Citazione di: donquixote il 20 Novembre 2016, 10:35:47 AM
Per me ci sono due errori di fondo nella proposta complessiva di Pallante, dei suoi seguaci e dei suoi ispiratori (penso ad esempio a Serge Latouche), che pur contiene concetti interessanti e condivisibili: il primo è il loro modo di ragionare tipicamente occidentale e moderno, sistematico, progettuale. Questi in fondo pensano che le loro idee possano essere calate "dall'alto" e in qualche modo imposte dalle classe dirigenti, come è accaduto con tutti i moderni "progetti" politici, ma questo significa andare incontro ad un fallimento certo, perchè le idee nuove e i comportamenti conseguenti si devono sviluppare prima all'interno delle comunità, e le elites si dovranno poi occupare di amministrarle in modo equilibrato.
Nel famoso "secolo breve" abbiamo potuto vedere in Europa e nel mondo il tentativo di realizzare alcuni "progetti" politici che, in sé, potevano anche avere un senso e sicuramente molti di questi tentativi sono stati fatti in buona fede per migliorare le condizioni di vita dei popoli; ma sono tutti falliti proprio perchè non si è tenuto conto del "fattore tempo". Si è cercato di velocizzare i cambiamenti sull'onda del famoso motto di Voltaire "riguadagnamo il tempo perduto" pensando che la velocità della ragione potesse in qualche modo condizionare anche quella della natura e bastasse cambiare le leggi per far automaticamente adeguare ad esse lo spirito dei popoli. Ai tempi della Rivoluzione Russa si parlava di "dittatura del proletariato" (con quel che segue in termini di violenza e coercizione) che doveva durare vent'anni e poi tutto il popolo si sarebbe abituato alla nuova situazione e sarebbe stato meglio: abbiamo visto i risultati. Pol Pot in Cambogia voleva addirittura partire dall' "anno zero" e ristabilire la "normalità" in dieci anni; per fare questo ha massacrato nel giro di cinque o sei anni il 20% della popolazione di quel paese internandone nei campi di lavoro almeno altrettanta, e questo è stato l'unico risultato che ha ottenuto. Le idee hanno bisogno di tempi lunghi per radicarsi nell'animo dei popoli, e il fatto che l'unica idea attuale di successo sia il liberalismo nelle sue varie declinazioni mostra che è l'unico progetto (ammesso che si possa chiamarlo tale) che ha dato seguito a quegli ideali che dai tempi dell'Umanesimo e del Rinascimento hanno considerato ogni singolo uomo come centro del mondo e titolare di diritti e che coniugato con il materialismo e la rivoluzione industriale lo hanno convinto che la sua felicità risiedesse nel possesso sempre maggiore di beni materiali portandoci alla situazione presente. Il successo del liberalismo ha radici molto lontane ed è il risultato di una diffusione e un radicamento di idee durato svariati secoli. Inoltre il liberalismo fa leva su uno degli aspetti peculiari della natura umana: l'avidità; se si esalta questa e la si utilizza per alimentare la "competizione" nell'accaparramento dei beni si avrà certamente successo, mentre se si fa leva sul suo opposto si va in certo qual modo "contronatura" e sarà molto più difficile ottenere risultati positivi.
Il secondo errore è quello di non proporre valori alternativi condivisibili: se affermi che "bisogna accontentarsi di meno di ciò che si ha ora" o fornisci una valida alternativa per il raggiungimento della "felicità" oppure riceverai solo pernacchie. Se le uniche alternative valide sono l'umanesimo inteso come filantropia o la difesa dell'ambiente queste sono facilmente smontabili perchè nel primo caso non si vede perchè, visto che siamo "tutti uguali", io dovrei rinunciare ad una parte del mio egoismo stirneriano per alimentare l'egoismo altrui, e a maggior ragione nei confronti di chi non condivide con me nulla di ideale e cerca solo una parte dei beni materiali che mi appartengono; nel secondo caso le teorie (almeno quelle "scientifiche) sulla distruzione ambientale sono alquanto controverse e anche i tempi previsti per la "catastrofe" non godono di previsioni condivise, per cui è piuttosto difficile farsi convincere a rinunciare a qualcosa "adesso" senza sapere non dico con certezza ma almeno con buona approssimazione se davvero ne vale la pena. Se i newyorkesi si svegliassero domattina con il Central Park marcio e rinsecchito e tutti gli uccelli e gli scoiattoli morti sul terreno forse potrebbero magari cambiare idea, ma poiché questo non accadrà (almeno non in modo "naturale") allora andranno avanti a fare la vita di sempre.
Siccome è molto facile convincere qualcuno ad elevare il proprio tenore di vita materiale mentre è molto più difficile (se non addirittura impossibile) convincere qualcuno a ridurlo o gli si propongono valori talmente forti ed elevati da risultare irrinunciabili o altrimenti tali progetti e tali proposte resteranno pura accademia.
difatti (e almeno per come la vedo io) dovrebbe attuarsi in primis una rivoluzione "interiore" per poi procedere all'esterno e viceversa..ma quanto e' (ora) realmente fattibile una cosa del genere!?...considerando pure il processo inverso che si e' andato appunto verificandosi nel corso di questi ultimi secoli,in un processo -da te descritto sopra- e che tra l'altro accelera in maniera esponenziale?! ...ecco,allora forse e' possibile solo in virtù di un preciso momento e di un "tempo necessario" ? (e in quanto a tale ed eventuale "necessita",sentirei di rispondere in maniera più completa anche alle ultime considerazioni di cvc)...