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Messaggi - Ipazia

#5566
In effetti sono variazioni irrilevanti, mentre è rassicurante il valore assoluto (intorno al 2%) che dimostra, su un target per giunta mirato, la bassa incidenza dei soggetti contagiosi. Ancor meglio sarebbe la distribuzione regionale dei dati per evidenziare le situazioni in cui il rischio è diventato trascurabile e quelle che hanno invece ancora focolai attivi da intercettare e bonificare.
#5567
Tematiche Filosofiche / Re:evoluzione o involuzione
08 Maggio 2020, 06:51:46 AM
O di sostanza che replica la forma. Forse è il virus che piú di tutti meriterebbe il premio Nobel per la (bio)chimica  :D
#5568
Tutto può essere, ma secondo il "rasoio" l'ipotesi più gettonabile (fatta propria anche dall'episteme consolidata) è che prima sia nata la materia (a differenti stati di aggregazione), poi la vita e quindi la vita autocosciente con tutto quello che ho definito calderone psichico (coscienza, mente, anima, spirito, intelligenza,...). Anche metafisicamente mi pare un percorso plausibile: dalla semplicità alla complessità, verificabile anche nella formazione del cosmo a partire dalla nebulosa originaria fino a corpi astrali sempre più vari e differenziati, in alcuni pochi dei quali si sono verificate condizioni compatibili con lo sviluppo della vita intorno alla chimica del carbonio. Elemento non presente nella nebulosa originaria di particelle subatomiche.
#5569
Lo spirito nasce dalla materia per la banale evidenza, sostenuta dall'episteme più accreditata, che prima di sostanziarsi in un essere autocosciente, che potesse esprimere una qualche forma di spiritualità, ci sono voluti miliardi di anni di evoluzione della materia da forme semplici (forma intesa in senso scientifico, senza complicazioni metafisiche) a forme via via più complesse capaci di autocoscienza, ragionamento concreto ed astratto ed infine capacità di manipolazione della realtà, formandola a sua volta in parallelo duale alle forme autonomamente generatisi dall'evoluzione naturale. Formandola fisicamente con la tecnica e metafisicamente con la scienza e la filosofia (la fatidica e fatale, schopenaueriana, "rappresentazione").
#5570
Non mi pare che i comizi di Fusaro siano così ridondanti di argomenti esoterici. Indubbiamente è un retore, ma passarlo per un manipolatore occulto della semantica mi pare eccessivo. Di fronte a quello che passa l'informazione e formazione di regime anche un Fusaro finisce con l'apparire intellettualmente onesto. Perchè si sa: tutto è relativo. E in politica, che peraltro Fusaro non nasconde, il relativo (di classe e bottega) si manifesta ancora di più.
#5571
Citazione di: altamarea il 07 Maggio 2020, 12:23:50 PM
Ci aumenteranno le tasse ? Neanche il dottor Jekill e il signor Hyde lo sanno. :D

Perchè all'epoca non c'erano la finanza transnazionale e le monete globali. E' certo che alla fine dovremo pagare tutto col sudore della fronte: in forme diverse è sempre accaduto così. Anzi abbiamo già cominciato a pagare: chiunque faccia la spesa lo sa. Con un'inflazione dei prezzi a due cifre. Come in ogni guerra, c'è pure chi ne esce più ricco.
#5572
Zaia sta facendo tamponi a raffica grazie alla nuova macchina comprata in Olanda. Anche la Lombardia sta muovendo le terga dopo la batosta che l'ha rinchiusa in ospedale. Penso che anche le altre regioni stiano uscendo dal torpore e comincino a monitorare il territorio. Te credo che vengono fuori una marea di nuovi positivi, per lo più a- o pauci-sintomatici. Che però è il caso di individuare e quarantenare per due ottimi motivi: 1) potrebbero infettare 2) potrebbero arrivare senza cure specifiche (di cui oggi si va meno a tentoni) ad una fase di aggravamento tale da richiedere la terapia intensiva con gravi danni postumi, se sopravvivono, per la loro salute. Oltre che per il SSN e per la ripresa della psicosi.
#5573
Presentazione nuovi iscritti / Re:Un arrivederci
07 Maggio 2020, 11:15:18 AM
Discorso complesso da arrivederci in sede filosofica.
#5574
Presentazione nuovi iscritti / Re:Un arrivederci
07 Maggio 2020, 10:39:00 AM
Lo spirito nasce dalla materia, che a sua volta esso forma a sua immagine e somiglianza, tanto fisica che metafisica. E' tutta una partita di giro.
#5575
Se le statistiche sui positivi sono incerte (dipende dai tamponi fatti) quelle sui morti sono meno opinabili. Escludendo la Cina per le opacità note, in ambito europeo la debacle italiana ed in particolare lombarda è incontrovertibile: il massimo di chiusura combinata col massimo di morti. Morti gran parte al chiuso, dove avrebbe dovuto esserci il massimo di protezione.
#5576
... Altra carne al fuoco:

"Nati non fuste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza". La contiguità tra bruto (etica) e brutto (estetica) è potente anche nella Kalokagathia cristiana. Pure i "panni curiali" di Machiavelli per accedere alla lettura degli "antiqui huomini" evocano una sinergia etico-estetica.

Hai ragione ad osservare che di umanesimo nella post modernità se ne veda poco, ma il ritorno alle "divine proportioni", siano esse di Platone o Leonardo, è un potente richiamo della foresta antropologica che non si tace mai. Su quel richiamo, fondare un'etica è pur sempre possibile. Cominciando dall'orrore per la guerra, miseria, violenza gratuita e psicotica, nel bruto brutto che ci circonda.
#5577
Citazione di: paul11 il 06 Maggio 2020, 19:56:54 PM
Ciao Ipazia,
scusa ,ma non riesco a seguirti, forse ho interpretato male il tuo post precedente al tuo ultimo
Se vuoi esplica meglio.

Esplicherò meglio: il punto di vista di Nietzsche non è la contrapposizione dionisiaco-apolineo se non a livello retorico, come una formula da tenere sottomano, e pure il tragico va ricalibrato nella tarda prospettiva di FN liberandolo dagli ancora troppo umani voli della fase giovanile "schopenauer-wagneriana" . Il punto d'approdo di Nietzsche, per chi sia interessato al suo, e non al proprio punto di vista, va cercato nei frammenti postumi preparatori della "Volontà di potenza" laddove il sistema filosofico nicciano emerge a chiare ed esplicite lettere.

Citazione di: F.Nietzsche - frammenti postumi 1887-1888 - Adelphi - Vol. 8-II
(31) 9 [41] Che cos'è una fede? Come si forma? Ogni fede è un tener per vero. La forma estrema del nichilismo sarebbe il sostenere che ogni fede, ogni tener per vero sia necessariamente falso: perché non esiste affatto un MONDO VERO. Dunque : un'illusione prospettica, la cui origine è in noi (avendo noi costantemente bisogno di un mondo ristretto, abbreviato, semplificato) .
In tal caso la MISURA DELLA FORZA è costituita dal punto sino al quale possiamo ammettere, senza rovinarci, l'illusorietà e la necessità della menzogna. In questo senso il nichilismo, come NEGAZIONE di un mondo vero, di un essere, potrebbe risultare un modo di pensare divino: ---

e subito dopo

Citazione di: F.Nietzsche - frammenti postumi 1887-1888 - Adelphi - Vol. 8-II
(32) 9 [42] Verso il 1876 ebbi paura di veder compromesso tutto quello che era stato fino allora il mio volere, quando compresi dove si andasse ormai a finire con Wagner : e io ero legato a lui saldissimamente da tutti i vincoli di una profonda unità di bisogni, dalla gratitudine, dall'insostituibilità della persona e dall'assoluta angustia che vedevo davanti a me.
Intorno allo stesso tempo mi sembrò di essere inestricabilmente incarcerato nella mia filologia e nella mia attività d'insegnamento - in qualcosa di casuale, in un espediente pratico della mia vita - ; non sapevo più come uscirne, ed ero stanco, logoro, stremato. Intorno allo stesso tempo compresi che il mio istinto seguiva una direzione contraria a quello di Schopenhauer: tendeva a giustificare la vita, anche ciò che aveva di più terribile, di più equivoco e menzognero: per questo avevo sottomano la formula del « dionisiaco».
Contro la supposizione che un «in sé delle cose» dovesse essere necessariamente buono, beato, vero, uno, l'interpretazione di Schopenhauer dell'«in sé » come volontà era stato un passo essenziale; però egli non aveva saputo divinizzare questa volontà : era rimasto fermo all'ideale morale cristiano. Schopenhauer era ancora a tal punto dominato dai valori cristiani, da essere costretto a vedere la cosa in sé - dopo che essa non risultò più per lui «Dio» - come cattiva, stupida, assolutamente da rifiutare. Non aveva compreso che ci possono essere infinite forme del poter-essere-altro e finanche del poter-essere-Dio. Maledizione di quella limitata dualità: bene e male.

Ad un certo punto FN comprende che non poteva restare impantanato nella dimensione estetica del tragico (Schopenauer-Wagner) e usa il "dionisiaco" come formula, arnese, per scardinare l'impianto metafisico paludato di "tragico" per arrivare alla vera tragedia che continua a mascherare divinamente nella contrapposizione Dioniso-Crocifisso perchè gli umani-troppo-umani comprendano, almeno nella metafora "divina", la portata del compito dell'oltreuomo che è tutta radicata nello spirito della terra, nel suo eterno ritorno rigenerativo (a @apiron) che oltrepassa la dimensione (e la vita individuale) dell'umano.

Avendo in cambio che cosa ? "le infinite forme del poter-essere-altro e finanche del poter-essere-Dio". E' qui che l'estetica (poiesis) si innesta in un'etica ancora tutta da porre che può attingere solo da se stessa (poter-essere-Dio) senza romantiche nostalgie verso illusorie archè da disseppellire da chissaddove a far da linee guida (la serie infinita dei cieli stellati sopra di noi)

Citazione di: F.Nietzsche - frammenti postumi 1888-1889 - Adelphi - Vol. 8-III
14 [89] ... Dioniso contro il «crocifisso»: eccovi l'antitesi. Non è una differenza in base al martirio - solo esso ha un altro senso. La vita stessa, la sua eterna fecondità e il suo eterno ritorno determinano la sofferenza, la distruzione, il bisogno di annientamento . . .
Nell'altro caso il dolore, il «crocifisso in quanto innocente» valgono come obiezione contro questa vita, come formula della sua condanna. Si indovina che il problema è quello del senso del dolore: del senso cristiano o del senso tragico . . . Nel primo caso sarebbe la via che porta a un essere beato, nel secondo l'essere è considerato abbastanza beato da giustificare anche  un'immensità di dolore.
L'uomo tragico afferma anche il dolore più aspro: è abbastanza forte, ricco e divinizzatore per ciò.
Il cristiano nega anche il destino più felice in terra: è tanto debole, povero e diseredato da soffrire di ogni forma di vita . . . «Il Dio in croce» è una maledizione della vita, un'esortazione a liberarsene. Il Dioniso fatto a pezzi è una promessa alla vita: essa rinascerà e rifiorirà eternamente dalla distruzione.

Il tragico nicciano non rimanda a nulla di trascendente, ma all'umano oltreumanato "nelle infinite forme del poter-essere-altro e finanche del poter-essere-Dio". La cui unica fede è nell'eterno ritorno dei cicli naturali. In cui l'unico spirito, se proprio abbiamo bisogno di "tenere sottomano una formula divina" è lo Spirito della terra.

(corsivi citazioni miei)
#5578
Un Cristo e una Madonna brutti sono difficilmente proponibili. Anche la statuaria divina classica è attenta all'estetica dei numi. Il senso istintivo di orrore si innesca di fronte alla bruttezza e alla crudeltà con una marcata similitudine emotiva. kalòs kagathòs non è una bizzaria et(olog)ica. E poi c'è Dostoevskij...
#5579
Non mi pare si sia trattato solo di testosterone ma piuttosto di kalòs kagathòs, della duplice natura di un'etica classica per cui la bellezza valeva quanto la virtù creando talvolta un corto circuito tra le due muse, come nel caso di Frine. L'argomento giuridico dell'assoluzione fu che la bellezza non può corrompere. Spiace per Socrate, che anche sul lato maschile della bellezza lasciava a desiderare, ma in quel frangente non vi fu proprio partita. Anche Kalos compete nel campo etico e il suo potere redentivo è notevole quanto il seduttivo, per nostra fortuna e piacere. FN ce l'ha spiegato fino alla nausea come l'etica (i valori...) non sia data, ma si ponga.
#5580
D'accordo sulla relazione genetica tra estetica ed etica, ma appena diventa grandicella l'estetica instaura una relazione retroattiva con la madre tale da modificarne il modo di pensare. Ecco allora che Frine, accusata dello stesso reato di Socrate, riesce a scampare dalla medesima condanna mostrandosi nuda ai giudici. Un caso clamoroso di estetica capace di modificare, o quantomeno mettere seriamente in crisi, gli orizzonti di senso etico precedenti. Apollo benedicente entrambe.

E benedicente pure un Don Giovanni che alfine, anche sul piano etico, lascia qualcosa col suo NO finale. Nichilismo ? Forse. Ma così antinichilista da restare ancora a lungo nei sogni delle dame possedute, anche se questo Mozart e Da Ponte non lo possono dire, ma l'avranno, conoscendo i personaggi, maleficamente pensato, lasciando Kierkegaard col cerino in mano.