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Messaggi - sgiombo

#556
Purtroppo, come mi sembra di capire anche tu (Sari) ti rendi conto, i continui selvaggi tagli "eurOOOOOOOOOOOOOOOOOOpei"  alle spese sanitarie (però il "banchiere" -economista- filoeurOOOOOOOOOOOOpeista ex presidente della repubblica Ciampi stette in ospedale dall' inizio Luglio a fine Novembre poco prima di schiattare, mentre le disposizioni sue e dei suoi colleghi sono di dimettere in pochi giorni o al massimo pochissime settimane i paz. "socialmente normali" o non "pesci rossi", come si diceva quando cominciavo a esercitare la mia professione di medico in ospedale) tolgono quasi sempre a chi opera nel settore quel minimo di tranquillità e di serenità (assenza di fretta) nel lavoro senza la quale umanamente dopo un po' é assai difficile esprimere le proprie migliori qualità umane come sarebbe necessario.
Aggiungasi a ciò la frequente e ingravescente (sintomo della barbarie avanzante) prepotenza e mancanza di rispetto verso i lavoratori da parte di parenti e pazienti stessi.
#557
Mi sembra evidente che le giuste osservazioni di Davintro siano obiezioni al credente Socrate78 e non agli atei qui intervenuti.

(Salvo eventuali diverse precisazioni di Davintro stesso).
#558
Tematiche Filosofiche / Re:Darwin Cafè
08 Marzo 2019, 07:55:37 AM
Concordo convintamente a mia volta.

Secondo me é proprio l' estrema "plasticità", dipendenza dalle variabili circostanze ambientali, di vita (il contrario di "stereotipatezza" o di "univocità") dello sviluppo e funzionamento del sistema nervoso centrale e conseguentemente del comportamento umano come dato naturale in conseguenza, nell' ambito della "storia naturale", dell' evoluzione biologica per mutazioni genetiche casuali e selezione naturale (correttamente intesa: non mera lotta egoistica di tutti contro tutti) il presupposto naturale della "storia umana" o cultura e del suo notevolissimo variare, ampiamente "oscillando" fra relativo prevalere di altruismo - collettivismo (mai assoluto) e relativo prevalere di egoismo - individualismo (idem) dipendentemente dalle circostanze.
#559
Citazione di: Socrate78 il 07 Marzo 2019, 17:22:35 PM
La democrazia è un INGANNO e non è garanzia di alcuna vera giustizia, caro Ipazia, e mi sembra strano che tu non riesca a comprenderlo. Le decisioni prese democraticamente possono essere ottime ma anche pessime, da ogni punto di vista, perché il fatto che sia la maggioranza a decidere ciò che è giusto e sbagliato non significa che le decisioni siano giuste.
Citazione
Perché invece lo sarebbe il fatto che sia il papa "infallibile" renderebbe le decisioni ottime e giuste da otgni punto di vista?

(Ti rammento che l' attuale papa "infallibile" in quanto tale, sarebbe secondo te "ben guardare ed analizzando a fondo le sue parole il pontefice sostiene il relativismo, sostiene la società multiculturale in cui tutte le fedi sono allo stesso livello culturale e valoriale, è il papa del "Volemose bene, tanto andiamo tutti in Paradiso").


L'opinione pubblica è influenzata da tantissimi fattori e nelle loro decisioni si riflette ciò che il potere vuole farle credere in base ad interessi di parte, quindi non si può parlare mai di vera democrazia. La Chiesa nella sua storia è stata antidemocratica? Bene, sono disposto ad ammetterlo, tuttavia possono benissimo esistere delle lobby laiche che decidono di manipolare l'opinione pubblica per renderla ad esempio a favore dell'aborto e dell'eutanasia, o anche della liberalizzazione sessuale, facendo propaganda in quel senso, e quindi la decisione che il popolo prenderebbe secondo me è frutto di manipolazione, non è libera. Ricordati che è molto ma molto raro che si informi in modo obiettivo, si cerca sempre di convincere, lo avrà fatto la Chiesa e lo fa, ma lo fanno anche tantissime associazioni e lobby laiche, quindi l'idea delle decisioni liberamente e democraticamente prese è più un mito che una realtà. Oltretutto dal mio punto di vista di credente, come può esistere un fondamento laico/ateo a decidere? Non può esistere dal mio punto di vista semplicemente perché ritengo che la vita sia il frutto di un progetto divino superiore, e non di un capriccio casuale. Se Dio NON esiste, allora tutto è permesso, è questa l'affermazione che in pratica racchiude ciò che penso.
Citazione
La predica sulla falsità dell' attuale democrazia formale non la devi fare a noi laici e comunisti, che ne siamo al corrente da prima e molto meglio di te.

Anche perché tutto ciò non giustifica le ancor meno democratiche pratiche e istituzioni  dell' ancien regime precapitalistico aristocratico.

Ti consiglio di leggerti e anzi studiarti la splendida Consolazione della filosofia che il cattolico Severino Boezio (canonizzato e sepolto nella meravigliosa chiesa di San Pietro in Cieldoro a Pavia, come ricorda anche Dante nella Divina Commedia, scrisse nell' attesa dell' ingiusta esecuzione capitale: non alla religione in cui pur credeva si rivolse per essere consolato, ma alla filosofia, alla quale con tutta evidenza giustamente attribuiva autorità in campo etico, e non invece alla religione stessa: altro che "senza Dio tutto sarebbe permesso" ! ! !
Filosofia che -impersonificata in una dolce figura materna nella finzione letteraria- gli diceva che anche se per assurdo la vita finisse con la morte senza alcuna sopravvivenza dell' anima e conseguentemente senza alcun premio o castigo eterno ultraterreno [id est: anche se Dio non esiste], si dovrebbe comunque agire eticamente bene per il semplice fatto che

"la virtù é premio a se stessa",

in qualunque condizione, anche quella del condannato ingiustamente a morte in attesa dell' esecuzione.

Altro che

"Se Dio NON esiste, allora tutto è permesso  ! ! !
Manco per il cavolo ! ! !
#560
Citazione di: Ipazia il 07 Marzo 2019, 16:47:33 PM
Cara Socrate78 questa è una travisante demonizzazione dei fondamenti laici/atei che sostengono il diritto della persona umana di decidere sulla sua persona, non sulle altre con arroganza dogmatica come pretendono le religioni. Le decisioni collettive vanno prese democraticamente in una società laica che non divide gli umani in fedeli e infedeli, redenti e dannati. E soprattutto non riconosce ad alcun inviato speciale dall'aldilà di decidere sulla vita e sulla morte degli umani. Per questa conquista civile ci abbiamo messo secoli di sofferenza e non ce la faremo scippare dai rigurgiti del peggiore passato.


Secondo me a pretendere di imporre le loro decisioni alle altre con arroganza dogmatica non sono genericamente e indiscriminatamente le religioni ma invece certi determinati religiosi reazionari.

Per fortuna non tutte le religioni sono come il cattolicesimo e non tutti i cattolici sono come Socrate78 ! ! !
#561
Citazione di: Socrate78 il 07 Marzo 2019, 16:02:03 PM
E allora caro Ipazia consentimi di dire che, almeno per me, anche la sofferenza ha un senso che a noi sfugge, che non è vero affatto che una vita scevra sempre di fatica, di sofferenze, sia per questo più dignitosa e più ricca di senso di un'altra invece tutta in salita, consentimi ancor più di affermare che l'aborto è un crimine, perché dal mio punto di vista quel feto non è un vegetale o un oggetto come un ateo pensa, ma al contrario ha già all'interno un'anima, infusa da Dio al momento del concepimento, e quindi ha un valore profondo che va al di là del fatto che il suo cervello ancora non sia sviluppato e che non sia ancora in grado di parlare e di pensare. E poi, a dirla tutta, per quale motivo la singola persona dev'essere superiore al dogma? E' l'ateismo con il suo veleno che ha instillato quest'idea nella società attuale. La singola persona può sbagliare gravemente, i comandamenti stessi e le leggi sono dogmi, non è forse anche un dogma quello che prescrive di "Non uccidere perché la vita ha valore"? Io potrei benissimo sostenere che per me non è giusto, e che il mio giudizio di persona singola è superiore a questa regola. Quello che la società laica sostiene (ma sarebbe meglio dire atea) è il principio del relativismo, secondo cui ogni persona ha il diritto di decidere ciò che è giusto e sbagliato e se vuoi proprio saperla tutta io da cattolico detesto anche il Papa attuale, sì, perché a ben guardare ed analizzando a fondo le sue parole il pontefice sostiene il relativismo, sostiene la società multiculturale in cui tutte le fedi sono allo stesso livello culturale e valoriale, è il papa del "Volemose bene, tanto andiamo tutti in Paradiso",  mentre Ratzinger era un vero Papa, e anche per cultura assolutamente superiore all'attuale.

Infatti non sei un cattolico qualunque ma un cattolico estremamente reazionario (un bel po' di più dell' attuale papa).

Uno che vorrebbe imporre con la forza a tutti gli altri le proprie convinzioni anche contro le opinioni e le legittime e del tutto etiche preferenze del suo prossimo.

Non posso esimermi dal rilevare che la pretesa identificazione di ateismo e relativismo morale, oltre che palesemente falsa, é anche particolarmente penosa e indegna.
#562
Tematiche Filosofiche / Re:Darwin Cafè
07 Marzo 2019, 19:20:09 PM
Invece per parte mia ritengo che la sociobiologia sia una corrente ideologica reazionaria e antiscientifica che pretenderebbe di giustificare le disuguaglianze e le ingiustizie sociali tendenzialmente sempre più esasperate che sono proprie del capitalismo come se fossero manifestazioni di tendenze comportamentali "naturali" (e dunque immodificabili) in pretese conseguenza della selezione naturale.

E anche il concetto dawkinsiano di "gene egoista", oltre che smentito dai fatti empiricamente osservabili, mi sembra non affatto "innocente" ma ideologicamente teso a far credere falsamente che le caratteristiche umane sempre più decisamente dominanti nel capitalismo (innanzitutto per l' appunto il gretto e meschino egoismo individualistico) come caratteristiche "umane naturali" e dunque immodificabili.
#563
Citazione di: Socrate78 il 06 Marzo 2019, 21:14:23 PM
In realtà dietro le cosiddette cure palliative si nasconde sovente il tentativo di praticare un'eutanasia mascherata. Esistono ufficialmente centri specializzati in cure palliative per i malati terminali (soprattutto oncologici, ma non solo) che si chiamano "Hospice": in questi centri sostanzialmente ai pazienti viene somministrato un cokctail di oppiacei (soprattutto morfina associata ad anestetici) in quantità notevoli: la degenza media di questi pazienti negli Hospice è in genere di quindici giorni (anche meno), dopodiché fatalmente sopravviene la morte. Ora, perché sopravviene la morte? Il decesso sopravviene perché la morfina ha un effetto depressivo sui centri del respiro, quindi di conseguenza il sistema degli Hospice è un'eutanasia camuffata, il medico sa benissimo che il risultato del trattamento sarà letale e lo mette in atto proprio per accelerare la fine.  Ai pazienti viene detto se sono lucidi che andranno lì per semplice terapia del dolore, ma in realtà solo pochi sanno che andranno a morire, quindi questo significa anche ingannarli. E poi alla fine questi pazienti negli Hospice è come se fossero praticamente morti ancor prima di morire, perché le droghe li riducono di fatto in uno stato comatoso, anticamera della morte, in cui non credo affatto si possa parlare di maggiore dignità rispetto alla condizione di sofferenza cosciente.  Il medico dell'Hospice si arroga quindi il diritto di decidere che la vita del terminale è indegna di essere vissuta in quanto sofferente, e quindi la stronca come se fosse un Dio, anzi sostituendosi a Dio stesso nel decidere quando la vita è degna e quando no. E' la stessa arroganza che c'è dietro l'aborto terapeutico (il feto malato è indegno di vivere), che c'è dietro l'eutanasia lampante e non mascherata. Chi l'ha detto che la sofferenza non abbia un senso e non abbia dignità? Chi può decidere quando una vita debba finire, anzi quando non debba neppure iniziare proprio perché malata e sofferente?


Quanto scrivi qui é del tutto caricaturale e falso.

Ti consiglio molto di leggere il libro del cattolico e (secondo me a torto) "antieutanasia (per lo meno attiva)" Borasio onde essere informato sulla realtà autentica delle cure palliative.

A quel che mi risulta sono soprattutto cattolici ipocriti che talora mascherano l' eutanasia (che predicano di evitare agli altri ma vogliono per sé e i propri cari) con finte cure palliative.

Come dice bene Ipazia, l' arroganza e la prepotenza (inammissibile violenza contro gli altri) é solo di chi si arroga il diritto di decidere al posto loro se farli vivere o morire.
E il credere in Dio non la giustifica affatto (e nemmeno la giustificherebbe presso l' ammesso e non concesso Dio, se buono e giusto).

Le gravissime affermazioni false e denigratorie circa pretesi inganni ai pazienti da parte di medici sostenitori dell' eutanasia sono semplicemente infami.

E' una vergognosissima BBBalla degli integralisti cattolici contro l' eutanasia quella per la quale in merito deciderebbero i medici o chiunque altro che non siano i pazienti direttamente interessati (alla loro propria sorte).

Non si abortiscono i bambini ma gli embrioni e i feti fino a tre mesi, che di sicuro non sono persone coscienti (sono come dei vegetali, che tutti mangiamo, perfino i vegani).

Nessuno impedisce ai credenti fondamentalisti e più o meno invasati di soffrire terribilmente prima di morire o di non abortire, se lo vogliono; sono questi ultimi a pretendere ingiustamente di impedire agli altri di evitare terribili sofferenze e di abortire se lo sdesiderano.

Madre Teresa di Calcutta é astata una perfida malfattrice che convinceva le poverissime donne indiane (subdolamente anche attraverso le elemosine che dispensava loro), a non usare anticoncezionali seminando a piene miseria e sofferenza fra loro e i loro famigliari (non per niente SantosubitoGP2 si é affrettato a santificarla, come ha fatto per i peggiori sterminatori di antifascisti -anche civili, anche dnone e bambini inermi- franchisti e ustascia).
#564
Tematiche Filosofiche / Re:Darwin Cafè
07 Marzo 2019, 07:54:36 AM
Citazione di: acquario69 il 07 Marzo 2019, 03:35:30 AM
Sgiombo la mia impressione (per quanto possa interessarti) e' che i tuoi NO spesso siano condizionati già a priori da una rigida presa di posizione.
A me non interessa convincere nessuno e a parte questo se fosse pure che Darwin non sia stato direttamente l'artefice del darwinismo sociale, ma e' da li che prende forma,ed altri dopo di lui ne hanno pienamente applicato e giustificato la concezione in ambito sociale e poi anche politico.

Da dove pensi che provenga il colonialismo e il neo colonialismo attuale?..o la presunta superiorità - su basi scientifiche s'intende - della razza piu "evoluta" e "avanzata" mai esistita prima di allora, cosi che si doveva esportare al resto del pianeta (gli esiti di questa esportazione di "civiltà" per giunta "democratica" dovrebbero essere evidenti oggi più che mai)

Che dire poi sulle conseguenze del sistema sociale basata appunto sulla competizione "naturale"...germe del capitalismo poi degenerato nell'ultra-liberismo odierno..

Certamente la tua impressione mi interessa.

Ma la ritengo gravemente errata e falsa.

Che il cosiddetto "darwinismo sociale" non potesse darsi senza Darwin mi sembra ovvio ma del tutto irrilevante: se dovessimo attribuire a qualsiasi autore la responsabilità per tutto quanto altri hanno sviluppato, anche fraintendendole completamente e distorcendole gravemente,  a partire da determinate sue tesi tutti sarebbero responsabili di tutto.

Il fatto é che Darwin fu un eminente, geniale scienziato e non pretese mai di deformare l' evoluzione biologica per selezione naturale(principalmente)ignorando gli aspetti altruistici e collettivistici dei comportamenti animali e il loro carattere adattivo,né assolutizzando quelli egoistici e individualistici, e men che meno di assimilare ad essa (confondere con essa) la storia umana (culturale).

Il colonialismo dei secoli scorsi e il neocolonialismo attuale derivano dallo sviluppo del capitalismo in senso monopolistico - imperialistico.
E in particolare ne derivano fra l' altro le ideologie false e antiscientifiche su cui costruisce la sua egemonia culturale, compreso il "darwinismo sociale" e altre aberrazioni come la "sociobiologica", l' "egoismo dei geni", ecc.).
Pensare che siano stata queste a determinate lo sviluppo dell' imperialismo e del colonialismo anziché viceversa é prtendere di "mettere il mondo sulla testa anziché sui piedi", confondere le cause con gli effetti.
#565
Gian Domenico Borasio: Saper morire. Ed. Bollati Boringhieri, 2011

Sono riflessioni di un medico italiano specialista in cure palliative che lavora da tempo in Germania (é la traduzione in italiano dall' originale in tedesco) che ripensa alla sua esperienza nella cura di malati con "prognosi infausta" in "fase terminale" (delle rispettive malattie e delle rispettive vite).
La cosa che più mi ha colpito favorevolmente é che, contro il pensiero conformisticamente dominante per così dire, considera giustamente la morte come un fatto naturale da accettare (inevitabile e non sempre necessariamente conseguenza di azioni colpose o dolose), come effettivamente é.
Inoltre critica fatti ed atteggiamenti diffusi ma errati a proposito per l' appunto della morte per malattie inguaribili (ma non "incurabili": curabili palliativamente in modo da consentire a chi ne é affetto una sopravvivenza la più serena e dignitosa e la relativamente meno breve ragionevolmente possibile, nonché una morte serena).
Per esempio il fatto che, contro le preferenze della stragrande maggioranza della popolazione e contro il buon senso, nei nostri paesi il 95 dei decessi avviene i ospedale e solo il 5% in casa; e analogamente il fatto che, salvo "casi imprevisti o di forza maggiore" la nascita (il parto) avviene sempre e comunque in ospedale e non a casa, anche nei casi di gravidanza portata regolarmente a termine senza alcun problema o rischio che non sia fisiologico (e in Italia con un evidente abuso della pratica del taglio cesareo).
Critica l' accanimento terapeutico, cioè l' atteggiamento di gran lunga prevalente fra i pazienti, ma soprattutto fra i parenti dei pazienti e i medici (in quest' ultimo caso almeno in parte a causa di più che giustificate preoccupazioni di subire ingiuste querele), per il quale la vita andrebbe il più possibile prolungata ad ogni costo, dovrebbe essere la "quantitativamente più estesa possibile" quale che sia la sua qualità.
Sembra perorare soprattutto un ritorno a una saggezza medica "antica", da sempre propria della medicina ma in tempi recenti sempre più spesso frustrata e impedita da una concezione distorta e in ultima analisi falsa della modernità e del progresso scientifico (pur sacrosanto e che l' autore no mette affatto indiscussione, ma da non assolutizzare e invece da contestualizzare nell' ambito di un sobrio, razionalistico senso del limite: del limite di ciò che quantitativamente e qualitativamente si può realisticamente pretendere dalla vita).
E' comunque un libro non rivolto in particolare agli operatori sanitari, ma a chiunque capisca la necessità di accettare la morte (comunque inevitabile) e sia intenzionato ad arrivarci il più possibile preparato in modo da viverla -proprio così!- nella maniera meno drammatica o frustrante possibile ma con serenità.
Una critica che mi sento di muovere all' autore, dichiaratamente credente cattolico, riguarda la negazione da parte sua della liceità dell' eutanasia attiva, consistente nel fatto che il medico fa morire senza dolore, almeno per quanto possibile, attraverso determinate pratiche appropriate allo scopo, un paziente, unicamente dietro richiesta insindacabile di quest' ultimo (anche se con lui discutibile per vedere se qualche alternativa per lui accettabile le cure palliative possano eventualmente offrire con ragionevole fondatezza) che dispera di poter sopravvivere ulteriormente senza insopportabili dolori fisici e/o psicologici o comunque di poter sopravvivere in maniera da lui stesso ritenta non dignitosa, nonché il suicidio assistito (mentre a mio parere un po' ipocritamente, come d' altra parte molti esponenti sia clericali che "laici" delle istituzioni ecclesiastiche, non solo cattoliche, ritiene accettabile l' eutanasia passiva, cioè il lasciare che sopraggiunga la morte del paziente astenendosi da pratiche terapeutiche che la procrastinerebbero, assecondando in questo il desiderio del paziente stesso).
A questo proposito devo dire sinceramente che una certa mia deprecabile malizia mi induce a nutrire qualche pur modesto dubbio che il fatto, comunque certissimamente vero, che i progressi compiuti dalle cure palliative consentono quasi sempre di assicurare (se applicate correttamente, nei loro aspetti strettamente medici ma anche in quelli, non meno importanti e indispensabili, infermieristici, psicologici, di assistenza "spirituale" e sociale - relazionale) ai malati terminali una sopravvivenza accettabilmente libera da dolore e sofferenza e una morte serena, possa essere stata un po' enfatizzata dall' autore.
Ma é solo un piccolo dubbio, forse eccessivamente malevolo.
Più convintamente mi sento di criticare il concetto di "assistenza spirituale".
Già il termine, incompatibile con le convinzioni dei pazienti materialisti, mi sembra decisamente da respingere: sarebbe decisamente più opportuno parlare di "assistenza filosofica" o "morale" (nel senso delle Operette "morali" del Leopardi), o magari "valoriale" o "esistenziale".
Inoltre l' autore sembra identificarla unicamente con l' assistenza di un sacerdote o comunque un autorevole conoscitore delle più diffuse confessioni religiose, ovviamente il più possibile vicino alle convinzioni del paziente.
Non vedo perché anche un non credente che ritenesse di trovarne giovamento nella fase terminale della propria vita e nella propria morte non dovrebbe poter disporre (come di un diritto da soddisfarsi da parte del SSN) di un analogo conforto da parte qualcuno che ne condivida almeno in qualche misura le più profonde convinzioni.
#566
Tematiche Filosofiche / Re:Darwin Cafè
06 Marzo 2019, 14:09:22 PM
Citazione di: InVerno il 06 Marzo 2019, 14:05:05 PM
Si può vedere la stessa dinamica anche a grandezze più visibili che quelle genetiche, tipo considerando la coppia parassita\ospite. Il parassita "altruista" verso l'ospite ha maggiori possibilità di sopravvivenza, promuovendo geneticamente caratteri altruistici. Ma quando noi andiamo a dare l'antiparassitario, a sopravvivere sono i cosidetti "egoisti", cioè aggressivi verso l'ospite, che poi saranno coloro che formeranno colonie più forti.
E' un errore di impostazione che potrebbe costarci fette di biodiversità gigantesche, compresa la nostra, se continueremo a fomentare l'antibiotico resistenza!

Infatti la cultura umana può anche, entro certi limiti, portare ad atteggiamenti "antinatura" (che la natura può "tollerare", per usare una metafora antropomorfa, limitatamente: ma se la fanno incazzare troppo se ne sbarazza con estrema facilità punendo severamente la hybris umana che pretenderebbe di eluderla.
#567
Tematiche Filosofiche / Re:Darwin Cafè
06 Marzo 2019, 14:05:18 PM
Citazione di: acquario69 il 06 Marzo 2019, 12:31:37 PM
Appunto...quale "cultura" ? (quella darwiniana naturalmente! - da cui deriva direttamente il darwinismo sociale..del "successo"  ;) )




NO, il cosiddetto "darwinismo sociale" é pessima ideologia antiscientifica (ultrareazionaria) che con la scienza darwiniana non ha nulla che vedere.
#568
Tematiche Filosofiche / Re:Darwin Cafè
06 Marzo 2019, 14:02:40 PM
Citazione di: Sariputra il 06 Marzo 2019, 12:09:34 PM
cit.Sgiombo:
Il piacere umano della musica poi, come tante altre analoghe cose, non é nemmeno una preferenza sessuale: a un musicista brutto, debole e malaticcio di solito le donne preferiscono uno stonato bello, robusto e sano.


Ma ad un musicista  stonato, bello, robusto, sano e totalmente in bolletta, le donne di solito preferiscono un musicista brutto, debole e malaticcio ma ricco, molto ricco, così da poter soddisfare tutte le loro brame...Così che vien da chiedersi: domina la natura o la cultura? Considerando però che anche le "brame egoistiche" sono un effetto naturale facendo parte di tanha ( la sete d'esistere..).La cultura interviene per accrescere smisuratamente queste brame egoistiche... ;) Così il bello, robusto e sano, ma povero, viene "usato"  ;)  :-[ e il bruttone malaticcio ma foderato vien "sposato"...(confidando nella sua cattiva salute naturalmente, per rendere il meno duraturo possibile un così 'repellente' rapporto...in attesa di una rapida e soddisfacente 'successione' nei beni)...

Beh, Sari, a volte sei proprio cinico (ma é anche vero che a volte cinismo = realismo)...
#569
Tematiche Filosofiche / Re:Darwin Cafè
06 Marzo 2019, 08:36:59 AM
Soltanto una concezione errata della selezione naturale, che la assimila eccessivamente a quella artificiale di allevatori e coltivatori (umani), come agente "in positivo" consentendo unicamente la sopravvivenza dei "superadatti" a un ambiente in continuo cambiamento (mentre in realtà agisce "in negativo", impedendo la sopravvivenza unicamente dei "troppo inadatti") può far considerare "controevolutive" caratteristiche morfologiche o comportamentali che danno relativamente modesti svantaggi (ma non talmente ingenti da essere eliminate dalla selezione naturale).

E' il caso, fra le tante altre meraviglie, delle criniere dei leoni, delle corna dei cervi, della penne caudali dei pavoni e del piacere umano della musica.

Che per il fatto di essere preferiti dai partner per la riproduzione non diventano affatto più adatti delle alternative (mancanza di criniera o di corna, penne caudali misere e indifferenza alla musica): restano relativamente meno adatti favorendo maggiormente, anche se in misura evidentemente non "eccessiva", i predatori2 (ma del tutto compatibilmente con la "benevolenza o generosità della selezione naturale" e con l' "altruismo dei geni").
Sarebbe stato più adattivo lo sviluppo di preferenze delle femmine per maschi senza corna (notare l' ironico doppio senso in riferimento alla specie umana) e criniere e con penne caudali più utili al volo.
Il piacere umano della musica poi, come tante altre analoghe cose, non é nemmeno una preferenza sessuale: a un musicista brutto, debole e malaticcio di solito le donne preferiscono uno stonato bello, robusto e sano.

_______________
* Nel caso della criniera dei leoni maschi dando loro un  qualche pur minimo svantaggio nella caccia alle prede.
#570
Citazione di: acquario69 il 06 Marzo 2019, 04:19:12 AM


Prima che intervenisse l'idea di "evoluzione"...e di tutti i suoi corollari, quali il progresso e via di questo passo,tutte le civiltà precedenti avevano profonda consapevolezza di cio che erano e in stretta interconnessione con la Natura stessa...lo erano ad esempio gli indiani d'america,gli aborigeni australiani, lo stesso oriente..prima che arrivassero gli anomali e quanto mai stupidi occidentali...tremila anni di storia,cioe da quando e' nato l'occidente come lo conosciamo noi e' in paragone lo spazio-tempo di un battito di ciglio ed e' come se assurdamente tutta l'attenzione,tutti i parametri fossero misurati solo su quel breve istante - cosi circoscritto da essere asfissiante - cosi del tutto insignificante e in realtà del tutto anomalo

L' occidente imperialistico ha indubbiamente operato ovunque devastazioni inimmaginabili e genocidi.

Ma tutte le civiltà precedenti non avevano affatto profonda consapevolezza di ciò che erano e in stretta interconnessione con la Natura stessa...

Non hanno devastato la natura nemmeno lontanamente rispetto a quanto ha fatto l' imperialismo occidentale solo perché non erano nemmeno lontanamente dotati di potenza tecnica rispetto ad esso, e non affatto perché avessero conoscenza dei reali rapporti fra sé, le altre civiltà (con le quali erano spesso in guerra quanto i popoli occidentali) e la natura complessivamente intesa.