inoltre è inappropriato.
Da l'idea che il tuo scopo sia perseguire la verità.
In effetti sei tu che ti inganni pensando di fare fisica mentre stai facendo metafisica.
Chi ci impedisce di ipotizzare che domani disporremmo di una nuova classe di strumenti che faranno apparire gli attuali come ingannevoli ?
Ciò che non cambia è che coi sensi con gli strumenti , e coi nuovi eventuali iper strumenti non facciamo sostanzialmente nulla di diverso.
Certamente nella ricerca naturalistica , oggi scientifica, gli strumenti di misura sono più attuali , non più "veritieri".
Sembra una questione di lana caprina , ma se abbracci anche solo per ipotesi la mia proposta potresti verificare la sparizione di tanti problemi, che non sono problemi fisici , ma metafisici.
Mettere da parte la ricerca della verità non significa bloccare il progresso , ma il contrario.
Non ci giuro , ma siamo arrivati a un punto in cui vale la pena provare e sarebbe irragionevole non farlo.
Potresti dire che gli strumenti sono indubbiamente più precisi dei sensi , e perciò più veri.
Ma siamo sicuri che noi siamo alla ricerca della verità, altrimenti detta precisione?
Il pensarlo finora non ha prodotto problemi.Oggi inizia a porli.
Non indico questa nuova strada perché mi piace masturbarmi mentalmente (un poco anche 😊
#5518
Citazione di: Lou il 11 Febbraio 2019, 18:19:45 PM
L'attendibilità o meno di un bestiario, da cosa è data, a tuo parere, in sintesi?
Intendo ciò che intendi tu , ma propongo di sostituire attendibile con attuale , perché è un termine meno problematico e non apre la porta alla metafisica.
Ovviamente non sto parlando di un jeans alla moda.
Una mappa nuova non si costruisce per amore della novità.
Pensare che la successione delle mappe tenda alla verità non è cosa irragionevole ,ma è una idea problematica e non necessaria.
Non avrei problemi a dire che la MQ è più attendibile , ma se tu dovessi dire che è una nuova tappa verso la verità in che senso lo diresti ?
È più utile , si , ma non più vera , non più vera nel senso che abbiamo inteso tutti finora.
Oppure speri ancora che una interpretazione accettabile sia dietro la porta , dopo un secolo di vani tentativi?
#5519
Se il cibarmi non fosse un piacere mi lascerei morire di fame?
La risposta razionale è no . Mangio perché sennò morirei , e non perché godo nel farlo.
Eppure possiamo ben sospettare che il piacere qui non sia un di più superfluo.
Saremmo ancora qui , per la pura ragionevole volontà di sopravvivere , se il sesso non fosse un piacere?
Useremmo il linguaggio come un mezzo per giungere a fare cose razionali , se usarlo non fosse un piacere?
Evidentemente la ragione ha dei limiti e deve convivere in noi con un altro ospite.
Nei limiti in cui il linguaggio si presta ad essere strumento della ragione, per farne buon uso devo ben dominarlo , e lo domino bene se ho avuto, almeno da giovane, il piacere di giocarci , e la poesia è il gioco del linguaggio.
Quella in cui viviamo oggi è una società adulta , che si vergogna dei tempi dell'infanzia in cui giocava con le parole al gioco della filosofia e della poesia.
Dare maggior valore a ciò che meglio si comprende fra tutte le cose che facciamo , non sembra saggio , ma certo , costruire una città ideale non è un gioco da ragazzi , e possiamo scusare l'errore di Platone.
Ma come dice Cacciari questo problema c'è lo siamo trascinati dietro , così si può anche non capire il discorso di Cacciari , ma non si può non capire il suo appello , quando dice , se vuoi capire di cosa parlo guarda dentro te , perché tutti abbiamo ereditato questo problema.
In effetti poi dopo la chiara introduzione di Eutidemo il discorso di Cacciari fila liscio liscio e condivisibile.
L'arte non va' capita , ma praticata , e questa pratica ci aiuta a capire tutto il resto , nei limiti che il linguaggio consente , il quale è vivo e muta nella palestra della poesia  , al contrario di una città ideale e perfetta per la quale qualunque mutamento equivale a un degrado ,salvo che la città ideale è solo un idea di Platone che tale è restata.
Non ci rimane che rassegnarci e rivalutare i vecchi giochi di parole.
#5520
L'uomo fa' i media e i media fanno l'uomo ed ogni media lo fa' a modo suo.
Nessuna generazione come la nostra ha vissuto tutto ciò sulla propria pelle.
Si è sempre cercato perciò di addomesticare i media , ma inutilmente.
Ovviamente nel passare da un media ad un altro la prima riflessione è su ciò che si perde , ma poi bisogna concentrarsi su cosa si guadagna.
Cosa abbiamo guadagnato?
Siamo ancora li' a leccarci le ferite e a maledire e non siamo ancora abbastanza lucidi forse per rispondere a questa domanda.
Eppure l'esperienza col nuovo media è abbastanza matura per tentare una risposta.
Come questo media ha cambiato la nostra vita in positivo?
L'impressione immediata che se ne ricava è che uno vale uno , fosse anche un anonimo e in politica sappiamo a cosa ha portato.
Ma in effetti uno non vale uno e sono nati i conflitti fra uno e l'altro.
In teoria questa vicinanza, questo avvicinamento fra uno e l'altro , se ha aperto la porta ad un conflitto latente, finora rimasto inespresso per i limiti dei vecchi media , può comportare una crescita per gli uni e gli altri.
Ciò che sembra venire meno è l'autorita' di politici ,scienziati etc...
Ma ciò che in effetti la vicinanza a queste autorità ha fatto venir meno e il tipo di attestato di stima , che col vecchio media giocoforza viveva di fiducia.
Dal punto di vista politico stiamo verificando che chi agiva ,grazie alla nostra fiducia forzata , lo faceva non solo male , ma anche bene.
La democrazia rappresentativa, vista come limite necessario fino a un certo punto, ha dimostrato invece di essere un sistema , pur coi suoi limiti , virtuoso.
Siccome però non si può censurare la democrazia diretta , laddove i nuovi media la consentono, l'unica soluzione è una crescita culturale media , e si spera che i nuovi media possano contribuire anche a ciò.
Io , nel mio piccolo , in tal senso , sento di essere cresciuto e non saro' il solo.
Bisogna solo capire che non è come leggere un libro , ma tutta un altra cosa , che sappiamo cos' è perché la stiamo vivendo , anche se non sappiamo ancora bene esprimerla.