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Messaggi - PhyroSphera

#556
Citazione di: anthonyi il 30 Novembre 2023, 21:54:23 PMInvece un dio maschio, in un mondo maschilista, é autorevole, e allora il suo verbo, "non uccidere" é autorevole.
La mascolinità di Dio é una scelta strategica, Gesù non poteva essere femmina perché nessuno in quella cultura avrebbe dato ascolto alla predicazione di una donna.
Che Gesù fosse maschio e rappresentasse Dio, questo non significa che Dio sia maschio. Che la Bibbia lo appelli Padre e non madre, questo è un modo culturale, non una descrizione sessista.
Non bisogna scambiare i non-fondamenti per i fondamenti. Io ho citato nel mio post Dio, non si consideri la cosa secondo superstizioni o peggio stupidaggini. Sì valutino pure i valori religiosi, non i disvalori che invadono il campo religioso.

Mauro Pastore 
#557
Tematiche Filosofiche / Re: Grande Plotino
29 Novembre 2023, 16:07:03 PM
Citazione di: Pensarbene il 29 Novembre 2023, 05:14:47 AMPlotino e il Tao
La teoria dell'Uno di Plotino e il taoismo sono due filosofie che condividono alcune importanti somiglianze. Entrambe le filosofie postulano l'esistenza di una realtà ultima, trascendente, che è la fonte di tutte le cose.
Nella teoria dell'Uno di Plotino, questa realtà ultima è chiamata "Uno". L'Uno è ineffabile, al di là di tutte le categorie e dei concetti. È la fonte di tutte le cose, ma è anche al di là di tutte le cose.
Nel taoismo, questa realtà ultima è chiamata "tao". Il tao è il principio cosmico che governa l'universo. È la fonte di tutte le cose, ma è anche al di là di tutte le cose.
Un'altra importante somiglianza tra le due filosofie è la loro visione del mondo materiale. Entrambe le filosofie vedono il mondo materiale come un'emanazione della realtà ultima.
Nella teoria dell'Uno di Plotino, il mondo materiale è visto come un'emanazione dell'Uno. L'Uno emana le altre realtà, in un processo di emanazione che Plotino descrive come una cascata di luce.
Nel taoismo, il mondo materiale è visto come un'emanazione del tao. Il tao è la fonte di tutte le cose, comprese le cose materiali.
Infine, entrambe le filosofie sottolineano l'importanza dell'unione con la realtà ultima.
Nella teoria dell'Uno di Plotino, l'obiettivo dell'uomo è riconquistare la sua unione con l'Uno. L'uomo può raggiungere questa unione attraverso la filosofia e la contemplazione.
Nel taoismo, l'obiettivo dell'uomo è raggiungere l'illuminazione, che è una condizione di unione con il tao. L'uomo può raggiungere l'illuminazione attraverso la meditazione e la pratica delle virtù taoiste.
Ecco un riassunto delle somiglianze tra la teoria dell'Uno di Plotino e il taoismo:
  • Entrambi postulano l'esistenza di una realtà ultima, trascendente, che è la fonte di tutte le cose.
  • Entrambi vedono il mondo materiale come un'emanazione della realtà ultima.
  • Entrambi sottolineano l'importanza dell'unione con la realtà ultima.
Naturalmente, ci sono anche alcune differenze tra le due filosofie. Ad esempio, la teoria dell'Uno di Plotino è una filosofia più metafisica, mentre il taoismo è una filosofia più pratica.
Infine esse condividono l'idea hegeliana che propone l'immanente come il risultato dell'opera del trascendente.
Tao,Uno e Spirito Universale sembrano la stessa cosa descritta in modo diverso.

Il Tao è direttamente riconducibile all'idea dell'Uno-Tutto (che Schopenhauer associò alla Volontà Assoluta), solo indirettamente all'Uno. Alla idea, che pure plotiniana è, di Infinito, attraverso l'immanentismo-trascendentismo di Bruno ma soprattutto l'etica di Spinoza, sembra ricollegabile l'hegeliano Spirito Assoluto... Fu Croce ad affermare con determinazione tutta la trascendenza dello Spirito, col suo idealismo assoluto. Hegel restò a metà. La sua dialettica è un affare assai mondano. Non è un caso che Marx potè costruire il proprio materialismo proprio a partire da Hegel.

Mauro Pastore 
#558
Attualità / FEDE E SINGOLARITÀ, CONTRO LA VIOLENZA
29 Novembre 2023, 15:30:02 PM
Si cerca da molte parti di scoprire le ragioni della attuale violenza contro le donne e si raggiungono molti risultati plausibili, ma il fatto è che l'animo umano è imprevedibile e le circostanze determinanti in tali evenienze sono inconoscibili, nulla di certo si può ottenere con la prevenzione tranne che non si ricorra all'àmbito religioso.
Nell'esempio biblico di Abramo si trova un paradigma, si mostra come il volgersi all'Assoluto impedisca il compimento del delitto, tutto ritrovandosi anticipato ma smentito nella alternativa della fede. Questo esempio vale in generale per ciascuna violenza, non per una sola.
La filosofia che si chiude o resta indifferente alla opzione religiosa si illude ricercando ragioni generiche; ma, come aveva spiegato S. Kierkegaard nella sua opera pseudonima "Timore e tremore", quel che è determinante è il caso singolo e allora la soluzione è nel ricorso a qualcosa d'altro, di assolutamente Altro, Dio stesso.
Difatti viviamo in tempi estremi per cui solamente Dio può essere il rimedio ai gravi problemi che la vita va affrontando.

Si dia un'occhiata al principio dell'articolo visibile al link seguente:

https://www.laverita.info/cacciari-patriarcato-valori-famiglia-2666380487.html

Non trovate che Cacciari sia solo un illuso nell'affermare una causa generale dimenticandosi che ogni caso resta al suo fondo diverso? E non pensate che, se anche avesse ragione, il risultato della sua ricerca resterebbe vano? Se si mutassero i destini familiari, potrebbe accadere ugualmente il male per altre occasioni...
In definitiva oltre al pensiero di Dio il filosofo che volesse agire con successo nella nostra attuale società dovrebbe integrare il pensiero del diavolo: siamo sottoposti a coincidenze negative che si possono intendere solo postulando una negatività fuori dalle nostre capacità di indagini e reazioni, tranne che non si ricorra all'Assoluto e alla fede in Esso, cioè in Dio. Ciò vale anche per le risorse nella difesa: credere o credere di più potrebbe sembrare a molti un rimedio infantile e non adatto per difendere la propria vita, eppure la situazione della negatività e positività nel mondo attuale è giunta agli estremi e a tali conseguenze.
Il pensatore alla moda probabilmente riderebbe di un messaggio così, ma resta necessario il ricorso alle categorie della singolarità e della fede per affrontare i problemi della violenza contemporanea, non solo di quella contro le donne (ovviamente).


Mauro Pastore
#559
Citazione di: Damiano Bergamaschi il 11 Ottobre 2023, 16:51:50 PMBuongiorno a tutti.

In questa discussione vorrei parlare di una mia teoria del tutto personale che magari è già stata formulata millenni fa.
Partiamo col definire i 3 elementi della discussione: il Tutto,il Nulla e il Qualcosa. Cominciamo dal Tutto. Esso è semplicemente tutto ciò che è, tutto ciò che esiste. Il Nulla è l'opposto del Tutto,quindi, viene definito come tutto ciò che non è, che non esiste. Il Qualcosa è un misto tra ciò che esiste e ciò che non esiste.
Detto ciò parto con l'affermare che solo Qualcosa c'è, perché ce lo dice l'esperienza. Infatti non posso dire che Tutto esiste. Dimostrazione? Schiocco le dita e l'universo scomparirà. È sparito? No. Quindi questo unico tra gli infiniti esempi basta per confermare che il Tutto non è possibile. Allora esiste il Nulla. Impossibile dato che il Nulla è la non-esistenza per definizione, quindi, è inesistente. E il Qualcosa? È un misto tra il Tutto e il Nulla e infatti l'esperienza ci dice che alcune cose esistono e sono possibili mentre altri non esistono e non sono possibili.
Quindi con questa semplice teoria possiamo rispondere alle 2 domande fondamentali quali: perché l'universo esiste? Perché l'universo è così com'è?
Infatti considerando che solo Qualcosa esiste si può rispondere alla prima domanda con: l'universo esiste perché il Nulla non è possibile. Ma neanche il Tutto. Solo Qualcosa può esistere (e l'esperienza conferma).
Alla seconda domanda,invece, si risponde così:
L'universo è così com'è perché se così non fosse non esisterebbe. Di conseguenza si cadrebbe nella contraddizione e allora l'unica alternativa rimanente rimane il Qualcosa fatto così come l'esperienza ce lo mostra.
Come vi sembra la mia teoria? Vi piace? La odiate? Avete trovato qualche elemento discordante?
Resto in attesa delle vostre risposte e dei vostri pareri.
Un cordiale saluto
Bergamaschi Damiano
E se invece tu pensassi che l'esistenza è essere e nulla, due opposti cioè entrambi esistenti? Si può dire che il nulla non è, ma che il non-essere esiste. Si tratta di distinguere tra essere ed esistere, invece che pensarli perfettamente coincidenti.

Mauro Pastore 
#560
Attualità / Natale o Festa dell'Inverno?
04 Novembre 2023, 20:33:16 PM
Natale o Festa dell'Inverno? Cristianesimo o paganesimo? Di certo trasformare il Natale in Festa dell'Inverno non accontenta tutti, non garantisce l'uguaglianza. Infatti: l'idea di associare alla stagione invernale una festa è pur sempre dipendente da fattori soggettivi.
Se nel mondo della cultura qualcuno pensando di mettere d'accordo tutti favorisce il paganesimo, c'è un problema di cialtroneria e inconsapevolezza... D'altronde se da parte del clero viene fuori solo intolleranza, cioè ignoranza delle altrui ragioni, anche questo è problematico.
Si pone una questione: in che senso continuare ad assecondare il senso del sacro cristiano nella realtà di un Paese in gran parte scristianizzato? Si addebita al paganesimo la rimozione della morte ma si finge che l'opposta critica, che addossa al cristianesimo la responsabilità nel creare l'ossessione della morte, sia senza possibile senso... Davvero non si dovrebbe giungere a un accordo tra le parti? E come fare se c'è mancanza di consapevolezza da parte di chi chiede un cambiamento?
Molti atei sognano una festa dell'inverno perché così sembra che non ci sia bisogno di Dio per ottenere 'lo stesso risultato': eppure chi attento si accorge che senza il pensiero di un mistero nella natura non si riuscirebbe mai a fare una vera festa dell'inverno...
C'è chi vuol difendere il pluralismo e si contenta per esempio delle interpretazioni non religiose dell'Albero di Natale, chi tenta di trasformare, a volte anche senza clamori, il Natale in una festa pagana e pensa di difendere il pluralismo, chi vuole abolire il pluralismo e restaurare l'Europa cristiana dei secoli passati, chi rifiuta il pluralismo e vorrebbe instaurare un ateismo di Stato...
Per il filosofo è un affare complicato... Per la democrazia sarebbe opportuno secondo me accogliere accanto ai significati cristiani del Natale anche quelli possibili pagani, che in verità sarebbero più antichi... Uso il condizionale perché nonostante tutto l'attuale Natale si fonda su elementi cristiani non pagani... Ma ha senso non schierarsi, dimenticare il valore delle tradizioni cristiane? Difatti non è impedito a nessuno di volgere di nuovo al paganesimo, ma il punto è questo: conviene? Non conviene di più tornare a comprendere il cristianesimo? Certo però questo non è possibile assolutizzando la figura storica di Gesù di Nazareth e il suo supplizio; ma da parte pagana si assiste troppo spesso alla assolutizzazione del mito della forza, che viene usato per tentare di interpretare l'allegoria cristiana: eppure il Cristo dell'Annuncio non propone un modello irresistibile di virtù umana, ma avanza l'idea di un Dio che aiuta l'umanità nei momenti di assenza di potere umano! E se bisogna ammettere che tanti, troppi cristiani sedicenti tali pensano invece a compiacersi di sofferenza e morte, non bisogna dimenticare di quanto sia accanita la sopravvalutazione della forza e del cieco vitalismo da parte di tanti, troppi pagani sedicenti virtuosi... Ma cosa si può notare nelle tradizioni natalizie? Prendiamo in considerazione il personaggio di Babbo Natale: non c'è in esso dissidio tra umana virtù e bontà divina...
Penso che pagani e cristiani possano convivere felicemente con questo Natale... e quindi non nego che anche la Festa dell'Inverno sia una opportunità... a patto però di capirla e di non sostituirla alla Festa cristiana della Natalità — che non va celebrata in vista di un martirio ma del superamento della negatività della morte — e troppi sedicenti sacerdoti cristiani fraintendono del tutto questo punto!!

(Ho preso spunto dalla notizia visibile al link seguente: https://luce.lanazione.it/attualita/non-piu-natale-festa-inverno/ )


Mauro Pastore
#561
Citazione di: Eutidemo il 04 Ottobre 2023, 07:27:15 AM
Ciao PhyroSphera :)
Riguardo alle tue ultime "considerazioni", anche in questo caso, purtroppo:
- osservo che, "in generale", anch'esse corrispondono alla stratagemma sofistico N. 36 di Schopenauer, che consiste nel "sbigottire" l'avversario con "sproloqui privi di senso" ;
- comunque, "in particolare", ammesso che abbia un senso commentare la i tuoi "sofistici giri di parole", osservo quanto segue:
.
1)
Tu scrivi: "Non c'è niente da fare con te!".
***
Su questo hai ragione, perchè i tuoi "sofismi" e le tue "vuote circonvoluzioni paralogistiche", con me non attaccano; ed infatti conosco troppo bene tale tipo di strategia dialettica per lasciarmene impaniare!
***
.
2)
Tu scrivi: "Non identifichi né distingui veramente gli elementi geometrici, scambi la teoria con le procedure e usi le coincidenze linguistiche per sbagliare."
***
Guarda un po' da quale pulpito viene la predica!!! ;D
***
Questa accusa, infatti, dovresti rivolgerla in primo luogo a te stesso; come, ad esempio, quando ipotizzi  che un "triangolo bidimensionale" possa essere "infilato" in un "foro triangolare tridimensionale", oppure non hai idea di cosa si intenda per "perimetro discontinuo".
***
.
3)
Tu scrivi: "Usi le coincidenze linguistiche per sbagliare, come quando per esempio scambi il lato di un quadrato per una linea retta; i lati di un quadrato sono considerabili <<appartenenti a linee rette>> ma essi in quanto lati <<non sono linee rette>>."
***
Ammetto che la tua "abilità sofistica" è davvero notevole; ma, a parte il fatto che con me non attaccherebbe neanche un "sofisma" ben più "sofisticato", questo non credo che attaccherebbe neanche con uno scolaretto delle elementari.
***
Ed infatti la "contraddittorietà" del tuo "pseudoragionamento" si evince da ciò che tu stesso hai scritto, in quanto:
- tu, in precedenza, avevi scritto testualmente che: "...non si afferma veramente che i lati del quadrato sono dei <<segmenti>>, ed infatti sono delle <<linee>>."
- ora, invece tu scrivi che "...i lati di un quadrato <<non sono delle linee>>, ma sono considerabili <<appartenenti>> a <<linee rette>>".
Dunque, non essendo delle <<linee rette>>, bensì delle <<parti di linee rette>>, ammetti implicitamente che i lati di un quadrato sono dei <<segmenti>>.
Evviva! ;D
Sono perfettamente d'accordo con te, ma è esattamente il contrario di quanto avevi scritto finora!
***
Comunque io ti avevo semplicemente fatto notare che, come al solito ti eri dimenticato di specificare che tipo di <<linee>> (o meglio <<parti di linee>> o <<segmenti>>) fossero i lati, e, cioè
- <<rette>>
- <<curve>>
Ed infatti un quadrato con lati curvilinei (a parte lo "squircle"), non l'ho mai visto!
***
.
4)
Tu scrivi: "Sei in un <<regressus in infinitum>>, come si dice in filosofia; ciè rispondi come un disco incantato e pensi che un uso non ristretto della lingua italiana sia un utilizzo sbagliato."
***
Al riguardo osservo che:
a)
Hai benissimo descritto te stesso, in quanto il tuo modo di "(s)ragionare" e di ripetere ossessivamente in tuoi "paralogismi", ricorda effettivamente un <<regressus in infinitum>>; ed infatti, a parte il fatto che tu replichi solo ad un decimo di quello che io scrivo, laddove rispondi (fallacemente) lo fai davvero come un "disco rotto".
b)
Quanto all'uso della lingua italiana, o è "corretto" o è "sbagliato"; non capisco cosa tu intenda per uso "non ristretto" (salvo una certa libertà di forma e di stile)
***
.
5)
Tu scrivi: "Invochi la <<correttezza sintattica>> rifiutando la <<paratassi>> (non solo <<sintassi>>, anche <<paratassi>> quando si parla e si scrive, lo sai?). Quello vostro è un "disastro culturale" e voi ignorandolo diventate una miniera di errori per il prossimo, ancor di più se prendete i posti che non vi spettano."
***
Scrivendo questo dimostri in modo palese che il "disastro culturale"  sei tu, in quanto ignori il significato delle parole che usi; ed infatti la "paratassi" non è affatto in antitesi con la "sintassi" (che deve sempre essere rispettata), bensì con l'"ipotassi", che è un'altra cosa.
Ed infatti la "sintassi" del periodo si occupa delle relazioni che legano le diverse "proposizioni" all'interno di una frase complessa, le quali: 
- possono essere tutte principali accostate tra loro per coordinazione ("paratassi");
- oppure da una proposizione principale possono dipendere più subordinate di diverso grado ("ipotassi").
E' una questione di diversità di stile letterario; ma, in entrambi i casi, la "sintassi" va comunque rispettata.
***
.
6)
Tu concludi scrivendo che: "(voi) prendete i posti che non vi spettano."
Al riguardo:
a)
Non capisco chi saremmo "noi"; cioè, non capisco perchè usi la seconda persona plurale.
b)
Non capisco quali sarebbero i posti che non "ci" spettano.
Sei molto "criptico"!
***
.
***
Un cordiale saluto! :)
***

Ti rispondo solo su qualcosa, perché non vale la pena di starti dietro.
Si parlava del quadrato, che non ha un "perimetro discontinuo". Cambi oggetti del discorso ma questo non serve per avere ragione. Non esistono solo linee rette e semirette...
Sul linguaggio mi attribuisci affermazioni che non ho mai fatto. Citi Schopenhauer ma lo usi per fare sofismi...
Procedi mantenendo una generica indistinzione e cerchi di usare le parole per dare idea opposta... E se ho usato il plurale ciò è perché non sei un caso unico.
Continua pure col reiterare i tuoi errori indefinitamente... I lettori attenti possono trarre profitto dalle tue esibizioni.

Mauro Pastore 
#562
Citazione di: Eutidemo il 02 Ottobre 2023, 07:46:33 AM
Ciao PhyroSphera :)
Riguardo alle tue ultime "considerazioni":
- osservo che, "in generale", esse corrispondono alla stratagemma sofistico N. 36 di Schopenauer, che consiste nel "sbigottire" l'avversario con "sproloqui privi di senso" ;
- comunque, "in particolare", ammesso che abbia un senso commentare la "fuffa", osservo quanto segue:
.
1)
Tu scrivi: "Non fai corretto uso e menzione delle figure geometriche; le tue esplicazioni servono solo a confondere i bambini che vogliono capire la scrittura matematica."
Ma, visto che io faccio uso e menzione delle figure geometriche secondo i manuali di geometria e di matematica, la tua mi sembra una affermazione alquanto azzardata! :)
***
.
2)
Poi tu scrivi: "Il fatto che tu ti trovi bene in un gioco di corrispondenze, non significa quel che tu pensi; il còmpito di infilare l'oggetto triangolare giusto nel buco triangolare non è una dimostrazione di geometria!"
Però, a dire il vero, io non ho mai cercato di infilare un "oggetto triangolare" in un "buco triangolare"; anche perchè, in effetti, gli "oggetti" infilabili nei buchi, in genere, sono "tridimensionali", e quindi è molto difficile trovare in geometria un  "oggetto triangolare" da poter infilare in un buco.
Ma forse tu ti riferivi a quello del parcheggio nelle corsie d'emergenza! :D
***
.
3)
Poi tu scrivi: "Tu apponi i segmenti sui lati del quadrato e non vuoi (!) notare che secondo il tuo ragionamento anche due segmenti o più, non solo uno, possono coprire la intera lunghezza del lato, formando i due angoli. Allora quanti segmenti: quattro o otto? Quattro e otto?"
A dire il vero, io non mai ho "apposto" alcun segmento sui lati del quadrato, ma ho solo "evidenziato" come alcuni segmenti minori possono "concettualmente" e "metricamente" concorrere a formare i segmenti che formano i lati.
Ed infatti:
- un lato di due metri, è costituito da due segmenti lunghi un metro;
- un lato di quattro metri, è costituito da quattro segmenti lunghi un metro;
- un lato di otto metri, è costituito da otto segmenti lunghi un metro.
E così via, per quanti segmenti ti pare; come qualsiasi geometra ti confermerà! ;)
***
.
4)
Poi tu scrivi: "Quindi ti dai alle definizioni senza intendere il linguaggio analitico; anche se i professori universitari se lo scordano per via, non è il caso di illudersi."
Ma forse tu confondi il "linguaggio analitico" con il "linguaggio phyrospherico"; che io, i dizionari, ed i professori universitari, purtroppo, ignoriamo! :(
***
.
5)
Poi tu scrivi: "Insomma prendere in considerazione dei segmenti e farli corrispondere ai lati di un quadrato non serve a definire un quadrato. Nella definizione corretta si *considerano* i segmenti per illustrare, ma non si afferma veramente che i lati del quadrato sono dei <<segmenti>>, ed infatti sono delle <<linee>>."
Al riguardo ti ricordo che, a parte il fatto che, come al solito, ti sei dimenticato di specificare <<linee rette>> :
a)
Secondo la lingua italiana e i manuali di geometria, i lati del quadrato "sono" senz'altro dei "segmenti"; anche se tu ti ostini cocciutamente a negarlo.
b)
In ogni caso:
- non tutti le "linee rette" sono dei "segmenti";
- però tutti i "segmenti" sono una "linea retta" compresa tra due punti, detti "estremi".
***
Per cui, se la parola <<segmenti>> ti sta proprio antipatica, possiamo anche dire che i <<lati>> del quadrato sono tutti e quattro una <<linea retta">> compresa tra due punti, detti estremi (i vertici del quadrato); cioè, appunto,  dei <<segmenti>>, il che è la stessa cosa. :D
***
.
6)
Poi tu scrivi: "Chissà, adesso tu troverai sicuramente modo per far corrispondere di nuovo dei segmenti a un quadrato... Ma queste prove le facevano i militari per distinguere chi capace di intendere come stare in divisa e sotto gli ordini da chi no, non per fare esami di matematica."
Non ho capito che cosa c'entra e cosa vuol dire! ::)
***
.
7)
Poi tu scrivi: "Leggendo una definizione di matematica e facendo corrispondere oggetti, non si può capire una definizione. Se tu vuoi capire (anzi direi: ricomprendere, dato che pare proprio che ti sei fatto vittima di una elucubrazione), non devi usare la parola "segmento" come se avessi usato l'altra parola "sezione". La matematica si avvale anche di parole che non sono inventate dai matematici. Prova a riflettere sulle parole se vuoi."
Perchè, una volta tanto, non ci provi tu, cessando di farne un uso improprio?
.
8 )
Poi tu scrivi: "Per il resto, il tenore delle mie risposte e i miei modi nei commenti dipendono dall'aver notato che non c'è da parte tua sufficiente onestà intellettuale nelle tue risposte (se mi sono sbagliato, metti da parte la mia stizza). Non ho invocato censure e non ne invoco... E poi i miei inviti sono un modo per farti notare che sei in un disastro culturale (non saprei oltretutto se davvero hai ricevuto conferme ai tuoi ragionamenti da chi professore, o se hai domandato male così come hai letto male l'enciclopedia)."
Il che corrisponde allo strategemma sofistico n°38 di Schopenauer, (argomentum ad personam) che  consiste nell'attaccare e nel cercare di screditare personalmente l'interlocutore, e non più ciò che dice.
Veramente il "disastro culturale" sei proprio tu, a cominciare da un uso uso alquanto improprio e criticabile della lingua italiana; che, spesso, per una forma di cortesia, mi ero astenuto dall'evidenziare.
Tanto per fare un esempio, tu avevi scritto che: "La filosofia implica una grande apertura mentale, tu non <<ne metti>> proprio".
Formulazione, questa:
- "sintatticamente errata", in quanto manca la congiunzione "e" (come anche in altri casi)
- decisamente criticabile, perchè l'"apertura mentale" non "si mette" da nessuna parte, ma si "ha" o "non si ha" (o, al massimo, si fa uno sforzo per formarsela).
E potrei citarti anche altri casi!
.
                                        CONCLUSIONE
Accetto senz'altro le tue  scuse per i modi "burberi" che hai usato con me; però definirli addirittura "barbari", come hai scritto tu, mi sembra davvero eccessivo, perchè non mi pare che tu abbia mai oltrepassato i limiti della buona educazione. :)
D'altronde anche io mi scuso per i modi "burberi" che ho usato con te!
Ti auguro anch'io buone cose! :)
***

Non c'è niente da fare con te. Non identifichi né distingui veramente gli elementi geometrici, scambi la teoria con le procedure e usi le coincidenze linguistiche per sbagliare. Come quando per esempio scambi il lato di un quadrato per una linea retta. I lati di un quadrato sono considerabili appartenenti a linee rette ma essi in quanto lati non sono linee rette.
Sei in un regressus in infinitum, come si dice in filosofia. Rispondi come un disco incantato e pensi che un uso non ristretto della lingua italiana sia un utilizzo sbagliato. Invochi la correttezza sintattica rifiutando la paratassi (non solo sintassi, anche paratassi quando si parla e si scrive, lo sai?).
Quello vostro è un disastro culturale e voi ignorandolo diventate una miniera di errori per il prossimo, ancor di più se prendete i posti che non vi spettano.

Mauro Pastore
#563
Citazione di: taurus il 01 Ottobre 2023, 13:18:48 PMBen scriveva Senofane quasi 2500 anni fa:

SE i cavalli, SE i leoni, SE i maiali.. avessero le mani, e potessero disegnare con le mani come quelle degli uomini.. raffigurerebbero gli dei come "loro"  !!!


------------------------------------------------------
Non penso proprio che le bestie pensano a Dio usando la propria immagine, come invece facciamo noi. Non si troverebbero bene perché ciascuna bestia è particolare rispetto all'uomo.
Forse Senofane intendeva ritrarre uno scherzo, o una illusione in cui le bestie del suo mondo mostravano d'esser cadute.
Insomma un cane non può capire Dio immaginandolo come un cane, un uomo che Lo immagina come un uomo invece lo potrebbe capire.

Mauro Pastore 
#564
Citazione di: Eutidemo il 01 Ottobre 2023, 06:42:17 AM
Ciao PhyroSphera :)
Riguardo alle tue ultime "considerazioni", osservo quanto segue:
.
1)
Tu scrivi: "Quello che hai disegnato non è la vera figura di un quadrato perché la continuità del perimetro non è rispettata.".
Al che replico che, quella che ho disegnato è senz'altro la figura di un quadrato, riconoscibile anche da un alunno delle elementari perché la "continuità" del perimetro  è stata sicuramente rispettata; sono stati soltanto stati evidenziati alcuni dei segmenti che concorrono a formare i più lunghi segmenti che formano i lati.

Tu, oltre che con la "geometria", devi avere qualche difficoltà anche con la "lingua italiana"; ed infatti la "continuità del perimetro" non sarebbe rispettata soltanto nel seguente caso:
***
.
2)
Poi tu scrivi: "Oltretutto eri proprio tu che dicevi che ogni lato è un segmento, adesso che ne tiri fuori due per lato, come lo spieghi?"
Te lo spiego molto semplicemente, ribadendo, come già avevo scritto, che il "lato" di un quadrato  è il  "segmento che congiunge due vertici consecutivi" di esso; ma nulla vieta che vengano evidenziati alcuni dei "segmenti" che concorrono a formare un "lato".
Ed infatti:
- tutti i "lati" sono dei "segmenti";
- però non tutti i "segmenti" sono dei "lati".
***
.
3)
Poi tu scrivi: "La filosofia implica una grande apertura mentale, tu non ne metti proprio. Dedicati ad altro e lascia perdere pure la matematica."
Detto da chi ha l'apertura mentale di una porta chiusa a chiave, lo considero un complimento; ed infatti non ne hai azzeccata neanche una!
Comunque io mi dedico a quello che mi pare, e non a quello che decidi tu!
Però tu puoi decidere di non leggere quello che scrivo, e di intervenire in altri "thread"; cosa che mi auguro vivamente, nell'interesse di entrambi!
***
.
***
Un cordiale saluto! :)
***

Non fai corretto uso e menzione delle figure geometriche. Le tue esplicazioni servono solo a confondere i bambini che vogliono capire la scrittura matematica.
Il fatto che tu ti trovi bene in un gioco di corrispondenze, non significa quel che tu pensi; il còmpito di infilare l'oggetto triangolare giusto nel buco triangolare non è una dimostrazione di geometria; tu apponi i segmenti sui lati del quadrato e non vuoi (!) notare che secondo il tuo ragionamento anche due segmenti o più, non solo uno, possono coprire la intera lunghezza del lato, formando i due angoli. Allora quanti segmenti: quattro o otto? Quattro e otto?
Quindi ti dai alle definizioni senza intendere il linguaggio analitico (se anche professori universitari se lo scordano per via, non è il caso di illudersi).
Insomma prendere in considerazione dei segmenti e farli corrispondere ai lati di un quadrato non serve a definire un quadrato. Nella definizione corretta si *considerano* i segmenti per illustrare, ma non si afferma veramente che i lati del quadrato sono segmenti (infatti sono linee).
Chissà, adesso tu troverai sicuramente modo per far corrispondere di nuovo dei segmenti a un quadrato... Ma queste prove le facevano i militari per distinguere chi capace di intendere come stare in divisa e sotto gli ordini da chi no, non per fare esami di matematica.
Leggendo una definizione di matematica e facendo corrispondere oggetti, non si può capire una definizione. Se tu vuoi capire (anzi direi: ricomprendere, dato che pare proprio che ti sei fatto vittima di una elucubrazione), non devi usare la parola "segmento" come se avessi usato l'altra parola "sezione". La matematica si avvale anche di parole che non sono inventate dai matematici. Prova a riflettere sulle parole se vuoi...
Per il resto, il tenore delle mie risposte e i miei modi nei commenti dipendono dall'aver notato che non c'è da parte tua sufficiente onestà intellettuale nelle tue risposte (se mi sono sbagliato, metti da parte la mia stizza). Non ho invocato censure e non ne invoco... E poi i miei inviti sono un modo per farti notare che sei in un disastro culturale (non saprei oltretutto se davvero hai ricevuto conferme ai tuoi ragionamenti da chi professore, o se hai domandato male così come hai letto male l'enciclopedia).
Ammetto di aver usato modi barbari con te e se pure Pitagora ne usava per ricordarsi di una sua appartenenza barbara, ciò non li rende piacevoli a chi proprio non ama la barbarie. Quindi chiedo scusa se i miei modi non sono stati consoni alla civiltà degli interlocutori.
Ti auguro buone cose.

Mauro Pastore
#565
Cosa ne ha fatto l'Occidente della propria filosofia? È stato detto di un Occidente nichilista, intendendo con ciò di negazione dell'essere, ma è stato fatto coincidere questo Occidente a l'Occidente tout court, fraintendendo la tradizione... Nel frattempo la politica della maggior parte degli Stati occidentali è caduta in arbitrii assoluti, come se la natura si potesse costruire anzi creare. Parte della filosofia occidentale, fraintendendo l'appello alla libertà dopo la sconfitta del socialismo reale, ha cominciato a finire di eccessi innaturali; altra parte parimenti finisce per non aver accolto tutta la necessità ecologica. Restano pure i nostalgici di Marx, sempre più assurdi nel loro totalitarismo hegeliano rovesciato...
Una grande illusione domina la scena, l'idea che attualmente abbiamo i mezzi a disposizione per costruire una sorta di paradiso in terra. La comparsa della epidemia dell'Aids non è bastata come sveglia e molti sprovveduti hanno provato a suonare di nuovo il campanello d'allarme utilizzando per spauracchio un evento non particolarmente grave, il Covid, ma nemmeno questo è bastato...
La filosofia dai tempi di Parmenide e Platone — non è da escludersi neppure Eraclito — cominciò a fornire degli strumenti per affrontare la realtà degli inganni e la religione dai tempi di Gesù addita nella realtà un principio ingannatore, non un'essenza in verità ma un'entità, mentre viva è oramai dalle nostre parti anche la dottrina buddhista che insegna il superamento delle illusioni mondane. Per tali vie religiose una ulteriore parte della filosofia si è maggiormente provvista di strumenti e rimedi; solo che una società civile, perlomeno una parvenza di essa, intromèssasi negli Stati rifiuta disinganni e disillusioni e pretende e spesso ottiene il comando nella politica.

Quel che resta nel mondo della filosofia non è inadeguato al còmpito di salvare la politica occidentale; ma c'è una grave avversione contro saggezza e sapienza ed anche contro gli autentici poteri filosofici.
In particolare sono proprio Parmenide e Platone e i relativi successivi sviluppi a essere messi in ingiusta discussione.
Si attribuisce alla scuola di Elea la negazione della radicalità del divenire, ma in verità il contrasto tra eleatismo ed eraclitismo non è mai consistito in un vero e proprio antagonismo e con Melisso si era già pervenuti a una conciliazione tra la dottrina di Parmenide e quella di Eraclito; Platone non aveva mai sostenuto una vera e propria opposizione tra anima e corpo ma aveva fatto notare che nel particolare cammino per la saggezza bisogna basarsi sull'anima che è in noi, non sul corpo; Plotino negava l'esistenza di una materia unica, non della materia... Schopenhauer, sostenitore delle idee platoniche, non pensava realmente a un universo dominato dalle sofferenze ma indicava oltre le falsità un mondo vero, comprensibile solo con l'accettazione del dolore, e a questa impostazione seguiva quella dell'idealismo assoluto di Benedetto Croce, nel quale idea e concetto sono separati e perciò il mondo non va ritenuto direttamente significante; l'affermazione dell'oscuro dramma che è necessariamente contenuto in ogni esistenza umana non è stato solo preda del negativismo — si pensi all'esistenzialismo positivo di Nicola Abbagnano!

È passato poco tempo dalla morte di Emanuele Severino, critico irriducibile del nichilismo occidentale; e sulla scorta dell'assolutizzazione del suo pensiero (alla quale lo stesso pensatore indulgeva) ma anche e soprattutto dei fraintendimenti di esso, si pensa che in Occidente la cultura sia fatta solo di macerie e che la filosofia non possa offrire nulla alla politica, mentre altri che sospettano o notano il contrario vogliono fare credere a tutti i costi che quella del filosofo sia una strada senza sbocchi... Eppure non è vero! La filosofia c'è ancora e semmai sono ancora una volta le giuste dottrine religiose a offrire qualcosa di superiore e decisivo, non l'ottimismo insensibile che domina lo scenario sociale odierno e colonizza le strutture politiche di vasta parte occidentale.


Mauro Pastore
#566
Citazione di: Eutidemo il 30 Settembre 2023, 06:15:20 AM
Ciao PhyroSphera :)
Di ben "quindici" mie argomentazioni, tu ti sei limitato a contestarne (erroneamente) soltanto "una", sostenendo che: "sul resto non voglio rispondere perché è inutile continuare a sorvolare il circolo vizioso in cui tu ti sei messo".
Il che corrisponde allo "stratagemma sofistico N. 32" di Schopenaur, il quale, quando non si sa che cosa replicare e "che pesci prendere", suggerisce di accantonare ed ignorare la maggior parte delle tesi dell'interlocutore "in modo spiccio", con la scusa che si tratta di argomenti "viziosi" che non meritano replica.
Molto comodo!  ;)
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In ogni caso, all'unico tuo tentativo di "replica" su 15, a mia volta "replico" come segue.
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Eccoti un bel perimetro formato da otto segmenti uguali:
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Non è affatto errato dire che il quadrato sia costituito da un perimetro e da un'area; però non è neanche sbagliato dire che il perimetro, a sua volta, è costituito da quattro segmenti chiamati lati,  ciascuno dei quali può essere sezionato in quanti segmenti si vuole!
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Ed infatti la circostanza che un'"entità" (cioè un "ente") sia costituita da "tot" "elementi", non significa che ciascuno di tali "elementi" non possa a sua volta essere costituito da altri "elementi"; i quali, quindi, anche loro, "omisso medio" fanno indubbiamente parte della complessiva "entità", globalmente considerata.
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Vale a dire che:
- se il motore è un elemento di un'automobile, ed il carburatore è un elemento del motore, non c'è dubbio che anche il carburatore sia un elemento dell'automobile;
- quindi, allo stesso modo, se il perimetro è un elemento del quadrato, ed il segmento chiamato lato è un elemento del perimetro, non c'è dubbio che anche il segmento chiamato lato sia un elemento del quadrato.
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Un cordiale saluto! :)
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Quello che hai disegnato non è la vera figura di un quadrato perché la continuità del perimetro non è rispettata. In matematica si chiama "insieme", tu hai visualizzato un insieme secondo uno schema geometrico, niente di più. Oltretutto eri proprio tu che dicevi che ogni lato è un segmento, adesso che ne tiri fuori due per lato, come lo spieghi? Quattro segmenti o otto? Ero io stesso che ti spiegavo che non se ne viene a capo e tu invece ti dài proprio alle finzioni. 

La filosofia implica una grande apertura mentale, tu non ne metti proprio. Dedicati ad altro e lascia perdere pure la matematica.


Mauro Pastore 
#567
Citazione di: bobmax il 29 Settembre 2023, 14:04:13 PMEutidemo, ammiro l'aplomb con cui tieni la barra dritta nei marosi. Non ne sarei assolutamente in grado.

Ciò che latita in questo forum, così come nella società, è proprio il tenere il punto, dove tutti si sentono autorizzati a dire tutto e il contrario di tutto.

La libertà di espressione è sacrosanta, ma quando diventa arbitrio senza che nessuno lo denunci, può solo portare disastri.
Lamentare volontà di non serietà e assenza di vera filosofia in un forum di filosofia, questo per te sarebbe cattivo arbitrio?

Mauro Pastore 
#568
Citazione di: Eutidemo il 29 Settembre 2023, 12:50:19 PM
Sarebbe come dire che, se dividi a metà ciascuno dei quattro "segmenti" che costituiscono gli "elementi  costitutivi del quadrato", ti ritrovi con un quadrato costituito da otto lati! :D
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Allora prova a formare un quadrato con otto segmenti uguali, poi con sedici... e non solo con quattro, quando lo hai fatto pensa finalmente di non avere ragione in questa discussione perché i veri elementi del quadrato sono due: il perimetro — e per perimetro si intende tutto il contorno senza divisioni — e l'area, non pure i segmenti.
Sul resto non voglio rispondere perché è inutile continuare a sorvolare il circolo vizioso in cui tu ti sei messo.

Mauro Pastore
#569
Citazione di: PhyroSphera il 20 Settembre 2023, 20:06:36 PME' insomma la distinzione tra postmodernismo e postmodernità! Quale parte sconfitta della Guerra Fredda, la intellettualità di estrema sinistra si accontentava di un lavoro ai margini...
Una precisazione: in questo passo del mio testo io mi riferivo al generico contesto culturale dell'Occidente; per ciò che riguarda l'Italia, restava (e resta) preponderanza della intellettualità di sinistra... Tuttavia con la sconfitta del Blocco Est e la fine dell'URSS gli esponenti della sinistra culturale pur esercitando un monopolio non potevano trarne più i vantaggi, privati della minaccia reale del comunismo e degli appoggi sovietici; inoltre a livello più ampio erano portati a relazioni culturali che prima invece non esistevano per loro. È vero dunque che in Italia erano per un verso ai margini; per un altro però continuavano a mantenere i loro posti; e attualmente poco è cambiato... anche se l'egemonia del marxismo nel nostro Paese è diventata sempre più formale, qualcosa di simile a una tradizione (ugualmente disastrosa, io dico).

Mauro Pastore
#570
Citazione di: Eutidemo il 29 Settembre 2023, 07:07:29 AMP.S.
Comunque, ad ogni buon conto, ti ripeto quanto avevo scritto, sperando che, questa volta, almeno qualche punto tu riesca a recepirlo senza "scantonare per la tangente"
.
1)
Tu scrivi "Analisi non significa mappa!"; sono perfettamente d'accordo con te, ma sei tu a conferirgli tale aberrante significato, quando scrivi che i segmenti che costituiscono i lati del quadrato, sono elementi "interni" all'analisi, e non al quadrato (il che è come dire che gli organi sono "interni" all'anatomia, invece che al corpo umano).
Ed infatti, i "segmenti che formano i lati del quadrato", sono senz'altro "elementi del quadrato", e non certo "elementi dell'analisi del quadrato";  la quale si limita semplicemente, appunto, ad analizzarli!
Non riesco proprio a capire come tu possa cadere in una simile confusione concettuale, confondendo l'"analisi una entità", con gli "elementi costitutivi di tale entità"!
.
2)
Poi tu scrivi: "Se analiticamente si pensa ai <<lati>> di un quadrato quali <<segmenti>>, questi ultimi non sono gli elementi analizzati ma solo il modo di rappresentarli dell'analista".
Il che è come scrivere che: "Se anatomicamente si pensa alle <<braccia>> di un uomo quali <<arti>>, questi ultimi non sono gli elementi anatomizzati dall'anatomapatologo ma solo il modo di rappresentarli dell'anatomapatologo ".
Il che, secondo me, è un modo di ragionare assolutamente "contorto", "involuto" e "paralogistico"; ed infatti i "segmenti che formano i lati del quadrato" sono semplicemente dei <<segmenti>> coordinati tra di loro in un determinato modo.
.
3)
Poi tu scrivi: "È ovvio che un quadrato è un ente singolo, un plotone una molteplicità di enti, una <<entità>>, e non <<ente>>, formata da singoli enti."
Al riguardo ti faccio notare che <<entità>> ed <<ente>> sono dei "sinonimi"; cioè, significano esattamente la stessa cosa.
Per cui, parlando da punto di vista "concettuale" (e non "fisico"), un "quadrato" è una <<entità concettuale >> ( o "ente") singola, così come lo è un "plotone"; entrambi, però, sono composti a loro volta da una molteplicità di <<entità concettuali>> ( o "enti") anch'esse singole, che ne fanno parte e li definiscono:
- i "soldati" (che sono "uomini") nel caso del concetto astratto di "plotone";
- i "lati" paralleli in coppia (che sono "segmenti") e gli "angoli retti" nel caso del concetto astratto di "quadrato".
.
4)
Poi tu scrivi: "Il segmento non è una figura geometrica"; il che è assolutamente erroneo, in quanto lo è in tutto e per tutto.
.
5)
Poi tu scrivi: "I lati del quadrato sono e si dicono <linee>>, e non <<segmenti>>"; il che pure è assolutamente erroneo.
.
6)
Tu fai una gran confusione concettuale tra <linee>>, "rette" e non "rette", <<semirette>> e <<segmenti>>; ed infatti, i <<lati del quadrato>>, non sono genericamente delle <<"linee">>, bensì, più specificamente, dei <<"segmenti">> di <<"linea retta">>.
.
7)
Poi tu scrivi: "Su un lato del quadrato possiamo variamente considerare una molteplicità di segmenti (anche tre, quattro)... e se ne consideriamo uno lungo quanto il lato, a chi non ha chiaro cosa si intenda per segmento sembrerà che il lato è proprio un segmento."
Il che costituisce un ulteriore grottesco e paradossale "sofisma"; però non degno di Protagora"!
Ragionando in questo modo, infatti, per assurdo, si potrebbe dire la stessa cosa dello stesso quadrato nella sua interezza, e, cioè: " "Su un quadrato possiamo variamente considerare sovrapposti una molteplicità di altri quadrati coincidenti (anche tre, quattro o quattromila), per cui non potremo mai sapere quanti quadrati abbiamo davanti (ovvero, qual è quello vero, e quali, invece, soltanto delle mere "sovrapposizioni")!"
.
8 )
Sorvolo sugli altri tuoi "paralogismi", i quali sono così palesemente privi di costrutto, da non meritare neanche una confutazione; ed infatti non riescono a stare in piedi neanche da soli.
.
9)
Quanto al fatto che, come tu scrivi: "Una linea si disegna in geometria semplicemente segnando una riga", questo non è necessariamente "errato", ma non è neanche del tutto "perspicuo".

Ed infatti:

Come, peraltro, confermato dalla solita Treccani.

***
.

***

Un cordiale saluto! :)
***

È inutile che tu citi discorsi e sforni concetti di cui non hai capito proprio funzione e natura. La geometria fa parte della matematica e come in aritmetica (che pure fa parte della matematica) esistono i calcoli in geometria esistono delle procedure, ma non esistono solo calcoli e procedure. Una cosa è analizzare un quadrato, altra è studiare come si ottiene. Un quadrato si può ottenere facendo incrociare opportunamente quattro rette, secondo angoli di 90° gradi, ma pure suddividendo una figura geometrica più grande... Se tu però consideri un quadrato, non stai considerando rette o quant'altro... Tu usi le procedure per confonderle con le teorie. Ti ho fatto l'esempio di una suddivisione di ciascun lato in più segmenti, due, tre o più, per dimostrarti che la identificazione del lato del quadrato col segmento è parte solo di una particolare procedura analitica, non descrive il quadrato stesso, e ti ho dato pure molte altre smentite... Invece di pensare che hai una zia professoressa prova a pensare qualcosa sulle risposte che ti ho dato. Che senso ha che tu mi racconti che esistono pure le linee curve? C'era bisogno che me lo dicevi tu?
Lo struzzo che mette la testa nella sabbia per non vedere, davvero non vede. Se tu circondi la tua mente di pregiudizi sbagliati, non ci capirai mai niente di matematica e quanto più ci penserai tanto più troverai conferme dei tuoi ragionamenti, senza avvederti che sia ragionamenti che conferme ai ragionamenti sono interni a un errore che ripeti tenacemente.
L'errore che fai è sulla unità e molteplicità. Ti sei tradito con l'esempio del plotone, ed è perfettamente inutile che vai pensando che ente ed entità sono in un certo senso sinonimi se non capisci che cosa è un sinonimo e quante specie di sinonimi esistono. È ovvio che un quadrato è una unità e un plotone è una molteplicità; non dico due ma una, ma pur sempre molteplicità. È vero che un quadrato è fatto di due cose, un perimetro e un'area interna, cioè non è un'unità semplice ma è pur sempre un'unità; e se tu nel pensiero suddividi il perimetro in segmenti, resta che la figura che hai davanti presenta, oltre all'area interna, un perimetro, non dei segmenti. Un quadrato è suddivisibile anche in più quadrati, un lato del quadrato in più linee (non solo usando quindi il concetto di segmento), ma sono procedure.
Un quadrato resta un quadrato, così come lo vedi disegnato perché in geometria i disegni sono fatti per significare; e un umano che finge di fare filosofia resta tale, fintanto non decide di diventare serio.

Mauro Pastore