Le cover appaiono a tutti come tali proprio in questi tempi di massima condivisione , mentre una volta erano facilmente confuse per originali.
Non credo che lo scopiazzare sia un danno in se' per la creatività, dato che la copia dice sempre qualcosa di nuovo e la creatività non deve essere necessariamente pura , e in effetti non lo è mai , sia che i suoi riferimenti siano prossimi , sia che siano lontani , consci o meno.
Paradossalmente a me sembra che la condivisione diffusa sia da ostacolo a questo tipo di creatività in quanto qualunque copia , indipendentemente dal suo valore intrinseco , risulterà perdente rispetto all'imprinting che tutti possediamo , conoscendo tutti l'originale.
Una canzone capolavoro di De Andre' è un rifacimento di un brano di Teleman , ignoto ai più e che al confronto suona scialbo , come fosse una cover di De Andre'.
La differenza credo sia nello spirito con cui si copia , e non nel copiare in se'.
Un LP di cover dei Rolling Stones che io comprai da ragazzo pensando fosse dei Rolling Stones rimane per me superiore agli originali , anche se sembra una bestemmia e forse lo è.
Fare queste cover dal vivo era una volta un modo di diffondere la musica , che oggi non è più necessario , ma non credo che la creatività abbia guadagnato da ciò.
A fare copie , anche solo per mestiere , si rischia di impossessarsi dello spirito dell'autore , diffondendolo se pur reinterpretato e nella reinterpretazione c'è creatività.
Quindi forse il fatto che oggi le cover non paghino , per i motivi sopra detti , lo vedo come un impoverimento per la creatività.
Mi chiedo ad esempio che fine abbia fatto lo spirito di un " In a gadda da vida " degli Iron Butterly che sembra essersi completamente perso.
Non credo che lo scopiazzare sia un danno in se' per la creatività, dato che la copia dice sempre qualcosa di nuovo e la creatività non deve essere necessariamente pura , e in effetti non lo è mai , sia che i suoi riferimenti siano prossimi , sia che siano lontani , consci o meno.
Paradossalmente a me sembra che la condivisione diffusa sia da ostacolo a questo tipo di creatività in quanto qualunque copia , indipendentemente dal suo valore intrinseco , risulterà perdente rispetto all'imprinting che tutti possediamo , conoscendo tutti l'originale.
Una canzone capolavoro di De Andre' è un rifacimento di un brano di Teleman , ignoto ai più e che al confronto suona scialbo , come fosse una cover di De Andre'.
La differenza credo sia nello spirito con cui si copia , e non nel copiare in se'.
Un LP di cover dei Rolling Stones che io comprai da ragazzo pensando fosse dei Rolling Stones rimane per me superiore agli originali , anche se sembra una bestemmia e forse lo è.
Fare queste cover dal vivo era una volta un modo di diffondere la musica , che oggi non è più necessario , ma non credo che la creatività abbia guadagnato da ciò.
A fare copie , anche solo per mestiere , si rischia di impossessarsi dello spirito dell'autore , diffondendolo se pur reinterpretato e nella reinterpretazione c'è creatività.
Quindi forse il fatto che oggi le cover non paghino , per i motivi sopra detti , lo vedo come un impoverimento per la creatività.
Mi chiedo ad esempio che fine abbia fatto lo spirito di un " In a gadda da vida " degli Iron Butterly che sembra essersi completamente perso.
