Citazione di: Jacopus il 28 Luglio 2023, 11:33:29 AMuna dialettica viva che mantenga in tensione gli estremi della necessità di una uniformazione etica (appunto omologazione) e l'altro estremo della necessità di convivenza con altre etiche (eterologazione). In questo caso si deve raggiungere il consenso sotto un tetto comune che non è più etico ma metaetico.Nondimeno una metaetica rischia comunque di riprodurre a livello sovrastrutturale le aporie strutturali delle etiche nel loro eventuale collidere. Detto altrimenti: se le metaetiche diventano più d'una, si ripropone il problema della loro mediazione e relazione; se invece tale metaetica fosse una, si porrebbe («si» sia impersonale che riflessivo) il consueto problema del fondamento, unico e/o assoluto, che ne consenta una chiara identificazione e poi ne giustifichi la legittima supremazia, scongiurando il successo, teoretico e/o sociale, di altre "false" metaetiche antagoniste o "concorrenziali".
Come dire: se in una società si ritrovano a convivere più religioni (mamme o zie, anche se talvolta disconosciute, di ogni etica che abbia mai sentito) non ci può essere una meta-religione a regolarne i rapporti, perché manca la meta-divinità che faccia da moderatore fra Gesù, Maometto, etc. Qualcosa di simile potrebbe accadere, anzi accade, se anziché parlare di divinità, parliamo di Bene.
Giocando con le parole, potremmo dire che solitamente (metafisica docet) è "l'etica dell'etica" a presuppore la spinta dell'omo-logazione (o universalizzazione): non sarebbe forse un bene se il bene fosse accettato da tutti in quanto tale? Non sarebbe forse non-etico se il bene fosse ignorato dagli altri, nonostante tu (dico per dire, niente di personale) ne sia a conoscenza? Omo-lagarsi (in sesnso etimologico, come evidenziato dal trattino, non in senso dispregiativo) al bene non è bene?
A questo punto, se non si crede sia un bene l'omo-logazione degli altri al bene o addirittuta lo si giudica male (e ciò sarebbe bene?): o tale bene non prevede un plus-valore etico nella sua diffusione (un bene per pochi eletti che lo custodiscono e amministrano?), o è un bene debole e soggettivo (che per altri potrebbe anche essere male, quindi non va universalizzato) o è un bene che prevede una comprensione e una prassi che non possono essere né comunicate né verificate (qui forse siamo nel mistico, più che nell'etica).
P.s.
Ci sarebbe poi, scendendo dall'Iperuranio del Bene, il discorso politico: ad esempio, quando si vota in un referendum, si vuole solo "comunicare" ciò che si ritiene giusto, oppure si esprime la propria volontà affinché, ciò che si reputa bene, debba esser ritenuto giusto per legge e tutti poi si debbano
