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Messaggi - Socrate78

#556
Secondo me un quesito difficile da risolvere riguarda il fatto se l'intelligenza e l'empatia (doti sicuramente UTILI...) rendono però l'uomo effettivamente più felice oppure portino ad aumentare complessivamente le ragioni di infelicità. Sicuramente essere intelligenti porta ad avere una maggiore istruzione (anche se non necessariamente....) e un buon livello di inserimento sociale, lavori più renumerativi, maggiore capacità di badare alla propria salute e al proprio benessere, tutti fattori che in teoria contribuiscono alla felicità. Avere intelligenza emotiva (empatia) porta poi anche a comprendere le intenzioni delle persone e quindi a tutelarsi, ad aiutarle meglio. Tuttavia, chi è molto intelligente soprattutto a livello emotivo oltre che cognitivo, proprio per il suo acume, si accorgerà prima degli altri delle ipocrisie, del fatto che gli altri agiscono spesso solo per il proprio meschino tornaconto, sono vili oppure sono conformisti come un gregge di pecore, spesso compiono azioni senza alcun senso vero e solo per conformismo e quindi l'intelligenza e la sensibilità lo porteranno ad essere più infelice e pessimista. Se si pensa oltretutto al caso di un bambino geniale e intelligentissimo, molto probabilmente sarà isolato dagli altri oppure egli stesso, per la sua intelligenza, tenderà a voler star da solo perché troverà gli altri (in fondo a ragione...) più stupidi e immaturi di lui, disprezzerà i loro giochi e i loro discorsi e questo causerà problemi al suo inserimento sociale. Molti psicologi stanno sempre di più notando come alcuni presunti disturbi della condotta e del comportamento siano addirittura associati a QI molto alti negli adolescenti e i problemi forse nascono proprio dal fatto che il soggetto iper-intelligente nota come determinate regole sociali (l'obbedienza a prescindere alle varie autorità ad esempio) e il conformismo siano in fondo delle routine immotivate e senza un vero fondamento, quindi finisce per sviluppare un carattere ribelle.
Di conseguenza secondo voi l'intelligenza contribuisce alla felicità oppure ne è un ostacolo? Ovviamente voglio solo discuterne, non pretendo di risolvere in un thread una questione così complessa.


#557
Ciò che è oltremodo dolce (in questo caso l'amore che genera dipendenza affettiva) tuttavia non è detto che sia meglio obiettivamente di ciò che lo è di meno, dalle sensazioni non si può ricavare con certezza ciò che è davvero bene, esistono molte cose che non sono affatto di per sé piacevoli eppure producono un bene obiettivo, come lo studio di discipline difficili che incrementa il sapere e le tue competenze, la fatica fisica per rafforzare il corpo, ecc. L'amore che genera dipendenza emotiva non è affatto dolce quando perdi ciò che ami, poiché anzi in quel caso genera un dolore che può diventare atroce, che causa depressioni, sofferenze, persino suicidi a volte.
Comunque sono d'accordo sul fatto che è meglio non insistere su questo piano perché le differenze tra l'amore concepito da un ateo e quello concepito da un credente sono di fatto incolmabili.
#558
L'amore vero rende liberi, non certo schiavi, è un controsenso. Bisogna quindi amare ma senza nessuna dipendenza emotiva da ciò che si ama. Lo diceva anche Spinoza, tutto ciò che accade va accettato come espressione di un superiore Logos, di conseguenza non ha senso provare dolore anche quando si perde ciò che si ama, anche quando viene distrutto ciò che si ama, poiché esiste una superiore intelligenza che vuole questo e poi perché non ha senso disperarsi per qualcosa che non è in nostro potere cambiare.
#559
Il bisogno di amore rende schiavi e basta, bisogna solo dare sempre pretendere nulla in cambio, anzi, se non ricevi nulla è ancora meglio, perché sarai certo di aver fatto un'azione disinteressata e quindi sostanzialmente pura. Se invece ti concentri mentalmente su quanto affetto ricevi, ecco che la tua capacità di fare il bene è prigioniera degli atteggiamenti altrui e quindi non sei affatto libero. Inoltre, per quanto riguarda le azioni degli altri, si può dire che il bene non può mai essere dimostrato davvero, quindi il bisogno di affetto porta ad essere anche ingannati credendo di aver trovato l'amore: un esempio lampante è quello di un uomo che crede che la moglie lo ami da morire e gli sia fedelissima mentre invece continua a tradirlo a destra e a manca......
#560
Hitler credeva di amare il popolo tedesco, ma in realtà non lo amava affatto, visto che gli ha tolto la libertà! Il popolo tedesco era soltanto per la sua psiche un mero mezzo per dispiegare la sua spietata volontà di potenza e di sopraffazione e in fondo di morte, visto che ha scatenato una guerra.
#561
L'amore di Dio non ha molto a che vedere con il nostro concetto di amore, cioè inteso come gentilezza, comprensione, mancanza di severità, questa rappresentazione porta alla rappresentazione di Dio come una specie di Babbo Natale bonaccione, scusami tanto, ma è così. Anche secondo il Cristianesimo Dio per redimere il mondo avrebbe fatto soffrire tantissimo il suo stesso Figlio mentre poteva salvare il mondo in mille altri modi, quindi come vedi non mi sembra effettivamente di vedere tutta questa "amorevolezza", o no? Gesù stesso ha usato, com'è testimoniato dalla Bibbia, parole dure come quando disse: "Non sono venuto a portare la pace nel mondo, ma piuttosto la SPADA. Da ora in poi si solleveranno genero contro genero e suocera contro nuora...."; se poi si va indietro, nell'antico Testamento, allora ancora di più si può vedere come Dio non sia affatto "buono" almeno nel senso comune del termine.......
Credo quindi che non si possa conoscere la vera essenza di Dio elevando l'amore umano come principio di comprensione, perché la bontà di un'entità superiore potrebbe essere molto diversa da come noi la intendiamo.
#562
Tematiche Spirituali / Re:Ciò che Dio vuole da noi
28 Dicembre 2018, 17:35:48 PM
Per te quindi dopo l'esistenza terrena la coscienza si annullerà confluendo nella coscienza universale, quindi il nostro Sé individuale andrà perso per sempre?
#563
Tematiche Spirituali / Re:Ciò che Dio vuole da noi
27 Dicembre 2018, 21:06:26 PM
Vuole che ci amiamo ma in modo INCONDIZIONATO. L'amore umano spesso invece è solo un "do ut des", una benevolenza mercenaria fatta per ottenere un qualsivoglia vantaggio (favori materiali ma anche compagnia, piacere, ecc.) è proprio come per i soldi, si investe per ottenere un beneficio. Questo nel migliore dei casi, altrimenti ti sorridono davanti e poi ti sparlano, ti diffamano in modo più o meno grave quando tu non sei presente. Qualcuno riterrà che è normale, che è così che funziona, invece io NO, ritengo che i rapporti umani diano un grande spettacolo di ipocrisia, ovviamente di ipocrisia a livelli diversi di gravità, ma spesso l'amicizia e persino l'amore nascondono una realtà meno nobile di quello che appare. L'amore vero, come l'amicizia vera, sono perle molto rare.
#564
La proprietà privata e quindi la conseguente diseguaglianza tra ricchi e poveri, in effetti, non ha un fondamento naturale. La natura ha dato di per sé tutto a tutti, non ha messo steccati per dividere le proprietà: l'uomo, tuttavia, ad un certo punto ha deciso, per sancire un proprio potere sul territorio, di stabilire un confine tra ciò che è proprio e ciò che invece appartiene ad altri. Da qui la diseguaglianza, poiché chi riusciva, con lotte tribali, a sottomettere gli altri, aveva più terre (segno del controllo sul territorio) e quindi più potere, mentre i poveri erano coloro che non erano riusciti nell'intento di diventare i capi della tribù e non potevano far altro che obbedire. Ma tale operazione non è stata il frutto di istinti nobili, ma al contrario meschini, che di fatto trovano le radici nell'animalità dell'uomo, essere territoriale come tante specie animali che lottano per guidare il branco.
#565
Tematiche Spirituali / Re:Ciò che Dio vuole da noi
24 Dicembre 2018, 00:02:14 AM
Tutto il forum tranne due persone sembra fatto di ATEI, convintissimi che non ci sia assolutamente nulla dopo questo brevissimo (rispetto alla vita della Terra un nulla....) percorso terreno. Eppure io resto convinto proprio del contrario, che la morte non sia uno sprofondare in quel nulla in cui eravamo prima di nascere, ma sia il passaggio ad un'altra dimensione, a qualcos'altro di diverso che ora non possiamo nemmeno concepire e che forse non è nemmeno quello che le religioni dicono, ma secondo me una realtà "altra" esiste. La nostra ragione è limitata e non è in grado di sondare una realtà trascendente. Saluti e buon Natale.

P. S. Si può benissimo essere socialisti e comunisti ed essere cristiani, la teologia della liberazione nata in America Latina del resto è di tipo cattolico e marxista al contempo.
#566
Tematiche Spirituali / Re:Ciò che Dio vuole da noi
23 Dicembre 2018, 10:40:15 AM
@Donquixote: Se fosse vero quello che dici esisterebbero scopi molto diversi tra gli umani a seconda delle diversità di temperamento, poiché appunto le attitudini e le caratteristiche divergono molto: ad esempio un carattere altruista che sente solidarietà per gli altri concluderà che il suo fine è amare il prossimo, mentre un'altra persona attaccata al denaro e al potere concluderà all'opposto che il suo scopo è quello di accumulare beni egoisticamente e mantenere le posizioni di potere raggiunte, concedendo ben poco alla solidarietà! Non porta a questo la tua riflessione?
#567
Tematiche Spirituali / Re:Ciò che Dio vuole da noi
22 Dicembre 2018, 13:14:49 PM
Il libero arbitrio per definizione NON appartiene alla divinità, infatti Egli è COSTRETTO dalla sua natura buona ad agire solo per amore, non può agire in maniera malvagia, quindi non ha nemmeno la possibilità di errare. Ci hai mai riflettuto?
Per quanto riguarda ciò che Dio vuole da noi, la risposta potrebbe essere quella (AZZARDO ovviamente....) di farci evolvere dall'ignoranza alla conoscenza, da una condizione in cui non sappiamo ancora niente di ciò che è giusto ed ingiusto (condizione tipica del bambino piccolo) ad una coscienza adulta che sappia discernere, nei limiti della ragione, il bene dal male.
#568
Tematiche Spirituali / Re:critica all'etica cristiana
21 Dicembre 2018, 23:55:47 PM
Nel caso dell'aborto si rientra nel concetto che ho spiegato sopra, è la presunzione umana a decidere che quella vita è cattiva, indegna di essere vissuta, perché ha una malattia, sarà pur terribile quella patologia, ma quella vita potrebbe avere un senso che a noi sfugge del tutto, e noi pretendiamo invece di decidere che non è bene che viva, ergendosi ad arbitri di ciò che giusto e ingiusto. Davvero, sono antiabortista e lo sarò sempre, checché mi dicano coloro che invece sono a favore, io vedrò sempre nell'atto abortivo un atto di violenza e presunzione. A questo punto se si fosse chiaroveggenti e si conoscesse l'evoluzione della vita di ognuno, si dovrebbero abortire anche coloro che pur nascendo sani svilupperanno gravissime malattie in futuro, oppure diventeranno dei criminali dannosi per la società, ma si può vedere in tutto questo la presunzione di stabilire chi deve vivere e chi no, compito che spetta solo a Dio se esso esiste. Un'azione se fosse ordinata da Dio e si avesse per conoscenza immediata la certezza assoluta di questo sarebbe quindi giusta, poiché i nostri schemi razionali sono niente in confronto ad un'intelligenza superiore, anzi, di più, se l'umanità si fosse evoluta ancora di più ed avesse come quoziente intellettivo medio 200 invece di 100, io sono convinto che i criteri etici sarebbero anche differenti, ritengo che il senso morale umano sia molto limitato e non sia da prendere come modello di verità assoluta, visti i limiti dell'intelligenza.
#569
Tematiche Filosofiche / Re:L'altruismo
21 Dicembre 2018, 20:18:35 PM
Avere fede in un ideale è una forma di egoismo sublimato, ma si tratta sempre e comunque di egoismo: infatti, ognuno di noi si rappresenta un mondo ideale in cui starà bene prima lui poi gli altri, e l'ideale non è altro se non la rappresentazione del modo con cui dev'essere il mondo per consentire al singolo il massimo benessere. Il ribrezzo istintivo per un mondo ingiusto, dominato dalla crudeltà e dalla sopraffazione, deriva dal fatto che istintivamente si percepisce che in quel contesto si starebbe malissimo, e quindi lo si rifiuta. Le regole sociali che vietano certi comportamenti dannosi alla convivenza civile (come il furto, l'omicidio, la sopraffazione, ecc.) in fondo nascono proprio dall'egoismo, poiché ognuno vuole tutelare la propria sicurezza e i propri beni, e quindi per farlo accetta di sottomettersi all'autorità dello Stato, a rinunciare a parte della propria libertà in cambio della sicurezza. Se si dovesse per assurdo e per pura ipotesi dimostrare senza ombra di dubbio all'idealista che il suo ideale, se attuato, condurrà a farlo stare male mentre darà vantaggi obiettivi e felicità a tutti gli altri, io non credo affatto che l'idealista continuerà a perseguirlo. Ad esempio l'ambientalista che lotta per avere un mondo meno inquinato lo fa soprattutto perché in questo modo la sua salute e quella dei suoi figli non sarà minacciata, il dipendente sfruttato e sottopagato che abbraccia un ideale in cui le ingiustizie sociali saranno finalmente cancellate lo fa perché prima lui starà obiettivamente meglio, quindi è proprio l'istinto di conservazione egoista a portarti a lottare per il bene, prima tuo e poi quello degli altri, se quest'amor proprio non ci fosse affatto allora nessun ideale sarebbe possibile. O sbaglio?
#570
Tematiche Spirituali / Re:critica all'etica cristiana
21 Dicembre 2018, 19:28:18 PM
Invece non pensate che proprio quella sofferenza che tanto si vuole evitare in nome dell'umana compassione possa avere un significato, un senso agli occhi di Dio stesso? L'eutanasia, dietro la compassione, è un atto di grave SUPERBIA, significa nei fatti dire (indipendentemente dalla consapevolezza di ciò): " Questa vita sofferente non è degna di essere vissuta, non ha alcun senso ed è solo male", invece è possibile che anche quei momenti tremendi abbiano un significato che a noi sfugge. San Francesco e tanti altri considerati santi dalla Chiesa ad esempio sostenevano che il dolore avvicina a Dio, può sembrare follia assoluta masochistica e forse lo è anche, ma non è detto che ciò che è logico per i nostri schemi sia anche vero.