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Messaggi - Eutidemo

#5521
Ciao Epicurus.
Molto interessante, ma non molto chiaro; dovresti spiegare un po' meglio la faccenda.
Messa così, infatti, sembrerebbe che se Data afferma di conoscere e dichiara correttamente tutte le generalità dell'extraterrestre, quest'ultimo non può che dedurne che Data è un verace funzionante. ;)
Ma forse sono io che non ho capito bene la natura del tuo indovinello, perchè così la soluzione mi sembra troppo facile! :)
#5522
Citazione di: bobmax il 22 Aprile 2018, 16:16:22 PM
Eppure il "ragionamento contorto" mostra a mio avviso una caratteristica fondamentale del nostro esserci. Cioè che la verità è indispensabile per la stessa falsità. Il bugiardo è tale solo in quanto "vero" bugiardo.

Ma la medesima verità può affermarsi solo attraverso la negazione della falsità.Se non la nega non è neppure verità.
La falsità, nell'esserci, è necessaria per la verità.

Tuttavia la Verità assoluta prescinde da ogni falsità: la include in sè. Ma questa è una questione di fede.

Il tuo è un ragionamento molto profondo; ma è più "metafisico" che meramente "logico" :)
#5523
La soluzione più piana è, indubbiamente, che Celeste stia mentendo, perchè:
- se Rosso appartenesse alla tipologia di coloro che "non mentono mai", non potrebbe mai proclamare di essere un bugiardo, perchè altrimenti, almeno in quel caso, avrebbe detto una cosa falsa.
- se, invece, Rosso appartenesse alla tipologia di coloro che "mentono sempre", non potrebbe mai ammettere di essere un bugiardo, perchè altrimenti, almeno in quel caso, avrebbe detto una cosa vera.
Per cui Celeste, che sta mentendo circa quello che ha detto Rosso, appartiene evidentemente alla tipologia di coloro che "mentono sempre"; mentre Bianco, che constata tale circostanza, appartiene evidentemente alla tipologia di coloro che "che non mentono mai".
Però, non si può sapere a quale categoria appartiene Rosso, perchè non sappiamo cosa abbia effettivamente detto!
Quindi BOBMAX e GREENDEMETR, seguendo tale logicissimo approccio (anche se non lo hanno esplicitato), secondo me hanno perfettamente ragione! ;)
          ***
Tuttavia si potrebbe ragionare anche in un modo alquanto "più contorto": e, cioè sostenere che, sebbene Rosso appartenga alla tipologia di coloro che "mentono sempre", in effetti potrebbe anche essere legittimato a dichiarare di "essere un bugiardo", senza violare il postulato, perchè, in tal caso, per il vecchio ed abusato "paradosso del mentitore", pur dicendo una cosa "vera", proprio perchè essa è "vera" ne discenderebbe che essa è <<anche>> inesorabilmente "falsa".
Ed infatti, proprio perchè siamo in presenza di  "serpente che si morde la coda", la proposizione "io sono un bugiardo" da parte di un bugiardo, oltre ad essere "vera", è <<ANCHE>> indubbiamente una affermazione "falsa"; e, questo, pur essendo contemporaneamente "vera"...anzi, è "falsa" proprio perchè è vera.
Per cui, Celeste, potrebbe benissimo dire la verità, riferendoci una cosa del genere, e Bianco mentire...non lo sapremmo mai.
Ma a me, sinceramente, tale tipo di ragionamento non convince molto, perchè mi sembra alquanto sofistico! ::)
          ***
#5524
Altre opinioni? :)
#5525
Tematiche Filosofiche / Nel "Paese degli Androidi"
22 Aprile 2018, 06:22:43 AM
Nel "Paese degli Androidi" vivono umanoidi perfettamente identici, ma esclusivamente di due tipologie:
- quelli che mentono SEMPRE
- quelli che non mentono MAI.
A quali categorie appartengono rispettivamente ROSSO, CELESTE e BIANCO?
#5526
Benvenuto nel FORUM, Sileno! :)
Sono sicuro che hai scelto il "nick name" di SILENO, per camuffare quello di SOCRATE, non è vero? ;)
Ed infatti Alcibiade paragonava Socrate ad una di quelle statuette di Sileno, che, sgraziate all'esterno, contengono al loro interno simulacri di dei come una specie di Matrioska. 
#5527
X SGIOMBO
Discutere accanitamente non dispiace affatto neanche a me, essendo io un "bastian contrario" per natura; ma, ormai, con l'età, ho capito che dovrebbe darci molta più soddisfazione ammettere che aveva ragione l'oppositore e noi, invece, torto. :)
Ed infatti, in realtà, l'avversario più difficile e più pericoloso da battere, non è tanto il nostro "antagonista dialettico", quanto piuttosto la nostra ostinazione nel voler mantenere a tutti i costi il nostro punto di vista e il non voler mai ammettere di avere torto; invero, come diceva Lao Tzu: "Colui che vince gli altri è potente, ma è veramente forte solo chi vince sé stesso!" (sebbene tale affermazione vada presa in un senso più generale). ;)
#5528
Ciao Sgiombo.
1)
Scusa il mio "ma"; evidentemente avevo equivocato. ;)
2)
Scusa il mio "però"; evidentemente avevo equivocato. ;)
3)
Quanto al tuo "però", invece, hai perfettamente ragione ;) , perchè, sebbene io avessi parlato di DUE gradi di "certezza relativa", e "non" di DUE gradi di "probabilità", tuttavia successivamente avevo scritto che: "... i due distinti livelli di "certezza" (rectius, di "probabilità") sono diversi..." senza però precisare una ulteriore radicale differenza tra i due, che, invece, tu hai perfettamente evidenziato.
Ed infatti non c'è dubbio alcuno che il concetto di "probabilità" <<rigorosamente inteso>> é un concetto quantitativo esprimibile in percentuale, come nel caso dell' errore di laboratorio, mentre, nel caso dell'incertezza teorica del divenire naturale ordinato secondo leggi universali e costanti non si tratta di qualcosa di quantificabile nemmeno in linea teorica o di principio, per cui non andrebbe qualificata come "probabilità"; sono perfettamente d'accordo con te, il che rimarca ancora di più l'abissale differenza che intercorre tra i due DUE gradi di "certezza relativa" di cui parlavo io.
E sono anche d'accordo sul fatto che, riguardo alla "certezza relativa" circa il fatto naturale e fisiologico che il DNA di due persone NON risulti praticamente mai identico (se non con un teorico infinitesimale margine), essa NON dovrebbe essere considerata, tecnicamente, una mera "probabilità", alla stessa stregua di quella relativa alla eventuale "probabilità",  di un errore del laboratorio; però, sia pure impropriamente e parenticamente io l'avevo qualificata tale, perchè, purtroppo, comunemente, e spesso anche in campo processuale, viene definita "probabilistica" alla stessa stregua:
- non solo la fiducia nella certezza degli esami di laboratorio
- ma addirittura la stessa fiducia nella certezza "naturalistica" di tale tipo di esame. 
Mentre invece io intendevo rimarcare che tale "omologazione" è assolutamente inaccettabile; e, quindi, a tale scopo, avevo usato il termine "probabilità" anche in senso generico. ;)
          ***
Al riguardo, mi è tornato ora in mente un "triste" episodio personale.
Nel 2003 dovevo subire una nefrectomia per un doppio carcinoma al rene SX, per cui  venni sottoposto ad un esame ematico, anche al fine di predisporre prudenzialmente una sacca di sangue per una eventuale "autotrasfusione"; non ti dico la mia sorpresa, quando mi dissero che la cosa non era possibile, poichè dagli esami era risultato che io ero affetto da "epatite B"...cosa che a me non risultava affatto!
I medici insistevano nel dire che l'esame del sangue NON POTEVA essere sbagliato, in quanto, poichè era stato persino duplicato "per protocollo" (?), la probabilità di errore era quasi pari allo ZERO; solo più tardi, dopo ulteriori controlli, venne fuori che, in effetti, l'esame del sangue era esatto...PERO' NON ERA IL MIO, in quanto c'era stata una confusione con un mio "cognomonimo" (i nostri nomi erano diversi), e le cartelline erano state scambiate. >:(
Pensa se io fossi morto per dissanguamento durante l'operazione, e/o il mio "cognomonimo" avesse subito una trasfusione di sangue infetto. :(
Per non parlare del caso di mio padre, al quale fecero una trasfusione di sangue diverso dal suo gruppo sanguigno, benchè questo fosse chiaramente inciso sulla piastrina di riconoscimento che portava al collo (era militare). :-\
Purtroppo, il calcolo teorico delle probabilità di errore (non solo in campo medico, ovviamente), viene reso vano dall'elevatissima percentuale di IDIOTI che, purtroppo, ci sono in circolazione. ;D
          ***
 
#5529
Ciao Sgiombo.
E' tutto vero quello che hai scritto, ma un "giudizio sintetico a posteriori" per quanto generico e universale possa essere, non sarà mai "assoluto".
Ed infatti:
- che un "corpo" sia "esteso", è una proposizione che vale a priori; ed infatti, senza doverne fare alcuna esperienza, io posseggo tutte le condizioni del mio giudizio già nel concetto, dal quale posso trarre il predicato in virtù del principio di non contraddizione. 
- diversamente, nel concetto di "corpo" in generale io non includo il predicato della "pesantezza":  quest'ultima, invero, è oggetto dell'esperienza, la quale, però, manca del requisito della necessità, in quanto da domattina la legge di gravità potrebbe smettere di funzionare.
          ***
Premesso questo, però, secondo me occorre distinguere DUE gradi di "certezza relativa" che può fornirci l'esperienza; uno più elevato, molto prossimo alla certezza assoluta, ed uno molto meno elevato.
Ed infatti:
a) L'esame del DNA, se correttamente eseguito, fornisce risultati "probabili" alla stramiliardesima potenza; però, da domattina le leggi della genetica potrebbero "teoricamente" smettere di funzionare, per cui potremmo ritrovarci tutti di colpo con la stessa sequenza cromosomica.
b) L'esame del DNA, tuttavia, può anche essere eseguito in modo scorretto; per cui, considerando la "probabilità" che ciò possa in concreto verificarsi,  la probabilità che un innocente possa essere condannato in base a tale prova risulta molto superiore a quella di cui al punto a) (sebbene, comunque, ESTREMAMENTE SCARSA).
Spesso, però, i due distinti livelli di "certezza" (rectius, di "probabilità") di determinate risultanze scientifiche vengono concettualmente confusi; il che è un errore!
          ***
Ad esempio, anni fa, un "Tizio" si rivolse  all'ospedale di Sant'Anna di Como per avere  la certezza della paternità di un neonato; gli esami di laboratorio gliela diedero al 9999999999999,99999999999%. Per cui per ben tre anni l'uomo si comportò da vero papà. Però, nel 2003 - per quale ragione non si sa - chiese di ripetere il test del Dna; è il risultato fu che .... no, non era affatto lui il genitore biologico. L'ospedale Sant'Anna dovette riconoscere l'errore, e risarcirlo.
Ora, in effetti, se l'esame fosse stato eseguito correttamente, la probabilità che ci azzeccasse sarebbe stata veramente  del 9999999999999,99999999999% (salvo un improvviso "imbizzarrimento" delle leggi della genetica); ma le probabilità di un errore umano, ovviamente, sono ben diverse, come è ovvio.
"Errare humanum est", appunto! ;D
#5530
Citazione di: acquario69 il 12 Aprile 2018, 05:59:37 AM
@bobmax
CitazioneSì, il rifiuto della ragazza mi fa ricordare l'atteggiamento degli uomini incatenati nella caverna di Platone.
La conoscenza implica dolore.
Esatto!...e su conoscenza e dolore, sarebbe molto, molto interessante aprirci un argomento

@Eutidemo
CitazioneHo visto il videoclip, e, in effetti, è "in topic".
Quanto a Second Life, credo che ci aprirò un apposito "thread"
Ma non sarebbe più che sufficiente averne una e per giunta reale?  :) ..
io lo trovo molto pericoloso e per tanti diversi motivi...insomma mi pare che ci siamo già inoltrati abbastanza a diventare tutti - e tutto - molto "fluidi" e virtuali...e già questo di per se non lo trovo tanto piacevole e credo sia pure molto dissolutivo in tutti i sensi

E' vero, c'è scritto pure sulla Bibbia: "Molta sapienza, molto affanno: chi accresce il sapere, aumenta il dolore" (Qo 1, 18); il che, in altra forma, è stato ripetuto anche da Oscar Wilde, con l'aggiunta di un piccolo corollario: "Colui che accresce la sua conoscenza accresce il suo dolore; il solo peccato è la stupidità." :)
Quanto a SECOND LIFE, in effetti, si tratta di una realtà alquanto "inquietante", in cui io entrai nel febbraio 2007 per sperimentarne i vari aspetti, studiarli, e trarne un saggio (non è affatto un "gioco" come altri mondi virtuali); se avrò il tempo, ve ne posterò un ABSTRACT.  ;)
#5531
Citazione di: acquario69 il 11 Aprile 2018, 16:47:36 PM
Citazione di: Eutidemo il 11 Aprile 2018, 16:11:51 PM


Quanto alla mia esigenza di distinguere l'ambito "fenomenico", da quello "noumenico", se mi si consente l'accostamento alquanto inusuale e un po' "bizzarro", è la stessa esigenza che provo quando cerco di tenere sempre ben distinto il mondo tridimensionale e "simulativo" di SECOND LIFE, dal mondo di REAL LIFE che lo "sottende" e che ne costituisce la "quinta" reale; ed infatti SECOND LIFE ha le sue leggi per così dire "fisiche" che sono diverse da quella della REAL LIFE, ma che hanno una loro coerenza e regolarità inviolabili, e che bisogna ben conoscere ed a cui è necessario attenersi per orientarcisi dentro in veste di AVATAR tridimensionale...senza dimenticare, però, che tale AVATAR è "trasceso" da una PERSONA che ne muove i fili da un ALTRO MONDO, ad un livello diverso di realtà.
Ovviamente, si tratta soltanto di un esempio (che, per giunta, calza solo in parte), ma che, forse, se qualcuno di voi vuol fare la prova di "entrare" in Second Life, può aiutare a capire cosa intendo quando parlo di livelli "diversi" di realtà. E' un'esperienza davvero singolare, se si riflette mentre la si fa (anche a livello psicologico e interpersonale)! ;)
http://secondlife.com/

non conosco Second Life ma a prescindere da questo mi hai ricordato il bellissimo film di G.Salvatores - Nirvana

https://www.youtube.com/watch?v=_Mhy2jFT9MA

La scena del video (link sopra) credo sia molto interessante a riguardo e diciamo a tema... a me fa anche molto riflettere la reazione di "rifiuto" avuto della ragazza dopo aver visto la "realta" ..dietro l'armadio

Ho visto il videoclip, e, in effetti, è "in topic".
Quanto a Second Life, credo che ci aprirò un apposito "thread" :)
#5532
Ciao Bobmax,
E' vero, Meister Eckhart nei Sermoni dice pure: "Le creature e le opere sono nulla, non nel senso che valgano poco, sono puro nulla.", ed infatti, in sè, non sono nulla, se non venisse loro dato l'"essere", di cui sono soltanto le mere manifestazioni individuali; così come lo sono i riflessi di uno specchio rotto in miliardi di frammenti, i quali tutti, però, riflettono un unica LUCE  "reale". 
Ed invece, il NULLA riferito all'UNO, ha in Eckhart  un significato completamente diverso; nel senso, cioè, che l'Uno "è" e basta, e quindi non può "essere" nessuna cosa (cioè, non piò avere predicati nominali).
Nāgārjuna con il suo "vuoto", cercando di descrivere la combinazione di essere e non essere, da interpretare però come "qualcosa" e "nulla", fa un discorso molto simile; sebbene non del tutto uguale, a mio parere.
Però, in effetti, Nāgārjuna non lo conosco bene come Meister Eckhart, di cui, invece, ho letto più volte quasi tutte le opere; ed invero, tutte predicano il distacco, ma, è soprattuto ne "L'Uomo Nobile" che tale tema viene esaminato più a fondo e con maggior maestria. 
E, a mio parere, non c'è alcun dubbio che quel che scrive Meister Eckhart ricordi "molto" l'Advaita Vedanta: in alcuni punti (che dovrei ricercare), sembra quasi che abbia ricopiato quello che aveva scritto, pochi secoli prima, il grande filosofo Śaṃkara. Non a caso, nella bolla "In agro dominico" molte sue proposizioni sono state dichiarate eretiche.
Quanto a Gesù, in alcuni passi (per la verità non troppo frequenti), anche Lui fa affermazioni che "potrebbero" essere interpretate in senso affine alla concezione Vedanta; per esempio: "...siate UNO come io e il Padre siamo UNO". Però non sempre è facile capire quando parla per "metafore", oppure no!
Come, d'altronde, si esprime San Paolo, quando afferma che siamo destinati non semplicemente ad "unirci" a DIO, bensì a divenire con Lui: "UN SOLO SPIRITO".
          ***
Quanto alla mia esigenza di distinguere l'ambito "fenomenico", da quello "noumenico", se mi si consente l'accostamento alquanto inusuale e un po' "bizzarro", è la stessa esigenza che provo quando cerco di tenere sempre ben distinto il mondo tridimensionale e "simulativo" di SECOND LIFE, dal mondo di REAL LIFE che lo "sottende" e che ne costituisce la "quinta" reale; ed infatti SECOND LIFE ha le sue leggi per così dire "fisiche" che sono diverse da quella della REAL LIFE, ma che hanno una loro coerenza e regolarità inviolabili, e che bisogna ben conoscere ed a cui è necessario attenersi per orientarcisi dentro in veste di AVATAR tridimensionale...senza dimenticare, però, che tale AVATAR è "trasceso" da una PERSONA che ne muove i fili da un ALTRO MONDO, ad un livello diverso di realtà.
Ovviamente, si tratta soltanto di un esempio (che, per giunta, calza solo in parte), ma che, forse, se qualcuno di voi vuol fare la prova di "entrare" in Second Life, può aiutare a capire cosa intendo quando parlo di livelli "diversi" di realtà. E' un'esperienza davvero singolare, se si riflette mentre la si fa (anche a livello psicologico e interpersonale)! ;)
http://secondlife.com/
#5533
Citazione di: green demetr il 10 Aprile 2018, 14:37:22 PM
Citazione di: Eutidemo il 10 Aprile 2018, 14:26:15 PM
Ciao Greendemetr. :)
Apprezzo molto lo sforzo che hai fatto (seriamente), ma tutte le tue ricerche su INTERNET non dimostrano assolutamente NIENTE, almeno con riferimento al tema di cui stavamo trattando; sono interessanti, ma non pertinenti. Ed infatti, gli illustri autori da te citati, toccano temi del tutto diversi, a volte asserendo cose pienamente condivisibili, altre meno.
Ma nessuna delle tue citazioni può mettere in dubbio che TUTTI gli scienziati, a torto o a ragione, seguano il cosiddetto  unanimemente riconosciuto "Metodo scientifico", che consiste nella raccolta di dati tramite osservazioni ed esperimenti, posti in essere con protocolli di sicurezza e riscontro ormai universali (come il "cieco" e il "doppio cieco"); e, tutto ciò, al fine di formulare ipotesi e teorie, che possono e debbono essere sottoposte al vaglio di altri scienziati, per riscontrarne la validità.
I filosofi, invece, non seguono alcun univoco "Metodo Filosofico", unanimemente riconosciuto, ma ciascuno segue il suo, senza possibilità di riscontro o verifica alcuna da parte degli altri; il che, in effetti, rientra nella stessa natura della ricerca filosofica, per cui non è necessariamente un difetto.
In estrema sintesi, peraltro:
- il metodo scientifico è la modalità con cui la scienza indaga sulla realtà "fenomenica", ed è l'unico valido nel  processo di definizione della conoscenza empirica;
- la filosofia, invece, non possiede un suo metodo, e ciascun filosofo ricerca quella che ritiene la verità "noumenica" più consona alle sue teorie filosofiche.
Punto! :)

Ma hai letto qualcosa di quello che ho postato? lol

Lascia stare, credevo fossi più intelligente.

Huston abbiamo un problema, ma passo e chiudo.

Se poi volgio dire TUTTI GLI SCIENZIATI (lol) applicano il metodo scientifico, bene così...non sarò certo io a fargli cambiare idea. Rilassati!  ;D

Ho letto quello che hai postato, ma, come ti ho detto, non ho capito cosa ci azzeccasse col tema in discussione; hai ragione, non sono abbastanza intelligente per capirlo :(
Perciò, grazie del "passo", e, soprattutto, del "chiudo"...stammi bene :)
#5534
Ciao Greendemetr. :)
Apprezzo molto lo sforzo che hai fatto (seriamente), ma tutte le tue ricerche su INTERNET non dimostrano assolutamente NIENTE, almeno con riferimento al tema di cui stavamo trattando; sono interessanti, ma non pertinenti. Ed infatti, gli illustri autori da te citati, toccano temi del tutto diversi, a volte asserendo cose pienamente condivisibili, altre meno.
Ma nessuna delle tue citazioni può mettere in dubbio che TUTTI gli scienziati, a torto o a ragione, seguano il cosiddetto  unanimemente riconosciuto "Metodo scientifico", che consiste nella raccolta di dati tramite osservazioni ed esperimenti, posti in essere con protocolli di sicurezza e riscontro ormai universali (come il "cieco" e il "doppio cieco"); e, tutto ciò, al fine di formulare ipotesi e teorie, che possono e debbono essere sottoposte al vaglio di altri scienziati, per riscontrarne la validità. 
I filosofi, invece, non seguono alcun univoco "Metodo Filosofico", unanimemente riconosciuto, ma ciascuno segue il suo, senza possibilità di riscontro o verifica alcuna da parte degli altri; il che, in effetti, rientra nella stessa natura della ricerca filosofica, per cui non è necessariamente un difetto. 
In estrema sintesi, peraltro:
- il metodo scientifico è la modalità con cui la scienza indaga sulla realtà "fenomenica", ed è l'unico valido nel  processo di definizione della conoscenza empirica
- la filosofia, invece, non possiede un suo metodo, e ciascun filosofo ricerca quella che ritiene la verità "noumenica" più consona alle sue teorie filosofiche. 
Punto! :)
#5535
Ciao Bobmax.
Meister Eckart, nei Sermoni, scrive: "A ciò che è Uno, è tolta ogni altra cosa; è il NULLA, cioè nulla di questo, e nulla di quello."...molto simile al "neti neti" del Vedanta. La nozione di 'VUOTO' in Nāgārjuna, invece, è un po' diversa, configurandosi come una nuova "non-ontologia", sia della "sostanza" che del "nulla".
Quanto alla mia esigenza di rimanere nell'ambito "fenomenico", si tratta più che altro della esigenza, che sento profondamente, di non confondere tale livello con quello "noumenico"; il mondo delle apparenze, infatti, ha delle regole ben precise (che la scienza cerca di definire nel migliore dei modi), le quali non hanno niente a che vedere con il substrato "noumenico" della realtà...cioè l'UNO.
A mio avviso, ammesso che sia lecito parlarne usando il nostro inadeguato linguaggio (cosa di cui dubito) l'UNO potrebbe anche definirsi l'ESSERE, in quanto l'UNICO comun denominatore di tutte le cose; così come, in un certo senso, l'UNO, in matematica, "è" in tutti gli infiniti numeri, nessuno escluso (pur essendo diverso da essi).
Allo stesso modo, l'ESSERE "è" (in) tutte le cose (questa "è" una sedia, questo "è" un tavolo ecc.), pur non essendo nè questa nè quella: in questo senso è il NULLA.. ma non nel senso che non esiste, bensì nel senso che ESSENDO TUTTO, NON E' NESSUNA SPECIFICA COSA . ;)
<<E'>>, e basta...e tutto il resto sono suoi "epifenomeni"; o meglio, più correttamente, degli "epinoumeni", cioè i "fenomeni in cui l'unità con (illusoria?) apparenza si manifesta nel mondo! ;)
Ma, come avevo premesso, usando il nostro inadeguato linguaggio, è pressochè impossibile esprimere cose del genere; per cui, rileggendomi, mi accorgo di essermi espresso molto malamente...del che chiedo umilmente venia! :-[