Menu principale
Menu

Mostra messaggi

Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i messaggi inviati da questo utente. Nota: puoi vedere solo i messaggi inviati nelle aree dove hai l'accesso.

Mostra messaggi Menu

Messaggi - Ipazia

#5521
L'importanza del divenire e la conseguente Eraclito Renessaince data in Europa almeno da Hegel e trova nella folgorante epopea di Napoleone la sua realizzazione storica negli stessi anni (FN era affascinato dalla figura del corso). Il divenire storico è centrale nel pensiero della sinistra hegeliana e in Marx; il divenire naturale si afferma con l'evoluzionismo di Darwin; le magnifiche sorti e progressive del divenire borghese, positivista su base tecnoscientifica: tutto ciò celebra i fasti lungo l'intero periodo di formazione di FN.

Anche l'arte partecipa a questo "movimento" tumultuoso in avanti della civiltà e lo fa, alla grande, con la musica dell'avvenire, un divenire proiettato verso il futuro, di Wagner. FN è letteralmente immerso in questo veemente flusso ideale e la sua formazione umanistico filosofica troverà in Eraclito l'antica radice nobile su cui innestare la sua filosofia dell'avvenire. Superata di slancio la cosa in sè kantiana, gli diventerà ben presto stretta anche la rinuncia cinica e atarassica di uno Schopenauer impaludato in un pessimismo stagnante e autoreferenziale. Per lo stesso motivo, dopo esserne stato attratto, FN rifiuterà il pensiero orientale di cui salverà soltanto il carattere aristocratico, da  bramino illuminato quale egli si sente, sognando forme analoghe di dominio sui ciandala occidentali.

Il punto d'approdo finale di una filosofia così attivistica non può che essere la Grande Politica. Il seme germoglierà nel primo conflitto mondiale e la pianta perirà a Stalingrado. Anche lui, come l'odiato Platone, si illuse di forgiare una classe dominante di filosofi e il risultato fu un proliferare di biechi tiranni. Velocemente spazzati via dalla inesorabile corrente di Eraclito. Almeno in questo ci vide giusto.
#5522
Maddai, non si può scomodare la metafisica per queste cose: basta la fisica. E quando ti guardi allo specchio cos'è ? Sdoppiamento di personalità ?!? Oppure: "qualcosa che ci farà pensare che la realtà può essere un'altra" ?
#5523
Citazione di: giopap il 13 Maggio 2020, 17:49:28 PM
Citazione di: Ipazia il 13 Maggio 2020, 11:01:24 AM
Citazione di: giopap il 13 Maggio 2020, 09:46:10 AM
La scienza non può pretendere di risolvere problemi ontologici generali (non solo quelli etici!), come quello dei rapporti materia-coscienza, dal momento che implicano fra l' altro la realtà mentale, di pensiero che non fa parte del mondo (fenomenico) materiale naturale che delle scienze naturali é il terreno di indagine e conoscenza (conoscenza da criticare razionalmente da parte della filosofia: gnoseologia, in particolare epistemologia).

E chi altro può risolverli ? Sulla base di quali postulati e paradigmi ? Cos'è una "realtà mentale" e qual'è la sua eziologia ?

Sono questioni di ontologia generale, filosofiche; non scientifiche.

Cominciamo subito col disaccordo  ;) L'ontologia è lo studio degli enti (ta onta), che intesi secondo un'epistemologia attuale sono dati da oggetti+processi, quindi pertinenti alle questioni scientifiche. Inclusa la "realtà mentale" per le sue connessioni con la fisiologia somatica che la nutre e ne permette l'esistenza in vita. Oltre a questa ontologia naturale vi è un'ontologia "immaginaria" di tipo astratto prodotta dalla "realtà mentale", la quale è questione filosofica. Ontologia generale diventa allora la sommatoria del concreto, materico e dell'astratto, immaginifico. A soldoni, perchè le interazione psico-somatiche ci sono e interessano tanto l'ambito scientifico che quello filosofico.

CitazioneFaccio appello a una grande pazienza da parte tua, e ovviamente anche di auspicabili altri interessati, nel seguirmi perché devo fare ragionamenti lunghi e non semplicissimi; sperando da parte mia di non abusare troppo delle parentesi.
Sempre che vi interessi ragionare criticamente sulla realtà in cui viviamo in generale e su noi stessi, dal momento che solo chi abbia interessi filosofici potrebbe trovarli interessanti. Magari per criticarli; cosa che però ovviamente richiede un preliminare sforzo di comprensione: chissà se qualcuno ritiene che ne valga la pena? Pur essendo questo un forum dichiaratamente "di filosofia", ho qualche dubbio in proposito.
Ma tentar non nuoce...


Le scienza naturali ricercano la conoscenza nell' ambito della realtà fenomenica materiale, presupponendo (ne siano consapevoli o meno i suoi cultori e fruitori; lo rileva una critica razionale filosofica, gnoseologica delle scienze naturali stesse) alcune conditiones sine qua non della verità delle su affermazioni in proposito.
Che dunque non possono essere dimostrate dalla scienza stessa (sarebbe una petizione di principio), ma analizzate e criticate razionalmente dalla filosofia.

In particolare:

1 l' esistenza, oltre alla propria immediatamente esperita, anche di altre esperienze fenomeniche coscienti.

2 L' intersoggettività della componente materiale delle varie esperienze fenomeniche coscienti, cioé la verificabilità degli eventi costituenti questa componente, ed in particolare dei rapporti quantitativi numericamente esprimibili (ovvero delle misure) nel suo ambito, da parte di chiunque, di qualsiasi soggetto di esse "che si collochi nelle opportune condizioni di osservazione" (componente materiale delle esperienze fenomeniche coscienti che non é l' unica, essendoci anche una componente mentale non intersoggetiva e non misurabile, come ci dice, sempre in ambito filosofico, di ontologia, un' analisi critica razionale dell' esperienza cosciente propria, l' unica immediatamente constatabile empiricamente: oltre a vedere e altrimenti sentire il nostro corpo e gli oggetti che ci circondano, con la medesima, identica certezza di constatazioni immediate malgrado la loro non-intersoggettività, sentiamo desideri, soddisfazioni, insoddisfazioni, ricordi, immaginazioni, pensieri, ragionamenti, ecc.).

Anche qui la vedo molto diversamente. La scienza empirica procede per evidenze asseverate attraverso un confronto intersoggettivo. Qui non c'è nulla da dimostrare: siamo di fronte a dati di fatto. Entrambi sbattendo la testa contro il muro ci facciamo male: il muro esiste e non è una mia esclusiva impressione soggettiva. Passando dalla fase immediatamente percettiva a più sofisticati metodi di indagine si arriva a giudizi sempre più approfonditi sulla realtà circostanze sempre dimostrati attraverso procedure induttive/deduttive che chiamiamo metodo scientifico. Il perfezionamento dell'armamentario tecnoscientifico ha reso sempre più oggettive le dimostrazioni e consistenti i paradigmi grazie al supporto alla percezione umana da parte di percezioni non-umane di tipo strumentale.

All'inizio della scienza moderna questo comportò un autentico shock per i sapienti dell'epoca ancorati alla traballante episteme intersoggettiva umana. Guardando dentro il telescopio di Galileo essi se lo giravano sottosopra convinti che quello che vedevano fosse dentro lo strumento. Ancora più terrificante fu il passaggio dal vago concetto di riproducibilità degli antichi amanuensi alla riproducibilità perfetta dei caratteri a stampa che suscitò in loro un autentico horror tecnoscientifico evocante il maligno. Atteggiamento che si dilunga nel tempo fino ai nostri giorni. La riproducibilità, divenuta oggi canone epistemologico, nacque, e non poteva essere diversamente, tra i sussurri e le grida della veterometafisica che si ritrovò così violentemente spiazzata.

(La riproducibilità non ha risparmiato neppure l'aura sacra dell'arte. Aura che, istintivamente, suscitò veridici filosofici conati di vomito in Nietzsche, segnando una brusca sterzata nella sua filosofia, dopo la vacua consacrazione dell'opera d'arte di Wagner all'inaugurazione di Bayreuth)

Citazione3 Il divenire ordinato, secondo modalità o leggi universali e costanti generali astratte (astraibili da parte del pensiero dagli eventi particolari concreti), della medesima componete materiale delle esperienze fenomeniche coscienti (che per questi due ultimi motivi, rispondendo a queste due ultime conditiones sine qua non, sono scientificamente conoscibili, contrariamente a quelle mentali o di pensiero).

Anche questo è ben spiegato nella lezione di neuroscienza dell'università di Trento da me linkata sopra, che vi invito a vedere e ragionarci. Il misurare, calcolare, già intuito da Protagora, e sviluppato dagli scienziati di tutte le epoche, appartiene alla natura del vivente, radicato nella parte più antica della sua cpu nervosa e mentale. E non poteva che essere così per un essere vivente costretto a districarsi in uno spazio tridimensionale temporalizzato (In principio era la Mappa  :D ) ...

CitazioneLa critica razionale filosofica ci dice anche che queste conditiones sine qua non della conoscenza scientifica dei fenomeni materiali (naturali) non sono né dimostrabili logicamente né provabili empiricamente; si possono credere vere, e lo si deve fare se si vuole credere alla verità delle conoscenze scientifiche (delle scienze naturali) e non cadere (negandole) in una contraddizione logica, solo arbitrariamente, letteralmente "per fede".


... Quindi è tutto dimostrabile e di una semplicità evolutiva sorprendente una volta che le neuroscienze ce lo mostrino passetto dopo passetto. Infatti:

CitazioneLa realtà mentale, esattamente come quella materiale (entrambe fenomeniche! Costituite solo e unicamente di sensazioni reali esclusivamente in quanto -se e quando- accadono come tali: "contenuti o eventi di coscienza") é immediatamente data, puramente e semplicemente (si constata empiricamente che) accade.

...si limita ad accadere. Non abbiamo che prenderne atto e usare i potenti mezzi tecnoscientifici per indagarne i modi e le origini...

CitazioneSulla loro "eziologia" é innanzitutto doveroso precisare che il termine può essere qui usato solo in un senso (leggermente?) diverso da quello delle scienze naturali, in quanto non riferito alle modalità di un divenire ordinato e intersoggettivamente verificabile di eventi misurabili; divenire postulato essere ordinato secondo leggi generali astratte (ed esprimibili mediante equazioni matematiche), cosa possibile solo nell' ambito dei fenomeni materiali e non estensibile, per lo meno nel suo preciso significato letterale, a quelli mentali, né alle eventuali "eziologie" (ai fattori eziologici) di ciascuno di essi (le cause essendo diverse cose che gli effetti).
Qui siamo sempre sul terreno filosofico dell' ontologia (generale; e non su quello scientifico o naturale o fisico della realtà fenomenica materiale); e non si possono compiere verifiche sperimentali (valide, nel solo mondo naturale o fisico ed esclusivamente alla condizione indimostrabile della verità delle suddette condizioni indimostrabili).

... Anche qui è tutto dimostrabile e siamo sempre sul terreno scientifico. Basta aggiornarsi sull'ABC di come è fatta la nostra cabina neuronica di comando della "realtà mentale".

CitazioneIo proporrei alcune ipotesi esplicative non dimostrabili; ma nemmeno rasabili con Ockam (anche ammesso, cosa che propendo peraltro a fare, che il suo celebre rasoio sia applicable anche all' ontologia generale e non solo alle scienze naturali), per il fatto che sono necessarie a spiegare le relazioni fra fenomeni inclusi in determinate esperienze coscienti ed esperienze coscienti "attribuibili" o "correlabili" a determinati cervelli nel loro ambito: "entia non multplicanda sunt preter necessitatem".

In particolare, in necessario accordo con le conoscenze scientifiche (neurofisiologiche; come da me energicamente affermato contro Davintro), credo che si ossa ipotizzare (in ambito filosofico, ontologico; in particolare metafisico e anche metapsichico) l' esistenza di un' ulteriore realtà in sé o noumeno, correlatamente al divenire di determinate "entità" nell' ambito della quale (soggetti di esperienza cosciente) accadano determinate esperienze coscienti; per l' appunto "loro proprie" (proprie di tali entità in sé soggetti di esperienza).
E che nel caso in cui una di queste peculiari entità reali in sé (che sono) soggetti di coscienza si trova in determinate circostanze, allora nell' ambito della sua propria esperienza cosciente accadono determinati fenomeni; e precisamente: determinati fenomeni materiali dipendentemente dalle relazioni "estrinseche" di questi soggetti (reali in sé) con altre da loro diverse entità o eventualità reali in sé, che sono in questi casi gli oggetti di tale esperienza cosciente (di qui la loro intersoggettività; non dimostrabile ma postulabile); e determinati fenomeni mentali dipendentemente dalle relazioni "intrinseche" di questi soggetti (reali in sé) con se stessi, in qualità riflessivamente anche di oggetti, oltre che di soggetti della loro esperienza fenomenica cosciente in questi ultimi determinati casi (di qui la mera soggettività e non postulabile intersoggettività di quest' ultimo tipo, mentale, di fenomeni).

In effetti tutto questo accade ma non c'è nulla di filosofico in ciò e neppure l'obbligo di un accrocchio metafisico come il noumeno per reggere la questione mentale. A meno che, scappando a gambe levate dalla (vetero)metafisica dell'assoluto, non intendiamo la cosà in sè mentale come un insieme di processi fisiologici psicosomatici, creati dall'evoluzione naturale con un grado di autonomia tale da potersi pensare. Quindi nulla di metafisicamente inconoscibile, ma di scientificamente descrivibile e indagabile.

CitazioneCosì quando qualcuno esperisse (di fatto quasi sempre indirettamente) determinati eventi neurofisiologici in un determinato cervello sarebbe perché questo qualcuno, e cioé il soggetto (reale in sé) di queste sensazioni empiriche (della constatazione empirica di questo cervello), si trova in determinate relazioni "estrinseche" con un analogo ma diverso, con un altro, soggetto reale in sé di coscienza; il quale ultimo si trova a sua volta in determinate relazioni "estrinseche" con altre cose in sé e/o "intrinseche" con se stesso, alle quali corrispondono gli eventi fenomenici della sua propria esperienza cosciente (non di quell' altra che é propria dell' osservatore del suo cervello); ed é ben per questa corrispondenza biunivoca di entrambi i gruppi di fenomeni considerati con i medesimi enti ed eventi in sé (accadenti, nell' ambito del noumeno o realtà in sé, al secondo dei soggetti in sé di esperienza fenomenica cosciente considerati, l' osservato e non l' osservatore del cervello in questione) che -transitivamente- gli eventi neurofisiologici del cervello considerato (eventi coscienti di osservatori) corrispondono biunivocamente agli eventi di coscienza del suo per così dire "titolare" (osservato).
Gli stessi, medesimi, unici eventi in sé si "manifestano fenomenicamente" estrinsecamente come determinati eventi neurofisiologici cerebrali nelle esperienze coscienti di osservatori (soggetti reali in sé) da essi diversi; e inoltre come ulteriore, diversa esperienza cosciente (materiale estrinseca e/o mentale intrinseca) a tali eventi neurofisiologici cerebrali biunivocamente corrispondente.
In perfetta armonia con quanto ci dicono le neuroscienze: se qualcuno osservasse il mio cervello mentre ho determinate esperienze coscienti e non altre vi rileverebbe necessariamente determinati eventi neurofisiologici e non altri; che sono due ben diversi insiemi - successioni di "cose fenomeniche", anche se corrispondenti alle (o "manifestazioni delle") medesime "cose in sé".

Anche qui mi spiace deluderti, ma la realtà mentale è molto più semplice e se avessi visto il video avresti avuto risposte anche al presunto irraggiungibile solipsismo mentale. Mica vedo solo segnali elettrici nel tuo cervello, ma pure Jennifer Aniston nel neurone che sto monitorando. Siamo ben oltre la "macchina della verità". Altro che Bibbie stampate: è tutto l'universo tecnoscientifico che ormai sa di zolfo  :D Solforoso universo che appartiene lui sì alla filosofia, proprio per l'autonomia che l'evoluzione naturale, improvvidamente, ha concesso al nostro immaginifico snc. Ma anche lei, come i nostri politici, l'ha fatto a sua totale insaputa.

CitazioneMi scuso, ma più succinta e chiara nell' esposizione non sono riuscita ad essere.
E ringrazio di cuore tutti coloro (-?- A volte il mio sfrenato ottimismo della volontà mi stupisce!) che, come me non ritenendo pregiudizialmente che la filosofia consti necessariamente di banali chiacchiere astruse buone solo a passare onanisticamente il tempo in mancanza di meglio, avessero compiuto l' encomiabile (almeno da parte mia) sforzo di seguirmi fin qui.

Un augurio: simplex sigillum veri. Non sempre funziona, ma quasi.
...
#5524
Hai ragione Bob: l'assicella si è solo spostata. Alto, basso, sotto, sopra..."s" dice che è tutto relativo. Comunque si è spostata e Zeus non c'è più. Potremmo dire che l'assicella si è spostata in avanti. Chi ci sarà domani si vedrà. Per ora "s" dice che è una differenza di potenziale elettrico che si scarica attraverso un fulmine. Ripetuto in laboratorio funziona paro paro.

in Critica della ragion cinica Peter Sloterdijk distingue tra Zynismus e Kynismus, il primo appartiene a Diogene (della botte e lanterna), il secondo al potere. Il primo più che alla categoria del dolore appartiene a quello della verità, il secondo ha poca sensibilità per il dolore, come si conviene al potere. Nella verità c'è una dose di dolore, ma sopportabile.
#5525
Citazione di: giopap il 13 Maggio 2020, 09:46:10 AM
La scienza non può pretendere di risolvere problemi ontologici generali (non solo quelli etici!), come quello dei rapporti materia-coscienza, dal momento che implicano fra l' altro la realtà mentale, di pensiero che non fa parte del mondo (fenomenico) materiale naturale che delle scienze naturali é il terreno di indagine e conoscenza (conoscenza da criticare razionalmente da parte della filosofia: gnoseologia, in particolare epistemologia).

E chi altro può risolverli ? Sulla base di quali postulati e paradigmi ? Cos'è una "realtà mentale" e qual'è la sua eziologia ?
#5526
Attualità / Re:Il valore della libertà
13 Maggio 2020, 10:54:31 AM
Anche le statistiche sulla mortalità bisognerà farla a bocce ferme. La salvaguardia degli anziani costava qualche mascherina da pochi centesimi in più nelle RSA e procedure meno da quarto mondo negli ospedali e nella prevenzione territoriale, non la galera generalizzata della popolazione. La gran parte di loro sarebbe morta comunque anche in assenza di covid19, come accade tutti gli anni per complicazioni influenzali, cardiache, circolatorie, immunitarie, tumorali. Quello che spaventa è l'impreparazione delle strutture di prevenzione, cura e assistenza a farvi fronte, non la pericolosità e letalità del virus. Si spera che in futuro qualcosa si sia imparato sulla tutela della salute pubblica, senza dover ricorrere nuovamente a politiche paranoiche segregazioniste di massa.
#5527
Attualità / Re:Il valore della libertà
13 Maggio 2020, 09:11:55 AM
Età media dei deceduti italiani: 80 anni.

Nel sito ISS l'analisi statistica dei dati demografici correlati con patologie preesistenti (96,1% dei casi mortali):

https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-decessi-italia
#5528
Il bufalaro anticomplottista tende a risolvere il problema abbassandosi all'istinto del complottaro, inferiore per definizione. Ma qui ha ragione Bobmax: non si va da nessuna parte. Ovvero si va dalla parte che fa comodo al bufalaro anticomplottista.

In realtà (storica) la questione è assai più antica e profondamente radicata nel pensioero umano. Si comincia coi complotti dei figli di Saturno, dei Titani e, venendo a casa nostra, col doppio complotto degli angeli ribelli e della tresca tra il serpente e la Donna per far cadere l'Uomo. Che cadde, altrimenti sarebbe finita lì. A tale complottismo archetipico tra le forze personificate del male e del bene si presta bene la seguente descrizione, che solitamente comincia con "r":

Citazione di: bobmax il 12 Maggio 2020, 23:29:35 PM
Però nella sostanza vi è sempre un forzare il gioco. Cioè la pretesa di conoscere ciò che è vero, senza però averne sufficienti prove.

La cura, comincia con la lettera successiva "s" e consiste nell'andare a vedere cosa c'è dentro il fulmine di Zeus. Col tempo si è capito che si tratta di differenza di potenziale tra corpi meteorici ed è finita lì. Tale approccio si potrebbe definire così:

CitazionePerò nella sostanza vi è sempre uno stare al gioco. Cioè la ricerca di conoscere ciò che è vero, senza però avere pretese di verità assolute, ma solo prove riscontrabili nei fatti conosciuti. Fino a prova contraria

Anche nella bufala anticomplottista a reti unificate della modernità basta andare a vedere cosa c'è dentro e dietro i fatti. Si scoprirà facilmente che anche qui è tutta una questione di differenza di potenziale non tra masse meteoriche, ma monetarie, scatenanti un'ira-di-dio di saette che neanche l'Olimpo surriscaldato ai tempi della guerra di Troia. Si scoprirà quindi che a Bilderberg non si fanno complotti, ma lotta di classe. Come è sempre stato e (forse) non sempre sarà.




#5529
L'assoluto é una bufala della ragione che si presta ad ogni genere di complotti da migliaia di anni.
#5530
Attualità / Re:Il valore della libertà
12 Maggio 2020, 22:11:09 PM
Vedo che, bufalando assai, il regime non pubblicizza l'età dei deceduti e le concause. Anche un approfondimento sulla coorte con sintomatologie gravi e ostinate sarebbe altamente illuminante. Invece ci siamo dovuti sorbire per mesi a reti unificate l'epidemiologia di regime. Che in effetti ancora ci mancava.

Non è proprio un'influenza come le altre, perché manca il vaccino e le complicanze sono severe e farmacologicamente difficili da trattare, ma il regime ci ha messo molto di suo per amplificare la tragedia, sia dei sani che dei malati.

Finirà tutto a tarallucci e barbera.  Grazie per i link.
#5531
L'antipolitica non esiste. E' politica  a sua insaputa finché non lo sa, ma é ormai troppo tardi. Come diceva un mio profeta la politica è l'agenzia d'affari del capitale. Complottista pure lui, ovviamente, per i funzionari del capitale.
#5532
Citazione di: anthonyi il 12 Maggio 2020, 18:20:22 PM
Questa dovresti spiegarla meglio Ipazia, che cos'hai contro un personaggio che dopo aver servito tanto e bene la città di Roma (E avere risolto pacificamente il primo caso di conflitto sociale della storia umana) morì anche povero al punto che i plebei fecero una colletta per pagargli un funerale degno. Poi il funerale venne pagato dal Senato, ma l'atto indica  la gratitudine che i plebei avevano per lui.

La retorica del potere deve essere suadente altrimenti non funziona: basta vedere come votano gli italiani e non solo. Evidentemente anche a Roma imperversava la sindrome di Stoccolma. Ancora prima che Stoccolma esistesse. Proprio come il coronavirus che chissà da dove viene  ;D 
#5533
Accade sovente che il peggior complottismo sia l'anticomplottismo e le bufale più virali siano propalate da autonominati sbufalatori.

Sbufalare gli sbufalatori e svelare il complotto degli anticomplottisti è di tutte le esperienze sociali quella che mi intriga di più.

L'archetipo dell'anticomplottista sbufalatore è il patrizio romano Menenio Agrippa.
#5534
Attualità / Re:La mascherina
12 Maggio 2020, 14:32:27 PM
Questo stato d'animo, che penso sia abbastanza diffuso, va ad arricchire di ulteriori elementi la metafisica del coronavirus su cui alla fine, prima che passi tutto nel dimenticatoio cosciente, ma non nella memoria inconscia, vedrò pure io, come l'espertona del Sacco, di farmi il mio bel ciondolo, filosofico.

Qualche anticipazione comportamentale interessante:

1) la mascherina rende giusto merito alla sofferenza del vivere sociale, riducendo la vanità del gesto corrispettivo e valorizzando la necessità dell'incontro nella sua essenzialità; tanto cicaleggio in meno e ponderazione in più.

2) ci rende consapevoli di essere potenzialmente infettivi e patogeni. Finora lo eravamo nei confronti della natura senza rendercene conto.

3) ci rende consapevoli di essere in molti nella stessa barca, senza illusioni di primogenitura di sorta. Esclusi i pochi privilegiati abitanti di barche altre, che in giro con la mascherina non li vedi perchè altri che lo fanno per loro. Esemplare è Trump a tal riguardo (lui senza, tutto lo staff con). Ma molti altri lo fanno sobriamente senza farlo troppo notare.

4) per i più sensibili ed empatici è una utile pratica per rendersi conto della difficoltà di chi è costretto, per il lavoro che fa, ad indossarla sempre, indipendentemente da questa epidemia.

5) per me, ma questo è più fisico che metafisico, potermi finalmente difendere dalla rinite allergica da pollini, riducendo la quantità di farmaci e facendo attività sportiva open air più liberamente, indossando un aggeggio che in altri tempi mi avrebbe fatto sentire un'appestata. Almeno questa è stata per me una scoperta piacevole.
#5535
Una filosofia che pretenda di competere con la scienza sul piano ontologico naturale è destinata alla disfatta. Anche sui principi astratti generali, le scienze umane - logica, semantica, psicologia -, hanno più argomenti nella loro faretra. La filosofia può fare epistemologia, pressando la scienza sulla congruità e fallacia dei suoi assunti. Ma bisogna saperne molto di scienza per fare buona epistemologia. E può infine spaziare nel vasto mondo dell'etica e delle scienze morali e giuridiche che rientrano nello spazio semantico etico. E' l'unico dominio in cui la scienza ha poco da dire, ma quel poco assai importante, perchè costituisce il fondamento epistemico imprescindibile su cui il discorso etico misura se stesso: fattualmente e controfattualmente. Nel quale ultimo caso la filosofia morale gioca la sua partita più importante.