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Messaggi - Ipazia

#5581
Presentazione nuovi iscritti / Re:Un arrivederci
05 Maggio 2020, 18:51:26 PM
Avevo confezionato un commiato a base di droga ma, se non è accaduto di peggio, temo sia rimasto impigliato nell'anteprima fiocinandosi direttamente in un nirvana da cui non lo stanerà più nessuno.

Venendo alla spiritualità, essa è nel destino duale umano che avvolge nelle sue spire teisti, agnostici, atei e diversamente pensanti, per cui non può essere essa la pietra d'inciampo. Semmai il basso livello dello Spirito dei Tempi. Che certo è poco "indaffarato a cogliere strani aneliti di liberazione", ma predilige aneliti più grossolani e meno liberatori.

Buon raccolto allora e che sia un arrivederci.
#5582
Il sarto è sempre più bravo nel confezionare abiti invisibili. E anche questa è (post)modernità.
#5583
Citazione di: paul11 il 05 Maggio 2020, 15:21:14 PM
ciao Ipazia,
In fondo siamo tutti interpreti e lo sono a loro modo da Anassimandro a Nietzsche e poi fino a noi.
Nietzsche non spiega e non vuole farlo parecchie problematiche che sono filosfiche. E' un atto voluto e per questo meritevole di una  interpretazione sulla sua intenzionalità che si esprime contro la tradizione culturale, ma che nasce da un disagio intimo umano.

Anche qualcosina di più: FN era un filosofo di razza autentica e quanto al disagio: ciò che non uccide, fortifica (cit.).
Avesse concluso la "Volontà di Potenza" (fino a poche settimane dal crollo era perfettamente lucido e attivo) tante problematiche filosofiche le avrebbe sistemate più coerentemente. La sua opposizione alla "tradizione culturale" è argomentata e non è per partito preso o disagio intimo umano.

CitazioneL'artificio umano derivato dalle proprie qualità di imbrigliare le forze naturali è qui nel nostro tempo da osservare e riflettere. Noi modifichiamo apparenze, non le essenze della natura.
La scienza manipola vita, ma non la crea , e la natura si riprende con la forza ciò che manipola l'uomo. Nietzsche a mio parere ha una sua intepretazione sulla natura e soprattutto dell'uomo.

Non vedo alcuna apparenza (magari lo fosse in tante occasioni "demoniache") nella manipolazione umana della natura visto che lo fa con le sue leggi. E non potrebbe essere altrimenti. Semmai FN critica gli aspetti metafisicamente deteriori della scienza, lo scientismo meccanicista. Nel quale poi incappa spesso e volentieri pure lui. Ma l'operare scientifico doc prescinde dalla metafisica e si confronta coi risultati sperimentali, non coi paradigmi e le dottrine.

CitazioneLa norma non è il ditirambo dionisiaco, bensì l'apollineo. Non è esaltando l'uno che scompare l'altro, ma anche viceversa.

Non so di che norma parli e a nome di chi ne parli. Se intendi physis, credo che nessun ditirambo la possa spiegare meglio di un esperimento riuscito.

CitazioneL'etica che poggia sull'estetica non ha nessun potere di norma perché non coincide con ordini e regole ; può denunciare la norma, ma non cancellarla.

Come sopra. Ma che sia a nome tuo o di FN mi pare tutto totalmente confuso. Etica ed estetica non hanno bisogno di appoggiarsi a ordini e regole per esercitare un potere normativo, perchè vengono prima e sono esse stesse a normare, ordinare e regolare.

CitazioneIl caos è parte dell'imperfezione naturale che le è intrinseca, che le permette di adattarsi, di spogliarsi e rimodularsi, è una modalità di riequilibrarsi e in quanto tale risponde a regole ben superiori che sono universali.
L'ebbra danza delle baccanti, del satiro e dei fedeli compagni, è una parte intima umana.

Mettiamo pure che derivi tutto da physis, e certamente nell'ebbrezza del vino e nella danza scomposta delle baccanti qualcosa di tale natura caotica irrompe, ma tra physis e baccante c'è tutto un processo di civilizzazione (Zivilisation) che non può essere cacciato sotto il tappeto. La baccante è una strega consapevole del suo ruolo, non una pianta di lattuga sgorgata dal suolo. Poi c'è tutta la partita dell'apollineo. La stella danzante è un punto d'arrivo non di partenza, non è un'archè, bensi un fato.

CitazioneIl mio parere è che Nietzsche non è affatto alternativo al filosofo metafisico e magari pure morale, ne rappresenta l'altra faccia della stessa medaglia.

Le medaglie filosofiche sono, come diceva una pubblicità d'antan, milioni di milioni. E tutte hanno una loro metafisica incorporata e magari pure una morale (come ogni favola che si rispetti). Rispetto ad entrambe - metafisica e morale - FN era recalcitrante, ma perchè il suo spirito aristocratico voleva il meglio, tanto dell'una che dell'altra. E se non c'è riuscito come avrebbe desidarato, le domande rimaste aperte sono comunque medaglie di buon conio su cui, a differenza di tanti epigoni, vale ancora la pena di interrogarsi.

CitazioneE se questa mia considerazione fosse corretta, solo Heidegger ci ha provato a modo suo a connetterle.
Mancherebbe una filosofia capace di sintetizzarle.

Scanserei la connessione Heideggeriana visti gli esiti storici. Almeno FN ha la scusante di essere morto prima di sua sorella. La connessione tra metafisica e morale è nel discorso filosofico, che nessuna sintesi potrà mai chiudere definitivamente, perchè panta rei.
#5584
Citazione di: cvc il 05 Maggio 2020, 08:42:23 AM
Va anche detto che in Italia c'è il terrore del verificarsi di possibili focolai al sud dove la sanità è, per usare un eufemismo, carente. Resta da chiedersi come ne esce da questa situazione la sanità delle eccellenze del nord.

Il sud ha il grosso vantaggio di non avere aree industriali too important to stop, che hanno determinato l'acme incontrollabile della debacle lombarda e delle propaggini al nordovest (i vecchi nelle RSA non li caga nessuno nè in Italia nè in Svezia, e sono già in lockdown per definizione, ma anche lì il nordovest ha dato il peggio di sè). Al sud la prevenzione di base ha operato efficacemente ovunque si siano presentati dei focolai e questo va a suo merito. Il nordest se l'è cavata meglio per vari fattori, il principale dei quali è la capacità di filtro della medicina di base, oltre alla capacità di aver bloccato i suoi focolai sul nascere con zone rosse vere, come al sud.

La supremazia del modello veneto sugli altri del nord penso sia una fortunata coincidenza di più fattori, il più importante dei quali ritengo sia stato la minore appetibilità per il capitale sanitario privato rispetto al più griffato nordovest. Anche CL e il suo "governatore" i veneti se li sono risparmiati. Gran peso hanno avuto invece i palazzinari, ma li si è satollati col projet financing dei muri ospedalieri con cui sono stati incravattati i veneti, non avendo tale padronato mire e competenze nel campo della gestione sanitaria. In conclusione, nel nordest i soldi pubblici non hanno ingrassato i padroni della sanità privata togliendo risorse e organizzazione alla medicina pubblica che ha potuto operare con fondi e strutture propri più consistenti per tamponare l'epidemia. L'eterogenesi dei fini ha premiato alla fine la sanità veneta e friulana che hanno saputo mantenere una eccellenza specialistica ospedaliera accanto ad una buona gestione del territorio. Un po' di merito va anche a Zaia e al suo staff di esperti, con in testa il prof. Crisanti dell'università di Padova. Il Trentino se la passa peggio e bisognerebbe capire perchè.
#5585
Anche i fiumi possono essere imbrigliati, controfattualmente come osserva davintro. Mitizzare la natura così com'è, ma in realtà come metafisicamente appare, realizza sì l'eterno ritorno, ma della superstizione dell'essere in quanto cosa in sé.

Problematica, ma più coerente analogicamente, è la concettualizzazione del divenire, nel precario ma liquidamente realistico governo della tavola da surf che ci permette di amministrare la realtà, non più intesa come ente, ma come processo. Da processare continuamente (etica) nella dialettica retroattiva che il processo stesso nel suo divenire determina.

(la vicenda coronavirus è a tal proposito un'ottima maieuta, levatrice)

Tornando alle metafore nicciane, la soluzione al - e dissoluzione del - caos  non è un agitarsi scomposto, ma una danza. Sapiente nel nascondere la grande perizia e disciplina che il suo movimento armonico, fattualmente e controfattualmente, domina.
...
#5586
L'articolo del NYT sconsiglia la strategia svedese a popolazioni anziane, obese, ipertese e con un'assistenza sanitaria carente (e molto costosa, aggiungerei).

Direi che la soluzione sta nel mezzo rispetto alla debacle segregazionista e paranoica italiana. Ad esempio nella Germania e implica  in ogni caso una struttura sanitaria preventiva e curativa eccellente.
#5587
Attualità / Re:Il valore della libertà
04 Maggio 2020, 22:05:31 PM
Potevano essere gestiti diversamente da una leaderschip politica che non avesse la coda di paglia delle sue spaventose manchevolezze fin da quando il 31 gennaio venne decretato lo stato di emergenza pandemica senza che nulla venisse fatto di ciò che tale stato prevedeva col risultato di centinaia di operatori sanitari e migliaia di anziani nelle RSA uccisi, mentre le terapie intensive dei focolai non gestiti straripavano e si lasciavano morire i contagiati a casa loro.

A quel punto non hanno potuto far altro che decretare il carcere duro per tutta la popolazione italiana. La dabbenaggine degli eletti dal popolo, non concesse altra scelta.
#5588
Citazione di: viator il 04 Maggio 2020, 21:05:29 PM
Salve Ipazia, e grazie della disponibilità, anche se si è concretata nella ennesima descrizione di una condizione di fatto già ben nota. Io in realtà cercavo di estorcerti una qualche visione - non importa se irreale od utopica - che potesse intrattenerci oltre la ferrea meccanica del mondo attuale come ideologicamente da te interpretato.
Comunque va bene cosl e rinuncio al chiederti sforzi che tu forse non ritieni naturali. Saluti.

Il treno della rivoluzione post capitalistica è passato il secolo scorso e l'abbiamo, malamente, mancato. Oggi pare non esservi spazio per utopie e la pax capitalistica regna sovrana nel deserto che le è connaturato. Domani si vedrà.
#5589
Il martello è risolutivo a modo suo, non nel modo costitutivo (Bildung) caratteristico del pensiero occidentale. Il sistemone forse FN l'avrebbe tentato con la vdp se fosse riuscito a scriverla e organizzarla in un progetto definitivo. Che non ci sia riuscito forse è stato meglio perchè la montagna rischiava di uscire dall'incanto partorendo un topolino. Però la pars destruens è di proporzioni epocali e su quelle macerie vien da cantare:

"Se son d'umore nero allora scrivo
Frugando dentro alle nostre miserie
Di solito ho da far cose più serie
Costruire su macerie o mantenermi vivo."

Che FN probabilmente avrebbe sottoscritto. Il mantenersi vivi, anche mentalmente, tra le macerie metafisiche è atto etico-estetico in stile nietzschiano, individuale accogliendo l'osservazione di phil.

Per costruire un'etica-estetica sociale ci vogliono altri filosofi, più avezzi alla cazzuola che al martello, ma che abbiano fatto tesoro del crepuscolo degli idoli raccontato da FN. Ripartendo quindi dalla terra, unica fonte di verità, e dalla vita che da essa germoglia. Imparando ad amarla nella durata imposta dal fato. Rinunciando semmai all'eterno ritorno in un universo che si espande ed eraclitamente, non ripercorre mai la stessa strada, cosa che doveva essere nota anche a FN, ma forse egli aveva bisogno di un supporto esterno all'amor fati. Un supporto circolare centrato sull'uomo, certamente umano. Forse non troppo, ma comunque superabile nel dilatarsi del futuro che è più benigno con le stelle danzanti che coi sistemi solari chiusi in se stessi.

Da FN nella sua forma metafisica eraclitea meno contraddittoria e "risolutiva" può derivare solo un'etica in progress, che si adatta alle problematiche umane man mano che si presentano. E viene da pensare ad un altro pensatore proiettato nel futuro che affermava: "l'umanità non si propone se non quei problemi che può risolvere, perchè, a considerare le cose dappresso, si trova sempre che il problema sorge solo quando le condizioni materiali della sua soluzione esistono già o almeno sono in formazione".
#5590
Citazione di: viator il 04 Maggio 2020, 15:18:33 PM
Ora però perchè non provi a proporre (per carità...... magari in via succinta) tu una qualche soluzione alternativa ? Io personalmente credo che riusciresti ad essere brillante ed originale in proposito. Resto alla tua buona volontà salutandoti carinamente.

Dubito ve ne siano. La forbice tra detentori del potere e "analfabeti" si amplia sempre più e anche la forma-stato o equivalenti politici sovranazionali (tipo CE) non riesce a reggere la competizione coi grandi complessi transnazionali dell'infosfera, che hanno autoschedato gioiosamente il pianeta. E della finanza, con le sue fatali pagelle più terrificanti dei responsi degli antichi oracoli. Tutta gente che le tasse le decide lei: dove, quanto e a chi pagarle senza che nessuno possa battere un chiodo contro. Il potere è lì, ma noi possiamo ancora trastullarci con la forma-stato e Montesquieu. In un forum filosofico, ovviamente.

Non resta che sperare in tiranni buoni e competenti. Capaci di sfamare 8 miliardi di schiavi senza generare troppi sfracelli. Ed elargire elemosine a livello ONU quando lo ritengono opportuno.
#5591
Citazione di: Santos il 03 Maggio 2020, 15:59:41 PM
... Allora io mi chiedo: è saggio dare il potere di fare leggi e di decidere la politica dell'Italia ad una massa che per il 28% (secondo altri studi anche di più) è composta da analfabeti funzionali, che credono alle fake news e alle teorie complottiste più varie, che ragionano con la pancia invece che con la testa? È davvero auspicabile una democrazia diretta, o è meglio una forma di meritocrazia (Jason Brennan la chiama "epistocrazia"), dove a governare sono i migliori (magari scelti per concorso)?

Bisognerebbe chiedersi come mai un 28% è costituito da "analfabeti funzionali" e rispetto a quale "funzione" essi sono definibili analfabeti. Sospetto sia rispetto ad un assetto sociale che ha tutto l'interesse ad avere un 28% di analfabeti funzionali, oggi come ai tempi di Menenio Agrippa, in cui bastavano pochi cervelli, ma servivano tante braccia, preferibilmente analfabete.

La politikè ha sempre funzionato così: l'arte (techne) di governo della polis ha sempre viaggiato di concerto con l'arte di dominio della polis e per dominarla un 28% di analfabeti funzionali sarebbero ancora pochi e si tede pertanto ad aumentare questa quota con tutti i mezzi di propaganda di cui chi detiene il potere, il quale pur'esso fin dalla notte dei tempi (i gorilla del sistema li dovevano remunerare anche gli imperatori romani) è potere economico, di cui la politica non può essere che ancella, o meno poeticamente, serva.

Ecco che allora ...

Citazione di: Phil il 03 Maggio 2020, 16:56:29 PM
Senza volermi addentrare nel discorso politico, leggendo en passant la considerazione di Ipazia che «(non) tutti possono improvvisarsi vigili del fuoco»(cit.), mi sono chiesto se "tutti possono improvvisarsi pensatori politici" (sia come votanti che come votati), dove con «pensatore politico» non intendo aulicamente ammiccare alla sofocrazia utopica, ma semplicemente l'esser in grado di pensare politicamente (a prescindere da quale si ritenga sia il Bene della polis) con (minima?) cognizione di causa, ovvero, appunto, con episteme.

... tutte le alate riflessioni sulla democrazia e gli ottimati si riducono a selezionare una categoria di competenti "alfabeti"  funzionali ai rapporti di potere, ovvero alla supremazia economica data, e il "pensatore politico" non può che inserirsi in questo percorso di formazione e realizzazione. In tale scenario sociale, il suffragio universale che coinvolge gli "analfabeti" rafforza la messa in scena di una politica autoconservativa che usa sofisticati metodi di omologazione per salvaguardare l'oligarchia, aggiungendo pure una altamente omologativa parvenza di libertà partecipativa.

Da tale condizione politica ormai globalizzata - esclusa qualche tribù amazzonica e similia in via di estinzione - si può disaggregare la funzione amministrativa che, per quanto subalterna al disegno politico di dominio generale, richiede competenze specialistiche per la migliore gestione possibile degli schiavi. Postulata la tirannide economica, la differenza tra tiranni buoni e/o competenti e tiranni cattivi e/o cialtroni permane e solo in questo ambito si possono elaborare teorie meritocratiche, le quali però non hanno alcuna possibilità di scalfire il potere politico effettivo, ormai, e molto più che in passato, saldamente in mano alle elite economiche transnazionali. Le quali si eternano con procedure di cooptazione ben rodate, distanziando sempre più tra loro i blocchi di partenza rispetto alla plebe e infine occupando, per via "meritocratica", con le loro pedine tutte le caselle della gestione del potere politico.

(La repubblica dei filosofi venne patrocinata da Platone medesimo nella magna grecia italica. Ne risultò un repubblica dei tiranni da cui Platone dovette fuggire in fretta e furia per salvare la pelle, dandosi alla fine alla filosofia pura nel mondo delle Idee. Luogo decisamente meno pericoloso del mondo politico reale.)
...
#5592
Reclusione é e tale rimane determinata dall'imperizia dei governanti centrali e locali a gestire un'epidemia che altrove (Germania, Corea del Sud, Formosa, Giappone, Danimarca, Norvegia, Finlandia, Portogallo, Grecia, ...) é stata gestita meglio. Persino in Svezia, dove hanno lasciato liberi tutti ci sono stati meno morti (ponderati) e in Francia e USA, dove le aree metropolitane hanno sofferto, ma senza mettere tutti in galera.

Tra tutti i commenti letti nei giornali e social il migliore a mio avviso è il seguente: "bisognerà uscire con l'avvocato"!

Un primato comunque ce l'abbiamo: la classe politica, da dx a sx, dal centro alla perferia, più cialtrona del pianeta. E anche i burocrati esperti non scherzano in cialtroneria. Direi che tra politici ed esperti se la giocano alla pari, passandosi la patata bollente a velocità superluminale.
#5593
Attualità / Re:La bufala del Nuovo Ordine Mondiale
02 Maggio 2020, 22:57:48 PM
Un ordine variamente autoritario è sempre esistito. Altrimenti non ci sarebbe così tanta gente in divisa. L'unico Ordine Mondiale, neppure tanto Nuovo, se non per il perfezionamento delle tecniche di dominio, è quello capistalitico-finanziario che opera full time no stop, da un meridiano all'altro, in tempo reale coi fixing borsistici quotidiani e le periodiche randellate di rating. Non è una bufala e determina il destino di tutti i popoli della terra. Non mi pare siano fondate aspettative per un migliore Ordine Vigente. Semmai non può che peggiorare man mano che la bomba atomica demografica defragrerà e le risorse e aspettative di futuro degraderanno. Spiace per chi ha figli e nipoti, ma la loro vita sarà peggiore della nostra. Forse anche mooolto peggiore quando la miscela esplosiva incontrerà qualche punto di innesco. Il post pandemia potrebbe già offrire qualche istruttivo antipasto. Cui il Vigente Nuovo Ordine Mondiale risponderà con le sue ricette, (ab)usate pure loro.
#5594
Citazione di: Santos il 01 Maggio 2020, 23:23:34 PM
Tralasciando la questione della desiderabilità della democrazia diretta (anche se capisco sia incidentale a questo discorso), è possibile implementarla in una grande nazione, oppure ciò porterebbe al caos? Può esistere solo in piccole comunità autonome? E se sì, preferireste vivere in una grande nazione ma non avere voce in capitolo sulle sue leggi, oppure in una piccola comunità dove potreste partecipare al processo legislativo? [/color][/font]

Credo ci siano due livelli politici da tenere ben distinti:

Il livello politico propriamente detto che la tecnica moderna permette di gestire anche direttamente da parte tutti i cittadini (elezioni e referendum su questioni "politiche" generali).

E un livello amministrativo che richiede competenze e procedure specifiche: non si possono fare referendum su argomenti di carattere strettamente tecnico-scientifico. Nè tutti possono improvvisarsi vigili del fuoco.
#5595
Citazione di: Phil il 01 Maggio 2020, 18:28:58 PM
Al di là della questione dell'atomo, inteso scientificamente, mi suscitano una certa risonanza le sue affermazioni (purtroppo giunte come "diario filosofico" più che saggio argomentativo) critiche riguardo l'atomo come metaforico elemento stabile di identificazione permanente, "parmenidea", come puntello a cui appendere credenze illusorie (nel senso che ho accennato in altro topic di altra sezione)

La critica di FN all'idea di atomo ha un carattere epistemologico avanzato, ma astorico. Avanzato perchè l'a-tomon è stato "tomizzato" nel XX secolo, astorico perchè, rispetto a numi e mitologie varie, l'idea atomistica di Democrito e Leucippo era di una modernità sconvolgente: si divide la materia fino ad arrivare ad una elemento atomico primigenio. Per la chimica, ancora in buona salute e per nulla dissolta, funziona ancora così con 92 specie atomiche naturali e una dozzina di artificiali.

Citazione di: Phil il 01 Maggio 2020, 18:28:58 PM
Sono invece un po' perplesso riguardo questa interpretazione (anche se sicuramente si basa su una conoscenza di Nietzsche ben superiore alla mia):
Citazione di: Ipazia il 30 Aprile 2020, 13:06:00 PMil compendio finale, incompleto nella stesura ma non nelle intenzioni, della filosofia di FN: metafisica, epistemologia ed etica.
Se, dopo aver scritto i frammenti pazientemente riportati nei primi due post, si volesse edificare etica, epistemologia e persino metafisica, dubito si potrebbe sviluppare un discorso organico e coerente; si finirebbe con il tentare di mettere assieme i pezzi di due puzzle ben differenti: da un lato, il soggetto è finzione, dall'altro, l'etica (che non sia convezione giuridica o contingenza socioculturale) si fonda esattamente sul contrario; da un lato, l'atomo (portabandiera dell'ontologia) è feticcio apollineo, dall'altro, l'epistemologia esige che non lo sia, perché per lei deve essere un dato di coscienza manipolabile e utilizzabile (oltre che esplicativo); da un lato, la metafisica è smembrata in storia del pensiero, «horrendum pudendum», psicologia, estetica, etc. dall'altro, è un po' troppo tardi (a fine '800) per proporre una "nuova" metafisica basata sulla fusione di letteratura (poesia, miti greci, etc.) e psicologismo ingenuo (Freud è già dietro l'angolo). Se quest'ultima "metafisica" fosse la sua proposta, sarebbe incompatibile con il prospettivismo che l'autore stesso propone: una metafisica che ha come pietra angolare la volontà di potenza di un soggetto che è finzione, al contempo interpretata ed interpretante, è troppo debole per poter scalzare le altre metafisiche giocando al loro stesso gioco (dunque si "umilierebbe" per confermare il prospettivismo da cui deriva, tuttavia non sarebbe nemmeno necessario).
Soprattutto, Nietzsche pare minare il discorso veritativo-metafisico alla sua base «La volontà di verità è un rendere saldo, un rendere vero-durevole, un eliminare dalla nostra presenza quel carattere falso,una reinterpretazione dello stesso nel senso dell'essere. La verità non è pertanto qualcosa che esista e che sia da trovare, da scoprire, - ma qualcosa che è da creare e che dà il nome a un processo, anzi a una volontà di soggiogamento, che di per sé non ha mai fine : introdurre la verità, come un processus in infinitum, un attivo determinare, non un prendere coscienza di qualcosa <che> sia « in sé » fisso e determinato. È una parola per la «volontà di potenza».»(cit.). Vengono sterilizzati così, in un colpo solo, sia qualunque progetto epistemologicamente forte, essendo la verità non scoperta ma «da creare» (cit.), sia qualunque metafisica autorevole intesa come «prendere coscienza di qualcosa che sia in sé fisso e determinato»(cit.). Una volta inibite alla radice l'epistmologia e la metafisica forti, con conseguente confinamento dell'etica in mero accidente storico-prospettico, non resta che una visione potentemente estetica:
«quanto più disumanizziamo la natura, tanto più essa diventa vuota, priva di significato per noi. L'arte si fonda integralmente sulla natura umanizzata, sulla natura irretita e intessuta di errori e illusioni, dalla quale non vi è arte che possa prescindere»; già, compresa l'arte della filosofia (cavalcando il richiamo al vuoto di significato e all'illusione, osserverei che la visione "disumana" della natura è una visione fuori dall'illusione-maya-samsara del prospettivismo condizionante e convenzionale della ragione calcolante-apollinea).
Gli sviluppi di questa impostazione, più che a costruire una metafisica, un'etica e un'epistemologia, mi pare abbiano portato (se non sono troppo di parte) al pensiero postfenomenologico francese e più in generale al pensiero debole postmoderno, che, non a caso, hanno in Nietzsche una delle loro muse più rilevanti.

L'epistemologia di FN annusa le difficoltà del pensiero scientifico positivista ottocentesco con le sue certezze traballanti sia in campo fisico, materialistico, che psicologico. Fosse vissuto altri vent'anni in buona salute avrebbe assistito ad una evoluzione della scienza ben integrabile nella sua metafisica: la relatività einsteniana, la scissione atomica, e la scissione freudiana della "cosa in sè" psichica, dell'Ich, io. Dire che egli abbia patrocinato questi eventi epocali è eccessivo, ma che il suo dubbio metodologico radicale sui fondamenti dell'episteme abbia creato quel sostrato psichico-intuitivo che poi li ha generati non mi pare eccessivo. Sminuirne la portata mi pare ingeneroso. Freud è già dietro l'angolo, ma FN viene prima. E dopo verranno un esistenzialismo desiderante e un'epistemologia relativistica che lui, certamente con minori mezzi analitici e per nulla sistematici, già interpreta e presagisce.

Di ciò beneficia anche la sua metafisica, decostruttrice di tutte le forme dell'Essere ereditate dal passato (Dio, logos, atomo, cosa in sè, io), recepita anche dai sentieri mai interrotti del pensiero moderno (un caso ?). Al cui posto pose un suo principio dell'essere, una sua metafisica, in cui il debito a Darwin è innegabile, su cui innesterà la sua analisi originale del ressentiment: Holzweg fatale nel suo polisemico errare che lo porterà all'oltre/super uomo, declinato (post)storicamente nelle forme al di qua del bene e del male del XX secolo e di oggi.

(Vicenda decostruttiva che vivrà con furore psichico/metafisico all'interno esistenziale di una triade edipica squilibrata in cui la sorella prende il posto del padre, mentre il padre (pastore luterano), deceduto anzitempo, sublima in un improbabile aristocratico polacco che spiegherebbe anche la stranezza del gens familiare poco teutonico: Nietzsche. Questione da trattare a parte)

L'avere introdotto elementi così fortemente et(olog)ici nel suo (Super)Essere vira repentinamente la metafisica in etica "aristocratica" in rotta di collisione totale con le etiche dominanti del tempo: teista e ateosocialista, spostandolo semmai verso la capitalista che accetterà nel suo carattere sociodarwinista, ma sarà per lui repellente nella piccolezza del suo mercanteggiare e brucare, troppo umano per il nostro martellatore, scultore di semidei a venire. Fosse vissuto un secolo oltre forse avrebbe trovato nei nostri grandi pescecani globali, sospesi tra finanza e infosfera, qualcosa dell'etica Granpolitica (ben più realizzata che nei piccoli e meschini imperi e regni del suo tempo), a cui tutto il suo impetus eracliteo l'aveva irresistibilmente spinto. E' questa confluenza tra il suo -omismo sempre più super e sempre meno oltre , che piacerà ai padroni attuali dei nostri destini, garantendo al pensiero di FN ancora lunga vita teorica e pratica.

Resta l'arte, ma come insegna L.Wittgenstein, etica ed estetica pari sono. E in FN sono ancora più (con)fuse in una unio mystica inscindibile, che contrassegna pure la sua metafisica dionisiaco-apollinea e si libra nelle figure a lui più care: amor fati, eterno ritorno, trasvalutazione über-omistica (o forse: -omystica) .