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Messaggi - anthonyi

#5536
Citazione di: davintro il 09 Giugno 2018, 16:46:52 PM
è diventato un luogo comune considerare la tassa di successione sulle eredità come "tassa liberale", anche facendo leva sul pensiero di alcuni teorici, comunemente ascrivibili alla corrente del liberalismo economico, che si sono favorevolmente espressi sulla legittimità di tale imposta. A me pare che ciò offra lo stimolo per rivedere e chiarire in modo decisamente più puntuale il significato che si dovrebbe attribuire a tale categoria politica. Di quale "liberalismo" staremmo parlando? A me pare che qualunque idea di "tassa liberale" non possa che essere un ossimoro. Qualunque tassa, senza eccezioni. Il liberalismo, almeno come da me inteso, consiste nel difendere le libertà individuali dal potere arbitrario del governo, e la tassa di successione, nella misura in cui impedisce a un individuo di destinare i propri averi post-mortem a chi desidera, non può che essere una contravvenzione ai principi ideologici di un liberalismo coerente, che dovrebbe identificarsi con l'idea di uno stato che interferisce con le scelte individuali dei singoli, solo nella misura in cui tale intervento è funzionale alla tutela dei diritti fondamentali, vita e proprietà privata, cioè una limitazione della libertà è lecita solo nella misura in cui è tutela di una libertà più importante ed urgente rispetto a quella che verrebbe limitata (che poi in certe situazioni di emergenza una tassa di questo tipo possa divenire necessaria è un altro discorso che ora non mi interessa toccare, una questione pragmatica-economica, che non tocca il tema della valutazione circa la coerenza delle implicazioni rispetto a una base valoriale-ideologica). I sostenitori della tassa di successione come "tassa liberale" fanno leva sul fatto che tale tassa, minimizzando la rilevanza della provenienza familiare sul destino economico delle persone, favorisca "l'uguaglianza dei punti di partenza", come se il compito della politica fosse quello di determinare un'idea di vita come una competizione sportiva dove "vinca il migliore", e la tassa di successione dovrebbe far sì che ciascuno scatti da dei blocchi di partenza posti nella stessa linea orizzontale. Ora, a mio avviso, questa concezione ideologica col liberalismo non ha nulla a che fare. Non è "liberalismo", ma "darwinismo sociale", una sua deviazione e (giudizio di valore personale soggettivo) degradazione in senso materialistico e calvinista, una mentalità che vede il successo economico come l'unica possibile dimostrazione della propria autorealizzazione personale, e come unica forma di contributo al progresso della società. Il vero liberalismo, un liberalismo coerente con l'idea di considerare la libertà individuale come valore centrale assoluto, dovrebbe invece avere una base spirituale, giusnaturalista, l'idea che ogni individuo abbia una dignità e diritti indipendentemente da ciò che combina nella società tramite il lavoro, perché sono la società e il lavoro che esistono in funzione del benessere e della libertà degli individui, non viceversa. Al liberale coerente non interessa l'uguaglianza dei punti di partenza nella competizione economica della vita, (solo quella formale di fronte alla legge, che impedisce che singoli o gruppi di persone possano assumere un potere politico superiore agli altri, che consentirebbe di essere legittimati a calpestare i diritti fondamentali degli altri), ma la libertà di ciascuno di vivere come meglio desidera, dunque anche di non partecipare alla corsa per il profitto, di non sentirsi costretti a imbarcarsi in lavori che non piacciono e che non corrispondono ai nostri reali interessi e capacità, quando si ha la fortuna di poter vivere bene anche con ciò che si ha sulla base della propria situazione familiare, godersi la vita, le proprietà in santa pace, lasciarle in eredità a chi vuole, avere tempo per dedicarsi, anche con impegno alle proprie passioni, indipendentemente dalla retribuzione economica, senza essere criminalizzati ed etichettati come "parassiti nullafacenti", come se il valore di ciò che si realizza dipendesse solo dal guadagno economico, e non dalla passione che ci si mette per l'azione in sé. A questo punto sembrerebbero profilarsi due antitetici modelli etico-ideologici del liberalismo, con il modello che incentra il liberalismo sul rispetto dei diritti naturali, compreso il rispetto del sentimento naturale familiare di voler permettere ai propri discendenti di poter godere, tramite l'eredità, una serenità economica, che rimanda ai valori umanistici della classicità, che vedono come fine più nobile per l'uomo la vita contemplativa e considera il denaro come semplice strumento per ottenere ciò di cui si ha bisogno, e non come traguardo, dimostrazione del proprio valore sulla base di ciò che tramite il lavoro si è riuscito a guadagnare (vedi Aristotele che poneva la vita contemplativa come ben  più elevata e nobile, rispetto alle attività pratiche, mercantili finalizzate al guadagno), contrapposto a un modello tipicamente anglosassone, pragmatico e materialista, per cui il denaro non è mezzo, ma fine, traguardo della realizzazione personale in base a cui misurare le proprie capacità, mentre ogni attività non remunerativa economicamente è relegata all'idea di vizio e parassitismo. Una visione del denaro quasi feticista. Due figure ben simboleggianti questa deriva sono il personaggio di Zio Paperone, ispirato al dickensiano Scrooge, che ama il denaro non perché gli consenta di spenderlo per cose piacevoli, ma come valore in sé, in cui fare il bagno nel deposito, godendoselo come frutto delle sue fatiche, e Bill Gates, non solo favorevolissimo alla tassa di successione, ma che ha annunciato addirittura di non voler lasciar nulla in eredità ai suoi figli, perché "devono mostrare di meritarsi la ricchezza partendo da zero". In nome di questa mentalità, che vede solo nell'attività finalizzata al successo economico l'unico impegno degno di questo nome, si dovrebbero disprezzare, e tacciare di ozio parassitario un Platone, o la quasi totalità dei letterati della classicità, che con le loro opere, hanno gettato le basi della nostra identità culturale occidentale, quasi tutti provenienti da famiglie nobili e possidenti, che non avendo bisogno di lavorare per vivere, vivevano di rendita, ma che proprio per questo avevano la possibilità di dedicare il loro tempo non certo alla nullafacenza, ma allo studio e alla creazione di cultura, non per guadagno, ma per amore del sapere come virtù fine a se stessa (meno male che Platone non era figlio di Bill Gates verrebbe da dire...)





Inoltre i fautori della tassa di successione come "tassa liberale" utilizzano l'argomento della meritocrazia, che tale tassa dovrebbe favorire, sulla base dell'idea che la ricchezza che si eredita non è il prodotto del merito, dell'impegno della persona, ma dalla fortuna di essere nato in una certa famiglia. Che non ci sia alcun merito nella ricchezza ereditata è certamente un'ovvietà, ma il punto è... in che misura il valore della meritocrazia deve essere centrale in un'ottica di liberalismo coerente? A me pare che spesso la rilevanza del "merito" come fondamento di una visione liberale, sia un po' sopravvalutata. Il liberale vede lo stato come funzione, non come valore etico in sé, un servizio per garantire le esigenze degli individui, e che dunque ha il dovere di assicurare servizi il più possibili efficienti. E quindi la meritocrazia diviene ovviamente necessaria, e consisterà nel attuare criteri di selezione dei ruoli lavorativi per persone che sono per quei ruoli le più adatte, in modo che i servizi possa funzionare in modo più efficiente possibile per i bisogni degli individui. Questa è la meritocrazia che interessa al liberale, una meritocrazia che resta su un piano di necessità strumentale, non moralistica. Un conto è la meritocrazia nella selezione dei ruoli lavorativi, un'altra quella come selezione della redistribuzione del benessere economico. Cioè un conto è il riconoscimento della necessità che siano i più meritevoli a svolgere un'occupazione di un certo tipo, perché possa essere svolta al meglio, un altro l'idea che anche il benessere debba essere appannaggio dei meritevoli. Qui si entra nel campo dei giudizi morali soggettivi, che un vero liberale dovrebbe tenere ben separato da quello politico. L'idea di uno stato che si arroga la pretesa di imporre dei criteri meritocratici presunti oggettivi, in base a cui redistribuire il benessere (operando anche tramite tasse sulle eredità), è a mio avviso quanto di più lontano possibile dall'idea di stato liberale, ha a che fare piuttosto con l'idea di uno stato paternalistico che vuole "educare" gli individui, una figura quasi assimilabile a un Dio biblico Giudice supremo che distribuisce premi e punizioni, anziché limitarsi alla massimizzazione del benessere tra tutti i suoi cittadini, senza imporre giudizi moralistici soggettivi e arbitrari sul "merito". "Chi non lavora non mangia" è un assunto morale, soggettivo, condivisibile o meno, ma che un vero liberale non dovrebbe mai utilizzare come principio politico in base a cui limitare la libertà delle persone, compresa quella di lasciare in eredità ricchezze ai propri cari, anche se questi ultimi non se lo sono "meritate". Cioè il liberalismo si basa sulla distinzione fra giudizio morale personale e azione pubblica mirante all'incremento oggettivo del benessere e della libertà tra tutti i cittadini



Concluderei con un'ovvietà, anche se ribadirla può sempre essere utile... un conto sono le ideologie, un altro la coerenza delle persone, le prime non si misurano in base alle seconde, quindi il fatto come teorici etichettati come "liberali" come Einaudi o Mill possano essersi espressi favorevolmente sulla tassa di successione, non implica affatto che tutto ciò che hanno effettivamente sostenuto debba ricondursi  al quel determinato filone ideologico, e che dunque sia lecito considerare quella tassa come "liberale". Appare inevitabile come la totale coerenza tra le idee di persone concrete e filoni ideologici a cui quelle persone dicono di richiamarsi non sia mai realizzabile tout court, e che solo un'analisi strettamente concettuale, e non riferimenti citazionisti, sia uno strumento valido di giudizio della coerenza fra una singola opinione e l'ideologia complessiva di riferimento

Ciao davintro, quando nel XIX secolo il pensiero liberale si sviluppa in opposizione a visioni tradizionalistiche che vedevano alcuni individui detenere il potere nella società per ragioni dinastiche, e quindi di nascita, il principio base che veniva sostenuto era quello delle pari opportunità, di rendere eguali i punti di partenza per tutti i cittadini, e di avere così il massimo riconoscimento al merito individuale.
Per cui mi spiace dirlo ma le tue idee, al di là della condivisibilità non sono liberali, e non lo sono proprio perché tu metti in discussione il principio del merito.
Naturalmente questo non vuol dire che l'imposta di successione è un'imposta liberale, le imposte sono necessarie e questo lo ammettiamo anche noi liberali (Lo ammetto sono liberale), la discussione poi sull'opportunità di una o dell'altra imposta è forse un po' più complessa. Certamente una logica come quella utilizzata in Italia, per la quale l'imposta si paga solo se non sei parente stretto, da l'impressione di essere poco liberale perché "premia" la nascita e non la scelta individuale.
Un saluto.
#5537
Attualità / Re:Opposizione ? Fine del PD ?
05 Giugno 2018, 16:18:28 PM
Citazione di: InVerno il 05 Giugno 2018, 14:47:18 PM
Citazione di: anthonyi il 05 Giugno 2018, 06:54:14 AM
Citazione di: baylham il 04 Giugno 2018, 18:03:13 PM

Mi riservo di approfondire, ma il cambiamento politico della sinistra non è un fatto personale di Renzi o altri, è l'economia che ha fatto cambiare la sinistra in Italia e in Europa.

Ciao baylham, mi sa che tu hai colto il nodo centrale della questione, la sinistra è in crisi perché il modello economico sul quale si basava è in crisi, Renzi e company sono solo tentativi di risposta a questa crisi. Il punto nodale è che le esigenze di adattamento al modello di mercato sono incompatibili con tanti degli schemi culturali della sinistra tradizionale.
Un saluto
Ciao Anthony. Renzi non è un tentativo, come non ha mai nascosto, si considera un "neoblariano" (?) cioè si considera la tragedia e la pietra tombale del labourismo. Lo aveva detto, io pensavo non sapesse cosa stesse dicendo ma mi sbagliavo, alla fine si, è stato il "nostro Blair" ... e son soddisfazioni.
Ciao Inverno, io parlo di tentativo Renziano perché in realtà non ho visto nel suo programma una decisa attuazione di una vera sinistra liberale, sarebbe lungo elencare i particolari, comunque il suo atteggiamento è sempre stato quello di cercare di intermediare tra questa e la sinistra ideologica la quale, comunque, non per questo ha smesso di attaccarlo continuamente. L'Italia non è fatta per scelte radicali.
Un saluto.
#5538
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Europa
05 Giugno 2018, 07:28:16 AM
Citazione di: stefano il 05 Giugno 2018, 01:38:38 AM



Purtroppo Anthonyi ho l'impressione che qui non si tratta di gonzi
cioe sembra che questi sianomolto abili in materia economica e finanziaria,
almeno cosi pare a me che ne so poco e niente.
Alcuni pare siano geni del sovranismo monetario.Io però nella mia ignoranza
continuo a pensare alla gallina dalle uova d'oro.

Ciao stefano, visto che ne sai poco provo a farti capire qualcosa.
I "geni" del sovranismo monetario sostengono (E in questo sono d'accordo con Pancho Villa che conquistata la capitale andò ad occupare la zecca dello stato invece del palazzo del governo nella convinzione che grazie ad essa avrebbe reso ricchi tutti i messicani) che stampando tanta moneta e distribuendola tra i cittadini si fa crescere l'economia. Citando Baglioni potremmo dire, "E' troppo bello per essere vero".
La realtà è che se stampi tanta moneta questa si svaluta perché i beni prodotti sono sempre quelli, anzi possono anche diminuire perché l'inflazione ha effetti distorsivi.
I sovranisti in realtà non hanno come avversario la UE ma gli interessi dei risparmiatori Italiani, perché nessuna delle belle cose che vogliono fare potrebbero farle senza trasformare i risparmi degli Italiani, che oggi sono denominati in Euro e quindi in una moneta che mantiene il suo valore reale, in un'altra moneta alla quale potrebbero far perdere valore a piacimento.
Poi ci sono anche lavoratori dipendenti e pensionati, che hanno un reddito fisso che l'Euro garantisce nel suo valore, e che invece potrebbe essere ridotto notevolmente in una moneta inflazionata.
Verrebbe da pensare che il sovranismo danneggia tutti i cittadini ma non è vero neanche questo, i ricchi sono mediamente avvantaggiati dall'inflazione della moneta, perché detengono soprattutto beni reali e attività finanziarie in valute forti, per cui non ci dobbiamo meravigliare se il sovranismo è una posizione tipicamente di destra.
Un saluto.
#5539
Attualità / Re:Opposizione ? Fine del PD ?
05 Giugno 2018, 06:54:14 AM
Citazione di: baylham il 04 Giugno 2018, 18:03:13 PM

Mi riservo di approfondire, ma il cambiamento politico della sinistra non è un fatto personale di Renzi o altri, è l'economia che ha fatto cambiare la sinistra in Italia e in Europa.

Ciao baylham, mi sa che tu hai colto il nodo centrale della questione, la sinistra è in crisi perché il modello economico sul quale si basava è in crisi, Renzi e company sono solo tentativi di risposta a questa crisi. Il punto nodale è che le esigenze di adattamento al modello di mercato sono incompatibili con tanti degli schemi culturali della sinistra tradizionale.
Un saluto
#5540
Attualità / Re:Opposizione ? Fine del PD ?
04 Giugno 2018, 17:28:00 PM
Citazione di: cvc il 04 Giugno 2018, 16:50:05 PM
I trombati del PD possono prendersela con M5S e Lega quanto vogliono, ma farebbero meglio a prendersela con se stessi per il colossale fiasco elettorale, che dimostra inoppugnabilmente quanto siano lontani dai temi del momento - dal punto di vista della popolazione - che sono immigrazione, criminalità e povertà. Loro sono troppo impegnati a fare terapie di gruppo sulle varie anime del PD per parlare a chi li vota dei problemi reali.

Ciao cvc, sull'immigrazione ti do perfettamente ragione e auspico che Salvini sappia garantire ordine nelle nostre frontiere. Se poi Salvini saprà abbassare la criminalità al di sotto dei livelli minimi ai quali è arrivata nel 2017 sarò ancora più felice. Se poi sapranno combattere la povertà non con le chiacchiere, ma favorendo nuova occupazione superando di gran lunga il massimo numero di occupati raggiunto nell'aprile di quest'anno, superiore anche al livello del 2008 prima della crisi, allora sarà proprio l'apoteosi.
Un saluto.
#5541
Attualità / Re:Opposizione ? Fine del PD ?
04 Giugno 2018, 16:38:30 PM
Citazione di: baylham il 04 Giugno 2018, 12:01:03 PM
Non preoccuparti, l'opposizione, la faranno comunque i mercati, l'economia, l'ecologia.

Ci sarà comunque un'opposizione, anche interna. Fa parte del gioco, la politica è anche conflittuale, incoerente. Attualmente la Lega e i 5 Stelle rappresentano meno della metà dei cittadini italiani, sono già divisi tra di loro.
Se non instaurano una democratura,come in Russia o Ungheria, saranno sconfitti in breve tempo perché le loro proposte politiche sono inconsistenti.
Mi dispiace dar ragione a Renzi, basta aspettare e cadranno come un frutto maturo.

Ciao Baylham, il problema è capire quanto saranno grandi i danni arrecati all'Italia. Già il giochetto di destabilizzazione dei mercati ci è costato quasi un miliardo di Euro, senza valutare la perdita di immagine. Domani Di Maio dovrebbe riprendere il confronto con Mittal per l'Ilva, sono in gioco 5 miliardi di Euro di investimenti, che cosa farà, bloccherà tutto o avrà un minimo di buon senso. Queste sono le domande che l'opposizione deve fare al pentastellino.
Un saluto.
#5542
Attualità / Re:PDR
04 Giugno 2018, 11:34:33 AM
Citazione di: paul11 il 03 Giugno 2018, 22:54:46 PM

ciao anthonyi,
semplicemente Di Maio fa un calcolo politico, Mattarella sa che il rischio istituzionale è che i due leader politici chiamino in piazza il popolo ,Come scrissi in un precedente post, mi auguravo un momento di riflessione dove ognuno facesse  un passo indietro.

Paul11, ma ti rendi conto di quello che scrivi, metti sullo stesso piano la politica e le istituzioni. Un PDR non può fare passi indietro perché così lederebbe la figura stessa del PDR. Semplicemente le parti politiche devono avere il senso istituzionale di accettare le condizioni che pone.
Io poi vorrei capire, quando Mattarella dovesse non firmare una sua legge perché non coperta finanziariamente rivedremo le stesse scenneggiate ?

Un saluto
#5543
Attualità / Re:PDR
03 Giugno 2018, 20:09:41 PM
Citazione di: paul11 il 03 Giugno 2018, 11:02:25 AM
ciao anthonyi,
Sturzo,Dossetti De Gaspari erano democristiani e per quanto possa essere variegto fra loro il pensiero  il discriminante, ciò che differenzia il pensiero cristiano sociale non è sicuramente per il denaro, per il mercato, per gli interessi, diversamente cosa avrebbe mai di cristiano?
Gramsci.........Berlinguer, rappresentano il pensiero comunista italiano , anche se in verità la differenza è grande fra Gramsci e il PCI
filo sovietico.Ma anche quì la caratteristica del  pensiero fu addirittura alternativo al capitalismo.

Potremmo dire uguale della destra sociale che non fu filo capitalistica.

Insomma le matrici storiche dei grandi partiti occidentali che non fossero liberali non erano finalizzate al mercato.
Persa la storia, intesa come tradizione creata da una origine di pensiero,, fatta anche di grandi personalità stataliste, oggi un branco di insipienti in tutti i partiti, ma non è solo un problema italiano, siede nei parlamenti occidentali.
Oggi sono tutti "partiti popolari" nel grande calderone europeo.

Insomma le due matrici cristiana e comunista/socialista  non sono per caratteristica originaria filo capitalistica.
Se oggi dicono altro allora non sono da una parte critistiani e dall'altra comunisti/socialisti, sono per l'ordoliberismo .
saluti

Ciao paul11, secondo me dovresti domandarti se tra il PDR che rifiuta un ministro che avrebbe potuto, a suo parere, mettere in crisi il risparmio degli Italiani nonché la partecipazione italiana agli accordi europei, e un bambino viziato e irrispettoso delle istituzioni come Di Maio che urla in piazza, pochi giorni prima della festa della Repubblica, che il Capo dello Stato è un traditore della patria, chi di questi due realizza di più gli ideali per i quali questi soggetti hanno vissuto.
La nostra Costituzione è figlia sia della cultura cattolica che di quella socialista (A mio parere anche troppo, purtroppo manca una quota adeguata di valori liberali), e Mattarella non ha fatto che il suo dovere: "difenderla".
Un saluto
#5544
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Europa
03 Giugno 2018, 06:16:30 AM
Citazione di: stefano il 03 Giugno 2018, 00:57:11 AM


Come ho detto non sono esperto di economia ma ritengo che l'ideale sovranista potrebbe avere una
bandiera e un simbolo:la gallina dalle uova d'oro,ovvero,il diritto assoluto al benessere.

Ciao stefano, è un'ottima idea, anche perché in tante narrazioni la gallina dalle uova d'oro è una truffa per il gonzo di turno.
Un saluto.
#5545
Attualità / Re:PDR
03 Giugno 2018, 05:48:25 AM
Citazione di: paul11 il 02 Giugno 2018, 17:20:00 PM


Per essere in topic, quando il PDR motivò la non accettazione di un ministro, "per i mercati e i risparmi" cade inesorabilemnte nella  logica catto-comunista nostrana che ha una visione ferma da decenni e divenuta sua malgrado, volente o nolente, fiancheggiatrice dell'ordoliberismo e non era certo questo quello che pensavano i nostrani Sturzo-Dossetti-De Gaspari, Gramsci
fino a Berlinguer.....seppur da opposte visioni di allora.

Ciao paul11, questa proprio non l'ho capita, a parte il fatto che il PDR non poteva fare una scelta sulla base di una visione politica, essendo vincolato all'unico obiettivo di difendere la Costituzione, ma esattamente  che cosa pensavano di differente i vari Sturzo .... fino a Berlinguer? Hai messo insieme martiri e ideologi liberali, cattolici e socialisti e ci hai messo pure Berlinguer che con il compromesso storico ha inventato il catto-comunismo. Mah!
Un saluto.
#5546
Attualità / Re:PDR
02 Giugno 2018, 06:36:42 AM
Citazione di: InVerno il 01 Giugno 2018, 17:13:33 PM
Citazione di: anthonyi il 01 Giugno 2018, 16:29:08 PMGli americani (O meglio le loro intellighenzie finanziarie) sono preoccupate per l'Euro, che è un potenziale competitore del dollaro, se dovesse saltare mi sa che gli farebbe piacere.
Un saluto
Vedi qui dai un esempio molto chiaro del perchè ragionare di economia estromettendo la politica porti a dire stramberie..
Di federazione della BCE non si parla (ci mancherebbe, dopo 20 anni!) ma di esercito europeo si parla eccome, Macron è andato a fare i selfie con Trump mica perchè ha la bacheca di facebook vuota, ma perchè è quello che vende le armi. Capisci bene che con un appalto del genere in cantiere, dire che l'america tifi per la caduta dell'eurozona è.... Ah ovviamente lo stato europeo non servirà nemmeno se ci muniremo di un esercito, inventeremo infatti un precissimo orologio a cucù (automatico e autoregolato) che a seconda dello spread ci indicherà i target militari :D Così è se ci pare..

Ora visto che mi avete persino costretto a parlare di economia, sento di dovermi eclissare dalla discussione, è il mio segnale personale per capire di essere andato troppo avanti. Vi inviterei comunque se volete parlare di politica monetaria europea ad aprire un topic a riguardo, di carattere generale, e che possa contenere le varie discussioni che altrimenti tracimano dagli altri argomenti. buona continuazione e un saluto

Inverno, queste sono mie opinioni che tu puoi non condividere, ma non sono stramberie. Se a te poi non piace parlare di economia (Non dimenticare che l'argomento centrale del 3D è una crisi istituzionale che nasce da una questione monetaria) ma che intervieni a fare? Sei tu che sei fuori tema parlando di esercito europeo.
Un saluto.
#5547
Attualità / Re:PDR
01 Giugno 2018, 16:44:51 PM
Citazione di: paul11 il 01 Giugno 2018, 11:58:09 AM
non posso fare a meno di intervenire Anthonyi.
Un conto fu la nascita della cambiale in Toscana da parte dei commercianti per non farsi rapinare nelle carrozze dai briganti, un conto è la generazione fasulla di interesse sul capitale che implica massa monetaria senza alcun rapporto parametrico con la realtà della ricchezza.

Ammettiamo che nessuno produca al mondo per un paio di giorni "sabbatici".
Eppure la massa monetaria mondiale(una enormità) produce una valuta dell'interesse in termini di tasso d'interesse nel tempo .
Quindi il risultato è generazione di denaro mentre si crea nulla dall'agricoltura e industria.
Quando vedrò che una pianta di grano cresce in volume pari al tasso d'interesse della moneta , oppure la cilindrata di auto in garage , allora dirò che il parametro è giusto.
Difficilmente vedremo la bolla del grano o sull'automobile, perchè le bolle finanziarie è quando le masse monetarie strabordano oltre
la reale ricchezza di cose materiali. La bolla immobiliare statunitense come prima sulla bolla su internet  hanno le medesime essenziali caratteristiche
Forse è già difficile capire davvero come l'economia attuale finanziaria agisce, ma la conseguenza è addirittura di dispositivo culturale ,e vale adire:

la metafisica della moneta agisce sulla materialità fisica , vale a dire l'economia oggi rappresenta la trascendenza alla rovescia.
Siamo alla teologia dell'economia( e non è una battuta è una cosa seria studiata da filosofi contemporanei)

Ciao paul11, le catene di Sant'Antonio le conosciamo, in economia si chiamano Ponzi game in memoria di qualcuno che negli anni 20 del secolo scorso fregò molte persone con promesse fasulle, ma questa è criminalità non è finanza.
Poi può succedere che la finanza produca delle aspettative che non si realizzano, ma questa è la dinamica economica che in buona parte è imprevedibile.
Comunque il concetto di bolla è molto relativo, oggi i quadri di Van Gogh vanno altre i 50 milioni di Euro eppure lui è morto povero e i suoi quadri non li voleva nessuno. E' una bolla? Se un domani Van Gogh passa di moda e i suoi quadri non interessano allora si dirà che era una bolla. E allora qualche speculatore che li ha comprati a caro prezzo si lamenterà perché lo hanno fregato ...
Un saluto
#5548
Attualità / Re:PDR
01 Giugno 2018, 16:29:08 PM
Citazione di: InVerno il 01 Giugno 2018, 13:30:04 PM
Ho l'impressione che non si riesca a comprendere che le formule finiscono dove inizia la realtà, ma purtroppo ormai siamo alla Cabbala quindi... Draghi ha fatto o no il QE? è un Keynesiano? Gli americani sono o non sono terrorizzati dalla deflazione europea ?

Ciao Inverno, Draghi è un keynesiano nel senso più tradizionale del termine, cioè in riferimento alle originarie teorie keynesiane che riguardavano proprio la politica monetaria. Comunque con il QE non si è in alcun modo allontanato dagli obiettivi originari della BCE che erano quelli di puntare a un'inflazione del 2%.
Gli americani (O meglio le loro intellighenzie finanziarie) sono preoccupate per l'Euro, che è un potenziale competitore del dollaro, se dovesse saltare mi sa che gli farebbe piacere.
Un saluto
#5549
Attualità / Re:PDR
01 Giugno 2018, 06:41:51 AM
Citazione di: cvc il 31 Maggio 2018, 17:50:41 PM
Va a finire come in effetti è successo, ossia che la finanza seppellisce l'economia reale.

Ciao cvc, quando la mattina ti prendi il cappuccino col cornetto (Al bar o a casa, a tua scelta), prova a riflettere su quanti sono i passaggi nei quali la finanza ti ha permesso di farlo, a partire dal momento in cui ha finanziato la coltivazione, raccolta e trasformazione del caffè, la sua esportazione in Italia etc..
La sottovalutazione del ruolo della finanza nasce dalla visione materialista marxiana che non è in grado di concettualizzare il valore di servizi immateriali come quelli finanziari. I processi produttivi necessitano il trasferimento delle merci nel tempo e nello spazio, e a questi trasferimenti devono coincidere simmetrici trasferimenti di denaro, oltretutto con quelle garanzie particolari di sicurezza necessarie a una merce così delicata.
Un saluto 
#5550
Attualità / Re:PDR
31 Maggio 2018, 15:57:52 PM
Citazione di: bluemax il 31 Maggio 2018, 10:56:39 AM


L'entusiasmo popolare crollò quando Mario Draghi fece mancare la liquidità ai Bancomat. Un atto criminale, perché se c'è un obbligo fondamentale per una banca centrale, è appunto di non far mancare la liquidità corrente.

Ma Mario Draghi, e tutti gli altri membri dirigenti della BCE, non possono essere chiamati in giudizio, imputati in alcun modo. Hanno preteso ed ottenuto dai nostri politici di essere esenti dal diritto penale e civile.


Draghi allargo la liquidità al sistema greco al massimo possibile (Molti dei membri del consiglio erano contrari, volevano una linea più dura). Fu Tsipras, condizionato dall'incompetente Varoufakis, a non voler bloccare la fuoriuscita di capitali dalla Grecia, ma soprattutto a mantenersi su posizioni utopiche e populistiche che non facevano che incrementare il senso di allarme.
La non citabilità in giudizio è assolutamente necessaria, così come lo è ad esempio per il PDR, essi non possono essere messi sotto scacco dal sistema giudiziario, magari per effetto dell'azione di qualcuno che vuole indebolire lo stato o l'Euro. Capisco che in questi tempi di democrazia naturale nella quale sembra che qualsiasi maggioranza estemporanea possa arrogarsi il diritto di schiacciare tutte le istituzioni, lasciando tutto nelle mani del Masaniello di turno, questi sono discorsi un po' desueti.
Un saluto, e un augurio all'Italia di superare questo triste momento.