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Messaggi - Jacopus

#556
Citazione di: Duc in altum! il 21 Febbraio 2024, 16:23:44 PM...o, forse, perché Dio davvero esiste ed è impossibile scavalcarlo o metterlo in disparte.
Non hai tutti i torti Duc. Probabilmente Dio è il nome che attribuiamo a ciò che crediamo importante, ciò che è la nostra meta e quindi, pur in un caleidoscopio di rappresentazioni, nessuno ne può fare a meno. Di sicuro il Dio tirranico, sanguinario e paranoizzante della Bibbia non corrisponde a ciò che posso ritenere divino.
#557
Tornando alla prima domanda/affermazione di Pensar, ritengo che Dio dovrebbe appartenere ad una fase "infantile" della civiltà umana. Le concezioni religiose sono state importanti per una lunga fase delle culture umane, perché hanno permesso il consolidamento di principi di convivenza che altrimenti non si sarebbero neppure sviluppati. Il superamento di Dio non avviene perché le religioni ancora assolvono a molteplici funzioni. Inoltre come ogni istituzione, una volta che esse sono state fondate cercano di sopravvivere come ogni altra creando così un processo inerziale. Inoltre Dio e la Bibbia resteranno, anche nel più incallito degli atei, il substrato profondo della propria cultura (per non parlare del nesso apparentemente insensato fra modello monoteistico e modello scientifico galileiano). In una società ideale i messaggi solidaristici di molte religioni dovrebbero essere estratti dall'insieme di messaggi contraddittori, tradizionali, prodotti sostanzialmente da una cultura pastorale, patriarcale, asiatica, a cui si aggiunse il NT a seguito del l'influsso ellenistico (e per questo ci appare più sintonico il Nt rispetto al Vt). Dio invece non è altro che la descrizione metafisica dell'autorità tirannica, che non ammette opposizioni e che scinde il mondo in "eletti" e "reietti". Personalmente, come Brecht sono sempre stato dalla parte dei reietti (il discorso è ovviamente molto più complesso, ma nel nostro piccolo, anche qui spesso emergono, da parte dei credenti , visioni scisse e paranoizzanti del mondo - non in tutti, Pensarbene ad esempio è immune da questa visione).
#558
Scusami Pensar, ma quando ti avrei scritto una cosa del genere? Ho guardato nell'archivio dei messaggi e non c'è un messaggio del genere. In ogni caso chi te lo scritto ha scritto un avvertimento corretto.
#559
Non tutte le fedi sono uguali però. Ovvio che ognuno di noi avrà una visione del mondo, delle credenze, che orientano il suo agire, ma credere che i neri o le donne hanno un cervello più piccolo e vanno addomesticati non è la stessa credenza di chi pensa che i paraplegici vadano supportati ed aiutati economicamente. Una prima differenza è data da Edipo. Edipo non crede, se credesse si accontenterebbe e continuerebbe a regnare su Tebe. Edipo è proteso verso ciò che la realtà nasconde, ma la cerca nella Physis. La religione cerca ciò che la realtà nasconde nella Metaphysis. Una seconda differenza è data dal pensiero dubitativo, ovvero Socrate. Il pensiero religioso è spesso un pensiero paranoicizzante, perché scinde il bene e il male, e può trovare accoglienza anche in visioni del mondo non religiose, come il fascismo o il comunismo. Il pensiero dubitativo è una "fede" che lascia spazio alla fede dell'altro e non scinde in "noi" e "loro". Le conseguenze politiche, sociali ed etiche sono diversissime, pur trattandosi, in entrambi i casi, di "fedi" o di visioni del mondo.
#560
CitazioneLa filosofia, per quanto mi riguarda, serve essenzialmente a fare chiarezza, al singolo individuo, solo alla vita del singolo individuo anche se il suo discorso ha una forma universale (ingenuamente universale). Per me non è una cura (cura del linguaggio, dei concetti fondamentali di una civiltà, etc.), non è riforma dei rapporti di dominio.
Rispettabile prospettiva ma appunto, trascendentale. La filosofia greca da Socrate in poi, ha insegnato la necessità di far incontrare la soggettività con l'etica collettiva, con ciò che è concepibile come giusto. Pur non risolvendosi solo in questo, questa è la mia personale interpretazione della filosofia: un metasapere in grado di riflettere su di sè e sugli altri saperi (che deve conoscere) al servizio non di sè stesso ma della giustizia umana.
#561
Tematiche Filosofiche / Re: Scienza e caso
14 Febbraio 2024, 22:04:52 PM
In realtà, personalmente non ci vedo enigmi. La libertà "condizionata" dell'uomo è la diretta conseguenza del nostro complesso SNC e la successiva interazione fra SNC e Cultura. Proprio l'esempio che hai fatto Koba lo dimostra. Una società "deterministica" non avrebbe conosciuto resistenti al nazismo. Noi invece ci riserviamo molteplici risposte possibili. Nella pagina riservata proprio al libero arbitrio, che apre la sezione filosofia c'è, verso la fine, un intervento interessante che afferma la possibilità che vi siano soggetti più o meno liberi e quindi soggetti più o meno condizionati. Verissimo. La libertà di agire in modo controfattuale, perfino in modo irrazionale è una modalità di apprendimento. Si impara ad essere liberi oppure schiavi, o meglio, è possibile imparare ad ampliare i nostri margini di agire libero pur in presenza di fattori fortemente condizionanti. Il libero agire non significa certo fare quello che si vuole. Un altra prova è data dalla colonizzazione dell'intera superficie terrestre da parte dell'uomo. Un primato che condividiamo, fra i mammiferi, solo con i topi, che però fanno tutti una vitaccia. E questo successo ambientale è dovuto proprio alla nostra libertà di agire nei modi più diversi. Ovvio che questa molteplicità di strategie è stato enormemente implementato dalla cultura. Se in natura le strategie di difesa sono poche per ogni specie, che appunto si specializza, noi possiamo spaziare, possiamo mimetizzarci, attaccare, costruire  manufatti difensivi, eliminare gli ambienti dei nostri predatori, addomesticarli, fuggire, fuggire e fuggendo colpirli con altri manufatti.
La libera volontà inoltre è kantianamente uno sforzo, una disciplina della mente, poiché considerata la elasticità del cervello, pensare di essere liberi ci rende più liberi, mentre pensare di essere condizionati ci rende tali o perlomeno presenta questo rischio. Evolutivamente essere determinati è una sicurezza: se i nostri padri hanno fatto certe cose ed hanno vissuto, noi, facendo le stesse cose, vivremo. È una forma di economia vitale, che presuppone (giustamente) come fine ultimo, la sopravvivenza. Gli unici cambiamenti in un quadro del genere sono genetici. Poi la natura ha dato una accelerata e si sono sviluppate specie che permettevano, entro certi limiti, una libera interpretazione della propria specie. I mammiferi e gli uccelli sono dei maestri in questo gioco. Infine è arrivata la classe dei primati ed ultimo l'uomo. Si tratta di un processo evolutivo che ha prediletto la libertà al condizionamento, proprio in chiave di fitness ambientale. Ciò ovviamente non toglie che vi sono specie altamente condizionate che continuano a prosperare indisturbate (pensate ai funghi o ai batteri). La contropartita di questa libertà è la malattia mentale ed oggi anche la potenza tecnica che per la prima volta rischia di compromettere la stessa vita umana. Potenza tecnica che è la diretta conseguenza di quella libertà neurale (insieme ad altri fattori non meno importanti come l'andatura eretta, la visione prospettica ed altro). In tutto questo discorso etologico se ne innesta però un altro, ovvero l'uso etico-politico del determinismo e del libero arbitrio, che ha attraversato l'intera storia umana. Fatto anche questo che dovrebbe confermare la presenza di un certo margine di libertà. Infatti l'altra questione da considerare è l'asimmetria fra chi crede che l'uomo sia determinato e chi crede che sia libero. Per i primi si tratta di un determinismo rigido e meccanico: solo la nostra ignoranza delle cause non ci permette di spiegare l'agire umano. Per i secondi vi è (quasi) sempre l'interazione fra fattori condizionanti e fattori liberi.
#562
Tematiche Filosofiche / Re: Scienza e caso
14 Febbraio 2024, 08:15:15 AM
CitazioneVoglio fare filosofia non scienza quantistica se no andavo in un forum dove i quantistici scodinzolano allegramente ad ogni affermazione che esce dal cern.
In realtà è esattamente il contrario. I quantistici possono disinteressarsi della filosofia mentre la filosofia non può fare altrettanto. La filosofia è amore per la conoscenza ad un livello "meta" e a meno che non voglia diventare come le altre scienze o una ontologia di sè stessa, deve confrontarsi, come ha sempre fatto con tutti i saperi e sviscerarli fino a trovarne eventuamente anche la loro falsa coscienza, come nel caso del darwinismo sociale o delle teorie della razza. La cultura è mimetica. Alla filosofia spetta estrarre il nucleo essenziale della cultura di quell'epoca per smascherarne gli aspetti di dominio in nome dell'uomo come soggetto potenzialmente etico.
#563
Tematiche Filosofiche / Re: Scienza e caso
13 Febbraio 2024, 19:42:54 PM
Il modello della scienza moderna è riassumibile in Occam + Newton. Il rasoio di Occam come primo intervento di "pulizia" e poi quello così moderno e così stoico allo stesso tempo: hypotheses non fingo. Se le cause non possono essere spiegate resteranno non spiegate, finchè non si troverà qualche soluzione, ma nessuna scorciatoia. La spiegazione avrà sempre bisogno di dimostrazioni, verifiche empiriche e riproducibilità. Se da ciò discende che siamo soli nell'universo non è necessariamente automatico. La scienza non può che tacere rispetto alle fedi antropologicamente fondate.
#564
Tematiche Filosofiche / Re: Scienza e caso
11 Febbraio 2024, 14:13:46 PM
Grazie per il link Pensarbene. Molto interessante. Potrebbe essere un inizio di studi per avvicinare il mondo organico e quello inorganico, oppure per dimostrare che la vita non necessariamente è esclusivamente condizionata dalla spirale a dna.
#565
Tematiche Filosofiche / Re: Scienza e caso
11 Febbraio 2024, 14:06:39 PM
Che siamo figli delle stelle è innegabile. Mi meraviglia anche la presenza di tantissimi eventi che hanno contribuito alla proliferazione della vita sulla terra e bastava l'assenza di uno affinché noi non saremmo stati qui: distanza giusta dal sole, presenza di un campo magnetico, rotazione della terra su sè stessa, presenza di un grande satellite da usare come scudo spaziale (ed altri benefici come le maree), presenza di acqua, posizionamento del sistema solare lontano da corpi celesti mostruosi come i buchi neri et similia, atmosfera con presenza di ozono ed altre ancora. Ovvio che in presenza di miliardi di corpi celesti, le possibilità di trovare questo insieme di coincidenze aumentano e noi possiamo parlarne perché siamo giunti proprio qui e non su una galassia inospitale, che non avrebbe potuto generarci. Restano le domande, ancora inevase, se sia possibile la vita in contesti ambientali molto differenti e secondo processi diversi da quello a Dna. Rispetto alla prima abbiamo la conferma della possibilità di vita in sistemi anaerobi, ovvero in ambienti privi di ossigeno, anche se a livelli molto elementari. La seconda invece non ha risposta, poiché tutte le forme biologiche che conosciamo, passate e presenti, si generano e vivono all'insegna delle leggi genetiche a DNA.
#566
Tematiche Filosofiche / Re: Scienza e caso
10 Febbraio 2024, 22:12:21 PM
In realtà è fumoso pensare che la psiche umana sia determinabile e sempre spiegabile, date certe condizioni. Non mi sorprende certo questo approccio che è quello strumentale della tecnica. Per fortuna o per disgrazia noi non siamo (ancora) solo tecnica. Come al solito lo scoglio è quello ricorrente di pensare secondo uno schema digitale on/off. Non essere del tutto determinabili non significa essere completamente indeterminabili. Era abbastanza determinabile che oggi avrei cenato e che per cenare, non essendo una pianta, mi sarei servito del mio organismo eterotrofico. E, a livelli maggiori di complessità, è sempre un gioco attivo fra ciò che è determinabile e ciò che non lo è. Per certi versi la malattia mentale, come ha intuito Dostoevskij, è una dimensione (disfunzionale) della nostra libera volontà indeterminabile. La dimensione funzionale è la nostra libertà etica. Senza dimenticare che prima di essere soggetti potenzialmente etici siamo un corpo, un flusso endocrino che interagisce con emozioni e la loro rielaborazione da parte di un sistema top/down. L'ho già detto: una immagine che rende l'idea è quella del barone di Munchausen che per volare si prese per il suo stesso codino. Tutto ciò al netto di ogni teologia, se non fosse ancora chiaro. Il mistero dell'uomo non è divino ma dentro un'esperimento evolutivo, riassumibile nel sistema nervoso più complesso conosciuto sul pianeta terra.
#567
Tematiche Filosofiche / Re: Scienza e caso
10 Febbraio 2024, 19:40:23 PM
Ripeto quello che ho già detto in altre discussione, sul tema (sperando che Alberto non mi faccia fare il maestrino verso quel discolo di Bobmax). L'uomo è diverso, mi spiace e non risponde più alle leggi della fisica. Se nel mondo fisico è vero che è solo la nostra ignoranza a non permetterci di comprendere le connessioni causali fra tutti gli eventi fisici del mondo, l'uomo è stato investito da una scommessa evolutiva interessante, redditizia ma anche rischiosa. Abbiamo un cervello che non può essere addomesticato facilmente e questo rende possibile ogni scenario umano. Così possiamo essere "determinati" a creare campi di concentramento o comporre sinfonie, dare la vita in sacrificio a divinità sconosciute, creare una comunità di fratellanza o sparare a tutti i nostri parenti. Gran parte degli animali dotati di sistema nervoso e di cervello, rispondono a pattern comportamentali ricorrenti. Possono avere una certa personalità i mammiferi superiori, ma i comportamenti innati sono comunque preponderanti. L'uomo è uscito da quel cerchio grazie a Prometeo, con tutto il positivo e il negativo che ciò comporta. Siamo una scommessa, o come diceva Nietzsche: "l'uomo è un animale non ancora stabilizzato". In questa sua instabilità sta l'impossibilità a determinarlo. Per altri versi Dostoevskij dice la stessa cosa parlando della follia che può impossessarsi di un uomo facendogli credere di essere un tasto di pianoforte: "perfino nel caso che diventasse effettivamente un tasto di pianoforte, a dimostrarglielo perfino con le scienze naturali e matematicamente, anche allora non rinsavirebbe, ma al contrario, farebbe apposta qualcosa, unicamente per pura ingratitudine, precisamente per tenere duro...Se voi direte che anche tutto questo si può calcolare, ovvero il suo tenere duro, secondo la tabella e così il caos, le tenebre, la maledizione, sicchè la sola possibilità di un calcolo preventivo fermerebbe tutto e la ragione riprenderebbe i suoi diritti, in questo caso l'uomo diventerà ancora più pazzo, apposta per essere privo di ragione e tenere duro!...tutto il compito dell'uomo allora è solo questo: che l'uomo dimostri a se stesso in ogni momento che è un uomo e non una canna d'organo".
Mirabile pensiero, che andrebbe meglio sviscerato, visto che è posizionabile sia in termini autoritari che in termini emancipatori, ma ho già scritto abbastanza.
#568
CitazioneDeve essere così!
Nonostante possa risultare proprio l'opposto, le perle vanno gettate comunque.
Anche laddove ti fissa la Medusa.
Perché il male non è mai assoluto.
Non è sufficiente. Il bene avviene quando ognuno di noi si rende conto di essere talvolta un maiale e talvolta uno che lancia perle. Qui sta la fatica, altrimenti si fa solo carità paternalistica.
#569
Il concetto di Dio è stato in passato importante per fuoruscire definitivamente dallo stato di natura, poi è diventato uno strumento di potere. Ora, in Occidente è diventato, per eterogenesi dei fini, o una consolazione o un ultimo ammonimento all'evoluzione mortifera della tecnica. Al di fuori di ciò, in tutte le possibili versioni è una dichiarazione di protervia e di narcisismo umano.
#570
Percorsi ed Esperienze / Re: Alterità
02 Febbraio 2024, 08:28:55 AM
Il rapporto Sè/altro è uno dei temi ricorrenti della psicologia, che, superando la concezione monistica cartesiana, interpreta l'identità come una relazione dinamica fra Io e gli altri. Sono soprattutto gli altri "significativi" a modellare la nostra tipologia identitaria. In primo luogo i genitori. Se ci sarà uno sviluppo sano, la posizione iniziale di ogni neonato conoscerà un passaggio da una posizione paranoidea, dove il buono (il seno che si offre) e il cattivo (il seno che se ne va) sono nettamente separati, ad una posizione integrata dove è accettabile che il seno possa esserci e non esserci. Con seno si intende simbolicamente ogni forma di relazione e di soddisfacimento materiale appagante. Dove questo processo non si realizza avviene l'insorgenza di psicopatologie, restando strutturalmente separate le aree proiettive negative e positive. Pertanto il soggetto resterà intrappolato in una dispercezione per la quale il mondo si dividerà nettamente in nemici da sconfiggere e amici con cui "confondersi". Questo deficit si stabilizza a partire dalle risposte disfunzionali dei genitori in primo luogo ma anche dell'ambiente e della società che possono condizionare la permanenza sociale di tratti paranoidei. Le risposte disfunzionali genitoriali possono essere la violenza verbale e fisica, la trascuratezza, i comportamenti contraddittori a doppio legame, la seduttività. A sua volta queste risposte possono essere condizionate dalla storia sociale. Ad esempio è stato provato che in condizioni di guerra, la violenza si trasmette irreparabilmente dal campo di battaglia alle famiglie e gli effetti si sentono almeno per tre-quattro generazioni. Problemi di identità malfunzionante si manterranno pertanto in Ucraina e Russia almeno per molti decenni.  Pertanto una struttura identitaria sana non è così scontata come si suppone.
Inoltre la guerra fuori dai propri confini ha questo aspetto poco considerato ma essenziale. Gli effetti psicopatologici del consolidamento della visione paranoidea provoca una più facile manipolazione delle popolazioni e una più difficile integrazione con i sistemi produttivi e informativi contemporanei, agevolando un processo di subordinazione.